Voov,
otto recensioni!
Ringrazio Lily483 (grazie, buone vacanze anche a te! ^3^), Ksanral
(concordo
pienamente con quello che hai detto, sono contentissima di esserti
riuscita a
trasmettere quello che pensa precisamente Piton secondo il mio punto di
vista!
Grazie, e continua a seguirmi!), Yelena (grazie tesoro, per tutto (-:),
SailorUranus (maddai, è davvero la tua canzone preferita?
*_* Non sapevo che ci
fossero così tanti fans dei RJA… grazissimissime
per i complimenti!), Ernil
(grazie! çwç), Ashley Snape (grazie carissima, mi
fa piacere che hai
apprezzato! A presto!), Allison91 (sì infatti, sarebbe stato
stupido se si
fosse addolcito, anche perché non è proprio nella
sua indole! Grazie come
sempre! *_*) e Pervinca (oddio Vì, così mi
commuovi… grazie davvero!^^).
Bene, spero di non aver dimenticato nessuno.
Ringrazio pure le 34 persone che hanno messo questa storia nei
preferiti! ^3^
Well, vi lascio al sesto cap! A dire il vero non sono tanto soddisfatta
(non
ero soddisfatta nemmeno degli altri, ma vabbè)…
ditemi cosa ne pensate!
~
YOUR GUARDIAN ANGEL ~
*
Londra
– Luglio 1985
Capitolo
Sesto
*
La
strada dell’odio.
Quante persone aveva incontrato percorrendo quella via?
Suo padre Tobias.
Che nelle rare cene di famiglia lo umiliava davanti nonni, zii e
nipoti, anche
loro molto malcontenti di quel piccolo parente che non aveva niente in
comune
coi Piton.
Severus era il ritratto di sua madre Eileen. Era figlio di lei,
e basta.
James Potter.
Quel disgraziato figlio di papà nato, morto e vissuto nella
gloria senza
meritarsene neanche una briciola.
Quello spudorato senza il minimo rispetto per le esigenze e i
sentimenti
altrui, coraggioso solo se scortato da quei tre lecchini
anch’essi codardi fino
al midollo.
Voldemort e i Mangiamorte.
Chi più di loro aveva incentivato il suo desiderio di sangue
e vendetta?
Vendetta sui Babbani, prima di tutto, capaci di etichettare una persona
come
‘diversa’ e di metterla da parte con una
velocità sorprendente, senza nemmeno
conoscerla.
E infine, l’odio lo vedeva negli occhi dei suoi studenti
mentre teneva lezione,
negli occhi dei colleghi quando lo salutavano con finta gentilezza,
negli occhi
dei passanti che lo fissavano straniti.
Sì,
Piton era sempre stato circondato
dall’odio.
Era ovunque.
Erano tutti dei mostri pieni di
odio, sia Maghi che Babbani.
Ma
ora, davanti a Harry, questa
convinzione sembrava vacillare. Tutte le sue convinzioni erano
crollate, quel
giorno.
Di certo quel piccolo bugiardo stava mentendo riguardo suo
cugino, doveva mentire…
ma come convincersene completamente, con quegli occhi puntati addosso?
Piton
non sapeva che fare.
Non
sapeva cosa dire.
Nemmeno
cosa pensare.
Stava
lì, rigido e inespressivo come una
brutta statua di carbone.
E
intanto Harry lo guardava.
L’Uomo Nero lo affascinava: prima sembrava interessatissimo a
conoscere ogni
cosa di Harry, poi improvvisamente non aveva più chiesto
niente e non si era
nemmeno più mosso. Sembrava che quasi non respirasse.
Poi
Harry portò lo sguardo al gelato che
se ne stava tristemente spappolato sull’asfalto.
Eureka!
L’Uomo Nero era triste per quello…
Si ricordò di una volta che Dudley aveva fatto cadere il
suo, e aveva fatto i
capricci finchè non gliene avevano portato un altro.
Piton
non sembrava intenzionato a
riemergere dal suo stato di tormentato torpore.
In quel giorno erano successe decisamente troppe cose.
Troppe cose che avevano sconvolto la sua solita routine, cosa non molto
favorevole per il suo equilibrio mentale.
…
…cosa
diavolo stava facendo quel Potter?
Ecco
fatto.
Harry era molto soddisfatto del risultato: aveva sollevato con
delicatezza la
coppa di gelato, facendo attenzione a rimuovere tutte le parti sporche.
Harry sapeva che il gelato non era più bello come prima, ma
una buona parte si
era conservato ed era certo che fosse ancora buono.
