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Autore: thestoryreader    03/07/2017    0 recensioni
Sara è una ragazza a pezzi dopo aver assistito a un evento agghiacciante. Viene ospitata dalla famiglia Kent in attesa di essere adottata e intanto, piano piano, ricostruisce la sua vita, fidandosi di nuovo degli altri, vivendo un'avventura emozionante con i suoi amici e condividendo il suo più grande segreto: la magia.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano le 4 del pomeriggio di un 23 settembre quando un taxi giunse davanti alla fattoria Kent. Sara scese in compagnia dell’assistente sociale. Il tassista aiutò la ragazza a scaricare i suoi bagagli, una valigia con i suoi vestiti e un grosso borsone contenente tutto il resto. La donna con lei prese il borsone e dopo aver pagato il tassista si avviarono lungo la strada non asfaltata della fattoria. Sara era seria e tesa e la donna lo notò.
“ti troverai bene qui. Te lo prometto. Sono delle brave persone”
Sara annuì poco convinta. Arrivarono alla porta e la donna bussò.
Attesero alcuni momenti fino a che un ragazzo alto e di bell’aspetto aprì la porta.
“buongiorno” esclamò con un sorriso
Sara accennò un sorriso di cordialità e lasciò che l’assistente sociale parlasse.
“Buongiorno. Tu devi essere Clark. Possiamo entrare?”
“certo prego signora” la invitò Clark con un gesto della mano. La donna entrò.
Sara esitò. “posso entrare anche io?” chiese timidamente
Clark la guardò incuriosito “certo. puoi entrare anche tu” gli sorrise alla fine

La casa era piccola e molto accogliente. La luce che entrava dalle finestre rendeva tutto molto luminoso e caldo. I signori Kent aspettavano in cucina. Appena videro Sara, Martha si commosse e si portò la mano alla bocca. Jonathan la strinse tra le sue braccia. La signora Watson, l’assistente sociale appoggiò le mani sulle spalle di Sara e lei trasalì. Non le era antipatica ma preferiva non essere toccata. Tuttavia lei non si accorse di nulla e iniziò ad accerezzarle le spalle. “Lei è Sara McAdams. Ha 17 anni. Starà da voi per qualche mese in attesa della sistemazione finale. Siete stati scelti perché siete un’ottima casa famiglia” sorrise la signora Watson. Martha si avvicinò alla ragazza. Notò che era molto distaccata e rispettò la sua scelta di non essere abbracciata stringendole la mano.
“io sono Martha. Lui è mio marito Jonathan e lui è nostro figlio Clark. Spero che ti troverai bene qui da noi.” disse la donna. Sara strinse la mano e mosse la testa per comunicare di aver capito. Non disse una parola ma Martha e gli altri componenti della famiglia continuarono a sorriderle. La famiglia Kent si trattenne con l’assistente sociale mentre Clark mostrò la casa a Sara.
“... e questa è la stanza dove dormirai tu” disse infine.
Sara entrò: si sentiva un profumo di lavanda e spuntò un sorriso sulle sue labbra. Sembrava davvero una casa accogliente.
“è… carina. Si, mi piace molto” disse alla fine e non potè fare a meno di notare che anche il ragazzo sorrideva.

L’assistente sociale se ne andò. Clark propose a Sara di farsi una doccia rilassante dopo il viaggio che aveva dovuto affrontare. Lei accettò di buon grado. Si mise davanti allo specchio del bagno. Le sue lentiggini spiccavano sul volto magro. Aveva due grandi occhi castani e capelli lunghi fino al seno, castani anch’essi e molto lisci. Poi si infilò nella doccia.

