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Autore: ellydarklight    25/06/2017    2 recensioni
Storia scritta in collaborazione tra me e LadyEloredane
Harry è stato tradito dal mondo magico, muore ad Azkaban ma la Morte lo riporterà indietro nel tempo.
Genere: Angst, Dark, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Nessun contesto, Più contesti
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storia scritta in collaborazione con LadyEloredane http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=119189

 

_-*-_

 

L'ULTIMO DONO DELLA MORTE

 

ventesimo capitolo

 

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POV Harry

 

Domani tornerò a scuola, Arvey, che è al suo primo anno di apprendistato nell'ufficio misteri del ministero, mi ha informato che Fudge ha perso il consenso della maggior parte delle persone dopo quello che era successo due estati fa, il prossimo anno sarebbe stato l'ultimo del suo mandato e sperava che con il torneo tre maghi avrebbe riacquistato consensi dal pubblico, che idiota.

Arvey si stava rivelando estremamente utile, infatti ho rilegato l'incarico di parlare con Pyrites per convincerlo a diventare la nostra spia nella futura guerra, per questo compito avrebbe collaborato con Evelyn, insieme sarebbero sicuramente riusciti a convincerlo a diventare la mia spia.

Adoro la scuola ma odio dover restare sempre all'erta per via di Dumbledore, fuori dalla scuola però é più facile incontrarsi con tutti i cavalieri.

Nella nostra sede avevo allestito una biblioteca fornitissima, avevo copiato tutta la biblioteca di Hogwarts e Ravenclaw, copiando libri anche dalle famiglie di cui ero erede e dalla famiglia Black, Hannah e Neville avevano portato anche copie di alcuni libri delle loro biblioteche e Hermione aveva portato molti libri babbani, avevamo espanso magicamente la casa in modo da avere un laboratorio per i gemelli , abbastanza camere da letto per ospitare almeno la metà di noi, una gigantesca sala da pranzo, delle sale per duelli ed allenamento, un enorme sala riunioni, una fornitissima serra ed altre stanze che servivano come salotti, bagni e stanze per i nostri Hobby, avevo portato tutti i ritratti in mio possesso in quella casa e Hannah aveva portato alcuni ritratti dei suoi antenati per arredare casa;

Sirius non era mai entrato a controllarci, si fidava di Tonks, pensava fosse un piccolo rifugio per giocare con gli amici, come la casa sul l'albero a villa smeraldo che avevano costruito i Malandrini, non so come la prenderà quando la guerra inizierà, non so se vorrà essere la nostra spia sul l'ordine della fenice.

 

Pov Remus

 

La scuola era appena ricominciata in seguito alla pausa invernale.

Il castello si era ripopolato di studenti e le lezioni erano riprese in modo del tutto normale.

Il mio stupore con i ragazzi del corso Avanzato non aveva mai limite. Erano dotati tutti loro, ma Harry…lui era un talento naturale, assorbiva ogni mio insegnamento come una spugna, facendolo suo e adattandolo al suo modo di combattere.

Durante le vacanze avevo pensato molto a Harry e alla fine mi ero deciso a parlargli.

L’occasione mi si presentò un pomeriggio di due settimane dopo quando finalmente riuscii a trovarlo da solo in biblioteca, cosa assai insolita visto che era sempre circondato dai suoi amici.

Sedeva ad un tavolo appartato, circondato da una dozzina di libri.

-Ciao Harry -, dissi quando fui abbastanza vicino per non disturbare il resto degli studenti li presenti.

-Professor Lupin, buon pomeriggio -, salutò Harry sollevando lo sguardo dai libri che stava consultando.

-Posso sedermi? -, domandai indicando la sedia posta di fronte a lui.

Harry fece un cenno col capo e mi accomodai, mi passai una mano tra i capelli, indeciso. Il coraggio che avevo trovato per avvicinarlo era praticamente finito quando mi sono seduto.

-Sai Harry anch’io frequentavo Hogwarts -, dissi, decidendo di iniziare il discorso dall’inizio. -Ero della Casa di Gryffindor e conoscevo i tuoi genitori -, dissi infine.

Harry sgranò gli occhi sorpreso delle mie parole, -Davvero? -, chiese con un leggero tremore nella voce.

