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Autore: The_Trickster    03/07/2017    10 recensioni
[Storia a OC. Iscrizioni aperte]
Hogwarts, 1977.
Mentre Lord Voldemort avanza, mietendo vittime e chiamando a sé sempre più seguaci nella sua corsa al successo, nella Scuola di Magia e Stregoneria più celebre del Regno Unito giovani maghi e streghe si apprestano a incominciare un anno scolastico all'insegna di mille e più novità, lo spettro della guerra incombente e delle scelte future ad aleggiare sulle loro giovani spalle, responsabilità e segreti più grandi di loro a soffocarli.
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: I Malandrini, Maghi fanfiction interattive, Mangiamorte
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Prologo





Tu, io e un paio di Darjeeling. Cosa potresti desiderare di più?
L.H.F.

Regulus Black non riuscì a trattenere un sorriso dinanzi a quelle parole vergate con una grafia allungata e vagamente gotica, arricchita di svolazzi e curata sino all'inverosimile, lo stile di chi era abituato a scrivere a lungo e con piacere.
Il gufo reale che aveva recapitato la minuscola pergamena, un bell'esemplare dal folto piumaggio castano maculato d'ambra, tubò allegro quando gli offrì un biscotto, gonfiando le piume per essere accarezzato.
Il ragazzo lo accontentò distratto, lo sguardo plumbeo puntato verso l'esterno, verso Londra che brillava nell'alba di una mattina di fine estate. Il Sole si rifletteva nelle acque del Tamigi che avanzava pigro, sotto i ponti antichi e moderni, verso il Mare del Nord, portando con sé, inclemente, tutto ciò che il limo aveva raccolto nel tragitto.
V'era un'unica persona al mondo che avrebbe potuto scrivere un bigliettino del genere; inoltre l'odore di fiori esotici che impregnava la pergamena era inconfondibile per chi, come lui, conosceva il mittente.
Loki Hel Fawley profumava sempre di tè verde orientale, come se fosse abituata ad immergersi nei suoi effluivi. Solo respirarlo aveva un potere tanto calmante da indurlo a credere che si trattasse di una qualche Pozione, sebbene la giovane non fosse dotata in quel campo.
Aveva notato lo sguardo inorgoglito di sua madre e quello d'approvazione del padre quando aveva domandato loro se potesse invitare Loki Fawley per il tè quel pomeriggio.
I Fawley erano una famiglia Purosangue molto antica, facente parte, come la loro, delle Sacre Ventotto. Legarsi a loro sarebbe stata la cosa migliore che potesse accadere ai Black dopo che Sirius aveva scelto di fuggire di casa e divenire un reietto, un traditore del suo sangue, indegno di essere l'erede della Casata più pura della Gran Bretagna.
Sebbene Loki fosse più affascinante che bella, solamente discreta se paragonata all'avvenenza smisurata della sorella maggiore, la sua mente brillante compensava ampiamente le mancanze sul piano fisico. Era una buona e onesta confidente e un'abile strega, una conversatrice accattivante e dotta, arguta e con la giusta dose di malizia e furbizia a indorarle gli occhi castani, da cerbiatta. Sarebbe stato un vanto per qualunque rampollo Purosangue potersi definire suo marito, ma Regulus non l'amava in quel modo ed era certo che per Loki fosse lo stesso.
Era la sua più cara amica, colei che gli era stata più vicino quando Sirius era scappato, lasciandosi dietro una bruciatura sul muro, la gola riarsa di Walburga e i pugni stretti di Orion.
Puntuale come di consueto Loki apparve tra le fiamme del camino nella sala principale, sorridendo sorniona da volpe qual era, rivolgendogli uno sguardo colmo di affetto, più dolce di quello dedicato a chiunque altro.
Loki era caustica e gelida, quasi anaffettiva, determinata a mostrarsi sempre peggiore di quanto l'etichetta imponesse, ad oltrepassare le soglie del buonsenso e del rigore Purosangue, a sfidare ogni regola coercitiva imposta dall'esterno.
Indossava un abito da cocktail vecchio stile, con le maniche a sbuffo che arrivavano a metà del braccio e l'ampia gonna plissettata, di un avorio che ben si sposava con la pelle ambrata e i capelli scuri, acconciati in morbidi ricci liberi sulle spalle esili. Portava un orologio dal cinturino di cuoio al polso sinistro, l'unico monile che le aveva mai visto indossare lontana dalle feste mondane.
