Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Mr Lavottino    03/07/2017    8 recensioni
STORIA AD OC
"Un'altra giornata lavorativa stava per iniziare per Chris, autista di un pullman, che, invece di essere contento ed eternamente grato a una qualche divinità per il lavoro trovatogli, in maniera piuttosto miracolosa, si lamentava con se stesso, sbattendo le palpebre più volte per via del sonno.
Erano a malapena le sei e lui, come di consueto, doveva eseguire il, noiosissimo, giro degli isolati per caricare gli studenti che sarebbero andati a scuola."
Un autista e alcuni studenti rimangono bloccati su un autobus per "cause sconosciute", riusciranno a salvarsi o soccomberanno per via delle entità?
*STORIA IN REVISIONE*
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altro personaggio, Chris McLean, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti, Furry | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Un demone si è impossessato dell'autobus.- spiegò Miranda, con una calma decisamente anormale.
Non appena quelle parole furono comprese pienamente dai ragazzi un lieve brusio si levò dalla folla.
- Stai scherzando, vero? Quelle cose non esistono.- ribatté Katherine tremante, mentre lentamente camminava all’indietro cercando un sedile su cui sedersi.
- Oh, no. Questi sono chiari segni di Poltergeist.- la bionda iniziò a scrutarsi intorno, cercando di capire attentamente quali tipi di fenomeni paranormali stessero accadendo.
Si alzò dalla sua postazione e cercò di aprire un finestrino, senza tuttavia riuscirci.
- Sì, è chiaramente opera di uno spirito demoniaco.- appoggiò la mano sotto al mento ed iniziò a scuotere la testa, pensando attentamente.
- Ma questa è pazza?- nel frattempo Katherine si era seduta a terra, con la testa tra le ginocchia e le mani sui capelli - Non esistono. Non esistono. Non esistono.- cercava di convincersi che ciò che aveva detto la ragazza era solo una bugia, che non era reale, perché, conoscendola, sapeva che aveva una passione per quel tipo di cose.
Ma le, poche, prove prese fino a quel momento le davano ragione. Sembrava effettivamente tutto troppo strano.
- Hai delle soluzioni migliori?- Miranda alzò le spalle e poi, con un gesto aggraziato, si risedette, riprendendo a giocare con il cellulare.
In poco tempo il panico prese il sopravvento nel pullman. La maggior parte dei ragazzi iniziò a battere forte contro le finestre sperando di romperle per poter uscire, altri si erano semplicemente rassegnati ed erano seduti sui sedili.
- Ma allora, volete smetterla?- urlò Drake, attirando l’attenzione di tutti con un colpo forte contro un finestrino, il quale, come accadde a Chris, si crepò e basta - Non siamo mica in fottuto film dell’orrore. Usate quel, poco, di cervello che avete, dannazione!- finì il discorso colpendo con forza un sedile, spaccandone la parte superiore, la quale cadde sotto la postazione davanti.
- Il vandalo ha ragione. Smettetela.- Pitch, che fino a quel momento si era limitato a fare commenti sarcastici e a sfottere sotto voce l’operato degli altri, alzò la voce, stufo del troppo rumore.
- Ehi, ma ci vuoi un pesto?- Drake scattò verso di lui fermandosi a pochi centimetri dal suo sellino. Il castano rimase immobile, senza spaventarsi.
- Scusami ma circa dieci secondi fa non hai detto di stare calmi e di usare il cervello? Mi deludi, vandalo.- rispose con sarcasmo, sfottendolo. Tra i due non c’era mai stato buon rapporto e si sopportavano a malapena.
Erano entrati in conflitto quando l’anno prima, durante gli allenamenti della squadra di hockey, Drake colpì con ferocia Pitch causandogli un infortunio alla gamba sinistra che lo portò a dover abbandonare quello sport. Da lì in avanti il castano iniziò a covare odio nei confronti del moro, il quale non si era mai scusato.
L’hockey era l’unica cosa che lo divertiva e quando il dottore gli portò l’esito degli esami fatti, dicendogli che non gli sarebbe stato più possibile praticarlo, rischiò di cadere in depressione.
