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Autore: Hermy1994    13/06/2009    8 recensioni
Avviso: storia in revisione!
[Come potevo continuare a guardarlo così?
Come facevo ad avere le gambe tremanti solo all'idea di stargli vicino?
Perchè, per me, esisteva solo lui e nessun'altro?
Tante domande ed una sola -sfortunata- risposta.
Ero innamorata, questa volta sul serio. E di chi?
Di quell'idiota e arrogante conosciuto più comunemente con il nome di Daniele Granieri.]
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Note dell'autrice: Questo nuovo capitolo inizialmente era diviso in due parti ma, le ho unite. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Ringrazio tutti coloro che mi seguono e leggono la storia, in particolar modo ringrazio coloro che lasciano le loro favolose recensioni.  Mi aiutano molto nella modifica della storia.
Sperando che questo capitolo vi piaccia, vi auguro una buona lettura.




Capitolo II



***


*I love shopping*

"Dolce è la Vendetta; specialmente per le Donne"
George Gordon Byron; Don Giovanni.






Non appena entrata in casa, un' incantevole villetta , Sara lasciò cadere il proprio zaino in mezzo al corridoio che si affacciava sul salone e sulla cucina.
- Mamma! Sono a casa!- esclamò la ragazza cercando di scoprire dove si trovasse sua madre e, pregando tutte le divinità del cielo affinché la donna quel giorno fosse di buon umore.
-Tesoro, sono in un cucina- le rispose la signora Sparvieri sovrastando il rumore di pentole che sbattevano qua e là mentre la figlia iniziò letteralmente a sudare freddo.
Camminando lentamente, come se dovesse andare al patibolo, raggiunse la madre cercando di mostrare un'aria tranquilla e spensierata.
La salutò con il solito bacio sulla guancia e si sedette su uno sgabello; vedendo che sua madre appariva serena e rilassata mentre puliva la cucina decise di approfittare di quella calma.
- Ehm...mam...ma?- Merda, aveva praticamente balbettato e la sua voce aveva avuto un tono titubante.
Cacchio! Riusciva a mettere in riga Granieri ma non era in grado di dire delle semplici parole a sua madre?
La signora Sparvieri, forse accorgendosi dell'indecisione della figlia, la guardò come in attesa.
- Si?- domandò scrutandola da capo a piedi per poi mormorare indispettita mentre il suo sorriso si spegneva improvvisamente - cosa hai combinato questa volta?-
Sara prese un profondo respiro e, abbassò gli occhi sul pavimento, ora sembrava molto più interessata ad osservare le proprie scarpe che a risponderle.
- Gli ho tirato addosso la bottiglietta d'acqua- dichiarò infine con voce sottile.
La pentola che la donna stava prendendo dallo scolapiatti cadde rumorosamente sul bancone.
-Cosa? Ma sei impazzita! Come sta?- domandò con veemenza mentre si appoggiava al frigorifero e la osservava piena di collera.
Sembrava Dottor Jekyll e Mr. Hyde talmente era stato veloce il passaggio da mamma gentile e premurosa a donna incavolata come una iena.
- Sta bene. L'ho mancato...- rispose docilmente Sara aggiungendo un "per sfortuna".
Forse non avrebbe dovuto fare quell'ultima aggiunta perché improvvisamente il volto di sua madre si colorò di rosso. - Per sfortuna? Ma io dico, cosa hai nel cervello? Scimmie che suonano la fisarmonica?- urlò inviperita.- E non osare metterti a ridere!- esclamò poi notando un lieve sorriso che era sorto sulle labbra della ragazza che prontamente le chiuse con forza. - Potevi fargli davvero male!-
- Ammetto che forse ho esagerato. Ma lo sai come sono fatta: se mi provocano io attacco!-.
- Tu spera che non ti venga in mente di continuare con questo atteggiamento signorina! Altrimenti la prossima sarò io quella ad attaccarti...al muro!- esclamò ancora la donna. Dio ora sembrava Mamma Weasley!
Sara rimase in silenzio cercando di nascondere la smorfia contrariata dalla propria faccia; era sicura che se sua madre l'avesse vista l'avrebbe letteralmente attaccata al muro.
- Cosa ti ha detto la Palombo?- domandò poi la donna, certa del fatto che la figlia fosse stata in presidenza per l'ennesima volta.
- Devo pulire la mia classe per le prossime due settimane- annunciò Sara lamentandosi come una bambina che non aveva ricevuto per regalo la sua Barbie preferita.
