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Autore: Miss Simple    07/07/2017    1 recensioni
Avrebbe perso le ali.
Avrebbe vissuto una vita da umano.
Avrebbe lottato per ciò che gli era più caro.
Avrebbe ricordato in un modo o nell'altro?
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lay, Lay, Suho, Suho
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Fallen for love 4.

Una aurea pesante alleggiava sul suo corpo, quel corpo che non riusciva a muore neanche di un millimetro, tutto era così pesante come se, con forza, lo stessero tenendo puntato in quella posizione.
Piedi, gambe, braccia erano come se fossero state incatenate, persino gli occhi non riuscivano ad aprirsi.
Voleva muoversi, il suo cervello glielo comandava, sentiva che era da molto tempo in quella posizione, era ormai da giorni che voleva svegliarsi. Provava e riprovava ma non riusciva, era come in un limbo e qualcuno o qualcosa lo stava trattenendo in quella dimensione. Sconfitto, come ogni volta, smise di combattere e ricadde nell’oscurità.
“Oh Yixing, non agitarti andrà tutto bene. Presto ritornerai da noi” una debole voce disse mentre asciugava quelle calde lacrime che scendevano dagli occhi serrati dell’uomo inferme.
Luhan.
Luhan era un giovane cinese che si era trasferito in Corea da qualche anno, venendo da una grande città come Pechino aveva deciso di trasferirsi in un isola invece che nella grande metropoli Sud Coreana, Seoul.
Ed eccoli lì, nell’isola di Jeju, dove svolgeva la sua attività di libraio insieme al suo amico e collega Yixing. Non sapeva molto del più giovane, Yixing era stato sempre un grande enigma, non parlava mai del suo passato ma quello che sapeva era che anche lui veniva dalla Cina, che per anni aveva vissuto con sua nonna, che, povera anziana, morì qualche mese prima.
Questo evento portò Yixing a lasciare la Cina e a trasferirsi. Ma se chiedeva qualcosa di più profondo, o qualche ricordo Yixing era solito alzare le spalle e dire “Non saprei”.
Per Luhan, Yixing sembrava non avere un reale passato, ma ovviamente era una cosa impossibile, tutti hanno un passato su questa terra e per quando ne sapesse il più piccolo non aveva avuto incidenti che lo portarono a perdere la memoria. Quindi Luhan aveva intuito che il più giovane non ne volesse semplicemente parlare.
“Quando si sveglierà?” domandò portando l’attenzione all’imponente figura del dottore.
“Quando sarà ora. Quando lui sarà davvero pronto!” disse la voce profonda prima di uscire dalla stanza.
Lasciò andare un sospiro, si accasciò sulla sedia osservando il corpo disteso sul letto.
“Dai, Yixing. Sii forte” disse prima di uscire anche lui dalla stanza.
Non udiva più quelle voci e il panico si impadronì del suo corpo.
“No, no non andate” piagnucolò.
Ad un tratto sentì il suo corpo cadere senza preavviso nel vuoto, gli occhi si spalancarono per la sorpresa e la paura.
Buio, era circondato dal buio e dal silenzio. Il panico si impadronì del suo corpo, aveva bisogno di sentire ancora quella voce, che chiamava il suo nome, immaginò, per dirgli di ritornare.
Ma non capiva dove, dove doveva ritornare? Tutto era così confuso. O forse in realtà era tutto frutto della sua immaginazione. Non esisteva nessuna voce che lo incitava, e lui in realtà si trovava bloccato in chissà quale dimensione.
Purgatorio, o ancora peggio, inferno?
Non sapeva dove si trovava, ma quel posto oscuro, senza neppure una lieve luce che filtrava, non gli piaceva. Il buio era qualcosa di sconosciuto a lui, non sapeva il perché, ma sentiva di non appartenervi.
Iniziò a vagare senza una meta in quel sentiero oscuro cercando di trovare una via d’uscita. Era ostinato ad uscirne, non voleva stare confinato in quella dimensione e in un modo o nell’altro avrebbe trovato una via di fuga.
Camminava e camminava e poi si ritrovò a correre in quel tunnel senza fine alla ricerca della luce.
Cadde sulle ginocchia, era stanco, aveva paura di non farcela, senza saperlo il suo volto si bagnò di calde lacrime che caddero sui pugni chiusi sulle ginocchia.
“Perché? Perché?” urlò nella disperazione.
Si raggomitolò e pianse tutto sé stesso, lanciando fuori qualche lamento.
“Non erano questi i patti…” disse ricordando quello che aveva discusso con il Padre.
