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Autore: WhiteRaven_sSR    28/06/2017    2 recensioni
Questa storia nasce dalla mia passione per i personaggi poco considerati o non protagonisti nelle opere in cui si muovono. E' ambientata nel mondo di Shadowhunters, ma i quattro stregoni protagonisti sono personaggi originali. Il rating potrebbe subire variazioni.
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"[...]I dubbi sorgono quando sono i Nephilim, gli Shadowhunters a fare le regole per tutti, basandole sulle loro esperienze, tradizioni, famiglie, punti di vista. Già. Ma che ne è di noi? Del nostro punto di vista. Che ne è dei Figli di Lilith che da sempre risolvono i loro casini? Anche noi abbiamo le nostre regole. E loro non sono nessuno per giudicarci!"
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il mattino seguente Gilbert si svegliò di buonumore, riposato e tranquillo dopo aver trascorso la nottata in una delle stanze della casa adibita a camera singola o doppia, in questo caso, per gli ospiti dell'edificio. Mentre i bambini vivevano lì, infatti, la maggior parte degli adulti, dipendenti compresi, erano solo di passaggio. Qualcuno si fermava un paio di settimane, qualcuno mesi, altri erano lì da anni, ma pur sempre di passaggio. Forse anche per questo i bambini delle varie strutture non erano propensi ad affezionarsi ai loro tutori.
Era iniziata molto bene la mattinata, dopo una lunga dormita, la colazione servita direttamente in cucina per chi come loro poteva accedervi, in totale e rilassante solitudine, in quel pigiama a trama scozzese per i pantaloni e una semplice maglia a maniche corte nera a sovrastarli, visto il caldo ormai quasi estivo. Sebbene il Paese fosse scosso per la maggior parte dell'anno da diverse precipitazioni climatiche, si poteva dire che per ora gli era sempre andata bene. In più non contava di fermarsi in città troppo a lungo, voleva tornare a Parigi, l'ormai propria città di nascita per acquisizione. Tante cose da fare e un caso singolare da risolvere. Che poi lui perché era stato convocato? I gemelli avevano un paio di migliaia di anni per uno, Oskar con il suo carattere si stava scavando la fossa da solo e lui...lui era uno stregone giovane, inesperto, più che mai abituato a stare per conto proprio nella calma e tranquillità di qualche museo. Quindi perché convocarlo? A quale utilità?
Con ancora il croissant in mano, fatto arrivare direttamente da casa su richiesta dei gemelli che ormai conoscevano i suoi gusti, le domande lo stavano attanagliando da qualche secondo di troppo, quando un rumore piuttosto forte, sordo, seguito da quello che sembrava un ammasso di passi sul pavimento in legno del piano di sopra, ruppe quel flusso di pensieri. In effetti si chiese chi o cosa avesse potuto provocarli e di primo impatto la reazione istintiva fu quella di precipitarsi di sopra. A metà corridoio, la colazione ancora ben salda in mano, si fermò come avesse avuto l'illuminazione del secolo. In fondo c'erano i gemelli a guardia della casa e un incantesimo abbastanza potente da non farsi scoprire dal Conclave. E se i gemelli erano usciti? Se qualcuno avesse scoperto l'edificio? Impossibile, per rompere un incantesimo del genere ci sarebbe voluto uno stregone più forte o una specie di esercito in miniatura. Forse li avevano rapiti. O avevano rapito i bambini. Doveva andare a controllare a tutti i costi.
Per questo motivo riprese a muoversi verso il piano superiore, il parquet di legno perfettamente curato nonostante ci vivessero dei piccoli terremoti ambulanti magici. Ma probabilmente anche il pavimento era curato con la magia, cosa molto facile.
Si stupì, una volta arrivato di sopra, nel constatare che ai lati di una delle porte, i gemelli sembravano in contemplazione di qualcosa, in religioso silenzio, strano ma vero, la schiena appoggiata alla parete, una gamba sollevata poggiata anch'essa dietro, a formare un angolo verso l'esterno, le braccia incorciate, come due statue guardiane al di fuori di un templio shintoista. La porta sembrava socchiusa, lasciando uno spiraglio di circa cinque centimetri, come a far filtrare la luce verso l'esterno, nel corridoio principale. Chiunque avrebbe potuto guardare dentro la stanza, ma sembrava che nessuno volesse farlo.
Gilbert stava per chiedere se fosse tutto a posto, visti i rumori uditi dalla cucina, ma non fece in tempo a formulare la frase.