Potevo capirlo. Quando Lily e James erano morti lui era solo un infante e probabilmente sapeva così poco dei suoi genitori.

-Ero in camerata con tuo padre, James, con Sirius e con Pettigrew -, dissi cercando di trattenere il disprezzo che provavo per il nostro vecchio amico. -Eravamo inseparabili e ci facevamo chiamare… -.

-I Malandrini -, mi anticipò Harry.

Sorrisi, -Sirius ti ha parlato di noi -, dissi.

-Mi ha detto qualcosa -, disse Harry abbassando lo sguardo. -Ma per lui è ancora troppo doloroso -.

-Capisco -, annuii. Anche per me parlare di James e Lily era un dolore, ma Harry aveva il diritto di sapere qualcosa sui suoi genitori e io potevo dirgli molte cose, raccontargli molte avventure passate con Sirius e James. Dei pomeriggi di studio con Lily. -Te né parlerò io. Ogni volta che vorrai ti racconterò qualcosa dei tuoi genitori -, dissi.

Harry mi sorrise, -Potrebbe iniziare ora, se vuole, professore -.

-Con molto piacere -, dissi annuendo. -Andiamo però fuori all’aperto. A James veniva l’orticaria stando qui dentro e se vogliamo parlare dei Malandrini meglio essere lontani da qui -.

Harry rise, annuendo prima di agitare la bacchetta in modo da far tornare ogni libri al loro posto e ripose le sue cose nella borsa a tracolla, -Possiamo andare -, disse.

Mi alzai imitato dal ragazzo e assieme uscimmo dalla biblioteca diretti nel parco.

Quel pomeriggio parlammo di molte cose e non solo di James e Sirius. Imparai a conoscere realmente il mio figlioccio quel pomeriggio, pentendomi di non aver mai cercato di incontrarlo prima.

Harry aveva ereditato tutto il meglio dei suoi genitori.

-Sa professore lei è un ottimo insegnante -, disse Harry. -Sarebbe sicuramente in grado di tenere un Club del Duello -.

-Un Club del Duello? -, domandai incredulo. -Harry non credo di esserne in grado… -.

Harry fece una smorfia, -La mia era solo un’idea -, disse.

-Harry! Eccoti, finalmente, è tutto il giorno che ti cerco! -, Draco Malfoy si stava avvicinando con passo svelto a noi, il volto era una maschera di fastidio.

-Ciao cucciolo -, Harry lo salutò con un sorriso, prima di abbracciarlo. -Ero qui con il professore. Sai che era un amico dei miei genitori? Frequentavano la scuola assieme -.

-Davvero? -, domandò Draco scrutandomi con il suo sguardo grigio chiaro.

Sorrisi leggermente al ragazzo, -Vi lascio, ragazzi -, dissi. -Ho una pila di compiti da correggere -, mi congedai e mi diressi verso il castello deciso a scrivere una lettera a Sirius in modo da riallacciare i rapporti con lui.

Avevo sbagliato con Sirius ed era tempo di rimediare ai miei errori.

 

Severus Pov’s

 

Mi ci erano voluti ben tre anni per avere un quadro completo o almeno una parte della vita di Harry Potter.

Credevo che avesse avuto una vita piena di agi, circondato da amore e affetto, mi ero fatto ingannare dal fatto che era il figlio di Potter mettendo in secondo piano tutto il resto.

Avevo fatto una promessa a Lily, la notte in cui era morta, avrei protetto suo figlio ma non l’avevo mantenuta tale promessa.

Avrei dovuto assicurarmi che stesse realmente bene con i suoi parenti non fare solo supposizioni stupide.

Sarei dovuto andarlo a controllare regolarmente per evitare ciò che era accaduto. Quando mi ero recato dai Dursley non avrei mai creduto di scoprire quegli orrori. Aveva subito abusi fisici e mentali da parte di entrambi i suoi zii. Veniva richiuso in un ripostiglio, che era la sua camera, e lasciato senza cibo né acqua per diversi giorni.

Indossava i vestiti smessi di suo cugino e veniva usato come un Elfo Domestico in quella casa.

