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Autore: Charlene    26/08/2008    12 recensioni
"Una facciata può benissimo essere solo una facciata. Sia che l'apparenza sia positiva, che negativa. Basta saper guardare." Kei è un galeotto tirato fuori di prigione dal padre di qualcuno che conosciamo... e da lì inizierà una nuova vita in un liceo esattamente del tipo che lui detesta. Se la caverà? E il resto lo saprete leggendo.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Rei Kon, Takao Kinomiya, Yuri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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PRIMO CAPITOLO



-Va bene, la ringrazio. Non si preoccupi. Grazie ancora.-

Kanako riattaccò sospirando: non riusciva in nessun modo a rintracciare Soichiro Hiwatari. Aveva provato a chiamare alla Hiwatari enterprise, a tutti i numeri possibili, ma nessuno gli era stato d'aiuto. Ovviamente era difficile riuscire a comunicare con un uomo d'affari potente come lui, ed infatti fino a quel momento non aveva sentito altro se non "In questo momento è impossibile" o "Non frequenta questa catena di uffici". Si assicurò di aver chiuso la macchina, una Bmw modello 7.25 nera, e si avviò verso l'entrata del carcere dove era tenuto il caso di cui si stava occupando.

Camminava e pensava intensamente: lo faceva spessissimo, tanto da dimenticare cosa lo circondava. Ma alla fine faceva sempre quello che doveva fare. La voce di due guardie che parlavano lo distolse dal suo vortice di pensieri:

-Ma chi è? Io non l'ho capito! E comunque non lo portano in ospedale?-

-No, dicono che non è messo così male. È quel novellino, quello preso di mira da quella bestia di Okata. Se l'è cercata.-

Kanako sgranò gli occhi:

-Mi scusi, adesso il ragazzo dov'è?- chiese, sentendo i battiti accelerare.

-In infermeria. Lei è l'avvocato?-

-Si, sono io.-

-Lo tiri fuori di qui, si farà ammazzare di questo passo. Quelli arroganti come lui qua dentro non durano più di una settimana.-

Kanako annuì, dopodiché si fece accompagnare in infermeria.

Kei era seduto sul lettino, al bordo del quale era ovviamente incatenato, ed era stato appena medicato. In ospedale avrebbe sicuramente ricevuto cure migliori e più sentite. -Kei, cosa hai fatto?-

-Io nulla.-

-Certo, come no. Allora... cosa è successo?-

Kei si passò la lingua sul labbro, assaporando per l'ennesima volta il sapore del suo stesso sangue. Ormai avrebbe potuto riconoscerlo fra mille.

-Cosa vuoi che sia successo?-

Kanako lo guardò meglio: aveva un livido sulla guancia e uno sopra l'occhio, diversi graffi, il labbro spaccato ed escoriazioni varie nelle parti visibili del corpo. Una garza di dimensioni notevoli gli era stata messa sulla spalla, segno di una ferita ben più grave.

-Hai provocato Okata?-

-Gli ho dato una spallata ieri sera. E non l'ho nemmeno fatto apposta, per una volta.-

-D'accordo. Non sono riuscito a trovare tuo nonno, sembra non ci sia verso. Alla villa in cui dovrebbe risiedere non risponde nessuno.-

Kei fece una faccia come a voler dire "Ed io che avevo detto?"

-Non lo troverai. E anche se lo trovassi sarebbe inutile. Non pagherebbe nessuna cauzione.-

-Ma voglio almeno tentare.-

Il ragazzo non disse nulla, ma Kanako era certo che si fosse trattenuto dal definirlo un povero illuso.

***

Il letto era veramente scomodo, e cigolava ad ogni movimento. Almeno, misera consolazione, era solo nella cella, dato che quello con cui la divideva era uscito. Aveva dormito un'ora in tutto, ed era quasi l'alba.

Aveva freddo, la coperta era più che altro un pezzo di tessuto leggero, dalle sbarre filtrava l'aria gelida di Novembre e il fastidio provocato dalle varie ferite lo tormentava. Non avrebbe retto molto di quel passo.

Stava giusto prendendo sonno quando sobbalzò per un forte e improvviso rumore di passi, seguito da voci e dal suono delle chiavi inserite nella serratura della sua cella.

Si mise seduto con aria molto infastidita, e inorridì quando vide un tizio alto, biondo e minaccioso seguito da due guardie. Chiusero la porta a chiave lasciandolo lì dentro con lui.