Persino Kreacher le rivolse un'occhiata incuriosita e discreta mentre posava il vassoio del tè sul tavolino di mogano.
Sua madre aveva indossato uno dei suoi abiti più belli, di pervinca viola che valorizzava il pallore alabastrino della pelle e i capelli biondi, appena spruzzati d'argento. Era un segno di grande rispetto che Walburga non rivolgeva a molti.
Regulus tentò di non arrossire per l'attenzione minuziosa che i tre mostrarono per l'ospite, qualcosa di assolutamente non necessario e anche imbarazzante.
Avrebbe preferito incontrare Loki a Diagon Alley e parlare tra le vie tortuose del quartiere, recarsi con lei al Ghirigoro e acquistare dei libri che entrambi amavano. Tutto pur di non vedere i suoi genitori dare per scontato un attaccamento romantico con la sua migliore amica.
Dal canto proprio Loki sembrò non notarlo affatto mentre stringeva la mano di suo padre, rivolgeva un inchino cordiale a sua madre e gli baciava entrambe le guance con un brio che Regulus si ritrovò a ricambiare, stringendola a sé con un calore che non gli competeva. Era il dono di Loki, provocare negli altri azioni assolutamente fuori dall'ordinario, come il dio degli inganni e dell'ingegno di cui portava il nome.
I quattro si accomodarono con grazia e già poteva sentire Loki e sua madre lanciarsi in una conversazione su Bellatrix e sulle gioie del matrimonio. Regulus pensava che poche donne fossero meno propense alle nozze della maggiore delle sue cugine, ma tenne i suoi pensieri per sé. Incrociò lo sguardo fiero di suo padre, il gemello del proprio, che annuì al suo indirizzo, come approvando la sua scelta di dama.
Regulus si mosse a disagio, maledicendo Sirius per il colpo di testa dell'anno prima. Se ci fosse stato lui, i suoi genitori non avrebbero affatto avuto premura di trovargli moglie. La responsabilità di dare un erede ai Black sarebbe toccata a lui e Regulus sarebbe stato libero di parlare con la sua migliore amica senza che la spada di Damocle del senso di colpa gravasse sulle sue spalle.
« Madre, potrei mostrare a Loki le mie camere?» domandò quando ne ebbe abbastanza, il tono cordiale e basso, rispettoso e privo di malizia. Sua madre l'osservò vagamente stupita per quella domanda inattesa. Sarebbe apparsa inopportuna per qualsiasi giovane donna, ma Loki sorrise tranquilla come se non aspettasse altro. Se ci fosse stato suo padre, l'altero Thor, non avrebbe affatto approvato, ma per la figlia l'opinione dell'uomo valeva quanto un peto di Troll, come aveva ribadito più volte durante gli anni dell'infanzia. A nulla sarebbe valso affermare che Loki avrebbe avuto più possibilità di sedurre un unicorno piuttosto che lui.
« Certamente. Se necessitate di qualcosa, chiamate Kreacher,» concesse Walburga con uno svolazzo elegante della mancina, mentre la destra posava la tazzina sul vassoio.
L'elfo si inchinò ossequioso, assicurando la sua totale disponibilità verso il signorino Regulus e verso la signorina Fawley con un tono che lasciava vagamente intendere che avrebbe gradito che la signorina Fawley divenisse la nuova signora Black.
Sempre più imbarazzante.
« Vi ringrazio per la gentilezza, signori Black,» esclamò la ragazza con voce sincera e vagamente divertita dall'intera situazione e dal malinteso che lei stessa aveva provocato, accomodandosi vicino a lui e posando la mancina sul suo ginocchio, come se fossero a un passo dall'altare.
Loki amava dar scandalo e a volte si chiedeva come una persona tranquilla come lui, riservata e anche timida, potesse essere tanto amica di un tale concentrato di malizia e astuzia.
Le prese la mano quasi senza accorgersene e il sorriso sulle labbra della ragazza divenne affettuoso, qualsiasi traccia di cattive intenzioni completamente scomparsa mentre si lasciava guidare tra i corridoi tetri di Grimmauld Place, i passi soffocati dai tappeti antichi e dagli arabeschi preziosi, lungo le scale a chiocciola che conducevano al piano superiore.
