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Autore: micchan91    04/07/2017    6 recensioni
Au Sterek con Derek avvocato e Stiles attivista
(...)< Allora non era solo una scusa per non venire a prendere un caffè > rise alzando lo sguardo. Da sopra uno dei rami più alti sbucò la testa del ragazzo che gli rivolse un largo sorriso.
< Io non lo bevo il caffè sai? Mi rende iperattivo > rise in risposta.
< Sali su? Io non posso scendere > gli chiese poi e Derek sospirò divertito, se fosse stato qualsiasi altro cliente a chiedergli di salire sopra un ramo per parlare lo avrebbe mandato al diavolo...ma lui? Lui era il suo ragazzino speciale..
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Derek Hale, Sceriffo Stilinski, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Derek pigiò la mano sul clacson per la decima volta e ce la sbattè contro un paio di volte, ringhiando frustrato quando la macchina davanti a lui si mosse solo di mezzo centimetro in avanti. Chiuse gli occhi e sospirò pesantemente, iniziando a battere la nuca contro il morbido poggiatesta della sua auto di lusso. Era in ritardo al lavoro, non che a qualcuno potesse importare dato che era il capo, ma lui odiava arrivare in ritardo e soprattutto odiava restare bloccato nel traffico. Alzò il volume della radio per coprire i rumori esterni di macchine e persone e rimase per qualche minuto così, ad occhi chiusi mentre ascoltava la musica. Quando riaprì gli occhi e notò che niente era cambiato si lasciò andare in un lungo gemito frustrato e sbattè le mani contro il volante, che diamine stava succedendo quel giorno?! Alla fine riuscì a fare qualche metro prima di bloccarsi nuovamente e a quel punto fu davvero tentato di lasciare la macchina lì dov'era e andarsene. Per sua fortuna qualche metro più in la una macchina stava giusto giusto uscendo da uno dei pochi parcheggi che si potevano trovare in città e subito Derek con una manovra che infrangeva ogni sorta di regola della strada ci si infilò. Tirò il freno a mano con violenza e aprì lo sportello, gettandosi fuori dall'auto in mezzo secondo. Due ore e mezza chiuso lì dentro per lui erano troppo, davvero troppo. Chiuse lo sportello con stizza e si passò un momento le mani tra i capelli pieni di gel per sistemarseli, prese poi la sua valigetta dal sedile posteriore e si incamminò lungo il marciapiede pieno di gente. Il lavoro non era troppo distante da lì per sua fortuna, una ventina di minuti e sarebbe arrivato, ma quel giorno il destino sembrava non volerlo far arrivare mai. Dovette infatti deviare più volte strada per via di alcuni lavori che stavano facendo e così comprese anche il motivo di tanto traffico.

Fu con un mugolio disperato che si trovò davanti ad una manifestazione. Sospirò pesantemente e fece mente locale per vedere se aveva strade alternative, ma quella era la strada più breve e lui aveva davvero troppe ore di ritardo per permettersi di allungare. Strinse così la valigetta contro il petto per non urtarla contro nessuno e si incamminò a passo deciso, passando tra la gente urlante e cercando contemporaneamente di capire cosa stesse succedendo.

< Salviamo i lupi? > sbuffò quando lesse un cartello. Chi diavolo poteva pensare ai lupi in una città grande come quella? Dove i lupi si potevano vedere massimo in foto? Si era ritrovato in mezzo ad una folla di pazzi! Accelerò il passo superando diverse ragazzine vestite da lupette sexy, ma dopo diversi metri fu costretto di nuovo a rallentare. Ancora una volta il fato si mise in mezzo e lo costrinse a scartare di lato per evitare che un grosso uomo con un buffo capello a forma di muso di lupo gli andasse addosso e si ritrovò in mezzo alla strada. Non notò minimamente la macchina che sfrecciava verso di lui a grande velocità e se ne accorse solo una volta che sentì il clacson. Il suo cervello gli urlò di muoversi, ma il suo corpo si paralizzò tanto che fu facilissimo per qualcuno tirarlo via da lì poco prima che venisse investito.

