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Autore: nikebat    16/04/2005    1 recensioni
In breve tratta del "che fine hanno fatto" dei protagonisti della vecchia trilogia.
Genere: Avventura, Parodia, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(*) ma con tutta la tecnologia che c’è, le vicende dovrebbero svolgersi nel futuro, non nel passato

<< Ah! >> si lamenta Drefos. Ferito di striscio dalle lame laser, si vede costretto a lasciare il suo nascondiglio con le braccia, un fianco e una gamba sanguinanti perché non completamente cauterizzati dal laser; Ryu, che odia i duelli brevi, decide di spaventarlo un po’ facendo roteare i suoi nunchaku laser; Drafos indietreggia stando in guardia brandendo la sua spada laser.

Contemporaneamente, continua il duello tra Hartur e Velenom.

Hartur è in notevole difficoltà, la sua abilità con la spada è inferiore rispetto a Velenom, per questo si è allontanato da lui fino in fondo al corridoio; Hartur è ferito profondamente alle gambe e alle braccia e riesce a reggere a stento la sua spada.

<< Va bene. Mi sono divertito abbastanza. >> tuona Velenom << Preparati ad essere ucciso! >>

Ormai Hartur non ha più nemmeno la forza di pensare a come difendersi.

<< Voglio farti un regalo! >> continua Velenom ghignando << Ti ucciderò con un’arte speciale. Una tecnica mai vista prima. La forma estrema della Forza Spirituale! Nemmeno Darth Sontius è riuscito ad impararlo! >>

< Allora esiste qualcosa di più terribile delle scariche elettriche! > pensa Hartur visibilmente preoccupato.

<< Adesso ti spiego. >> continua Velenom in tono calmo << Come certamente saprai, tutte le cose e gli esseri viventi esistenti nell’Universo possiedono, ciascuno, un proprio potenziale spirituale; chi di più, chi di meno. Gli jedi, e di conseguenza i sith, ce lo hanno molto più alto della media. Grazie ad un allenamento adeguato è possibile concentrare questo potenziale, o Forza, in modo da accentuare i nostri sensi, avere nuove percezioni, comandare masse di forza con il pensiero, ovvero usare la telecinesi. Ma è possibile far assumere alla Forza forme diverse e farla addirittura uscire dal proprio corpo concentrandola alle estremità come per esempio le dita delle mani; alcuni sith sono stati in grado di farlo, ci sei riuscito anche tu. Ora io ho superato anche loro trovando, come ho detto, la forma definitiva della Forza. Guarda! >>

Velenom si concentra un attimo, per tutto il suo corpo corrono scariche elettriche diventando sempre più luminoso; ora alza un braccio con il palmo verso il soffitto, la luminosità della sua mano cresce sempre di più.

<< Hah! >> grida, e in quel momento un globo di energia luminosa concentrata si stacca dalla mano, come un proiettile sparato, si abbatte contro il soffitto forandolo.

Le mani di Velenom fumano, tanto è l’elevata temperatura della loro energia luminosa.

Intanto il duello tra Drefos e Ryu sta giungendo ad un punto critico. Ryu ha sfoderato la sciabola laser e la fa roteare minacciosamente davanti a Drefos che indietreggia impaurito.

<< Ah, ah! E con te fanno due! >> dice Ryu con una strana voce nasale (incredibile, ha parlato) << Due jedi! Prima ho ucciso il padre, adesso ucciderò il figlio! Poi toccherà all’altro figlio! >>.

In un tempo massimo di tre secondi il terrore di Drefos viene sostituito da una rabbia accecante, un lieve bagliore rosso fuoco si sta accendendo dietro le pupille degli occhi carichi di odio e d’ira.

<< T-tu! Sei stato tu ad uccidere mio padre? >> chiede Drefos a denti stretti e rabbioso mentre si alza in piedi << Certo! E me ne vanto! >> dice Ryu tranquillamente.

In una frazione di secondo la rabbia di Drefos esplode: chiude i pugni ben stretti e li alza verso l’alto << Aah! Assassinooo!!! >> grida, e contemporaneamente una vampata d’energia generata dal suo stesso corpo si libera provocando uno spostamento d’aria così potente da far perdere l’equilibrio a Ryu.

