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Autore: Scythe_Master_Branwen    30/06/2017    0 recensioni
Sono passati tre anni dal matrimonio tra Chris Redfield e Jill Valentine, quando Chris è costretto a ripartire in missione (Resident Evil 6) dopo un lungo periodo di congedo. Qualche mese dopo il suo ritorno, tuttavia, decide di tornare sul campo.
Nel frattempo, una talpa all'interno dell' B.S.A.A. mette a repentaglio la riuscita della missione di Chris, mettendolo in un pericolo mortale dal quale solo Jill potrà salvarlo.
Disclaimer: Jill Valentine e Chris Redfield, così come gli altri personaggi qui presenti sono di proprietà di Shinji Mikami e della CAPCOM. Questa storia è stata scritta semplicemente per la passione che ho per la saga di Resident Evil e per l'amore che provo per Jill e Chris, pertanto non ha fine di lucro e il Copyright si ritiene inviolato. Questa storia, così come i personaggi di Garrison e di Damian (comparirà in uno dei prossimi capitoli), sono, tuttavia, di mia invenzione, pertanto non è possibile fare riferimento a questo racconto o a questi personaggi in altre storie, a meno che non mi venga richiesto o io non dia specificatamente il mio permesso.
Inoltre, avverto che, a parte il primo capitolo, il resto della storia è ambientato dopo Resident Evil 6
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Redfield, Jill Valentine, Leon Scott Kennedy, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Leon era teso come non mai. Luc Garrison aveva lavorato per l’Umbrella Corporation per chissà quanti anni -Come fai ad essere certo che questi file siano autentici?- gli aveva domandato Claire, visibilmente preoccupata alla prospettiva che un possibile infiltrato fosse insieme a Jill -Chi mi ha consegnato questi dati è...una persona di fiducia- aveva risposto lui. Non poteva dirle chi fosse realmente la fonte. Ada lo stava aiutando, come spesso faceva durante le sue missioni e, come sempre, Leon non capiva quale fossero le sue vere intenzioni. Aveva detto che lavorava per qualcuno che voleva Chris morto, quindi non poteva essere al QG della B.S.A.A. senza un altro obiettivo. Ma quale? Mentre rifletteva, venne chiamato -Agente Kennedy! Qualcuno si è infiltrato nella rete di comunicazioni e sta trasmettendo senza autorizzazione!- Leon corse dall’uomo che lo aveva chiamato -Dov’è?- chiese -L’intruso si è collegato ad una centralina di servizio al livello detenzione- gli rispose l’operatore -Claire!- l’amica lo raggiunse e insieme si diressero all’ultimo piano interrato -Quindi Garrison non è l’infiltrato che stiamo cercando?- gli chiese mentre correvano. Leon scosse il capo -Non lo so. Forse questo è un suo collaboratore- disse -Probabilmente sta cercando di avvertirlo che lo abbiamo smascherato-

Arrivarono al livello di detenzione -Tieni- le disse Leon, passandole una pistola.
Claire prese l’arma e tolse la sicura -Pronta- sussurrò al compagno, poi entrambi scesero gli ultimi gradini delle scale. Per poco, non si beccò un proiettile in testa; si riparò contro il muro di fianco a lei -Dannazione- Leon non era stato altrettanto svelto e una pallottola lo aveva colpito di striscio al braccio -Stai bene?- gli chiese; lui annuì -Non ti preoccupare per me. Abbiamo un lavoro da fare- un’altra raffica di proiettili staccò un pezzo di intonaco dalla parete dietro cui erano nascosti. Claire si sporse leggermente e sparò un paio di colpi alla cieca, cercando di colpire l’intruso, senza però riuscire nel suo intento.
-Sta giù!- le gridò Leon allungando il braccio sopra la sua testa, mirando alla mano del nemico che teneva il mitra e aprendo il fuoco; l’altro uomo rotolò di lato, schivando i proiettili in arrivo -Fermo dove sei!- disse Claire puntandogli contro la pistola, ma quello si era girato e aveva iniziato a scappare.

