Film > The Avengers
Ricorda la storia  |      
Autore: Romanova    27/06/2017    0 recensioni
Wanda e Visione, il loro incontro, il loro rapporto e come può essersi sviluppato,nei momenti che non ci han fatto vedere, e in quelli che potrebbero venire nel futuro di questi due personaggi.
Spero vi piaccia, è pura improvvisazione.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Visione, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Wanda studiò Visione, curiosa.
“Tu dormi?”gli domandò telepaticamente.
Era un privilegio per lei, nella prigionia della Torre,aver sviluppato una comunicazione tanto privilegiata con una creatura tanto avanzata sia psicologicamente che fisicamente rispetto agli umani, la sentiva più vicina a sé, nonostante ci fossero molti contesti in cui si rivelava in realtà sorpresa dalla sua straordinaria forza fisica o ingenuità davanti ai più semplici contesti di vita umana.
Lui non aveva avuto il privilegio di fare esperienze, e di capire come funzionano alcuni meccanismi organici tipici della specie di Wanda, ma aveva funzioni che le rispecchiavano.
Si era soffermata a osservarlo con il mento appoggiato alla mano,da sopra la spalliera del divano dal colore improponibile del salotto di IronMan, del piano riservatole alla Tower.
“Forse, non so come sia il dormire umano” rispose Vision” mi capita, talvolta, di sentire la necessità di abbassare il livello di tensione fisica tramite riposo”.
“Si chiama sonno,allora dormi” disse la ragazza” fai dei sogni?”
“Mentre ti parlo? Anche” spiegò” e tu sogni mai?”
“Io parlo,sogno,levito...” nella stanza non si sarebbe sentito nemmeno il sommesso risolino nella mente del'androide e le labbra della sokoviana, rosa e delicate, erano increspate solamente.
“Sembra impegnativo”.
“Per il cervello? Si”ribattè lei e gli sfregò un dito sul naso di materia sintetica causandogli la comparsa involontaria di una smorfia.
Ricordava come si erano rapportati sin dall'inizio.
Un modo diverso da quello in cui aveva costruito un rapporto con Clint, o con suo fratello o addirittura con Steve: era una situazione intima e privata, in cui doveva muoversi piuttosto cautamente per non perdersi.
Si era decisa a parlargli un giorno, rivolgendogli un tentativo di sorriso e la sua prima curiosità: perchè era rimasto in quella torre,quando non aveva alcun vincolo con loro?

Gli occhi chiari dell'essere sovrannaturale l'avevano studiata a lungo, senza nessun filtro emotivo o studio di una espressione particolare per dar risalto alle proprie parole come spesso gli umani facevano:”Perchè mi incuriosisci, in quanto similare a me, e le creature simili stanno vicine”.
Il primo impulso della venticinquenne era stato di ridere.
Simili? Poi aveva riflettuto , mordendosi il labbro: derivavano da una sola sorgente, erano fratelli i loro poteri e le loro capacità che avevano deciso coerentemnte di mettere al servizio del mondo e dell'equilibrio universale.
Vicini.
Simili.
Suonava ancora come famiglia, di casa, di qualcosa di semplice e pulito, che poi era la migliore descrizionedel nuovo acquisto della squadra.
“Pensi siamo simili per i nostri poteri?”
“Per la bontà con cui,nonostante tutto, tendiamo irrefutabilmente a concepire il mondo e i rapporti con gli altri”.
“Mi son sempre reputata piuttosto vendicativa, in realtà, e manipolatrice”.
Dirlo,facendo la somma di dove era arrivata per vendicarsi di Iron Man, le venne piuttosto facile, per quanto non le rendeva certo onore.

