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Autore: kiara_star    13/06/2009    5 recensioni
“Sei il mio capitano, la persona che forse più di tutte crede in me, che mi ha dato una possibilità di poter realizzare il mio sogno e io... io in questo momento vorrei solo poter riuscire ad odiarti...” (breve fic su quanto può essere difficile anche solo odiare qualcuno.. nonostante i protagonisti siano il capitano e il cuoco, è una ZOROxSANJI)
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Monkey D. Rufy, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Se potessi odiarti

 

Quello che sento ardermi dentro è un sentimento che non ho mai provato prima, e forse troppo ingenuamente, credevo non avrei mai provato.

È uno dei sentimenti più strani e  subdoli che possano esistere, che ti attanaglia le viscere e ogni singolo organo del tuo corpo, che ti si aggrappa al cervello e ancor più al cuore e ti fa desiderare anche cose orribili, cose che mai avresti anche solo lontanamente pensato.

Salgo sul ponte calpestando l’erba appena bagnata dalla leggere pioggia di questa mattina, faccio pochi grossi passi e in pochi attimi sono da te. Stringo con la più apparente calma la sigaretta fra i denti e ti porgo il tuo piatto.

- Tieni Rufy, dovresti mangiare qualcosa – mai avrei pensato che un giorno sarei stato costretto a insistere per farti mangiare. Tu scuoti il capo e abbassi ancora di più il cappello sui tuoi occhi scuri, ora così dannatamente tristi, troppo tristi per uno come te.

Appoggio il vassoio sull’erba sulla quale te ne stai seduto da ore, e mi abbandono con le spalle contro la balaustra, lasciando che siano solo i miei gomiti a sorreggermi.

- Vedrai che si riprenderà... Zoro è forte, lo sai – sospiro cercando di schiacciare questa dannata sensazione che mi ribolle dentro.

- Sanji – sussurri appena obbligandomi a guardare la paglia del tuo inseparabile cappello

- Dimmi Rufy – quanto mi costano queste poche parole, perché già so cosa stai per dire. Non vorrei sentirlo. Vorrei solo restare con Nami e gli altri fuori da quella stanza e pregare fidandomi delle parole di Chopper, e invece sono qui a sentire il mio fegato che secondo dopo secondo è incenerito da questa assurda sensazione.

- Stavolta Zoro ha rischiato... ha rischiato troppo – un velo di incertezza comincia a coprire le tue parole, più che incertezza, dolore. Abbasso lo sguardo e cerco di respirare quanto più posso da questa sigaretta, sperando che riesca a bruciare questa rabbia.

- E’ tutto solo... è tutto solo per colpa mia - sono costretto a buttar via il filtro consumato mentre i singhiozzi prendono a susseguirsi, e posso vedere le lacrime luccicare sulle tue guance arrossate.

Colpa tua... odio sentirtelo dire, e ancor più odio doverlo pensare. Colpa tua...

Stavolta rassicurarti e tirati su di morale mi costa troppo ed è più dura di quando immaginassi. Vorrei solo afferrarti per il gilet e prenderti a schiaffi urlandoti che sì, è vero, è colpa tua. È colpa tua e della tua maledettissima irruenza e sconsideratezza se ora Zoro sta combattendo fra la vita e la morte, vorrei dirti che ti odio per questo e che odio che lui si sacrifichi così facilmente ogni volta, ogni dannatissima volta  che sei in pericolo. Vorrei ricordarti con la forza che lui è un uomo come gli altri, che per quanto forte non è una specie di bizzarria come te, che lui non è di gomma. Vorrei darti uno schiaffo e poi altri cento finché non avrò scacciato dal mio cuore questo assurdo sentimento. Ma non posso...

Non posso perché lui non me lo perdonerebbe mai.

- Ascoltami Rufy... – il vento prende a soffiare debolmente quasi volesse facilitare alle mie parole di venir fuori, sorreggendole con il suo alito.

- Lui è fatto così, e lo sai quanto è cocciuto... se ha deciso di farlo è perché...- mi costringo a continuare nonostante i miei denti che si stanno digrignando involontariamente

- E’ perché ti vuole bene.. Un bene enorme... e tu sei la persona alla quale vuole più bene in assoluto – no, non guardarmi ora, nascondi quegli occhi pieni di lacrime e non costringermi a non odiarti... non sorridermi in quel modo così dolce perché stai continuando a torturarmi e neanche te ne accorgi

- Anche io gli voglio molto bene – con un dito ti asciughi una lacrima e sento il mio cuore farsi piccolo piccolo e quasi ho voglia io di piangere, ma non posso e non devo.

- Sì, lo so – sospiro e non riesco a non sorridere alla dannatissima innocenza della tua espressione così infantile e troppo, ora troppo gentile

- Dai mangia adesso – ti abbasso il cappello sugli occhi e ti sento ridacchiare. È difficile, così difficile...

Sei il mio capitano, la persona che forse più di tutte crede in me, che mi ha dato una possibilità di poter realizzare il mio sogno e io... io in questo momento vorrei solo poter riuscire ad odiarti, ma non ce la faccio...

Mi avvio lentamente verso la cucina schiacciando ancora una volta i fili verdi ed umidi dell’erba. Una sigaretta... sì, è quello che ci vuole adesso.

L’accendo mentre sento il rumore del cibo che voracemente stai mangiando.

- Sanji – mi chiami ma non mi volto. Sento la forchetta tintinnare sulla ceramica del piatto

- L’avrebbe fatto anche per te – non riesco a non sorridere mentre una nuvoletta grigiastra di fumo si perde nel vento.

Perché sei così Rufy? Perché è così difficile odiarti?

Vorrei credere alle tue ingenue parole, ma non ci riesco perché so che non sono vere. Tu ci credi, sì, tu ci credi davvero ma io... beh io ho imparato con il tempo che non tutto quello in cui si crede alla fine è vero.

- Cerca di non strafogarti, capitano – ghigno prima di andare via. Ti sento ridere e riprendere a mangiare.

Lentamente la sensazione che attanagliava il mio cuore svanisce, lasciando il posto a qualcos’altro, quasi più dolce, tristemente dolce.

Una sensazione che mi ricorda un tè caldo. Un caldo tè che si versa nel mio corpo e piano piano scoglie tutto. Non ci sono più pensieri d’odio, ma solo una calda sensazione di triste tepore che mi sussurra di non pensarci troppo, perché niente cambierebbe. Sarà quella che chiamano autocommiserazione... 

Mi fermo un attimo prima di rientrare in cucina lanciando uno sguardo alla tua sagoma che mangia con una luce diversa negli occhi. Forse sono stato io a tirarti su...

 

L’avrebbe fatto anche per te” sorrido ancora una volta al pensiero delle tue parole..

L’avrebbe fatto davvero? L’avresti fatto davvero stupido marimo?

Chissà forse per una volta, potrei crederlo anch’io.

 

 

 

 

The End

 

 

Mah, non chiedetemi da dove sia uscita sta storia, avevo solo voglia di scriverla ^^ Spero non sia stata troppo contorta e che vi sia piaciuta >.<
Un grazie a tutti coloro che l’hanno letta ^-*
Kiss kiss Chiara

 

  
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