15° Capitolo
Red
Fox – 1° Parte
Ladro
Kid scese sulla teca
con la sua agilità innata.
Aveva superato i laser
tramite un cavo sparato per terra dal condotto d'aerazione in cui si
era infilato. Si guardò attorno e non c'era nessuno, eppure aveva
mandato un avviso. Per esperienza sapeva che quando non c'era nessun
un agente significava che l'ispettore aveva ideato un piano
fantasioso.
Kid aveva in mano un
arnese per tagliare il vetro, l'aveva appena toccato quando udì un
sonoro rumore metallico. Guardò sul pavimento e vide un oggetto
ovale, molto simile a quelli utilizzati per far addormentare i
poliziotti. Si aprì e il fumo invase la stanza. Il ladro corrugò la
fronte, quello era un oggetto usato dai professionisti come lui, non
dalle forze dell'ordine.
Come a rallentatore, una
donna gli fu di fronte in perfetto equilibrio sulla teca. Ladro Kid
fu colto dall'effetto sorpresa e, per la prima volta da molto tempo,
rimase spiazzato.
La ladra indossava una tuta aderente rosso, una
cintura in vita di un tono più scuro. La scollatura profonda, una
treccia bionda sul lato destro e il viso celato dagli occhiali per
vedere i raggi. Kaito si rese conto che ci era passata con un'agilità
pari a quella di sua madre quando era stata la grande Phantom Lady.
Il gioiello in questione
era un anello in cui era incastonato il diamante fucsia più grande
della mondo. Era stata talmente veloce e silenziosa da non notarla.
Gli mise una mano sulla
spalla, portava guanti di pelle.
<< Signorina, credo
ci sia un'incomprensione >>.
Lei fece rispondere un
sorriso agghiacciante e lo spinse giù dalla teca e inevitabilmente
toccò i laser. Un suono penetrante entrò nelle orecchie e Kid si
alzò in piedi, la parte del gentiluomo era finita. Tirò fuori la
spara carte e la donna gli puntò un teaser contro, Kaito saltò per
evitarlo e sparò una carta per gettarla giù. Lei fece un salto
mortale e ricadde morbida. Con il piede disegnò un cerchio sul vetro
e tolse l'anello, mettendolo al dito deliziata. Aveva utilizzato il
tacco come attrezzo per tagliare il vetro.
<< Non credo proprio
>>, mormorò Kid.
I poliziotti arrivarono a
frotte, la ladra non aveva per nulla paura. Saltò come un gatto e si
lanciò fuori dalla finestra, rompendo il vetro. Mentre stava per
buttarsi gli sorrise, seducente, e poi un paracadute la librò giù
dolcemente per sparire in mezzo agli alberi davanti al palazzo.
Sicuramente si era travestita e confusa con una qualsiasi persona di
passaggio.
<< Catturatelo! >>.
Nakamori puntò il dito contro Ladro Kid.
<< Ma ispettore
stavolta non ha rubato lui il diamante >>, obbiettò un
agente.
<< Chi se ne
importa! Catturatelo! >>
<< Ispettore
Nakamori >>, intervenne Kid. << Credo che
lei stai
prendendo... un abbaglio! >>.
Kaito si tolse il cappello
e da lì uscì una luce accecante. Quando ripresero la vista era
ormai lontano nella notte.
<<
Il grande ladro
Kid è stato battuto! L'anello principessa è stato rubato dalla
ladra conosciuta come Red Fox. Operativa da diciotto mesi, Red Fox ha
rubato a New York, Roma, Londra, Sidney, Vienna... Opera maggiormente
ad Osaka, dove si sostiene sia la sua base. Finora sono state rubate
dodici gemme preziose, tutte restituite >>.
<< Ha trovato pane
per i suoi denti! >>, commentò Aoko.
Ma non dire
stupidaggini, pensò
Kaito.
Era di cattivo umore per
essersi fatto rubare l'anello principessa sotto il naso in quel modo.