< Eih amico attento, qua la gente non vede l'ora di mettere sotto qualche manifestante > ridacchiò chiunque l'aveva salvato e Derek prese un lungo respiro prima di voltarsi a guardarlo.

< Non sono un manifest...> iniziò a borbottare, ma si bloccò davanti alla persona davanti a lui. Probabilmente se l'avesse scorto tra la folla lo avrebbe trovato un anonimo ragazzino come gli altri, con quel cappello ridicolo a forma di lupo peloso, la camicia a quadri sgualcita e i pantaloni di quel marrone improponibile, ma a catturare la sua attenzione furono gli occhi color ambra e le labbra. Boccheggiò un momento e si perse ad osservare il suo viso, notandolo sorridere divertito poco dopo mentre si infilava le mani in tasca.

< E dì, ti capita spesso di bloccarti? > gli chiese divertito e Derek scosse la testa tossicchiando, non poteva davvero essersi imbambolato davanti a qualcuno.

< No, non mi capita spesso > brontolò facendolo ridacchiare.

< Prego comunque > ribattè quello dandogli una pacca sul braccio e Derek alzò un sopracciglio.

< Per averti salvato la vita > rispose alla sua domanda silenziosa indicandogli la strada.

< Oh si giusto...grazie > disse subito Derek porgendogli la mano per ringraziarlo come si doveva, ma il ragazzino gli ci diede il cinque sopra. Doveva avere un paio d'anni meno di lui, ma sembrava così spensierato da dimostrarne molti meno.

< Beh, tu potresti ricambiare il favore salvando i lupi > gli disse alla fine avvicinandogli una cartellina con parecchie firme sopra.

< Seriamente? I lupi? > sbuffò divertito, ma le sue mani si mossero in automatico e prese la cartellina dalle mani del ragazzino per osservarla.

< Eh si. Creature fantastiche i lupi non trovi? Vogliono ridurre la riserva protetta, ma così facendo rischiano l'estinzione di molte specie, tra cui i lupi > gli spiegò con enfasi.

< E alle altre specie chi ci pensa? > ridacchiò Derek mentre giocherellava con la penna.

< Oh sempre io! Fino ad adesso ho accumulato quasi centomila firme per la riserva, ma il comitato vuole firme per ogni specie...ed io gli do firme per ogni specie > rise soddisfatto di se stesso e Derek non potè fare a meno di osservarlo con ammirazione.

< Hai organizzato tu tutto questo? > gli chiese, ma in cambio ottenne solo un'alzata di spalle.

< Niente di che > disse guardandosi intorno.

< Per fortuna ho dei buoni amici e in molti hanno a cuore ciò che ho a cuore io > aggiunse poi con un sorriso dolce e questo bastò a Derek per mettere la sua firma su quella cartellina, avrebbe messo firme ovunque per poter rivedere quel sorriso. Gli ridiede la cartellina e il ragazzino lesse il suo nome con un sorriso.

< Beh Derek Hale, grazie per il tuo contributo > disse in tono quasi formale e Derek ridacchiò piano.

< Ero in debito > disse alzando a sua volta le spalle come se niente fosse...anche se effettivamente non aveva fatto granchè.

< Ora ti lascio andare, a giudicare da come sei vestito devi arrivare alla torre e non voglio trattenerti oltre, sei già stato molto gentile a firmare > gli disse, facendo sentire a Derek l'irrefrenabile voglia di non andare a lavoro per la prima volta nella sua vita.

< Oh tanto sono già parecchio in ritardo...> disse guardando il costoso orologio.

< Mi dispiace, sfortunatamente le manifestazioni servono, ma sono davvero una spina nel fianco per chi deve lavorare > gli disse subito il ragazzo con aria dispiaciuta.

< Non fa niente davvero, tanto sono il capo > rise e in cambio ricevette un fischio d'ammirazione.

< Complimenti allora > ridacchiò, guardando con curiosità il bigliettino da visita che Derek gli stava porgendo.

