Capitolo 17
Non
morire!
L'ispettore
Nakamori era
seduto alla sua scrivania. C'era una grande afa, era luglio inoltrato
e le temperature si aggiravano intorno ai trentacinque gradi. L'aria
condizionata faceva gli straordinari insieme al corpo di polizia e la
sera c'era una forte umidità. Ad agosto avrebbe preso le ferie e non
vedeva l'ora che terminassero quelle due settimane per riposarsi,
sperando che anche Kid si prendesse una pausa.
<< Ispettore
Nakamori >>, disse l'assistente capo Nakajima.
<< C'è
una donna per lei >>.
Una donna?
L'uomo sperò che non
fosse la sua ex moglie. << La faccia passare
>>.
Il sottoposto annuì e
ritornò insieme a una donna sui trent'anni. I lunghi capelli mori
incorniciavano un viso color latte, sottili labbra rosa e occhi
grigi. Il vestito corallo, le ballerine bianche e una piccola borsa
a tracolla. Le offrirono una sedia e lei la prese volentieri.
<< Mi chiamo Melissa
Maruyama >>.
<< Ispettore Ginzo
Nakamori. Ha un nome molto particolare >>
<< Mia mamma è
italiana e mio padre è giapponese. Infatti non ho i tratti tipici
orientali >>, spiegò lei.
<< È vero. In cosa
posso esserle utile? >>.
<< Mio padre Honzo è
il proprietario della catena di pasticcerie Maruyama >>.
Nakamori la interruppe. <<
Io adoro i vostri negozi! >>.
<< Stamane la mia
gemella Asami è andata a prendere la posta e ha trovato questo
biglietto >>. Gli porse una busta.
L'ispettore lo lesse.
Avrò
il piacere di
rubare i Bracciali Gemelli sabato alle ventuno.
Ladro Kid
<<
Mascalzone! >>,
inveì Nakamori. << Mi parli di questi bracciali
>>.
<< Quando i miei
genitori scoprirono di aspettare me e mia sorella, papà fece
realizzare da un gioielliere molto rinomato due magnifici bracciali
identici, in oro bianco, zaffiri e diamanti. La particolarità sono
le due ametiste installate in mezzo. I bracciali sono stati usati
solo in due occasioni ovvero al compimento della maggiore età e ai
nostri matrimoni >>.
<< Esporrete i
gioielli? >>.
<< Esatto. Mio papà
vuole mostrarli al pubblico in occasione dell'inaugurazione del
nostro cinquantesimo negozio. Abbiamo acquistato l'intero piano del
centro commerciale Tokyo Midtown e tutti gli esercizi resteranno
aperti per festeggiare l'evento >>.
L'ispettore si rese conto
che era un'occasione perfetta per il ladro, ci sarebbero state
tantissime persone. Voleva dire tante facce a disposizione, folle in
cui mischiarsi e caos da sfruttare.
Congiunse le mani sulla
scrivania, riflettendo. << Come ha intenzione suo padre
di
mettere in mostra i bracciali? >>.
Melissa tirò fuori alcuni
fogli e una foto dei bracciali. << Verranno esposti
insieme in
un'unica vetrina >>. La seconda foto era quella della
teca e la
terza del piano del centro commerciale
Nakamori ebbe un'idea:
avrebbe reso il punto forte di Ladro Kid la sua maggiore difficoltà.
<< Se per lei va
bene avrei un'idea >>.
Kaito
era in un bar in
compagnia di Aoko, bevevano una bibita fresca. Scorreva gli articoli
sul tablet, gongolando per le lodi dei suoi fans.
<< Leggi ancora le
notizie su quel ladro? >>.
Il ragazzo si accorse che
preferiva la punta di rabbia allo sguardo di tristezza quando si
trattava del suo alter ego. Settimana dopo settimana Aoko era passata
dall'infelicità, all'irritazione e infine stava rinascendo la
rabbia.
<< Quel montato si
crede di avere chissà quale fascino >>. Prese un sorso
dalla
cannuccia.
Il guaio che è vero.
<< Io sono più
affascinante >>, disse Kaito, ridendo.
<< Avete molte cose
in comune. Tipo essere due arroganti >>, lo prese in
giro. Si
ricordò di una cosa e tirò fuori lo smartphone. Lo mise sotto il
naso dell'amico. << Guarda qui! >>.
Kaito prese il cellulare e
lesse un SMS. << Allora? >>.
<< Papà sarà
presente all'inaugurazione della nuova pasticceria Maruyama. Un
intero piano di prelibatezze! >>.
<< Dove vuoi
arrivare? >>.
<< Si è procurato
gli inviti per entrambi >>.
Kaito si scambiò
un'occhiata veloce con Jii. << Ci verrò con piacere
>>.
<< Non vedo l'ora di
mangiare tutte quelle delizie >>, sognò Aoko, rigirando
la
cannuccia nel bicchiere. << Devi metterti lo smoking
>>.
<< Un abito elegante
per l'inaugurazione di una pasticceria? >>, il ragazzo
divenne
perplesso.
Anche Aoko fu colta dalla
stessa perplessità. << Ora che ci penso... Mio padre ha
detto
che c'è una motivazione ma non ho capito bene perché >>.
<< Magari potreste
chiederlo all'ispettore >>, suggerì Jii.
<< Ottima idea >>,
lo incalzò Kaito. << Cosa cucini per cena?
>>.
Aoko
servì i due piatti a
tavola e poi portò il terzo per lei. Presero le bacchette e
iniziarono a mangiare.
