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Autore: ADH    06/07/2017    0 recensioni
Era passato un po' da quando Min Yoongi si sentiva felice.
Aveva passato dei brutti momenti, sin da piccolo, aveva affrontato cose che avrebbe preferito evitare il più possibile.
Nonostante avesse passato anche un periodo in cui avrebbe voluto porre fine a tutto gettandosi dall'ultimo piano del buio edificio dove abitava, aveva continuato a vivere. In un modo o nell'altro, era arrivato dove era adesso.
Cercando di tirare avanti, diventando sempre più vuoto, annaspando aria.
Provava dolore, era solo, odiava la vita. Un depresso nel vero senso della parola, abbandonato da tutti, che si rifugiava nel suo piccolo appartamento per evitare un confronto diretto con la felicità altrui.
L'unico modo di attutire tutto quel dolore, era trasformarlo in violenza.
Iniziò tutto con delle comuni lotte tra ragazzi, fece il bullo a scuola per un po' di tempo, e quando si accorse che far del male agli altri gli faceva provare sempre meno dolore iniziò a chiedersi come sarebbe stato ancora meglio, se il male che procurava fosse aumentato ancora di più.
Ed è così che Min Yoongi passò dalle manie suicide a quelle omicide.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Min Yoongi/ Suga
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Era passato un po' da quando Min Yoongi si sentiva felice.

Aveva passato dei brutti momenti, sin da piccolo, aveva affrontato cose che avrebbe preferito evitare il più possibile.

Nonostante avesse passato anche un periodo in cui avrebbe voluto porre fine a tutto gettandosi dall'ultimo piano del buio edificio dove abitava, aveva continuato a vivere. In un modo o nell'altro, era arrivato dove era adesso.

Cercando di tirare avanti, diventando sempre più vuoto, annaspando aria.

Provava dolore, era solo, odiava la vita. Un depresso nel vero senso della parola, abbandonato da tutti, che si rifugiava nel suo piccolo appartamento per evitare un confronto diretto con la felicità altrui.

L'unico modo di attutire tutto quel dolore, era trasformarlo in violenza.

Iniziò tutto con delle comuni lotte tra ragazzi, fece il bullo a scuola per un po' di tempo, e quando si accorse che far del male agli altri gli faceva provare sempre meno dolore iniziò a chiedersi come sarebbe stato ancora meglio, se il male che procurava fosse aumentato ancora di più.

Ed è così che Min Yoongi passò dalle manie suicide a quelle omicide.

Coltelli, asce, pistole... divenne un vero e proprio serial killer. Uno dei peggiori, uno di quelli che prima di uccidere si divertono a torturare.

Una persona che gioca col cibo prima di mangiarselo, se vogliamo porre tutto ciò in termini meno cruenti.

La vita lo stava trasformando in qualcosa che il se stesso del passato avrebbe rigettato con odio, e tutto pur d'assordare le urla di quella tortura continua con delle altre, ma non le sue.

 

Questa situazione andava avanti da un po', era diventato un vero e proprio assassino quando accoltellò una donna un paio di anni fa, da allora la polizia lo cercava.

Non solo era un abominio che amava far del male alle persone, ma anche un ricercato dalla polizia.

Odiava se stesso più di qualsiasi altra cosa al mondo, ma in un certo senso sentiva di meritare tutto quell'astio, e quindi era quasi un piacere sentire dell'amaro fiele nella gola ogni volta che si guardava allo specchio. Significa che almeno un po' di sale in zucca ce l'aveva dopotutto, non era completamente impazzito, non era completamente andato. La cosa che evitava di renderlo un pazzo in piena regola era proprio l'odio per se stesso. L'unico sentimento che gli era rimasto, e lo impreziosiva ogni giorno per mantenersi sano di mente.

 

C'era solo una persona che sembrava non lo odiasse.

Jung Jungkook.

Un ragazzo poco più giovane di lui, che gli stette alle calcagna sin dal primo momento in cui lo vide.

Fu un incontro casuale, si scambiarono un paio di convenevoli in un bar, niente di più ma, chissà come, qualcosa di diverso nacque in entrambi. Da allora Jungkook seguì Yoongi come un cagnolino obbediente finché Yoongi non iniziò ad interessarsi a lui.

