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Autore: Charlene    13/06/2009    12 recensioni
"Una facciata può benissimo essere solo una facciata. Sia che l'apparenza sia positiva, che negativa. Basta saper guardare." Kei è un galeotto tirato fuori di prigione dal padre di qualcuno che conosciamo... e da lì inizierà una nuova vita in un liceo esattamente del tipo che lui detesta. Se la caverà? E il resto lo saprete leggendo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Rei Kon, Takao Kinomiya, Yuri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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SECONDO CAPITOLO


Non si sentiva incolpa. Dopotutto Kanako non gli aveva detto che NON poteva uscire. Avrebbe fatto il finto tonto. Ma perché poi? In teoria non gliene importava nulla... sì, un minimo di gratitudine per quell'uomo c'era, era ovvio, però rimaneva vivo in lui il principio del "faccio quello che mi pare." Quel posto non gli piaceva più di tanto: era una delle zone più ricche di Tokyo, abitata solo da imprenditori, proprietari, avvocati, medici... "Sarei dovuto crescere in un posto del genere, se non mi avessero sbattuto in un lager in Russia." pensò. Faceva abbastanza freddo, anche se lui girava come al solito vestito molto leggero, abituato ad un clima nettamente più rigido.

I suoi pensieri furono interrotti da un irritante chiasso a pochi metri da lui, sembrava un litigio.

-Piantatela!-

-Non metterti in mezzo tu!-

Kei continuò a camminare: dove c'era una rissa, c'era sempre anche lui! Che lo volesse o no.

Era un gruppetto di ragazzi in divisa scolastica: una ragazza castana, che poteva vedere solo di spalle, si era messa in mezzo ai due che probabilmente stavano discutendo.

-Ora basta, state esagerando!- esclamò, furiosa.

-Tu non c'entri, Hilary! Spostati!- a parlare era stato un ragazzo abbastanza alto, con i capelli chiari e uno sguardo cattivo.

-Non ne vale la pena, Boris!-

-Non sei tu a dovermelo dire!-

L'altro ragazzo si intromise: -Non fare la parte lesa adesso! La prossima volta eviti di mettere in giro voci idiote!- era un tipo di media statura, con i capelli neri lunghi e gli occhi scuri molto vivaci.

-IO non ho fatto nulla, se poi tu sei un visionario...- ribatté Boris sarcastico.

-EH? Ma muori, idiota!!-

-Takao!- esclamò la ragazza di nome Hilary, esasperata e puntualmente ignorata. Kei intanto passò loro accanto e proprio in quel momento il ragazzo con i capelli neri, Takao, scattò contro Boris spostando Hilary per non coinvolgerla. Ma purtroppo diede accidentalmente una gomitata notevole a Kei, che finì contro al muro con una mano sull'occhio.

-Ahi, porca puttana!- esclamò.

-Oh, ehm... scusa!- disse Takao dimenticando per un attimo la lite.

In tutta risposa Kei lo afferrò per il colletto:

-Vuoi farti male, ragazzino?!-

-Ehi, ti ho chiesto scusa!-

Kei lo lasciò andare. Non voleva finire di nuovo nei guai per colpa di qualche figlio di papà irritante.

-Chi sei? Non ti ho mai visto qui.- chiese un ragazzo che fino a quel momento non aveva partecipato al litigio. Era chiaramente cinese, aveva i capelli corvini raccolti in una lunga coda e gli occhi dorati.

-Che ve ne frega?- rispose brusco l'altro. Guardò il gruppetto con sguardo astioso: era ormai certo, la gente di quel posto lo faceva veramente innervosire, come minimo. C'era un ragazzino biondo con le lentiggini, il tipo che Kei avrebbe volentieri preso a calci finché non l'avesse smessa di sorridere stupidamente. Le ragazze non erano male, in compenso.

-E piantatela di strillare, mi state dando fastidio.- concluse, poi li superò e continuò a camminare per la sua strada.

Boris continuava a fissarlo, stranito. Lo conosceva, decisamente. Però lui non lo aveva riconosciuto.

Kei continuò a camminare finché non arrivò a un bar tabacchi, dove entrò e si comprò tre pacchetti di Marlboro da venti, un accendino, una lattina di birra e una scorta di chewingum. Stava usando i soldi che aveva al momento dell'arresto, e che gli erano stati restituiti una volta uscito. Non aveva idea di quando ne avrebbe rivisto altri, aveva proprio il timore di dover dire addio a vecchie abitudini.