<< Papà, come mai
bisogna vestirsi eleganti per l'inaugurazione? >>.
<< Perché
l'abbigliamento dovrà abbinarsi alla mia idea >>.
<< In che senso? >>,
ripeté Kaito. Quale
diavoleria si è
inventato stavolta?
<< Ladro Kid sfrutta
sempre il fattore folla e stavolta ho fatto in modo che non potrà
farlo! >>, iniziò a ridere soddisfatto.
<< Cioè? >>.
Aoko considerava il padre molto fantasioso perché riusciva sempre a
trovare qualcosa di nuovo per cercare di mettere le manette al ladro.
<< Non posso
dirtelo! Top secret! >>. Continuò a mangiare.
Kaito digrignò i denti e
fissò il suo piatto, per niente contento. L'ispettore stava
diventando più furbo, almeno sapeva che c'era qualcosa e non gli
restava che scoprire cosa fosse.
In quei giorni si era
concentrato anche su un'altra ricerca, ovvero sulla morte del Toichi.
Quel ricordo era scalfito nella sua mente e cercava di non tirarlo
fuori. Di quel giorno ricordava la mano di suo padre che li
accarezzava la testa e gli aveva promesso di portarlo sul retroscena
una volta finito. Del bacio che aveva dato a sua madre e l'ultimo
sorriso prima di salire sulle montagne russe. Poi tutto era
appannato, ricordava solo lo sfrecciare del veicolo sulle rotaie, il
sicuro volto del genitore sostituito da una maschera di orrore quando
si era reso conto che qualcuno aveva sostituito le manette e non
riusciva a levarsele.
Dopo l'esplosione
ricordava le urla di sua madre, i pompieri, l'ambulanza e la barella
coperta da un telo bianco. Kaito sapeva che c'era un filmato
dell'accaduto custodito da qualche parte e sapeva anche dove
trovarlo. Doveva solo chiedersi se era pronto per visionarlo e
soffrire per quelle immagini. Aveva chiesto al vecchio aiutante se
sapeva come qualcuno avrebbe potuto scoprire l'identità di Ladro
Kid.
Jii non ricordava nessun
particolare e dopo la sua morte aveva aperto il bar per rimettere
insieme la sua vita. Kaito non voleva chiedere alla mamma, era un
ricordo troppo doloroso per lei e si sentiva abbastanza grande per
imparare a gestire la cosa da solo.
Kaito
e Jii indossavano un
paio di pantaloni grigi e magliette nere, un berretto ben calato sul
viso per celare l'identità. Si erano uniti ai dipendenti per lo
scarico dei camion per sistemare l'allestimento del negozio.
Il pavimento del
trentasettesimo piano era stato coperto da mattonelle bianche lucide,
le pareti grigio chiaro. L'arredamento era bianco, sedie adornate da
morbidi cuscini grigi e vasi di cristallo contenenti fiori dalle
corolle variopinte.
Il centro del piano era
predestinato all'esposizione delle gemme. Scaricarono la vetrina e la
misero temporaneamente contro una parete. Kaito la studiò ed era una
teca semplice, con una serratura a un cilindro e facile da aprire.
Doveva esserci qualcosa di speciale per far ridere di gusto
l'ispettore.
<< Ehi tu ragazzo!
>>. Un uomo forzuto sulla cinquantina richiamò
l'attenzione.
<< Ci sono due casse in fondo al camion da scendere
>>.
Saltò sul mezzo e arrivò
al fondo, guardò dietro di sé per accertarsi che non ci fosse
nessuno. Aprì i coperchi di entrambe e capì subito l'idea
dell'ispettore.
Geniale Nakamori... Ma
non abbastanza.
Saguru
Hakuba era intento
a leggere i file mandati dalla polizia. Avrebbe fatto parte della
squadra di cattura del ladro, nessuno poteva dire di no al figlio del
questore. L'ultima volta gli era stato impedito per uno stupido
cavillo scolastico e doveva ottenere un campione di DNA. Il suo scopo
era procurarsi qualche capello, in meno di sette giorni avrebbe avuto
l'esito e messo le manette a Kaito Kuroba.
Tra i file c'erano alcuni
allegati video sul furto del Sole Bruno compiuto insieme a Red Fox.
Usando alcuni programmi video, Saguru aumentò lo zoom dell'immagine
su un particolare che l'aveva colpito. Il frame era sgranato e con un
altro programma lo sistemò per renderlo di qualità migliore. Stampò
l'immagine e poi si collegò al sito della scuola, cercando la foto
che gli interessava e stampò anche quella. Poi le attaccò a una
lavagna e le confrontò.
<< Lo stesso livido
fatto da Aoko Nakamori >>.
Kaito
rigirava la
videocassetta tra le mani, l'aveva trovata nella stanza segreta.
Chikage l'aveva riposta, chiuso la porta ed era partito il timer con
scadenza al compimento dei sedici anni del figlio.
Un vecchio
videoregistratore era piazzato sotto la TV, reperito dal garage.
Quella battaglia era solo sua e doveva trovare il coraggio di
affrontarla. Infilò la cassetta nell'apparecchio e accese la vecchia
televisione. Prese un profondo respiro e premette play sul
telecomando.
La qualità non era delle
migliori e il tempo aveva leso il nastro della cassetta.
<< Papà... >>,
mormorò, quando lo vide camminare sullo schermo, parlare e ridere,
sembrava fosse ancora vivo. Il vecchio Jii con qualche anno di meno e
sua madre, nemmeno trentenne, che lo teneva in braccio.
