14° Capitolo
Happy Birthday!
Kaito
era disteso sul
dondolo, leggendo un libro sulla magia. Ancora una settimana e
l'estate sarebbe ufficialmente iniziata: le temperature si aggiravano
intorno ai venticinque gradi e c'era un venticello fresco. Era il
secondo giorno di riposo assoluto, non aveva toccato libri
scolastici, aperto articoli su Ladro Kid e non era ancora sceso nel
nascondiglio. Jii era andato a farsi una riposante vacanza alle terme
con alcuni pensionati.
Sul tavolino di paglia
c'era una bibita con cubetti di ghiaccio che sorseggiava per
rinfrescarsi. Si dondolava piano e sfogliava il libro pagina dopo
pagina.
<< Kaito! >>.
Si aggrappò allo
schienale per non cadere dallo spavento. Il visetto di Aoko spuntava
dalla siepe.
<< Mi hai fatto
venire un infarto! >>, disse, mettendosi seduto.
<< Non
potevi bussare come le persone normali alla porta d'ingresso?!
>>.
<< Sei un brontolone
noioso >>, si lamentò lei. << Sono venuta
per dirti che
domani è il tuo compleanno! >>.
Domani?
Era molto stanco, l'ultimo
anno era stato stressante e il suo compleanno era l'ultima cosa a cui
pensava. L'amica adorava festeggiare e non poteva toglierle quella
gioia.
<< Sono nato a
giugno, Aoko. Ciò significa che nessuno è mai venuto alle mie feste
perché in vacanza >>, disse ritornando al suo libro.
<< Lo so. Lo
festeggeremo insieme! >>.
<< Eh? >>, il
libro cadde sul prato.
<< Stavolta sarò io
a stupirti >>, rise lei.
Kaito non sapeva cosa
avesse in mente, sperava solo che non fosse una situazione ambigua.
Parigi era stata una dura prova e non ne aveva bisogno di altre.
<<
Ci sto. Stupiscimi! >>.
Saguru
era nel giardino
della villa, seduto sotto il porticato. Leggeva le pagine di cronaca,
era stato informato dell'ultimo furto di Ladro Kid. Strinse il tablet
tra le dita, consapevole che Kaito Kuroba l'aveva avuta vinta ancora.
Lui era stato a Parigi come Ladro Kid e per Saguru era una prova
inconfondibile della sua colpevolezza.
Il cellulare iniziò a
trillare e il nome di Aoko apparve sullo schermo.
Perfetto.
<< Pronto? >>.
<< Ciao Saguru! >>,
la voce della ragazza era allegra. << Come stanno andando
le
vacanze? >>.
<< Splendidamente.
Le tue vacanze francesi sono state piacevoli? >>, domandò
con
fare innocente.
<< Sono stata molto
bene >>, rispose Aoko. Ovviamente tralasciando la
parentesi
Kid. << Anche Kaito si è divertito molto!
>>.
<< Immagino >>.
<< Volevi chiederti
se hai impegni per domani sera >>.
<< Sono libero,
perché? >>.
<< Sarà il
compleanno di Kaito e gli sto organizzando una festa a sorpresa. Sai,
essere nato in un mese estivo rende sempre difficile pianificare
qualcosa >>.
<< Non mancherò >>.
Saguru non avrebbe potuto sperare di meglio per indagare un po'.
<< Sono molto
felice! Ti aspetto a casa mia per le venti! >>.
<< Sarò
puntualissimo >>.
<< A domani allora!
>>.
Il detective la salutò e
chiuse la chiamata. Un sorriso si allargò sul suo bel volto, un
altro passo verso la verità si sarebbe compiuto a breve.
Kaito
ronfava sotto le
coperte, le tapparelle abbassate per non far filtrare neanche il più
piccolo raggio di luce. Il cellulare sotto carica iniziò a vibrare e
Kaito aprì un occhio per controllare chi fosse.
Premette il tasto per
accettare la chiamata. << Mamma? >>.