- Saggia donna, la Palombo. La punizione te la meriti tutta.- le disse lei tornando ad afferrare la pentola dimenticata sul bancone.
Poi, improvvisamente, il suo umore cambiò di nuovo e un sorriso le increspò le labbra. - Cosa vuoi per cena tesoro?-
Allora era davvero Dottor Jekyll e Mr. Ride!
-
Solo un po di insalata, grazie.- le rispose la figlia con cautela e guardandola stranita per lo strano luccichio che aveva scorto nei suoi occhi.
Si alzò lentamente dallo sgabello e, ancora tentennante, le disse - Dopo posso uscire con Giorgia?-
Lei inspiegabilmente le sorrise ancora - Ma certo.-
Ok, sua madre era davvero una donna strana. Lei, se avesse avuto una figlia, come minimo l'avrebbe costretta a rimanere rinchiusa in camera per punizione!
Abbracciò velocemente la donna sussurrando un "grazie" e corse rapida in camera sua per paura che si rimangiasse tutto.
Sara adorava la sua camera. Inizialmente, quando si erano trasferiti lì cinque anni prima, era una soffitta enorme e polverosa. A lei era subito piaciuta e, aveva convinto i suoi genitori a farla diventare la sua stanza ideale. Aveva un grande letto matrimoniale affiancato da un semplice divanetto; la scrivania si trovava sotto la grande vetrata della finestra e, lo spazioso armadio ad ante si trovava accanto a un piccola libreria.
Le piaceva quella stanza non solo per l'arredamento che aveva scelto ma anche per il fatto che era completamente distaccata dal resto della casa. Si trovava sull'ultimo piano, vi regnava un tranquillo silenzio e, se qualche volta voleva ascoltare della musica, poteva metterla a tutto volume senza disturbare i genitori che avevano la loro camera al piano di sotto.
Inoltre c'era un piccolo bagno tutto per lei che le permetteva di prepararsi quando doveva uscire in tutta tranquillità, senza doversi sbrigare a lasciarlo libero per sua madre o suo padre.
Così godeva della piena libertà e, visto che i suoi genitori entravano in quella stanza raramente, poteva permettersi un po di disordine. Disordine che in realtà regnava sovrano. Infatti non poteva aprire l'armadio in tranquillità altrimenti, tutti i vestiti che accasciava l'uno sopra l'altro, le sarebbero caduti addosso sommergendola. Così, ogni maledetta volta, era costretta ad aprire di poco le ante per prendere in fretta e furia l'abbigliamento che le serviva e poi richiuderle di scatto.
Venne distolta dai propri pensieri dal bip del cellulare che tirò fuori con foga dalla tasca dei pantaloni per rispondere al suo ragazzo.
Lorenzo aveva vent'anni e frequentava l'università di Giurisprudenza. Era un ragazzo d'oro e lei era totalmente cotta. Era alto poco più di lei, aveva degli occhi di un marrone scuro che risaltavano la sua palle abbronzata e i capelli neri come la pece. Erano fidanzati da circa un anno e, ultimamente, si vedevano poco visto che lui era impegnato a studiare ed a fare compagnia alla nonna malata.
La vecchia signora Emilia soffriva di asma e aveva una leggera forma di diabete e, visto che i genitori di Lorenzo erano dovuti partire per un viaggio di lavoro, il ragazzo si era sacrificato e le stava vicino.
Negli ultimi giorni, forse proprio a causa del fatto che si vedevano raramente, litigavano spesso per telefono. Avevano caratteri un po incompatibili. Lui era leggermente possessivo e, sempre desideroso di mettere in riga il carattere indomabile di lei. Cosa impossibile visto che Sara non si lasciava mettere i piedi in testa da nessuno. Però gli voleva comunque molto bene nonostante i comportamenti da "macho" che aveva. Dopotutto, una solida relazione era tale soltanto se si accettavano i difetti dell'altro e lei, era pronta a tutto pur di stare insieme a Lorenzo.
La ragazza sbuffò sconsolata vedendo che non era stato il ragazzo a scriverle, bensì Giorgia.
"Tesoro! Tra poco sto da te. Preparati perché ti aspetta una bella giornata di Shopping!"
Sara rise spazientita. Quel preparati non era di certo riferito al fatto che si dovesse vestire ed essere pronta ma, piuttosto a una preparazione psicologia e mentale.
Giorgia aveva un unico scopo nella sua vita da diciasettene: spendere soldi e comprare ogni cosa che le facesse luccicare lo sguardo. I vestiti, per non parlare delle scarpe, erano la sua sola passione e, Sara già prevedeva un lungo ed estenuante pomeriggio tra negozi e camerini.
