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Partecipa a 'I prompt del lunedì' di Il giardino di Efp.
Prompt:
La città incantata: Hai dimenticato chi sei, e così hai dimenticato anche me. Guarda dentro te stesso. Tu sei molto più di quello che sei diventato. E devi prendere il tuo posto nel Cerchio della Vita.
Lo spirito del fiume
“Non
trovi che tutto
questo sia triste?” domandò una giovane donna.
“Dici,
Rumi? A me
sembra che la natura si sia presa ciò che è suo.
Hanno interrato il fiume, ci hanno
costruito dei palazzi e il fiume si è ripreso tutto,
distruggendo ogni cosa che
si è trovata sul suo cammino” rispose
l’altra ragazza. Si strinse il laccetto
viola che le teneva fermi i lunghi capelli castani.
Rumi
si mise a correre,
i piedi le affondavano nell’erba umida e i suoi sandali di
legno si erano
sporcati di fanghi. Raggiunse l’altra su delle rocce, al
limitare del fiume e
si guardò intorno. Una serie di palazzi semi-distrutti
puntellavano l’immenso
prato verde, diviso a metà dal fiume tortuoso.
“Sei
sempre la solita
naturalista, Chihiro. Per te sono più importanti le piante
che le persone" borbottò.
“Amo la natura” rispose Chihiro. Allargò le braccia e alzò il capo, guardando il cielo azzurro sopra di sé, solcato da nuvole bianche.
“In
ogni cosa ci sono degli spiriti, non c’è
differenza tra noi e loro. Come accetto che animali muoiano per portare
nutrimento a noi uomini, accetto che la natura ci spazi via quando
esageriamo”
rispose.
Rumi
si mise una ciocca
mora dietro l’orecchio e la tenne ferma con una forcina,
sospirò e rabbrividì.
“Alle
volte mi fai
paura, ammetto. Vado avanti, siamo qui solo per controllare che
l’acqua sia
pura. E se non prendiamo dei campioni, non lo sapremo mai”
borbottò.
Chihiro
si sporse in
avanti e le dimenò l’indice davanti al viso.
“Non
solo, siamo qui
anche per vedere di trovare un animale raro o in via
d’estinzione. Così questo
posto potrà diventare una riserva naturale. È per
quello che hai questa”.
Indicò la macchina fotografica al collo dell’altra
giovane donna.
“Hai
ragione. Tu mi
segui o resti qui?” chiese Rumi.
“Vai
pure avanti, al
campione ci penso io” ribatté Chihiro traendo una
provetta dalla tasca dei
pantaloncini.
Rumi
annuì e si
allontanò, Chihiro si tappò il naso con la mano
libera e chiuse gli occhi, nel
salto i capelli le si sollevarono verso l’altro.
Affondò nell’acqua,
spruzzandola tutt’intorno. L’acqua le fece gonfiare
la maglietta bianca dalle
righe verdi.
<
Kohaku, tu non sei
solo un fiume, sei un drago, uno spirito e un mago. Tu mi hai sempre
amato e
accolto in te, sin da quando ero bambina e mi hai anche salvato.
Ancora
una volta hai
dimenticato. Hai dimenticato chi sei, e così hai dimenticato
anche me. Guarda
dentro te stesso. Tu sei molto più di quello che sei
diventato. E devi prendere
il tuo posto nel Cerchio della Vita.
Aiutami
a farti
diventare un luogo protetto e sacro > implorò
mentalmente.
Riaprì
gli occhi,
teneva la provetta con una mano, e con l’altra
aprì il tappetto di plastica
marrone. Una serie di bollicine si alzarono dalla provetta che si
riempì d’acqua
e, una volta colma, la richiuse. Le bollicine, intente a risalire verso
l’alto,
si fecero sempre più grosse e diedero vita a un filamento di
bolle.
Chihiro
le seguì,
nuotando a rana e le sue iridi brillarono quando riconobbe il muso
candido di
un drago orientale. I baffi di quest’ultimo ondeggiavano e le
sorrideva.
“Haku!”
gridò la
giovane. Le uscì una grossa bolla dalla bocca, le
mancò l’aria e se la tappò
con entrambe le mani, dibattendo le gambe e lo raggiunse.
Abbracciò il grosso
muro della creatura e chiuse gli occhi, il drago chiuse gli occhi a sua
volta e
le fece delle basse fusa.
<
Non temere, mia
dolce Sen. La tua amica ha trovato l’uccello dorato che le ho
posto sul cammino
e con l’immagine che gli ha rubato, con quella strana
apparecchiatura, ha
ottenuto ciò per cui siete venute > le
comunicò Kohaku mentalmente.
<
Oh, ne sono così
felice. Così potrò tornarti a trovare ogni volta
che vorrò… io ti amo >
pensò intensamente la giovane donna.
<
Anche io > le
rispose lo spirito del fiume.