< E in caso ti dovesse servire... > mormorò a mezza voce, sorridendo divertito al secondo fischio ammirato da parte del ragazzo. Non riuscirono comunque ad aggiungere altro che una ragazza con dei lunghi capelli rossi si parò tra di loro, porgendo qualcosa al ragazzo e sorridendo felice.

< Dai andiamo > ridacchiò allegra dopo avergli sussurrato qualcosa all'orecchio, iniziando a trascinarlo via. Derek si sentì un po' morire per quel saluto e odiò un pochino la rossa per il fatto che glielo stava portando via. Il ragazzo sorrise divertito.

< Beh avvocato Derek Hale, è stato un vero piacere conoscerti > rise togliendosi il ridicolo capello in un gesto teatrale e Derek si ritrovò a ridere, dimenticandosi completamente del nervosismo che lo aveva accompagnato fin dalla mattina. Lo fissò finchè lui e la rossa non vennero nuovamente inghiottiti dalla folla e sospirò piano senza smettere di sorridere, poi si strinse nuovamente la valigetta addosso e riprese a camminare per arrivare al suo ufficio, continuando però la sua giornata di nullafacenza, limitandosi a sedersi alla sua scrivania con il cellulare in mano a cercare su facebook e sui vari social foto della manifestazione, maledicendosi per non aver nemmeno chiesto il nome del ragazzo. Alla fine trovò solo pochi articoli e una sola foto del ragazzo che si ritrovò a fissare per un'ora buona. La foto lo vedeva sorridere in testa alla manifestazione, era senza quel ridicolo cappello, ma teneva in mano un cartello con una foto di un bellissimo lupo nero. Derek non riusciva a capacitarsi di quanto qualcuno potesse essere bello tanto quanto quel ragazzo. Non era tanto la bellezza fisica...anche se quella faceva molto la sua parte...era proprio l'espressione degli occhi, così viva, così felice e sicura di ciò che stava facendo a renderlo davvero speciale.

Alla fine si salvò la foto, ripromettendosi di scoprire almeno il suo nome, in fondo conosceva tutti gli avvocati più famosi della città....che ci voleva a rintracciare un ragazzino che organizzava manifestazioni?

Ovviamente la fortuna non fu con lui...dovette riscuotere molti favori che molti dei suoi colleghi gli dovevano, ma nessuno di loro trovò qualche informazione utile.

< Non capisco davvero perchè con Kate Argent che ti muore dietro tu perdi tempo a cercare un ragazzino senza ne arte ne parte che passa il suo tempo libero a fare manifestazioni per salvare alberi e animali > gli disse un giorno suo zio. Erano passati quasi due mesi dal giorno della manifestazione e oramai per Derek il ragazzo misterioso era diventato un chiodo fisso tra una causa e l'altra, se lo sognava addirittura la notte.

< Lui è speciale, non so spiegarti come mi sono sentito in quei pochi minuti che abbiamo parlato > ribattè Derek picchiettando le nocche contro il tavolo di legno mentre vagliava con lo sguardo una delle tante pratiche a cui stava lavorando, segnando con un pennarello i punti fondamentali per la sua arringa.

< Kate in pochi minuti potrebbe farti sentire molto meglio > ridacchiò malizioso Peter, facendo sbuffare Derek.

< Zio per favore, Kate non mi interessa > borbottò semplicemente.

< Solo perchè sei gay non significa che non sapresti apprezzare > ribattè e Derek alzò lo sguardo su di lui, guardandolo male come per chiedergli "ma sei serio?", facendolo ridere ancora.

< Comunque davvero Derek, ci sono migliaia di persone in questa città, non lo troverai mai > gli disse alla fine.

< Tu si che sai come tirarmi su di morale eh zio? > sbuffò tornando ad evidenziare ciò che gli serviva. Per sua fortuna non sentì la risposta di Peter dato che il suo cellulare si era messo a squillare. Lo prese immediatamente e guardò il numero sconosciuto, cercando di pensare a chi potesse essere. Rispose comunque senza nemmeno aspettare, spesso i clienti lo chiamavano con altri numeri e Derek era praticamente costretto a rispondere ogni volta che il telefono squillava.