Poi le inquadrature si
spostarono sugli spalti e si concentrò sulla folla, cercando di
capirci qualcosa. La telecamera inquadrò Toichi spiegare cosa
avrebbe fatto e Jii gli serrò le manette. Il commentatore elencava
le mosse del mago e iniziò ad agitarsi quando vide giungere il
veicolo sempre più vicino al punto di pericolo. A Kaito sembrò di
udire i sussurri spaventati di Chikage in sottofondo.
Quando arrivò
l'esplosione aveva il respiro a mille e sudava freddo. Si costrinse a
guardare per individuare un dettaglio, qualsiasi cosa gli tornasse
utile. La folla si era stretta intorno al luogo dell'incidente finché
non furono evacuati dai pompieri. Lo schermo divenne nero e la
cassetta iniziò a riavvolgersi.
Kaito si ritrovò nel
silenzio. Avrebbero potuto ucciderlo con un proiettile, del veleno o
un finto incidente d'auto. Invece era morto in pubblico, davanti ai
suoi familiari e Kaito arrivò alla conclusione che chiunque fosse
stato voleva vederlo morire, godersi la scena.
Lui era lì.
La
sera dell'inaugurazione
Kaito si aggiustò il papillon blu e sistemò la camicia. Li avrebbe
prelevati una macchina della polizia guidata da un'agente.
Bussò alla porta dei
Nakamori, aspettava Aoko. Guardò l'orologio e l'aspettava da dieci
minuti.
<< Aoko! >>,
bussò ancora. << Scendi! >>.
La porta si aprì e la
ragazza apparve sulla soglia. << Quanto sei rompiscatole!
>>.
Scese il gradino con i
tacchi argentati. Il vestito blu le metteva in evidenza la vita fine,
era senza spalline e un punto luce illuminava il vestito. Aveva
deciso di raccogliersi i capelli e non l'aveva mai fatto prima, ecco
il motivo del ritardo. Qualche ciocca ribelle sfuggiva ai lati e
rendeva l'insieme ancora più grazioso. Una donna in divisa li fece
salire e li portò fino al centro commerciale.
Il Tokyo Midtown era uno
dei grattacieli più alti della città. Comprendeva anche un albergo,
diversi negozi, ristoranti e una SPA molto costosa. Per arrivare al
trentasettesimo piano l'ascensore con vista ci mise tre minuti, un
secondo ascensore portava a tutti i piani e ce ne era un terzo
d'emergenza. Ci sarebbero voluti altri tre minuti per giungere sul
tetto.
Arrivati al piano una
maschera gli porse un sacchettino di stoffa grigio, raccomandando di
mettere il contenuto.
Aoko rovesciò l'oggetto
nella mano destra. << Un bracciale? >>.
Anche in quello di Kaito
ce ne era uno. L'ispettore aveva ordinato di creare copie perfette
dei due bracciali, non dubitava della capacità del ladro di
individuare gli originali ma la difficoltà stava nel trovarla in
mezzo alla folla. Erano le ventuno e in due ore avrebbe dovuto
trovare i due bracciali.
I
ragazzi trovarono l'ispettore in compagnia delle gemelle Maruyama.
Erano omozigote e due perfette gocce d'acqua. Lo stile era molto
diverso perché Melissa indossava un ricercato vestito nero scollato
ed elegante mentre Asami portava un tailleur più serio, blu scuro. I
loro genitori gli stavano affianco, la signora Maruyama aveva gli
stessi occhi grigi delle figlie.
Si chiese cosa sarebbe
successo se qualcuno avesse lasciato il centro commerciale prima del
dovuto e quindi portare via un eventuale gioiello originale. Kaito
era convinto che non li avrebbe mai lasciati a caso e quindi due
figure di cui fidarsi portavano i bracciali gemelli.
Con suo fastidio Saguru si
unì a loro, anche lui aveva una copia del gioiello.
<< Ragazzi che
piacere >>.
<< Saguru! Hai già
assaggiato qualche dolce? >>, domandò Aoko.
<< Fanno un'ottima
cheesecake >>.
<< La proverò.
Porti anche tu il bracciale, pesano un po' non trovi? >>,
Aoko
soppesò il suo.
<< Sono fastidiosi.
E poi sono bracciali da donna! >>, contestò Kaito.
<< Tra due ore
potrai toglierli >>, disse Saguru, mostrando il suo.
<<
Dubito che Ladro Kid troverà i veri in mezzo a tutte queste persone
>>.
Non sottovalutarmi,
pensò il ladro.
Saguru fece segno ad Aoko
di seguirlo. << Mangiamo una fetta di cheesecake. Non ti
dispiace se ti rubo la damigella per un po' vero? >>.
Mi dispiace parecchio.
<< Divertitevi >>.
Gli dava enormemente
fastidio quella scena ma liberarsi di Aoko era quello che voleva. Due
bracciali significavano due possibilità che uno di loro potesse
essere Pandora, Kaito si avvicinò al banco e prese un dolce al
cioccolato con le fragole sopra.
La teca con quelli falsi
era stata esposta e Kaito immaginò il divertimento che Nakamori
stava provando. Calcolò cinquecento persone nel centro commerciale,
disposte su dieci piani. Le camere erano sigillate e un agente era
accanto ad ogni porta, per evitare che Kid le usasse come via di
fuga. Aveva tracciato un modo per fuggire e la complessità stava
solo nel trovare i due bracciali. Riconoscere un'ametista richiedeva
un pochino di tempo e sarebbe stato strano vederlo fissare i
bracciali altrui.