Tornò alla casa del suo avvocato, passando dal giardino. Non si rese conto della figura seduta sullo sdraio finché quella non diede due colpi di tosse:

-Oh.-

-Oh? Kei, perché sei uscito?-

"Vai con la farsa" -Non mi hai detto di non uscire.-

Kanako alzò un sopracciglio: -Ehi, non provarci.-

"Ho fallito." fu il pensiero di Kei.

-Sì, sono uscito perché mi andava di uscire.- buttò li. Tattica numero due, sbatti la testa finché non succede qualcosa.

-Ecco, così sei già molto più convincente. Lo sai che non puoi uscire, sei in una situazione estremamente delicata!-

-See, lo so...-

-Kei, cos'hai fatto all'occhio? Spero che tu non abbia combinato qualche danno!-

-No, è stato un incidente... sul serio. Come hai fatto a distinguerlo dagli altri...?-

-Ho un'ottima memoria fotografica... E va bene, ora lasciamo stare. Devo presentarti mio figlio, dovrebbe tornare da un momento all'altro da scuola. Ed è pronto il pranzo.-

Kei seguì Kanako fino alla cucina, dove Hara finiva di apparecchiare:

-Caro, sto facendo ridipingere il salone, quindi per un po' mangiamo in cucina. Oh... ciao, Kei..?- la donna pronunciò il nome del ragazzo in modo un po' titubante: non era sicura di esserselo ricordato.

-Salve.- rispose il ragazzo, alzando lo sguardo.

Dal momento che era piombato un silenzio quantomeno imbarazzante, tutti e tre ringraziarono nel sentire la porta d'ingresso aprirsi, per poi richiudersi. Un ragazzo fece il suo ingresso nella stanza, ed ebbe un momento di incertezza quando vide Kei.

-Takao, ti ho parlato di Kei a grandi linee... starà un paio di giorni da noi.-

Il ragazzo annuì, sconcertato. Che colpo di fortuna! Sarebbe stato ucciso nel sonno, come minimo.

-Ehm, ciao!- Takao fu molto gioviale, ma Kei si limitò a fare un cenno con la testa con il solito cipiglio gelido.

Mangiarono senza intavolare grandi discussioni, per fortuna Takao era un gran logorroico ed evitò così fastidiosi momenti di imbarazzo.

"Parla fin troppo" pensò Kei, masticando.

-E poi quell'idiota di Huznestov continua a fare tanto... bé, l'idiota, e non lo sopporto più.-

"Cazzo, qualcuno lo uccida... Tappati quella boc... ha detto Huznestov?" Kei alzò lo sguardo dal suo piatto, e lo posò su Takao.

-Ehm... sì?-

-Hai detto Huznestov?-

-Sì...-

-Boris Huznestov...- affermò.

-Esatto... lo conosci?-

-Era quel tipo con cui stavi litigando?-

-Si, era lui... ma perché?-

Kei si chiuse nel suo solito silenzio ostinato e riprese a mangiare. Takao pensò bene di finirla lì, anche se era maledettamente curioso.

Dopo pranzo Hara dovette uscire, e Kanako doveva ugualmente assentarsi per incontrarsi con dei colleghi:

-Takao, tu sta con Kei. Bruciatevi i neuroni alla play station.- consigliò, prima di chiudersi la porta alle spalle. I due adolescenti rimasero da soli.

-Allora, Kei... Seguiamo il consiglio di mio padre?-

-Boh. Come vuoi.- rispose Kei sedendosi sul divano davanti alla tv al plasma e alle varie console. Takao accese la play station, dopo aver inserito un gioco di lotta, e si sedette accanto a lui. Era un po' preoccupato: certo, si fidava molto di suo padre, non lo avrebbe mai lasciato da solo con una persona pericolosa. Però non sapeva che, anche se accidentalmente, suo figlio aveva fatto un occhio nero ad uno appena uscito di prigione. Il silenzio attanagliava il povero ragazzo, che premeva in fretta i tasti in modo che iniziassero subito a giocare: "Spero che si accontenti di picchiarmi sullo schermo."

-Perché stavate litigando?- chiese Kei all'improvviso, e Takao fu ben contento di poter parlare di qualcosa.