Li avrei uccisi io se non si fossero ammazzati da soli durante l’estate passata. L’avrei fatto lentamente, prolungando la loro agonia.

Ero stato cieco e stupido ma avrei voluto rimediare, provare a consolarlo e chiedergli scusa. Avevo parlato con Dumbledore, riportandogli le mie scoperte, ma egli mi aveva convinto a non consolarlo e ad evitare qualsiasi rapporto che non fosse quello di insegnante e professore.

In tal modo, tenendo le distanze, avrei potuto proteggerlo nella guerra futura senza rinunciare al suo ruolo di spia tra le file di Voldemort. Feci ruotare il Whisky Incendiario nel mio bicchiere, il ghiaccio tintinnò contro il vetro.

Avrei dovuto tornare al servizio dell’uomo che aveva ucciso la donna che amavo per proteggere suo figlio, solo così avrei potuto adempiere alla mia promessa.

 

Draco Pov’s

 

L'incontro nella stanza delle necessità è appena finito.

Siamo rimasti solo io ed Harry, non posso più stare zitto a questo punto.

-Vuoi diventare un signore oscuro-, la mia non è una domanda.

Harry mi guarda confuso, -Cosa? No!!!-, esclama quasi oltraggiato dalla mia affermazione.

Io lo guardo e sbuffo, – Harry ti stai costruendo un cerchio. Un cerchio di fedeli come quello di Voldemort. Abbiamo tutti giurato fedeltà a te, siamo già tuoi servitori, ci manca solo il marchio sul nostro braccio… -, indico il braccio sinistro dove so che il Marchio Nero viene impresso ai Death Eaters, -Hai piani per influenzare il mondo magico e progetti per una guerra -, riprendo. -Hai Arvey, come spia, all’interno del ministero e sei alleato con due giornalisti da due giornali diversi, non puoi negare tutto ciò-.

Alle mie parole lui abbassa lo sguardo, -Io non volevo, almeno non inizialmente -, iniziò lui. -Non so cosa voglio diventare in realtà, so che voglio un futuro migliore per noi due, per il mondo magico. È così sbagliato il mio pensiero? -.

guardo il mio ragazzo, temo per lui e per il sentiero che sta per intraprendere, ma lo amo troppo per poterlo lasciare a causa dei miei timori, delle mie paure.

Mi avvicino a Harry, abbracciandolo e lasciandosi abbracciare a sua volta, -Ho solo paura per te, Harry -, confesso, posando il capo sulla sua spalla e lasciandomi accarezzare il capo.

-Non devi temere, cucciolo, so quel che faccio -, dice baciandomi il capo. -Creerò un mondo sicuro per noi e per i nostri figli. Te lo prometto -.

Chiudo gli occhi, stringendomi a lui, sto consapevolmente decidendo di voltare lo sguardo da un’altra parte da questo momento.

Avrei lasciato che Harry facesse tutto ciò che riteneva giusto per quel futuro assieme. Avrei lasciato che s’immergesse nell’oscurità per un mio desiderio, per un mio capriccio.

-Ti amo lo sai questo, vero? -, mi domanda improvvisamente.

-Si -, sussurro.

Ed è per quel sentimento che decido in quel momento di smettere di chiedere. Avrei lasciato che mi dicesse solo quello che volevo sentirmi dire, senza metterlo sotto torchio come avevo fatto sino ad oggi.

 

Pov Harry

 

Capisco le preoccupazioni di Draco.

Ma il carattere di Riddle mi ha influenzato parecchio, non voglio diventare un signore oscuro ma probabilmente diventerò qualcosa di simile ne sono consapevole…

Nella mia vecchia vita ero stupido, ingenuo e certamente non un Ravenclaw, in questa nuova vita donatami da Hella sono una persona completamente diversa, una persona migliore e decisamente più consapevole del proprio destino, almeno a grandi linee.

Sospiro, non riesco a cancellare dalla mia mente le parole di Draco, nemmeno ora che manca qualche minuto all’ingresso in campo di Quidditch...

Sono il cercatore di Ravenclaw, sono entrato in squadra l'anno scorso ed abbiamo vinto il campionato scolastico; di solito volare mi distrae ma ora proprio non riesco a togliermi quelle parole di testa, Draco ha ragione.

