Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: Azza_toXic    28/06/2017    0 recensioni
*One shot ripubblicata per correzioni e piccole aggiunte*
Lei sta per sposarsi con il suo migliore amico.
Lui è un cantante di successo.
***
Un passato ormai lontano.
Un segreto quasi dimenticato
***
Un incontro, uno scontro.
Una cena con la vecchia compagnia al completo.
***
"Il destino mischia le carte, l'uomo gioca la partita" disse Victor Hugo.
Ogni inibizione si distrugge. Ogni certezza svanisce.
E tutto quello che era, potrebbe tornare.
*One shot ripubblicata per correzioni e piccole aggiunte*
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi giro nel letto per qualche istante, poi mi stiracchio. Allungo il braccio accanto a me e mi sorprendo a trovare il vuoto.
Apro gli occhi di scatto; sul cuscino ci sono una margherita (il mio fiore preferito) e un biglietto con su scritto “Nessun incanto è dolce quanto il tuo sonno. W. Shakespire rieditata by Christopher Ardy”
Scoppio a ridere. Adoro il mio fidanzato e adoro queste romanticherie da diabete.
Mi alzo e vado in cucina a prendere il caffè, pronta per una nuova giornata.
 
                                                               ***
 
-Allora, Kate? Che ne pensi?- mi guardo allo specchio ancora una volta, facendo un giro su me stessa.
-Non mi convince del tutto- mormoro rivolta a mia mamma che alza gli occhi al cielo.
Sono in un atelier di abiti da sposa.
Già, sto per sposarmi con il mio fidanzato, nonché migliore amico, Chris Ardy.
Mancano due settimane ma il fatto che ancora non abbia trovato il vestito che sogno da quando avevo cinque anni, mi demoralizza parecchio.
Chris, dal canto suo è sistemato: gli basta un pantalone e una camicia, se poi vuole fare le cose bene aggiunge un papillon e una rosa nel taschino, ed è pronto.
Per noi femmine è più complicato: devi trovare il vestito, assicurarti che ti stia e soprattutto che non ti renda ridicola. Una volta verificato questo devi pensare alle scarpe, ai capelli, al trucco, agli accessori, lo smalto. Inoltre, non contente, dobbiamo anche trovare del tempo per autocommiserarci (il vestito non mi sta bene, devo dimagrire, oggi ho i brufoli…) chiamando a raccolta tutte le tue amiche che subito sono pronte a negare qualunque cosa pur di farti aumentare l’autostima. O pur di farti stare zitta. Dipende dall’amica in questione, direi.
-Se tu avessi le idee un po’ più chiare…- mi becca mia madre.
-Ma io ho le idee chiare. È solo che…-
-Kate, l’ho trovato!- esclama Hannah, la mia migliore amica da che ho memoria.
-Davvero?- dietro di lei c’è Tiffany la commessa dell’atelier, tra le braccia tiene il vestito più bello che io abbia mai visto.
Mi infilo nel camerino di prova e lo indosso. Il vestito non il camerino.
Quando esco, mamma e Hannah non fiatano, restano a bocca aperta.
Mi guardo allo specchio e capisco perché.
-È bellissimo-
-No, tesoro. Tu sei bellissima-
Sorrido alla mamma.
Finalmente ho il vestito.
                                                            ***
Scendo la scalinata di corsa. L’ultima lezione prima della pausa primaverile è finita.
