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Autore: YukiWhite97    30/06/2017    0 recensioni
"Se la vita di Llweran era frenetica, quella di Legolas non era da meno".
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"E la sua vita era cambiata poco più di sedici anni prima, quando il suo piccolo Llweran era venuto al mondo, così all'improvviso, senza che nessuno se lo aspettasse".
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Aragorn/Legolas & molto altro.
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Se vi piacciono le mpreg, il fluff, gli intrighi familiari peggio di "Beautiful" e gli stereotipi da liceo americano, questa è la storia che fa al caso vostro!
[Primissima fanfiction in questo fandom, siate buoni se potete ^^]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aragorn, Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg, Triangolo
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Qualche giorno dopo...

 

Probabilmente il riprendere a lavorare era stato d’aiuto a Legolas e al suo malumore. Certo, una parte di sé era ancorata alla sofferenza, ma per il resto si era obbligato ad andare avanti e a ritrovare il buon umore.

E questo ovviamente non aveva nulla a che vedere con il fatto che avesse incontrato un uomo molto carino e gentile…

“Legolas, ma a che pensi?”

Il biondo si sentì chiamare da Sam.

Finalmente lui e la sua adorata “Compagnia dell’anello” si ritrovavano a passare del tempo insieme dopo gli spiacevoli eventi capitati.

E ovviamente la mancanza di Boromir si sentiva eccome. Vi era come un posto vuoto all’interno del gruppo, ma quest’ultimo era e sarebbe rimasto unito.

“A niente, non sto pensando a niente” - disse guardando pensieroso le carte da poker che teneva in mano. Avevano improvvisato una partita per passare il tempo, nonostante non fosse molto portato.

“Guarda che noi ti conosciamo bene – Frodo gli puntò il dito contro – tu pensi a qualcosa… o magari a qualcuno”

“Oh – sbuffò gettando le carte sul tavolo – ma a voi non sfugge niente?”

“Suvvia, Legolas – Gandalf lo chiamò con tono pacato, mentre fumava la sua pipa – voglio tirare ad indovinare…. Hai conosciuto qualcuno, vero?”

L’altro avrebbe tanto voluto negare, ma di fronte l’evidenza come avrebbe potuto? Il suo tentennamento fece immediatamente crollare ogni possibilità di uscir fuori da quella conversazione strana.

“Lo sapevo – Merry batté il pugno sul tavolo – chi è lui?”

“E’ carino?” - domandò prontamente Frodo.

“Ma soprattutto, è ricco?” - aggiunse Pipino.

“Basta! - sbottò arrossendo – siete degli impiccioni! Comunque – il suo tono si addolcì un attimo – sì… è carino… s chiama Faramir, ma non so se è ricco o meno...”

“Ah, questo è fantastico – sentenziò Sam – insomma, era giunta l’ora di voltare pagina”

“Frena, frena, frena! - Legolas gli fece segno di stare calmo – io non ho voltato pagine con nessuno! L’ho visto una volta sola e molto probabilmente non lo rivedrò mai più!”

“Ah, quante sciocchezze...” - si limitò a borbottare Gimli, mentre sorseggiava un bicchiere di birra.

“Beh, tu che ne sai, magari il destino farà il suo corso – Frodo gli rivolse un sorriso malizioso – non ci sarebbe nulla di male a costruirsi una nuova vita”

“Sapete che c’è? - disse con sarcasmo, alzandosi – siete molto gentili a preoccuparvi per me, vi garantisco che nel momento in cui mi servirà un’agenzia matrimoniale mi rivolgerò a voi e….”

La sua frase fu interrotta da un suono proveniente dall’esterno, precisamente dal suono di un clacson.

“Oh beh, è arrivata” - disse Frodo.

 

Lo stesso suono era arrivato al piano di sopra. Shauna era scesa giù per le scale, seguita dal numeroso gruppo di amici.

“Io comunque continuo a ripetere che non sia una buona idea” - Llweran strofinò i palmi delle mani gli uni sugli altri nervosamente.