< Pronto? > chiese con aria scocciata, proprio al limite della professionalità.

< Ah! Wow al primo squillo > rise qualcuno all'altro capo del telefono e Derek si accigliò.

< Umh...probabilmente non ti ricordi di me...mi hai dato il tuo biglietto da visita quasi due mesi fa e mi hai detto che se mi sarebbe servito....> iniziò la voce e il cuore di Derek iniziò a battere forte, che fosse il ragazzo misterioso?

< Si? > sussurrò.

< Sono il ragazzo che ti ha salvato la vita ricordi? Quello che ti ha praticamente costretto a firmare per salvare i lupi > rise e Derek non riuscì a trattenere un sorriso che gli andava da un orecchio all altro.

< Si, mi ricordo > disse semplicemente, ignorando lo sguardo perplesso di suo zio. Si voltò e si mise a guardare fuori dalla finestra, da lì si vedeva quasi tutta la città.

< Eh? Oh bene! Fantastico! Cioè...si, volevo sapere...mi dispiace disturbarti così, probabilmente avrai da fare...> iniziò, ma Derek lo interruppe subito.

< Sono libero al momento, se vuoi ci vediamo per un caffè > gli disse cercando di nascondere il nervosismo.

< Ecco in realtà è un po più complicata di così > ridacchiò il ragazzo e Derek alzò un sopracciglio.

< Ecco vedi... > iniziò il ragazzino e Derek sbuffò divertito quando sentì la sua spiegazione.

< Devo andare, ci vediamo domani > disse poi allo zio una volta attaccato il telefono senza riuscire a smettere di sorridere come un idiota.

< Ommioddio...era il ragazzino misterioso? > gli chiese lui collegando le cose e Derek si limitò ad annuire, afferrando la sua giacca per poi correre fuori, ignorando qualsiasi altra domanda.

Prese la macchina e pigiò parecchio sull'acceleratore, arrivando rapidamente alla sua meta, il grande parco posto al centro della città. Appena scese dalla macchina individuò immediatamente il posto dove doveva andare dato che si era già radunata una piccola folla. Sorrise divertito e si avvicinò al grande albero che si stagliava proprio accanto alla strada.

< Allora non era solo una scusa per non venire a prendere un caffè > rise alzando lo sguardo. Da sopra uno dei rami più alti sbucò la testa del ragazzo che gli rivolse un largo sorriso.

< Io non lo bevo il caffè sai? Mi rende iperattivo > rise in risposta.

< Sali su? Io non posso scendere > gli chiese poi e Derek sospirò divertito, se fosse stato qualsiasi altro cliente a chiedergli di salire sopra un ramo per parlare lo avrebbe mandato al diavolo...ma lui? Lui era il suo ragazzino speciale...

Si tolse la giacca e la poggiò sulla panchina lì accanto, poi si arrotolò le maniche e fece per salire.

< Scusi, lei chi è? > chiese un poliziotto avvicinandosi.

< L'avvocato del ragazzo > rispose subito Derek mostrando le sue credenziali, cercando di non ridere di fronte all'espressione dell'uomo.

< Stilinski stavolta lo ammazza > ridacchiò quello tra se e se mentre restituiva i documenti a Derek.

< Beh, buon divertimento lassù > disse poi facendogli cenno di salire e Derek non ci mise molto a raggiungere il ragazzo sul ramo.

< Wow, sei agile > ridacchiò quello mentre si spostava un poco per lasciargli spazio.

< Nel tempo libero mi piace allenarmi > ribattè subito Derek.

< Gli avvocati hanno tempo libero? > lo prese subito in giro il ragazzo, beccandosi una pacca giocosa.

< Ok, direi di iniziare subito dalle cose importanti...come ti chiami? > gli chiese Derek e il ragazzo spalancò gli occhi.

< Oddio che maleducato che sono! Non mi sono presentato! > esclamò per poi porgergli la mano.

< Stiles, Stiles Stilinski! > si presentò con un largo sorriso e Derek gli sorrise mentre gli stringeva la mano...questo prima di fare mente locale.