Era giusto, e lei ora era in quella città per fare la cosa giusta.
Vision le scostò una ciocca di capelli dal viso e la mora chiuse gli occhi deglutendo rapidamente,sorpresa dalla delicatezza dell'azione.
Sorrise, quando la mano di lui si soffermò sulla sua guancia.
“Perché tu non hai paura?”gli domandò.
In quel momento il vendicatore non avrebbe avuto nulla da rispondere, ma avrebbe capito molti giorni dopo come mai non poteva avere paura di Wanda.
Aveva passato molto col suo nome a risuonargli nella mente come il piacevole rintocco delle campane a festa, curioso semplicemente di poterla guardare.
Lei non temeva lui, era prudente, diffidente, ma non impaurita dal suo aspetto imponente e non era impaurita dal viola intenso della sua epidermide.
Una mattina di un mercoledì particolarmente intenso , era rientrata al grattacielo col volto coperto di lacrime e l'aveva abbracciato, piangendo sul suo petto.
Per la prima volta,Visione recepì il lato negativo della discordia umana, insita in ogni creatura di quella specie e quello della sofferenza.
Nonostante non sapesse come si doveva agire per consuetudine in quella situazione, provò goffamente a metterle il proprio mantello sulle spalle,che si adattò alla ragazza diventando molto caldo.
“Non so perchè, mi dispiace” la udì...scusarsi,dicevano così gli umani?”mi dispiace, sei l'unico a cui abbia mai detto qualcosa e che mi capisca, bene o male, mi scuso...”

“Cosa è avvenuto?”.
La linearità e la logicità di Visione le urgevano come un balsamo su una ferita .
Mostrò la sentenza del tribunale.
“Pericolosa” , “violenza”, “reclusione”, “minaccia” erano le parole che capeggiavano sulla carta.
“Cosa cambia?”domandò” perché non sono più io? Parlo come prima, cammino come prima, vedo come prima... Perchè questo “mosse una mano creando energia rossastra”perchè mi rende diversa? Perchè posso controllarli? Non si fidano di me?”.
Era scossa, tremava e le sue labbra di norma rosacee erano tirate su una tonalità livida.
Lui misurò le parole.

“Penso che sia difficile accettare di poter pensare che un giorno, ci sia qualcuno in grado potenzialmente di togliere loro la volontà, la volontà è ciò che fa di un uomo un uomo libero”.
Poche frasi, ben scandite e con una buona sostanza.
Da quel momento erano diventati l'uno la compagnia dell'altra, il motivo per alzarsi quotidianamente, il motivo per apprendere,allenarsi,migliorarsi, avere un contatto.
Il successivo periodo era stato creato sulla base di sfiorarsi casuali di mani, domande improvvisate, gente che isolava Visione per la sua curiosità e incapacità di concepire informazioni senza dovuta spiegazione se non erano particolari concetti etici, i pomeriggi sul divano e lui che la ascoltava pazientemente cantare -non sapeva se fosse una musica popolare sulla Terra,ma di certo alle sue orecchie risultava gradevole e non sapeva se fosse la musica, ma di certo lui la amava-.
Non era una storia convenzionale, quella che si stava scrivendo lì: c'era tanto silenzio, pregno di comunicazione che agli altri vendicatori sfuggiva, gli sguardi di sottecchi e un sorriso gentile abbozzato saltuariamente.
Come era facile dimenticarsi che Wanda era parte della squadra, seppur nuova, era facile dimenticarsi che Visione fosse vivo e con necessità e consuetudini comportamentali e comunicative particolari.
Era molto difficoltoso parlare.
Wanda gli procurò i primi vestiti umani, come li chiamava lei ridendo divertita, era un gioco il “vestirlo da conduttore di talk show”.
Vision indossò il primo cardigan senza dare particolari problemi se non per la taglia,data la sua altezza e la sua totale assenza di nozioni sui capi di abbigliamento.
Wanda gli disse di chinarsi verso di lei, in modo da aggiustarglielo addosso e così fece.
Si scambiarono uno sguardo fugace. Risero.
Fu liberatorio.
A Wanda piaceva il contatto fisico, Visione non aveva mai avuto regole di nessun tipo se non il poco imposto dai residui di Jarvis nella sua memoria e lo stava imparando.
Wanda era delicata, e questo gli piaceva.
Essere soli diventava meno difficile con qualcuno che era solo quanto te.