Le ametiste aveva un modo
particolare di brillare e sarebbe stato impossibile giocare con
l'impianto elettrico e riuscire a controllare ogni bracciale. Gustava
il dolce e sbirciava l'orologio al polso preciso al secondo,
attendendo l'ora di iniziare lo show.
Asami
frugò nella borsa
alla ricerca del cellulare che trillava e segnava un numero
sconosciuto.
<< Pronto? >>.
<< As.. mi >>.
La voce dall'altra parte
era disturbata e la ragazza fu costretta ad allontanarsi fino a
ritrovarsi in un magazzino sul retro.
<< Con chi parlo?
Pronto? >>.
La comunicazione si chiuse
e lei sbuffò, scocciata. Rimise il cellulare in tasca e si accorse
di avere un gran sonno. Si appoggiò al muro e si passò una mano
sulla fronte, poi sbadigliò. Strisciò dolcemente contro il muro e
si addormentò, la testa reclinata verso destra.
Kaito spuntò da dietro
delle casse di ingredienti, indossava la maschera antigas.
<<
Prenderò il tuo posto per un po'! >>.
Aoko
ordinò la seconda
fetta di cheesecake ai frutti di bosco e ingoiò l'ultimo pezzo.
<<
Questa sì che è una torta! >>.
Saguru rise e Aoko non lo
vedeva spesso.
<< In Inghilterra
adoravo i biscotti >>.
<< Qui ne hanno di
meravigliosi. I miei preferiti sono quelli con le gocce di
cioccolato! >>. La cameriera posò il piatto con la
cheesecake
e un bicchiere di latte freddo. Aoko ne tagliò un pezzo con la
forchetta.
<< Sei più felice
ultimamente >>.
Il boccone rimase
infilzato nella posata. << Mi sono lasciata alle spalle
brutti
pensieri. Tu invece sei sempre imperscrutabile, sembra che niente ti
turbi >>.
<< Essere il figlio
di un questore mi ha insegnato a ragionare con la logica e mia madre
è una donna molto calcolata >>.
<< Io invece sono un
disastro, sono un libro aperto >>. Era già a metà della
seconda fetta e aveva consumato buona parte del bicchiere di latte.
<< Io non riesco a
leggerti sempre bene e sono un detective >>, disse
Saguru,
fermando una cameriera e ordinando del tè.
<< Dici davvero? >>.
Aoko fu sorpresa dalla risposta del compagno di classe. La sua
insicurezza e goffaggine le pareva evidente a chiunque.
<< Sei molto più
criptica di quanto tu non creda >>.
<< Forse sto
cambiando >>.
<< O forse sei
sempre stata così >>, ribatté Saguru.
Aoko gli sorrise. <<
Magari hai ragione >>.
<<
Mancano dieci
minuti >>, avvertì Nakamori.
<< Fra nove minuti,
quarantasette secondi e dieci millesimi, Ladro Kid ruberà i
bracciali gemelli >>, precisò Saguru. Aoko era al suo
fianco,
stringeva il suo bracciale con la mano destra, aveva paura di
vederselo rubare.
Dov'è finito Kaito?
La famiglia Maruyama era
inconsapevole che fra di loro si nascondeva Ladro Kid. Aveva legato e
imbavagliato Asami dietro le casse per evitare che venisse vista.
<< Quattro minuti,
undici secondi e sette millesimi >>.
Kaito trovava il vizio
di contare i secondi davvero irritante.
<< Ispettore,
possiamo stare tranquilli? >>, domandò Honzo Maruyama.
<< Si fidi. Nessuno
toccherà le sue gemme >>.
Gli ospiti dell'evento si
erano radunati nel piano dell'inaugurazione per assistere allo
spettacolo di Kid, bisbigliando fra di loro.
Perfetto.
Nakamori era sempre un
passo dietro di lui. Aveva voluto sfruttare il fattore folla e
renderlo punto debole senza rendersi conto che in un attimo l'aveva
riportato dalla sua parte.
<< Le ventitré >>,
dichiarò Saguru, picchiettando sul suo orologio.
Un rumore ripetitivo
attirò l'attenzione dei presenti. La signora Maruyama si abbassò e
vide un oggetto che conosceva molto bene. << Questa è un
ametista! >>.
La finta Asami mostrò il
suo bracciale. << Guarda mamma, non ho più l'ametista!
>>.
<< Scotta! >>.
La signora la lasciò andare a causa del calore.
<< Ehi anche la mia!
>>, disse un altro ospite. << Il bracciale
scotta! >>.
<< Anche il mio! >>.
<< Me lo tolgo
subito! >>.
Gli ospiti iniziarono a
togliersi il bracciale e le gemme incandescenti venivano lanciate
lontane.
Ladro Kid fece un sorriso
insolente sotto la maschera e, con la sua mente capace di elaborare
in pochi secondi, cercò chi non si toglieva il bracciale.
<< Smettetela di
toglierlo! >>, disse Nakamori, frustrato.
La folla non lo ascoltava
e in breve il pavimento fu ricoperto di gemme finte e pezzi di
bracciali. Saguru si avvicinò a Nakamori e disse qualcosa al suo
orecchio, lui annuì e il detective si allontanò. Kaito lo vide
avvicinarsi ad Aoko e lei non si era tolta il bracciale e nemmeno
Saguru.
Ora poteva concludere lo
show.
Nakamori aveva ordinato di
non far lasciare il piano a nessuno e aveva bloccato tutti gli
ascensori, tranne quello d'emergenza che possedeva un impianto
elettrico a parte.