Regulus non poteva negare che la ragazza gli fosse mancata in quei tre mesi in cui erano stati lontani, lui a Londra e lei in Egitto, alla ricerca della biblioteca alessandrina perduta da secoli, al fianco di suo zio Tyr, il Capo degli Spezzaincantesimi della Gringott. S'erano scambiati molte lettere, ma non vederla ai soliti ricevimenti organizzati dalle facoltose famiglie Purosangue era stato orribile, un senso di mancanza come se il mondo avesse perso il suo asse d'assestamento. Era stato un incubo sopportare le chiacchiere di Rabastan sulle giovani fanciulle che sfilavano dinanzi ai loro occhi e le continue domande di Barty su cosa ne pensasse del Signore Oscuro e della politica che aveva intrapreso. Se ci fosse stata Loki, avrebbe zittito entrambi con la solita sagacia, ma Regulus s'era limitato a favorire le parole di Barty.
« Quella non è la mia,» le ricordò quando notò lo sguardo d'ambra scura scattare verso la camera di fronte alla propria, quella del traditore, quella che si imponeva di non osservare ogni volta che si svegliava al mattino.
Quando Sirius viveva ancora a Grimmauld Place, non v'erano stati segreti tra loro e spesso quella camera rosso-dorata era stato il suo rifugio notturno, un luogo di parole sussurrate per non farsi sentire dai loro genitori, di sorrisi sinceri, occhi brillanti d'affetto e abbracci che odoravano di fratellanza.
Nonostante tutto quello, però, Sirius era andato via e Regulus non avrebbe perso il suo tempo rimuginando su un fratello che aveva preferito donare il suo affetto a un altro.
« Lo so. Mi stupisce che tua madre non l'abbia rasa al suolo,» cinguettò con brio la ragazza, scoccandogli uno sguardo incuriosito, come se avesse perfettamente compreso dove fossero virati i suoi pensieri. Il tiglio argentato della sua bacchetta non era andato sprecato.
« Avrebbe preferito, ma mio padre l'ha fermata. Avrebbe rovinato l'architettura,» soggiunse dinanzi al suo sguardo interrogativo e le sopracciglia arcuate.
« Effettivamente,» annuì lei in risposta, come se approvasse la posizione dell'uomo. Qualunque crimine contro l'arte era per Loki qualcosa di peggiore delle Maledizioni senza Perdono, un atto intollerabile.
S'affrettò ad aprire la propria, ignorando la targhetta che aveva affisso lui stesso a sette anni, la sua prima magia accidentale incanalata in un atto creativo, e le fece un elegante cenno di accomodarsi dove preferiva. La sua camera era ariosa e spaziosa, rivestita di smeraldo e d'argento, i colori della sua Casa a Hogwarts, l'enorme letto a baldacchino, protetto da alte tende di un verde scuro, a capeggiare tra gli altri mobili.
C'era un quadro di Regulus da bambino, tutto boccoli castano scuro, guance paffute e grandi occhi grigi colmi d'innocenza, verso il quale Loki si mosse di scatto, per carezzare la cornice d'oro.
« Rabastan mi scrive che sta pensando di uccidersi,» ghignò per spezzare il silenzio che s'era creato. Non era mai stato motivo d'imbarazzo, ma v'era qualcosa che tormentava la sua giovane amica tanto da averla condotta a Londra e Regulus era determinato a scoprire cosa l'avesse turbata.
« Davvero?» replicò Loki per niente impressionata, dandogli ancora le spalle, il piede destro, fasciato dalla ballerina argentata, che batteva sul pavimento a ritmo di una musica che esisteva solo nella sua testa. Era risaputo quanto Rabastan amasse la commedia. Era francese, dopotutto.
« Mia cugina Bella è riuscita nell'intento che lui si era prefissato sin dall'infanzia,» le comunicò sarcastico, accomodandosi alla scrivania e osservandola con attenzione. Notò che era dimagrita tanto quanto s'era abbronzata, perdendo le rotondità dell'infanzia sui fianchi e sulle gambe. Sembrava già una donna adulta ma fragile come cristallo.
« Far rimbambire Rodolphus?» domandò vagamente interessata e divertita, voltandosi verso di lui e cogliendolo mentre le osservava l'avambraccio, appena scurito da un livido violaceo che aveva abilmente coperto con della cipria.