Ho un appuntamento con il wedding planner e Chris, per assaggiare il menù e scegliere la torta, tra circa un quarto d’ora. Solo per arrivare fino a li ci vogliono venti minuti. Quindi devo correre.
Siccome sono in ritardo mi sembra giusto che le strade siano affollate di persone. Cerco di zigzagare tra la gente senza travolgere nessuno.
-Ei! Stai attenta!-
Troppo tardi. Ho cilindrato in pieno un tizio fermo davanti ad una vetrina. Cado per terra mentre lui, che sembra un po’ più equilibrato di me, riesce a rimanere in piedi.
-Louis?- dico alzando lo sguardo verso il ragazzo che mi sta dando una mano ad alzarmi.
-Kate? Sei tu?-
-Si, cavolo tu…- non finisco la frase e lo abbraccio senza pensarci. Le sue braccia si stringono intorno ai miei fianchi e sento il suo viso affondare nei miei capelli.
-Come stai?- chiedo lasciandolo andare.
-Io… bene- dice con un sorriso –Tu?- sto per rispondere quando il mio sguardo cade sul ragazzo dai capelli rossi dietro di Louis.
-Oliver Wright?-
-Kate Weaver! Sei ancora viva!- esclama lui abbracciandomi.
-Certo che sono ancora viva, Oliver, perché non dovrei esserlo?-
-Non ti abbiamo più vista…-
-Mi sono trasferita qui per studiare- dico senza guardare Louis in faccia, mi concentro su Oliver e le sue lentiggini, che non sono sparite con il tempo –Voi che state facendo? Cioè Louis lo so, ogni tanto ti vedo in tv o sui giornali-
-Sai, quando sei in una band- dice lui con fare da sbruffone. Scoppia a ridere e io con lui, prima di incantarmi ad ascoltare quel suono che non ho mai dimenticato.
-Immagino. E tu Oliver?-
-Sono il suo manager- dice indicando l’amico.
-Ma dai. E Calvin? L’avete abbandonato?-
-Veramente lo stiamo raggiungendo- dice Oliver –Perché non vieni con noi?-
Sorrido –Vi ringrazio ma ho un appuntamento- guardo Louis e, prima che possa fermare le parole, aggiungo –Io e Christopher ci sposiamo- alzo la mano destra con l’anello in bella vista, per confermare quello che ho appena detto.
Lo sguardo azzurro di Louis diventa di ghiaccio.
-Tu e Chris?- interviene Oliver che non si è accorto della situazione –Ma davvero? Alla fine ce l’ha fatta a conquistarti!- ride Oliver con poco tatto –Congratulazioni, Kate-
-Grazie Oliver- dico ricambiando il suo abbraccio per scioglierlo subito, quando gli squilla il telefono. Si allontana per rispondere.
-Si, bè congratulazioni- Louis è impassibile. Il suo viso è diventato una maschera impenetrabile.
-Grazie- dico guardandomi le mani.
-Sei felice?- sussurra senza togliere lo sguardo dal mio ma non riesco a sostenere quell’azzurro perfetto, quello sguardo così ferito.
-I-io… credo di si-
-Bene, sono contento per te- sembra rilassarsi ma noto la mano stretta a pugno e la mascella serrata.
Vorrei dirgli davvero tante cose ma non ci riesco.
-Voglio rivederti- mormora, sorrido –Ti posso chiamare? Per favore- aggiunge speranzoso.
-D’accordo, ti lascio il mio numero- Louis mi passa il suo cellulare dove scrivo il mio numero di telefono, poi mi faccio uno squillo così lo memorizzo.
Le campane della chiesa suonano –Devo andare davvero adesso- dico sorridente
-Si anche noi-
-Saluta Oliver. E Calvin-
-Certo. Tu saluta il Chris- annuisco, poi scappo via, di corsa.
                                                                ***
 