Ci era riuscita sfruttando la sorpresa e l'agilità, anche lui lo era
molto ma quella ladra era straordinaria.
<< Aoko non credi di
star esagerando? >>.
L'amica aveva tre valige
aperte davanti a lei sul letto di Kaito. I cassetti e l'armadio erano
aperti e c'erano vestiti e scarpe sparsi ovunque.
<< Non possiamo
sapere cosa ci può servire! >>.
<< Sono sei giorni,
non sei mesi >>.
<< Quando ti servirà
questa maglietta >>, gliela mostrò e la piegò in valigia.
<<
Mi ringrazierai >>.
<< Stiamo andando al
campo scuola estivo, Aoko. Andremo al mare, piscina, cena e forse
fuggiremo dalle camere di nascosto dalla sensei >>.
Era una copertura. Il
campo scuola si teneva a Enoshima, una piccola isola collegata con un
ponte, distante all'incirca un'ora e un quarto da Tokyo. Si trovava
nella prefettura di Kanagawa e nella città di Fujisawa si sarebbe
tenuta una mostra di gioielli e pietre preziose. Tra queste c'era una
delle ambre più pure mai trovate, chiamata il Sole Bruno. Pesava sui
cento carati ed era stata regalata da un vecchio facoltoso senza
eredi, in fin di vita.
Enoshima distava meno di
un quarto d'ora e il suo fido assistente avrebbe preso in affitto una
stanza sotto falso nome, un paio di giorni prima del furto.
Aoko chiuse la prima
valigia. << Questa è la tua >>, la mise a
terra. <<
La seconda è la mia >>.
<< E la terza? >>.
<< Shopping e
souvenir! >>. Spinse la valigia verso il ragazzo.
<< Il
tuo costume è sulla tasca davanti >>.
<< E il tuo?
Metterai quel simpatico costume intero di tre anni fa?
>>.
Scoppiò a ridere.
Aoko divenne rossa dalla
rabbia. Gli diede un colpo sulla testa. << Avevi promesso
di
non parlarne più! >>.
Tre anni prima erano
andati al mare con i genitori. L'ispettore faticava a rendersi conto
che la sua piccola bambina era ormai un'adolescente e la
quattordicenne Aoko era stata costretta ad indossare il costume
regalato da lui: intero, con le righe blu e bianche, accollato e con
le ruches sui fianchi. Come Kaito l'aveva vista si era messo a ridere
fino a piangere e Aoko l'aveva rincorso per la spiaggia fino a
costringerlo a nascondersi in acqua.
Da quell'estate Kaito la
prendeva sempre in giro quando si toccava l'argomento e lei non si
era più fatta vedere in costume dall'amico.
<< Quanto sei
irascibile! Meno male che le ragazze sono sempre dolci >>.
<< Peggio per te che
mi fai esasperare >>. Aoko tirò la sua valigia.
<< Ci
vediamo domani mattina a scuola alle nove >>.
<< Ai suoi ordini!
>>, fece il saluto militare.
Lo guardò male, risentita
per aver tirato fuori quell'imbarazzante episodio, e lasciò la
stanza del ragazzo. Kaito la guardò entrare nella villetta e scese
nel garage per prendere la moto e recarsi al bar, per iniziare a
tessere il piano per il furto del Sole Bruno.
<<
Tesoro, ho saputo
della tua sconfitta! >>.
<< Non mi ha
sconfitto proprio nessuno! >>, ribatté Kaito. Gli
bruciava da
morire essere stato sconfitto. Si abbandonò contro lo schienale
della sedia girevole e fece un mezzo giro. << Eppure...
Io quel
mondo di muoversi l'ho già visto >>.
<< Davvero? >>.
Chikage era una ex ladra e sapeva benissimo come ragionava Red Fox.
Lei si era ritirata per sposarsi e avere Kaito ma non si era
dimenticata la sua vita passata.