Oh, che gentile, hai portato la colazione!” disse Ash, il più vicino al francese, afferrando dalle sue mani il croissant, che subito si portò alla bocca.
Non hai pensato fosse la sua colazione?” lo riprese Salem, immobile.
Ash inizialmente sussultò appena, guardando il più giovane con aria innocente, come fosse lui stesso uno dei bambini dell'edificio, mugolando uno scusa, a bocca piena. Gilbert in tutta risposta sventolò la destra davanti al proprio viso come a confermargli di non preoccuparsi.
Ho sentito un rumore e mi sono preoccupato. Va tutto bene?” accennando alla stanza.
Salem alzò le spalle, come fosse abituato alla cosa.
E' solo Oskar con i bambini”
Gilbert parve stupirsi, sollevando le sopracciglia, le ciglia sfarfallat come avesse ricevuto una secchiata d'acqua gelida.
Gli piacciono i bambini” riprese Ash “Gli piace mangiarli” concluse, addentando il croissant un'altra volta.
Il francese sbiancò in modo ben visibile, dato il glamour ancora attivo, a differenza degli altri due e per un attimo si sentì mancare il fiato. Davvero gli permettevano una cosa del genere? Insomma, già la magia nera andava contro le regole del Conclave, questo era a dir poco sdegnoso. Rivoltante. Eppure entrambi i gemelli sembravano tranquilli. Si sentì un conato di vomito risalire dallo stomaco, pronto a bruciare ogni centimetro tratto esofageo, quando sentì Ash scoppiare a ridere. Non capì subito il motivo di tanta ilarità finchè non si accorse delle risatine sommesse di Salem, la mano portata davanti alla bocca con fare decisamente più elegante del fratello. Sebbene entrambi fossero in tuta e maglietta, si poteva distringuerli chiaramente dai modi di fare.
La tua faccia! Diamine devo farti una foto la prossima volta!” esclamò Ash, quasi strozzatosi con il croissant, dal ridere.
Sei crudele, fratello” tra le risatine generali.
Detta da uno che fino alla sera prima aveva fatto una battuta sul colore di pelle del francese, suonava decisamente derisoria come cosa.
Non c'era da stupirsi quindi se il viso di Gilbert passò dal color vampiro pallido a uno che rasentava quasi la sua pelle naturale. Senza glamour avrebbe potuto smorzarlo almeno un pochino, ma in quello stato era impossibile.
S-Siete due idioti!” esclamò, dirigendosi verso la porta, per poter entrare nella sala adiacente. Permaloso, fin troppo permaloso.
I due egiziani erano talmente impegnati a ridere e a prenderlo in giro bonariamente che non diedero troppo peso alla cosa, decidendo di lasciar perdere. Se la sarebbe vista lui con il corvo, a suo rischio e pericolo.
Tempo di aprire la porta per potersi lamentare o borbottare tra sé e sé che rimase ammutolito per la scena che vide. Probabilmente se glie lo avessero raccontato, non ci avrebbe mai creduto.
La stanza era stata riempita e arredata con letti simili a quelli di una qualsiasi infermeria Mondana, disposti uno accanto all'altro in file parallele, con sufficiente spazio tra due, per poter far passare un paio di adulti in piedi, in caso di necessità. Qualche cassettone in legno, in stile vittoriano come il resto dell'edificio, era sistemato alle pareti, senza un preciso ordine, probabilmente contenenti vestiti e giocattoli vista l'età degli ospiti. Ma ciò che lo lasciò senza fiato e sul punto di svenire fu vedere il corvo al centro della stanza, seduto su una sedia mignon a prova di bimbo, un gruppetto di piccoli stregoni tutt'attorno e una bambina bionda sulle gambe. Sorrideva. Oskar stava sorridendo come non lo aveva mai visto prima, sincero, rilassato, come fosse un macabro sogno posto davanti agli occhi del francese per trarlo in inganno. Sembravano due elementi talmente opposti, con il corvo scuro da capo a piedi nel suo completo elegante, il glamour non attivo per lasciar modo a tutti di vedere le corna e gli occhi brillanti, di un arancio vivo, la bimba bionda con due occhioni enormi del colore dell'acqua, con mani e piedi palmati, pinne iridescenti a sostituire le orecchie, nei colori del blu e del verde, passando per un azzurro tenue e un bianco creato dai giochi di luce, le branchie poco dietro, aperte e chiuse man mano che la piccola sorrideva. Avrà avuto quattro o cinque anni. Piccola e perfettamente innocente nel suo vestitino candido nelle mani dell'altro, all'apparenza tanto sporco nell'anima. Per poco Gilbert non scoppiò a piangere.
