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Autore: addict_with_a_pen    05/07/2017    2 recensioni
Se dovessi descrivermi con una parola, direi bocciolo, un fiore chiuso non ancora pronto per aprirsi e mostrarsi al mondo, poiché tutti chiusi e nascosti si sta così bene che non ho alcuna fretta di sbocciare. I fiori sono così fantastici, meravigliosi e ricchi di significati che non vedo come una singola persona sulla faccia della terra possa non amarli, ma apparentemente questa mia ammirazione non è vista di buon occhio da nessuno, soprattutto quando sei un ventiduenne introverso che ha finalmente realizzato il suo improbabile sogno di una vita. Ebbene sì, sono un fioraio, e la cosa mi riempie di orgoglio e gioia indescrivibili.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brendon Urie, Ryan Ross
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Piccola nota inutile*
Finito gli esami! In teoria li ho finiti il 30, ma mi sono impigrita parecchio e ci ho messo un po’ a partorire il capitolo, ma eccomi qui!
Spero che qualcuno gradisca, baci a tutti :* :*
 
 
 
 
 
 
 
“ti passo a prendere alle 7:30 quando chiudi il negozio :* B.”
Stamattina la prima cosa che ho visto appena aperti gli occhi è stato questo messaggio che mi ha fatto iniziare la giornata con un sorrisone enorme sulle labbra.
“dove mi porti?”
“è una sorpresa fiorellino! A dopo c:”
E sebbene all’inizio mi è sembrata un’idea meravigliosa e non ho fatto altro che sperare che le lancette dell’orologio corressero più velocemente, ora che sono le sette e un quarto non posso che chiedermi se uscire con Brendon sia davvero la scelta giusta.
Io…Io non sono nulla di che, sono solo Ryan, e Ryan non ha nulla di speciale.
Ero così tanto euforico quando tre giorni fa mi ha chiesto di uscire e vedere come invece sono ridotto adesso mi pare assurdo; sto letteralmente morendo dall’ansia, come ci si comporta ad un appuntamento? Si esce a cena, si mangia, si chiacchiera, si scherza e poi? Io non mi sento pronto a baciarlo, non so nemmeno come si fa a baciare qualcuno! Onestamente non so nemmeno se bisogna baciarsi al primo appuntamento o se si può anche aspettare, ma conoscendolo direi che potrebbe benissimo baciarmi e a quel punto andrei in tilt. Io… io non ho mai baciato nessuno in vita mia e l’idea di baciare Brendon è tanto meravigliosa quanto spaventosa.
Non sono fatto per le relazioni, so che è così e anche se si tratta solo di uno stupido appuntamento, non riesco a calmarmi o ritrovare solo un briciolo di quella gioia che tre giorni fa ho provato. Mi piace davvero tanto Brendon, non voglio rovinare tutto…
“Hey…? Il resto.”
“Oh, s-sì, mi scusi.”
Sono talmente sovrappensiero che nemmeno mi sono reso conto che ancora devo il resto a un’anziana signora che ha appena finito di comprare qualcosa come venti tipologie di fiori diversi.
“Ecco a lei, buona serata.”
“Buona serata anche a te tesoro!” E se ne va.
Tipico, io suscito sempre simpatia ad anziani o comunque adulti, mi trattano come fossi un bambino e non so se considerare la cosa un bene o un male. Probabilmente pensano che abbia qualche problema mentale e mi trattano così per questo, non mi sono mai posto il problema ad essere onesti.
Tiro un sospiro di sollievo vedendo che sono solo le sette e venti e che quindi per ancora dieci minuti non dovrò vedere Brendon. Magari si dimenticherà, o forse avrà un imprevisto che non gli permetterà di arrivare in tempo, fatto sta che spero davvero con tutto me stesso che l’appuntamento, in un modo o nell’altro, salti.
“Hey fiorellino!”
Ecco, sono fregato…
“Umh… c-ciao Bren-”
“Pronto? Io sì, è tutto oggi che non aspetto altro!”
È euforico, non l’ho mai visto così tanto felice, vestito con camicia e cravatta così che, in confronto al mio outfit-giardiniere, sembra un ricco signore.
“M-Mancano ancora dieci minuti prima della chiusura, devo asp-hey! Non vale così!”