Ryu sta iniziando a preoccuparsi. Cerca di attaccare lanciando le sue stellette laser, ma vengono respinte dall’aura spirituale di Drefos; allora Ryu brandisce la sua sciabola laser e molla dei fendenti alla testa, al collo e al busto di Drefos, ma la sua aura è così potente da fungere da scudo protettivo respingendo ogni attacco. Drefos avanza lentamente verso Ryu che indietreggia spaventato; Drefos alza sulla testa a sua spada laser, la cui lama è intensificata dalla sua Forza, e si prepara ad attaccare, Ryu, spaventato al massimo, cerca di difendersi con la sua sciabola laser. Drefos abbassa rapidamente la sua spada contro di lui. Un attimo dopo, Drefos azzera la sua aura, spegne la spada laser, la sistema nella sua cintura e si allontana, il tutto in completa tranquillità; la sciabola di Ryu emette alcune scariche e poi si spegne come una lampadina bruciata, l’estremità del manico cade perché tagliata di netto, l’intero corpo di Ryu si spacca a metà dalla fronte al linguine e le sue parti di corpo si staccano e cadono a terra con un tonfo secco.

Velenom unisce i polsi tra loro in modo da formare con le mani una specie di conca, poi tende le braccia verso Hartur, le mani si illuminano sempre di più.

<< Addio! >> grida Velenom.

Il bagliore delle suo mani cresce enormemente, una colonna d’energia spirituale concentrata viene sparata << Schiva! Presto! >> Hartur non tenta neppure di chiedersi a chi appartiene quella voce, usa tutta la sua abilità per schivare quel grosso raggio, che continua la sua corsa perforando le pareti di robusto metallo di sei stanze prima di fermarsi.

<< Sei bravo! >> gli dice Velenom << Ma ora non potrai più schivare il mio colpo! >>.

Velenom inizia a concentrarsi per sparare un colpo più potente di quello di prima.

< Accidenti! Come faccio? > pensa Hartur preoccupato << Usa la Forza, Hartur! >>

<< Papà? Sei tu? >> << Certo! >> << Cosa intendi dire con “usa la Forza”? Come faccio ad usare un colpo come quello di Velenom? >> << Abbi fiducia in te stesso! Io so che ce la farai! >> << Ma, anche se ci riuscissi, io sono più debole di lui! Inoltre sono pieno di ferite! >> << Brad Pitt non ti ha insegnato niente? >> << Chi? Ah, forse intendi dire Frankoz! >> << Sì, lui, insomma! Eppure dovresti aver imparato che la Forza non nasce dal corpo, ma dallo spirito! Concentrati e vedrai che ci riesci! Tuo fratello lo ha già fatto! >> << Davvero? >> << Sì! >> << Va bene! Adesso ci provo! >>

Hartur fa appena in tempo a concentrarsi un attimo ricordando le lezioni di Frankoz che Velenom è pronto per sparare una potente massa d’energia spirituale.

Questa volta Velenom ne spara una di tripla potenza tanto da bruciare addirittura le maniche del suo saio; in un istante Hartur mette anche lui le mani a conca, esse si illuminano e sparano anch’esse una colonna di energia spirituale.

Le due colonne si scontrano, e l’impatto è così forte da far tremare l’intera astronave; inizialmente l’energia sparata da Hartur non è così forte, ma riesce ad aumentarne l’intensità continuando a resistere. Nel punto d’incontro tra le due colonne d’energia si sta formando un rigonfiamento, l’aria attorno ad esso si fa incandescente, tanto da iniziare a fondere le pareti di metallo del corridoio. Il rigonfiamento d’energia a forma di fuso si sposta rapidamente verso Hartur perché la colonna di Velenom è più potente, Hartur sta per cedere.

<< Non arrenderti! >> grida lo spirito di Remus << Papà, non ce la faccio più! Non ho più Forza! >>

La colonna di Velenom sta vincendo contro quella di Hartur.