Era un ragazzo dal bell'aspetto, Jungkook. Aveva un viso infantile, che era in contrasto con il suo fisico muscoloso, denti da coniglio, appuntiti occhi scuri e una carnagione rosea.

Quel vuoto che sentiva veniva riempito ogni volta che Jungkook gli rivolgeva la parola, lo salutava, o gli dava una pacca amichevole sulla spalla, per incoraggiarlo.

Con il tempo Jungkook divenne l'ancora di Yoongi, la sua ragione di vita. Più si affezionava a lui più sentiva sempre meno il bisogno di sfogare i suoi sentimenti su gli altri. Iniziò a sentire meno dolore, meno odio, e di conseguenza anche gli omicidi diminuirono.

Ma il numero di vittime ammontava a ben 24 persone. Yoongi lo trovava un numero buffo, lui aveva 24 anni. Una vittima per anno, era come se stesse cercando di eliminare la proprio esistenza anno per anno, vittima per vittima, controbilanciandola con la sparizione delle vite altrui. Elimina una vita, elimina un anno della mia esistenza, forse era questo quello che pensava.

Il lui tanto odiato sembrava che si stesse facendo sempre più piccolo, ogni volta che Jungkook parlava e, specialmente, ogni volta che sorrideva mostrando i suoi denti unici, Yoongi si sentiva felice. Dopo anni di dolore e tristezza, sembrava fosse arrivato anche per lui il momento di essere felice.

Il ragazzo confessò il suo amore per Yoongi due mesi dopo essersi conosciuti.

Un po' sconvolto da tale rivelazione, all'inizio Yoongi lo allontanò. Cercò di sparire,cercò in tutti i modi di non vederlo mai più, ma più si allontanavano più Yoongi sentiva il bisogno di tornare a falciar vite. Passarono un periodo separati. E Yoongi non solo tornò ad uccidere, ma iniziò a ferire se stesso, come se spargere sangue altrui non gli bastasse.

Allora realizzò che, se voleva tornare a provare delle emozioni felici, avrebbe dovuto stare al fianco di Jungkook, e che lui non avrebbe dovuto abbandonarlo o, altrimenti, per lui sarebbe stata la fine.

Capì che avrebbe potuto anche morire per quel ragazzo, per Jungkook avrebbe fatto qualsiasi cosa.

E così, i due iniziarono a frequentarsi.

Una comune coppia, era questo quello che Jungkook voleva, ma sfortuna vuole che Jungkook fosse un poliziotto. Yoongi sapeva benissimo che sorta di pericoli correva, essendo un assassino ricercato, ma non ha voluto smettere di stare con Jungkook, anche dopo aver scoperto che gli era stato affidato “il caso”, il suo caso. Jungkook sapeva ogni particolare, dal modo in cui uccideva le vittime a cosa faceva per nascondere i corpi. Era tutto nero su bianco su un fascicolo, con tanto di foto del delitto. Il solo guardare quel fascicolo faceva salire un conato di vomito a Yoongi, più volte a chiesto a Jungkook di non parlare mai dell'argomento “lavoro” quando stessero insieme.

La cosa lo disgustava, se avesse scoperto che l'assassino era lui, sarebbe stata la fine. Jungkook lo avrebbe odiato, e la sua vita sarebbe finita.

Proteggere il segreto non era mai stato così importante e, se prima di conoscere Jungkook essere rinchiuso non importava, adesso il solo pensiero di venire scoperto gli provocava dei veri e propri attacchi di panico.

Le cose tra Jungkook e Yoongi andavano bene, nonostante tutto.

Con il tempo la loro relazione diventava sempre più profonda e iniziò a sembrare che Jungkook stesse iniziando a capire cose di Yoongi che persino Yoongi stesso non conosceva di se stesso.

Jungkook gli rivelò di essere diventato un poliziotto grazie ad un suo amico, Kim Taehyung. Gli raccontò la sua storia e Yoongi si sentì geloso. In un certo senso ammirava Jungkook, ma non poteva far altro che pensare che lui fosse una persona mille volte più forte di lui. Una persona che sfrutta le sfortune della vita per trasformale in forza pura, per aiutare altri. Il totale contrario di Yoongi.