Scese titubante le scale alle 7 in punto tenendosi il braccio timidamente. Quando la videro le rivolsero tutti un sorriso. “buonasera Sara. Ho preparato del pollo e delle patate. Ti vanno?” disse Martha.
Lei annuì e poi si sedette sulla prima sedia disponibile. Mangiarono e Sara ascoltò la conversazione della famiglia Kent. Parlò della scuola che sarebbe iniziata il giorno successivo e degli amici di Clark. Lei si trovò a sorridere ad alcune delle cose che dicevano. Clark aveva una risata molto contagiosa e anche i suoi genitori. Scoprì che Clark era stato adottato e questo le risollevò il morale. Se era stato adottato ed era cresciuto così gentile e per bene, probabilmente i Kent erano davvero la famiglia adatta a lei. Magari chissà, se si fosse trovata bene l’avrebbero potuta anche adottare alla fine.
Finito di cenare Jonathan e Clark andarono nel fienile mentre Sara rimase con Martha in cucina. Questa volta fu la ragazza a parlare e Martha rimase molto colpita piacevolmente.
“avete dei cavalli?” chiese
“si certo. Ne abbiamo sei. Domani dopo la scuola chiedi a Clark di mostrarteli” disse lei gentilmente mentre lavava i piatti. Sara si incupì. Non voleva andare a scuola. Sarebbe entrata in contatto con troppe persone di cui non voleva sapere nulla a proposito. E poi Clark le avrebbe presentato i suoi amici e lei era troppo timida, troppo impacciata. L’avrebbero tutti presa in giro.
Clark entrò in quel momento. “ehy Sara” le disse tranquillamente “ti va di venire a vedere le stelle con me?” le chiese tranquillo. Lei ci pensò su, guardò Martha, che la incoraggiò con un sorriso e poi annuì.
Si infilò le scarpe e uscì nella frescura della sera. Jonathan intanto era rientrato in casa. Salirono al piano superiore del fienile. Una finestra immensa si aprì davanti ai suoi occhi. Il cielo blu intenso era costellato da tantissime stelle.
“wow” disse lei
“ti piace?”
“tantissimo. Tu vieni qua tutte le sere?” chiese lei
“si tutte quante. Studio anche qui. Adesso che lo sai puoi venire tutte le volte che vuoi” rise lui. Ma Sara ormai non lo ascoltava più era troppo rapita da quel cielo “vorrei restare qui per sempre solo per vedere questo cielo” mormorò tra sé e sé.
Sentirono dei passi leggeri e si voltarono insieme. Una ragazza dai capelli neri e lisci era in piedi sull’ultimo scalino e li guardava con un sorriso.
Clark la accolse calorosamente “Ehy Lana. Lascia che ti presenti Sara. La ragazza di cui ti avevo parlato”
Sara si imbarazzò un po’ “tu...tu le hai parlato di me?” disse lei titubante.
La ragazza intervenne e le tese la mano “piacere di conoscerti. Io sono Lana un’amica di Clark.”
Lei gliela strinse “piacere Sara” disse ricambiando un sorriso.
Ci fu un attimo di silenzio imbarazzante tra i tre e Lana e Clark si guardarono, come se lei fosse in cerca di approvazione per farle domande “allora...ti trovi bene qui?” chiese infine
“si...i Kent sono molto gentili con me” rispose. Lana annuì come per confermare. Sara a quel punto lo sentì, come le era capitato altre volte. Fu come un guizzo che le fece tremare tutta la spina dorsale e capì. Capì che probabilmente il rapporto tra i due amici era forse più profondo di quanto volessero mostrare. .
“Vi lascio soli. Vorrei andare a dormire. Oggi è stato impegnativo” disse alla fine Sara. 'spero che tu non pensi sia una maleducata. è solo un periodo no' pensò.

“non c’è problema” disse Lana con un sorriso.
Sara alzò la mano per salutarli e poi scese le scale. Era felice di lasciarli soli. Sentiva che si desideravano molto e quel suo piccolo gesto magari poteva far nascere qualcosa finalmente. Salutò i signori Kent e salì in camera. Si mise una maglietta e un paio di pantaloni da ginnastica e si sdraiò. Nel giro di 5 minuti si era già assopita.