Si morse il labbro per costringersi a non indagare. Sapeva che Thor Fawley poteva diventare violento. L'uomo aveva un carattere bellicoso e diventata intrattabile dopo qualche calice di pregiato vino elfico. Ma che fosse arrivato a stringere le braccia di sua figlia tanto da lasciarle i lividi delle sue dita era una spiacevole novità.
« Esattamente,» confermò con molta meno allegria che avrebbe riservato in un'altra situazione.
« Povero Rab, che duro colpo per il suo ego,» scherzò a disagio, gli occhi da cerbiatta che brillavano di qualcosa che Regulus non aveva visto molto spesso, una vaga supplica che gli fece stringere i denti.
« Oh, io penso che il suo ego sia impenetrabile,» commentò per niente preoccupato dalla vanità del compagno di Casa. Rabastan giocava ad essere bizzoso come un bambino da quando aveva notato che il broncio si sposava bene con le belle labbra tumide e attirava sguardi come miele per le api. Con molto disappunto Regulus dovette ammettere che quel cipiglio vezzoso gli donava così tanto da aver attirato anche il suo, « Mi dici perché sei qui?» domandò brusco, arrabbiato sia per la vulnerabilità inusuale della sua amica sia per la direzione dei suoi pensieri, issandosi in piedi e avanzando verso di lei, poggiando le mani sui suoi fianchi morbidi. Loki rifuggì il suo sguardo e lo puntò sulla finestra aperta e sul bel panorama londinese.
« Vorresti che me ne andassi?»
Pessimo segno. Loki non si metteva mai sulla difensiva. Era abituata a ribattere e a ribaltare ogni situazione a proprio favore. Era uno dei suoi tratti più affascinanti.
« Non è ciò che ho detto,» mormorò con tono più dolce, chinandosi verso di lei per scostarle un ricciolo scuro che le era ricaduto sulle labbra rosse e carnose, carezzandole la mascella con la punta delle dita.
« Ero preoccupata che ti sentissi solo,» scrollò le spalle noncurante, evitando ancora il suo sguardo, sgusciando via dalla sua presa per andare a studiare i fogli di giornale sulla sua scrivania.
« Ergo volevi fuggire da Frigg.»
Frigg Fawley, la sorella maggiore di Loki, premio per il sorriso più seducente di Vanity Witch per tre volte consecutive da quando aveva terminato gli studi cinque anni prima, più bella, più dolce e infinitamente più educata della minore, come le veniva ripetuto quasi sempre.
Dove Loki era tutto buio, risate maliziose e ghigni da serpe, Frigg era luce brillante, calore di sorrisi e occhi colmi d'onestà. Regulus la trovava artefatta a volte, soprattutto quando la confrontava con i modi spigliati e irriverenti di Loki.
« Da mio padre, più che altro. Sta pensando di risposarsi, sai? Ysolde è diventata troppo stantia per lui. Ci ha chiesto di aiutarlo nella scelta. Te ne rendi conto?» snocciolò con foga, le guance rosse e gli occhi lucidi per le lacrime trattenute. Tremava di rabbia e disprezzo verso suo padre, gli incisivi a mordere il labbro inferiore per impedirgli di sussultare in singhiozzi.
Ysolde era la quinta moglie di suo padre, una bellezza ispanica con un'anima irriverente che vibrava in armonia con quella della sua amica. Aveva dieci anni in meno di suo marito ed era stata come una sorella maggiore per Loki, l'unica in famiglia a preferirla a Frigg. Era indubbio che fosse la moglie di suo padre che aveva amato di più da quando sua madre, la seconda consorte di Thor, era morta anni prima.
« Loki,» sussurrò turbato da quella reazione, gli occhi grigi colmi di compassione che sperò Loki non notasse, orgogliosa e vanagloriosa quant'era. Non l'aveva mai vista tanto sconvolta.
« Frigg si è rifugiata dalle sue amiche,» mormorò incolore asciugandosi le poche lacrime che aveva versato con un cenno alquanto poco signorile, « Per le sottane di Morgana, Reg, ti sei preso una cotta per questo tizio? » sbottò stringendo l'ennesimo foglio sul Signore Oscuro, battendo il pugno contro il legno prezioso della scrivania, guadagnandosi un'occhiataccia dal bambino nel ritratto.
Regulus arrossì. Sulla sua pelle eburnea le macchie rosse apparivano come boccioli di rosa appena schiusi e un vago senso di colpa oscurò le iridi ambrate della giovane.