E
ora lo stava porgendo a un basito Uomo
Nero, con un piccolo sorriso.
“Grazie
per aver mandato via Dudley,
signore”.
Piton
guardò il bimbetto con un’espressione
quasi simile allo sgomento.
Poi
i tratti del suo viso si indurirono in
una maschera di sarcasmo.
Cosa pensava di fare quel moccioso? Di corromperlo, forse?
“Signore,
non lo vuole più?” miagolò
Harry, dato che l’Uomo Nero non accennava a rispondergli.
Piton
si accigliò ancora di più. “No
ragazzino, non intendevo recuperarlo. Potevi lasciarlo
dov’era” chiarì poi in
un sibilo.
Harry
sembrò deluso. Tanto lavoro per
nulla.
Però… quel gelato sembrava davvero
delizioso…
“Hem…
signore?”
“Hmm?”
“Posso…
possoassaggiarloperfavore?”
domandò il bambino precipitosamente sperando che
l’Uomo Nero non si
arrabbiasse, come faceva solitamente zio Vernon quando Harry si
azzardava a
chiedergli qualcosa.
Piton
gli dedicò uno dei suoi migliori
sguardi torvi, cosa che non turbò affatto Harry.
“Puoi
farne quello che vuoi, moccioso. Io
sto per andarmene” borbottò l’uomo, ed
era vero: era decisamente ora di tornare
a Hogwarts.
Perdere tempo in questo modo… come gli era venuto in mente?
Era tempo di porre
fine a quel pomeriggio disastroso, a tutte quelle emozioni contrastanti
e a
quei conflitti che turbavano il suo nero animo distrutto.
Severus
avrebbe dovuto dimenticare anche
quel pomeriggio.
Ma
Harry non voleva che l’Uomo Nero se ne
andasse.
Nessuno prima di allora gli aveva parlato così a lungo.
E in un qualche modo sentiva di avere qualcosa in comune con
l’Uomo Nero,
altrimenti perché questo si era fermato a parlare con lui?
Gli zii gli ripetevano sempre di essere un peso, un impiccio, un
ingrato, e che
nessuno sarebbe stato mai bene in sua compagnia.
Però l’Uomo Nero sembrava diverso… o
forse non lo era per niente, e anche lui
odiava Harry come tutti gli altri e anche lui se ne sarebbe andato per
non
tornare più come i suoi genitori.
Però Harry aveva così bisogno di credere che
l’Uomo Nero fosse diverso…
Harry non era un bambino felice. Proprio per niente.
Per
cui, dopo aver lanciato un “NO!”
disperato, si lanciò verso la gamba di Piton stringendola
forte.
Severus
vacillò.
Questo
era davvero troppo.
~
“NO!”
urlò Lily prima che Severus commettesse
lo sbaglio più imbarazzante della sua vita.
“ ‘No’ cosa?” chiese Severus un
po’ irritato.
“Sev” fece lei irritata a sua volta:
“Questo è lo spogliatoio
delle ragazze! Non vedi?” disse indicando la donnina
stilizzata
sulla porta della cabina.
“Ed è pure occupato! Ti avrebbero preso per un
pervertito”.
“Io un pervertito?” brontolò Severus
accigliato: “Vogliamo parlare
di Potter allora? Non hai visto come le guarda, le
ragazze?”
Lily sbuffò. “Potter, Potter, sempre
Potter.
Sei innamorato di lui per caso?” lo canzonò
Lily, ridendo poi alla faccia disgustata dell’amico.
“Dai, ti porto nello spogliatoio giusto” disse la
ragazza
mettendo le mani sui fianchi di Severus e spingendolo da
tutt’altra
parte.
“Sicura che non è occupato?”
“Tranquillo, è libero… e,
Principe?”
“Hmm?” fece Severus guardando gli occhi di
lei
fare capolino dalla porta semichiusa.
Avevano un’espressione di intensa tenerezza,
ma quella volta c’era un qualcosa di più,
una cosa completamente sconosciuta a Severus e che il ragazzo non
riuscì a
decifrare.
Forse Lily era semplicemente felice di trovarsi al mare col suo
migliore amico…
“C-che c’è?” chiese
timidamente Severus.
Il sorriso di Lily si spense.
“Nulla” sussurrò lei. Sembrava triste,
delusa.
“Fa presto a cambiarti” concluse, andandosene.
Severus cominciò a spogliarsi, lentamente,
con la terribile sensazione di essersi perso qualcosa.
~
*