Improvvisamente, esattamente dietro Hartur, si materializza il fantasma di Remus, tende le sue braccia affiancandole a quelle di suo figlio mettendo anche lui le mani a conca; Remus usa la sua forza spirituale per sparare una massa d’energia che si va a sommare a quella di Hartur. Ora, la colonna d’energia formata a quattro mani spinge contro quella di Velenom. << Ora! Libera la tua Forza residua! Falla esplodere! >> Con grande sforzo, Hartur concentra la sua Forza residua nelle mani e la spara fuori in un sol colpo spingendo rapidamente il punto d’incontro delle colonne d’energia verso Velenom ribaltando, così, la situazione; Velenom non ha neppure il tempo per pensare ad una contromossa che viene investito da ben tre colonne d’energia. In pochi istanti il corpo di Velenom viene totalmente disintegrato senza lasciare la più microscopica traccia.

L’enorme massa d’energia spirituale continua la sua corsa devastando tutto: spesse pareti di robusto metallo, soldati, tutto ciò che capitava a tiro, fino a distruggere anche il computer di controllo della sala macchine, provocando una reazione a catena che distruggere tutti i circuiti arrivando anche a quelli dei motori principali.

Le mani di Hartur fumano, tanto erano roventi quando hanno scagliato quell’enorme energia; Hartur è stremato e piomba a terra come un manichino senza sostegno; il fantasma di Remus è scomparso, ma è presente la sua voce: << Bravo, figlio mio! Sono fiero di te! Ora posso raggiungere l’aldilà serenamente! >> << No! Aspetta! Non te ne andare! >> << Addio! Prenditi cura di tua madre! E mi raccomando: sta attento che non ti freghi la spada laser se non vuoi fare una vita vegetariana! >> << Aspetta! >>

Silenzio.

Totale silenzio. Quando, ad un certo punto, si sente un boato al piano sottostante e uno scuotimento dell’intera astronave.

<< Che succede? >> dice Drefos spuntando da dietro l’angolo << Drefos! >> << Hartur! >> << Dove cavolo sei stato? >> << Tu, piuttosto, che fine avevi fatto? >> << Ma non ti sei accorto del casino che è successo? >> << Tu non sai che ho appena fatto fuori un’intera marmaglia, compreso un ninja! >> << Ah, sì? E indovina un po’ chi ha sistemato Sontius e il suo maestro Velenom? >> << Tu? Da solo? >> << Bè, non proprio da solo, con l’aiuto di papà! >> << Ma cosa dici? Se è morto! >> << Sì, ma non sai che lo spirito di uno jedi può vagare libero anche se il corpo è morto? >> << Ah, già! >>.

Il dialogo tra i due fratelli è interrotto da un altro tremendo boato: è scoppiato un enorme incendio in sala motori ed ora si sta espandendo; si può, infatti, già notare il fumo che filtra dalle porte dell’ascensore.

<< Cosa facciamo? >> chiede Drefos << Andiamo via di qui! Dobbiamo raggiungere gli hangar, sperando di trovare la navicella con la quale siamo venuti! >> << Speriamo di sì! Se non sbaglio, tutte le altre hanno il codice d’ancoraggio! >> << Già, è vero! Senza quello non possiamo abbandonare quest’astronave! Tentiamo comunque! >> E cominciano a correre per i corridoi. Intanto l’incendio avanza e scoppia ovunque ci sia un quadro elettronico. Praticamente dappertutto.

STAR FIGHTER EXPRESS. Questo è il nome della motrice del camion spaziale che si sta avvicinando rapidamente. E’ a forma di punta di lancia, colore blu metallizzato con i quattro reattori principali laterali grigio acciaio, la scritta del nome è rossa con contorno giallo e la coda di cometa bianca azzurra.

<< Tatta ta taa, tattadaaa! Tatta ta taa, tatta ta ta taa! … (mudica di Indiana Jones cantata) >> << Per favore, Han! >> dice Bill Solo rivolgendosi al suo suocero seduto in un sedile dei passeggeri << Va bene che ti ho permesso di venire, ma non mi serve la colonna sonora! >>

Bill si è appena ripreso dopo essere stato medicato e curato; nonostante le proteste di Only, è riuscito a terminare a tempo record il suo camion ed a partire per cercare Remus e i suoi figli.