Tuttavia nel sentirsi addosso lo sguardo del corvo, ora tornato serio e man mano di tutti i bambini, tornò a colorarsi di rosso in viso.
Sparisci, pidocchio, stiamo parlando di Odino, non sono cose per un poppate come te” esordì Oskar, nella sua solita gentilezza.
La bimba gli mise le mani sulla bocca, gonfiando le guance come contrariata.
Non essere cattivo con il signore , zio Oskar!”
Signore? Ma soprattutto...zio?! Quanta confidenza aveva con quei bambini, lo stregone oscuro?
In un primo momento il francese si mise in allarme nel vederlo aprire la bocca per moderle le mani, realizzando solo dopo che le aveva prese tra le labbra, senza forza alcuna.
Il signore è antipatico, non mi piace” rispose l'altro, mettendosi sullo stesso piano della bimba in quanto a tono di voce e modi di fare. Furbo, guardava ora Gilbert come a prenderlo in giro. Tutto calcolato.
A te nessuno piace, Oskar” intervenne Salem, ora entrato nella stanza assieme al fratello.
Il corvo si sentì preso in causa, quindi sbuffò seccato, facendo il verso all'altro, la bimba a ridere per le facce buffe che faceva.
Gilbert non si sarebbe mai aspettato una cosa simile, doveva ammetterlo.
Avanti, dobbiamo andare ora, non possiamo rimanere qui tutto il giorno senza far nulla. Ho chiesto in giro ad amici alcune infromazioni e sembra che il clan di Figli della Luna principale della città si aggiri attorno a Richmond Park.” continuò l'egiziano.
Chiaramente nessuno aveva un'idea precisa di dove fosse o cosa significasse, quindi si sarebbero trovati un po' allo sbaraglio, se si fossero recati sul luogo senza alcuna informazione. Ma in fondo si sarebbero divertiti, per modo di dire, anche in quel modo e Salem si limitò a lasciar correre gli eventi senza dare indicazioni in merito. Solo alcuni consigli vennero dati dall'egiziano.
Gradirei che vi vestiste tutti in completo o in abbigliamento da golf, come se dovessimo andare a giocare veramente” riprese “Ho elaborato una strategia al riguardo e ho contattato l'alfa del branco, che ha accettato di incontrarci presso una delle strutture del parco. Certo, non chiedetmi perché dei lupi mannari debbano giocare a golf, ma questo punto possiamo tranquillamente tralasciarlo...”
Più di uno emise una risatina sotto i baffi, ma Gilbert si trattenne. In un certo senso immaginare dei lupi mannari sul campo da golf era strano, specie se si fossero messi loro stessi a inseguire la palla. A quattro zampe. Va bene, forse un po' faceva ridere, ma suvvia, siamo nel ventunesimo secolo, non ci dovrebbero più essere dei pregiudizi simili! Forse.
Dopo aver scosso la testa, Ash si diede da fare, schioccando le dita della destra per far comparire una scintilla violacea da esse, che si prese la briga poi di allargare come un moderno schermo di dispositivo elettronico, impiegando entrambe le mani. Venne a formarsi una specie di tondo di medie dimensioni, fose settanta centimetri di diametro, dall'interno vorticoso e all'apparenza instabile. Sembrava uscito da un film di fantascienza, con i colori del viola e del nero in una spirale di intrecci più o meno casuali, lievi nel loro caos.
Che colori volete?” chiese, sorridendo agli altri tre.
Scuri” rispose Oskar, come fosse logico.
Quindi Ash immerse la mano in quel caos vorticoso, alla probabile ricerca di qualcosa, estraendone dapprima una papera di gomma, poi un rastrello, poi un libro di astronomia che non aveva ancora finito di leggere. Dopo l'ennesimo ero sicuro che fosse qui! ci infilò direttamente la testa, esultando tutto contento con il braccio libero, qualche istante dopo.
Ne fuoriuscì con un completo grigio perla, un gilet nero dai ricami lavorati in un argento tenue e un papillon rosso acceso.
Questo dovrebbe starti!”