< Aspetta...Stilinski...come il capo della polizia? > chiese.

< Ah si...è mio padre > ribattè Stiles con un sorrisetto divertito e Derek sospirò, stava aiutando il figlio del capo della polizia...contro la polizia.

< Se per te è un problema non fa niente eh! Insomma, posso anche restare qui finchè non cambiano idea e non lo abbattono! > ridacchiò, ma Derek scosse la testa, avrebbe fatto causa al padre eterno per Stiles...e la cosa buffa è che non ne capiva nemmeno il reale motivo.

< Allora Stiles, dimmi tutto > gli disse tirando fuori il suo portatile, mettendosi più comodo sul ramo per poter prendere appunti.

I due rimasero a parlare di quell'albero e di legge per quasi due ore, a Derek faceva strano starsene seduto su un ramo con tutta quella gente che li fissava, ma stranamente non si era mai sentito più libero e felice di così.

< Bene, direi che abbiamo tutto quello che ci serve > disse alla fine rileggendo i suoi appunti.

< Pensi di poterci riuscire? > gli chiese Stiles con una malcelata ansia nella voce.

< Abbiamo molti elementi a nostro favore e se esposti in maniera corretta gli argomenti sono validi, tanto da poter salvare l'albero > rispose e sobbalzò quando le braccia di Stiles si chiusero attorno al suo collo per abbracciarlo forte.

< Grazie! > esclamò allegro, staccandosi da lui quando sentì qualcuno chiamarlo da sotto.

< Oh, papà! > ridacchiò dondolando i piedi nel vuoto. Derek si sporse un poco per poter guardare l'uomo sotto di loro che osservava il figlio con una finta espressione di rimprovero, sarebbe stato anche credibile se non fosse che sorrideva divertito, probabilmente doveva essere abituato a quelle cose visto l'impegno di Stiles nelle manifestazioni.

< Scendete giù, tutti e due > disse e Derek si sentì come quando suo padre lo rimproverava da piccolo. Sorrise a Stiles e iniziò a scendere.

< Ci penso io tranquillo > lo rassicurò prima di balzare giù, osservando con aria dispiaciuta il capo della polizia, che però gli sorrise bonariamente.

< Così mio figlio adesso ha anche l'avvocato eh? > sospirò divertito.

< Derek Hale signore, molto piacere > rispose subito lui dandogli la mano che l'uomo strinse con vigore.

< Noah Stilinski, disgraziatamente sono il padre di quella furia > ridacchiò.

< Comunque ha molti elementi a suo favore, chiederò una proroga per l'abbattimento e in qualche giorno dovrei avere il colloquio con il giudice > gli disse Derek, desideroso per non sapeva quale motivo di fare bella figura con l'uomo.

< Sei davvero degno della fama che ti porti dietro > disse Noah sorridendogli, poi tornò a guardare il figlio.

< Scendi Stiles! > disse, ma il ragazzo era irremovibile.

< Papà su quest'albero ci salivo con la mamma! > esclamò battendo la mano sul ramo e Derek sentì il capo della polizia sospirare piano.

< Ma che ho fatto di male per meritarmi questo? > lo sentì borbottare a mezza voce, ma lo sguardo che stava lanciando al figlio era carico di affetto e soprattutto di ammirazione, sembrava il padre più orgoglioso sulla faccia della terra.

< Ti prometto che nessuno toccherà il tuo albero, tu però ora scendi ok? Se cadi ti fai male! > ribattè e Stiles sembrò pensarci su.

< Lo prometti? > gli chiese serio e l'uomo annuì.

< Su tutto ciò che ho di più caro > rispose e solo a quel punto Stiles si mosse, iniziando a scendere. Peccato che a metà discesa la sua mano perse la presa e tutti sobbalzarono mentre cadeva all'indietro da un'altezza considerevole. Derek si gettò in avanti e lo afferrò al volo pochi istanti prima che potesse toccare il suolo, battendo le ginocchia a terra. I due si guardarono intensamente negli occhi, entrambi con un lieve fiatone per la paura, poi Stiles si aprì in un largo sorriso.

