Traditore
Mi sveglio con un forte mal di testa.
Dove sono? In mezzo alla giungla? Perché non sono morto.
Il mio primo pensiero è che sia un miracolo di Dio.
Poi sento qualcosa di strano al petto: è un dardo?
Che quel bastardo non mi abbia fatto uccidere? Che l'abbia fatto per salvare la sua anima? Che Serena abbia ceduto?
Corro da lei. Non esiste altro. Non ho altro.
“Mi dispiace Serena” glielo dico, non so cosa sia successo, forse è comunque un miracolo se posso stare con lei.
“Philip sei vivo” è sollevata “Sei venuto a prendermi”.
La slego più velocemente possibile prima che arrivi qualcuno. “Perchè?” chiede stupita.
“Tu sei diversa, non è vero? Tu non sai nulla di umanità… di compassione…?”
E la vedo, una lacrima perlacea scendere dai suoi occhi.
Poi succede tutto troppo veloce.
Voglio solo stare con lei, non prenderanno la sua lacrima per me.
Quella lacrima che si chiama amore.
La guardo.
E non leggo più dolore o sollievo.
Leggo solo una grossa rabbia. Leggo solo la parola TRADITORE a caratteri cubitali.
“Serena, hai la mia parola che non ne sapevo niente” cerco di spiegarle. Sono sincero: non mi sarei mai alleato con il demonio in persona.
Ma niente, schiva già il mio sguardo.
“Liberatela, non vi serve più” dico. È più un ordine che una preghiera.
Ma lui non lo permette.
La fa legare e mi fa ripartire con loro.
E le vedo.
Ogni passo che faccio vedo le sue lacrime scendere copiose.
E sento che, come un vaso di ceramica, lei ha trovato la crepa del mio cuore e vi si è infiltrata dentro. Lei mi ha ridato la fede, lei mi ha mostrato l'amore.
E ora morirà per colpa mia.