-TaeTae fu il mio primo amore- iniziò a raccontare, mentre stavano passeggiando tranquillamente in un parco -Suo padre era un poliziotto e all'epoca pensavo fosse una cosa fantastica. Combattere per proteggere gli altri, fare del bene, diventare una specie di eroe agli occhi di tutti. All'inizio era solo il classico sogno che si abbandona non appena si scopre di voler fare altro, finché non ho scoperto che Tae era vittima di bullismo. Era terribile per me vederlo sempre pieno di lividi. Avrei voluto fare qualcosa per lui, ma la legge non punisce i minorenni. Allora decisi di cambiare le cose, studiai per diventare ciò che sono ora e mi sono fatto strada con i pugni e con i denti per far in modo che ciò che successe a Tae non succedesse più a nessuno.-

Si erano fermati all'ombra di un albero, seduti sul prato. Yoongi si accasciò pigramente sull'erba usando il tronco di un albero come schienale.

Era notte fonda, c'erano solo loro due, perciò Jungkook non esitò nel poggiare la sua testa sulla gamba di Yoongi. Lo faceva spesso, diceva che le gambe di Yoongi erano il cuscino perfetto. Lui non lo trovava bizzarro, oramai si aspettava di tutto da Jungkook. Aveva imparato a convivere con le sue stranezze, anche lui fece lo stesso dopotutto. Jungkook capì che Yoongi odiava quando qualcuno gli poneva troppe domande, specialmente sul suo passato. E capì che adorava invece quando Jungkkok faceva dei piccoli gesti che dimostrassero cura e apprezzamento. Del tipo, le poche volte che sorrideva era quando Jungkook gli portava del caffè di primo mattino, Yoongi adorava anche quando il minore giocava con i suoi piercing delle orecchie, anche se faceva finta del contrario.

-Che è successo dopo?- fece Yoongi, incuriosito, mentre si divertiva a spostare in continuazione la frangetta di JK con la punta delle dita, mentre il ragazzo sonnecchiava tranquillo -A questo Tae, intendo-.

-Oh... tra noi non funzionò. Ci lasciammo quasi subito dopo il nostro diploma. Non lo vedo da un po'... Il problema del bullismo si minimizzò molto durante gli ultimi anni delle superiori. Questo perché raccontai la cosa a dei professori che decisero di prendere l'iniziativa e avviare un programma contro il bullismo. Tae mi odiò per quello che feci, disse che lo faceva sembrare uno spione codardo. E forse è anche per questo che mi lasciò dopo l'ultimo anno, ma almeno non dovetti più vederlo pestato da dei pezzi di merda- sospirò affranto, il ricordo del suo passato doveva ancora fargli male.

-Dovevi tenerci molto a lui- la sua voce faceva trasparire un po' di dispiacere, ma Yoongi tentò di mascherarlo con un tono irritato.

-Che c'è? Sei geloso?- il ragazzo ghignò soddisfatto, quella era la prima volta che Yoongi dimostrò di provare gelosia.

-Affatto- mentì.

Le giornate erano pieni di momenti del genere. Dolci, innocenti, e allegri.

Conoscere più cose l'uno dell'altro sembrava aiutare entrambi, sembrava che entrambi si stessero liberando da alcuni pesi che gli avevano tormentati da molto tempo.

Anche se Yoongi non raccontò nulla su di se, le sue azioni parlavano molto. Per Jungkook Yoongi era un libro aperto, riusciva a capire cosa provava in ogni momento, era una specie di super potere che solo lui possedeva.

Un giorno decisero persino di iniziare a convivere. Jungkook propose a Yoongi di vivere sotto lo stesso tetto, iniziare a vivere insieme.

Yoongi penso che “vivere insieme” significasse anche “condividere una vita”. Due persone che vivono insieme, dovrebbero essere due persone che condividono una lunga vita camminando uno di fianco all'altro.

Per una volta Yoongi pensò che la sua vita fosse importante, dato che qualcuno voleva condividere la sua con lui.

E inutile dire che a quell'offerta accettò subito, e le cose si fecero perfette.

Almeno finché al dipartimento di polizia, dove lavorava Jungkook, non arrivò una foto.

 

-FINE PARTE PRIMA-

   
 
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