<< Tanti auguri
tesoro! >>.
<< Sono le sette e
mezza. Sarebbe stato il mio compleanno anche tra tre ore
>>.
<< Qui è ora di
pranzo, Kaito >>. Chikage sedeva in un bistrò, una
rivista
aperta e del buon caffè freddo.
<< Grazie per gli
auguri >>, si appoggiò al cuscino, sbadigliando e
portando la
mano alla bocca.
<< Cosa ti sta
organizzando Aoko? >>.
<< Non ho idea. Le
ho detto di stupirmi >>.
<< Sono certa che lo
farà! Ora ti saluto, devo tornare alle mie faccende >>.
<< Sempre di fretta
>>, disse il figlio, un po' seccato.
Chikage ridacchiò. <<
A presto tesoro. Fa il bravo, mi raccomando, e non far esasperare
Aoko! >>.
Semmai è il contrario.
<< Come no... Ciao mamma >>.
Kaito spense il cellulare
e si ributtò sotto le coperte. Poi ci ripensò e chiuse anche la
porta a chiave, l'entusiasmo di Aoko non l'avrebbe fermata a
svegliarlo presto anche la mattina del suo compleanno.
La ragazza lo lasciò
dormire fino alle dieci, nel frattempo aveva iniziato a preparare le
pietanze per la festa. Era riuscita a contattare quasi tutti i loro
compagni di classe e aveva letteralmente cacciato suo padre fuori di
casa, chiedendogli di tornare il più tardi possibile. Seppur
infastidito aveva acconsentito.
Aoko bussò
insistentemente alla porta finché l'amico non le aprì.
<< Devo toglierti
quella dannata chiave d'emergenza >>, mugugnò.
<< Sono le dieci!
>>. Si avvicinò a lui e gli diede un bacio sulla guancia.
<<
Tantissimi auguri Kaito! >>.
Quel bacio ebbe lo stesso
effetto di un marchio rovente sulla pelle. Quella vicinanza
improvvisa lo stordì e il profumo dei capelli di Aoko gli fece
perdere la ragione per un attimo. Riuscì a mantenere l'autocontrollo
ma ci era mancato veramente poco che crollasse.
<< Oggi alle venti
ti aspetto nel mio salotto >>. Sprizzava entusiasmo da
tutte le
parti.
<< Devo
preoccuparmi? Finirò avvelenato dal cibo? >>, scherzò,
rovistando nell'armadio in cerca di abiti sportivi.
<< Simpatico >>,
mise su un finto muso che durò poco. << Vai a correre?
>>.
<< Sì, tornerò per
l'ora di pranzo >>.
<< Mi dispiace ma
oggi dovrai arrangiarti. Non puoi mettere piede a casa fino
all'orario concordato >>.
Kaito pensò, vista la
poca bravura in cucina di Aoko, non era poi così male. Evitò di
dirlo o si sarebbe beccato un livido. << Me la caverò!
>>.
Aoko aveva chiesto a Keiko
di darle una mano. L'amica era molto brava nel preparare i dolci, era
famosa per i biscotti alle mandorle e la torta doppio strato al
cioccolato. Le aveva chiesto proprio questa, Kaito adorava qualsiasi
cosa avesse doppio cioccolato.
<< La pasta di
zucchero va lavorata molto >>, Keiko le mostrò come fare.
<<
In questo modo sarà possibile modellarla e non si rovinerà
>>.
<< Come sei brava
>>, l'ammirò l'amica. << Io sono un
disastro >>.
La sua pasta di zucchero era tutti a buchi.
<< Ci vuole solo un
po' di pratica >>, la incoraggiò. << Fai
questi
movimenti e vedrai che uscirà perfetta! >>.
All'ora di pranzo
l'ispettore rientrò nell'abitazione. Nell'aria c'era un dolce
profumo e la cucina era appiccicosa di zucchero. Aoko aveva i capelli
disordinati e una macchia di farina sulla guancia destra.
<< Spero che domani
sarà tutto in ordine >>.