<< Non so, è un
ricordo lontano. Forse l'ho visto in qualche spettacolo con papà
>>.
<< Uhm... >>,
Chikage si mise a pensare. << Farò qualche ricerca. Ti
chiamerò se ho novità! >>.
Alle
nove l'autobus partì
in direzione di Enoshima. Aoko si era seduta vicino a Keiko e nel
sedile di fianco c'erano Akane e Reiko. La strega Akako si era seduta
dietro la ragazza, non sapeva nemmeno perché aveva accettato di
partecipare a quel campo scuola. Il suo assistente aveva insistito
che doveva frequentare il mondo dei comuni mortali il più possibile.
Guardava il paesaggio scorrere, annoiata.
Kaito era seduto in fondo
al bus con i suoi compagni.
<< Ehi, chi volete
vedere in costume? >>, esordì Takechi, indicando le
compagne.
<< Akako che
domande! >>, rispose Yosai.
<< Lei sì che
merita! >>, concordò Tadao. << Anche Mieko
non è male!
>>.
<< Anche Aoko
Nakamori non mi dispiace >>, fantasticò Takechi.
Kaito fu colto dalla
gelosia, lo investì come uno tsunami. Guardò Aoko e poi i compagni
che annuivano, dandosi gomitate. Lui rimase zitto, cercando di
contenere la gelosia che era esplosa.
L'autobus arrivò alle
dieci e mezza. La professoressa Ikeda li fece scendere e fece di
nuovo l'appello per essere sicuro di non perderli. Anche Saguru si
era unito alla gita, la madre aveva insistito affinché partecipasse
e facesse l'adolescente ogni tanto.
Kaito era conscio che non
appena avesse spedito l'avviso, Saguru avrebbe fatto di tutto per
partecipare alle indagini, infatti l'unica preoccupazione era finire
in camera con lui. Erano dodici ragazzi, quattro per camera, e aveva
ideato un trucco semplice per assicurarsi di non finirci insieme.
Un altro bus bianco si
parcheggiò accanto al loro proveniente da Osaka e ne scesero altri
ventiquattro ragazzi. Il loro insegnante andò a stringere la mano
alla sensei Ikeda.
<< Loro sono i
ragazzi del liceo Imai, provengono da Osaka. Venite tutti dallo
stesso anno scolastico e spero facciate amicizia in questi sei
giorni. Qui >>, mostrò una carteletta. <<
Ho i fogli con
i nomi sulle disposizioni delle camere fatte dall'hotel. Ora faremo
il check-in e poi vi smisterò >>.
Perfetto,
pensò Kaito.
Nella confusione del
check-in si mise vicino alla professoressa e con un movimento veloce
la urtò. Le cadde la cartelletta e lui la raccolse, scambiando
svelto il foglio.
<< Molto gentile
Kuroba >>.
<< Si figuri! >>.
Le ragazze dormivano al
secondo piano e i ragazzi al primo, il ladro non poteva sperare di
meglio. Valutò l'altezza e poteva arrivare a terra con un salto.
Scesero di nuovo nell'androne principale per iniziare a fare amicizia
con gli altri liceali.
Aoko era in compagnia di
un ragazzo e due ragazze. Gli fece segno di avvicinarsi.
<< Lui è Kaito
Kuroba >>.
<< Io sono Makoto
Kouno >>, gli strinse la mano un ragazzo alto, piazzato,
con i
capelli scuri e gli occhi neri, portava gli occhiali.
<< Molto piacere, mi
chiamo Tomi Taniguchi >>. Era una bellezza molto simile
ad
Akako: lunghi ricci biondi, occhi verde smeraldo, fisico statuario e
pelle abbronzata. Si rivolse a Kaito con fare flirtante e Aoko ingoiò
il boccone amaro.
La terza era una ragazza
bassina, corti capelli castani e occhi blu scuro, carnagione rosea.