“Oh! - Shauna alzò gli occhi al cielo – senti Llweran, Enya è l’unica che ci può salvare e se vuoi mantenere la tua promessa allora taci!”

Il biondo si portò una mano sulla testa, mentre Eldarion gli si avvicinava.

“Ma che ha di particolare questa Enya ?” - domandò.

“Diciamo solo che ha l’aspetto di un angelo e il carattere di un diavolo, pff – sbuffò – andiamo...”

Frodo andò ad aprire la porta.

“Enya!” - esclamò sorridendo.

La giovane donna davanti a lui aveva dei lunghi capelli biondo cenere, occhi azzurri ed un’espressione fiera che distgolieva l’attenzione dalla sua bassa statura.

“Mio caro Frodo! - esclamò lei gettandogli le braccia al collo – mi sei mancato, mi siete mancati tutti voi!”

Gli altri accolsero con gioia la nuova arrivata, tutti tranne Gimli che la guardava come se avesse tanto voluto che non fosse lì. E di questo Enya se ne accorse.

“Gimli – disse portandosi una mano sul fianco - vedo che sei sempre più burbero”

“Tsk, Enya – chiamò – e tu sei sempre più irritante”

“Oh, grazie! - si voltò un attimo, urlando qualcosa – papà sbrigati con quelle valigie! - poi guardò Sam – dov’è la mia piccola Shauna?”

“E’ di là, ti sta aspettando” - rispose lui.

La donna allora si allontanò.

Poco dopo dalla porta aperta entrò un uomo dai capelli grigi che tentava di trascinarsi dietro delle valigie.

“Enya! Ah, io sono vecchio, non doverebbero essere lavori per me!”

“Zio Bilbo! - esclamò Frodo – ti aiuto io, non preoccuparti, Enya è già andata a tormentare i ragazzi. Non è cambiata di una virgola”

“No che non è cambiata, ha lo stesso carattere di suo padre. Anche Thorin era così” - disse intristendosi. Frodo si morse il labbro, non sapendo che dire. La situazione si sarebbe sicuramente incupita se non fosse stato per Gandalf.

“Beh? Ti sembra questo il modo di salutare un vecchio amico?” - disse quest’ultimo allegramente.

 

Nel frattempo Enya aveva raggiunto Shauna e l’aveva abbracciata.

“Sei così carina, così carina! Sei troppo carina! - esclamò – e dimmi, ce l’hai già un fidanzato?”

“Sì, ma non è questo il momento di parlarne! - disse imbarazzata – emh, emh. Zia Enya... Una, Sabia e Llweran li conosci già. Lui è Eldarion, ed era… insomma, era il capitano...”

“Ah, tanto piacere Eldarion. Sei gracilino per essere stato un capitano”

Il ragazzo sorrise nervosamente, rivolgendosi a Llweran.

“Ma fa sempre così?”

“Credimi, non hai ancora visto niente” - sbuffò lui.

“Dunque, da quello che Shauna mi ha detto, mi avete chiamato perché avete bisogno di me” - disse con una certa solennità.

“Emh sì – Llweran si sgranchì la voce – Eldarion non può più essere il nostro capitano ed io non posso prendere il suo posto. Quindi ci siamo rivolti a te”

“Mh – disse fiera – ho giocato per tutti e quattro gli anni del liceo, e ho sempre portato la mia squadra alla vittoria. Se solo – il suo sguardo si incupì – se solo non avessi mandato all’aria tutto. Un canestro, all’ultimo anno, un solo canestro ci divideva dalla vittoria. Ah, ma che importa! L’importante è che io ci sia per voi!”

“Allora ci aiuterai?” - domandò Eldarion contento.

“Certo. Pertanto portatemi dalla vostra squadra!”

 

“COME SAREBBE A DIRE LA SQUADRA DI BASKET SI E’ SCIOLTA?”

Eldarion era più che certo che di lì a poco gli sarebbe venuto un infarto. Purtroppo il preside Saruman aveva detto la verità, ed era stato anche molto chiaro.

