Se
potessi odiarti
Quello che sento ardermi
dentro è un sentimento che non ho mai provato prima, e forse troppo
ingenuamente, credevo non avrei mai provato.
È uno dei sentimenti più
strani e subdoli che possano esistere,
che ti attanaglia le viscere e ogni singolo organo del tuo corpo, che ti si
aggrappa al cervello e ancor più al cuore e ti fa desiderare anche cose
orribili, cose che mai avresti anche solo lontanamente pensato.
Salgo sul ponte
calpestando l’erba appena bagnata dalla leggere pioggia di questa mattina, faccio
pochi grossi passi e in pochi attimi sono da te. Stringo con la più apparente
calma la sigaretta fra i denti e ti porgo il tuo piatto.
- Tieni Rufy, dovresti
mangiare qualcosa – mai avrei pensato che un giorno sarei stato costretto a
insistere per farti mangiare. Tu scuoti il capo e abbassi ancora di più il
cappello sui tuoi occhi scuri, ora così dannatamente tristi, troppo tristi per
uno come te.
Appoggio il vassoio
sull’erba sulla quale te ne stai seduto da ore, e mi abbandono con le spalle
contro la balaustra, lasciando che siano solo i miei gomiti a sorreggermi.
- Vedrai che si
riprenderà... Zoro è forte, lo sai – sospiro cercando di schiacciare questa
dannata sensazione che mi ribolle dentro.
- Sanji – sussurri appena obbligandomi
a guardare la paglia del tuo inseparabile cappello
- Dimmi Rufy – quanto mi
costano queste poche parole, perché già so cosa stai per dire. Non vorrei
sentirlo. Vorrei solo restare con Nami e gli altri fuori da quella stanza e
pregare fidandomi delle parole di Chopper, e invece sono qui a sentire il mio
fegato che secondo dopo secondo è incenerito da questa assurda sensazione.
- Stavolta Zoro ha
rischiato... ha rischiato troppo – un velo di incertezza comincia a coprire le
tue parole, più che incertezza, dolore. Abbasso lo sguardo e cerco di respirare
quanto più posso da questa sigaretta, sperando che riesca a bruciare questa
rabbia.
- E’ tutto solo... è tutto
solo per colpa mia - sono costretto a buttar via il filtro consumato mentre i
singhiozzi prendono a susseguirsi, e posso vedere le lacrime luccicare sulle
tue guance arrossate.
Colpa tua...
odio sentirtelo dire, e ancor più odio doverlo pensare. Colpa tua...
Stavolta rassicurarti e
tirati su di morale mi costa troppo ed è più dura di quando immaginassi. Vorrei
solo afferrarti per il gilet e prenderti a schiaffi urlandoti che sì, è vero, è
colpa tua. È colpa tua e della tua maledettissima irruenza e sconsideratezza se
ora Zoro sta combattendo fra la vita e la morte, vorrei dirti che ti odio per
questo e che odio che lui si sacrifichi così facilmente ogni volta, ogni dannatissima volta che sei in pericolo. Vorrei ricordarti con la
forza che lui è un uomo come gli altri, che per quanto forte non è una specie
di bizzarria come te, che lui non è di gomma. Vorrei darti uno schiaffo e poi
altri cento finché non avrò scacciato dal mio cuore questo assurdo sentimento.
Ma non posso...
Non posso perché lui non
me lo perdonerebbe mai.
- Ascoltami Rufy... – il
vento prende a soffiare debolmente quasi volesse facilitare alle mie parole di
venir fuori, sorreggendole con il suo alito.
- Lui è fatto così, e lo
sai quanto è cocciuto... se ha deciso di farlo è perché...- mi costringo a
continuare nonostante i miei denti che si stanno digrignando involontariamente
- E’ perché ti vuole
bene.. Un bene enorme... e tu sei la persona alla quale vuole più bene in
assoluto – no, non guardarmi ora, nascondi quegli occhi pieni di lacrime e non
costringermi a non odiarti... non sorridermi in quel modo così dolce perché
stai continuando a torturarmi e neanche te ne accorgi
- Anche io gli voglio
molto bene – con un dito ti asciughi una lacrima e sento il mio cuore farsi
piccolo piccolo e quasi ho voglia io di piangere, ma
non posso e non devo.
- Sì, lo so – sospiro e
non riesco a non sorridere alla dannatissima innocenza della tua espressione
così infantile e troppo, ora troppo gentile
- Dai mangia adesso – ti
abbasso il cappello sugli occhi e ti sento ridacchiare. È difficile, così
difficile...
Sei il mio capitano, la
persona che forse più di tutte crede in me, che mi ha dato una possibilità di poter
realizzare il mio sogno e io... io in questo momento vorrei solo poter riuscire
ad odiarti, ma non ce la faccio...
Mi avvio lentamente verso
la cucina schiacciando ancora una volta i fili verdi ed umidi dell’erba. Una
sigaretta... sì, è quello che ci vuole adesso.
L’accendo mentre sento il
rumore del cibo che voracemente stai mangiando.
- Sanji – mi chiami ma non
mi volto. Sento la forchetta tintinnare sulla ceramica del piatto
- L’avrebbe fatto anche
per te – non riesco a non sorridere mentre una nuvoletta grigiastra di fumo si
perde nel vento.
Perché sei così Rufy?
Perché è così difficile odiarti?
Vorrei credere alle tue
ingenue parole, ma non ci riesco perché so che non sono vere. Tu ci credi, sì,
tu ci credi davvero ma io... beh io ho imparato con il tempo che non tutto
quello in cui si crede alla fine è vero.
- Cerca di non
strafogarti, capitano – ghigno prima di andare via. Ti sento ridere e
riprendere a mangiare.
Lentamente la sensazione
che attanagliava il mio cuore svanisce, lasciando il posto a qualcos’altro,
quasi più dolce, tristemente dolce.
Una sensazione che mi
ricorda un tè caldo. Un caldo tè che si versa nel mio corpo e piano piano scoglie tutto. Non ci sono più pensieri d’odio, ma
solo una calda sensazione di triste tepore che mi sussurra di non pensarci
troppo, perché niente cambierebbe. Sarà quella che chiamano autocommiserazione...
Mi fermo un attimo prima
di rientrare in cucina lanciando uno sguardo alla tua sagoma che mangia con una
luce diversa negli occhi. Forse sono stato io a tirarti su...
“L’avrebbe fatto anche per te” sorrido ancora una volta al pensiero
delle tue parole..
L’avrebbe fatto davvero?
L’avresti fatto davvero stupido
marimo?
Chissà forse per una
volta, potrei crederlo anch’io.
The End
Mah,
non chiedetemi da dove sia uscita sta storia, avevo solo voglia di scriverla ^^ Spero non sia stata troppo contorta e che vi sia
piaciuta >.<
Un grazie a tutti coloro che l’hanno letta ^-*
Kiss kiss Chiara