Aoko gli servì in fretta
il pasto e ritornò a decorare la torta con Keiko. Le fece vedere
come usare la sac a poche per fare le decorazioni e Aoko ci mise
tutta se stessa per riuscirci. Si ripromise di offrire all'amica una
grande coppa di gelato per ringraziarla.
La ragazza non sapeva
perché ci tenesse così tanto: voleva che fosse felice, ogni
compleanno era lo stesso ma quell'anno sentiva che c'era altro. La
risposta era sempre lì, nell'angolo della sua mente, e lei non era
ancora pronto per interrogarla.
<< Cosa ti metterai?
>>. Keiko stava infornando alcuni salatini.
Non rispose, continuò ad
impastare della pasta sfoglia.
<< Aoko? >>.
<< Ecco... Ho
comprato un vestito ieri >>.
<< Posso vederlo?
Anzi, devo vederlo >>, si corresse in fretta.
Salirono nella camera da
letto e Aoko aprì la sacca con il vestito.
Keiko rimase a bocca
aperta. << È
meraviglioso >>.
<< Forse è
troppo... >>.
<< Stai scherzando?
Lo lascerai a bocca aperta! >>.
Non lo disse a Keiko ma
era proprio quello che voleva, anche se era difficile ammetterlo. Lo
ripose nell'armadio, timidamente, e cercando un briciolo di autostima
da qualche parte per sentirsi, almeno una volta, bellissima.
Akako
suonò al campanello
dei Nakamori. Indossava un corto abito nero scollato sulla schiena e
tacchi dalla suola rossa, i capelli sciolti che scendevano sulle
spalle e il petto.
Aoko le aprì e la guidò
fino alla cucina. Le grandi ante della portafinestra erano coperte
dalle tende per evitare che Kaito notasse la gente che si accumulava
in salotto. Poco dopo arrivò anche Saguru e Aoko provò una
sensazione strana, come di avvertimento.
Il ragazzo si stava
vestendo per andare all'appuntamento, totalmente ignaro. Finì di
abbottonare la camicia, prese le chiavi e un minuto dopo era a casa
sua. Aoko gli aprì la porta e Kaito non riuscì a muoversi.
Il vestito di Aoko era
sopra il ginocchio, di un bianco candido. Il corpetto era rigido, con
la scollatura non eccessiva come quella di Akako, dei cristalli blu
impreziosivano lo scollo. Aveva osato tacchi più alti del consueto,
blu come la decorazione. La gonna in tulle ricordava il tutù di una
ballerina. Le spalle coperte solo dai capelli lasciati sciolti,
qualche boccolo ai lati. Il bracciale era bianco come il vestito, con
le iniziali della ragazza incise sopra. Gliel'aveva regalato il papà
per Natale e lo indossava solo nelle occasioni speciali.
Aoko era sempre stata
bella, anche se inconsapevole: quella sera era splendida. Lo sguardo
timido e le guance rosse per l'imbarazzo completavano la perfezione.
<< Sei... bellissima
stasera >>, osò un complimento.
L'apprezzamento la
inchiodò sul posto, non riusciva a guardarlo. <<
Grazie...
Vieni >>.
Il corridoio era buio e lo
guidò fino al salotto. Accese la luce.
<< Sorpresa! >>.
Le stelle filanti
esplosero e Kaito non riuscì a crederci, aveva organizzato una festa
con i suoi compagni solo per lui. Ci era cascato in pieno.
<< Auguri amico! >>,
disse Yosai, un compagno di classe.
<< Tantissimi auguri
Kaito! >>, continuò Keiko.
<< I miei migliori
auguri >>. Akako si avvicinò al ragazzo con un gran
sorriso. I
suoi poteri l'avvertirono che il ragazzo aveva solo occhi per Aoko,
digrignò i denti, scontenta.
<< Buon compleanno
>>.
Saguru si avvicinò al
compagno di scuola e gli strinse la mano.