-Ah, ehm, per colpa di quell'idiota di Boris... tu lo conosci, vero?-

Kei lo guardò un po' male per via della a suo avviso eccessiva curiosità, ma alla fine rispose:

-Sì, lo conosco.-

-Come lo conosci?-

Il ragazzo si accigliò ulteriormente:

-Roba passata.-

-Ah va bene. Comunque si è messo a dire in giro che metto le corna alla mia ragazza. E abbiamo litigato per colpa sua.-

Kei annuì, affatto interessato. Però la domanda ci voleva:

-E gliele hai messe davvero?-

-Che cosa?-

-Le corna.-

-Eh? No! Non lo farei mai! Stranamente a Boris interessa la mia ragazza, e ora siamo vicini a rompere... così lui potrà andare a "consolarla"- disse l'ultima parola con una smorfia.

Kei fece una specie di ghigno:

-Non è cambiato affatto, quel bastardo.-

Takao rimase molto stupito da quell'affermazione:

-Ma lo conosci da molto?- insistette.

-Non mi va di parlarne.- rispose Kei secco, uccidendo il personaggio usato da Takao al videogioco.

-Cavolo, ho perso!!-

-Così impari a parlare troppo.-

-Eh eh, ogni tanto mi danno del petulante logorroico! Ma non è vero.-

-No, non è affatto vero...- ribattè Kei ironico.

-Ma dove andrai ora?- chiese Takao per cambiare discorso. Capì di aver centrato il tasto sbagliato quando vide l'espressione dell'altro.

-In una... boh, casa famiglia.- lo disse con una nota di disprezzo nella voce, ma Takao non faticò a leggerci anche molta, molta amarezza.

-Ah... quindi non hai proprio nessuno al mondo?- la paura di rigirare il coltello nella piaga era tanta... ma la domanda gli era sorta spontanea.

-Esatto.-

-Mi dispiace... Ehi se vuoi posso farti fare un giro del quartiere!-

-Tuo padre mi fa fuori se esco di nuovo.-

-Oh! Non sembravi il tipo che si tira indietro!- ribatté astutamente Takao.

-Ehi, non mettermi alla prova.-

Dopo cinque minuti erano già fuori all'aria aperta.

-Oh mio dio... quella è una sala giochi.- affermò Kei sconcertato. Da fuori poteva vedere mocciosi festanti che giocavano con ogni sorta di attività virtuale, con pistole, fucili, mini moto... gli vennero i brividi.

-Di giorno ci sono solo poppanti... Di notte non è proprio la stessa cosa, aprono dei giochi incredibili. Secondo una mia amica andrebbero aboliti per quanto sono violenti, comunque nessuna traccia di mocciosi.-

Kei non rispose. Più che altro non c'era niente da dire, e non era il tipo da frasi di circostanza come "Ah, davvero?". In compenso si accese una sigaretta. Takao non disse nulla, ma guardò con aria allarmata verso un bar al lato destro della strada. Fuori c'erano tre ragazze che parlavano in una maniera molto concitata, e Kei notò la ragazza castana, Hilary, che aveva visto la mattina.

-Oh, no...- mormorò Takao quando un'altra ragazza alzò lo sguardo, posandolo su di lui. E che sguardo! Omicida, ecco il solo modo con cui si poteva definire. Era molto carina, aveva lunghi capelli bicolore, ramati sul davanti e castani dietro, e gli occhi di un verde intenso. Non c'era durante il litigio tra Takao e Boris.

Hilary si avvicinò ai due ragazzi, mentre le altre due rimasero dove erano. Kei guardò anche l'altra, e la trovò molto attraente. Capelli blu, occhi verdi, fisico slanciato. Poi si concentrò su quella che più lo aveva colpito, la castana.

-Takao, Julia è furiosa.- annunciò Hilary truce.

-Che palle!! No, veramente, che palle!-

-Non urlare. Dovreste parlare, e tu stai fuggendo come un cretino.-

Era autoritaria, ma non sgarbata. Aveva l'aria della tipa che si faceva rispettare da chiunque.

-Non sto fuggendo, è che non so cosa fare! Lei ha creduto prima a quell'imbecille che a me, credo sia un problema!-

-Si, però mettiti nei suoi panni, ha saputo che il suo ragazzo la tradisce e tu non hai fatto nemmeno tanto per discolparti! Pensa che sia vero!-

-Io ci ho provato, lei mi ha mandato a quel paese.- disse Takao amareggiato, ma Hilary trovò ancora modo di ribattere.

