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Autore: Nephrite ekips    06/07/2017    1 recensioni
Fin da bambina ero una grande fan di questa coppia, e siccome nel contesto originale non hanno avuto il loro lieto fine ho voluto scriverlo per loro.
Premetto che non sono una scrittrice professionista, è la mia prima storia, dunque non mi insultate perché potrei piangere tantissimo. (xD ovviamente sono ironica)
Spero gradiate la mia storia e spero di non aver fatto troppi errori grammaticali. (E' stata scritta in tarda notte quando le persone normali dormono).
Ci terrei comunque a sapere tramite recensioni o messaggi se quantomeno la storia sia interessante o se vi stia coinvolgendo. Grazie mille e buona lettura.
Un ringraziamento particolare va a Medea Astra che mi ha sempre incoraggiata a scrivere, e che sempre mi ha sostenuta per ogni cosa, questa storia è dedicata a te.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naru/Nina, Shitennou/Generali
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più serie
Capitoli:
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23 Settembre
Eravamo ormai in settembre e ancora non era stata fissata alcuna data, Nevius era stato chiaro, “SOLO DOPO LA LAUREA”.
E, infatti, stavo preparando la tesi senza distrarmi neanche per un secondo, dovevo finire il prima possibile, più tempo ci avrei messo, più avrei dovuto aspettare per fissare la data, e questo non andava bene.
Ad agosto ci fu il matrimonio di Bunny Inutile dire che la cerimonia fu a dir poco emozionante, vidi in lei lo sguardo maturo di una donna ormai cresciuta, ero veramente felice per la mia amica, che da poco aveva anche scoperto di essere incinta del suo primo figlio piangemmo insieme dalla gioia. Ciononostante non potevo negare di provare un briciolo d'invidia nei suoi confronti, avevo ricevuto l'anello al mio ventesimo compleanno nonostante questo non avevamo ancora organizzato nulla, avevamo comprato solo l'occorrente, roba futile come le partecipazioni e deciso il luogo del ricevimento, ma non vi era stata fatta alcuna prenotazione.
Scacciai quei pensieri, che importanza aveva? Stavamo insieme, ed era la cosa più importante, bastava solo avere un po’ di pazienza.
Quella mattina era calda e soleggiata e mi svegliai eccessivamente presto, dunque decisi di fare una passeggiata in città.
Mi diedi una preparata veloce e me ne andai in giro felice, m’incantai di fronte alla vetrina di un negozio d’abiti da sposa, erano bellissimi e splendenti, a breve avrei avuto anch’io il mio abito e iniziai a fantasticare.
Fui riportata alla realtà da una voce fin troppo familiare.
Quando mi voltai, vidi Zachar in preda ad una crisi isterica, intenta a far smontare il negozio al povero commesso esasperato, decisi dunque di avvicinarmi.
 
«Zachar! Come va?»
 
Si voltò sorridente e mi diede un caldo abbraccio.
 
 «Tesoro! Tutto bene, se non fosse per quest’idiota.» Indicando il povero commesso disperato.
 
«Un regalo per Lord Kaspar?»
 
Mi guardò sorpresa e strabuzzò gli occhi. «Nina, oggi è il compleanno di Nevius. Non lo sapevi?»
 
La guardai incredula, Nevius non mi aveva mai parlato del suo compleanno in 3 anni, ok c’erano stati vari problemi, ma avrebbe potuto avvertirmi.
 
«Io… no- non mi ha detto nulla.»
 
Assunse un’espressione da maestrina e sorrise. «Cerca sempre di scamparsela la festa, ma quest’anno non si scappa.»  Poi mi guardò presuntuosa, «Pff dovevo aspettarmi che tu non sapessi nulla, infondo non sei la sua migliore amica.»
 
 
Ed ecco che Zachar riprese a essere la mia peggior nemica, supposi che si trattasse di quella gelosia da miglior amici, dunque non raccolsi la frecciata.
 
 
«Cosa si regala a una persona che ha già tutto?»
 
 
Sorrise tranquilla e tentò di essere meno acida. «Se vuoi quando ho finito, ti do una mano.»
 
 
Sbuffai nervosa, perché Nevius non me l’aveva detto?
 
 
«Grazie, mi farebbe davvero comodo. Hai già pensato a qualcosa?»
 
 
Sorrise compiaciuta, «Ho pensato a qualcosa di diverso dal solito, Nevius si veste sempre da uomo adulto, ma comunque dimostra 22 anni, ossia gli anni in cui è morto.
Quindi opterò per qualcosa di giovanile. Capisci che intendo, no? Jeans, felpe, camicie a fantasia.»  Si prese una breve pausa e poi mi osservò maliziosa.
 