Kaito premette il tasto di
un telecomando che aveva nella tasca e il buio calò su tutto il
piano.
<< Riaccendente
quelle dannati luci! >>.
La folla urlò impaurita e
infine riaccesero le luci sfruttando l'impianto d'emergenza.
<<
Guardate! >>, urlò la folla.
Ladro Kid era in piedi, i
bracciali gemelli in entrambe le mani.
Saguru si guardò il polso
e non c'era più. Prese il polso di Aoko e non l'aveva più nemmeno
lei. Nel buio aveva corso e sfilato i bracciali con lo stesso
principio utilizzato per togliersi le manette. Era stato talmente
veloce che non avevano notato niente.
<< Prendetelo, cosa
aspettate! >>. Nakamori aveva il viso di mille colori.
<< Ispettore,
simpatico gioco quello di nascondere i due bracciali! >>,
li
mise in una tasca interna. << Ottimi dolci signori
Maruyama >>.
La famiglia era sconvolta.
<< Dov'è Asami?!
>>, la gemella la cercava freneticamente.
<< Bastardo, hai
preso il posto di mia figlia! >>, lo accusò il signor
Maruyama.
I poliziotti cercavano di
raggiungere il ladro però le cinquecento persone rendevano l'azione
difficoltosa.
<< Vi saluto mio
amato pubblico! >>. Dai lampadari sopra la teca uscì una
nuvola di fumo grazie a un congegno installato precedentemente e
quando la nube si dissolse lui non c'era più.
<< Non mi sono
accorta di niente! >>, disse Aoko, sentendosi in colpa.
<<
Non sapevo di avere l'originale! >>.
<< Togliete la
corrente all'ascensore d'emergenza! >>.
<< Ma signore... Se
lo facciamo tutto il piano resterà al buio. Ladro Kid ha messo fuori
uso l'impianto elettrico principale, siamo costretti a usare quello
d'emergenza! >>.
Così potrà utilizzare
l'ascensore d'emergenza e fuggire indisturbato. Ma stavolta ha fatto
un errore.
Saguru si lanciò
all'inseguimento del ladro e fu visto da Nakamori. Entrambi si
diressero agli ascensori uno e due, per giungere sul tetto.
Nel frattempo un uomo
vestito di nero si teneva a distanza dalla folla, dietro una colonna,
un auricolare nell'orecchio.
<< Capo, è andato
tutto come previsto. Inizio la seconda parte? >>. Una
voce
parlo speditamente. << Agli ordini >>.
Kid
era in piedi sulla
ringhiera. Stavolta il senso di delusione fu doppio perché nessuno
dei bracciali era Pandora. Sospirò e guardò la luna, amareggiato.
Il pomeriggio in cui aveva
sistemato le casse con i finti bracciali li aveva poi sostituiti.
Dentro le gemme di plastica c'erano dei piccoli congegni esplosivi
che avevano dato quella fastidiosa sensazione di calore, tanto da
doverli togliere. Non pensava che li avrebbe dati proprio ad Aoko e
Saguru ma aveva senso: Aoko era ingenua e Saguru troppo attento. Ecco
perché aveva chiesto di passare del tempo con lei.
Scese dalla ringhiera,
pronto a cambiarsi e ritornare al fianco di Aoko, avrebbe finto di
essersi perso nella folla. Dava le spalle alla porta e si accorse
appena un secondo prima dello sparo, si lanciò sulla sinistra e vide
Snake, la pistola che brillava alla luce della luna.
<< Dammi subito i
bracciali! >>.
<< Non ti annoi mai
ad usare sempre la stessa scenetta? >>. Si rimise in
piedi.
Non aveva nessuna
intenzione di darglieli e non poteva lanciargli le finte copie, non
ci sarebbe cascato.
<< Non ho tempo per
giocare Kid. Muoviti o ti farò un buco in fronte! >>
Kaito aveva la mano sulla
spara carte, pronto a togliergli la pistola e fuggire con l'aliante.
Saguru
era ancora in
ascensore e improvvisamente si bloccò.
<< Ma che succede?
>>, si disse in panico. Non amava gli spazi angusti e
rimanere
bloccato a duecento metri dal suolo non era piacevole.
Nakamori si trovava
nell'altro e raggiunse il tetto. Le porte scorrevoli si spalancarono
e corse a perdifiato i pochi scalini e trovò la porta aperta, le
manette che tintinnavano nella mano.
<<
Conto fino a tre
>>. Caricò un altro colpo. << Uno, due...
>>.
<< Tre! >>,
concluse Kid, sparando la carta contro Snake. Gli sfiorò la guancia
e un rivolo di sangue scese a macchiare il colletto della giacca. Il
malvivente sparò un colpo e Kaito riuscì ad evitarlo.
Stava per sparare un'altra
carta quando vide l'ispettore sulla soglia. Snake si allontanò di
tre passi e poi puntò l'arma contro di lui. Ladro Kid non fece in
tempo e due colpi crivellarono Nakamori, uno al petto, l'altro alla
spalla.
<< No! >>.
L'uomo si toccò le ferite
e cadde a terra, rantolando, in breve si formò una macchia di sangue
sul cemento. Snake lasciò la scena del crimine alla velocità della
luce.
Kaito corse
dall'ispettore, gli abiti candidi si tinsero di color rubino.
<< Non morire! Ti
prego non morire! >>.