Depressione che si tramutò in odio.
- Non devi mancarmi di rispetto.- Drake appoggiò il braccio sul palo per dare all’altro una sensazione di chiuso, che però non ebbe effetto.
- Ah, e perché mai? Sei per caso qualcuno di importante?- ridacchiò, notando come tutti i presenti nel pullman si fossero pian piano messi in cerchio attorno a loro, osservandoli incuriositi.
- Perché io ti ammazzo. E lo faccio sul serio.- mise la mano in tasca ed estrasse un coltellino tascabile. Lo ruotò vicino al volto di Pitch, come per spaventarlo.
Per tutta risposta il castano respirò rumorosamente e, con un piccolo scatto, estrasse un coltello svizzero dal suo zaino.
Il moro, che da prima fu sorpreso da tale gesto, si scansò istintivamente di qualche passo, tenendo il coltello in avanti per precauzione.
- Non te l’aspettavi, eh?- lo punzecchiò, alzandosi lentamente dal sedile - Sei ancora sicuro di volermi “ammazzare”?- Pitch non parlava spesso, ma in quel momento l’adrenalina aveva preso il controllo del suo corpo. L’avrebbe fatto davvero. Se gli fosse capitata la giusta occasione l’avrebbe ucciso davvero.
- Smettetela!- la voce di Lazaro attirò l’attenzione dei due, che si voltarono contemporaneamente in sua direzione - Non dobbiamo comportarci così. - continuò, urlando.
I due riposero le armi, scambiandosi un’occhiata che lasciava intendere poco di buono. L’avrebbe finita prima o poi e, forse, qualcuno ci avrebbe rimesso la pelle.
- Cerchiamo di restare uniti e di non fare queste stronzate che non è il caso! Siamo tutti sulla stessa barca!- il suo discorso aveva attirato l’attenzione di tutti che si concentrarono su di lui, accalcandosi vicino alla gabbia dell’autista.
Peccato che, presi dal discorso del rosso, non si accorsero che il bus si era fermato.
Udirono un rumore sordo che interruppe il ragazzo, facendo voltare tutti. Dalla porta dietro salirono due persone e non appena queste misero piede sul veicolo quella si chiuse, lasciandoli nuovamente bloccati all’interno.
Due persone, che Chris conosceva bene, si incamminarono verso di loro con una faccia smarrita per la strana situazione che si presentava all’interno del veicolo.
Hiro Kasaka e Lorde Forbes.
Il primo era un ventenne di origini asiatiche che era famoso particolarmente per un motivo: essere un vero e proprio criminale.
Sia il suo aspetto fisico, il suo vestiario che la sua “storia” facevano intendere che non era una persona raccomandabile.
Era molto alto, abbastanza muscoloso, di carnagione chiara e pieno di tatuaggi. I suoi capelli erano neri e lunghi fino alle spalle, con qualche accenno di tinta verde sui ciuffi. La cosa più particolare erano i suoi occhi: celesti.
Chris di giapponesi ne aveva incontrati tanti, ma mai nessuno aveva un colore di occhi chiaro come quello di Hiro. Colore che, per quanto fosse brillante, risultava spento, come impossibilitato a risplendere per via dell’odio verso il mondo che provava.
Indossava una giacca di pelle nera, dei jeans strappati e degli anfibi neri. Decisamente un vestiario da vandalo.
Di lui in giro se ne dicevano tante, dalle leggende improbabili, come quella che lo vedeva aver combattuto da solo un intero gruppo yakuza, a quelle più realistiche, secondo le quali aveva avuto un fratello gemello che poi sarebbe morto a seguito di un incidente in cui Hiro stesso rimase ferito gravemente. Però il nipponico si era sempre rifiutato di rispondere a tali domande, aumentando il senso di mistero che gli aleggiava intorno.