<< Il mio nome è Miho Okamoto >>.
Non staccava gli occhi dal
parquet. Kaito provò tenerezza per la timidezza della ragazza perché
gli ricordava molto Aoko quando era più piccola.
Le allungò un mazzo di
carte. << Mischiale >>.
La ragazza lo prese,
titubante. Gli obbedì e glielo restituì.
<< Ora scegli una
carta >>.
Ne prese una a caso da un
punto qualunque.
<< Ora rimettila
dove ti pare nel mazzo >>.
Lo fece e Kaito
mischiò ancora e poi glielo porse. Chiuse gli occhi e alzò la mano
destra, poi schioccò le dita della mano sinistra. Li riaprì e una
carta apparve nella sua mano.
<< La tua carta era
un due di cuori >>.
Miho la prese e gli occhi
erano pieni di stupore. << Come hai fatto?
>>
<< Kaito è un
bravissimo illusionista >>, rispose Aoko, una punta
d'orgoglio.
<< Hai altre
straordinarie qualità? >>. Tomi cercò di abbagliarlo con
un
grande sorriso.
Chi si crede di
essere?, pensò Aoko.
<< Stupidaggini >>.
Quella parola fece voltare
Kaito in direzione di Makoto, che lo stava fissando sprezzante.
Oh oh.
Aoko temeva il peggio.
<< Come hai detto?
>>.
<< Sono cavolate. La
magia, l'illusionismo sono solo per chi ha tempo da perdere
>>.
Kaito rispettava le
opinioni altrui ma Aoko sapeva che se c'era una cosa che non dovevano
toccare era l'arte della magia, quella che suo padre gli aveva
insegnato fin dalla nascita.
<< Come
quell'imbecille che si diverte a rubare, Ladro Kid. I ladruncoli di
strada potrebbero fare di meglio >>.
Aoko mise una mano sul
braccio di Kaito, si stava scaldando più di quanto non pensasse.
<< Smettila Makoto
>>, lo difese Miho, timorosa. << Non mi
sembrano affatto
stupidaggini >>.
Kaito cercò di mantenere
la calma, Aoko gli strinse forte il braccio.
<< Be', ognuno ha le
sue opinioni però... >>. Tirò fuori un fazzoletto dalla
tasca
e lo lanciò verso il ragazzo. Si smaterializzò in minuscoli
pezzetti, ne prese al volo alcuni e li lanciò in direzione del
ragazzo. Divennero carte che si infilarono nel pavimento sotto di
lui. Makoto fece un salto indietro.
<< Stupidaggini
direi proprio di no >>.
La discussione stava per
peggiorare e per fortuna gli insegnanti li richiamarono all'ordine,
per prepararsi a trascorrere il primo pomeriggio al mare. Makoto si
unì ai suoi amici, scocciato per il modo di fare di Kaito.
<< Scusalo >>,
disse Tomi. << Lui è sempre, troppo, con i piedi per
terra >>.
<< Sei bravissimo
davvero >>, aggiunse Miho.
La spiaggia era a pochi
passi dall'albergo. La cinquantina di adolescenti si scatenarono in
acqua, a giocare a pallone oppure restare sotto il sole ad
abbronzarsi. Kaito insieme ai compagni di stanza stavano giocando ad
indovinare il colore del costume delle ragazze.
<< La biondina del
liceo Imai ha il costume nero >>, disse Takechi.
<< Io dico blu scuro
>>, fece Ryo.
<< Vi sbagliate.
Rosso intenso, intero e scollato sulla schiena >>,
sentenziò
Kaito.
Tomi uscì dall'acqua con
un costume rosso e i ragazzi si girarono a guardarla. La schiena era
in bella mostra.
Kaito diede il cinque ai
compagni.
<< Keiko ha senza
dubbio un costume grigio a due pezzi >>, disse Tadao.
<< Due pezzi
arancione >>.