-Amico… come stai?-
Alzo le spalle –Sembrava felice- mormoro.
-Andiamo, Cal stavolta ci ammazza-
-Si- distolgo lo sguardo dal puntino che Kate è diventata –Oli, non una parola con mia madre o mia sorella, intesi?-
Oli annuisce, poi mi dà una pacca sulla spalla e insieme ci incamminiamo.
                                                                ***
-Amore dove hai la testa oggi?- sono seduta al bancone del ristorante e sto assaggiando le torte prima di sceglierne una.
Alzo gli occhi su Chris che mi guarda curioso.
-Io… scusa è stata una giornata un po’ strana-
-Me ne vuoi parlare?-
-Io… il docente mi ha fatto cambiare di nuovo la tesi, dovrò studiare parecchio durante le vacanze-
-Avrai tanto tempo per studiare dopo le nozze- mi da un bacio sulla guancia e poi si mette in bocca un pezzo di torta anche lui.
“Fifona, Kate, sei una fifona” dico tra me e me, maledicendo la mancanza di coraggio. Faccio un sospiro.
-Senti, devo dirti una cosa-
-Devo preoccuparmi?-
-Lasciami parlare- sorrido prendendogli la mano. Lui si tappa la bocca e mi ascolta –Ho visto Oliver e Louis oggi pomeriggio-
-Quel Louis?-
-E Oliver, si loro-
-Davvero? E lui sta bene?-
-Loro- sottolineo –Stanno bene… Mi sembravano in forma-
-E Louis…-
-Per l’amor del cielo Chris!- esclamo alzandomi in piedi.
-Che c’è? Che ho detto?-
-Lascia perdere- dico allontanandomi
-No, Kate, dimmelo. Non voglio che ci siano segreti tra noi-
-Cosa vuoi sentirti dire?-
“Chris rimane spiazzato, probabilmente ha capito dove voglio arrivare. Prima di quanto pensassi. Bene, il ragazzo fa dei progressi. Fatti pat pat sulla spalla, Kate” –Credo di non capire, amore. Sei tu che ti sei arrabbiata…-
“Non farti pat pat, anzi se puoi tira una testata al bancone. Più forte possibile”
-Ti sei reso conto che in tre frasi hai detto due volte Louis? Io sto parlando di Oliver e Louis, non solo di Louis-
-Si ma tu non hai avuto una storia con Oliver- rimane in silenzio –Vero?-
-Ma per chi mi hai presa? Certo che non ho avuto una storia con Oliver. Senti Chris. Io ti amo, e sono felice di stare con te, della nostra vita quasi da sposi. Davvero. Però voglio che tu sappia che oggi quando ho visto Louis…-
-Ecco lo sapevo- mi interrompe
Posso tirarmi i capelli? Anzi, lo mordo, faccio prima –Mi fai finire?- annuisce sconsolato –Oggi quando ho visto Louis ho accettato il suo invito per andare a prendere un caffè-
Chris rimane in silenzio ancora per qualche istante.
Mi sembra di vedere il suo cervellino iniziare a lavorare. Le sue espressioni sono lo specchio dei pensieri: ora è sorpreso perché quello che gli ho detto non era quello che si aspettava; poi segue l’espressione della virilità ristabilita: “Chris maschio alfa. Chris vince”. Arriva poi la fase del: “Aspetta, vuol dire che la mia donna vedrà un altro uomo”. E si conclude con “Io quello lo ammazzo, non ha capito che è il mio territorio quello che sta oltrepassando”.
Alzo gli occhi al cielo e parlo prima che lui possa dire qualcosa –Senti Chris io ti amo e non puoi impedirmi di vedere Louis. Ne ha diritto, dopo tutto quello che gli ho fatto passare lui…-
Chris non dice niente.
-Chris, amore…?-
Sul suo viso si sta insinuando una nuova comunicazione espressiva, una che non vedo molto spesso sul suo viso. È l’espressione da “Ho avuto un’idea geniale, che ristabilirà l’ordine e la mia supremazia nella vita della mia donna”.
-Hai ragione, Louis ha il diritto di vederti- alzo il sopracciglio, confusa -Anzi ho un’idea: perché non lo inviti a casa nostra? Magari potremmo invitare anche Calvin e Oliver. E tu potresti chiamare Hannah, sono sicuro che non ti dirà di no-
Astuto. Davvero astuto. Non me lo aspettavo. E capisco che mi sta mettendo alla prova.
-Va bene, ci sto-
Non gliela do vinta così facilmente.
-Ottimo, pensi tu agli inviti?- mi chiede con un sorriso.
-Con piacere-
-Bene-
-Bene-
Mi avvicino a lui e gli do un bacio leggero sulle labbra –Adoro quando fai il geloso-
-E questo non è ancora niente- mi da un altro bacio e si allontana.
-Che vuol dire?- per tutta risposta scoppia a ridere –Chris, che cosa vuoi dire?-
 