Lorde invece era una sedicenne tranquilla che, per certi tratti, a Chris stava anche simpatica. Era nota a tutti come la "vice presidente del consiglio studentesco" ed anche per come andasse dietro a Lazaro, seppur cercando di negarlo in tutti i modi. Inoltre era l'unica persona che parlava con Hiro in tutta la scuola.
Questa aveva i capelli lunghi, raccolti spesso in una coda, biondi e gli occhi marrone chiaro. La sua corporatura era piuttosto debole, cosa che risaltava visto che stava spesso insieme al nipponico, che invece misurava ben un metro e novanta, e veniva spesso a scuola con del trucco pesante in volto, secondo molti per cercare di farsi notare dal suo "amato" Lazaro, che però non la degnava di nessuna attenzione.
Come al solito vestiva con una gonna corta ed un top blu mare, vestiti eleganti che molti attribuivano sempre alla solita ragione.
- Cosa sta accadendo qui?- domandò, notando il clima piuttosto pesante che c'era nel mezzo. Gli altri si limitarono ad osservare i due con gli occhi smarriti.
La porta si era aperta e loro avevano perso l'occasione per uscire da lì.
L'autobus ripartì bruscamente, rischiando di far cadere tutti i presenti, che rimasero immobili, con la faccia sbalordita verso i due.
- Ehi, mi sentite?- chiese la bionda, cercando di smuovere i ragazzi con un gesto della mano.
- Siamo nella merda.- sputò fuori Chris, sedendosi di colpo su di un sedile.
- Cosa intende?- domandò appoggiando la mano sotto il mento per pensare.
- Che siamo bloccati qua!- urlò, colpendo nuovamente il vetro rompendolo più di quanto già non lo fosse. In quel momento lo sguardo della ragazza cadde sul finestrino.
- Era rotto? Da fuori non sembrava.- si chiese, alzando gli occhi verso Hiro per cercare conferma, il quale si limitò ad annuire.
- Cosa? Intendi dire che non si vedeva nessuna crepa?- chiese Valeria tremante.
- No, nessuna.- confermò il ragazzo, mettendosi poi a sedere su un sedile libero lì vicino.
- Per caso si vedeva qualcuno in piedi?- domandò Lazaro, sostituendo la castana nel discorso.
- Ora che ci penso eravate tutti seduti, o almeno questo è quello che si vedeva da fuori.- fece sempre cenno verso il nipponico, che annuì svogliatamente dandole ragione.
- Quindi da fuori non si vede ciò che accade nell'autobus. Tutto questo è strano.- Gabriel anticipò il rosso, esponendo l'idea che ormai tutti si erano fatti.
- Mi volete spiegare cosa sta succedendo qui?- domandò per l'ennesima volta Lorde, battendo il piede con foga per attirare l'attenzione su di se.
- Per qualche motivo inspiegabile siamo bloccati qua dentro.- spiegò brevemente Lazaro, tornando poi ai suoi pensieri. La ragazza non capiva, così come Hiro, a cui però non importava granché dell'accaduto.
- Il tuo discorso non ha molto senso. Te ne rendi conto, vero?- l'asiatico si voltò in direzione del rosso, parlandogli con una voce bassa e roca, sorprendendo tutti visto che difficilmente proferiva parola.
- Sì, lo so. Ne sono pienamente consapevole.- dichiarò, abbassando lo sguardo con espressione abbattuta.
- Avete qualche idea sul perché siamo qui?- continuò poi, squadrando uno ad uno i presenti.
- Beh, una ci sarebbe. Ma è un po'...- il rosso tentennò, dando un'occhiata a Miranda per intimarle di prendere la situazione in mano.
- Sospettiamo che un'entità maligna abbia preso il controllo del bus. - espose la bionda, accompagnando il tutto con continui gesti della mano.
- Ehi, sei tu che lo sospetti!- la corresse Katherine, puntigliosa come sempre.
- Sì, sì, lo so. - anche questa volta non si degnò nemmeno di guardarla, preferendo non toccare l'argomento per evitare un altro litigio, visto che con lei ne aveva avuti fin troppi.
- Cosa?- domandò Lorde sbattendo gli occhi diverse volte - State scherzando spero.- continuò, balbettando un pochino.
