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Autore: Nephrite ekips    28/06/2017    1 recensioni
Fin da bambina ero una grande fan di questa coppia, e siccome nel contesto originale non hanno avuto il loro lieto fine ho voluto scriverlo per loro.
Premetto che non sono una scrittrice professionista, è la mia prima storia, dunque non mi insultate perché potrei piangere tantissimo. (xD ovviamente sono ironica)
Spero gradiate la mia storia e spero di non aver fatto troppi errori grammaticali. (E' stata scritta in tarda notte quando le persone normali dormono).
Ci terrei comunque a sapere tramite recensioni o messaggi se quantomeno la storia sia interessante o se vi stia coinvolgendo. Grazie mille e buona lettura.
Un ringraziamento particolare va a Medea Astra che mi ha sempre incoraggiata a scrivere, e che sempre mi ha sostenuta per ogni cosa, questa storia è dedicata a te.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naru/Nina, Shitennou/Generali
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più serie
Capitoli:
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Dieci mesi dopo, un solo messaggio, fantastico!
Questi mesi erano stati davvero difficili, dunque li dividerò per note:
Note positive: Avevo iniziato il terzo anno all’università, procedeva tutto benissimo, e studiavo come una furia.
Io e Bunny ci eravamo unite ancora di più visto il periodo difficile che entrambe stavamo affrontando.
Ero riuscita a ricavarmi anche un po’ di tempo per dedicarmi ai miei hobbie, infatti, di tanto in tanto giochicchiavo con Ryu.
 
Note negative: Nei mesi precedenti era praticamente successo l’inferno! La povera Bunny e le ragazze si erano trovate a dover affrontare un nuovo nemico, e per poco non abbiamo rischiato di finire tutti all’altro mondo.
 
Fortunatamente però le nostre Sailor avevano sconfitto il nemico e avevano ristabilito la pace.
Marzio era tornato sano e salvo, e da lì a poco avrebbero fissato la data per il matrimonio, non lo aveva fatto subito perché desiderava fortemente il ritorno dei generali, e tra l’altro due, erano i suoi testimoni.
Lei era così emozionata e anch'io lo ero per lei.
Era il giorno del mio ventesimo compleanno, percepivo l'entusiasmo di tutti nell'aria, tranne che il mio, e purtroppo sapevo che sarei stata costretta ad acconsentire a ogni assurda proposta fattami da mia madre e da quella matta di Bunny.
Avevano organizzato una festa in grande, e avrei dovuto accettare che volessi o no.
Capivo il loro entusiasmo ma dovevano mettersi anche nei miei panni, da dove avrei potuto trarre la forza per pensare ai regali e ai festeggiamenti.
L'unica cosa che potessi desiderare era di riavere il mio bel generale.
Ripensai ai nostri momenti insieme, mi mancava quando si macchiava il naso ogni volta che mangiava un gelato, o quando si lamentava dei colletti sporchi della camicia a causa del rossetto, mi mancava la sua voce calda e tutte le nostre piccole cose. Anche il cielo era più spento da quando era andato via, stava esattamente come me, metà e metà fra luce e tenebre.
 
La giornata iniziò presto. Ricevetti subito un messaggio di auguri da parte di Johnny, mi diressi da lui per salutarlo, e mi chiese se volessi accompagnarlo all’aeroporto.
 
Sarebbe partito, proprio quella mattina.
 
Decisi di accompagnarlo, e ancora una volta mi chiese se fossi convinta della mia scelta, inutile dire la mia risposta.
 
E prese il volo, mi sentii un po’ triste per la sua partenza, infondo mi aveva fatto piacere rivederlo.
 
Ritornai a casa, e solo in quel momento mi resi conto che quella caotica giornata era appena iniziata, ad accogliermi trovai Bunny e mia madre in preda all’entusiasmo, non appena mi videro, mi trascinarono nel loro caos.  
Ero totalmente in balia di mia madre e Bunny, che continuavano a comprare tutto quello che gli passava a tiro, dolci, festoni, orsacchiotti, avevano dimenticato che bisognasse festeggiare un 20° invece che un 13°...
Bunny era su di giri, la vidi dimenarsi di fronte alla vetrina di un negozio, parlottava con mia madre mentre guardava avanti, le lasciai complottare felici, fino a quando non mi trascinarono di peso verso la vetrina che stavano osservando, mi ritrovai di fronte ad un negozio di vestiti, Bunny indicò un abito davvero incantevole, era un lungo vestito con delle sottili spalline, il suo colore era blu
scuro tempestato da brillantini.