Il primo bacio fu accompagnato solo dal cadere dei fogli della sentenza sul pavimento e Visione si staccò quasi subito.
“Tu sei capace di annullare qualsiasi cosa io pensi, qualsiasi concetto io formuli con questo gesto”aveva mormorato guardandola negli occhi”che cos'è?”
Wanda non aveva risposto, erano sorti e tramontati molti soli nel cielo della Terra.
Ormai erano ad Edimburgo, lei gli aveva spezzato il cuore, tradendolo e lui non sapeva assolutamente come conciliare rabbia,delusione,disorientamento e neppure il fatto che tutto sparì quando la vide di nuovo.
La felicità era cogliere un fiore sul ciglio di una scogliera.
Stesi su un divano e lui, lui non sapeva come toccare una donna, e Wanda non sapeva come toccare un uomo che non fosse suo fratello.
Visione però aveva assecondato gli impulsi biologici di Scarlett Witch, lasciando che si sedesse su di lui, completamente nuda.
Aveva la pelle colorata di rosa, era così bella che pareva illusoria e lo stesso per lui,privato dell'usuale color porpora.
Forse lo era.
Sentì le mani dell'androide scorrere sul suo corpo, bollenti sulla pelle tesa e calda, sospirò a occhi chiusi quando sfiorò i capezzoli turgidi.
Giocava come un bambino,completamente innocente, non avrebbe probabilmente capito mai nulla di cosa fosse il sesso, però andando avanti a quella velocità le avrebbe provocato una crisi isterica.
“Chiudi gli occhi” gli aveva suggerito” chiudi gli occhi e disconnetti tutto quello che pensi di dovere, e deve essere solo quello che vuoi da me,a guidarti”.
Sorrideva, gli aveva baciato la mano.
Che bella che era, era così la bellezza? Un elemento della propria vita così puro, così sacro, così gentile da far fiorire tutto il resto del cosmo?
Decise di provare.
Le strinse le cosce sode, le baciò la pancia: non avrebbe mai avuto idea dei meccanismi riproduttivi legati al sesso, all'atto in sé e nemmeno di quelli culturali, ma per lei era importante, per l'unica persona con cui poteva condividere qualcosa,anche di un'altra specie, ma poteva capire, lui avrebbe capito quello e perchè sentiva così tanto bisogno di non lasciarla,di essere più a contatto, più dentro di lei.
Seguì quell'impulso e la penetrò sentendola gridare, nonostante fosse bagnata e ascoltò i suoi movimenti erratici , i suoi scatti, il fiato che si accorciava -lui non respirava, lei era così viva, così sangue e carne e vita pulsante,umida di umori e palpitante, sopra e attorno a lui – sentiva chiamare il suo nome e la incitò ad andare oltre.
Sgranò gli occhi quando la sentì immergersi nella sua mente, quando la sentì premersi su di lui con maggiore urgenza, si accorse che il corpo seguiva i movimenti di Wanda, che era preda della fame.
Invertì le loro posizioni e le sollevò le gambe spingendosi più a fondo nel suo corpo, pù a fondo nella sua mente, nelle sue sensazioni amplificate.
Si scoprì avido in quel momento, e le mani di lei lo strinsero sulla schiena, come chele che lo costringevano insieme alle gambe, in lei.
La fece gridare mentre soffocava quel suono nella bocca baciandola non precisamente conscio della propria forza, le leccò il sangue colato dal lato del suo labbro.
Aveva i capelli chiari sparpagliati attorno al capo, sorrideva, quando finì tutto e gli chiese di restare un istante dentro di lei.
Si sfilò con un suono umido che forse dovevano produrre solo i corpi di carne, i corpi vivi.
Lui era vivo?
Non lo sapeva, ma ora sapeva che potevano condividere qualcosa di diverso e più profondo del mondo intero, che violava le regole dell'universo, probabilmente.
Lui era nato da un atto di male, lui era parte del male, lei si riteneva ugualmente su un bivio:umana, non umana? Mutante? Cosa significava essere un mutante.
Diverso
Si accontentò di chiudere gli occhi, con lei addosso dal respiro di gatto, innaturalmente profondo.
“Dormi?”la sentì domandare.
“Solo con te”.
Era vero.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Romanova