- Forza e coraggio! Non sarà poi così doloroso!- esclamò tra se e se nel silenzio della stanza mentre si toglieva la tuta che indossava da quella mattina. Si fece una breve doccia e, dopo aver indossato un semplice jeans con una camicetta rossa, si fiondò in salone sentendo la voce della sua amica.
Quando si trattava di andare a espandere soldi, Giorgia era stranamente sempre puntuale.
- Eccomi qua!- esclamò interrompendo la conversazione dell'amica con sua madre. Sicuramente la signora Sparvieri stava dicendo a Giorgia di quanto fosse estremamente importante controllare Sara a scuola per non farle combinare casini.
Giorgia, con la sua massa scura di ricci indomabili, si voltò immediatamente verso di lei facendole un sorriso a trentadue denti per ringraziarla di aver posto fine a quel supplizio.
La madre di Sara si bloccò all'improvviso come se fosse stata colta in flagrante. Infatti aveva appena finito di evidenziare il fatto che "mia figlia dev'essere controllata. Non puoi lasciarla continuare a fare la guerriglia con quel Granieri!".
-
Mamma, mi dispiace così tanto ma....dobbiamo andare- annunciò Sara con un tono fintamente dispiaciuto.
- Già, il dovere ci chiama!- esclamo Giorgia spingendo l'amica fuori dalla sala e aggiungendo un "arrivederci".
Ridendo sfacciatamente, le ragazze uscirono dal portone di casa e si diressero verso il ciglio della strada.
- Non è meglio lasciare il motorino qui?- domandò Sara vedendo il mezzo dell'amica parcheggiato a poca distanza da loro - Se devi comprare qualcosa dove le metterai le buste?-
- Oh! Un modo lo troveremo...- le rispose lei mentre le dava un casco.
Sara quasi gemette per la disperazione perché l'ultima volta che Giorgia le aveva risposto in quel modo, lei si era ritrovata seduta sul motorino piena di pacchi e buste sulle gambe e tra le braccia. Quello era stato un viaggio esasperante visto che, per tutto il tragitto fino a casa, aveva dovuto tenere le braccia immobili per non sentire le parolacce che l'amica che le avrebbe rivolto se solo avesse osato far cadere una busta sulla strada. Il risultato era stato una completa paralisi agli arti inferiori e un sedere totalmente dolorante.
Impiegarono dieci minuti a raggiungere il centro commerciale più grande della città e, fortunatamente riuscirono subito a parcheggiare. Dopo essere scese dal motorino, sul volto di Giorgia nacque un ghigno quasi perfido e sadico mentre guardava la struttura.
- Questo è il mio mondo...-sussurrò con aria sognante.
- Oh, ti prego! Non ricominciare!- esclamò Sara prendendola per un braccio e spingendola verso l'entrata.
Ogni volta che Giorgia sentiva la vicinanza di negozi sembrava che fosse soggetta a una visione mistica che la avvicinava a Dio. Certo, il dio della moda!
-
un momento...- mormorò stranita mentre si guardava attorno - quella non è la macchina dello Squalo?- domandò irritata a Giorgia puntando il dito verso un 'auto alla loro destra .
Lo Squalo era il soprannome che aveva dato a Granieri un po di tempo prima insieme a Giorgia durante una lezione di ginnastica in cui si erano beccate dieci giri della palestra perché erano rimaste tutto il tempo a sghignazzare cercando l'animale che assomigliasse di più all'odioso ragazzo. Erano sicure che lui fosse proprio come una pericolosa bestia e che non vedesse l'ora di divorare le proprie vittime.
Ovviamente Granieri non era rimasto contento del soprannome che gli avevano affibbiato e, aveva gentilmente bucato le ruote del motorino di Giorgia. Sara si era talmente infuriata e, per vendicarsi, gli aveva rigato la macchina con un paio di chiavi.
Tra Granieri e Giorgia non scorreva quell'odio puro che c'era tra il ragazzo e Sara. Spesso i due si evitavano ma, per lo più avevano un rapporto civile; per questo Sara quando aveva visto le gomme a terra aveva subito capito che quello era stato un attacco diretto a lei soltanto. Anche perché, qualche giorno dopo, il motorino aveva stranamente due gomme nuove di zecca che qualcuno aveva donato a Giorgia.
Quel qualcuno era sicuramente Granieri visto che da quel momento era iniziato quel rapporto di civile indifferenza tra i due.
- Quella macchina la potrebbe avere chiunque- le rispose Giorgia distogliendola dai propri pensieri e chiudendo lì il discorso.