Ma cosa posso fare? Il sentiero che ho intrapreso non mi permette di tornare indietro, non ora almeno.

Ho la necessità di parlare con Hella. Solo lei può rassicurarmi su ciò che sto facendo, ma non è questo il momento.

Ora dovevo concentrarmi sulla partita imminente, l’ultima dell’anno che avrebbe stabilito il vincitore del Campionato non posso deludere la mia Casata.

 

******

Abbiamo vinto!

Il Campionato di Quidditch è nostro e sicuramente anche la Coppa delle Case sarà di Ravenclaw.

Prendo un sorso di Burrobirra guardando i miei compagni di casa festeggiare la nostra vittoria, la musica trasmessa dalla radio permetteva ai ragazzi di ballare e scatenare la loro euforia.

-Ad Harry! -, urlano per l’ennesima volta i miei compagni, sollevando le loro bevande verso l’alto.

Risspondo con un sorriso sul volto e nell’attimo in cui tutti tornano a festeggiare nel mio campo visivo compare una farfalla, seguita da una seconda e poi da una terza.

Le farfalle volano leggiadre verso i dormitori maschili. Guardo i miei compagni, nessuno si sarebbe accorto per diverso tempo della mia assenza, imbocco le scale e seguo quelle eteree creature sino alla mia camerata.

Quando entro trovo Hella, seduta sul mio letto, nel suo aspetto di tredicenne.

-Mi hai chiamata, Maestro? -, domanda sorridendomi in quel modo così misterioso che mi aveva sempre affascinato.

Lentamente mi avvino al letto, accomodandomi affianco a lei. Poso il capo sul suo grembo, lasciandomi cullare dalle sue carezze gentili tra i miei capelli.

-Aiutami, Hella! -, dico con la voce distorta dalla disperazione. -Sto diventando come Riddle, un Signore Oscuro… -.

-No, no, mio amato padrone -, dice Hella, carezzandomi il volto. -Voi non diventerete mai come lui. Forse è vero, vi immergerete completamente nelle Arti Oscure, ma ricordate questo, non tutto quel che Oscuro è cattivo e non tutto quello che è Bianco è buono. Non fatevi ingannare dalle distinzioni che danno gli umani alla magia, sono le nostre azioni a determinare se qualcosa è cattivo o buono. La magia è neutrale non è né Bianca né Oscura ricordatevi questo… -.

Chido gli occhi lasciandomi cullare dalle sue carezze e dalle sue parole.

Hella aveva ragione non dovevo preoccuparmi di diventare un Signore Oscuro come Voldemort.

-Abbiamo atteso molto, Hella -, mormoro improvvisamente, voltando il capo in modo da poterla vedere in volto. -Rivoglio il mio anello con la Pietra della Resurrezione. Né ho bisogno! -.

Hella s’inchia verso di me, sorridendomi, -Ogni vostro desiderio è un ordine per me, mio amato -, dice baciandomi dolcemente.

Ricambo il suo bacio, affondando la mano tra i suoi scuri capelli.

 

POV George

 

Hermione ed io passiamo sempre più tempo insieme, come mio fratello e Graham.

Oggi voglio fare un passo avanti nella mia relazione con Hermione, finora siamo sempre stati amici molto stretti, ma è tempo per me di dichiarare i miei sentimenti, sono un Gryffindor eppure ho così paura di confessarmi a lei, ogni volta che ci provo mi blocco e cambio argomento, più che un leone rosso-oro sembro un gattino impaurito, sono patetico.

Oggi è venerdì e come ogni sabato il gruppo di studio/cavalieri si riunisce in biblioteca a fare i compiti tutti insieme, purtroppo si uniscono sempre a noi pure il mio fratello idiota Ron e la mia insopportabile sorella Ginny insieme a Colin Canon ed alcuni Ravenclaw più piccoli, le parlerò dopo che abbiamo finito i compiti, la potrei invitare a Hogsmeade, prendere delle caramelle a Mielandia, portarla a vedere il negozio di Zonko e fare shopping a Stratchy&Sons e Mondomago, infine mangiare e bere ai Tre Manici di Scopa, si era un piano perfetto per dichiararmi a lei e chiederle di essere la mia ragazza.