Keiko uscì dall'acqua con
un costume a due pezzi arancione, normalissimo e senza fronzoli, come
lei.
<< Quella merita >>,
Takechi indicò una ragazza in piedi nell'acqua, di schiena.
<< Concordo! >>,
dissero gli altri due compagni sorridendo.
<< Perfettamente
d'accordo >>, rise Kaito.
Il costume bianco non era
succinto come quello di Tomi e lasciava intravedere senza essere
volgare. Si allacciava al collo e lasciava libere le spalle, si stava
legando i capelli in una coda.
La ragazza si voltò e
Kaito ebbe la sensazione di soffocare.
<< Lo dicevo io che
Nakamori era diventata niente male >>, disse Takechi.
Keiko e Aoko camminavano
sul bagnasciuga e il ragazzo era sicuro di svenire.
<< Kaito? >>,
lo scosse Ryo. << Ti sei incantato a guardarla?
>>.
<< Ma che dici! >>,
gli levò la mano dalla spalla. << Come se ci fosse
qualcosa da
guardare. Insomma, a malapena riempie un costume! >>.
Avvertì uno strano
silenzio e guardò i compagni, sorridevano a disagio e guardavano
davanti a loro.
Keiko si copriva gli
occhi: conosceva troppo bene l'amica da sapere che quando era
arrabbiata qualcuno poteva farsi molto male.
<< Sei uno... >>.
La mano a pugno di Aoko si abbatté sulla testa del ragazzo.
<<
Stupido, imbecille e cretino! >>.
Si allontanò indignata,
sporcando di sabbia il suo asciugamano. Kaito si massaggiò il punto
del colpo, ci era andata pesante.
<< Mi sa che te lo
sei meritato amico >>.
Aoko
si era arrabbiata
moltissimo per quell'uscita infelice. Lo stupido orgoglio di Kaito
gli aveva fatto aprire la bocca prima di collegarla al cervello ed
ora l'amica era furiosa con lui. Ritornarono in camera al tramonto
per farsi una doccia e scendere a cena. Le camere erano tutte uguali:
due letti a castello bianchi, pavimento in parquet chiaro, una
scrivania e due piccoli armadi ai lati. Una porta conduceva al bagno,
piastrelle azzurre alle pareti e doccia spaziosa.
La cena era servita come
al liceo, si spostavano nella fila con i vassoi e si potevano sedere
dove volevano. Kaito si sedette accanto ad Aoko, insieme a loro
c'erano Keiko, Tomi e Miho. Akako camminò fino al loro tavolo e si
sedette anche lei e Aoko fece cambio di posto con la strega per non
sedersi accanto a Kaito, davanti a quest'ultimo, senza nemmeno
guardarlo. Saguru completò la combriccola.
Notarono tutti la tensione
tra i due e il bernoccolo in testa di Kaito suggeriva un brutto
litigio. Miho, timida, riusciva a malapena a spiccicare qualche
parola e la sua amica Tomi cercava di spronarla.
<< Dove ti ho già
visto? >>, chiese, rivolta a Saguru.
<< Probabilmente su
qualche rivista. Sono un detective >>.
<< Sul serio? >>.
Miho lo guardò ammirata.
<< Un ottimo
detective >>, disse Akako. << Si occupa del
caso di Ladro
Kid insieme al padre di Aoko >>.
Sei proprio una perfida
strega!, pensò
Kaito, guardando storto la
compagna di classe.
<< Wow, quanti
alunni talentuosi ci sono del vostro liceo >>. Tomi si
sfiorò
i capelli con un gesto calcolato. Era affascinante e ne era
cosciente.
<< Aoko mi passi
l'acqua? >>.
<< Certo Kaito >>,
disse lei, finta gentile. << Spero tu possa riempirci il
bicchiere >>.
<< Dai Aoko, stavo
scherzando. Non penso assolutamente che tu sia... >>.
<< Non lo pensi? >>.