*


Un'ora e mezza dopo Sara era letteralmente sfinita.Avevano visitato un negozio dopo l'altro e i piedi le facevano troppo male.
- No, quello non mi piace!- disse Giorgia togliendole dalle mani il semplice vestito che aveva scelto e dandogliene un'altro.-Prova questo.-
Sara guardò scettica l'abito striminzito che le porgeva - Assolutamente no!-. Ribadì risoluta.
- E perché? E' carinissimo!-
- Perché un vestito che va indossato da una putt....donna di facili costumi- dichiarò lei ricevendo un occhiataccia da una signora poco distante da loro.
- E allora prova questo!- la incitò Giorgia indicandole un lungo vestito rosso.
- Ma anche no!- esclamò lei oltraggiata guardandola come se fosse una pazza scappata da un manicomio.
Giorgia la guardò infuriata - Allora prova.....-
- Ti prego, basta!- la interruppe Sara - Ho bisogno di una pausa. Perché non andiamo a prenderci una cioccolata calda?- esclamò facendo il broncio da cucciolo bastonato.
L'amica la osservo titubante, indecisa tra continuare a guardare i negozi o perdersi nelle delizie della gola; poi la razionalità ebbe il meglio.
 -Vada per la cioccolata calda, ma solo perché l'ho deciso io- esclamò indispettita prendendo tra le braccia le decine di buste che contenevano i nuovi vestiti da aggiungere al suo guardaroba.  Erano maledettamente ingombranti ma Giorgia le afferrò risoluta e uscì dal negozio, subito seguita da Sara.
Tuttavia sottoposta al peso eccessivo dei pacchi, Giorgia perse l'equilibrio e, barcollando, cadde per terra venendo sepolta dai suoi stessi acquisti.
- Oddio! I vestiti!- esclamò Sara preoccupata raggiungendola in poche falcate.
La ragazza sdraiata per terra esclamò infuriata - Tu ti preoccupi dei vestiti e non di me?-.
- Sei tu che dici che i vestiti vanno sempre al primo posto! - Rispose innocentemente Sara senza sapere dove guardare visto che, da quella montagna di buste, emergevano solo dei piedi.
Piedi che iniziarono a scalciare in aria improvvisamente.
- Non quando io cado!- urlò una voce ovattata - Non quando rischio di rompermi l'osso del collo!-
Sara rise spensieratamente e, abbassandosi per terra , le scostò le buste dalla faccia - Vuoi parlare piano per favore! Stai attirando l'attenzione di tutti!-.
Giorgia, con la testa finalmente libera si guardò attorno intimidita e, incrociò lo sguardo di almeno una trentina di persone che la guardavano come per dirle "tu non sei normale".
Troppo piena di vergogna e imbarazzo, la ragazza si alzò velocemente in piedi e afferrando nuovamente le buste si diresse verso il bar tra le risate di Sara.
Prossimo obbiettivo: un bella e fumante cioccolata; sperando che nessuno avrebbe rovinato quel gustoso momento.
Speranza vana.
Perché, non appena si furono messe sedute al Bar conosciuto come " Black Moon", dopo aver ordinato la loro cioccolata con doppio strato di panna, qualcosa di oleoso colpì la nuca di Sara.
Qualcuno le aveva appena tirato addosso una patatina fritta.
La ragazza si guardò subito intorno per scovare l'artefice del fatto con le guance già bollenti per l'irritazione e, sgranò gli occhi improvvisamente.
Dietro il loro tavolino, a una decina di metri di distanza, c'erano loro : Daniele Granieri e Guido Mastronardi.
Se ne stavano con lo sguardo basso e osservavano ciò che avevano ordinato, ovvero una birra accompagnata da Hamburger e patatine. Sembrava che non le avessero notate o, semplicemente, facevano finta di niente.
Sara si alzò in piedi, pronta a dare battaglia proprio quando una voce maschile la bloccò.
- Scusami tanto. Non volevo prenderti.-
La ragazza si girò verso la voce e notò accanto al tavolino un ragazzo che la guardava con un espressione dispiaciuta e di scusa. Era molto alto, aveva dei cortissimi capelli castani e degli stupendi occhi verdi che la osservavano gentili.