Clark rimase con Lana almeno per altri 40 minuti. Osservavano il cielo insieme mentre Lana le faceva delle domande.
“è molto timida. Non pensare che sia maleducata. Ne ha passate molte”
“Non ho mai pensato che fosse maleducata. Presentarla a Cloe però sarà un problema. Lei cercherà di abbracciarla e questo suo carattere troppo espansivo potrebbe metterla a disagio. Dobbiamo avertirla”
“Le telefonerò dopo, promesso” disse Clark.
“che cosa le è successo?” chiese dopo un attimo di silenzio Lana.
“Preferisco te lo racconti lei.. Sai, è giusto che lo sappiano le persone a cui lo vuole far sapere”
Lana annuì “certo, nessun problema”

Erano le tre quando Sara si svegliò all'improvviso in preda a un incubo. Era tutta sudata. Arrivò annaspando all’interruttore della luce e accese la piccola lampada. Si rannicchiò su se stessa e attese di calmarsi. Ripensò al sogno che aveva appena fatto ma non riusciva a trovarne un senso. Una scuola che andava a fuoco. Decine e decine di ragazzi morivano bruciati al suo interno e lei non poteva fare nulla per salvarli. Dopo mezz’ora spense la luce e si rannicchiò di nuovo sotto le coperte. Guardò fuori dalla finestra e quando chiuse gli occhi, si addormentò.

La campanella del primo giorno di scuola suonò. Prese un bel respiro e seguì Clark. Quel giorno Martha le aveva detto che se avesse messo un vestito che la faceva sentire a suo agio, sarebbe stato tutto più facile così si era infilata il suo paio di leggings preferiti, le sue vans e la una camicia arancione. Entrò a scuola. Quasi le prese un colpo: era uguale a quella del sogno. “Fantastico” disse lei tra i denti.
Clark la sentì e le chiese se avesse detto qualcosa, cosa che lei smentì.
Si avviarono verso la classe. Era al piano terra. La 5g. Clark prese posto e invitò Sara a sedersi vicino a lui. Magari si sarebbe sentita a suo agio vicino a qualcuno che conosceva. Era circondata da ragazzi e ragazze che parlavano tra di loro delle cose più futili ma non ci badava minimamente: come poteva salvare tutti quei ragazzi senza che qualcuno la vedesse?

La professoressa di chimica entrò con qualche minuto di ritardo.
“Buongiorno ragazzi. So che quest’anno è arrivata una nuova studentessa. Sei tu vero?” disse indicando Sara. I ragazzi presero a guardarla. Quell’attenzione non le piaceva per nulla. “buongiorno” disse lei timidamente.
“dai vieni a presentarti”
Sara si girò verso Clark che la incoraggiò con uno sguardo e un sorriso. Lei si alzò titubante e camminò fino alla cattedra con le sue gambe magre. Si girò. Era completamente paralizzata dalla paura. Le lampadine iniziarono a lampeggiare.
Tutti erano confusi “non vi preoccupate sarà uno sbalzo di corrente” disse la professoressa.
“Ciao mi chiamo Sara McAdams.” riuscì a dire. Vide il volto di Lana e le sorrise piano “sono appena arrivata qui a Smallville”
La professoressa aspettò un altro momento e poi disse “nient’altro che tu voglia dirci”
Sara scosse la testa e potè ritornare al posto. Quando si sedette le luci smisero di lampeggiare e lei potè tirare un sospiro di sollievo. Si girò e c’era Clark a guardarla. E le sorrideva.

Finita la lezione di chimica Sara fu attorniata dagli amici di Clark. Salutò timidamente Lana ma subito, prepotentemente una ragazza bionda le tese la mano. “ciao piacere Cloe” disse con un sorriso a 32 denti. Lei rimase un po’ turbata da tutto quell’entusiasmo ma dopo 20 secondi riuscì a salutarla.
“ciao Cloe” disse con un sorriso. Poi si presentò Pete e infine Jordan, un ragazzo alto, di bell’aspetto. Erano tutti abbastanza tranquilli e rispettarono tutti la sua timidezza. Alla fine non era stato così terribile come aveva creduto.