                                                                ***
-Allora tutto pronto?- mi chiede Chris dandomi un bacio sulle labbra.
Posa la valigetta del lavoro e si allarga il nodo della cravatta, io continuo a girare il sugo.
-Si, ho finito di mettere a posto il bagno mezzora fa. Non hai idea di quante porcherie abbiamo in casa-
-I tuoi genitori hanno le porcherie in casa, noi conviviamo da un paio d’anni, non possiamo aver accumulato tanta roba-
-Invece si. E poi perché i miei hanno le porcherie? Anche i tuoi hanno…-
-Amore, scherzo- mi prende in giro.
-Ma che divertente- borbotto, Chris ride e mi prende per i fianchi.
-Se avessi saputo che ti serviva una mano, sarei tornato prima a casa-
-Non ti credo nemmeno un po’. Non l’avresti mai fatto, soprattutto se dovevi spolverare e mettere in ordine-
-Hai ragione, non l’avrei fatto- ride Chris –E mio padre non mi avrebbe comunque concesso il pomeriggio libero-
-Esatto- mi volto verso di lui, tiro in fuori il petto, allargo le braccia e facendo la voce grossa e cavernosa aggiungo –Come dici Christopher? Vuoi il pomeriggio libero per fare dei lavori da femmina? Non hai la cameriera? E poi scusa, figliolo, perché ti sposi se devi occuparti anche della casa?-
-Come sei cinica- dice Chris –Mio padre non mi chiamerebbe mai figliolo-
-Hai ragione, errore mio, lo osserverò di più la prossima volta che viene a cena da noi, promesso-
Chris ride –C’è ancora qualcosa da fare?-
-Se il mio padrone vuole decidere che quale vino preferisce mi sarebbe davvero d’aiuto-
-Quanto sei scema- esce dalla cucina ridendo.
                                                                       ***
Sono molto nervoso. Non vedevo Kate da quasi otto anni, e ora due volte in una sola settimana.
Stavamo insieme al liceo, poi è finita.
Per non pensarci ho partecipato ad x-Factor e le cose sono cambiate. Le poche volte che tornavo a casa ci rimanevo per poco tempo. Ho comprato anche una casa a Londra per stare più vicino allo studio di registrazione.
Quando Kate mi ha lasciato pensavo scherzasse ma dopo tutto quello che è successo non avrei potuto darle torto.
-Lou! Ti muovi a scendere o dobbiamo aspettare la neve?-
-Ad agosto non scende la neve, Cal!-
-Appunto, Oli-
-Scusa- dico chiudendo la portiera –Adesso non vedi l’ora di venire a questa cena? Fino a ieri nemmeno ti ricordavi dell’esistenza di Chris e Kate-
-E allora?- dice Cal con un sorriso alzando le spalle. Ci avviamo sul vialetto e ci avviciniamo alla villa.
-Sei sicuro che sia l’indirizzo giusto?- chiede Oli
-Si, ha detto al 35 no?- Oli annuisce e Cal aggiunge –Avranno usato i soldi del papino di Christopher- scoppia a ridere della sua stessa battuta (che non fa ridere) poi suona il campanello.
-Sei ancora in tempo ad andartene se vuoi, Louis- dice Oli lanciandomi un’occhiata
-Si, a Kate diciamo che non sei stato bene-
-O che hai la salmonella-
-L’ebola-
-L’orticaria, ma non gli diciamo dove-
-Quanto siete idioti- dico –Grazie del pensiero, ma io voglio vederla-
I miei amici alzano le spalle, poi aspettiamo.
La porta si apre.
E tutto è come è sempre stato.
 
                                                             ***
 
-Chris!- esclama Cal abbracciando il ragazzo in piedi sull’uscio!
-Eilà ragazzi! Finalmente siete qui! Quando Kate mi ha detto di avervi incontrato non ci volevo credere, sembra incredibile! Prego entrate- aggiunge salutando Oliver
Quando è il mio turno, Chris mi guarda qualche istante, poi quasi meccanicamente, entrambi ci muoviamo l’uno verso l’altro, abbracciandoci.
-Mi sei mancato amico-
-Mi sei mancato anche tu-
Nonostante tutto.
 