- No, sono perfettamente seria.- Miranda si morse un labbro, aspettando una qualche risposta da parte dell'altra, che si limitava a battere gli occhi rapidamente.
- Le porte non si aprono, così come i finestrini e la gabbia dell'autista, per di più il pullman sta, attualmente, andando da solo, senza nessuno sul volante. Come me le spiegate queste cose?- domandò la bionda, sbuffando rumorosamente. Si voltò verso il gruppo, chiedendo con dei gesti se qualcuno avesse delle teorie migliori da proporre.
Nessuno fiatò.
- Supponendo che questo "demone" ci sia davvero, come intendi scacciarlo?- chiese Aiden, attirando l'attenzione su di sé.
- Oh, non ne ho minimamente idea. - la ragazza alzò le spalle scrollando la testa.
- Quindi vuoi dire che resteremo qui per sempre?- Kristine, che fino ad allora non si era mai esposta, disse tali parole, cercando risposta nello sguardo della bionda.
- Beh, teoricamente il demone potrebbe lasciarci andare, ma sta tutto a lui.- spiegò semplicemente, osservandola con uno sguardo dubbioso.
- Come fai a sapere tutte queste cose?- domandò Chris alzando lo sguardo in sua direzione.
- Ho letto un libro.- disse semplicemente, sorridendogli.
- In questo "libro" c'era anche scritto come placare un demone?- questa volta fu Sasha a parlare, aumentando sempre di più il numero di domande.
- Mi servirebbe un simbolo sacro. Come una croce o un santino, per intenderci.- si toccò le labbra, pensando a quello che aveva letto sul testo qualche anno prima.
- E poi cosa intendi farci?- continuò la mora, alzando le sopracciglia confusa.
- Tenterò di mettermi in contatto con lui.- la sua risposa fu schietta e rapida, talmente tanto che quasi nessuno capì esattamente cosa volesse fare. Si guardarono tra di loro per un po', aspettando che qualcuno si facesse avanti.
- Per forza un segno religioso? Non c'è un altro modo?- chiese Gabriel, notando che nessuno sembrava avere qualcosa di simile.
- Beh, se ci fosse qualcuno capace a disegnare potremmo provare a fare una tavola Ouija.- si morse la lingua, cercando di pensare ad altre soluzioni, che però non riuscì a trovare.
-Ci posso provare io.- Skarah alzò timidamente la mano, guardando poi la bionda che, per tutta risposta, le sorrise e le fece cenno di venire accanto a lei.
Le due si avvicinarono ad un sedile e, dopo che la mora ebbe estratto un quaderno dallo zaino, iniziarono a disegnare.
Miranda dettava la precisa posizione di ogni lettera, aiutandosi con il cellulare, e Skarah trascriveva, tentando di ricopiare lo stile che vedeva nella foto. Ci impiegarono una decina di minuti e, quando l'opera fu finalmente conclusa, Miranda chiamò tutti attorno a se.
Ne era uscito fuori un rettangolo con all'interno posizionate delle lettere. Le lettere dalla A alla M erano poste al centro con una leggera curvatura verso l'alto, quelle dalla N alla Z subivano lo stesso spostamento, ma verso il basso.
Nello spazio ovale che vi si era creato all'interno ci erano stati scritti dei numeri dallo zero al noce, in linea retta.
In alto a sinistra recitava la parola "Yes", mentre in alto a destra quella "No". Sotto di queste, precisamente in basso a destra e in basso sinistra, c'erano le parole "Hello" e "Goodbye".
Miranda osservo il disegno per un po', stabilendo se fosse fatto decentemente. Dopo qualche minuto volto la testa, sorridendo alla mora.
- Ottimo lavoro, Skarah!- esclamò con gioia, tenendo ben stretta la "tavola" tra le mani.
- Cosa dobbiamo fare adesso?- chiese Chris, avvicinandosi leggermente alla bionda.
- Mettetevi tutti a sedere intorno a me. - ordinò lei, mentre sistemava il pavimento per poter iniziare il rito.
