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Autore: I_love_villains    02/07/2017    1 recensioni
Un nuovo survival game sta per iniziare.
Chi diventerà Dio stavolta?
[Storia ad OC. Iscrizioni chiuse]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Altri, Deus Ex Machina, Murumuru
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Aya aprì la porta della cucina di Naoko e trovò la sua amica e Ryo stesi per terra, lei su di lui.
“Scusate il disturbo, raga’, ma avevo sete” si scusò la ragazza facendo finta di niente.
Gli altri due si alzarono lestamete da terra, rossi come peperoni.
“Sul serio, continuate pure, non fate caso a me.”
“Zitta, non è come pensi!” gridò Ryo mentre lei usciva.
“Certo, come no” disse la mora, accondiscendente. Fece un occhiolino a Naoko e chiuse la porta.
La rossa, che si sentiva una stufa, riprese a tagliare le verdure.
“P- pulisco io per terra, se vuoi” si offrì il ragazzo.
“Mh” fece Naoko per non sentirsi balbettare a sua volta.
Dopo l’incontro al bar avevano deciso che la casa di Naoko sarebbe stata la loro base. In questo modo, se qualche altro proprietario la scopriva, potevano contare su altri due rifugi. La ragazza non aveva acconsentito subito. Anche se si fidava di loro due, la imbarazzava averli in casa. L‘unico che veniva a trovarla ogni tanto era il fratellino, al massimo suo zio, ma per il resto si godeva la sua tranquillità. Adesso essa era fortemente compromessa. Ryo, per aiutarla con la cena, era scivolato sulle uova che aveva accidentalmente fatto cadere e lei, per sorreggerlo, era finita a terra con lui. Naturalmente Candace doveva bere proprio in quel momento. Naoko sospirò. Il rosa gli piaceva. Da tempo fantasticava di trovare l’uomo a cui era legata col filo rosso, ma era talmente insicura dei propri sentimenti e di quelli degli altri che non aveva mai avuto una relazione.
E di certo non posso pensarci ora che sta succedendo questo casino” si disse, servendo la cena a tavola.
Dapprima mangiarono silenziosamente, poi la rossa decise di rompere il silenzio: “Che ne dite di continuare a conoscerci? Per ora so solo che proprietari siete, l’età e il vostro lavoro.”
“Cosa vuoi sapere?” domandò Ryo.
“Bastano anche cose utili al survival game, tipo punti di forza e debolezza.”
“Ok, bella” acconsentì Aya. “Tu sai usare bene la katana, io una mazza da baseball. E tu hai armi?”
“Preferisco il corpo a corpo, ma …”
“Sì, ho notato” sghignazzò lei.
“Ma uso anche attrezzi da operaio. Chiudi quella boccaccia!” le intimò Ryo tornando ad arrossire.
Naoko tossicchiò imbarazzata.
“Punti deboli?”
“Beh, mio fratello” sospirò il ragazzo. “Ho sempre paura che possa succedergli qualcosa. È per lui che ho deciso di allearmi con voi.”
“Anche io ho un fratello, ma è al sicuro.”
“Sono molto piccoli?” chiese Aya.
“Beh, no” rispose Ryo. “Anzi, ha due anni in più, ma è cieco e ancora gli serve assistenza.”
“Quindi se tu muori …”
“Sì, Candace, vorrei che voi ve ne occupaste, in un tal caso. Purtroppo non ho nessun altro a cui chiederlo.”
“Tranquillo, Fenicottero, sono più responsabile di ciò che sembra” gli sorrise gentilmente la bruna.
Lui sbuffò al soprannome, rassegnato, ma ricambiò il sorriso.
“Ditemi di voi. Altri parenti?”
“Mio fratello abita con mio zio” raccontò Naoko. “Ha dodici anni e sta imparando anche lui il karate. I miei genitori sono separati e solo nostra madre ogni tanto ci viene a trovare.”
“Io non li vedo da un pezzo i miei” annunciò Aya. “Vivo autonomamente da non so quanto e mi sta bene: faccio tutto quello che mi pare e piace. Anche se avere una sorellina non mi dispiace!”
“Mi soffochi!” protestò Naoko quando lei la abbracciò entusiasta.
Il ragazzo rise divertito. Quelle due gli piacevano sempre di più; peccato non averle incontrate in un’altra occasione.
“Ehi, io sto aspettando che mi diciate i vostri punti deboli.”
“Ah, giusto … Mmh, credo arrampicarmi. Non sono molto brava. Però so correre veloce, truffare la gente e ho fatto qualche rissa” elencò orgogliosa la mora.
“Beh, io ho affrontato altra gente con la katana e ho vinto alcune sfide, ma era roba controllata. Insomma, nessuno mirava ad uccidere l’altro. E poi ho paura dei film horror: come faccio a provocare uno spargimento di sangue se poi svengo?” sdrammatizzò la rossa.
“Io una volta ho colpito forte uno in testa, ma è solo svenuto. Se l’era cercata, comunque …”
“Sono esperto in risse e so che ti possono sfuggire di mano. Infatti …”
Si interruppe. Non voleva che avessero un giudizio negativo su di lui, soprattutto Naoko. Fu proprio lei ad esortarlo a continuare.
“Io sono in stato in carcere per sei anni” cominciò il rosa. Le ragazze lo guardarono sorprese, smettendo di mangiare. “Già … facevo parte di una gang, diciamo. Saccheggiavo la gente, mi piaceva far paura alle persone, ma soprattutto adoravo fare a botte. Un giorno … uno ci ha riesso la pelle. Questo mi ha aperto gli occhi. Non sono fuggito, anche perché ero troppo sotto shock per farlo. Da quando sono uscito, cinque anni fa, mi sono difeso e basta. Niente più scontri per me.”
“Mi dispiace” fece Naoko stringendogli per un attimo la mano.
Lui sorrise per ringraziarla.
“First, posso leggere un attimo il tuo diario?”
“Perché?” domandò a sua volta lei, sorpresa.
“Per vedere se il matrimonio sarà nei prossimi tre mesi.”
Ryo le diede uno scappellotto, stanco di quelle frecciatine. Aya non se la prese.
“Okay, in effetti il suo tipo dovrebbe essere più morbidoso, a considerare la quantità di peluche che tiene in camera.”
“Mi piacciono, problemi?” fece Naoko mettendo il broncio e incrociando le braccia.
“Oh, adorabile” rise la mora pizzicandogli una guancia.
“Candaaace” si lamentò lei non riuscendo a trattenere una risata.
Ryo ridacchiò, anche se non riuscì a mettere completamente da parte i pensieri seri. Quella non era una semplice riunione fra amici. Se non quella sera, si sarebbero dovuti organizzare per evitare di essere uccisi da sconosciuti che volevano diventare dei.