L'ispettore vedeva
appannato, il battito cardiaco stava diminuendo. Kaito cominciò a
praticargli il massaggio cardiaco per tenere il cuore attivo e reperì
la ricetrasmittente. Finse una voce. << Ispettore a
terra!
Ispettore a terra! Due colpi d'arma da fuoco sul tetto!
>>.
<< Cosa? Arriviamo
subito! >>, lo rassicurò un poliziotto.
I guanti di Kaito erano
ormai rossi e il respiro sempre più debole. La pallottola alla
spalla non aveva leso nessun organo vitale e quella nel petto poteva
aver perforato un polmone.
<< K... Kid >>,
rantolò lui.
<< Non parli! Deve
risparmiare le forze >>.
Kaito appoggiò l'orecchio
al petto per valutare il battito e sembrava abbastanza regolare da
attendere l'ambulanza e il medico.
<< Aoko... >>,
mormorò l'uomo.
<< Sua figlia sta
bene! >>.
Kaito era sull'orlo delle
lacrime a quella scena, la sua calma e sicurezza erano andate via.
Pensò ad Aoko e al dolore enorme che avrebbe provato se lui fosse
morto, Kaito non si sarebbe dato pace tutta la vita.
Poi vide le ombre degli
agenti e di un paramedico sulle scale e lasciò l'ispettore nelle
loro mani. Corse per il tetto, saltò sulla ringhiera e attivò
l'aliante.
<<
Ispettore! >>, l'assistente capo Nakajima si chinò su di
lui.
Saguru arrivò e sbarrò
gli occhi a quella scena. Si sporcò le mani di sangue quando si
abbassò sull'ispettore.
<< Cos'è successo?
>>.
<<
Non lo so! >>, rispose Nakajima.
Il detective liceale pensò
ad Aoko, ancora non sapeva niente. L'ispettore era bianco, i vestiti
impregnati di sangue e gli occhi semichiusi.
<< La pallottola ha
toccato il polmone, va operato d'urgenza! >>, decretò il
paramedico. << Serve un elicottero sul tetto del Tokyo
Midtown
immediatamente! >>, ordinò in una ricetrasmittente.
Caricarono Nakamori sulla
barella e attesero l'elicottero. Saguru si alzò e anche i pantaloni
erano sporchi di sangue e cemento. Lo sguardo cadde su qualcosa in
mezzo alla pozza rossa e prese la lente d'ingrandimento, il suo cuore
mancò un battito
Prese una bustina dalla
tasca e delle piccole pinze. Insanguinati ma quelli erano capelli di
Ladro Kid, il colore non era dell'ispettore. Quando Kaito aveva
poggiato la testa sul petto, Nakamori aveva sfiorato la testa del
ladro senza nemmeno accorgersene e tolto qualche capello.
<< Pagherai
maledetto >>, disse con rabbia. << Pagherai
>>.
Kaito
aveva lasciato i
vestiti insanguinati su un albero e scrisse a Jii di venirli a
prendere. Rientrò nell'edificio e in fretta arrivò al piano del
furto.
Stava per correre da Aoko
ma poi lui si rese conto che, in teoria, non sapeva ancora niente di
quello che era successo. L'amica era seduta a un tavolino, ancora
affranta per essersi fatta rubare il bracciale. Kaito si stava
avvicinando quando Saguru, che si era tolto la giacca, prese Aoko per
mano e la fece alzare.
<< Perché sei
sporco di sangue? >>, gli domandò lei, preoccupata.
<< Aoko tuo padre...
gli hanno sparato e lo stanno portato all'ospedale per essere operato
d'urgenza >>.
La ragazza sentì il
ghiaccio nelle vene, nel cuore, nei polmoni e nel cervello. Non
riuscì a dire niente.
<< Che succede? >>,
chiese Kaito. Stava morendo dentro, avrebbe voluto essere sparato lui
al posto di quel pasticcione di Nakamori.
Saguru lo guardò, non
aveva mia visto tanto odio in due occhi.
<< Kaito... >>,
Aoko barcollò e si abbandonò contro di lui. << Papà...
>>.
Un
quarto d'ora dopo erano
in ospedale
<< Sono Aoko
Nakamori. Mio padre è operato d'urgenza! >>.
<< Secondo piano,
chirurgia. Ora è in sala operatoria >>.
I tre corsero al secondo
piano senza prendere l'ascensore. Molti colleghi erano in attesa nel
corridoio. Quando videro la figlia dell'ispettore uno sguardo di
comprensione la investì e Aoko si sedette con le gambe molli su una
sedia imbottita. I capelli erano sciolti, il trucco sbavato e non
riusciva a parlare.
Kaito le sedette affianco
e la ragazza si appoggiò a lui, stringendo un lembo della sua
camicia e non piangeva, non urlava, sembrava una bambola inerme.
Kaito la circondò con le braccia, tremando.
Perdonami Aoko,
perdonami. Ripeteva quelle tre parole all'infinito, come una
cantilena.
<< Lo odio >>.
<< Chi? >>.
Aoko strinse ancora più
forte la camicia. << Ladro Kid. Lo odio >>.
Quelle parole ebbero lo
stesso effetto di quanto Snake gli aveva sparato qualche mese prima.
Un dolore devastante lo inondò.
Le ore passavano e
sembravano infinite. La luce che indicava la sala occupata brillava
dello stesso rosso del sangue dell'ispettore. Ogni tanto qualcuno
andava a prendere un caffè, dell'acqua e chiedevano ad Aoko se
volesse qualcosa e lei faceva parlare un cenno del capo. Anche Saguru
attendeva insieme a loro, era andato a ripulirsi dal sangue dalle
mani e alzato le maniche della camicia sporche, per non turbare
l'amica.