Erano le 12:30 quando entrarono in mensa. Martha le aveva dato il pranzo quindi evitarono tutta la fila davanti al bancone del cibo. Mentre mangiava ignorò gli altri. Quando sarebbe scoppiato l’incendio, e dove?
Fu in quel momento che Pete si mise a farle delle domande.
“allora...tu da dove vieni?”
Poi lo sentì. Era come se il fuoco che stava bruciando dal bagno del piano di sotto le bruciasse dentro e seppe immediatamente che cosa fare.
“abitavo a NY ma per … per motivi familiari mi sono dovuta trasferire qui a Smallville…scusa ora dovrei….” tentò di dire
“E ti piace stare dai Kent?”
“si certo sono molto gentili con me..ora vado..”
“si è vero sono delle brave persone e …”
“senti dovrei andare in bagno ora...ti dispiace farmi queste domande dopo?” chiese di fretta. Prima ancora che lui rispondesse alla domanda Sara correva fuori dalla mensa. L’atrio era deserto dato che tutti gli studenti erano in mensa. Corse al bagno e vide il piccolo fuocherello ardere nel cestino.
Namia Exum Solvos”. Il fuoco si spense.
“qualche idiota deve aver acceso una sigaretta qua dentro” disse.

Era abbastanza soddisfatta di se stessa e si ritrovò a sospirare per il mancato pericolo. Uscì dal bagno e trovò Clark che la fissava. Si irrigidì.
“sono venuto a cercarti per assicurarmi che fosse tutto a posto. Perché eri nel bagno dei ragazzi?”
Lei guardò l’insegna a cui prima non aveva prestato attenzione “ho sbagliato bagno” disse lei. Lui le sorrise “mi dispiace se Pete ti ha fatto tutte quelle domande personali” . Le chiese se volesse tornare alla mensa. Lei annuì.
Appena si sedette di nuovo al tavolo si scusò con Pete, non voleva essere così fredda ma aveva bisogno urgente. Tuttavia lui non si arrabbiò e non continuò con le domande. Probabilmente Clark gli aveva detto che aveva esagerato.

Arrivati a casa finalmente Sara chiese a Clark di mostrarle i cavalli. La portò nella stalla.
Si trovò subito attratta da uno di loro, aveva il manto nero e delle striature marroncine.
“questo è stupendo” disse accarezzandogli il muso.
“se vuoi puoi iniziare a prendertene cura. Di sicuro sarà una stalla in meno da pulire per me”
Fu la prima volta nei due giorni che Sara rise di gusto. La sua risata eccheggiò nella stalla, solare, e alla fine Clark iniziò a ridere, contagiato.
Quando smisero Sara disse “va bene accetto. Mi prenderò cura di lui.” disse accarezzandolo.
“Ciao Ansel”, disse passando la mano sul manto morbido del cavallo.
Clark che aveva ancora il sorriso sulla labbra, diventò serio di botto “come sai che si chiama così?” chiese.
Sara lo guardò un po’ rigida “non lo so.. Me lo hai detto tu”
Clark si convinse che doveva essere così. Ma mentre la ragazza accarezzava il muso del cavallo sorridendo, cercava di capire di più, sentiva che c’era qualcosa che stonava.

Dopo aver spiegato alla ragazza ogni cosa riguardante il cavallo di cui avrebbe dovuto prendersi cura, Clark la invitò a seguirlo per sedersi, con una fetta di torta appena sfornata, nel prato dietro la fattoria. Era tutto pieno di fiori e l’erba era morbida. Lì non pascolavano gli animali.
“c’è un altro amico che voglio farti conoscere” disse Clark “si chiama Lex Luthor. Arriverà tra poco, a volte compra delle torte da mia madre, se ti va possiamo andare a salutarlo.” disse
Lei ci pensò su poi disse “Fino adesso i tuoi amici si sono rivelati molto carini con me. Mi sta bene”
“grandioso” disse lui ridendo e dandole una pacca di incoraggiamento sulla spalla. Lei sussultò.
“Ti prego non toccarmi così bruscamente” disse lei, tappandosi successivamente la bocca per l’imbarazzo. “mi dispiace ho ancora i postumi di quello che è successo”
Lui si scusò subito “mi dispiace. D’ora in poi te lo chiederò” disse lui facendole l’occhiolino.