“Mi spiace, ma purtroppo non so che dirvi – rispose lui – alcuni si sono trasferiti e altri hanno mollato, e sapete meglio di me che se non c’è il numero giusto di giocatori è impossibile giocare”

“Ma questo non è possibile! - Llweran sbuffò – ci allontaniamo per qualche giorno e succede questo?”

“Calma ragazzi, calma – Enya era seria – c’è sempre una soluzione”

“La soluzione ci sarebbe, potreste reclutare dei nuovi membri” - disse il preside.

“Sì, e come? Non è facile come può sembrare, bisogno scegliere accuratamente i membri di una squadra” - Eldarion si portò le mani tra i capelli, esasperato.

“Mmmh – ad Enya si illuminarono gli occhi, segno che doveva aver avuto un’idea – e se foste voi altri a sostituire la squadra?”

“Eh?! Noi?!” - domandò Shauna.

“Ma non sappiamo niente su come si gioca!” - esclamò Una.

“Concordo, è una pessima idea” - disse Eldarion.

“Per lei sarebbe un problema?” - domandò Llweran rivolgendosi a Saruman.

“Non so. Di solito non mescolo maschie femmine nella stessa squadra e...”

“Oh, andiamo vecchio, non faccia questi discorsi arcaici e ci dia il consenso!” - esclamò Enya

Saruman sospirò spazientito davanti l’arroganza di quella donna.

“E va bene, va bene. Ma vi prego, non fatemene pentire”

“Non si preoccupi, non accadrà” - disse lei sorridendo divertita.

Llwerane d Eldarion invece si guardarono allibiti. Non avevano idea di cosa ne sarebbe uscito fuori.

 

Poco più tardi il gruppo si riunì nel giardino della casa di Llweran, e vennero raggiunti anche da Elladan, Elrohir e dalla briosa Tauriel.

La tensione e l’agitazione erano palpabili, dopotutto come avrebbero potuto diventare una squadra vincente in poco tempo?

“Bene ragazzi, statemi a sentire – esordì Enya – purtroppo non ho ancora la capacità di fare miracoli. Pertanto dovrete impegnarvi! Ho già fallito una volta e non fallirò di nuovo. A costo di farvi sputare sangue!”

Sabia alzò una mano.

“Almeno potremo avere tempo, che ne so… per una merenda veloce?”

“Niente merenda, niente di niente! Abbiamo del lavoro da fare, e pietà per nessuno!”

Se i modi di fare di Enya aveva intimorito i ragazzi, lo stesso non si poteva dire per Tauriel, che annoiata si limava le unghie.

“Questa qui non è un po’ bassa per giocare a basket?” - domandò tranquillamente.

Enya inarcò un sopracciglio.

“Stammi a sentire sotto specie di Barbie rossastra, non è necessario essere alti per essere dei bravi giocatori! E comunque adesso i ruoli li decido io: Come da programma Llweran è il playmaker. Shauna, tu sarai la guardia tiratrice, Una ed Elladan saranno rispettivamente l’ala piccola e l’ala grande Elrohir, che è il più spilungone, sarà il pivot, tutto chiaro?”

Sabia alzò timidamente la mano.

“Ed io che cosa faccio?”

“Una cosa importantissima. Tu dovrai stare in panchina. Sembra scontato, ma è importante, perché se qualcuno di loro si fa male, tu devi sostituirlo, chiaro?”

“Chiaro” - sospirò

“Beh, almeno qualcuno mi terrà compagnia” - sospirò Eldarion.

“Io ovviamente farò la ragazza pon pon, vero?” - disse Tauriel.

“Assolutamente sì. E adesso – Enya prese la palla in mano – si comincerà con la pratica e sappiate che non avrò pietà”

In quel momento comparve Thranduil dalla porta sul retro.

“Ragazzi scusate, per caso avete se...” - si bloccò di colpo quando vide Enya.