Da quando Osamu li aveva attaccati Lucy era sempre in ansia. Temeva per la vita di Caleb, che quell’uomo usasse nuovamente lei o i bambini per cercare di ucciderlo. Caleb aveva sempre una parola di conforto per lei, anche se nemmeno lui era molto tranquillo. Non era più sicuro che fosse prudente portare Seiko a casa loro … ma la piccola aveva colpito Osamu, quindi forse ora era in pericolo. Caleb poggiò la testa sulla mano e sospirò. Lui non era un guerriero, solo un cuoco.
“Seiko, perché mi stai tirando la maglia?” domandò Koichi alla bambina.
“Non funzionerà.”
“Cosa?”
“Non lo so. Ayato disegnava gli scherzi, io le faccine.”
Il ragazzino sfogliò il quadernetto. In effetti non c’erano più disegni, solo gli esiti degli scherzi. Koichi capì che Seiko era interessata a cosa sarebbe successo fra tre giorni. C’era una faccina triste, con tanto di lacrime, e un appunto: l’uomo cattivo ha vinto.
“Buongiorno, carini.”
I due bambini sobbalzarono nell’udire quella voce. Si voltarono di scatto, terrorizzati. Osamu era dietro di loro, senza maschera e con vestiti normali. Sorrideva cordialmente.
“Sei molto coraggiosa, piccola Seiko. Zoppico ancora, sai?”
“Va via!” urlò lei, stringendo forte la maglia di Koichi fra le dita.
Il ragazzo indietreggiò, attento alle mosse dell’uomo. Ma lui rimase fermo. Li salutò con la mano prima che loro corressero via. Smise di sorridere. Ricordava quando ancora non era un assassino, ma un semplice studente universitario. Avrebbe desiderato anche lui avere una famiglia come quel Caleb. E ne aveva le possibilità: era giovane, di buona indole e con una famiglia facoltosa.
Bastò una serata tuttavia a spazzare via ogni suo progetto per il futuro. Suo padre aveva la concreta possibilità di diventare il nuovo sindaco, tutti puntavano su di lui. Nessuno sapeva, naturalemente, che il suo rivale alle elezioni faceva parte della Yakuza. Pur di vincere e assicurarsi con la propria posizione e denaro il controllo dei traffici illeciti della città, fece uccidere la famiglia del rivale, facendo ricadere la colpa sul figlio di quest’ultimo. Per quanto tutti giudicassero incredibile la faccenda, nessuno si fece scrupoli a condannare Osamu. Da quel momento il ragazzo non provò altro che una cocente rabbia verso tutto e tutti. Più di ogni altra cosa voleva vendetta, non gli importava a che costo. In carcere, stando con veri criminali, imparò tutto ciò che gli serviva. Una notte evase e da quel giorno cancellò il suo cognome, simbolo della sua precedente vita. Da allora lavorò per farsi strada nel mondo della droga, con l’obiettivo di raggiungere il sindaco, ancora in carica dopo quasi venti anni, e ucciderlo.



***Angolo Autrice***
Questo capitolo è stato abbastanza tranquillo e ci ha fatto conoscere il retroscena di Ryo e Osamu.
Nel prossimo ci sarà molta più azione. E morte ...
Ringrazio Miky2911 che continua a supportarmi e darmi spunti ^^
A presto!
   
 
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