-Signore, le comunicazioni con il nostro agente sotto copertura si sono interrotte- l’uomo seduto alla console di fianco a lui si era irrigidito di colpo, ben consapevole di quale destino attendesse solitamente chi gli comunicava brutte notizie -Causa?- chiese secco -Sconosciuta signore- strinse i pugni -Chiamate Wong, voglio un rapporto sul progresso della sua missione- gli addetti alle comunicazioni si apprestarono ad eseguire i suoi ordini.
-Signore- una voce alle sue spalle lo chiamò -l’R-040 è nuovamente operativo- l’enorme creatura entrò in quel momento, facendo tremare la terra al suo passaggio; lo fissò, i suoi occhi viola che scintillavano di una luce maligna -Attacca gli agenti della B.S.A.A., uccidi tutti, tranne Chris Redfield, Jill Valentine e...l’agente Garrison- ordinò, osservando quell’essere da dietro gli occhiali. La bestia lanciò un potente ruggito e si voltò, correndo in direzione dei portelloni di uscita della base; il ghigno che comparve sul suo volto era di pura soddisfazione: quella creatura era il suo più grande successo con il nuovo Virus.
Con calma, andò nel suo studio privato, aprì la porta e trasse un respiro profondo. Nonostante gli intoppi, le cose stavano procedendo nel verso giusto. Presto, il suo maestro sarebbe stato vendicato e il suo piano avrebbe finalmente avuto successo. Si girò a osservare l’ampia stanza nel quale si trovava: non a caso, aveva fatto costruire quel posto in modo che fosse la copia esatta del luogo nel quale, quello che per lui era stato più di un padre, aveva concepito il suo piano definitivo per la salvezza di chi ne era meritevole. Quel posto non era solo uno studio. Era un tempio dedicato alla sua memoria. Guardò fuori dalla gigantesca vetrata che dava su un abisso profondo decine e decine di metri, osservando lo scuro cielo notturno, parzialmente coperto da alcuni banchi di nubi temporalesche che si stavano radunando; la pioggia in Afghanistan era insolita, ma non quella volta. Quella era la sua pioggia. La pioggia attraverso cui avrebbe iniziato a purificare il genere umano, eliminando coloro che non erano degni di vivere nel nuovo mondo che lui stava creando. Si voltò e rise. Una risata folle, quasi isterica, ma cupa, profonda -Presto!! Molto presto!!- gridò alle ombre della stanza, mentre un lampo la illuminava di una luce sinistra.

Jill si asciugò gli occhi. Non provava una tale sensazione di sollievo da quando Chris l’aveva liberata dal P-30, a Kijuju -Non perderla mai più- rimproverò suo marito consegnandogli la foto che aveva trovato poco prima -Deve essermi caduta quando quel Licker mi ha assalito- disse lui con un’ espressione sorpresa, ma sollevata; i soldati iniziarono a pattugliare il perimetro, in cerca di eventuali altri nemici, mentre raccoglievano alcuni campioni dai cadaveri degli infetti -C’era qualcosa di strano- le disse Chris -Erano estremamente veloci e resistenti- tirò un calcio ad uno dei corpi lì a terra -Potrebbe essere un nuovo tipo di Virus- ipotizzò Jill -Può darsi, ma con la morte di Wesker e la caduta della Neo-Umbrella, non credo che qualcuno abbia più i mezzi o le conoscenze per sviluppare una cosa del genere- intervenne Garrison -comunque, i miei uomini stanno estraendo dei campioni di DNA. Potremo farli analizzare una volta tornati alla base- Jill annuì -Contattiamo l’aereo. Ci serve un’estrazione immediata- disse attivando l’auricolare -Pilota, cerca una zona di atterraggio- non ricevette risposta -Pilota, mi ricevi?- solo rumore bianco e interferenze -La gola potrebbe star disturbando il segnale- suggerì Garrison -Se anche fosse, i vostri sistemi di comunicazione a lungo raggio sono ancora operativi- fece notare Chris scuotendo la testa -C’è sotto qualcosa-

-Agente Wong- una voce la chiamò dal comunicatore della cabina dell’aereo -rapporto- Ada tirò su il sedile e rispose alla chiamata -Missione completata con successo. Il dispositivo è pronto ad entrare in funzione- la voce all’altro capo si fece sospettosa -Perché questo ritardo? Avrebbe dovuto fare rapporto già un’ora fa- Ada mantenne un atteggiamento accondiscendente -Chiedo scusa, ci sono stati degli...imprevisti- ci fu un rumore -Forse puoi spiegare questi imprevisti a me- ad Ada si gelò il sangue nelle vene. La voce era cambiata, questa era più profonda, glaciale e autoritaria -Signore, l’agente Kennedy della DSO si trovava alla base della B.S.A.A. e ho dovuto muovermi con più cautela per non essere individuata- rispose, cercando di darsi un contegno -Ha un senso. Se non fosse che il nostro altro infiltrato al Quartier Generale mi ha informato che qualcuno aveva dato ordine di cercare una donna bianca, magra, con gli occhi scuri e i capelli neri che si faceva chiamare Patricia Clark- Ada iniziò a tremare -Signore, non so come scusarmi è stato...- la voce la zittì bruscamente -Taci. Ora il nostro agente ha interrotto ogni genere di comunicazione, pertanto possiamo supporre che la sua copertura sia saltata, così come quella di Garrison. Attiva quel dispositivo EMP e prega di non aver messo in pericolo la nostra operazione. Torna subito qui e dimostra di valere ancora quello che ti pago- la chiamata si interruppe all’improvviso e Ada rimase nel silenzio dell’abitacolo del Jet. Quell’uomo le metteva paura, una cosa che nessun altro era riuscito a fare prima di allora. Prese in mano il detonatore dell’EMP -Spero che tu sia riuscito a leggere le informazioni di cui avevi bisogno, Mon Amour- mormorò piano, poi premette il bottone sul piccolo telecomando. 

   
 
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