Bill fa appena in tempo ad intravedere la nave madre coi motori in fiamme che sciami di navicelle escono dal globo spaziale nero cominciando ad attaccare il suo camion.

<< Ah, sì? >> esclama Bill << Volete giocare? Va bene! >> dice spostando la leva del cambio per inserire la marcia da manovre ultrarapide. << Ma sei sicuro di saper pilotare questo coso? >> domanda Han ingenuamente << Piantala! >> grida Bill contro di lui per rimproverarlo.

Con questa marcia, Bill può cambiare direzione rapidamente, fare frenate brusche ed invertire velocemente il senso di marcia schivando facilmente gli attacchi nemici. Con una brusca accelerata, Bill si avvicina rapidamente alla nave madre sorprendendo le navicelle nemiche alle spalle, a quel punto sgancia un paio di bombe sismiche facendone fuori un bel po’, in questo modo riesce ad entrare nell’hangar.

Anche Hartur e Drefos sono arrivati all’hangar…sbagliato rispetto quello di Bill. Fanno fuori i soldati di guardia; iniziano a provare le quattro navicelle che ci sono, purtroppo sono protette dal codice di ancoraggio, velocemente escono dall’hangar entrando nel corridoio per provarne un altro.

A metà corridoio scoppia un incendio che sbarra loro la strada, non appena pensano di tornare indietro ne scoppia un altro alle loro spalle; allora iniziano a concentrarsi per usare la Forza per deviare le fiamme, ma dall’altra parte del fuoco sentono delle voci: << Acc! Se avessi con me la mia frusta e il mio cappello! >> << Tu! Sei sopportabile tanto quanto un porcospino nelle mutande! >> e il fuoco davanti a loro si estingue.

E’ Bill che usa il fucile estintore del suo camion per farsi strada tra le fiamme.

<<<< Bill! >>>> esclamano in coro i due fratelli << Ciao, ragazzi! Dov’è vostro padre? >> << Ehm, è morto! >> dice Hartur << Ahi! Mi dispiace! >> << Ma forse può tornare in vita bevendo dal Santo Graal! >> BONK! (Bill ha dato una botta in testa a Han con il suo fucile). << Avanti! Seguitemi! >> dice Bill.

Hartur e Drefos seguono Bill, per ultimo li segue Han che si massaggia la testa con occhi lacrimanti.

Saliti sul camion spaziale, Bill inserisce subito la marcia per rapide accelerazioni e si allontana velocemente dalla nave madre proprio pochi secondi prima che esplodesse. Qualche minuto dopo esplode con un grande botto anche il globo nero. << Bene! >> dice Hartur << Ora l’Universo è stato ripulito dai Sith! >> << Tenetevi forte, ragazzi! >> aggiunge Bill << Si torna a casa! >>.

Ma perché anche il globo nero è esploso? Facciamo un passo indietro di qualche ora per scoprirlo. Vi ricordate il lecca-lecca che Darth Velenom succhiava prima di venire scoperto dal soldato? Dopo che Velenom e i soldati si erano teletrasbordati sulla nave madre, una guardia aveva visto il lecca-lecca per terra << Mah! E’ proprio vero! Più sono potenti e più sono infantili! >> disse raccogliendolo << Che schifo! Adesso che faccio? >>