I presenti assistevano
alla seconda parte della litigata. Miho e Keiko a disagio, Tomi con
interesse pettegolo. Akako non era dispiaciuta di vederli litigare e
Saguru si godeva la scena.
<< Vogliamo fare
l'elenco delle ragazze con cui sei uscito da quando siamo al liceo?
>>.
<< È proprio
necess... >>. Kaito voleva dissolversi, quando Aoko
partiva in
quarta non c'era modo di fermarla.
Con un solo dito puntato
contro di lui lo interruppe e con l'altra mano prese ad elencare.
<<
Mina, Ayame, Hiroko, Saya, Yuya, Misato... Cos'avevano in comune?
>>,
finse di pensarci su. << Ah sì... Un corpo da favola!
>>.
<< Complimenti
Kuroba >>, disse Tomi. << Devi essere molto
ambito nel
tuo liceo >>.
<< Sei molto meno
imbranato di quanto pensassi >>, aggiunse Akako.
<< Sono davvero
ragazze niente male >>, rincarò la dose Saguru.
La giovane prese il
vassoio. << Quindi non venirmi a dire che non lo pensi.
Per te
le ragazze contano solo se sono stupide e con le curve al punto
giusto >>.
<< Non è vero Aoko!
>>.
Kaito cercò di fermarla
per chiarire e la ragazza fu veloce: gettò gli avanzi e lasciò la
sala, inferocita.
<< Stavolta l'hai
veramente fatta arrabbiare >>.
<< Grazie Keiko. Non
l'avevo notato >>, disse sarcastico.
<< Ci vorrà ben più
di qualche trucco per farti perdonare dalla tua fidanzata
>>,
lo provocò il detective liceale.
<< Aoko non è la
mia fidanzata! >>. Pensò che non era una frase da Saguru.
Che
si fosse accorto del suo amore per Aoko?
Rimandò il quesito, aveva
altro a cui pensare. Nervoso, lasciò la sala e gli passò anche la
fame. Uscì a prendere una boccata d'aria sulla balconata che dava
sul mare, l'aria salmastra gli calmò i nervi. Dei passi dietro di
lui lo fecero voltare e vide Miho.
<< Scusa se ti sto
disturbando >>. Fece per rientrare.
<< No, figurati.
Resta pure >>.
La ragazza si appoggiò
alla ringhiera con le mani, guardando il mare un po' agitato a causa
del vento.
<< Vedrai che ti
perdonerà >>, gli sorrise.
<< Come fai a dirlo?
>>.
<< Perché sono una
ragazza e so che le parole giuste hanno la stessa funzione di quelle
sbagliate: funzionano sempre >>.
Kaito non riusciva a
comprendere il carattere di Miho: era timida e a tratti sicura, come
in quella circostanza.
<< Tu non sei
cresciuta in Giappone vero? >>.
La domanda stupì la
ragazza. << Come l'hai capito? >>
<< A volte si sforzi
a parlare, come se le parole non ti venissero naturali. In genere
succede alle persone che parlano più di una lingua >>.
<< Sei detective
oltre che mago? >>.
<< Solo un
osservatore >>.
<< Ci hai azzeccato.
Mia madre lavora nel settore dello spettacolo come manager e ho
cambiato spesso città. Mio padre è morto quando ero piccola per una
malattia. Ora vivo ad Osaka, dove sono nata, da ormai due anni e
mezzo. Il tempo più lungo in cui credo di aver vissuto da qualche
parte >>, raccontò la propria vita con un po' di
malinconia.
Ora capiva perché era tanto timida: stringere amicizie e scioglierle
in breve tempo l'aveva resa diffidente per paura di perdere
nuovamente le persone a cui voleva bene. << Mamma è una
grande
persona, mi ha cresciuta e l'ammiro molto >>
<< Anche mio padre è
morto quando ero piccolo, ti comprendo benissimo >>.
<< Domani andremo in
gita per l'isola, si sta facendo tardi. Buonanotte Kaito
>>.