< Ma tu non sei un avvocato! Sei Superman! > rise, contagiando immediatamente anche Derek che lo aiutò ad alzarsi.

< Ti chiamo appena so qualcosa ok? > gli disse e Styles annuì.

< Ti aspetto allora. Grazie di tutto > gli disse sorridendogli grato, dandogli una pacca sul braccio.

< Per il pagamento...> disse poi, ma Derek alzò le spalle.

< La prima consulenza è gratuita > gli disse tranquillamente.

< E' una grossa bugia, ma grazie > ridacchiò Stiles, voltandosi poi verso il padre che lo stava chiamando.

< A presto Derek > gli disse senza smettere di sorridere per poi voltarsi e raggiungere il padre. Si voltò anche Derek per poter tornare alla macchina.

< Ah Derek? > si sentì richiamare e si voltò di nuovo.

< Il caffè non lo bevo...ma un thè lo prendo volentieri > gli disse sorridendo e il sorriso di Derek si allargò a dismisura per ciò che voleva significare quella frase.

< Domani stacco alle cinque > gli disse e vide Stiles pensarci su.

< Non ho niente da salvare per quell'ora, vada per le cinque alla caffetteria all'angolo vicino al tuo lavoro > disse facendogli l'occhiolino per poi andare via con il padre.

Derek sorrise e raggiunse la macchina, una volta dentro iniziò a battere i palmi contro il volante per la felicità, lasciandosi andare ad una risata liberatoria.

Da quel giorno diventò quasi una routine per i due vedersi al bar per un thè "deteinato, niente zucchero...lo zucchero bianco è una droga Derek! Non te l'hanno mai detto?" ed un caffè "cavolo Derek ma quanto zucchero ci metti ogni volta?!". Derek sarebbe stato ore a sentirlo parlare e Stiles ne aveva di cose da dire, ogni giorno trovava qualcosa per cui lottare, arrivò persino a pensare ai "poveri pinguini che perdevano ogni giorno un millimetro di ghiaccio da sotto i loro piedini palmati!". Era fantastico parlare con lui, ogni parola che usciva dalla sua bocca era un'ondata pura di adrenalina per Derek e spesso lo aveva aiutato gratuitamente a salvare posti da restaurare o ad aggirare qualche regola per poter manifestare. E avevano ottenuto sempre e solo vittorie, a partire dall'albero nel parco.

In quel momento, come ogni giorno, erano al bar e Stiles stava parlando tutto infervorato del fatto che i bicchieri per il caffè sarebbero dovuti essere di carta riciclata e non di carta nuova.

< Mai sentito parlare della deforestazione? > stava dicendo ad un uomo che aveva osato contraddirlo, sciorinandogli dati su dati su quanti ettari di terreno si perdevano ogni giorno. Quasi scoppiò a ridere quando l'uomo lo guardò con aria supplicante.

< Tu lo sai come si spegne? > gli chiese mentre Stiles continuava a parlare a macchinetta e Derek alzò le spalle, guardandolo con un sorriso di scuse. Quello alzò gli occhi al cielo e sbuffò pesantemente, facendo ridere ancora Derek, probabilmente si stava maledicendo per aver aperto bocca, o anche solo per aver avuto la sfiga di sedersi accanto a loro.

< Dai Stiles, lascialo stare > ridacchiò dopo un po, ricevendo solo un'espressione offesa mentre Stiles gonfiava lievemente le guance.

< Ma è una cosa importante! > ribattè riprendendo poi subito dopo a parlare. Derek lo ascoltò qualche altro minuto, poi allungò la mano oltre il tavolo e afferrò il colletto della sua maglia. Stiles fissò la sua mano con un sopracciglio alzato, ma non si oppose quando si sentì tirare in avanti, anzi assecondò i suoi movimenti e pochi istanti dopo le loro labbra si scontrarono in un bacio tanto desiderato. Derek sentì solo distrattamente mezzo bar sospirare di sollievo per il semplice fatto che finalmente la voce di Stiles si era placata e sorrise sulle sue labbra. Si baciarono per diversi minuti in quella scomoda posizione, poi Derek lo lasciò andare e tornarono entrambi seduti composti. Si beò completamente delle guance rosse del ragazzino e del suo silenzio, osservandolo mentre sorrideva e si sfiorava le labbra con un dito per poi rialzare lo sguardo su di lui, tossicchiando lievemente.