                                                              ***
 
-Calvin! Sei proprio tu!-
Hannah si alza dal divano di corsa e salta addosso al nostro amico. Quando ho deciso di trasferirmi a Leeds, Hannah mi ha seguito. Disse che era stanca della vita di periferia, voleva vivere nella grande città, anche se io so che lo ha fatto per me.
Hannah è riuscita a rimanere più in contatto con i nostri vecchi amici, con la nostra vecchia vita. Io a parte i miei genitori, i miei fratelli e mia nonna, non ho più contatto con Doncaster, né con le persone che ci vivono. Sono anni che non ci torno, ormai.
-Sei cresciuta parecchio, nanerottola- ride Calvin
-Anche tu non scherzi, Cal!- poi Hannah si gira per salutare Oliver.
-Kate…-
-Cal- senza pensarci mi getto tra le sue braccia e lo stringo forte a me –Cazzo quanto mi sei mancato-
-A chi lo dici principessa- io e Calvin siamo cresciuti insieme: le nostre mamme erano molto amiche –Sono stati anni infernali senza di te-
-Non ti credo del tutto, però grazie per averlo detto- mormoro con il viso ancora affondato nel suo petto. Cal ride.
Louis entra in salotto, seguito da Chris.
Il mio cuore salta un battito. Louis mi sorride e io mi sento per un attimo di nuovo la ragazzina che ero sette anni fa, prima che tutto crollasse.
 
                                                                 ***
 
-Vedo che hai fatto carriera Chris- dice Oliver quando ci sediamo a tavola –Hai messo su una bella baracca-
Il mio fidanzato ride –Già, gli affari vanno alla grande-
-Lavori sempre con tuo padre?-
-Si, mi ha nominato amministratore delegato-
Calvin fa un fischio.
-Complimenti, davvero-
Chris ringrazia e intanto versa da bere.
-E tu che combini, nanerottola?- chiede Calvin a Hannah –Non ti si vede più tanto a casa-
-Mi sono trasferita qui con Kate- risponde lei mettendo in bocca una patatina –Ho trovato lavoro come commessa in un negozio di vestiti e ora vivo in un monolocale in affitto-
Alzo lo sguardo e incontro quello di Louis.
Oggi, come allora, quell’azzurro dei suoi occhi riesce ancora a leggermi dentro, a farmi sentire speciale. Distolgo lo sguardo.
Fa male perché ogni volta che lo guardo riaffiorano nella mia mente mille ricordi. Istanti felici e momenti duri.
Fa male perché ci sono troppe cose che vorrei dire ma non posso.
Fa male perché nonostante tutto, non è cambiato niente.
 
                                                               ***
-Come va la tua band, Lou?- chiede Chris dopo un po’ –Io e Kate sentiamo parlare di te, ogni tanto-
-Si, le cose vanno abbastanza bene- dice. Chris mi prende per mano, gesto che non sfugge a Louis.
-Qualcuno vuole il bis di carne?- chiedo alzandomi in piedi e prendendo la pentola.
Tutti dicono di no, così mi rifugio in cucina per prendere il dolce.
-Sta andando bene, direi- dice Hannah entrando in cucina –Pensavo peggio, Chris si sta comportando alla grande-
-Si-
-Va tutto bene tesoro?-
-Si certo-
-Sicura?-
-No…- sospiro –Non doveva andare così. Non dovevamo invitarli. Ho sbagliato-
-Perché? È una bella serata, ci siamo ritrovati con i nostri amici di tutta la vita e…-
-No, Hannah non capisci… quando sono venuta a vivere qui ho promesso a me stessa che non avrei mai più…- mi sento sopraffare dalle lacrime che minacciano di uscire –Io e Louis non ci saremmo dovuti vedere mai più. È per questo che sono venuta qui. È per questo che…-
-Che sposi Chris?- mi interrompe Hannah
-No, che dici Hannah. Io amo Chris. Lo amo- dico, mentre una lacrima mi riga la guancia –Lo amo, vero?-
Hannah mi si avvicina e mi accarezza la testa –Ma certo che lo ami, tesoro. E non devi mai metterlo in dubbio. Però Louis…-
-No, non voglio sentire niente. Louis per me non è più niente. Le cose tra noi sono finite sette anni fa. Non voglio più parlare di lui- dico alzandomi in piedi e iniziando a trafficare con le pentole nel lavandino.
-Tu forse non ne vuoi più parlare. Ma io la vedo come un seconda occasione e fossi in te non la sprecherei, non chiudergli le porte in faccia, Katy-
 