Aggrottai la fronte, non riuscivo a capire se scherzassero o fossero serie, «Che cosa dovrei farci con quello? È una misera festa di compleanno non un ricevimento nuziale.»
Mia madre mi fissò offesa e rilanciò.
 
«Avanti Nina! Devi essere in forma smagliante stasera, ci saranno tanti invitati, sicuramente anche Nevius ti farà qualche sorpresa, non vuoi mostrare al tuo ragazzo cosa si è perso in questi mesi?»
 
Mi sentii terribilmente triste, Bunny se ne accorse e mi lanciò uno sguardo carico d'affetto, sapevamo ben'entrambe che Nevius non sarebbe tornato quella sera e che l'avrei rivisto chissà quando.
Comunque sia non mi andava di far dispiacere mia madre, quindi accettai di comprare l'abito per quella sera.
A metà della giornata mia madre doveva sbrigare delle faccende in casa, dunque, ci salutammo momentaneamente, io e Bunny continuammo il nostro giro, passammo per la sala giochi, dove lavorava Moran, e trovammo Marzio lì con lui.
 
«Che ci fate qui ragazze?» Disse Moran sorridente.
 
 
«Oggi è il compleanno di Nina, eravamo in giro per fare degli acquisti.»
 
 
 
Marzio si avvicinò a me, mi diede un bacio sulla guancia.
 
 
 
«E' vero! Mi avevano detto del tuo compleanno, perdonami Nina tanti auguri!»
 
 
 
Non ebbi neanche il tempo di rispondere che Bunny irruppe come un razzo nella conversazione.
 
 
 
«Ma come amore,TE l'ho detto IO proprio stamattina, come hai fatto a dimenticarlo.»
 
La sua espressione era strana, sembrava irrequieta, e a dirla tutta, neanche Marzio era troppo convinto.
 
 
Cercò di defilarsi nel modo più rapido possibile, rinnovò i suoi auguri e andò via.
 
 
 
«Marzio era davvero strano non trovi?»
 
 
 
Bunny iniziò a ridere in modo goffo e sornione, «Ahahah! Figurati, si era dimenticato di prenotare il locale, è così preso dai preparativi delle nozze che non capisce più niente quell'uomo.»
 
C'era qualcosa che non mi convinceva in quei due, tuttavia Bunny non era mai stata troppo ortodossa, e probabilmente, anche Marzio a furia di stare con lei era diventato un po' svampito.
 
Dopo aver finito di comprare le ultime cose, ci dirigemmo verso casa mia, aprii la porta e mi diressi con Bunny al piano superiore, verso la mia stanza, all'apertura della porta della mia camera, rimasi a occhi aperti per ciò che mi si propose davanti.
Un cesto immenso di rosse, erano rispettivamente di quattro colori differenti: Gialle, Rosse, Verde e Azzurre, mi sentii immotivatamente felice, poteva essere un pensiero di Nevius, cercai un bigliettino per averne la conferma o la smentita tuttavia trovai il biglietto, ma non era per nulla chiaro. 
 
Sopra vi era solo scritto:4HK
La tristezza tornò a farsi spazio in me, per quanto fosse meraviglioso quel cesto era evidente che non avesse nulla a che vedere con lui e inoltre non avevo assolutamente idea di chi avesse potuto mandarle, non avevo nessuna ricorrenza legata al numero quattro né conoscevo persone che avevano come iniziale H e K dunque brancolavo nel buio.
 
Bunny mi osservò felice, era quasi più entusiasta di me. «Avanti Nina non avere il musone, sono bellissime.»
 
 
Le spiegai le mie perplessità al riguardo. «Penso abbiano sbagliato destinatario, il bigliettino non ha senso.»
 