- Qui? Con il pullman in movimento?- domandò Valeria, la quale era piuttosto intimorita da ciò che stava succedendo.
- Sì, cercheremo di dialogare con lui.- prese un profondo sospiro poi, dopo che tutti si furono messi a sedere vicino a lei, inizio a parlare, bloccandosi subito.
- Qualche problema?- chiese Aiden, notando la strana interruzione.
- Avete per caso una moneta?- chiese, girando lo sguardo verso il gruppetto. Hiro gliene lanciò una, mentre osservava la scena di soppiatto visto che ancora non aveva capito bene cosa stessa accadendo.
- Grazie mille. Ora possiamo iniziare.- prese un altro respiro profondo e poi iniziò con le domande.
- Demone sei qui?- silenzio di tomba. Nessuno si mosse, così come la moneta, che rimase immobile al centro del foglio con la mano della bionda appoggiata sopra.
- Demone sei qui?- domandò nuovamente, aspettandosi una qualche tipo di risposta che però non sembrava voler arrivare.
- Demone sei qui?- tentò un'altra volta, fallendo come le altre due.
- Mi sono rotto il cazzo! Mi state prendendo per il culo?- domandò Drake alzandosi di scatto in piedi ma, proprio nel momento in cui si stava sollevando, l'autobus frenò bruscamente, le luci iniziarono a spegnersi e ad accendersi in continuazione, facendo spaventare i membri del gruppo, che iniziarono ad urlare.
Dopo poco il fenomeno smise, lasciando tutto alla normalità.
Gettando uno sguardo alla tavola tutti rimasero stupiti. La moneta si era mossa. La mano della bionda puntava sulla scritta "Yes".
- Ma come è possibile? Miranda, l'hai fatto di proposito?- domandò Lazaro, osservandola con gli occhi aperti.
- No, si è mossa da sola.- la voce della ragazza era più bassa del solito e tremava leggermente. Si era spaventata. Deglutì rumorosamente e poi fece un'altra domanda.
- Demone, potresti fermare il bus?- chiese con un filo di voce.
La moneta si spostò diagonalmente verso il centro e, dopo un attimo di esitazione, ritornò sulla scritta "Yes". Nessuno fiatò. Nemmeno un minimo rumore era udibile all'interno di quel pullman.
Erano tutti scossi e spaventati.
Lentamente il pullman diminuì la sua velocità e, dopo una curva a destra, si fermò.
Cercando di osservare fuori dai finestrini, per capire dove si trovavano, si resero conto di non poterlo fare, poiché un velo oscuro rendeva impossibile vedere al di fuori del veicolo. L'unico modo per capire in quale luogo si trovassero di preciso era quindi scendere.
- Demone, potresti aprire le porte?- ormai Miranda stava sudando. Era in ansia. Non si aspettava che l'entità avrebbe risposto alla sua chiamata.
Diverse volte aveva cercato di mettersi in contatto con un demone, ma mai ci era riuscita.
La moneta eseguì la stessa operazione di prima, spostandosi da prima in diagonale, per poi ripartire lentamente. Questa volta si fermò sul "No".
- Mi state prendendo per il culo? Levati, fa fare a me!- Katherine si alzò in piedi e si avvicinò alla bionda, che spostò con uno spintone, mettendosi poi al suo posto.
- Demone, puoi aprire le porte del bus?- domandò, con la mano tremante, ma non ricevette nessuna risposta.
- Demone, apri queste cazzo di porte.- strillò, battendo con la mano libera per terra.
Non accadde nulla.
- Visto? Era tutta una...- non finì nemmeno la frase che si ritrovò scaraventata contro la vetrata sul fondo del pullman. Numerose crepe si crearono sulla superficie, mentre il copro della ragazza sbatté pesantemente contro il pavimento, dipingendosi lentamente di rosso.
Nessuno mosse un dito, troppo terrorizzati da quello che era appena successo. I respiri iniziarono a farsi affannosi e le probabilità che quella  con cui avevano a che fare fosse davvero un'entità maligna aumentavano con il passare dei secondi, utili al gruppo per realizzare ciò che era accaduto in quei cinque minuti, seppur in modo così confuso.