—•–•-•-•–•—

Sono solo con Hermione, siamo già stati a Mielandia dove abbiamo comprato molte caramelle, da Zonko ho comprato alcuni scherzi da modificare e da Magomondo abbiamo comprato molti oggetti magici per arredare o da utilizzare nella sede dei cavalieri, avevo comprato un vestito viola scuro estivo per Hermione ed ora siamo seduti a bere burrobirra, come vorrei che Fred o Lee fossero qui, loro saprebbero cosa fare, respiro profondamente, la guardo -hermionevuoiesserelamiaragazzatipregodìdisiiotiamodaimpazzire- lei mi guarda -scusa cosa hai detto?- respiro, so di essere rosso come un pomodoro, ora non posso tirarmi in dietro -Hermione vuoi essere la mia ragazza- lei sgrana gli occhi, oddio è un brutto segno? -SiSiSiSiSi Si!!!- non riesco a rispondere che mi bacia sulla bocca. Questo potrebbe essere il giorno più bello della mia vita!

 

-Hermione, insomma! -, dico con un tono tra lo scocciato e l’annoiato.

-Cosa, George? -, domanda lei con lo stesso tono, imitandomi, senza alzare lo sguardo dal grosso tomo che sta consultando.

Mi passò una mano tra i capelli, esasperato, -Hermione, piccola, è domenica… -, dico.

-So bene che giorno è oggi, George -, mi interrompe mentre gira pagina.

-E c’è l’uscita a Hogsmeade, dovremmo essere al villaggio a divertirci invece che stare chiusi qui dentro -, continuò ignorando la sua interruzione di poco prima.

-Ma dobbiamo prepararci per far evadere Pettigrew, George -, dice Hermione alzando finalmente lo sguardo su di me.

Emetto un sospiro, -Piccola sono sicuro che per un giorno puoi lasciar stare le tue ricerche, anche Harry ti ha detto di staccare un poco prima di scendere giù al villaggio con Draco -, le dico prendendole una mano nella mia. -Voglio passeggiare con te, Herm. Voglio tenerti per mano mentre guardiamo le vetrine e voglio comprarti le Piume di Zucchero di cui vai matta -.

Hermione si morde il labbro inferiore, chiaramente combattuta, alla fine chiude il grosso tomo sorridendomi.

Ricambio e mi alzò in piedi, aiutandola ad alzarsi. Intreccio la mia mano alla sua, così piccola rispetto alla mia, e la conduco fuori dalla Stanza delle Necessità.

I corridoi di Hogwarts sono praticamente deserti se non si contano gli studenti del primo e secondo anno, impossibilitati a recarsi al villaggio perché troppo piccoli, e qualche studente degli anni più grandi poiché stufi di vedere le solite cose.

Passiamo dalla Torre dei Gryffindor per recuperare i nostri giubbetti prima di scendere nella Sala d’Ingresso. Ci sono ancora un paio di carrozze a disposizione degli studenti che magari decidono di scendere al villaggio.

Io e Hermione ne occupiamo una. Sediamo vicini, il mio braccio è avvolto intorno alle sue spalle e la sua testa è appoggiata al mio petto, rimaniamo in silenzio per tutto il tragitto godendoci semplicemente la compagnia dell’altro.

Ero orgoglioso di dire che Hermione Granger era la mia ragazza. Le prime settimane avevo passato il tempo a dirlo a chiunque, minacciando qualsiasi ragazzo si avvicinava a lei.

Mi comportavo in maniera ridicola, ma era più forte di me, oltre al fatto che temevo che Hermione un giorno si rendesse conto di quanto fossi infantile e mi avrebbe lasciato.

Fortunatamente quel timore era sparito col passare dei mesi. Hermione mi faceva sentire il ragazzo più fortunato dell’intero castello, vedovo l’amore e la devozione nei suoi bellissimi occhi ogni volta che l’incrociavo.

Era lo stesso sentimento che avevo sempre visto negli occhi di Draco e Harry quando uno dei due guardava l’altro. Quell’amore che avevo invidiato e che ora avevo anch’io.