 
Mi osservò poco convinta. «Non credo sia uno sbaglio, insomma, non è mica un mazzettino di fiori, è un cesto intero.»
 
 
Gettai un ultimo sguardo deluso alle rose e mi diressi verso il mio letto.
 
 
 
«Lo so che dovrei essere entusiasta e felice per stasera, apprezzo ciò che tu e mia madre state facendo per me, tuttavia non riesco a trarne il lato positivo, mi dispiace davvero tanto non poter ripagare alle vostre attenzioni.»
 
 
 
 
«Beh ... se almeno non vuoi essere felice del fatto che stai festeggiando questo compleanno senza Nevius si felice almeno del fatto che questo sarà l'ultimo compleanno che passerai da nubile.»
 
Mi si stampò in automatico un sorriso felice sulle labbra, non avevo pensato a questa cosa, se la questione si fosse risolta bene al mio 21° compleanno, sarei stata già sposata.
 
 
 
«Posa l'abito nell'armadio, potrebbe sgualcirsi fino a stasera.»
 
Ubbidii e lo posai accuratamente, quando mi avvicinai all'armadio, e mi accorsi che la finestra era aperta, la guardai confusa, ero così sicura di averla chiusa prima d'uscire lo facevo sempre.
 
Non era assolutamente da me lasciare la stanza se non fosse tutto in ordine, uscii fuori per dare una controllata, ed era tutto perfettamente al suo posto, la serratura non sembrava essere forzata e non aveva neanche un graffio. «Ero convinta di averla chiusa ... »
Bunny rise sorniona. «Forse con l'età stai iniziando a perdere la memoria.»
Ridemmo all'unisono, mi avvicinai di nuovo all'armadio, ma non appena lo aprii per posare l'abito mi cade addosso la giacca di Nevius, che quella mattina, stranamente avevo deciso di non indossare, un'altra perplessità assurda.
Stavolta ero più che sicura di aver lasciato la giacca sulla sedia accanto alla scrivania, cosa ci faceva adesso nell'armadio?
 
Bunny mi osservava divertita, probabilmente credeva che fossi pazza.
 
 
 
«Forse l'ha posata tua madre, non può essere? »
 
Era effettivamente l'unica soluzione plausibile, o questo o stavo perdendo il senno.
 
Indossai la giacca di Nevius per sentirlo più vicino, poi mi sedetti sul letto per chiacchierare un po' con Bunny, e durante la chiacchierata misi le mani in tasca, improvvisamente sentii qualcosa sotto la punta delle dita, questo mi parve strano perché cercavo sempre di non lasciare nulla nella sua giacca per non maltrattargliela.
Estrassi il contenuto e mi ritrovai avanti dei giocattoli in miniatura, rispettivamente: Mr. Fantastic il capo dei fantastici quattro, la principessa Disney Aurora, un soldatino e un giocatore di tennis.
 
Li mostrai a Bunny con perplessità, erano dei giocattoli che avevo nella mia scatola dei ricordi, non li prendevo da un pezzo e non avrei avuto motivo per metterli la,Bunny suggerii che forse mi stavo fissando troppo e per distrarmi propose di andare a casa di Marzio.
Accettai, anche se non ero del tutto convinta, c'era qualcosa che non mi tornava, mi sentivo turbata possibile che mia madre avesse aperto la finestra e messo i giocattoli nella giacca di Nevius dopo averla messa nell'armadio, sembrava tutto così strano.
Quando scesi per le scale e arrivai vicino all'appendiabiti, qualcosa cadde per terra, mi girai e trovai la mia racchetta da tennis, cosa diavolo ci faceva lì? Non la prendevo da quando Ryu fu posseduta, la mostrai a Bunny.
 
 
«Un'altra coincidenza?»
 
 
Bunny mi guardò con aria da furbetta, «Forse tua madre sta organizzando qualcosa con gli oggetti a cui sei legata, ci hai pensato?»
 
 
 
 
«Mah, può essere.»
 
 
«Ho ripreso l'abito dall'armadio se ti cambi da Marzio ti accompagniamo noi, va bene?»
 