La guardò rientrare e
pensò che era una bella persona, come Aoko. Timide, insicure ma
sapevano tirare fuori il carattere nell'occasione giusta.
Kaito
aveva dormito cinque
ore, aveva elaborato qualche piano e comunicato con Jii le prime
direttive per il furto.
L'isola era piccola, una
vera trappola per turisti. La baia con le acque cristalline, la
sabbia fine e le poche case sparse per l'isola rendevano l'atmosfera
gradevole e si divertirono molto.
All'ora di pranzo, Kaito
imbucò l'avviso nella cassetta delle lettere con posta prioritaria,
sarebbe giunta alla stazione di polizia di Fujisawa il giorno dopo.
Ritornò poi dai compagni, come se niente fosse. Aoko seguitava ad
ignorarlo e a rivolgergli poche frasi, chiacchierava molto con Tomi,
Miho e Akako.
Il pomeriggio li
lasciarono liberi in piscina, gli insegnanti pensavano che tutte le
gite scolastiche dovevano essere così. Con la scusa di rilassarsi
sulla sdraio e ascoltare musica, si mise le cuffie e calò il
parasole sugli occhi. In verità stava ascoltando la storia del
palazzo e della struttura registrate da Jii, che era già giunto in
città e ispezionato gli esterni. Si sarebbe infiltrato come addetto
alla pulizia e piazzato un registratore per stanza, mimetizzandoli
sotto le cornici dei quadri e nei battiscopa.
<< Kaito vieni a
giocare! >>, lo chiamò Tadao. << Inizia la
partita di
pallanuoto! >>.
Indicò le cuffie e alzò
le spalle, per essere lasciato in pace. Saguru era nella piscina,
appoggiato ai bordi e Aoko si avvicinò a lui.
<< Ti stai
divertendo? >>.
<< È rilassante.
Sei ancora arrabbiata con Kaito? >>.
<< Chi lo pensa a
quello stupido! >>, esclamò, stizzita.
<< Non penso che
solo le belle ragazze siano senza cervello. Tu sei entrambe le cose
>>, disse Saguru.
Il complimento colorò di
rosso la faccia di Aoko. Perché Kaito non era gentile come lui? Quel
fare da sbruffone la mandava su tutte le furie. <<
G-grazie >>.
Kaito, con la coda
dell'occhio, vide i due parlare e si tolse una cuffia dall'orecchio
ma non riusciva a sentire nulla, erano troppo lontani. I colpi di
pallone e gli strilli di entusiasmo della partita coprivano ogni
altro rumore
Si rese conto di aver
perso i successivi venti secondi della registrazione e la rimandò
indietro, maledicendosi. Non si poteva deconcentrare, avrebbe pensato
a scusarsi con Aoko dopo il furto.
Sarò
lieto di rubare
il vostro Sole Bruno venerdì.
Ladro Kid
Saguru
strinse la prima
pagina del quotidiano e fu istintivo guardare Kaito che rideva e
faceva colazione sereno con i compagni.
Quanto era sfacciato?
Incurante dei problemi che creava, dei soldi spesi, della pazienza e
dalla salute che l'ispettore Nakamori ci perdeva. Era la sua
occasione per prendere un campione di DNA a Ladro Kid.
<< Quello spaccone
>>, commentò Makoto.
<< Sarebbe
fantastico vederlo in azione! >>, disse Tomi.
<< Tuo padre ci
sarà? >>, domandò Keiko all'amica.
Aoko annuì. << Mi
ha scritto poco fa. Ha detto che si metterà in viaggio subito
>>.
Kaito si versò altro
succo. Non si può
dire che sia uno che
demorde.
<<
Ispettore
Nakamori >>, disse un agente. <<
L'ispettrice Fukuda mi
ha detto di scortarla all'interno del palazzo >>.