Si precipita alla porta e volta il cartellino da “aperto” a “chiuso”, per poi voltarsi verso me e sorridermi di gioia pura.
Perché è così tanto felice di uscire assieme? Non è nemmeno un minimo agitato? Perché io in questo momento vorrei sinceramente urlare dall’ansia.
“Chiuso! Ora sei mio…” Dice con tono basso avvicinandosi a me e continuando a sorridermi.
“M-Ma io sono vestito male! Non credevo che dovessi indossare giacca e cravatta…” indietreggio un po’ e arrossisco violentemente “Dove mi vuoi portare?”
“Ti accompagno a casa così ti cambi, okay?” si avvicina sempre più, fino a quando mi blocca contro il bancone e a quel punto mi sento in trappola “E comunque è una sorpresa, te l’ho detto…” e mi stampa un bacio sulla guancia.
“B-Brendon io non credo che-che sia una buona idea!” Sono scoppiato, non sono passati nemmeno cinque minuti e già sono scoppiato, sentendomi al limite e in difficoltà come non mai.
“Hey, Ryan che succede?” mi fa una carezza, per poi prendermi il viso tra le mani e far incontrare i nostri sguardi “Va tutto bene dolcezza, non preoccuparti… Non ti porto da nessuna parte che possa farti sentire in imbarazzo o a disagio, te lo prometto, fidati di me.”
Fidarsi… Io la fiducia non la do mai, non mi fido di nessuno se non, a volte, di me stesso, perché mai dovrei fidarmi di lui?
“N-No è stato un errore, non avrei dovuto accettare d-di uscire…” scuoto la testa e abbasso di nuovo lo sguardo “Scusami, ho sbagliato, n-non credevo che-”
“Fiorellino, guardami…” mi riprende il viso tra le mani e fa incontrare ancora i nostri sguardi “Fai un bel respiro, rilassati e concedimi un’opportunità. Se dopo questo appuntamento non vorrai più vedermi, allora ti lascerò in pace, te lo prometto…” Detto questo fa unire le nostre fronti e a questo punto penso che il cuore mi sia letteralmente esploso nel petto.
“B-Brendon non credo che-”
“Ti prego, un’opportunità sola… Mi piaci troppo per poter rinunciare a te così.”
Ma invece di tranquillizzarmi e farmi sentire meglio, questa affermazione mi distrugge definitivamente.
“Mi dispiace, n-non può funzionare! La-Lasciami andare, ti prego, lasciami!” E, siccome sono in lacrime, si allontana da me con le mani alzate e un’espressione ferita in volto.
Ecco, ho fatto un casino…
“Ryan, perché piangi…?” la sua voce è poco più di un sussurro “Non voglio farti del male, l-lo sai che è così… non piangere.”
Ma oramai sono in una situazione di ansia tale che non posso far altro se non piangere e sentirmi sempre più uno schifo.
“Lasciami stare Brendon… Non perdere tempo con me.” E detto questo vado a rifugiarmi nel retro del negozio in mezzo ai fiori, alla ricerca di un po’ di pace e conforto.
Io sto bene solo quando sono immerso in mezzo ai miei fiorellini, altrimenti non posso far nulla se non dar prova di quanto stupido e immaturo sia. Piangere perché qualcuno mi ha detto “mi piaci”, ma cosa mi prende?
Mi stringo le gambe al petto e abbasso la testa, tutto pur di non rivedere il viso di Brendon con quell’espressione triste e ferita. Mi piace davvero molto lui, ma sono un idiota, c’è poco da fare…
Continuo a piangere piano ancora per qualche minuto, ignaro di ciò che Brendon abbia fatto, se sia ancora qui, se invece se n’è andato, se pensa che io sia pazzo, se invece ha avuto pena di me e se n’è andato via ridendo, non so nulla, e preferirei davvero continuare a non sapere.
Dopo circa cinque minuti di piagnucolii infantili, sento qualcuno picchiettarmi il ginocchio, così che alzo la testa ancora nascosta fra le braccia e incontro nuovamente gli occhi del girasole.
“Ryan mi dispiace, qualunque cosa abbia fatto o detto, mi dispiace…” mi asciuga un po’ di lacrime con un dito “Non ti obbligo a far nulla e-e non ti porterò da nessuna parte se non vuoi ma, ti prego, stai con me? Mi va benissimo passarlo anche qui il nostro primo appuntamento, non è importante il luogo, okay?”