<< Mortimer! >> esclamò un altro soldato dietro di lui. << Sì? >> disse il primo voltandosi << Bastardo! Mi devi pagare i debiti di gioco! >> e gli mollò uno sganassone alla mandibola facendogli perdere l’equilibrio. Il lecca-lecca, sfuggitogli di mano, andò a finire in un unità droide R4 in modalità pattumiera. R4-G5 andò a scaricare i rifiuti nello scivolo della discarica; lì i rifiuti venivano smistati dagli zigòbi, una razza aliena i cui individui sono alti un metro e mezzo e di aspetto simile ai gremlins. Uno zigobe trovò il lecca-lecca << Nnagrr? (Cos’è?) >> domandò << Nnagrr rrutt zol? (Che cos’è quella roba lì?) >> chiese un altro alle sue spalle << Grrum! Jurr konfr mul! Grrum trruss!(E’ mmio! L’ho trovato io! E’ il mio tesssooro!) >> << Bastr! Gulf grio hhomm! (Bastardo! Non essere egoista!) >> Seguì una baruffa, alla fine il primo riuscì a dare un morso al lecca-lecca. Lo zucchero contenuto in esso possedeva lo stesso effetto che aveva un superalcolico per un uomo, in più quel particolare zigobe non reggeva lo zucchero, quindi andò subito in balla. Nella sua sbronza partì in quarta (zigzagando) e si mise in testa di fare scherzi telefonici, nonostante gli altri zigobi abbiano tentato di fermarlo, lui raggiunse il citofono e compose un numero a caso. Era proprio il numero dell’addetto responsabile del controllo dell’erogazione dell’antimateria radioattiva che alimentava tutti i motori dell’intero globo spaziale. L’addetto, perché svolga in pieno il suo delicato lavoro, il numero della sua postazione venne tolta dall’elenco, avrebbero potuto togliere direttamente il citofono, ma l’autore ha voluto così.

Ehi, narratore! Continua a raccontare senza tirarmi in mezzo!

Va bene. Finiamo questa storia una volta per tutte.

Dal tuo tono noto un rompimento di scatole, o sbaglio?

Ehm, dicevo. Il citofono suonò nel reparto controllo erogazione e l’addetto, seccatissimo, si alzò per andare a rispondere; nell’alzarsi rovesciò la tazza di caffè appoggiata sulla console e si rovesciò sopra di essa bagnando così i circuiti e mandandoli in corto. Il corto circuito provocò una serie di errori nei calcoli stechiometrici liberando molta più materia reattiva del necessario, iniziando così una reazione a catena nel cuore del globo che lo porta alla sua inevitabile esplosione.

Bill si reca su Verdul 3 su richiesta dei ragazzi per recuperare l’astroutilitaria e per salutare Frankoz, il quale si è arrabbiato molto non appena ha saputo dell’esplosione delle due astronavi nemiche perché voleva esserci anche lui e filmare la scena; l’astroutilitaria è stata poi agganciata al camion e trainata così Hartur e Drefos possono rimanere passeggeri di Bill. I quattro si sono poi recati su Punto Zero a salutare nonno Luke e nonna Mara Jade tristi per la perdita del figlio; Luke e Han si sono ritrovati dopo molto tempo e hanno chiacchierato da vecchi amici, anche se all’inizio Han faticava a riconoscere Luke dicendo che forse si erano conosciuti in una sua vita o identità precedente; Mara e Bill hanno commentato che tra rimbambiti ci si intende. Infine sono tornati su Sekko, Bill ha accompagnato i due ragazzi a casa dove trovano Proxima tutta fasciata e piena di lividi alla richiesta di spiegazioni da parte di Bill le gemelle Ryna e Star hanno risposto che si trattava di un attacco d’ira provocato dalla perdita del padre; Hartur e Drefos, che hanno intuito la verità, non possono far altro che complimentarsi con le sorelline. Dopo aver sganciato l’astroutilitaria e salutato tutti Bill se ne torna a casa con il suo camion spaziale nuovo e la sua prima esperienza sul campo di battaglia.

E’ notte fonda, al villaggio Numero 45 di Sekko è l’ora della buona notte. << Ehi, Hartur! >> << Dimmi, Drefos! >> << Ma ora papà è diventato un fantasma come Yoda, Anakin, Obi Wan e Qui-Gon? >> << Certo! Io l’ho visto! E mi ha anche aiutato a sconfiggere Darth Velenom! >> << Davvero? Allora significa che può andare dappertutto come vuole! >> << Sì! >> << E se può andare dappertutto, prima o poi vedrà anche… >> << Acc! E’ vero! Hai ragione! Prima o poi scoprirà… >> << Avete ammaccato l’astro utilitaria?! >> grida una voce da fuori << Lo ha scoperto! >> conclude Hartur.

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NIKEBAT

(se mi firmassi con il mio vero nome

George Lucas verrebbe ad uccidermi)

  
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