Dopo quattro ore il
chirurgo uscì dalla sala operatoria togliendosi la mascherina.
Aoko corse verso di lui,
ritrovando le forze necessarie per dare ordini ai muscoli.
<< Dottore, come sta
mio padre? >>.
<< È fuori pericolo
>>, rispose, un sorriso stanco. << La
pallottola alla
spalla non ha creato danni ai muscoli. Quella nel petto,
fortunatamente, si è fermata prima che potesse perforare il polmone
destro. Una settimana in ospedale, un po' di riposo dal lavoro e sarà
come nuovo >>.
Gli agenti esultarono di
gioia.
<< Grazie dottore!
>>, Aoko l'abbracciò. << Posso vederlo?
>>.
<< Ora sta dormendo.
Torni domani mattina, sono quasi le quattro e mezzo e farà bene
anche a lei riposarsi. Qualcuno può farle compagnia? >>.
<< Sì >>.
Guardò Kaito e lui annuì, anche se sentiva di non meritarsi tanta
fiducia.
Il dottore stava
rientrando, poi si ricordò di una cosa. << Comunque deve
ringraziare la persona che l'ha tenuto in vita >>.
<< Come ha detto?
>>. Nella mente di Aoko balenò il viso del ladro.
<< Senza il
massaggio cardiaco sarebbe morto. Gli ha salvato la vita
>>.
Rientrò nella sala.
Saguru guardò Kaito, il
ragazzo aveva abbassato gli occhi sul pavimento.
Gli ha salvato la vita.
Aoko non sapeva cosa fosse
realmente successo però Ladro Kid aveva salvato la vita di suo
padre. Colui che minacciava di metterlo in prigione, di togliergli la
libertà... Avrebbe potuto lasciarlo morire, togliere il problema di
torno.
<< Vi accompagno a
casa >>, disse Nakajima.
Saguru fu prelevato da un
collega del padre e i due ragazzi furono lasciati davanti casa di
Aoko.
La ragazza inserì le
chiavi nella toppa e si ritrovò nell'ingresso. Era distrutta
fisicamente e la mente non riusciva a spegnersi. Avrebbe voluto
cadere in un oblio per riprendersi.
<< Allora... >>,
Kaito teneva la giacca appoggiata all'avambraccio. << Io
torno a
casa. Se ti serve qualcosa sai... >>.
<< Non lasciarmi
sola >>. Aoko era in piedi sul gradino dell'ingresso.
<<
Ti prego... non lasciarmi sola >>.
Kaito si perse negli occhi
imploranti di Aoko, l'azzurro vivace era sostituito di un celeste
spento e senza luce.
<< Va bene >>,
mormorò, deglutendo.
<< Puoi dormire
nella camera di papà, io sarò nella mia >>.
Kaito faceva spesso il
bucato da Aoko e non fu difficile reperire un pigiama tra i panni
stesi. La camera di Nakamori era la stessa di quando aveva comprato
la casa per viverci con l'attuale ex moglie: un letto matrimoniale,
armadio a muro, una grande finestra sulla destra. Sulla cassettiera
c'era una piccola TV e sopra uno specchio, posizionata accanto alla
finestra. La stanza era linda e ordinata, opera di Aoko.
Kaito si gettò sul letto,
fissando il soffitto. Si guardò le mani e gli sembrò di vederle
ancora sporche di sangue del padre di Aoko, il vestito di Ladro Kid
bianco come la neve non lo riconosceva più con quelle macchie rosse.
Mi odia.
Aoko non aveva versato una
lacrima. Era rimasta tutto il tempo aggrappata alla sua camicia,
occhi persi nel vuoto, tremando. Ma non una sola lacrima aveva
solcato il suo viso.Forse non la conosco
così bene come credevo.
Quella tempra che tirava
fuori nei momenti critici la invidiava. Credeva di essere forte,
infallibile e quella sera aveva dimostrato il contrario. Era
riuscito a salvargli la vita con il massaggio cardiaco e ricordava il
tremolio di ogni singolo muscolo.
La porta della camera era
stata lasciata aperta nel caso Aoko avesse bisogno di lui. A piedi
nudi la ragazza era arrivata nella stanza dove dormiva l'amico, in
silenzio aveva camminato e seduta al centro del letto. Kaito non
disse niente, la guardava e basta.
Aoko appoggiò la fronte
alle ginocchia e iniziò a piangere, una vera e propria crisi di
pianto incontrollabile. Kaito si tirò su e l'abbracciò,
stringendola forte. Non riusciva nemmeno a respirare dalle lacrime,
appoggiò la testa al suo petto, bagnando la maglia del pigiama. Le
sussurrava che tutto sarebbe andato bene, che il padre sarebbe
tornato presto a casa e che ogni sarebbe tornata come prima. Spossata
dalle lacrime si addormentò e Kaito con lei, avvolgendole la vita
con il braccio e intrecciando le gambe, fino alla mattina dopo.
Kaito
aprì gli occhi per
primo, si sentiva stanchissimo. L'orologio segnava le nove e Aoko era
ancora avvinghiata a lui, bocca semiaperta, le guance avevano il
segno della crisi di pianto. Le accarezzò i capelli per non
svegliarla.
<< Perdonami >>,
le sussurrò sapendo che non poteva sentirlo.