                                                                ***
 
Quando Kate torna in salotto con il dolce ha gli occhi rossi e leggermente gonfi. Taglia la torta in silenzio e la distribuisce.
Christopher continua a parlare del suo lavoro con Oli senza accorgersi della sua fidanzata.
-Amore posso avere un’altra fetta di torta?- dice senza guardarla.
Kate, che non si è ancora seduta, taglia un’altra fetta e la passa a Chris. Lui alza lo sguardo e finalmente la vede –Kate, stai bene?-
-Si certo, mi sono solo tagliata poco fa- dice alzando la mano e facendo un sorriso debole.
-Mettilo sotto l’acqua- dice lui –Lo dico sempre che sei un po’ imbranata- ride
-Si è vero. Lo dici sempre- mormora lei scambiando uno sguardo con Hannah prima di tornare in cucina.
                                                                ***
-Un coltello? Ma davvero?-
Mi volto di scatto. Louis è in piedi con le braccia incrociate e appoggiato allo stipite della porta.
-Si, a volte capita. Ho le mani di pastafrolla, come dice mia nonna- abbozza un sorriso mentre fa qualche passo verso di me –A volte sono un po’ maldestra-
-E anche bugiarda-
-Non è vero!-
-Si, bugiardissima. I coltelli fanno male, ma non feriscono il cuore-
-Dovresti scriverla in una delle tue canzoni- mormoro
-Si dovrei farlo-
Restiamo in silenzio qualche istante.
-È per colpa mia?-
-Che arrogante che sei!- ride mentre io abbozzo un sorriso
-Forse, ma io non nascondo i miei sentimenti-
-Nemmeno io-
Senza che me ne renda conto Louis si è avvicinato.
Il suo viso è a pochi centimetri dal mio. Posso sentire il suo odore di tabacco e arancia.
-Hai il mio profumo?- sussurro lasciandomi incantare da quell’odore.
-Si-
-Ma lo odiavi-
-Dopo un po’ ci si abitua. Ci si abitua a tante cose-
-Filosofo- ride ma non stacca lo sguardo dal mio.
-Kate ho bisogno di parlarti, da sola-
-Stiamo parlando, da soli-
-In senso più ampio. Ho bisogno di dirti una cosa-
                                                                ***
 
La voce di Chris raggiunge le mie orecchie.
-Kate?- mi volto di scatto verso il mio fidanzato con un sorriso.
-Si?- Louis mi supera ed esce dalla cucina.
-Stai bene?- mi chiede
-Certo, perché?-
-Mi sembrava che… Niente. Hai voglia di preparare il caffè?-
-Certo, non c’è problema- mi stampa un bacio sulla guancia e torna in salotto.
                                                                ***
 
-Vi ricordate quella volta che siamo entrati di nascosto nella piscina comunale?-
-Certo che me lo ricordo. Quella sera mi hai baciato- ride Hannah a Oliver
-Non ti ho baciato-
-Si invece, eri ubriaco perso. Per fortuna poi ti sei addormentato. Eri uno strazio da ubriaco!-
-Bugiarda. Con me ti divertivi sempre- ride Oliver.
-Sapete cosa dovremmo fare?- interviene Cal prima che Hannah possa replicare. Tutti lo guardiamo in attesa –Andiamo a ballare, proprio come ai vecchi tempi! Alcool, musica, e la vecchia compagnia. Che ne dite?-
Scoppio a ridere –Non contate su di me, sono stravolta-
-Ma sono le undici meno un quarto-
-Ho una giornata impegnativa domani-
Cal sbuffa –Hannah?-
-Idem. Domani vado da mia mamma. Devo essere li per le otto-
-Chris?- chiede speranzoso.
Il mio fidanzato mi guarda –Ti offendi se vado?-
-Secondo te?- chiedo alzando un sopracciglio, lui sorride.
-Ci sono, bello-
Resto a bocca aperta. Mi volto verso Hannah che invece abbozza un sorriso.
Non sono una di quelle fidanzate super gelose e bacchettone, ma dopo una giornata passata a pulire, cucinare e sistemare mi aspettavo un minimo di collaborazione in più.
-Andiamo con la mia macchina- aggiunge Chris.
-Cal, mi lasci la tua macchina allora? Io torno a casa-
-Certo bello, passo domani a prenderla-
-Come mai non vieni con noi?- chiede Chris ormai su di giri.
-Lavoro, non c’è un attimo di pausa per noi superstar- ride –Grazie della serata, Chris. Grazie anche a te Katy- mi da un bacio veloce ed esce dalla porta senza voltarsi indietro.
                                                                  ***
 