« Non... io ammiro il suo operato. Il Signore Oscuro risanerà la comunità magica, estirpando la sporcizia immonda dei Babbani,» annunciò con un fervore non suo, ripetendo ciò che aveva sentito da Barty qualche settimana prima. Loki sembrò notarlo perché sbuffò sonoramente e un sorriso di puro biasimo le arcuò le labbra imbellettate.
« Sai cosa penso di questo sedicente Signore Oscuro, Reg. Questa guerra è uno spreco di sangue magico e si rivolterà contro tutti noi,» ribatté con la sicurezza di una Veggente navigata, il tono solenne di un nobile centauro.
« I miei genitori vogliono che lo faccia,» esclamò come se quella constatazione chiudesse la questione. Regulus avrebbe dovuto agire per ripristinare l'antico onore dei Black, riportare la famiglia allo splendore e al lustro che le erano sempre stati propri. Toccava a lui e il ragazzo non si sarebbe sottratto al suo destino. In fondo Bella faceva già parte dei Mangiamorte, così come suo marito Rodolphus. Sarebbe stato semplice essere accettati nella cerchia dell'Oscuro Signore. Era un ottimo duellante, dopotutto, un giovane mago brillante e dedito allo studio.
« E cosa vuoi tu?» pigolò la giovane, sfiorandogli la guancia rasata di fresco con la dolcezza di una sorella, gli occhi colmi di affetto e mestizia, come se avesse paura per lui. Regulus accettò la carezza, andandole incontro per un istante, prima di prenderle il polso in modo gentile e accorto e scostarle la mano.
« Io voglio rendere onore alla mia famiglia. Tu no?» si lasciò sfuggire prima di rendersi conto, con orrore, di ciò che aveva appena chiesto. Un lampo di dolore attraversò gli occhi ambrati della ragazza, le labbra tremanti, come se l'avesse appena colpita con una fattura imperdonabile.
« Questo è proprio un colpo basso, Regulus,» borbottò ferita, arretrando di un passo e portandosi la destra al cuore, come se si fosse spezzato e stesse tentando di tenere insieme i pezzi. Poi gli volse le spalle e avanzò verso la porta, spalancandola e rifugiandosi tra i corridoi della villa.
« Loki. Perdonami, non era mia intenzione offenderti,» esclamò sinceramente pentito a metà delle scale, ansante più per i sentimenti inespressi che per la breve corsa. Non avevano mai litigato, se non si contavano le facezie e i capricci quand'erano bambini, e non avrebbero incominciato in quel momento, non se poteva impedirlo. Loki gli rivolse un sorriso triste, il fantasma del suo solito ghigno ferino, ma non si allontanò dalla sua presa, anzi lo tirò a sé per sentirlo più vicino.
« Non è la soluzione. Spero te ne renderai conto,» sussurrò al suo orecchio per poi posare un bacio affettuoso e umido sullo zigomo destro, facendolo sospirare.
In quel momento Regulus si odiò, si detestò con tale ardore da sconvolgere la solita quiete che lo permeava come un manto. Se avesse amato una donna come lei, nessuno avrebbe mai potuto dubitare della sua anima. Il suo cuore non avrebbe mai vacillato con accanto la persona più salda che avesse mai conosciuto.
« Loki, ti congedi?»
La voce profonda e vagamente contrariata di sua madre interruppe quelle riflessioni prive di senso. Non avrebbe mai potuto amare Loki in quel modo. Un altro avrebbe avuto quell'onore. Gli occhi grigi di Walburga li perforarono come spilloni ben piantati nella pelle, ai piedi della scalinata elegante, la destra a sfiorare il pomolo intarsiato con la testa di un serpente sibilante.
La giovane fu più veloce di lui nel riprendersi da quel momento di debolezza e scoccò uno sorriso di scuse, dolce e accattivante, verso la donna, sistemandosi un ricciolo scuro dietro l'orecchio destro.
« Chiedo scusa, signora Black, ma mio padre preferirebbe che tornassi a casa. La ringrazio per l'ottimo tè,» esclamò suadente, adoperando l'educazione che le avevano impartito sin dalla più giovane età e che tanto spesso dimenticava.
Walburga le rivolse un sorriso cordiale e si limitò a raccomandarle di salutare Thor da parte propria.
Loki si volse ad osservarlo e nei suoi occhi vi lesse il solito affetto, per niente intaccato dalla breve litigata, e Regulus si ritrovò a sperare che quella devozione che nutrivano l'una nei confronti dell'altro potesse bastare per renderli felici.