Miranda si tirò su, osservando poi la tavola con gli occhi sgranati. Il cuore le batteva forte in petto, consapevole che quello che stava facendo non era più un gioco. E ne aveva avuto la conferma.
- Demone, possiamo avvicinarci a Katherine?- chiese balbettando leggermente, mentre deglutiva rumorosamente la saliva che aveva in bocca.
La moneta si spostò al centro e, dopo il solito attimo di esitazione, tornò sul "No", facendo spaventare i ragazzi.
- Ma così rischia di morire!- si lasciò scappare Kristina, che stava osservando, con uno sguardo inorridito, la pozza di sangue che si era creata.
- Non obiettare o farà lo stesso con te. - Ronaldo le colpì la spalla, invitandola a calmarsi. La bionda lo guardò per un attimo e poi fece un cenno positivo con la testa, tornando a guardare il foglio.
- Demone, per favore, possiamo avvicinarci a Katherine?- domandò nuovamente regolando il respiro per apparire il più calma possibile.
La moneta si spostò verso il centro ed iniziò a posizionarsi sopra varie lettere, per poi fermarsi sul numero uno.
- Solo uno.- disse Miranda, informando i ragazzi, che non erano stati in grado di tenere il segno con la velocità del demone - Chi va?- chiese, aguzzando lo sguardo verso gli altri, come a lasciar intendere che non ci sarebbe mai andata.
- Credo che dovrebbe farlo l'autista.- Chris sussultò quando udì quelle parole, dette da Valeria. La sola vista del sangue lo spaventava a morte.
- Non so se sia il caso...- cercò di rifiutare elegantemente, cosa che però non riuscì a fare.
- Sei il proprietario del pullman, nonché la persona più grande. Devi farlo tu. - Ronaldo si intromise nella discussione, distruggendo ogni suo alibi.
Sospirò profondamente e si alzò, barcollando un pochino. Faceva un passo per volta molto lentamente, sperando che qualcuno si proponesse di andare al posto suo, seppur fosse consapevole dell'improbabilità della cosa.
Il corpo della ragazza era rivolto verso il pavimento, rendendo le schegge di vetro sulla schiena visibili.
Deglutì, cercando di non vomitare, e poi lo girò, sporcandosi anche le scarpe di quel liquido rosso che tanto detestava. Non sapeva cosa fare, motivo per cui si voltò verso il gruppetto, che lo osservava, mettendogli ancora più pressione addosso.
Lazaro si toccò il collo, facendogli cenno di fare lo stesso con quello della mora. Rispose con un semplice cenno della testa e poi toccò la parte indicatagli dal rosso, aspettando per sentire il battito.
Nessun rumore.
Quello che Chris sperava di sentire, ovvero un rimbombo sordo, Katherine non era più in grado di farlo. Perse l'equilibrio e cadde con i ginocchi sulla pozza di sangue, schifandosi non appena si rese conto del contatto, cosa che lo scosse ancora di più e lo costrinse ad appoggiare anche le mani, per poi farsi indietro velocemente.
Anche le sue mani, quindi, si impregnarono.
Dalla sua reazione i ragazzi capirono cosa era appena successo.
Katherine era morta dissanguata.
Dal gruppo si sollevarono molte urla, le quali causarono l'interruzione del rituale, e altrettanti schiamazzi vari. Gli occhi di tutti i presenti erano vuoti, avvolti completamente dal terrore, che gli si manifestava nella sua forma più pura. La morte.
Nessuno conosce bene Katherine, era rinomata per la sua fama di "lupa solitaria" e per il suo carattere aggressivo ed arrogante.
L'unica cosa che si sapeva di lei era che un tempo era in rapporti abbastanza amichevoli con Miranda ma che dopo una lite, scoppiata per causa di un ragazzo, le due non si erano più rivolte la parola, finendo per odiarsi.