Ricordava che aveva deciso di cadere, di perdere i ricordi, di provare a vivere il suo amore ma invece, ricordava ancora tutto e si trovava in un oblio a lui sconosciuto.
Perché stava passando tutto questo?
Non aveva tempo da perdere, il tempo per lui era troppo prezioso.
Quello che si udiva erano solo i suoi singhiozzi disperati ed era ormai certo che sarebbe rimasto lì a marcire.
“Sssh!” una delicata mano si appoggiò sulla sua testa accarezzandola amorevolmente “Yixing, fratello non fare così” disse la voce rassicurandolo.
Ad udire quella voce gli occhi dell’ex angelo si allargarono di sorpresa.
“B-Baekhyun” sospirò non spostandosi dalla posizione in cui si trovava per paura che tutto fosse frutto della sua immaginazione.
“Sono qui tesoro. Smettila di piangere” continuò
“S-sei tu?” domandò con incertezza.
“Certo che sono io. Guardami” ordinò amorevolmente. Afferrando il volto dell’ex angelo e portandolo a guardarlo dritto negli occhi.
Baekhyun asciugò quelle calde lacrime, un triste sorriso gli si disegnò sulle labbra vendendo le condizioni del fratello. Non aveva mai visto in quelle condizioni Yixing, che era sempre stato il più gioviale tra tutti gli angeli. Anche nei momenti di tristezza aveva sempre avuto quella nota di positività nel suo atteggiamento, sapendo che le cose prima o poi sarebbero andate meglio.
“Che ci fai qui? Dove siamo?”
“Il mio fratello ingenuo” rispose lasciando un piccolo sospiro.
Baekhyun aveva assistito abbastanza. Da quando a Yixing gli era stata data l’opportunità di cadere sembrava che in realtà non gli era stata data davvero quell’opportunità.
Quando Yixing sembrava di aver trovato la forza di svegliarsi nella sua nuova realtà, eccolo che ricadeva di nuovo nell’oblio. Ed era una cosa insopportabile, come si poteva giocare con una vita in quel modo, quando quella vita, quella persona è il tuo stesso figlio.
Pochi minuti fa era sulla sua solita nuvola, ad osservare cosa stesse succedendo a Chanyeol, il suo protetto, ma di tanto in tanto buttava un occhio su Yixing. E fu proprio in quel momento che vide la disperazione, il corpo tremante, avvolto da un semplice camice, del fratello.
Ne era sazio, aveva visto abbastanza e non lo accettava più. Varcando con determinazione il tempio gridò a grande voce il nome del Padre.
“Perché? Perché gli stai facendo questo?”
“Non ho detto che sarebbe stato facile”
“No, questo è semplicemente diabolico.” Gridò con rabbia “Come puoi farlo soffrire così? Sarà già difficile nei prossimi tre mesi, non sappiamo se riusciranno ad incontrarsi, non sappiamo se si innamoreranno uno dell’altro. Soffrirà già abbastanza se tutto quello che spera non accadrà.”
“È stata una sua scelta. Ha scelto di vivere nel peccato”
“Di quale peccato stiamo parlando? Che ama un uomo? Ama, Padre. Lui ama ed è questo quello che importa. Lì sotto, ci sono tanti di quei peccati. Abusi, omicidi, suicidi e ancor peggio guerre e tu non fai nulla per impedirlo. Ma qui stiamo parlando di amore e tu sembra che stia facendo di tutto per impedirlo.” Disse con voce avvilita.
Non ricevette nessuna risposta e Baekhyun si ritrovò a scuotere la testa con delusione.
“Non ho intenzione di assistere a questa tortura.”
“Non osare Baekhyun!” sentenziò
“Sennò cosa? Mi farai cadere anche a me? Mi manderai da Lucifero? Farai qualcosa a Chanyeol? Bene, vuol dire che avrai un altro figlio contro di te. Ma non ho intenzione di assistere alla distruzione di mio fratello.”
Adesso eccolo lì a dargli forza, ad abbracciarlo per l’ultima volta, e riportarlo alla sua nuova realtà.
“Baekhyun, non dovresti essere qui”
“Shh non preoccuparti. Sono qui per aiutarti, solo promettimi che ritornerai ad essere positivo, che non mollerai una sola volta anche se tutto sembra andare a rotoli. Che in un modo o nell’altro lo troverai e lo farai tuo. Yixing devi vincere questa battaglia, non lasciare che te lo portino via. Io sarò sempre al tuo fianco, ti proteggerò, vi proteggerò ma fai in modo che ne valga la pena.”