-Dovevi insistere, cosa ti aspettavi? Che al tuo primo "non è vero" avrebbe sorriso e ti sarebbe saltata al collo? Ora tu vai lì e sistemate questa accidenti di questione, non ne posso più delle vostre lamentele!- e con questo sembrava aver chiuso il dibattito.

-Va bene... senza spettatori però.- disse Takao alludendo all'altra ragazza. Andò verso Julia, la sua ragazza, l'altra capì subito che aria tirava e raggiunse Hilary e Kei, rimasti da soli. Poi le due si voltarono verso il ragazzo: -Oh. Tu chi sei? Non sei quello di stamattina?- chiese quella con i capelli blu. Kei annuì senza la minima emozione.

-Ehm che ci facevi con Takao? Non lo vorrai uccidere, stamattina non voleva colpirti!- attaccò Hilary.

Kei non rispose, seccato per essersi trovato in quella accidenti di situazione.

Le due ragazze pensarono bene di non insistere, e si voltarono verso la forse ex coppietta. Discutevano:

-Julia, non ne posso più veramente! Questa storia è assurda!-

-E lo dici a me?!-

-Certo! Se ti fidassi del tuo ragazzo magari andrebbe tutto bene! Lo sai che Boris ti viene dietro, gli viene lo schizzo di dire in giro che me la faccio con la prima che gli viene in mente e che io nemmeno conosco, e tu credi a lui e non a me? Bella fiducia!-

Julia tentennò dopo quell'ultima battuta. Iniziò a placarsi:

-Va bene, su questo hai ragione. Però è vero che ieri in corridoio stavi parlando con quella!-

-Esatto, Julia, esatto! Parlando! Mi ha chiesto dove era una classe! Non so neanche come si chiama!- Julia non rispose, ma ormai sembrava convinta.

-Boris è un idiota.- affermò. "Però gli piaccio!" aggiunse mentalmente.

-Oh, finalmente te lo sento dire!- Takao le mise un braccio dietro le spalle e i due tornarono verso gli altri:

-Oh, scusa Kei!! Non vi ho presentato!-

Kei alzò un sopracciglio:

-Ormai so già tutto... sembrate una telenovela...-

-E vabbè! Comunque lei è Hilary, lei Julia, e lei è Mariam.- la ragazza con i capelli blu sorrise.

-E lui è Kei, sta a casa mia un paio di giorni.- non fecero in tempo ad approfondire l'argomento, che una voce li interruppe:

-Ehi, Kinomija! Maledetto bastardo!-

I cinque si girarono di botto, vedendo un ragazzo che veniva verso di loro, seguito da altri due ceffi dall'aria poco raccomandabile.

-Merda, ancora questo qui!- esalò Takao disperato.

-Ehi, tu! Come diavolo ti sei permesso di farti la mia ragazza, figlio di puttana!- il tipo era particolarmente imponente, Kei lo classificò come il classico pallone gonfiato da liceo, giocatore di football. “Puah”.

In un attimo aveva già afferrato Takao per il colletto, e lo strattonava:

-Ti faccio a pezzi!!-

-Insomma, nemmeno la conosco la tua ragazza, Hitaro!!- si lamentò. Era stato proprio lui a informarlo delle voci che giravano sul suo conto, glielo aveva detto dopo averlo inchiodato nel muro del bagno. Maniera poco carina, aveva pensato lui, e si era beccato un pugno in pancia per aver espresso il suo pensiero.

-Posso diventare molto pericoloso, pivello!- inveì Hitaro stringendo la presa.

-Lo so!! Non lo metto in dubbio! Infatti mettimi giù!-

Julia si portò le mani alla bocca dopo il pugno che Takao si beccò in pieno viso. Kei decise di intervenire:

-Ehi, mettilo giù.-

-E tu chi cazzo sei?-

-Non ti interessa. Falla finita.-

Hitaro cambiò presa e afferrò Takao per i capelli, facendogli molto male:

-Waah! Lasciami!-

-Ti ho detto di lasciarlo.- Kei non perdeva la calma nella maggior parte delle situazioni. Era davvero difficile che concludesse le sue frasi con punti esclamativi. Era già troppo se le concludeva, le frasi.

-Uh, e allora sì che lo lascio... ma chi diavolo sei?-

Le cose si mettevano male, specialmente quando quel pazzo tirò fuori un coltello e lo puntò alla gola del povero Takao.