 
 
«Ok.»
 
 
Salutai mia madre e lasciai casa in compagnia di Bunny. Quando arrivammo nell'appartamento di Marzio, che ci accolse con un caloroso sorriso e ci invitò in cucina, per offrici qualcosa da bere, sul tavolo vi era una bottiglia con del Whisky e cinque bicchieri sporchi, evidentemente poco prima aveva avuto delle visite.
 
Bunny mi osservava pensierosa poi esordì curiosa, «Hey Nina.. ma tu e Nevius avete mai.. si insomma, capito no?»
 
 
Arrossii all’istante e abbassai lo sguardo.
 
 
«Mai insomma Bunny! Che domande fai?»
 
Iniziò a ridere imbarazzata.
 
 
 
«Era una semplice curiosità, infondo state insieme da tanto tempo.»
 
 
«Comunque no.»
 
 
Mi presi qualche secondo a pensare se fosse il caso farle una confidenza del genere ma poi ripresi.
 
 
 
«Però ci penso spesso.. si insomma io lo vorrei tanto.»
 
 
 
 
«Beh mi pare ovvio.» Disse Bunny sorridente, «Come si fa a non volerlo, i nostri uomini sono così affascinanti, con quei corpi, quelle divise, quante volte ho immaginato Marzio che mi fa uno streaptease.»
 
Iniziammo a ridere simultaneamente. Quando improvvisamente fui travolta dal pensiero di Nevius che si morde il labbro e in modo sexy si allenta la cravatta. «Hey Nina, sono tutto tuo.»
 
 
 
Arrossii copiosamente e Bunny scoppiò a ridere.
 
 
 
«Ma che pensieri mi fai fare!» Scossi la testa come per scacciare quel pensiero della mia mente, ma ormai ero rossa come un pomodoro.
 
 
Per mia fortuna arrivò Marzio a interromperci.
 
 
 
Chiacchierammo per qualche ora finché non arrivò il momento di raggiungere il locale, mi preparai meglio che potessi ma l'entusiasmo scemava sempre di più, ci dirigemmo dunque verso il posto in cui avrei dovuto festeggiare, il mio abito scintillava quasi quanto il mio anello, raccolsi i capelli in uno chignon intrecciato con un fiocco nero, e sulle spalle l'in mancabile giacca del mio bel generale in quel momento più che mai desiderai che la sua mano stringesse la mia per rassicurarmi come faceva sempre.
 
 
 
Il posto era situato in centro città, era davvero molto bello al suo interno vi erano sistemati tanti tavoli col buffet e molti degli ospiti erano già li, devo dire che mia madre e Bunny avevano organizzato tutto a regola d'arte niente da eccepire.
Alla festa non mancava nessuno c'erano le Sailor, Marzio, Bunny, Ubaldo, Ryu e le altre ragazze del tennis club.
Tuttavia mi ero sbagliata nel dire che non mancasse nessuno, lui non c'era e neanche degli altri generali vi era traccia, perfino Zachar mi mancava in quel momento.
La serata passò tranquilla, e infondo non andò così male come credevo, ero sempre per qualcosa d’intimo ma ormai era andata così.
 
Finalmente arrivò il momento della torta questo, dunque, voleva dire che la serata stesse giungendo al termine.
Si spensero tutte le luci e tutti cantarono "tanti auguri a te" repentinamente il silenzio più tombale, nessun suono nella grande sala.
All'improvviso da lontano riecheggiò un suono di passi, e la sala fu illuminata in modo fioco dalle candele e dalle stelline presenti sulla torta, torta che stava avanzando verso di me su di un tavolo con delle rotelle, a trasportarla vi erano tre ragazzi in frak, non potevo vedere i loro volti perché coperti da una mascherina e un cappello, l'abbigliamento mi ricordava Milord.
Gli altri ripresero con la canzone, uno dei ragazzi si avvicinò a me e disse: «Esprimi un desiderio.»
 