I ragazzi notaorno immediatamente ceem i due si stessero fissando in cagnesco, lasciando intendere che vi fosse un antica rivalità. Enya sorrise divertita e gli andò incontro.

“Guarda chi si vede...”

“Enya – la chiamò sprezzante - Mio Dio, i ragazzi devono essere proprio disperati per rivolgersi a te”

“Sei proprio tenero come ti ricordavo. Certo che.. - lo guardò – ti trovò un po’ ingrassato, biondino

Lui le lanciò un'occhiata velenosa.

“E tu sei diventata più bassa, nana

“Va bene, va bene! - Llweran intervenne per separarli – non è il caso di scaldarsi, nonno tu puoi andare, è tutto a posto”

Alla fine il ragazzo riuscì ad evitare una guerra tra i due, ed il faticoso allenamento di basket ebbe inizio. Per i Llweran, Elladan ed Elrohir non fu difficile considerando l‘esperienza che avevano, contrariamente alle ragazze.

“Metteteci più energia! - Enya urlava come una forsennata – Shauna, più forza in quelle braccia. Guarda che ti faccio fare sollevamento pesi e flessioni per tre giorno di fila! E voi, sorelline, non state così appiccicate”

“Mi fa tanta paura...” - Sabia sussurrò.

“Datemi la forza per non impazzire...” - disse Una nervosamente.

“Ragazze, io vi ringrazio, ma non siete costretti a farlo – disse Llweran – Insomma, avete anche i vostri impegni, tu con il canto, e voi con la musica e la pittura”

“Non preoccuparti Llweran, noi ragazze siamo in grado di fare due cose contemporaneamente. Anche se devo capire ancora come farò a giocare e a cantare alla festa di fine anno”

“Vi ringrazio, siete davvero fantastiche” - Llweran disse ciò rivolgendosi, almeno in apparenza, a tutte e tre, ma era ovvio che si stesse rivolgendo ad una persona in particolare. E Shauna ciò lo capì. Per questo fece per avvicinarsi e baciarlo, ma ovviamente fu frenata da Enya.

“E tu! - diede un colpo sulla testa del biondo – non pensare di poter battere la fiacca solo perché sei il play maker andate, andate, andateeee!”

 

Le ore di lavoro erano passate abbastanza veloci per Legolas e fortunatamente di Aragorn non c’era stata neanche l’ombra.

E per fortuna, si ritrovò a pensare. E adesso poteva godersi una meritatissima pausa caffè.

Arrivò ad una macchinetta e infilò una banconota da cinque dollari.

Peccato che la macchinetta non sembrava intenzionata a ridargli il resto.

“Oh no – sbuffò – andiamo, andiamo!”

In aiuto del “biondo principe in difficoltà”arrivò un cavaliere non del tutto inaspettato.

“Amh, ti serve una mano?”

Sorprendentemente l’altro lo riconobbe immediatamente. Come prima reazione ebbe quella di indietreggiare.

“Tu...”

“Buono, buono, sta tranquillo, lo so cosa stai pensando e no, non sono una stalker. La mia officina è qui vicina, tutto qua”

Legolas si avvicinò con cautela. Adesso che lo osservava da vicino si rendeva contro che era più carino di quanto ricordasse.

“Emh…. Non mi avevi offerto aiuto?”

“Ah sì ma certo. Conosco bene queste macchinette, bisogna colpirle un po’ alle volte” - disse battendo contro essa. Poco dopo si sentì un rumore metallico, certo che la macchinetta dovesse aver rilasciato le monete.

“Oh, ecco fatto”

“Grazie – Legolas si abbassò per prendere il denaro – non so cosa avrei fatto senza di te”

“Beh, magari così mi faccio perdonare per l’altra volta” - disse sorridendo e facendo sorridere anche Legolas.

“Va bene così. Mi dispiace di averti dato del deficiente”

“Ah, non fa niente, non sono troppo bravo a guidare. Però potresti dirmi il tuo nome, così starei meglio”

“… Mi chiamo Legolas….” - disse lusingati.