-Aah! Ma sei matto?!- strillò Julia paralizzata dalla paura. Hilary prese in un attimo il cellulare e fece il numero della polizia, cercando di non farsi notare. Intanto Kei era scattato e tirava indietro il braccio di Hitaro. Forse sarebbe stato meglio se se ne fosse rimasto a casa, pensò. Il coltello quasi gli sfiorava il viso, ma riuscì quasi subito a disarmare il ragazzo e schiacciarlo contro al muro. Poi si rivolse agli altri due tirapiedi:

-Se muovete un passo, finite in ospedale. E non ho bisogno di questo giocattolo per farvi del male.- disse minaccioso, ma comunque calmo.

La polizia chiamata da Hilary arrivò in tempo record, così come Kanako, che era appena uscito dal bar lì di fronte e aveva visto gli ultimi atti dell'accaduto.

-Takao! Kei!- esclamò, arrivando di corsa. Gli agenti si occuparono di Hitaro e dei complici, e alla fine li portarono via. I loro paparini li avrebbero tirati fuori in dieci minuti, pensò Kei leccandosi un taglio aperto sulla mano.

-Kei, non è possibile! Ma non riesci a stare buono per cinque minuti? Perché siete usciti?- questa volta era davvero arrabbiato. Takao fece un cenno alle tre ragazze, che capirono di dover cambiare aria; ramanzina in arrivo. -Scusa, ci annoiavamo a casa e volevo fargli fare un giro...-

Kanako ignorò il figlio e guardò Kei con aria delusa:

-E tu per ringraziare ti metti nei guai. Cosa diavolo hai combinato?-

Takao si impose prima che la situazione si mettesse a totale svantaggio del ragazzo dagli occhi viola:

-No papà, ascoltami.- gli raccontò di chi fosse Hitaro, delle minacce e di come Kei lo aveva veramente salvato.

-Potevo finire in ospedale, se non ci fosse stato Kei! Quello aveva intenzioni serie, lui mi ha salvato!- concluse, e Kanako scosse la testa.

-Scusa, Kei.- quelle accuse dovevano aver demoralizzato non poco il ragazzo, che infatti teneva lo sguardo accigliato piantato sull'insegna del bar.

-Ehi, mi dispiace...-

-Non fa niente.- rispose, senza guardarlo. Non avrebbe mai avuto la fiducia di nessuno, era inutile. E in effetti non la desiderava nemmeno. Si chiese perché gli fosse sorto quel pensiero: lui stava bene così com'era. Perché avrebbe dovuto importargliene del parere di certa gente?

***

Kanako e Hara erano molto grati a Kei per aver salvato Takao. Fu triste per tutti quando Kei dovette prendere la valigia e avviarsi verso quella casa famiglia che odiava ancora prima di vedere.

-Non poteva restare qui un altro po'?!- Takao era il più frustrato.

-No, purtroppo.- rispose il padre, a cena.

-Dai, lo rivedrai.- aggiunse Hara sorridendo, ma la faccia del figlio le bloccò il sorriso.

-Starà male in quel postaccio. Ne ho sentito parlare, trattano i ragazzi come spazzatura. Boris c'è stato solo due settimane, aveva detto che avrebbe preferito vivere per strada. E tu lo hai mandato lo stesso lì.- protestò Takao.

-Senti, non sei l'unico a cui dispiace! Non l'ho voluto io, se ti dico che non potevo fare altrimenti dammi retta, Takao!-

Il ragazzo mangiò nel più totale silenzio.

***

Ok, era appena meglio del carcere. Ma se in prigione non ci fosse stato Okata a massacrarlo ogni dieci secondi, sarebbe stata meglio di quel posto. Pareti tristi, persone deprimenti, ragazzini di tutte le età, quindi anche bambini. E Kei odiava i bambini. Per fortuna erano pochissimi; infatti era pieno di adolescenti suoi coetanei, alcuni perfino più grandi. La disciplina era stata totalmente dimenticata, almeno dai ragazzi. I responsabili potevano essere tranquillamente denunciati per violenze. Ogni dieci secondi scoppiava una rissa. I suoi compagni di stanza volevano stuprarlo. Il cibo faceva vomitare.

"Signore, chiamami a te." Pensò Kei rigirandosi nel letto più scomodo in cui avesse dormito. Iniziò a ridere da solo istericamente pensando a quanto fosse più comodo quello della prigione!