 
Mi resi conto che si trattava di una donna, ma non riuscii a identificarla, perché confusa dalla canzone degli invitati, anche se non era detto che la conoscessi.
Mi sporsi verso la torta ed espressi il mio desiderio, poi soffiai forte e in un attimo tutte le candeline erano spente, simultaneamente con loro si spensero anche le luci poggiate ai lati della torta.
Dopo qualche secondo si riaccesero le luci nella sala, che con mio immenso stupore era completamente vuota, non vi era più nessuno, neanche i tavoli erano più presenti fatta eccezione per uno,posizionato al centro della sala, iniziai a temere per la mia incolumità, ormai conoscevamo tutti la mia fama per essere una calamita attira catastrofi.
Maledizione! Neanche la volevo questa festa. Strinsi la giacca come per proteggermi, continuavo a guardarmi intorno confusa, provai a chiamare Bunny o mia madre, ma l'unica cosa che riuscivo a sentire era la mia voce riecheggiante per la sala.
A un tratto la mia voce fu bloccata da un suono, dei passi, li sentivo avvicinarsi sempre di più.
 
Il mio cuore iniziò a battere furiosamente, avrei riconosciuto quel suono ovunque in quest'universo.
Mi feci coraggio e mi voltai, portai la mano alla bocca, e per poco non piansi dalla gioia. Ero estasiata da ciò che vidi, avevo sperato così tanto nel suo ritorno che adesso mi sembrava un sogno.
 
Me lo ritrovai di fronte esattamente come lo ricordavo, magnifico.
Indossava una camicia bianca, con la cravatta leggermente slacciata, sopra aveva un panciotto blu notte e il pantalone dello stesso colore, si abbinava tutto al mio abito.
Il suo sorriso illuminò tutta la stanza, i suoi occhi splendenti non si staccavano dai miei.
Fece un sorriso frizzante ed allargò le braccia, «Beh potresti dire che sei contenta di vedermi.»
Non esitai neanche per un istante, corsi come una matta e mi fiondai tra le sue braccia, lo baciai appassionatamente, mentre le mie dita tirarono lievemente i suoi capelli, intanto lui serrava sempre più la sua presa su di me.
 
Non potevo credere che stesse accadendo veramente, il suo calore mi ridiede di nuovo le forze e la voglia di festeggiare. Mi staccai dalle sue labbra per guardarlo meglio, volevo godermi tutta la sua bellezza.
 
 
 
«Sei bellissima lo sai?»
 
 
 
 
«Non posso credere che tu sia davvero qui.»
 
 
 
«Non potevo perdermi il tuo compleanno.» Sorrise e si morse maliziosamente il labbro.
 
 
«Finalmente sei qui! Non posso crederci amore mio, ho sperato tanto di trovarti fra gli invitati che- a proposito, dove sono finiti?»
 
 
 
«Avevamo organizzato tutto, adesso sono a casa.
Ti ho lasciato degli indizi sul mio ritorno, non hai notato niente?»
 
 
 
«Solo alcune cose fuori posto, era opera tua?»
 
 
 
«Dalla prima all'ultima.» Disse compiaciuto.
 
 
 
«In che senso?» chiesi confusa, infondo a parte i giocattoli, la racchetta e il balcone non c'era null'altro.
 
 
 
«Ho detto io a tua madre di organizzarti questa festa, dove farla e quale abito scegliere,  ed ho anche organizzato la dinamica del nostro incontro.»
 
 
 
 
Lo guardai sorpresa, era davvero capace di fare tanto?
 
 
 
«E, i pupazzetti? Che cosa volevano dire? Ed anche il biglietto sul cesto di rose… non capisco.»
 
 
 
 
«Four Heavenly Kings, le rose non erano solo un mio regalo, hanno contribuito anche gli altri generali, ci tenevano molto.»
 
 
 
Fece un altro sorriso allietato e poi continuò: «Mr. fantastic è Kaspar, poiché capo dei generali, la principessa è Zachar, e su questo non c'è bisogno di dilungarsi, Jack è il soldato, l’unico che fa davvero il suo dovere e infine ... »
 
 
 
«Maxfield.» Dissi estasiata.
 
 
 
«Esattamente.»
 