Dopo che Ash ebbe lanciato il completo allo stregone oscuro, tornò alla ricerca di abiti per sé, per il fratello e anche per Gilbert. Morale della favola, lui e Salem optarono per un completo bianco, compreso di camicia a maniche corte e gilet chiuso degno di rampolli di buona famiglia in un azzurro acceso, mentre per Gilbert scelse l'ennesimo completo classico con pantaloni e camicia blu scuro, gilet smanicato in avorio gessato, le righine in tinta con il resto dell'abito.
Io questo coso non lo metto” dichiarò Oskar dopo essersi cambiato, sollevando il papillon davanti a sé, per poi restituirlo all'egiziano, che lo infilò in quella specie di armadio personale, per poi richiuderlo con un gesto preciso della mano.
A modo loro facevano la loro figura. Per precauzione i gemelli avrebbero portato una giacca, anche questa dal taglio classico, blu cobalto, giusto per farsi notare. Oskar, abituato al freddo, era certo che non gli sarebbe servita, senza contare che avrebbero passato gran parte del tempo al chiuso, a parer proprio, quindi Gilbert parve dargli retta nell'imitarlo.
Una volta tutti sistemati, imbellettati ed eleganti neanche dovessero incontrare il capoclan dei vampiri, solitamente molto più eleganti rispetto ai licantropi, utilizzarono l'ennesimo portale. Se non altro la giornata all'apparenza soleggiata, sembrava averli graziati.
Si ritrovarono davanti a un edificio marrone rossiccio del diciottesimo secolo, in stile Palladiano, con il corpo centrale dell'edificio collegato a due ali laterali, l'enorme ingresso a formare un porticato decorato con colonne corinzie bianche a sostenere un parapetto con balaustre dello steso colore, i camini a ergersi sul tetto piatto, forse insolito visto il clima. Ma in fondo la cara Londra era famosa per le sue pioggie, non per le nevicate. Due piani formavano l'imponenente struttura conosciuta come Sudbrook (o Southbrook) House, le grandi vetrate ad arco, anch'esse di un bianco candido, così come il resto della costruzione, davano un senso di apertura quasi verso il parco esterno, illuminando le sale interne con una luce naturale semplicemente spettacolare, se non ostruita da imponenti tende, fortunatamente assenti. Rinomata la sua cube room, così come la privatissima card room con accesso riservato ai soli memebri del club, diverse sale davano sul giardino enorme e perfettamente curato.
Sento puzza di succhiasangue” esordì Oskar, squadrando l'edificio da capo a piedi, sempre ammesso che fosse riuscito a trovarli.
Suvvia, non è che ogni volta che si ha a che fare con edifici imponenti, si deve pensare subito ai vampiri. Magari i Figli della Luna londinesi hanno più buon gusto dei loro cugini europei...” disse Salem alzando le spalle.
Oskar ricordava bene i lupi mannari svedesi. Se i libri classici li descrivono come irascibili belve umane dal sangue caldo, con tendenze violente specie durante i periodi di luna piena...beh, non è consigliabile vederne uno a Stoccolma. Vederne. Da lontano anche. Gli animali del nord sono tendenzialmente aggressivi per la mancanza di cibo dovuta al clima rigido, sebbene anche in quel caso si tratti di selezione naturale. Metteteci uomini dal fisico scolpito, affamati per i boschi senza nulla da mettere sotto i denti, con tendenze aggressive e si capisce con chi avete a che fare. Senza contare gli invasati che erano soliti praticare alcuni rituali antichi come il blót, un rituale che prevedeva sacrifici agli dei, spargimento di sangue e uriachezza dei partecipanti. Già, meglio evitare la comunità dei licantropi svedesi.
Ma quella sembrava tutt'altro che una capanna sull'albero o un edificio fatiscente di solito preferito dai mannari e la cosa li sorprese non poco. Gilbert ne aveva sentito parlare dei branchi, ma aveva sempre preferito tenersi alla larga.