Venni riscosso dai miei pensieri quando la carrozza si fermò. Scesi prima io e aiutai Hermione.

Tenendola per mano ci avviammo lungo la strada principale del villaggio. La neve caduta da poco scricchiolava sotto le nostre scarpe e il sole invernale che brillava sopra di noi ci accompagnava durante la nostra passeggiata.

Ogni tanto incrociavamo qualche membro dei Cavalieri, li salutavamo e proseguivamo.

Come prima tappa entrammo da Mielandia dove trovammo Harry e Draco. Il morettino è sempre stato un grande goloso di dolci e doveva aver quasi esaurito la sua scorta mensile se si trovava nel negozio, che come sempre era affollato di studenti urlanti.

Harry sembrava scocciato di tutta quella confusione, Draco al suo fianco cercava di tenerlo calmo, mormorandogli qualcosa.

-Ciao ragazzi -, salutò Hermione, palesando la nostra presenza.

-Ciao George, Hermione -, salutò Draco sorridendoci. Harry fece un cenno col capo, prima di rivolgere un’occhiataccia ad un ragazzo di Gryffindor del quinto anno che provò a superarlo. -Scusatelo è a corto di zuccheri ed è intrattabile -.

Hermione sorrise tranquilla abituata agli sbalzi d’umore del nostro amico dopo tre anni di conoscenza.

-Signor Potter che piacere rivederla -, sorrise la signora dietro al bancone.

-Signora Montgomery -, disse Harry raggiungendo finalmente il bancone. -Sono venuto a ritirare la mia solita scorta di dolci e aggiunga anche un pacchetto di Piume di Zucchero che mi mangio ora -, disse.

La signora Motgomery annuì, prese il pacchetto di Piume di Zucchero dallo scaffale alle sue spalle prima di andare in magazzino e tornare con un grosso pacco pieno di dolci.

Harry pagò l’astronomica cifra senza batter ciglio, chiedendo gentilmente alla donna di rimpicciolire il pacco di dolci in modo che sia più maneggevole da trasportare.

-Buona giornata, signora Montgomery -, disse Harry infilando il pacco rimpicciolito nella tasca interna del mantello, allungando il pacchetto di Piume di Zucchero verso Hermione. -Evitiamo di stare qui un’altra ora -, aggiunse allo sguardo confuso di Hermione.

Uscimmo dal negozio e di comune accordo ci avviamo verso i Tre Manici di Scopa per bere una buona Burrobirra.

Entrarono nel pub, salutando Rosmerta, e si andarono a sedere ad un tavolino appartato in modo da poter parlare tranquillamente, un veloce incantesimo senza bacchetta da parte di Harry e nessuno poteva ascoltare la loro conversazione.

-Un mio…amico -, disse Harry, aggrottando la fronte. -È riuscito a mettere le mani sulle piantine di Azkaban. Con quelle potremmo fare un passo avanti nel nostro progetto di evasione -.

-Facciamo finta che credo a questo ipotetico amico -, disse Draco scoccando uno sguardo di rimprovero al fidanzato. -Sei davvero intenzionato a far evadere Pettigrew? -.

-Ne abbiamo già parlato. Ci serve per far tornare in vita Voldemort e mettere la parola fine a tutta questa storia una volta per tutte, Draco -, disse Harry con pazienza. -Ci serve per poter stare assieme in futuro. Per permettere a Fred e a Graham di non nascondersi. Per evitare che Hermione e altri maghi e streghe come lei rischino di morire solo per un fattore di sangue -.

-Va bene. Fai ciò che devi fare -, emise un sospiro Draco. -Stai solo attento, ok? Non voglio che ti capiti nulla di male -.

Harry gli sorrise, carezzandogli il volto, -Starò molto attento -, promise.

-Ora basta parlare di piani di evasione -, dissi intromettendomi nella discussione. -Siamo qui per rilassarci -.

-George ha ragione -, disse Hermione sorridendomi dolcemente. Mi allungai per baciarla.

Peccato che la nostra giornata di relax venne interrotta quando Neville comparve nel pub. Il nostro amico non veniva quasi mai giù al villaggio in quanto preferiva stare al castello con Luna, se era sceso voleva significare solo una cosa. Guai.