- C...come?- Balbettò lei senza capire.
- Stavo mirando a un amico dietro di te ma ho preso male la distanza. - le rispose semplicemente lui indicando con il dito un ragazzo poco lontano da loro che alzò la mano come per ribadire ciò che aveva detto l'amico.
- Sei...stato tu?-
- Ehm...si- disse lui insicuro, non sapendo che reazione aspettarsi da quella ragazza che si era alzata dal posto come una furia.
A distanza di qualche metro, due ragazzi avevano alzato la testa e stavano osservando tranquillamente la scena. Erano sicuri che, entro poco, l'avrebbero vista scoppiare come una bomba e fare una delle sue solite scenate da isterica.  Tuttavia rimasero piacevolmente stupiti, soprattutto uno in particolare, quando sul volto della ragazza si dipinse un lieve e spontaneo sorriso.
- Non fa niente.- disse Sara gentilmente. 
- Sicura? - domandò il ragazzo smarrito - Perché sembrava che fossi pronta ad uccidermi-.
Lei rise sfacciatamente - Non rientri ancora nella mia lista nera, tranquillo.-
- Quell'ancora mi preoccupa un pò se devo essere sincero- annunciò lui con lieve ironia. - Comunque mi chiamo Ivan- continuò tendendole la mano che lei strinse prontamente.
-Io sono Sara e lei è Giorgia- annunciò indicando la sua amica che la osservava scettica con un sopracciglio alzato.
-Ivan! Dobbiamo andare!- esclamò il ragazzo che avrebbe dovuto essere la vittima della patatina.
- Oh certo.- rispose subito lui per poi rivolgersi alle due ragazze - Scusate ancora per la mia figuraccia.- disse afferrando di scatto la mano di Sara e posandovi sopra le labbra - A presto.-
- C...ciao- balbettò lei improvvisamente imbarazzata da tutta quella galanteria mentre lui si allontanava e si dirigeva verso l'uscita del Bar. 
Non appena non fu più possibile scorgere la sua figura, Giorgia diede un forte scappellotto sulla nuca di Sara.
- Ahia! Ma che ho fatto?- domandò lei massaggiandosi il collo.
- C'è che, da un momento all'altro sei passata da ragazza-facilmente-irascibile a ragazza-facilmente-sedotta! Devo dedurre che Lorenzo sarà cornificato?- esclamò lei fintamente oltraggiata facendo l'equivoco segno delle corna con le dita davanti alla sua faccia.
- Tu sei tutta matta!- esclamò Sara indignata - Ero Facilmente Irascibile perché pensavo che fosse stato quell'idiota di Granieri e, non mi sembrava il caso di prendermela con uno che non l'ha fatto apposta!-
Entrambe, come in un film al rallentatore, si voltarono verso i due compagni di scuola notando sorprese che le stavano osservando.
Guido fece un lieve sorriso che venne prontamente ricambiato da Giorgia.
Lo Squalo invece, stava fissando intensamente Sara. La ragazza rispose al suo sguardo mandando dei lampi di assoluta sfida mentre lui faceva nascere sulle proprie labbra un ghigno arrogante.
In quel momento Sara si rese conto che non l'aveva mai visto sorridere davvero. Le sue espressioni erano sempre contornati da finte risate e ghigni strafottenti che lo facevano assomigliare al perfetto fratello gemello di Draco Malfoy.
La ragazza sorrise lievemente a quel pensiero per poi distogliere immediatamente lo sguardo.
La voglia di cioccolata calda le era improvvisamente passata e, l'unica cosa che voleva fare era uscire da quel posto nel quale si sentiva stranamente soffocare.
In silenzio tirò fuori dal suo portafoglio i soldi per pagare le ordinazioni rimaste intatte, li lasciò sul tavolo e afferrò le varie buste appoggiate per terra per poi dirigersi verso l'uscita del Bar seguita da Giorgia.
Preferiva di gran lunga continuare con lo Shopping  sfrenato dell'amica piuttosto che rimanere a pochi metri di distanza da lui.