Tiro su col naso e continuo a fissarlo con gli occhi spalancati, incapace di articolare una frase in riposta. È assurdo che si stia scusando, totalmente sbagliato e fuori luogo.
“Ordiniamo una pizza e-e mangiamo qui, va bene fiorellino? Non andiamo da nessuna parte, solo io, te e i fiori, ci stai?” Mi sorride, così che automaticamente sorrido un pochino pure io.
“Scusa B… Giuro che non sono pazzo, ho-ho solo gravi problemi d’ansia sociale, ma non sono un malato di mente, credimi.”
“Non ho mai sostenuto che tu lo sia!” si precipita a dire con aria indignata “Comunque… carino B, chiamami così d’ora in poi, okay?”
Arrossisco sentita la sua frase, poiché non mi ero nemmeno reso conto di averlo chiamato in quel modo.
“Faccio portare due pizze allora, va bene?”
Annuisco piano, ancora imbarazzato per la faccenda soprannome, per poi finalmente abbassare le gambe e riacquistare un minimo di maturità. Sono imbarazzante, lo so bene, e non riesco davvero a capire che ci trovi di tanto bello in me un ragazzo così meraviglioso come lo è lui.
“Perfetto, dieci minuti e sono qui, nel frattempo…” ecco che usa di nuovo il tono basso di poco fa “…vuoi parlarmi un po’ di te?” Oh.
“Oh.”
Questa è una domanda che non mi aspettavo, nel senso, a nessuno è mai fregato nulla di me, cosa dovrei dirgli? “Mi chiamo Ryan Ross, ho ventidue anni, sono uno sfigato e non ho mai baciato nessuno”? Non mi sembra una bella presentazione…
“Oww sul serio non hai mai baciato nessuno? È per questo che eri così agitato?”
Cazzo.
Non credevo di averlo veramente detto ad alta voce. Che figura da idiota!
“Cancella tutto ciò che hai sentito, ti prego…” Mi lamento io coprendomi il viso e arrossendo per la millesima volta.
“Solo se mi dici se ci ho azzeccato sul perché eri così agitato prima.”
“M-Ma se ti ho chiesto di dimenticare, allora non-”
“Rispondi fiorellino.”
E va bene! Che ho da perdere oramai?
“Sì… ci hai azzeccato.”
Sorride trionfante.
“Mai mai mai? Nemmeno un bacino a stampo?”
“No, nemmeno un bacino a stampo!” sbotto infine, perché odio parlare di argomenti del genere “E-E ero terrorizzato all’idea che stasera… beh, tu… mi avresti baciato.”
“Aww ma Ryan! Stupido che non sei altro…” mi si avvicina e mi stampa un altro bacio sulla guancia “Okay, ammetto che a un certo punto della serata avrei provato a baciarti, o comunque avvicinarmi un po’ di più a te, ma non credevo ti avrebbe fatto così tanta ansia l’idea!” e continua a sorridermi in quella maniera dolcissima che fa sciogliere il mio cuore come un gelato al Sole.
“Sono uno sfigato B, devi farci l’abitudine…” sorrido amaramente, per poi rendermi conto di ciò ho appena detto “Cioè, dovevi, dovrai… mmmh intendevo c-che se vorrai vedermi ancora, allora… umh…”
“Questo sarebbe stato un momento perfetto per baciarti e chiudere la tua bella boccuccia…” deglutisco a vuoto un paio di volte, agitato al pensiero di ciò che vorrà fare dopo “…Posso? Solo un bacio a stampo, ti prego… È da quando ho messo piede qui dentro la seconda volta che fantastico sul baciarti…” ridacchia “Me lo concedi, fiorellino?”
Onestamente non vedo perché mai non dovrebbe, non riesco davvero a trovare una ragione per la quale le sue labbra non debbano posarsi sulle mie, ma apparentemente se sto facendo cenno di no con la testa vuol dire che una ragione, seppur nascosta, c’è.
“P-Preferirei solo baci sulle guance per ora…” Mugugno imbarazzatissimo, non riuscendo ad incontrare il suo sguardo e sentendomi stupido e immaturo.