<< Grazie Saguru >>,
rispose lui. Si guardarono per qualche secondo e poi gli lasciare
andare la mano.
La festa iniziò a
scorrere tra cibo, musica e bevande. Kaito fece un paio di giochi di
prestigio elementari per intrattenere gli ospiti e aprì qualche
regalo. Pensò che era una persona strana: essere un mago significava
stare al centro dell'attenzione, aveva milioni di fan nel mondo come
Ladro Kid ma, accidenti, quanto detestava gli occhi puntati mentre
scartava i regali o spegneva le candeline. Aoko aveva disposto il
buffet all'interno però il giardino era disposizione di tutti, aveva
acceso anche le luci una volta che il buio era calato. Insieme a
Keiko aveva messo alcune decorazioni nella siepe e nelle aiuole.
Saguru si intratteneva con
Akako a parlare, la ragazza aveva un fascino disarmante. Con la scusa
di prendere da bere rientrò dentro e beccò finalmente Kaito da
solo.
<< Aoko mi ha detto
che vi siete divertiti a Parigi >>.
Kaito intuì subito le
intenzioni del detective. << Moltissimo >>.
<< Tu hai un'immensa
fortuna >>.
<< Che vuoi dire?
>>.
<< Vai a trascorrere
una settimana in Francia e chi decide di fare uno dei suoi magnifici
show di magia? Ladro Kid >>.
Il ragazzo gli restituì
un'occhiata tra l'amichevole e il provocatorio. << Hai
ragione: sono molto fortunato >>.
<< Non conto molto
sulla fortuna >>, lo fissò. << Può
esaurirsi in fretta
>>.
Per un secondo furono il
detective e il ladro a scontrarsi con gli sguardi. Kaito sapeva che i
sospetti di Saguru erano fondati e non lo poteva arrestare solo
perché non aveva le prove. E Saguru era conoscenza, ormai, di ogni
dettaglio della vita di Kaito Kuroba e voleva che si sentisse sotto
pressione.
<< Ehi voi due! >>,
Akako li interruppe. << Festeggiato, è l'ora della torta!
>>.
Quell'intermezzo si spaccò
e i due ritornarono alla festa. Aoko tirò fuori la torta dal frigo e
Kaito capì subito che non c'era solo il suo zampino: la pasta di
zucchero era stesa troppo bene e le decorazioni con la panna non
erano tutta farina del suo sacco. Le fu grato dell'impegno, quella
torta bianca con le decorazioni di carte colorate, cilindri e colombe
dovevano esserle costate ore di lavoro. Guardò Keiko, era ovvio che
l'aveva aiutata lei.
Aoko accese le diciassette
candeline e cantarono tanti auguri, i trenta secondi più
imbarazzanti della festa. Le spense tutte e gli invitati
applaudirono. Keiko tirò fuori la macchina fotografica.
Akane, la fotografa più
brava della classe, disse ad Aoko di mettersi vicino a Kaito per una
foto
<< Un po' più
vicino... >>, facendole segno di spostarsi verso destra.
In
verità voleva farli avvicinare per rendere la foto più romantica.
Aoko,
totalmente in imbarazzo, si avvicinò a Kaito e le passò un braccio
intorno la vita per stringersi nell'inquadratura. Quella posizione
ebbe uno strano effetto su Aoko, un altro déjà-vu. Akane programmò
l'autoscatto e fecero una foto tutti insieme.
A torta finita, Kaito si
complimentò con l'amica
<< Non ci credi se
ti dico che l'ho fatta da sola >>.
Kaito scosse la testa e
scoppiò a ridere.
<< Lo immaginavo >>,
si unì alla risata. << L'importante è che ti sia piaciuta
>>.
<< Mi hai stupito.
Se non fosse stato per te, avrei passato questa giornata con una Mr.
Pepper e uno spettacolo di magia in TV >>.
Keiko, Akane e un'altra
compagna, Sumi, cambiarono la traccia audio pop per mettere un lento.