< Insomma...dicevo che...che...> ridacchiò scuotendo la testa.

< Mi hai fatto perdere il filo del discorso > disse e Derek non riuscì a non scoppiare a ridere sentendo il loro vicino di tavolo esclamare un "Halleluja!". Si mise a ridere anche Stiles e si spostò con la sedia per poter abbracciare Derek e far ricongiungere le loro labbra.

< Io...credo di amarti sai? > soffiò guardandolo intensamente negli occhi e Derek gli sorrise intensamente.

< Anche io...credo di esserlo da quanto ti ho incontrato con quel ridicolo cappello a forma di lupo in testa > ridacchiò, ma capì di aver riaperto la diga quando Stiles spalancò la bocca con aria indignata.

< Quel cappello era bellissimo! E poi rappresentava un simbolo! Sai quanti lupi uccidono nel corso di un anno i cacciatori di frodo?....> esclamò riprendendo a parlare, sovrastando la risata di Derek e le lamentele mal celate di tutti gli altri clienti.

Ci vollero molti altri baci per fargli dimenticare completamente il discorso....

 

 

...

 

 

< Derek mi distrai > mugolò Stiles contro le sue labbra.

< Ah si? Guarda che sei tu che stai baciando me...io cercavo di lavorare > ghignò in risposta l'avvocato, accarezzandogli distrattemente il fianco nudo.

< Tu però stai senza maglia...e sai quanto mi attiri senza maglia > si difese Stiles rabbrividendo.

< E poi stai lavorando da ore ormai > brontolò, sospirando poi di piacere quando Derek gli baciò il collo approfittando del fatto che il ragazzo fosse a cavalcioni su di lui.

< E chissà per chi sto lavorando > ridacchiò mordendogli la spalla.

< Quanto ci vorrà mai per salvare gli orsi polari? > lo prese in giro, urlando divertito quando Derek ribaltò le posizioni e lo baciò con foga.

< Esattamente tanto quanto ci vuole per farti stare zitto > rispose e Stiles sorrise malizioso.

< Oh allora ce ne vuole di tempo > sussurrò allargando le gambe per permettergli di inserirsi meglio tra le sue, gemendo quando sentì l'erezione del compagno strusciare contro la propria.

< Peccato solo che dobbiamo sbrigarci > ridacchiò Derek dopo un paio di strusciate, togliendosi da sopra il corpo del suo compagno da ormai sette anni. Stiles mugolò contrariato, ma si mise seduto.

< Tra quanto inzia la serata di beneficenza? > gli chiese.

< Un'ora > rispose Derek mentre metteva a posto i documenti sparsi sul letto, guardando con la coda dell'occhio Stiles alzarsi.

< Bene abbiamo il tempo di una doccia > disse prendendo da terra la giacca della sua divisa da poliziotto per poterla sistemare sulla sedia, poi si voltò verso Derek.

< Beh? Dai non si spreca l'acqua lo sai! La facciamo insieme > gli disse serio, ma non riuscì a trattenere un ghignetto malizioso. Derek sorrise e, dopo aver messo sul comodino i suoi documenti, si alzò iniziando a sbottonarsi i pantaloni. C'erano molte cose positive nell'essere fidanzato con un'ambientalista...una di queste era che la doccia non si faceva mai da soli...mai!

 

 

Angolino dell'autrice

Ciao di nuovo! A quanto pare ultimamente mi sento parecchio ispirata dagli Sterek XD (e pensare che io sono più per gli Sciles...ma va beh XD )

Comunque scorrendo distrattamente sulla bacheca di fb mi sono imbattuta in una petizione per salvare i lupi...e da lì è partito il flash di Styles attivista che mi sono subito sbrigata a mettere su carta! Spero che questa piccola fict vi sia piaciuta, a presto <3

  
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