Era lì da una settimana, e gli sembrava di starci da una vita. Un vero schifo. Guardò la sveglia che aveva messo sul comodino: segnava le tre e un quarto. Erano quindi tre ore che si rigirava nel letto come una trottola. Ma nessuno dei tanti problemi era paragonabile a quello più grande: sentì di nuovo una presenza estranea nel suo letto. Estranea per modo di dire, perché sapeva benissimo chi fosse. Il suo compagno di stanza più grande, diciassette anni e tre quarti, voleva a tutti i costi farsi Kei prima di dover lasciare l'istituto. Kei ovviamente voleva lasciare l'istituto prima di essere violentato, ma le possibilità di riuscirci cominciavano ad allontanarsi.

-Vattene.- ringhiò, individuando la posizione del ragazzo.

Era veramente stanco di quegli assalti notturni. Si alzò in piedi e accese la luce, illuminando il bel volto mezzo addormentato di Lucas, che continuava a fissarlo con quegli occhi blu elettrico.

-Scendi dal mio letto o ti ammazzo, e non sto scherzando.-

-Oh, certo, lo faresti.-

-Dico sul serio. La prigione mi piaceva di più, se posso tornarci mandando te all'inferno tanto meglio.- ringhiò, tirando fuori un coltello che aveva fregato dalla cucina.

-Ehi, bello, metti giù quel coso.-

-Tu metti giù il tuo.-

-Buona questa, marmocchio.-

-Sparisci. Vai a scoparti Ayama e lasciami in pace.-

-Come sei irritabile. Meglio, preferisco le sfide difficili.-

Kei si avvicinò e gli puntò il coltello in un occhio:

-Vai a cercarti un'altra puttana, hai totalmente sbagliato.- mormorò scandendo le parole in modo minaccioso.

-Sei tu la mia puttana Ho deciso.- rispose quello accarezzandogli una guancia. Kei in tutta rispose passò lentamente il coltello sulla mascella di Lucas, aprendogli un taglio.

-Ahia, bastardo!!-

-Se non vuoi una vivisezione, levati dai coglioni.-

Fu abbastanza convincente. Per quella notte, almeno.


***


Ritardo spaventoso... ho già scritto il prossimo capitolo quindi aggiornerò presto stavolta, prometto XD

Finito anche questo capitolo... spero vi sia piaciuto! Cavolo, ve l'avevo detto che era banalissima l'identità del figlio di Kanako! Spero di non avervi deluso! Passo subito ai commenti:


Solarial: E no, non era Yuri! Ne approfitto per dire che questo gran bel pezzo di ragazzo comparirà presto! Alla fine ho lasciato stare l'idea di fare una continuazione del manga/anime, sarebbe stato troppo complicato per tanti dettagli... meglio farla AU e levarsi il problema! Per quanto riguarda il pairing, si, ce n'è uno principale ma credo che Kei farà un po' il giro di tutta la fauna femminile della scuola... Hai idee per un cognome inventato per la povera Mariam? Un bacio, al prossimo capitolo! Spero che questo ti sia piaciuto!


Sybelle: Ciao! Come ho già detto il pairing principale sarà KeixHilary, ma non è detto che lo vedremo da subito! Sono contenta che ti piaccia il mio modo di scrivere e come sto ritraendo i personaggi, è sempre bello per me sentirmelo dire! Diciamo che è il complimento migliore che mi si possa fare! Grazie per il commento, un bacio!


Padme86: Ciao cara! Anche tu contenta per l'uscita di scena del vecchio, eh? Grazie mille per la recensione, continua a seguirmi! Baci!


Iria: Dai cara, meglio tardi che mai! Alla fine (eehm... molto alla fine) lo avevi azzeccato che era Takao! Parlando del mio Kei... certo che per chi è abituato a vederlo alle prese con l'avventura del cervello perduto (isterico come una donna incinta e spossato) deve essere strano vederlo così! Ma meglio, dai, gli ho restituito un'immagine decente poverino!! Ci si sente, un bacione!! XD


Piccola Near: Ciao! Grazie per il commento, lieta di averti incuriosito! :D Ti piace la coppia KeixHilary? Un bacio, continua a seguirmi!


Scarlettheart: No, non sarà prevedibile tranquilla! Lo stile e il genere sono quelli di Oc, ma il fine non è di riscrivere la storia con i personaggi di beyblade, quindi non diventerà scontata! Ho solo preso uno spunto, Oc ormai non c'entra più nulla :)


Fine! Olè! Ehi il mio appello è ancora valido! Il cognome di Mariam! Se non lo sapete inventate! Grazie gente! Alla prossima! Bacioni per tutti!



  
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