L'uomo fu introdotto
nell'ingresso. Era un lungo corridoio con una scala in fondo, le
pareti erano tinteggiate di bianco e il pavimento era di legno scuro.
Lo guidò fino all'ultima sala dove c'era una donna.
L'ispettrice Fukuda era
sulla quarantina, un metro e sessanta. I capelli ramati erano
raccolti in una coda scolpita, gli occhi erano di una sfumatura di
azzurro gelido. Il viso appuntito aveva un'espressione seria.
Impartiva ordini senza intaccare la sua compostezza.
<< Lei deve essere
l'ispettore Nakamori >>.
<< Esatto >>.
<< Ispettrice Seiko
Fukuda >>, gli strinse la mano con forza.
<< Sono
dell'unità anticrimine di Osaka >>.
Nakamori si mostrò
confuso. << Mi perdoni ma ero convinto di lavorare con
l'ispettore di questa città >>.
La donna gli porse un
biglietto. << Mi occupo di Red Fox >>.
<< La ladra che ha
rubato l'anello principessa la scorsa settimana? >>.
<< Ha mandato quel
biglietto ieri sera, penso sia una sfida aperta al vostro ladro. La
mia intenzione è catturarla, la seguo da diciotto mesi >>.
<< Glielo auguro. Io
sono ormai vent'anni che cerco di catturare Ladro Kid >>.
<< Allora
auguriamoci che venerdì sia la fine di entrambi >>. Gli
fece
segno di seguirla e lo guidò su per le scale.
Il Sole Bruno era esposto
dentro una vetrina rettangolare, insieme ad altre gioielli. C'erano
due telecamere e riprendevano la stanza a 360 gradi. L'unica finestra
era sigillata e non si poteva aprire, l'unica via d'accesso era la
porta da cui erano entrati.
<< Piazzerò dei
poliziotti all'entrata dal corridoio e altri due dentro la stanza.
Per sicurezza ci sarà anche un'agente alla finestra >>.
<< La vetrina ha un
qualche sistema di antifurto? >>.
<< Possiede un
sensore molto sensibile, non appena viene sfiorato suona l'allarme e
chiude l'ingresso principale. Farò chiudere la porta sul tetto e non
potranno fuggire con l'aliante e il paracadute >>.
<< Ritengo di dover
dotare gli agenti di maschere antigas >>.
<< Sono d'accordo.
L'ultimo gioiello è stato rubato grazie a questa banalità
>>.
Fukuda era dura, intelligente e dotata di molta fermezza. Nakamori
non la conosceva abbastanza e non sapeva che avrebbe cercato di
catturare Red Fox con metodi poco convenzionali.
Kaito
stava partecipando
al laboratorio d'animazione, chiedendosi cosa avesse fatto di male
perché si sentiva una marionetta ammaestrata. Aveva partecipato a
quel dannato campo scuola solo perché Aoko gli aveva messo davanti
il foglio di partecipazione e l'aveva minacciato con una penna. Il
cellulare vibrò e ringraziò il cielo per la sua salvezza.
<< Pronto mamma? >>.
Chikage era seduta alla
scrivania nella camera da letto, lo schermo del portatile era l'unica
fonte di luce. << Tesoro, ho quelle informazioni!
>>.
Kaito si allontanò e si
appoggiò al muro. << Ti ascolto >>.
La madre parlò per circa
dieci minuti e il ragazzo sgranò gli occhi. A conversazione finita
fissò il gruppetto formato da Tomi, Miho, Keiko e Aoko, che si
stavano divertendo con gli animatori al laboratorio.
Ti ho beccata, Red Fox.
Angolo autrice!
Salve lettori!
Questo capitolo, come
anticipato, sarà diviso in due parti e nel prossimo ci sarà un po'
di azione e una punta di romanticismo :D
Grazie per chi l'ha messa
tra le preferite, le seguite e le ricordate! Un ringraziamento anche
a chi l'ha letta!
Alla prossima magia ;)