Proprio lei, che una decina di minuti prima ci aveva litigato, non riuscì a trattenere le lacrime. Sul suo volto scosso, completamente assente e con solo le sopracciglia alzate, avevano iniziato a colare due strisce trasparenti.
Stava piangendo per la perdita di quella che era stata un'amica.
Per quanto le lacrime scendevano rapidamente, entrando poi a contatto con il terreno freddo e duro, non aveva singhiozzi ne cose del genere.
Era un pianto muto.
Gettò un'altro sguardo verso la tavola, consapevole che avrebbe dovuto continuare, così da evitare altre situazioni come quella. Aspettò che Chris, il quale cercava disperatamente di asciugarsi le mani, tornasse a sedere per poi porre un'altra domanda.
- Demone, potresti dirci dove siamo?- non appena la bionda finì la frase la moneta iniziò a muoversi, spostandosi su varie lettere.
- Non lo so. - questa volta a svelare la frase su Manuel, che parlò senza nemmeno rendersene conto.
- Che vuol dire "non lo so"? Ci ha portati lui fin qui!- strillò Drake, colpendo il pavimento con violenza.
- Non lo so significa che non ne ha idea, o forse non ci arrivi?- Pitch punzecchiò nuovamente il moro, cercando di sfotterlo davanti a tutti.
- Vuoi fare la fine di quella lì?- chiese all'altro con calma, estraendo lentamente l'arma che si portava sempre dietro.
- Toh, è quello che stavo per dire io. - rispose con fare strafottente, osservandolo negli occhi senza distogliere minimamente lo sguardo dagli occhi del moro, che ricambiava.
- Smettetela!- urlò Gabriel, interrompendo la loro guarda di sguardi - Già una è morta. Evitate stronzate.- terminò, gettando un'occhiata prima su uno e poi sull'altro.
Improvvisamente le luci del bus iniziarono a spegnersi e ad accendersi, facendo spaventare il gruppo. Il demone stava richiamando l'attenzione su di sé.
Miranda prese un respiro profondo e continuò la conversazione.
- Demone, hai un nome?- voleva provare ad entrare in confidenza con l'entità, così da poterle chiedere di lasciarli andare, seppur avesse avuto conferma che non si trattasse di un demone buono.
La moneta iniziò a muoversi rapidamente spostandosi con leggiadria tra le varie lettere, andando a comporre un nome.
- Andy. - sussurrò, informando anche gli altri.
- Demone, possiamo chiamarti per nome?- la moneta si spostò al centro e, dopo qualche secondo di esitazione, si diresse verso la scritta "Yes".
- Bene, ora che abbiamo preso confidenza con il demone cosa intendi fare?- domandò Sasha, con tono sarcastico, mettendo ancora più pressione alla bionda.
- Andy, ci puoi lasciare andare?- questa domanda interessava tutti, tanto che per un attimo abbandonarono le espressioni imbambolate che avevano assunto fino a quel momento così che potessero ascoltare attentamente la sua risposta.
La moneta si spostò diverse volte, senza fermarsi in un punto preciso, finché, dopo attimi interminabili, interruppe la sua corsa.
"No".
Una parola che inquietò ancora di più gli sventurati. Più di quanto quel cadavere poco distante da loro potesse fare. Un leggero brusio si sollevò dal gruppo, mentre gli occhi di tutti erano ancora fissi sulla moneta.
- Andy, possiamo interrompere la seduta?- questa domanda fu posta tra un singhiozzo e l'altro da Miranda, la quale aveva iniziato a tremare. Quella situazione stava iniziando a corroderla dall'interno.
Questa volta il demone decise di essere benevolo, lasciando posizionare la moneta sulla scritta "Yes".
- Arrivederci, Andy. - sussurrò trattenendo, non senza qualche problema, il senso di vomito che stava avvertendo.
Notò che il demone aveva ricambiato il suo saluto, poiché il suo dito si ritrovò rapidamente sulla scritta "Goodbye".
Non appena si rese conto di potersi finalmente sfogare scoppiò in un pianto liberatorio, appoggiandosi ad uno dei sedili vicino a se.