-Harry di alla tua ombra che qualsiasi cosa sia successa può aspettare -, disse Draco fulminando Neville con lo sguardo.

Harry si alzò in piedi, afferrò il compagno per i capelli e lo costrinse a inclinare la testa all’indietro, -Fai il bravo, cucciolo -, disse baciandolo prima di incamminarsi verso Neville.

Ancor prima di uscire dal locale Neville aveva iniziato a parlargli in modo conciato.

-Inizio a detestare Neville -, mugugnò Draco. -E anche Graham -, aggiunse infastidito. -Passa più tempo con quei due che con me! -.

Emisi un sospiro, passandomi una mano tra i capelli. Una bella giornata si era trasformata nel momento dei piagnistei di Draco sarebbe andato avanti per il resto della giornata lamentandosi di ogni mancanza da parte di Harry nei suoi confronti.

 

Harry Pov’s

 

Azkaban è esattamente come la ricordavo.

Detestavo quel posto e non vedevo l’ora di poterlo distruggere una volta per tutte.

Tonks cammina a passo sicuro verso l’ingresso della prigione. Io e Hermione, nascosti dall’incanto di disillusione, la seguiamo a qualche passo di distanza.

Samantha li stava attendendo nella guardiola, -Ho già lanciato l’incantesimo di sonno sul personale -, disse quando entrammo.

-Bisogna sistemare i Dissennatori -, dissi, sciogliendo l’incantesimo su me e Hermione. -A quello ci penso io. Abbiamo i minuti contati, dobbiamo agire in fretta. Hermione vai con Samantha a liberare Pettrigrew -, dissi alle due ragazze che con un cenno acconsentirono prima di allontanarsi lungo il corridoio e sparire dietro un angolo.

-Noi occupiamoci della cara signora Lestrange -, dissi rivolgendomi a Tonks. Ci incamminammo verso le celle di massima sicurezza, ma mano che procedevamo mettevo fuori combattimento i Dissennatori che erano sulla mia strada.

Arrivati all’ala di massima sicurezza addormentai la maggior parte dei detenuti eccetto Bellatrix.

Osservai quella pazza donna. La causa della morte del suo padrino.

-Ciao Bella -, salutai attirando la sua attenzione.

I selvaggi occhi color grigio piombo si posarono su di me, -Io so chi sei tu -, canticchio con quella voce infantile che tanto avevo detestato in passato. -Sei il piccolo bastardo mezzosangue dei Potter -.

Sorrido ferino, per niente turbato dalle sue parole come sarei stato in passato con un gesto della mano annullai gli incantesimi di sigillazione posti sulla porta, aprendola.

-Abbiamo bisogno che tu firmi un certo documento così da dare pieno accesso alle tue finanze a tua nipote, Tonks -, dico indicando la ragazza ferma sulla soglia della cella.

Tonks osservava con rabbia mal celata Bellatrix. I motivi di quella rabbia erano diversi e tutti molto validi.

Bellatrix aveva provato ad uccidere sua madre e suo padre quando si erano sposati e poi aveva provato ad uccidere lei quando aveva cinque anni perché nella sua mente malata aveva sporcato la linea pura della sua famiglia.

Bellatrix rise, -Non lo farò mai -.

Mi voltai verso Tonks, -Se non sei pronta a ciò che sto per fare, puoi allontanarti -.

Tonks incrociò il mio sguardo con uno impassibile, -Procedi -, disse con voce priva di qualsiasi tonalità.

Tornai a guardare Bellatrix, estraendo la propria bacchetta di riserva e puntandola contro la donna.

Non ebbi nemmeno la necessità di pronunciare la maledizione, bastò pensarla e poco dopo la folle Death Eaters urlava e si contorceva sul sudicio pavimento della sua cella.

Era stato estremamente facile usare la Cruciatus. Nella sua vecchia vita era riuscito ad usarla solamente due volte.

La prima volta contro la donna che ora urlava, senza successe purtroppo, mentre la seconda su Amycus Carrow riuscendoci.

Pensare ai Death Eaters Carrow mi fece tornare in mente le gemelle Carrow di Slytherin, che attualmente frequentavano Hogwarts.