 
«Potresti fargli qualcosa con le tue mani, a quanto dice le usi molto bene.»
 
Arrossii copiosamente a quell’esclamazione. «Io… ho- insomma gli ho fatto qualche massaggio. Niente di più, giuro!»
Si morse il labbro ancora con l’espressione maliziosa, «Non ne dubito.»
 
Svuotò tutto il negozio di vestiti, poi mi afferrò per un braccio. «Avanti andiamo al supermarket, devo prendere qualcosa per la cena.»
 
 
La spesa al supermarket fu più eccessiva di quella al negozio di vestiti, gli scaffali erano quasi tutti vuoti e i carrelli stavano esplodendo.
 
 
«Ehm… Zachar… non ti sembra di esagerare?»
 
 
Mi guardò come se avessi detto la cosa più sciocca del mondo. «Perché? Ho preso qualche cosina, giusto per sgranocchiare un po’, ci sono anche gli ingredienti per la torta qua in mezzo, così puoi armeggiare con ciò che vuoi.»
 
 
«Ha qualche preferenza sui gusti? E poi quante candeline dovranno esserci sulla torta?»
 
 
«Sui gusti non saprei, Nevius mangia solo “semifreddi al cioccolato”, dunque, opta per quello.»
Scandì bene la parola “semifreddi al cioccolato” come per scimmiottarmi, sorvolai anche su questo.  
Zachar adorava terribilmente provocarmi, dunque la lasciai proseguire col discorso.
 
 
«31, andranno bene, infondo è anche l’età che avete dato a tua madre, sarà meglio mantenere il conto da lì, e poi dubito che sulla torta entrino 104 candeline.» Disse facendomi l’occhiolino.
Sbuffai, sarebbe stata una giornata molto intensa, non so quanto sarei riuscita a resistere con quella pazza di Zachar.
 
 
Le buste della spesa erano così numerose che avremmo dovuto tenerle anche con le orecchie se fosse stato possibile.
Passeggiavamo tranquille, quando fui attirata dallo scintillio di un ciondolo in una vetrina, lasciai tutte le buste ai piedi di Zachar e mi diressi alla vetrina per osservarlo meglio.
Zachar si avvicinò lentamente a me, con tutte le buste in mano.
 
 
«E’ la costellazione della Bilancia, che non a caso è anche il segno zodiacale di Nevius, fossi in te, ne approfitterei.» Disse il tutto con la solita espressione saccente.
 
 
Entrai subito nella gioielleria segnalando il ciondolo visto.
 
Dietro la placca sulla quale era appoggiata la costellazioni feci incidere: N 16/9/17.
 
Uscii dal negozio felice e lo mostrai a Zachar, che mi fissava curiosa.
 
«Perché quella data?»
 
Arrossii ripesando a quel giorno, poi tornai seria e diedi la risposta a Zac, «Era il 16 settembre il giorno in cui  ho visto Nevius al tennis club, entrambi i nostri nomi iniziano con la N, ed oltretutto non indossa mai collane, magari questa gli piace.»
 
 
Sorprendentemente Zachar si limitò a sorridere senza far battute, ogni tanto anche lei mostrava un lato cordiale e amabile.
 
 
Ci dirigemmo verso la magione di Nevius, e quando entrai, trovai la villa completamente invasa da festoni e palloncini.
 
Inarcai un sopracciglio, ero a dir poco attonita.
 
 «Nevius è d’accordo?»
 
«Ovviamente no. Ho chiesto a Kaspar e Jack di portarlo in giro, da qualche parte, mentre io mi sono premurata ad agghindarla in attesa del suo arrivo.»
 
 
Poggiò la spesa sui mobili e poi mi fissò cupa. «Insomma vuoi muoverti? A breve saranno qui.»
 
 
Di certo Zachar non si distingueva per la sua cordialità.
Sbuffai esasperata e iniziai ad armeggiare con gli ingredienti per la torta, erano tutti sparpagliati sul bancone, li fissai demoralizzata e disorientata.
Zachar se ne accorse e si avvicinò a me con un libro da cucina.
 
«Dai non temere, ci siamo io e lui qui.»
 
 
«Non so cosa fare Zac, ho paura che possa non piacergli.»
 
 
Mi guardò seccata e scocciata. «Ma insomma Nina! Nevius stravede per qualunque cosa tu faccia, lascia fare all’istinto, lui sarà felice in ogni caso.»
Sospirai esasperata e iniziai a preparare l’impasto, quando Zachar iniziò a scrutarmi in modo diverso dal solito, nei suoi occhi notai una punta di dolcezza mai vista prima.
 