“Oh, un nome adorabile, Legolas” - ripeté

Parlare con Faramir si rivelò essere molto piacevole, ed inoltre quanto poteva essere casuale il fatto che si fossero incontrati per una seconda volta?

 

Aragorn uscì in quello stesso momento per la pausa, e si immobilizzò quando si accorse di Legolas che parlava con un uomo. Chi era costui? E soprattutto perché Legoals gli sorrideva in quel modo e perché la sua gote era arrossata?

Un potente moto di gelosia lo colse. Doveva avvicinarsi ed indagare, e lo avrebbe fatto con la scusa di un caffè.

“Sera, Legolas” - salutò tentando di apparire freddo.

“Amh – il biondo si sgranchì la voce – salve… “

“Un tuo amico?”

“Lui è… Faramir. Faramir lui è il mio capo, Aragorn Strider”

“Ah, lo consoco di fama ovviamente, piacere” - disse stringendogli la mano.

“Piacere mio” - Aragorn ricambiò il gesto, squadrandolo.

“Mi raccomando si tenga stretto un dipendente come Legolas” - disse l’altro lanciando un’occhiata al biondo e facendolo arrossire.

Di ciò Aragorn se ne accorse, e sbuffò seccato.

“Lo farò”

“Beh, adesso però sarà meglio che torni dentro – Legolas capì che sarebbe stato meglio andare - Ci si vede, Faramir”

“Ci si vede, Legolas”

Aragorn, con la coda dell’occhio, aveva osservato tutto, aveva visto le occhiate che Faramir lanciava a Legolas, e la cosa non gli piaceva affatto. D’accordo, non stavano più insieme e non erano più nulla, ma almeno voleva tentare di proteggerlo per evitare che soffrisse un’altra volta.

 

“Sono a casa!”- Legolas rientrò battendo la porta.

“Ssssh – Thranduil lo zittì – Llweran sta dormendo”

Ed effettivamente il ragazzo sembrava trovarsi in un bellissimo sogno, disteso malamente sul divano.

“Oh – Legolas gli posò un bacio sulla fronte – Enya deve averli strapazzati”

“Già. Tu invece mi sembri piuttosto allegro”

“Io? - domandò – no, sono sempre lo stesso”

“Legolas, andiamo. Lo sai che non puoi mentirmi”

“Hai ragione. Non è niente di che, è solo che ho conosciuto quest’uomo e...”

“Hai conosciuto chi?!”

“Senti, non farti troppi film mentali. Siamo solo semplici conoscenti”

“Sai, io non ho nulla in contrario se ti rifai una nuova vita, anzi, se questo può aiutarti a dimenticare Aragorn e il resto, non può che fartmi piacere. Solo devi procedere con calma, non voglio che tu soffra ancora. E inoltre assicurati che sia qualcuno che potrebbe andare bene anche per tuo figlio”

“Ecco, hai visto? Ti avevo detto niente film mentali? Saprò cavarmela, sta tranquillo” - disse passandogli davanti

“E adesso dove vai?”

“A dormire”

“Ma come non mi aiuti a spostare tuo figlio nel suo letto?”

“Ah, non vorrei mai farti sforzare, in questo periodo sei così fragilino” - lo prese in giro

“Tsk…. figlio ingrato”

Legolas si chiuse in camera sua. Dopo essersi steso a letto prese ad osservare lo schermo del telefono. Tra le mani stringeva un biglietto che Faramir gli aveva passato fugacemente. Ora, lui gli piaceva, su questo non c’erano dubbi, ma davvero si sentiva pronto per ricominciare?

Io amo ancora Aragorn, questo è certo. Ma non posso continuare a stargli dietro, devo ricominciare e devo rincominciare da qui e adesso!

Deciso, scrisse un messaggi e poi lo inviò al numero.

Faramir gli rispose subito, quasi come se non avesse atteso altro.

Era la cosa giusta. Era così che doveva andare.

   
 
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