Arrivati all'ingresso chiesero di Nick Alden, questo il nome fornito a Salem durante lo scambio di messaggi con il capoclan. Un anziano signore, degno dei più famosi maggiordomi inglesi descritti nelle favole li fece accomodare nella sala più vicina, la reception bar, dove i quattro rimasero in attesa. I colori chiari delle pareti, di un crema tendente al paglierino, circondati dalle colonne bianche, così come il bancone e il camino in marmo, gli davano un'aria luminosa. Lo stile barocco dei gessi in rilievo sul soffitto, così come le colonne applicate ai lati di uno specchio posto sulla parete dietro al bancone, diviso in tre parti, veniva forse un po' smorzato da una testa di cervo impagliata sopra alla colonna centrale, la cui costruzione culminava in un tetto, anch'esso in rilievo, come a riprodurre uno degli antichi palazzi romani e da sedie in pelle marrone disposte attorno a un tavolini rotondi sparsi per la stanza. Un occhio acuto avrebbe potuto notare l'effetto crackle in colore scuro voluto sulla superificie dello specchio, così come i particolari dei dipinti appesi alle pareti assieme a delle effigie in metallo, probabilmente recanti i nomi dei possessori della maison, forse degli appartenenti membri del club. Erano troppo in alto per poterne vedere la differenza e sinceramente era l'ultima delle preoccupazioni dei quattro.
Gilbert fece caso quasi solo al tappeto blu, dall'elaborata texture con righe bianche e lettere circondate da ghirigori circolari, prima di prendere posto su una delle sedie, imitando gli altri tre, che lo avevano preceduto. Pensò che i gemelli dovevano aver scelto quei colori conoscendo il posto in precedenza, dannati. Come ogni francese che si rispetti, la moda lo interessava. Forse non era tanto audace da indossare gli stessi abiti visti in passerella, ma con il classico poteva andare ovunque.
Nick Alden non impiegò molto a presentarsi, sbucando da una delle porte che conducevano alla reception, dall'interno della struttura. Era un uomo massiccio, sulla quarantina, molto somigliante a un giocatore di rugby per la prestanza.
Salem?” chiese in tono burbero.
Lo stregone in questione alzò la mano, differenziandosi dal fratello per l'acconciatura semplice. Ash per l'occasione aveva tirato all'indietro i capelli, lasciando la fronte scoperta, fissandoli con una minuscola mollettina quasi sulla cima della testa. Almeno in quel modo avrebbero saputo riconoscerli.
Il rosso apparente rugbista si diresse verso di lui, vedendo tutti e tre gli stregoni alzarsi per educazione, eccezion fatta per Oskar. I due si strinsero la mano, dopodichè il Figlio della Luna prese posto accanto a loro. Nemmeno fece caso a Oskar, abituato ai modi rozzi dei compagni, nel suo presentarsi in jeans e camicia a quadri rossi e neri da boscaiolo, posta sopra una canotta scura. Nero sbiadito, per la precisione. Da lì si poteva constatare quanto il licantropo facesse caso al look.
Vedo che vi siete sistemati bene” iniziò Salem, in un sorriso gentile e cordiale.
L'abbiamo rubata ai vampiri. Sai, le tende...”
Ecco spiegato il motivo di tanta eleganza.
Inoltre qui vicino c'è la riserva naturale di Richmond Park in cui sono presenti diversi cervi rossi, non so se mi spiego...” continuò, lasciando intendere la cosa grazie agli occhi scuri che per una frazione di secondo brillarono di luce propria.
Tuttavia ciò che accadeva tra vampiri e lupi mannari non era affare loro e non erano nemmeno venuti per scambiare quattro chiacchiere sulle condizioni climatiche. No, lì la questione aveva iniziato a farsi seria dal momento che un Nephilim era stato ucciso e si era complicata con le accuse verso Oskar, ancora intento a osservare la sala, che nella sua complicazione sembrava trovare gradevole. Non scherziamo, lui era nato ancora prima che i proprietari decidessero la costruzione dell'edificio, tuttavia quel sorriso rilassato sembrava dirla lunga. E un Oskar di buon umore nonostante l'inconveniente, non era cosa da poco.
Avete sentito del Nephilim morto?” dritto al dunque l'egiziano.
L'altro annuì, sospirando. Per un attimo i due si fissarono.
Non vogliamo guai con il Conclave. Uno dei miei è tornato stremato qualche giorno fa, confuso e aggressivo come non avevo mai visto. Ho pensato lo avessero drogato o qualcosa di simile, ma non sapevo che fare. Insomma, dopo avergli dato una ripulita dal sangue, l'ho portato in una clinica per dei test, ma non c'era traccia di droghe e lui era sicuro di non averne assunte dopo averci raccontato cosa era successo.” l'accento scozzese si poteva sentire.
Quindi ammetete che è stato uno dei vostri?”
Salem...”
Il mannaro si morse il labbro, gli occhi improvvisamente luminosi in maniera innaturale, i denti lievemente allungati in una smorfia di tristezza mista a dolore. Era come se gli stesse nascondendo qualcosa.