Lentamente tutti quanti si alzarono, andando a sedersi. Gli unici che rimasero in piedi furono Chris, Gabriel, Lazaro e Matthew, i primi tre perché dovevano pensare a dove mettere il cadavere, mentre il biondo giusto per dar fastidio, cosa in cui riusciva molto bene.
- Dove lo buttiamo?- disse Chris cercando di essere il meno rude possibile, senza però riuscirci.
- Hai qualche ripostiglio qua dentro?- chiese Gabriel ammiccandosi in torno, come a volerlo cercare da solo.
- Beh, nella gabbia del motore dovrebbe entrarci, però il corpo finirebbe abbrustolito.- constatò, appoggiando una mano sotto il mento per riflettere meglio.
Solo dopo aver detto quella frase si rese conto di una cosa: dov'era finita la sua sensibilità e la moralità? Una ragazza era appena morta davanti ai loro occhi e loro riflettevano, con calma e tranquillità, su dove gettare il cadavere, come se fosse una normalissima borsa.
La paura li aveva resi completamente apatici. Avevano perso lucidità, almeno per il momento. L'adrenalina era talmente tanta che di corpi senza vita ne avrebbero potuti sotterrare a milioni.
- No. Non voglio che si rovini!- urlò Miranda, alzando la voce che di solito tendeva a tenere bassa.
- Dobbiamo fare spazio. Qui sarà di intralcio e inizierà a puzzare a breve.- l'autista la guardo senza espressione mentre diceva quelle parole rimanendo sorpreso dagli occhi della bionda.
Si erano come accesi. In mezzo a quel gruppo era l'unica che stava provando un minimo di emozione, seppur negativa.
- Non mi interessa!- strillò, sbattendo i piedi per terra, come a voler far intendere che era tutto un capriccio a cui non avrebbe rinunciato.
- La conoscevi?- Chris, senza rendersene conto, pose la domanda fatale, quella che colpì dritta al cuore la ragazza.
- Sì. Eravamo migliori amiche, ma poi abbiamo litigato.- non appena finì la frase scoppiò in un pianto ancora più disperato, che portò Lazaro ad andarle vicino per rincuorarla. Il rosso le toccava la schiena, invitandola a sfogarsi per bene.
- Deve essere dura. Ma dobbiamo andare avanti. Anche per lei.- l'autista sospirò e, non appena si rese conto di quello che aveva detto, rimase sorpreso. Non si aspettava di avere ancora un briciolo di interesse per la vita altrui.
Lo credeva perso durante la sua infanzia.
La bionda sollevò gli occhi verso di lui e, dopo un, lungo ed eterno, istante, fece cenno di sì con la testa.
Gabriel e Chris afferrarono quindi il cadavere di peso e, dopo aver aperto la gabbia del motore, gettarono dentro il corpo, richiudendo subito la porta.
- Con il sangue come facciamo?- chiese Drake, osservando il pavimento disgustato.
- In qualche modo faremo. Qualcuno ha degli stracci?- domandò il turco, passando di sguardo in sguardo. Quelle occhiate gli bastarono per capire quanto fosse basso il morale del gruppo, che rischiava di sbriciolarsi come un bicchiere a contatto con il suolo.
Ed erano solo all'inizio.
 
 
 
 
ANGOLO AUTORE:
Ed ecco a voi il terzo capitolo!
Ho voluto far morire subito un OC, così da abbassare notevolmente il morale complessivo del gruppo!
Non ho grandi annunci da fare, però vi invito a dare un'occhiata alla storia di Pleurite98 (Il mio fanz numero uno <3) perché sembra davvero molto interessante.
Mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate e se sto usando bene i vostri personaggi, perché ultimamente sto andando in paranoia!
Ah, volevo darvi un'ultima notizia: è possibile che, ogni due settimane, esca un capitolo di Giovedì, facendo quindi ogni due settimane due capitoli. Beh, ditemi se vi fa piacere o se preferite le attese settimanali.
Lavottino 
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Mr Lavottino