Aoko guardò la fonte del brutto tiro, le tre fecero spallucce e ci
mancava poco che spuntasse l'aureola da angioletti
Kaito non riuscì a
resistere e le porse la mano. << Posso chiederle un
ballo,
mademoiselle? >>.
<< Certo, monsieur!
>>.
La portò sulla pista da
ballo, le fece fare una giravolta e iniziarono a ballare sul posto.
Le tre compagne si guardarono, soddisfatte del piano riuscito.
Aoko cercava di
contenersi, il cuore le stava per schizzare fuori dal petto. Ma
niente era paragonabile a quello che stava provando Kaito, stava per
cedere la sua poker face, la sua sicurezza, il suo autocontrollo.
Solo Aoko aveva questo potere su di lui.
<< Grazie >>,
le sussurrò.
<< Volevo solo che
tu fossi felice >>.
Kaito si disse che non
doveva, non poteva permettersi un altro sbaglio. Lui era Ladro Kid,
Aoko lo odiava. Come poteva permettersi di amarla, di stare con lei e
tenere la sua doppia vita? Come poteva mettere a repentaglio la sua
esistenza, come già era successo?
Le fece fare una piroetta,
stranamente Aoko non gli aveva ancora pestato i piedi. Appoggiò il
viso sulla spalla di Kaito. Il profumo del ragazzo era la sensazione
familiare e di sicurezza che la faceva stare bene. La risposta era
lì, che scalciava nella sua testa per essere ascoltata. Perché si
ostinava a non prestarle attenzione? L'istinto le diceva di non
farlo.
Kaito accarezzò i capelli
di Aoko, strinse il braccio intorno alla vita per avvicinarla a sé.
La mano destra era intrecciata alla sua.
No! Non posso essere
egoista, non di nuovo!
La canzone sfumò
lentamente verso la fine e la traccia successiva fu un pezzo rock. I
due rimasero immobili sulla pista immaginaria, sotto lo sguardo dei
presenti.
<< Aoko... >>.
<< Sì? >>.
Ormai respirava a malapena.
<< Io... Anch'io
vorrei che tu fossi sempre felice >>.
Non ce l'aveva fatta. Non
dirle che l'amava era il più grande atto d'amore nei suoi confronti.
Se disgraziatamente avessero scoperto la sua identità, i nemici
avrebbero potuto puntare ad Aoko e farle del male. Lei non doveva
pagare per le sue scelte, la ingannava ogni giorno e solo per questo
meritava di tenersi la sofferenza che provava.
Aoko annuì un po' delusa,
ma comunque contenta per la frase. Sciolsero l'abbraccio e il ballo
finì.
L'umore di Kaito calò a
picco e desiderò solo che la festa finisse per restare solo con il
suo malumore. Pian piano gli invitati cominciarono ad andarsene.
<< È
stata una bella festa >>, disse Keiko.
<< Mi sono divertita
anch'io >>, aggiunse Akako. Vederlo tirarsi indietro nel
confessare i sentimenti ad Aoko aveva riacceso la speranza di
conquistare il cuore del ladro del secolo, anche se cominciava a non
dispiacergli la presenza di Saguru.
<< Ci rivedremo
presto >>, disse Saguru.
Kaito contraccambiò il
tono provocatorio con un sorriso di sfida. << Puoi
contarci >>.
Aoko salutò l'ultimo
invitato e chiuse la porta, restando sola con lui.
<< Sono distrutta
>>, confessò, sospirando.
<< Dai, ti do una
mano >>.
<< Pulirò domani
>>, si ricordò di una cosa. << Devo ancora
darti il tuo
regalo! Ce l'ho in camera, aspettami sul vecchio dondolo in giardino!
>>.
Salì in fretta al piano
di sopra e Kaito le obbedì. Fissava il cielo stellato, oscillando
dolcemente, ripensando a quei minuti stretto a lei.
Potrebbe essere sempre
così, se lo volessi.