“Ho paura Baekhyun. Ho paura che non arriverò in tempo. Ho tanta paura, c’è così poco tempo.”
“Lo so tesoro, lo so. Ma ce la farai. Alla fine sarete insieme.” Gli disse dandogli uno sguardo d’intesa.
“Sei così prezioso” continuò “Adesso chiudi gli occhi e rilassati. Da adesso in poi non ricorderai più nulla, vivrai la tua nuova vita. Ama Yixing con tutte le tue forze. Ti voglio bene.”
Con queste ultime parole Baekhyun appoggiò le sue soffici labbra sulla fronte di Yixing e una luce accecante li avvolse risucchiandoli da quella oscurità.
Le palpebre pesavano ma non così tanto, con un leggero sfarfallio delle ciglia, di quel corpo inferme su quel letto d’ospedale, gli occhi si aprirono. La luce del sole che filtrava dalle finestre dava un sottile fastidio, quando riuscì ad abituarsi alla luce gli occhi vagavano all’interno della stanza. Tutto era bianco e sterile, non molto vi era all’interno, un semplice divano, una tv appesa al muro, un armadietto celestino e infine un letto dove giaceva.
Portò gli occhi lungo al suo corpo sdraiato, notò un ago che era infilzato sotto la pelle del suo braccio con un tubicino che andava fino ad una bottiglia piena di chissà quale sostanza, al suo torace erano attaccati degli aggeggi che erano collegati a dei macchinari accanto al suo letto.
Si sentì ipnotizzato dal quel bip costante che si estraniò del tutto dal mondo circostante finché un leggero rumore di collisione con il pavimento non lo destò.
Il suo sguardò incontrò la sostanza marroncina sul pavimento con accanto un bicchiere, subito dopo c’erano un paio di scarpe e così facendo continuò a perlustrare a chi appartenesse tutto quello. Pian piano con lo sguardo salì incontrando un corpo gracile ma virile che contrastava alla purezza bambinesca del volto.
Lì, sui suoi piedi c’era un ragazzo dai grandi occhi, come quelli di un cervo che lo guardava sorpreso con la bocca leggermente aperta. Costui portò le mani all’altezza delle labbra, mani che tremavano, e gli occhi si riempirono di lacrime.
“T-ti sei svegliato” piagnucolò mentre si avvicinava incerto verso il letto per paura che era tutto un sogno e che da un momento all’altro sparisse tutto.
“Oddio, Yixing sei sveglio. Sono Luhan, il tuo amico, ricordi giusto?” domando incerto.
Yixing in quel momento non aveva la più pallida idea del perché fosse lì o chi fosse Luhan o chi fosse semplicemente lui stesso. Sembrava di essersi svegliato da un lungo letargo e doveva ancora connettersi col mondo.
“D-dottor Wu. Devo chiamare il dottor Wu” come se si fosse appena ricordato qualcosa lo straniero corse subito alla porta.
“Dottor Wu! Dottor W- infermiera chiami il dottor Wu. Yixing si è svegliato.”
Così in poco tempo la stanza si riempì di persone estranee, un grande uomo che dedusse fosse il dottor Wu si prese cura di lui facendo dei piccoli accertamenti.
E così furono anche i giorni a venire, c’era chi entrava e usciva dalla stanza controllando le sue condizioni. In quei giorni imparò a conoscere Luhan, amico, collega e, a quanto pare, un tempo coinquilino. Dai racconti di Luhan, Yixing aveva preso la decisione di andare a vivere da solo lasciando spazio e privacy a Luhan che nell’ultimo periodo aveva trovato la sua dolce metà.
Luhan era davvero una persona amorevole e si prendeva cura di lui non mancando mai un giorno di fargli visita. A volte rimaneva anche la notte e rimanevano lì a chiacchierare, o meglio Luhan era quello che parlava. Raccontava un po’ di storie passate, che a detta del dottor Wu era il modo più facile di fargli ritornare la memoria, e Yixing gliene fu grado.
Stava facendo dei grossi progressi, era ormai a conoscenza del suo incidente, ma adesso si sentiva molto più informa. Fisicamente non si sentiva debole, riusciva persino a camminare da solo ma nonostante tutto qualcosa non lo faceva stare bene. Una sensazione di pesantezza gli chiudeva lo stomaco, aveva la sensazione che stando chiuso in quella stanza stava perdendo del tempo prezioso.
“Luhan” chiamò tagliando corto qualsiasi cosa che il più grande stava spifferando “Voglio uscire da qui. Portami via.” Disse guardando fuori dalla finestra e lanciando un lungo sospiro.


 
  
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