Erano un anno più piccole di lui e nella sua linea di tempo avevano fatto parte del Lumaclub.

Le voci che giravano su di loro affermavano che fossero le figlie della relazione incestuosa tra i Carrow maggiori. Non si era mai saputo se era vero o meno e sinceramente la cosa non gli interessava, le gemelle avrebbero potuto essergli d’aiuto in futuro anche se erano troppo vicine ai bulletti capitanati da Pansy, sebbene loro non facessero parte attivamente dei loro scherzetti idioti, ma a ciò ci avrebbe pensato il prossimo anno…

Sciolsi la Maledizione su Bellatrix, che annaspò in cerca d’aria, gli occhi lacrimavano.

-Ora sei più propensa a firmare? -, domandai inginocchiandomi di fronte a lei, mettendogli davanti al volto il documento e una penna di sangue. -O devo farti assaggiare un altro po’ di Cruciatus? -

Bellatrix lo guardò con odio, prima di firmare il documento.

-E’ sempre un piacere, Bella -, dissi dandogli un buffetto sul volto e uscendo dalla cella, chiudendomi la porta alle spalle e riattivando gli incantesimi posti su di essa. Diedi a Tonks il documento, -Sei ufficialmente l’erede della famiglia Lestrange da questo momento. Tutto il patrimonio e le proprietà di appartengono, recupera la coppa di Hunflepuff -.

Tonks annuì semplicemente prendendo il documento, -Samantha e Hermione dovrebbero aver finito ormai -, disse semplicemente prima di fare il percorso inverso e tornare all’entrata della prigione dove trovarono le ragazze.

-Pettigrew? -, domandai verso Hermione.

-Scappato. La memoria alterata in modo tale che creda di aver fatto tutto da solo, nemmeno Voldemort potrà accorgersi del fatto che i ricordi sono falsi -, disse Hermione con un sorrisetto. -Le guardie crederanno che sia morto in una rissa scoppiata durante l’ora d’aria ed è ciò che riporteranno nei loro rapporti -.

Le sorrisi, -Torniamo a Hogwarts. Questo posto mi irrita -, disse afferrando l’amica e Smaterializzandosi.

 

Pov Neville

 

È l'ultimo giorno di scuola, la cena comincerà tra poco, sono seduto con Hermione al tavolo Gryffindor; Harry ha organizzato una festa dopo il coprifuoco nel nostro posto segreto come tutti gli anni, questo anno è stato l'ultimo per Evelyn e Steven, i mentori di Hermione ed Harry, lei sarebbe andata a lavorare per madama Poddifoot i fine settimana e studiare all'Accademia magica di arti drammatiche, lui invece sarebbe andato a studiare legge magica presso il ministero, certo avremmo potuto vedere Evelyn spesso a Hogsmeade ma una ROSA sala da tè non è proprio il mio posto preferito.

Harry aveva preparato un discorso speciale con l'aiuto di Hermione, sarebbe stata una sorpresa per tutti.

Oggi avevo distribuito le ultime copie del giornalino scolastico, Hermione, Luna ed alcuni Ravenclaw più grandi lo scrivevano insieme a me e oggi per la prima volta madama Pince ha fatto i complimenti a me, Luna ed Hermione chiedendoci se volevamo in futuro diventare giornalisti (l'unica ad aver risposto di sì è stata Luna, che è anche la prossima proprietaria del Cavillo quindi non c'è da stupirsi) ha detto che come squadra funzioniamo bene, noi tre ci occupiamo del settore sulle novità e iniziative della scuola, non cambia quasi mai niente ma ogni tanto i professori vogliono dare lezioni in più, di supporto, o promuovere club ed iniziative.

L'anno è stato perfetto anche se ancora mi chiedo come Tonks abbia convinto Bellatrix Lestrange a prenderla come erede ed a dargli accesso illimitato alla sua volta mentre lei è ad Azkaban, Harry ed Hermione aiutati dai gemelli e le due future Auror avevano inscenato la morte di Minus per farlo scappare… vorrei tanto sapere cosa è successo ma sono sicuro che non mi piacerebbe; sospiro, non vedo l'ora che questa cena finisca.

   
 
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