Andava avanti ormai da un paio di mesi: ogni volta che Yamaguchi si fermava a dormire da lui, Kei metteva in atto il suo piano.

La prima volta era successo durante una serata d’inverno, tra i tuoni e lo scrosciare della pioggia, quando aveva sentito la porta aprirsi e una presenza tremolante farsi spazio nel suo letto. « Mh? Che succede Yamaguchi? Hai visto che ore sono?»
« S-Scusa, Tsukki, ma…» pigolava tra un singhiozzo trattenuto e un altro « Stavo andando in bagno e…Un fantasma e…Io sono scappato qui, senza farmi sentire…Non mi rimandi dal fantasma, vero, Tsukki? »
« Ma di che fantasma stai parlando? » disse con tutta l’intenzione di rimandarlo in camera sua, ma desistendo davanti al tremolio che scuoteva leggermente le coperte «Oh, e va bene, resta. Ma domani questo fantasma lo cerchiamo insieme e gli diciamo di non spaventarti più! » aveva acconsentito.
« Grazie Tsukki, sei il migliore! » aveva detto abbracciandolo e affossando la testa nel suo pigiama, addormentandosi subito cullato dal respiro dell’altro, che lo aveva abbracciato a sua volta (ma solo per riflesso, eh).

Fu quasi con delusione che Kei il mattino dopo apprese che di fantasmi in quella casa non ce n’era neanche l’ombra.
Infatti non era stato difficile per lui, capire che l’ombra che Yamaguchi aveva visto altri non era che suo fratello che usciva dal bagno.
Il maggiore si era anche mostrato dispiaciuto una volta sentita la storia, ma il suo fratellino era stato tassativo: non avrebbe dovuto farne parola con Yamaguchi; anzi, avrebbe avuto decisamente bisogno del suo aiuto!
E sia mai che Akiteru Tsukishima negasse qualcosa al suo fratellino.

Era iniziata così.
Niente di particolarmente elaborato, ma per un bambino di nemmeno dieci anni era un’idea piuttosto astuta: ogni volta che Yamaguchi si fermava a dormire dai Tsukishima, Akiteru sgusciava fuori dalla sua camera e si metteva in un angolo della stanza degli ospiti, o a strisciare i piedi dal fondo del corridoio.
Provava sensazioni contrastanti, Akiteru. Leggero dispiacere per quel bambino spaventato, ma anche un pizzico di divertimento nello spaventarlo (era pur sempre un bimbetto dispettoso anche lui, in fondo); complicità verso il fratello, ma anche una cieca rassegnazione mista a tenerezza nel vedere i piani arzigogolati che riusciva a creare Kei, pur di non ammettere che dormire con quel frugoletto lentigginoso tra le braccia gli piaceva e non se ne sarebbe dovuto vergognare.

Andava avanti da un paio di mesi, dicevamo.
Mesi in cui Akiteru aveva iniziato a prendeci gusto nel trovare nuovi modi per spaventare il loro ospite; mattine in cui Tsukki si svegliava con qualche arto dolorante per il peso dell'altro su di essi e il pigiama leggermente sbavato, ma non riusciva a rammaricarsene come avrebbe dovuto; notti in cui Tadashi sgusciava nel letto del suo amico e si addormentava appallottolato tra le sue braccia, senza confessare che aveva riconosciuto Akiteru-Kun già dalla seconda volta e che quindi erano i fratelli Tsukishima ad essere stati imbrogliati per tutto quel tempo, a fin di bene.

Alla fine aveva ragione quel detto: non tutti i fantasmi vengono per nuocere ~



Note Palkette ~❀
Zalve! ♥
Rieccomi qui con questa ficcyna corta corta e assolutamente senza pretese, nata solo per tirare su la mia Tsukka (con un giorno di ritardo *COFF*) e ricordarle che le voglio bene e ho sempre una TsukkiYama pronta in canna per lei <3 :3