“Okay, solo baci sulle guance” mi si avvicina, in modo che le sue labbra siano a pochi centimetri dalla mia guancia destra “ma devi sapere che io considero anche il collo come guancia…” e prende perciò a disseminarmi la pelle di bacini.
All’inizio sono solo baci veloci e leggeri, ma quando le sue labbra cominciano a spostarsi dalla mascella fino al collo, capisco che la situazione mi sta sfuggendo un po’ di mano.
“B-B non-”
“Sssht non voglio fare nulla di male, solo un po’ di..” riappiccica la sua bocca alla mia pelle “…innocenti bacini su guance e collo, nulla di che…”
Ma questi baci hanno ben poco di innocente, almeno per me sono tutto meno che qualcosa di innocente.
“N-Non lasciarmi segni…” Lo prego io, anche se sono più che convinto che almeno una piccola traccia del suo passaggio sia oramai impressa sulla mia pelle.
È dunque così che abbiamo speso la prima parte del nostro primo appuntamento, io ad arrossire e lui a baciarmi il collo e riempirmi di complimenti sciocchi e immotivati.
“Arrivate le pizze! Poi riprendiamo, okay fiorellino…?”
Finalmente dopo quella che mi è parsa un’eternità arrivano le benedette pizze, così che ho modo di calmarmi e riacquistare un minimo di contegno mentre lui le va a prendere. Mi passo una mano sul mio povero collo massacrato e sorrido come un demente nel sentirlo caldo e ancora umido.
Questa è la cosa che più si avvicina a qualcosa di sessuale che io abbia mai fatto, vi lascio immaginare la tristezza della mia vita…
“Buon appetito!” Dice porgendomi il cartone con dentro la mia pizza e sedendosi a gambe incrociate accanto a me.
“Buon appetito…” Rispondo ancora rintontito e su un altro pianeta, con la mente che pensa a tutto meno che al cibo che ho davanti.
Anche se non ci siamo baciati, o almeno, anche se non ci siamo baciati sulle labbra, le farfalle nella mia pancia si stanno comunque dando un bel da fare con il loro svolazzare.
“Ti accompagno a casa?” Mi chiede dopo aver finito di mangiare, speranzoso in una risposta positiva.
“Oh, non preoccuparti, abito a due passi da qui, non serve…”
“Ma no, guarda che lo faccio volentieri.” Insiste lui, alzandosi da terra e porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi a mia volta.
“Preferisco tornare a piedi…” sorrido “Ho-Ho un po’ di cose a cui pensare e camminare la sera aiuta.”
“E a cosa devi pensare…?”
“Cose che non riguardano te di sicuro!” Rispondo secco io, per poi ridacchiare come fossi ubriaco, cosa che in effetti ora che ci penso sono: ubriaco di gioia, gioia che fino a quel giorno non avevo mai provato per davvero.
“Oh, nemmeno io penserò a te quando sarò a casa, vogliamo scherzare?” Dice con tono da presa in giro per poi farmi l’occhiolino e, come sempre, sorridermi.
“Prima di andare via e non pensare assolutamente a te, ho una cosa da darti…” Dice schizzando sotto al bancone e uscendone con delle cesoie in mano.
“B c-che vuoi fa- Sei impazzito!?”
Taglia un fiore dal mio bellissimo giacinto e mi viene incontro tutto sorridente, come se non si fosse reso conto di ciò che ha appena fatto.
“Brendon ha-”
“Il giacinto è il fiore del perdono, ciò che si regala quando si vuole essere perdonati per qualcosa che si è fatto e io vorrei chiederti scusa per l’inizio serata catastrofico, per averti riempito il collo di succhiotti, per aver staccato uno dei tuoi preziosi fiori senza il tuo consenso e per… questo.” E detto ciò mi arriva un bacio a stampo veloce e leggero direttamente sulle labbra.
Non penso di aver capito bene…
“B-B che… c-che f-”
“Secondo appuntamento confermato?”
Incapace di aprire bocca, non posso che semplicemente annuire come un decerebrato e portare una mano sulle mie labbra per accarezzarmele.
“A presto…” carezzina “…mio bel fiorellino…” e se ne va.
La prossima volta dovrò per forza baciarlo come si deve, non ci sono più scuse; sono totalmente cotto di Brendon, non ho più dubbi a riguardo.
Mi vengono i brividi ripensando al bacio, il mio primo bacio.
  
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