Si alzò piano dal letto e
scese in cucina per preparare la colazione. Le visite iniziavano alle
dieci e Aoko non vedeva l'ora di rivedere suo padre. Aveva finito
quando lei si presentò nella sala da pranzo vestita di un leggero
abito bianco e i capelli legati. Aveva un aspetto migliore dopo una
doccia ed essersi sistemata ma il viso esausto la tradiva.
<< Buongiorno >>,
disse Kaito dolcemente.
Lei arrossì, non si era
dimenticata come avevano dormito la notte prima. Non ne aveva potuto
fare a meno, non ci sarebbe stato altro posto al mondo in cui sarebbe
voluto essere per sfogare il dolore, la rabbia, la tristezza. Si
sedette al tavolo.
<< Buongiorno a te.
Mi dispiace averti costretto a dormire qui, stanotte >>.
Kaito scosse la testa. <<
Non c'è problema. Avevi bisogno di... me >>.
Mangiarono in silenzio,
Kaito preferì non accendere la TV perché temeva che il telegiornale
parlasse della sparatoria al centro commerciale e non voleva che Aoko
sentisse. Non voleva sentirlo neanche lui.
<< Io vado a casa a
farmi una doccia, prendo la moto e andiamo in ospedale
>>,
disse, iniziando a sparecchiare.
<< Grazie Kaito. Non
so cosa farei se tu non ci fossi >>.
Un piatto scivolò a
terra, rompendosi. Si chinò a raccogliere i cocci per non far vedere
la sua espressione. Era molto deluso da se stesso, quello era il più
grande inganno ai danni di Aoko che avesse mai fatto, Nakamori era in
ospedale a causa sua.
Aoko si turbò nel vedere quella
reazione. Kaito lasciò in fretta la casa, aveva bisogno di qualche
minuto da solo.
In camera sua dette un
pugno al muro, spellandosi le nocche. Per Aoko aveva a sfogare le
proprie emozioni e doveva assolutamente riprendere il controllo della
sua sicurezza in fretta.
Quindici minuti dopo Aoko
era in sella alla moto di Kaito. Parcheggiò in uno spiazzo
dell'ospedale e salirono al reparto di chirurgia.
C'era qualche collega
attorno al letto dell'ispettore, la camera era privata.
<< Papà! >>.
Aoko corse ad
abbracciarlo, non riusciva a staccarla.
<< Piano figliola!
>>.
<< Come sta
ispettore? >>, domandò Kaito.
<< I punti tirano e
l'antidolorifico migliora la situazione >>.
<< Quando ti fanno
uscire? >>, chiese ansiosa Aoko.
<< Sabato, prima
devono assicurarsi che non faccia infezione >>.
Nakajima era seduto alla
destra dell'ispettore. << Stavamo giusto chiedendo a
Ginzo
cos'è successo >>.
Kaito avrebbe voluto
fuggire. Da quando
sono tanto codardo?
<< Sono salito sul
tetto e ho sentito degli spari. C'era un tipo, un brutto ceffo
vestito di nero e puntava l'arma contro Ladro Kid >>.
<< Perché non ti
sei difeso? >>. Aoko gli stringeva la mano.
<< Non ho fatto in
tempo. Mi ha sparato e da qui... i ricordi sono nebulosi. Sono caduto
a terra, Ladro Kid era chino su di me e mi ha praticato il massaggio
cardiaco, poi credo di essere svenuto >>. Si passò una
mano
sulla testa, confuso.
<< Allora è stato
Ladro Kid ha salvarti la vita? >>, chiese un collega e
lui
annuì.
Aoko abbassò lo sguardo e
strinse le mani a pugni, posate sulle ginocchia.
Allora è stato davvero lui.
<< Deve rimettersi
in fretta! >>, lo motivò Nakajima.
<< Solo lei può
catturare Kid! >>, aggiunse un altro collega.
<< Esatto papà! Ah,
Saguru dov'era? Non era corso con te dietro il ladro? >>.
<< Bloccato in
ascensore >>.
Saguru entrò nella
camera. Incrociò gli occhi dorati con quelli blu di Kaito e
quest'ultimo provò un brivido, cosa mai successa in presenza del
detective liceale.
<< In che senso? >>,
chiese Nakamori.
<< Sono salito
sull'ascensore e prima di arrivare sul tetto si è bloccato
>>.
Kaito si ricordava di aver
messo fuori uso l'impianto elettrico principale in modo da
costringerli ad usare quello secondario d'emergenza, in questo modo
non gli avrebbero potuto tagliare la via di fuga. Ma se Nakamori era
giunto fin sul tetto significava che la corrente non era stata tolta.
L'hanno bloccato dentro
di proposito, volevano che Nakamori salisse da solo. Perché?
Il ragazzo era confuso da
quella sequenza di eventi. Snake voleva sparare all'ispettore, non
l'aveva fatto per togliere di mezzo un testimone scomodo.
Una rivelazione terribile,
la peggiore ipotesi che potesse valutare e lo gelava al solo
pensiero.
Sanno chi sono.
Angolo autrice!
Salve
lettori!
Da
questo capitolo si muovono i primi passi per arrivare alla fine!
L'organizzazione sa chi è Ladro Kid? Be', lo vedremo :D
Grazie per chi l'ha letta,
messa tra le preferite, le ricordate e le seguite!
Shinici e ran amore:
Grazie mille per la tua recensione e i complimenti! Lo sai che ci ho
pensato a un sequel? :) Mi sono affezionata ai personaggi, ahimè
sono una sentimentale ahahaha Quindi chissà che non mi venga qualche
idea in mente!