*

Guido Mastronardi aveva tantissime qualità: una spiccata gentilezza, una grande perspicacia e, l'innata capacità di sopportare il suo migliore amico Daniele. Solo lui era in grado di tollerare i suoi atteggiamenti scorbutici ed era l'unico ad avere il diritto di criticare eventuali sue azioni. Avevano due caratteri totalmente opposti ma, riuscivano comunque a volersi bene. Certo, non lo mostravano apertamente ( dopotutto loro sono uomini!) ma, lo si capiva dai loro piccoli gesti quotidiani; una semplice pacca sulle spalle, un passaggio in macchina, una birra offerta.
Tuttavia, c'era una sola cosa che Guido detestava di Daniele: il modo in cui trattava la fauna femminile che lo osannava praticamente come un Dio.
Per questo guardò stranito l'amico quando le due ragazze se ne furono andate.
Daniele aveva osservato Sara Sparvieri con uno sguardo che lui conosceva molto bene. Era lo sguardo di un abile cacciatore che divora pazientemente la propria vittima e, mai come in quel momento, Guido pensò che l'appellativo di Squalo gli calzasse a pennello.
- Smettila subito con quello sguardo- esclamò leggermente irritato distogliendo l'amico dai suoi pensieri.
- Quale sguardo?- domandò il biondo accanto a lui sinceramente sorpreso.
- Quello che fai quando vuoi qualcosa che non puoi avere...-annunciò serio Guido.
-Ma ti sei fuso il cervello?- esclamò Daniele bevendo un sorso di birra dal bicchiere tra le mani.
- No, affatto. Non provare a toccarla Daniele- rispose Guido calmo ma con un velo di minaccia nel tono della voce. Non voleva assolutamente che Sara, così orgogliosa e combattiva, avesse lo stesso trattamento delle sue conquiste. - Non la meriti-
Daniele lo guardò letteralmente sorpreso e rimase in silenzio per alcuni istanti poi, ridendo quasi perfidamente, disse - Non ho alcuna intenzione di avvicinarmi a lei, quindi puoi stare tranquillo: non toccherò la migliore amica della tua innamorata-
Guido tossì violentemente dopo essersi quasi strozzato bevendo la birra.
Maledetto! Riesce sempre a rivoltare le situazioni a suo favore.
Intelligentemente decise di rimanere zitto altrimenti il suo amico lo avrebbe preso in giro con battute volgari e indecenti che non desiderava affatto sentire.
Così guardò fuori dall'ampia finestra del Bar rischiando di strozzarsi nuovamente. Dalle risate.
Giorgia Blasoni  correva  trafelata da un negozio all'altro tenendo in precario equilibrio la tre braccia decine e decine di buste e portandosi dietro una recalcitrante Sara che sbuffava di continuo.
La maniaca dello Shopping aveva i capelli ricci tutti in disordine, le guance leggermente rosse e le carnose labbra contornate da un sorriso di pura estasi. Proprio in quel momento le caddero per terra alcuni pacchi che lei sbuffando raccolse fermandosi all'improvviso; con il risultato che la povera Sara le andò addosso e rischiarono di cadere una sopra all'altra.
Guido tremò leggermente quindo il sedere della riccia, fasciato da un semplice paio di pantaloni, entrò nel suo campo visivo mentre lei era impegnata a raccogliere le cose cadute per terra.
- Oddio, riprenditi. Stai sbavando nel bicchiere.- annunciò Daniele divertito ricevendo in risposta un ringhio infuriato.
- Comunque...-continuò il biondo diventando serio tutto d'un tratto - Stasera vengo a dormire da te-
- Ancora la stessa storia?- domandò Guido cercando di non mostrarsi dispiaciuto.
Daniele odiava la compassione.
- Ormai se ne fotte di tutto.- rispose lui annuendo gravemente.
C'era un motivo per il quale Daniele Granieri aveva un atteggiamento così sempre scorbutico.
Un motivo per il quale rivolgeva la sua ira verso tutti.
Un motivo che lo ha portato a diventare ciò che è adesso...


*



Quando quella sera, Sara Sparvieri, tornò dopo un esilarante viaggio in motorino a casa; pensava che sua madre avesse ormai dimenticato la piccola sciocchezza della punizione ricevuta quella mattina.
Tuttavia aveva fatto male i suoi conti perché se c'era una cosa che non avrebbe mai dovuto fare era: non sottovalutare mai la doppia personalità della madre e il suo lato vendicativo.
Infatti, quando entrò nella sua stanza trovò centinaia e centinaia di bottigliette stranamente vuote sparse tra le quattro mura e, sopra una di esse, trovò un minuscolo post-it che lesse sbigottita.


"Tesoro della mamma!

Le bottigliette servono non per essere gettate addosso alle persone ma,
 per motivi ben più importanti.

Quindi, vorrei proprio che ora tu andassi in bagno e,
 riempissi tutte le 467 bottigliette con quel bene prezioso che è l'acqua.

Ovviamente il mio è un ordine.
Buon divertimento."










***




  
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