Dopo aver baciato Aoko
come Ladro Kid si era reso conto sempre più della difficoltà della
missione. L'assassinio di suo padre era un tarlo, un'ossessione,
voleva vedere le persone che l'avevano ucciso dietro le sbarre per
tutta la loro vita. Pandora doveva essere distrutta.
Ma Pandora esiste?
Si era chiesto se Pandora
esistesse davvero, se non fosse solo una vecchia leggenda presa
troppo sul serio. Voleva crederci anche perché, in caso contrario,
Toichi era morto inutilmente e un bambino era rimasto orfano per una
storiella. Si disse che una volta trovata Pandora avrebbe rispeso la
sua vita, avrebbe potuto confessare ad Aoko i suoi sentimenti e stare
con lei. E se ci mettessi
anni?
Aoko era bellissima, dolce. Un altro
sarebbe arrivato prima di lui e gliela avrebbe portata via. Il solo
pensiero gli provocò una fitta di dolore. Un qualunque belloccio di
buon carattere l'avrebbe fatta cadere ai suoi piedi e lui sarebbe
rimasto a guardare?
<< Di nuovo buon
compleanno! >>.
Aoko gli tese una busta
colorata, Kaito la prese e lei si sedette al suo fianco. La ragazza
si accorse che portava al polso il souvenir che gli aveva comprato a
Parigi e sorridere fu spontaneo.
Kaito ne estrasse un mazzo
di carte, era piuttosto datato. Lo guardò perplesso finché non notò
una scritta sulla prima carta. Sgranò gli occhi.
<< Tu sei matta!
Questo è... >>, non riusciva a parlare dall'emozione.
<<
Come l'hai trovato?! >>.
<< Papà ha delle
conoscenze, che a sua volta hanno delle conoscenze... >>,
rimase
vaga lei, ridendo della sua reazione scioccata.
<< Aoko deve esserti
costato un mucchio di soldi! Questo è un mazzo autentico autografato
da Harry Houdini! >>.
<< Molto meno di
quanto tu creda. Te l'ho detto, conoscenze su conoscenze
>>.
La frase di Chikage di
quella mattina aveva un senso. Dovevano essere sue, tutte quelle
conoscenze misteriose.
<< Non potevi farmi
regalo più bello. Questo mazzo è stato usato dal più grande mago
di tutti i secoli! >>.
<< Quando sarai un
grande mago anche tu spero ti porti tanta fortuna >>.
Kaito l'abbracciò in un
empito di felicità, era uno dei regali più belli che avesse mai
ricevuto. Solo chi lo conosceva nel profondo poteva sapere che
avrebbe gioito per un vecchio mazzo di carte con una scritta. Aoko lo
strinse, chiudendo gli occhi, e desiderando che durasse a lungo.
Kaito avvolgeva il busto di Aoko e lei gli cingeva le spalle,
guardandosi intensamente.
Potrebbe essere sempre
così, se lo volessi.
Ma Pandora esiste?
E se ci mettessi anni?
Quelle domande
rimbombarono nella testa, quasi a dirgli prendere una decisione ora,
in quel frangente.
<< Grazie >>.
<< Di niente... >>.
Era in preda a mille emozioni che si mescolava insieme. Kaito aveva
un fascino innato, in ogni cosa che faceva e ne era consapevole,
anche quando non faceva niente. Aoko avrebbe giurato di vedere
tantissime ragazze guardarlo per i corridoi e udirne i complimenti. A
San Valentino aveva ricevuto montagne di cioccolata.
Kaito le accarezzò la
schiena e prese un profondo respiro, pronto a dirle quello che
provava. << Aoko io ti... >>.
<< Uh uh >>.
Il tossicchiare ebbe lo
stesso effetto di una secchiata d'acqua gelida.
L'ispettore Nakamori era
in piedi in mezzo al salotto, non l'avevano sentito entrare. Aoko
aveva voglia di piangere, sia per l'imbarazzo, sia per l'occasione
sfuggita. Kaito lasciò immediatamente la mano di lei e prese le
giuste distanze.