Lex Luthor arrivò a bordo della sua porsche argentata sollevando un mare di polvere sulla strada sterrata della fattoria. Sara sventolò la mano davanti alla bocca per evitare di respirare quella roba.
Scese dalla macchina un ragazzo, poco più adulto di Clark e completamente pelato.
<< questa non me l’aspettavo di certo>> pensò Sara
Appena vide la ragazza le tese la mano “piacere Lex Luthor” disse. Lei gliela strinse e si presentò. Poi lui le tese un piccolo pacchetto regalo “questo è per te. Un regalo di benvenuto dalla famiglia Luthor. Sono sicuro che ti troverai bene nella famiglia Kent” disse lui con un sorriso.
Lei squadrò il regalo: era il primo pacchetto che vedeva da mesi.
“grazie mille...io non so cosa dire, davvero” disse Sara con gratitudine.
“mi basta un grazie. Mentre tu lo apri ti dispiace se vado a ritirare le mie torte? Ho una certa fame”
Lei annuì con un sorriso e il ragazzo si avviò insieme a Clark verso la casa. Lei si inginocchiò sul primo manto d’erba che trovò e con cautela, senza strappare la carta aprì il pacchetto. Dentro trovò un libro. “Madame Bovary-Gustave Flaubert ” lesse il titolo Sara.
“è il mio preferito nonostante sia molto semplice. Mi riporta alla mia infanzia” disse Lex uscendo dalla porta con due torte confezionate in mano.
Lei lo guardò, poi posò gli occhi di nuovo sul libro “grazie mille. è un regalo veramente apprezzato, dico sul serio. Amo i libri. Ti farò sapere se mi è piaciuto quando lo avrò letto” disse lei con gentilezza.

Quella sera si mise in mansarda nel fienile a leggere il libro che Lex le aveva regalato. Lo lesse tutto d’un fiato, immaginando come, anche lei come la protagonista, avrebbe voluto fuggire via, lontano da tutto, immaginarsi un mondo nuovo dove vivere in pace come voleva lei. Chiuse il libro verso le 10 di sera quando Clark salì le scale.
“tutto bene? caspita lo hai già finito?”
Lei annuì “è stato bellissimo. è incredibile che qualcuno che neanche conosco mi abbia fatto un regalo così bello” disse lei stringendoselo al petto.
“Tra qualche giorno tornerà probabilmente. Potrai parlargliene” disse lui.
“sicuramente”

La mattina dopo il pullman partì senza aver caricato i due ragazzi a bordo
“dannazione” disse Clark
“andiamo a piedi, saranno 10 minuti” disse lei tranquilla. Quella notte aveva sognato di perdere il bus ma sapeva che non sarebbero arrivati in ritardo comunque. Si incamminarono lungo la strada, Clark sperando che qualche suo compagno di classe passasse con l’auto. Arrivati all’incrocio in fondo alla via un ragazzo biondo li salutò. Era Jordan.
“anche tu in ritardo amico?” chiese Clark
“già… la sveglia stamattina non l’ho sentita. Ciao Sara” disse lui gentile
Lei contraccambiò con un sorriso.
“ehy hai una fossetta” disse Jordan mettendo un dito sulla guancia della ragazza. Sara rimase interdetta, non se lo aspettava
“lo faccio sempre alla mia cuginetta” disse lui.
Passò un momento in cui Clark pensò che Sara si fosse paralizzata, poi lei si mise a ridere.







Ciao sono Sara e sono l'autrice oltre che la proagonista di questa storia. :) spero che vi piaccia e se volete lasciate una recensione :)

 
   
 
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