Gilbert notò subito le microespressioni del viso, la fronte corrugata, quel mordersi il labbro con insistenza, le mani serrate a pugno sopra alle ginocchia, indice di nervosismo. Da tutti i pori, senza ombra di dubbio.
Un ringhio sommesso provenne dalla gola dell'uomo, come a voler rilasciare parte della belva che era, rimasta sopita troppo a lungo per essere contollata ancora per molto. Scosse la testa, strizzando gli occhi.
Non posso! Salem, davvero, non posso farlo!” la voce appena alzata, seguita da altro nervosismo.
Tutti si chiesero cosa portasse un Figlio della Luna a essere tanto protettivo nei confronti di un membro del branco. Va bene, il branco in genere era sempre molto unito, i vari membri collaboravano e si aiutavano uno con l'altro, fedeli a quella marmaglia di gente selvatica che dopo la prima trasformazione diventava una sorta di nuova famiglia di sangue. Tuttavia si stava parlando di un Nephilim morto. Non un Nascosto o un Mondano qualsiasi. Un Nephilim morto equivaleva a mandare a morte l'intero clan se gli Shadowhunters si fossero incazzati sul serio. Se avessero in qualche modo bramato vendetta o decretato di voler fare giustizia, non un solo licantropo sarebbe sopravvissuto al loro assalto. Entrambi cacciatori per natura, tuttavia i Nephilim potevano contare sulla loro cnvinzione di potersi ergere al di sopra di ogni creatura vivente poiché imparentati con l'Angelo. E quella stessa convinzione e più di un Nascosto non andava giù.
Va tutto bene, Nick, non siamo alleati dei Nephilim...” Salem sospirò, ma non fece in tempo a terminare la frase, venendo interrotto dall'altro.
No, tu non capisci! Sono disposto a qualsiasi ripercussione pur di proteggerlo!”
Proteggere chi?”
Di nuovo il capclan si morse il labbro, questa volta facendone uscire un rivolo di sangue, a causa dei denti affilati.
Promettetemi che quest'informazione non uscirà da qui. Giuratemelo!” tuonò, guardando tutti e quattro.
Gilbert per un attimo si sentì mancare, ma annuì come gli altri, mentre Oskar roteava l'indice sollevato a mezz'aria, lanciando un incantesimo su tutta la stanza, per sigillarla e renderla insonorizzata.
A quel punto il Figlio della Luna sembrò tranquillizzarsi, sospirando per l'ennesima volta prima di riprendere il discorso.
Lui ha bisogno della vostra protezione. Siamo Nascosti, mi fido molto più di voi che dei Nephilim, ma quello è risaputo.”
Se è di protezione che tu e il tuo clan avete bisogno, non avete che da chiedere. Tuttavia le regole sono regole, il nostro lavoro va ripagato e agiremo in sotterfugio. Sai bene che non amiamo esporci al Conclave, ci siamo rifiutati di rispondere alla loro chiamata anche per questo.” confermò Salem, annuendo di nuovo. Per una serie di motivi, non avevano mai accettato di far parte dei membri del Conclave, né lui, né Ash. Uno dei motivi era quello: se qualche Nacosto avesse avuto bisogno di fuggire dagli Shadowhunters o dal Conclave stesso, loro avrebbero avuto le mani legate. Oltre alle Case di Magia, per cui non avevano mai chiesto il permesso. Antichi come parte delle piramidi, si erano rifiutati di seguire le regole di un pugno di persone nate millenni dopo al solo scopo di favorire i Nephilim. Neutrali fino in fondo, con quel metodo avrebbero potuto fare essenzialmente ciò che volevano.
Quindi, di che si tratta?” incalzò l'egiziano quando vide che l'altro era ormai sul punto di crollare, dopo aver annuito al proprio monito.
E' mio figlio, Salem. Si tratta di mio figlio. Lui ha ucciso quel Nephilim.”





Questi quattro personaggi appaertengono alla sottoscritta, gradirei che non infrangeste il  copyright e non li riutilizzaste nelle vostre storie, salvo permesso.
L'opera originale "Shadowhunters" e personaggi annessi, sono di proprietà di Cassandra Clare. Ogni riferimento a luoghi, fatti e persone è puramente casuale, mi scuso in caso di omonimia.

Per chi volesse, sono stati realizzati dei chibi dei personaggi, anch'essi di mia proprietà, li potete trovare qui.
   
 
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