<< Auguri, anche se
in ritardo >>.
<< Grazie ispettore
>>. Kaito si alzò dal dondolo. << Credo sia
meglio che
vada a casa >>.
<< Lo credo anch'io
>>, concordò il signor Nakamori. <<
Buonanotte >>.
<< Noi ci vediamo
>>, disse Aoko, riacquistando un minimo di controllo.
<< Sicuro, a presto
>>.
Padre e figlia rimasero
soli.
Aoko fece finta di
sbadigliare, voleva solo fuggire nella sua stanza. << Che
sonno... Andrò a dormire. Buonanotte papà! >>.
<< Aoko >>.
La figlia si fermò sulla
soglia. Si girò a guardarlo. << Dimmi >>.
Nakamori rivolgeva lo
sguardo al muro. << Kaito è un bravo ragazzo
>>.
Altra secchiata d'acqua
gelida, quella serata era piena di sorprese. << Lo penso
anch'io >>.
Kaito
andò in cucina a
prendersi un bicchiere d'acqua e lo vuotò in un secondo, poi ne
prese un altro, aveva la bocca completamente secca. Sbatté il
bicchiere sul bancone per la frustrazione e salì velocemente in
camera.
Il ritratto del padre lo
fissava e Kaito lo girò per scendere nella stanza segreta. Guardò
gli attrezzi, le carte, la macchina. Era Ladro Kid da un anno ed era
sempre più difficile scegliere tra Aoko e la sua missione, tra
l'odio e l'amore.
Avrebbe mai smesso, un
giorno, di essere Kid
<< Papà cosa devo
fare? >>.
Il jukebox si attivò e
mise un disco. Kaito non poteva chiedere di meglio della rassicurante
voce del padre, in quella profonda crisi interiore.
<< Buon compleanno
Kaito >>, iniziò il disco. << Oggi compi 17
anni e in
poco tempo sarai adulto. Questa è la fase in cui decidi tu cosa
essere e cosa diventerai. Ricordati sempre che la vita è fatta di
scelte e tutte comportano una conseguenza. Ma ricordati anche che una
scelta non significa necessariamente giusto o sbagliato: può essere
entrambe. Come mago inganni il pubblico e lo stupisci allo stesso
tempo. Non rinunciare mai all'amicizia e all'amore, sono due pilastri
fondamentali della vita.
Se desideri davvero
qualcosa, se porti a fondo una scelta perché vuoi ottenere qualcosa
allora la porterai a termine. Sii sempre sicuro di te stesso, della
tua persona e delle tue capacità. Tanti auguri figliolo
>>.
Il disco finì e ritornò
al suo posto. Kaito non si era perso una sola parola di quel
discorso, come se lo avesse lì, nel nascondiglio. L'armadio con
l'abito di Ladro Kid salì e lo fissò.
Kaito annuì, deciso. <<
Hai ragione papà. Io sono Ladro Kid! Ora ho un motivo in più per
portare a termine la mia missione! >>.
Aoko troverò Pandora e
ti confesserò i miei sentimenti! È una promessa.
“Capo,
la nostra
fonte inconsapevole ci ha fornito dati importanti per la nostra
ricerca. La nostra fonte all'interno delle forze di polizia ci ha
detto che Ladro Kid pare essersi preso una breve pausa. Un
particolare gioiello arriverà in città e sicuramente vorrà
rubarlo. Le ho inviato un file contenente una strategia, la password
la conosce. Attendo ordini”
Il personaggio in ombra
aprì il file e lo lesse attentamente. Si lasciò sfuggire una risata
e poi scrisse una sola parola in risposta.
“Procedete”
Angolo autrice!
Salve
lettori!
In questo capitolo il
nostro mago ha avuto un attimo (ma giusto un attimo eh) di incertezza
se continuare ad essere o no Ladro Kid! La trama del prossimo
capitolo sarà divisa in due parti :)
Shinici e Ran amore:
grazie come sempre per le tue recensioni e i complimenti!
A presto :D