Angolo autrice
Hello, it's me. I was wondering...
Spero che il prologo vi sia piaciuto e che vogliate partecipare a questa piccola avventura tutta malandrina.


Regolamento


 
  1. Non c'è un limite massimo di schede che potete inviarmi;
  2. Le schede vanno inviate assolutamente per messaggio privato, entro il 10 Luglio;
  3. Non accetto Mary Sue, Gary Stu, Veela, Licantropi, ibridi, Animagus o qualsiasi altra creatura che non siano maghi e streghe;
  4. Nel principio dell'interattività, chiedo alle autrici dei personaggi scelti di non sparire;
  5. non accetto personaggi imparentati con i Canon;
  6. Non accetto Caposcuola di Grifondoro perché ce ne sono già due: James e Lily;
  7. Per dubbi e perplessità sono a completa disposizione.


Scheda

Nome:
Secondo nome:
Soprannome:
Cognome:
Età (con data di nascita):
Casa e anno:
Aspetto fisico:
Prestavolto (obbligatoriamente una persona reale):
Descrizione caratteriale (dettagliata, no alle liste di aggettivi):
Amicizie/Inimicizie:
Relazione e orientamento sessuale:
Bacchetta:
Patronus (e ricordo legato a esso):
Molliccio (perché?):
Amortentia:
Materie amate/odiate:
Famiglia e rapporto con essa:
Ruolo (Quidditch, vari Club scolastici, Caposcuola, Prefetto):
Frase che lo rappresenta:
Altro:

 
OC
 
Loki Hel Fawley, Serpeverde, VI anno, membro del Lumaclub e del Club di Trasfigurazione. Bisessuale.



My conscience hath a thousand several tongues, and every tongue brings in a several tale, and every tale condemns me for a villain”
Richard III







Canon


Regulus Arcturus Black, Serpeverde, VI anno, membro del Lumaclub e del Club dei Duellanti. Prefetto. Cercatore e Capitano. Omosessuale.




Sirius Orion Black, Grifondoro, VII anno, membro del Lumaclub e del Club dei Duellanti. Cronista. Eterosessuale.




Rabastan Lestrange, Serpeverde, VI anno, membro del Lumaclub, del Club di Incantesimi e del Club dei Duellanti. Cacciatore. Bisessuale.


Barty Crouch Jr., Serpeverde, VI anno, membro del Lumaclub e del Club dei Duellanti. Eterosessuale.




Severus Piton, Serpeverde, VII anno, membro del Lumaclub e del Club di Incantesimi. Prefetto e Caposcuola. Eterosessuale.



Lily Evans, Grifondoro, VII anno, membro del Lumaclub e del Club di Pozioni. Prefetto e Caposcuola. Eterosessuale.




James William Potter, Grifondoro, VII anno, membro del Lumaclub e del Club di Trasfigurazione. Caposcuola. Cacciatore e Capitano. Eterosessuale.



Remus John Lupin, Grifondoro, VII anno, membro del Club di Incantesimi e del Club dei Duellanti. Prefetto. Bisessuale.



Peter Minus, Grifondoro, VII anno. Omosessuale.


Mary McDonald, Grifondoro, VII anno, membro del Club di Incantesimi. Bisessuale.
   
 
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