Il campanello suona.
-Se hai dimenticato le chiavi rimani fuori!-
Sorrido.
Kate apre la porta.
-Ciao, non ho dimenticato le chiavi. Ho dimenticato te-
                                                                  ***
 
Incrocio le braccia e scoppio a ridere.
-Funzionano davvero queste stronzate?-
-Non lo so, è la prima volta che uso questa scusa- ride Louis –Ha funzionato?-
-Può darsi- ammetto, poi mi sposto di lato per lasciarlo passare. Chiudo la porta e torno in cucina, Louis mi segue.
-Come mai sei qui?-
-Te l’ho detto, volevo parlarti-
-E di cosa?-
-Sono sette anni che non ci vediamo, un argomento riusciremo a trovarlo- sorride –Aspetta, ti aiuto- aggiunge mentre cerco di mettere una terrina in un piano alto del mobile.
-Ecco fatto- mormora senza però allontanarsi da me-
-Grazie-
Louis avvicina ancora di più il viso al mio.
Appoggio una mano sul suo petto, sopra la maglietta grigia. Ha la giacca della felpa aperta; i suoi occhi azzurri mi scrutano desiderosi, le labbra si schiudono lentamente e si avvicinano alle mie.
-Mi… mi sposo tra meno di una settimana, Louis-
                                                                 ***
Mi blocco ma non mi allontano.
Avere Kate così vicina mi fa sentire sulle nuvole.
-Scusami- mormoro –Pensavo che tu…-
-Ci abbiamo già provato, ricordi?- mormora lei
-Andavamo alla grande prima che…- mi si spezza la voce.
La sofferenza che abbiamo provato era stata molto dolorosa e difficile da superare.
Gli occhi di Kate diventano lucidi. Si allontana da me e si siede su uno degli sgabelli della cucina.
-Ci pensi mai?- mi chiede
-A cosa?- la guardo ma non mi avvicino. Conosco la risposta ma non ho il coraggio di dirlo.
-A Eddy- dice in un sussurro –Al nostro bambino-
                                                                ***
 
Eddy.
Il mio bambino.
Edward Daniel Tomlinson.
Era questo il suo nome.
Avevo 16 anni quando è nato, Louis 18. Stavamo per andare a vivere insieme nella mansarda a casa di mio padre.
Era un periodo difficile, davvero difficile ma noi eravamo felici. Ci amavamo.
I nostri genitori ci hanno sempre sostenuto, anche se erano molto delusi da noi. Quando hanno visto Eddy per la prima volta però si sono innamorati tutti.
Eddy era il bambino più bello che io avessi mai visto.
Aveva pochi capelli anche se molto scuri, proprio come me.
Aveva gli occhi azzurri, proprio come Louis.
Piangeva poco e mangiava tanto.
Sono state le due settimane più belle della mia vita.
Poi una mattina, mi sono svegliata e mi sono accorta che qualcosa non andava.
Eddy era nella culla. Non si muoveva, non respirava.
Morto.
E insieme a lui sono morta anche io.
 