 
 
Dopo quel chiarimento prese delicatamente la mia mano e mi guidò verso il tavolo sistemato al centro della sala, mi spostò la sedia per farmi sedere, e si sedette anche lui di fronte a me, sopra il tavolino vi erano posti due semifreddi. Strinsi forte la sua mano, ero così felice.
 
«Io mantengo sempre le mie promesse.» Disse stoico.
 
 
 
 
«Lo giuro Nevius io… davvero, non ho parole…questo compleanno non avrebbe potuto essere migliore, sono così felice che tu faccia parte della mia vita, mi rendi speciale, sono felice quando sono con te, finalmente avremo la nostra vita tranquilla.»
 
 
 
Assunse un’espressione poco convinta e mi scrutò, «Beh veramente non proprio...» Disse fissando il pavimento, sembrava pensieroso.
 
 
Iniziò di nuovo a farsi spazio in me lo sconforto, davvero non era possibile che dovesse sempre andare male qualcosa.
 
 
 
«Sei venuto solo per il mio compleanno vero? Adesso dovrai tornare sul campo di battaglia ed io chissà quando ti rivedrò e probabilmente rischiera-»
 
 
 
 
«Non sarà poi così tranquilla se vivi con uno come me, per non parlare della costante presenza di Zachar.»  La sua espressione variò da dolente ad allegra.
 
 
 
 
«Mi stavi prendendo in giro?» Mi presi qualche secondo per conciliare i pensieri.
 
 
 
 
«Sono così felice d’averti qui con me, non potrei desiderare altro.»
 
 
 
Si alzò dalla sedia e s’inginocchiò ai miei piedi, poi prese entrambe le mie mani e mi guardò dritto negli occhi.
 
 
 
«Vuoi diventare mia moglie?»
 
 
 
 
Senti un groppo in gola, la temperatura salì vertiginosamente e non riuscii a proferire alcuna parola, mi tremarono istantaneamente le mani e i miei occhi s’illuminarono.
 
 
 
Scattai dalla sedia entusiasta, e gli saltai al collo, facendolo cadere a terra.
 
 
 
«SI! SI! SI!» Risposi felice, non riuscivo a smettere di baciarlo, «Sì che lo voglio! Non desidero altro!» Ripetei ancora, nel caso gli fosse sfuggito.
 
 
Il suo sguardo si fece di nuovo serio, passò delicatamente il suo dito sulla linea del mio collo.
 
 
 
«Però non avverrà prima della tua laurea ok? Non voglio essere una distrazione per te.»
 
Andava bene qualunque condizione, infondo mancava davvero poco, avrei potuto aspettare. Avrei aspettato qualunque cosa pur di condividere la mia vita con lui.
 
Ci alzammo e presi posto sulle sue gambe, mentre entrambi consumavamo il nostro buonissimo semifreddo.
Nevius mi fissò serio e iniziò di nuovo con i suoi amati interrogatori, «Come sono andate le cose in mia assenza?» Chiese curioso.
 
«Ho avuto una visita.» Dissi in modo vago, con la speranza che sorvolasse sulla questione, tuttavia non sorvolò per niente, anzi, aggrottò le sopracciglia e incrociò le braccia.
 
 
 
 
«Stavo lottando quando ho sentito una voce che diceva, “iniziamo una nuova vita insieme”.
Se non fosse stato per Kaspar e Jack sarei apparso davanti a voi e avrei fatto una strage, mi sono sforzato tantissimo per trattenermi.
Ciononostante sono felice.»
Lo fissai incerta e chiarì la sua affermazione.
 
 
 
«Perché so quanto tieni a me.»
 
 
 
Mi strinse più forte e mi schioccò un delicato bacio sulla spalla.
 
 
 
«Sei bellissima, amore mio, a breve inizierà un nuovo percorso.»
 
 
 Sorrisi felice e chiusi gli occhi. Poggiai la mia testa armoniosamente sul suo petto, mentre lui coccolava delicatamente i miei capelli, con l’altra mano invece accarezzava dolcemente la mia schiena.
Iniziai in quel preciso istante il conto alla rovescia che ci separava da quella nuova vita tanto agognata.
   
 
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