«Sai Nina… sono proprio felice che tu stia insieme a lui.
Non l’ho mai visto così raggiante, sembra abbia riacquistato tutte le sue emozioni.
Mi sono sbagliata su di te, sei davvero una ragazza speciale.»
 
si prese qualche minuto per poi riprendere il discorso.
 
«Per tenere a bada uno come Nevius bisogna per forza avere qualche dote naturale, tu ce l’hai.»
 
 
Era davvero Zachar quella che stava parlando? Come cambiano le cose...quattro anni fa tentò di uccidermi e adesso… Le sorrisi gioiosa e la ringraziai.
 
 
Le ore successive passarono con me, intenta a preparare la torta e Zachar, che alla meglio cercò di aiutarmi.
La cucina era un vero disastro, la farina e il cioccolato erano sparsi ovunque, anche negli angoli più remoti. Tuttavia quell’esperienza mi servì per capire che Zachar ai fornelli era molto peggio di me.
L’orologio segnava ormai le 7:30 dunque significava che da lì a poco i tre generali mancanti sarebbero arrivati.
Decidemmo rapidamente cosa organizzare per cena e iniziammo a preparare il tutto, o meglio, IO iniziai a preparare tutto, Zachar era stesa sul divano esausta, con macchie di farina e cioccolato sui vestiti, e qualcuna anche nei capelli. La guardai e scoppiai a ridere.
 
 
«Che c’è?» Chiese seccata.
 
 
«Sei abbastanza macchiata.» Le dissi facendole la linguaccia.
 
 
«Io sono sempre perfetta! Tu piuttosto, hai finito con la torta?»
 
 
 
«Assolutamente, ho anche messo le candeline.»
 
 
 
Sorrisi compiaciuta, «Abbiamo fatto proprio un bel lavoro.»
 
 
«Già, magari è la volta buona che si commuove.»
 
 
Guardai Zachar interrogativa, «Perché dovrebbe commuoversi?»
 
 
«Figurati, l’ho detto così per dire, Nevius non è uno che piange.»
 
 
 
«Non ha mai pianto prima?»
 
 
«Non l’ho mai visto piangere da quando ci conosciamo, per quanto ci ha raccontato l’ultima volta, l’ha fatto alla morte di sua madre.»
 
 
«Capisco…» dissi dispiaciuta, la serata stava calando nella depressione e non volevo, dunque, decisi di sollecitare Zachar, «Non dovresti darti una sistemata?»
 
 
Si alzò di scatto dal divano, sorridente. «Già! Allora vado a darmi una rinfrescata, torno subito.»
 
Si diresse verso il bagno mentre io diedi un’ultima occhiata alla torta.
 
 
La cioccolata era ben messa, la panna anche, le stelline di zucchero erano perfette, ed anche la scritta “buon compleanno”. Sembrava a posto, dunque non mi restava che attendere.
 
 
Dopo alcuni minuti udii delle voci dall’esterno della casa, erano arrivati.
 
Non appena Nevius aprì la porta Zachar scattò come una furia dall’altra stanza, e balzò tra le braccia del mio generale.
 
 
«Buon compleanno Neffy!»
 
 
Nevius inarcò un sopracciglio e guardò Zachar scimmiottandola, «Sai Zac, ti preferivo quando volevi uccidermi.»
 
Zachar incrociò le braccia e si finse offesa, «Ingrato.»
 
 
Nevius sorrise e volse lo sguardo verso di me.
 
Scostai delicatamente Zachar e mi diressi tra le sue braccia, che mi accolsero calorosamente.
 
 
Fissai Nevius con rimprovero. «Potevi dirmelo.»
 
 
«Non sono amante delle feste, ho smesso dopo gli 80 anni.» Rispose ironico.
 
Lo guardai maliziosa e gli passai delicatamente il dito sulle labbra, «104 anni, li porti benissimo.»
Morse leggermente il mio dito, poi mi cinse ancora più forte a lui e mi baciò appassionatamente.
 
 
 
 
 
Per mia fortuna la serata trascorse rapida, la cena fu gradevole (grazie ricettario).
E arrivò il momento dei regali.
Zachar gli porse rapida il suo, e il bel generale lo aprì con sincero entusiasmo.
 
Entusiasmo che si trasformò subito in perplessità, quando iniziò a tirare fuori le varie felpe, e le camicie di dubbia fantasia.
 
Le estrasse con stupore e poi guardò Zachar, «Sai che non mi vesto così, vero?»
 
«Insomma Neffy, ogni tanto bisogna cambiare, in fondo sei ancora giovane. Beh… relativamente giovane.»
 
Nevius scrollò le spalle in segno di resa e passò ai regali di Jack e Kaspar, rispettivamente un orologio molto costoso, e un completo altrettanto costoso. Sembrò apprezzare molto quei regali, si addicevano perfettamente al suo stile.
 