                                                             ***
-Si, a volte ci penso-
-Tra qualche mese avrebbe compiuto sette anni- Kate ha la voce rotta ma non piange
-Già-
-Sei… sei mai andato…-
-A trovarlo?- si stringe le braccia sulla pancia fissando il pavimento -Si, tutti gli anni- dico con un sussurro.
Kate inizia a tremare, si mangia le unghie. Non ha ancora perso questo vizio. Vorrei avvicinarmi ma non ho il coraggio di muovere un muscolo.
-Io non sono mai più tornata. Mai. Sono la peggiore ex mamma del mondo-
-Non dire fesserie, Kate- mi avvicino e mi siedo davanti a lei ma si ritrae, come se potessi infettarla toccandola –È stata dura per tutti, ognuno reagisce a suo modo e ognuno ha bisogno del proprio tempo-
Scuote la testa facendo dei movimenti secchi.
-Io, ho chiuso tutto in un cassetto: te, Eddy, la nostra storia, tutto…-
-Non devi fartene una colpa, Kate. Hai tutto il diritto di soffrire perché…-
-Io non ho nessun diritto. È colpa mia-
-Cosa dici, Kate?-
-IO L’HO LASCIATO MORIRE!- urla.
Finalmente scoppia a piangere e si getta tra le mie braccia.
Come una madre distrutta.
Come una bambina.
Come una donna.
                                                                  ***
Apro la porta del balcone con mano tremante, mi infilo la sigaretta tra le labbra e l’accendo. Louis fa lo stesso. Sento il suo sguardo addosso.
-Mi sentivo colpevole- mormoro. Le lacrime minacciano di uscire ma le ricaccio indietro –Se solo me ne fossi accorta, adesso lui sarebbe qui… non riuscivo a perdonarmi. Quando camminavo per le strade di Doncaster tutti mi guardavano e mormoravano. Mi svegliavo di notte per gli incubi. Dovevo andarmene, capisci? Dovevo dimenticarlo. Dovevo dimenticare anche te-
Louis alza una mano, per accarezzarmi ma… poi la ritrae.
-Te ne devi andare- dico gettando il mozzicone e tornando in cucina.
-No, perché?- dice seguendomi
-Devi andartene. Ora-
Louis mi guarda e poi si blocca.
-Perché?-
-Tu non puoi capire, tu sei solo…- mi blocco perché quello che sto pensando è crudeltà e Louis non se lo merita.
-Dillo- dice Louis tranquillamente –Dimmi quello che ti passa per la testa Katy!-
-Non chiamarmi così, Louis-
-Cos’è cambiato?- esclama con veemenza –Dopo la morte di Eddy mi hai allontanato, mi hai chiuso fuori, Katy-
-Ti ho detto di non chiamarmi così- dico con la voce spezzata.
-Perché? Perché…- si blocca e i suoi occhi si fermano su di me, una nuova consapevolezza si manifesta sul suo volto –Tu pensi che sia colpa mia- dice con un filo di voce.
-No, io…-
-Si invece. Mi incolpi per qualcosa-
-No io…-
-Ammettilo Katy, è così!- urla Louis, sbattendo un pugno sul tavolo
 
***
-NO!- urla Kate mettendosi le mani nei capelli.
Non dico niente. Cerco di tranquillizzare il respiro e di non lasciarmi trasportare dalle emozioni.
-Io…-
-Credi sia stato facile per me?- dico –Credi sia stato facile?- Kate continua a piangere silenziosamente –Tu mi hai escluso dalla tua vita, Kate. Non sono stato io ad abbandonarti, tu mi hai allontanato. E poi sei scappata. Anche io ho perso Eddy quel giorno! Anche io l’ho perso!-
Kate alza lo sguardo –Si, ma mi hai lasciato andare- poi si alza ed esce dalla cucina. Un secondo dopo sento la porta di casa chiudersi.
Kate se n’era andata, di nuovo.
                                                                   ***
 
-Chris? Dove sei?- dico cercando di controllare la voce. Dall’altra parte del telefono la musica è assordante.
-Al Koller- urla Chris
-Sto andando a casa di Hannah, dormo li, stasera. Va bene?-
-Cos… come?-
-Non mi va di restare da sola stasera-
-Va bene, amore. Vengo a prenderti domani mattina-
-Va bene. A domani-
-Kate?-
-Si?-
-Ti amo- sorrido mentre le lacrime continuano a scendere copiose.
-Ti amo anche io-
Non c’è dubbio: Chris è la scelta migliore per me.
                                                                 ***
 
Suono il campanello.
Sono le tre del mattino, ma non mi interessa.
Suono di nuovo il campanello.
Una luce si accende e la porta si apre.
-Io ti amo- mormoro.
Kate è in piedi davanti a me. Il viso inondato dalle lacrime. Le scappa un singhiozzo.
-Louis…- poi si lascia andare e si rifugia tra le mie braccia.
E per un momento tutto torna alla normalità.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Azza_toXic