Gli porsi timida il mio regalo ed esaminai ogni movimento del suo viso.
 
La estrasse e sorrise felice.
 
«Girala.»
 
Guardò la data e inarcò il sopracciglio, sempre col sorriso raggiante.
 
«E’ il giorno-» Stavo per delucidarlo sulla data, ma mi batté sul tempo.
 
 
«In cui ci siamo visti al tennis club.»
Si voltò verso di me e sorrise perfino con gli occhi, poi prese la mia mano e la baciò delicatamente.
 
 
«Come potrei dimenticarlo.»
 
 
Arrossii come una bambina e lo strinsi forte a me.
 
 
«Dai, aiutami a indossarla.»
 
 
Delicatamente lo allacciai al suo collo, quel ciondolo brillava come i suoi occhi.
Ci fissammo intensamente per un istante, il tempo si era fermato.
Purtroppo però fummo riportati sulla terra dalle voci degli altri generali.
 
 
«Insomma! La torta?»
 
 
Mi alzai di scatto dirigendomi verso la cucina.
Feci il mio ingresso con la torta tra le mani, e dopo la canzoncina di rito Nevius spense in un sol soffio tutte le candeline presenti, mi avvicinai a lui e lo strinsi forte.
 
 
«Hai espresso il tuo desiderio?»
 
 
Mi sorrise amorevolmente e poi rispose, «Ho già tutto quello che desidero proprio qui, vicino a me.»
Ci baciammo teneramente e proseguimmo col taglio della torta e poi il brindisi.
 
 
Dopo due ore della torta non vi era più traccia, notai che gli altri generali erano intenti ad andar via, allora li fissai confusa e gli chiesi. «Dove andate?»
Prevedibilmente a prendere parola fu Zachar, «Beh, direi che sia arrivato il momento di andare, inoltre credo che qualcuno voglia restare da solo.»
dicendo questo fece l’occhiolino a Nevius che per risposta alzò gli occhi al cielo.
Non appena i generali lasciarono la casa, Nevius mi prese in braccio ed iniziò a baciarmi appassionatamente sul collo, poi fece le scale e si diresse in camera sua adagiandomi delicatamente sul letto.
 
 
«Un bel film Horror?»
 
 
 
«Sì, se mi consenti di nascondermi sotto la tua schiena e di aggrapparmi alla tua camicia.»
 
 
Mi guardò canzonatorio e rispose, «Come se non lo facessi ogni volta.»
 
Sbuffai fingendomi offesa.
 
Mentre guardavamo il film, una sensazione di angoscia m’invase, ripensai alla lunga vita di Nevius, e a tutte le donne che aveva avuto durante questa, mi girai verso di lui con lo sguardo affranto e gli posi la domanda che stava tormentando la mia mente.
«Nevius, quando e com’è stata la tua prima volta?»
 
Mi guardò a dir poco sorpreso, ovviamente non si aspettava una domanda del genere, così improvvisamente.
 
Si mise composto e iniziò a raccontare, «Avevo 19 anni, ero all’inizio della mia relazione con Makoto, pensavo di amarla. Fu abbastanza naturale.»
Abbassai lo sguardo con disagio, ma con la punta delle dita sollevò il mio viso verso di lui.
 
 
«Nina, la prima volta è con chi si ama, finalmente, a breve, avrò la mia prima vera volta.
Farò l’amore con la donna che amo.»
 
 
Sorrisi debolmente, cosa poteva dirmi, ero la sua ragazza al momento, era comprensibile che cercasse di rassicurarmi. «Come fai a dire che stavolta sarà diverso?»
 
 
Divenne serio e poi riprese. «Era una giornata soleggiata, proprio di fronte al tennis club, tu stavi scendendo i gradini, e ti amavo già.»
 
 
 
«E poi cos è successo?»
 
 
«Promisi a me stesso che non avrei permesso a nessuno di farti del male, eri unica e preziosa, andavi protetta, dunque mandai all’aria tutto, perché niente aveva senso più dei tuoi occhi verdi.»
 
Mi baciò ancora una volta.
Ero felice. Nevius era legato a me così come io ero legata a lui, c’eravamo amati e cercati dal primo giorno.
Credevo di essere la sola ad aver avuto il filo rosso dal primo istante, ma non era così, quel filo era inossidabile e non poteva essere spezzato.
Avevo finalmente la mia pace.
E nel buio di quella stanza, sotto le grida del film Horror ci abbandonammo a una dormita rigenerante, le stelle ci illuminarono dalla vetrata del grande terrazzo.  
   
 
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