-Che significa?-

Sul volto di Okata si dipinse un ghigno malvagio:

-Ti sentivi solo? Ora non hai più il problema, ragazzino.-

-Che cazzo significa?- ripetè Kei stringendo con forza un lembo della coperta.

-Che sono il tuo compagno di cella.-

***

"Voglio uscire di qui. Voglio uscire."

Primo pugno: lo schivò per un pelo, tirandone uno a sua volta e colpendo l'armadio vivente sul naso. Mossa sbagliata. Il secondo pugno, questa volta più potente, andò a segno. Kei sentì il suo stomaco disintegrarsi, era peggio di una pallottola. Non che avesse mai provato la sensazione di una pallottola in pancia, ma se la immaginava, e non poteva essere peggio di ciò che sentiva in quel momento.

"Voglio andarmene"

Non poteva nemmeno urlare, chiamare quelle cazzo di guardie che lo avevano lasciato alla mercé di quell'animale. Non poteva urlare perché Okata gli teneva la coperta sulla bocca, togliendogli anche il respiro. Per impedirgli anche i movimenti Okata salì sopra di lui e gli bloccò con una sola mano i polsi sopra la testa, mentre con le ginocchia gli immobilizzava le gambe. Con la mano libera prese a massacrarlo di pugni.

Lo avrebbe ammazzato, ne era sicuro. Pesava trenta chili in più di lui, che era comunque ben piazzato quanto a muscolatura, ma era come paragonare un culturista a qualcuno che va in palestra per tenersi in forma.

"Almeno uccidimi subito, fallo e basta! Fallo in fretta!!" pensò quasi disperatamente, chiudendo gli occhi per il dolore.

-Hiwatari, sei fuori. Ti hanno pagato la ca... Che diavolo stai facendo, Okata?! Lascialo subito!!- Kei udì indistintamente le chiavi girare nella toppa, la porta aprirsi e il caos che ne seguì, ma sentì chiaramente i novanta chili in meno dalle sue gambe: glielo avevano tolto di dosso.

Fu tirato in piedi, le ginocchia lo ressero per miracolo. Vedeva un po' sfocato ma poté capire di essersi salvato in corner per l'ennesima volta. La guardia lo trascinò fuori dalla cella che fu richiusa con al suo interno Okata, che gli gridava minacce su minacce, insulti e ancora minacce.

-Ce la fai?-

-Sì. Ce la... faccio...- mormorò Kei.

-Ti hanno pagato la cauzione.-

Il ragazzo sgranò gli occhi: -Eh? Chi?-

-Boh, un tizio. Credo sia un avvocato.-

Lo scortarono all'ingresso, dove lo aspettava proprio Kanako.

Non si stupì vedendo le condizioni del ragazzo, pieno di lividi come al solito.

-Avanti, andiamo.-

-Andiamo dove?- sbottò Kei seccato.

-Anzitutto devi riprendere i tuoi oggetti personali e cambiarti... poi andiamo a parlare da un'altra parte. E a fare colazione.-

Passati venti minuti i due erano seduti in un bar. Kanako aveva preso un cappuccino e chili di paste calde per entrambi, anche se Kei sembrava restìo a mangiare.

-Non hai fame?- chiese l'avvocato pazientemente.

L'altro alzò le spalle: -Ha trovato mio nonno quindi.-

-Proprio a proposito di questo ti devo parlare. Non trovavo tuo nonno da nessuna parte perché era ricoverato segretamente in una clinica privata...- cercò di andarci cauto, non sapeva proprio come spiegargli la cosa.

-Ah. Si è ammalato quindi. E' grave?-

-Vedi, ha avuto un infarto proprio stanotte, poche ore fa e... purtroppo i medici non sono riusciti a salvarlo. Uscirà la notizia sui giornali di domani.-

Kei alzò le spalle, allo stesso modo di quando gli aveva chiesto se aveva fame. -Avranno visto chi era e non si saranno impegnati.-

Ok, aveva capito che la situazione familiare di quell'accidenti di ragazzo era falcidiata, ma non pensava che lo fosse fino a questo punto! Gli aveva appena detto che suo nonno, l'unico parente che gli era rimasto, era morto e lui non aveva fatto una piega; anzi ci aveva riso su!

-La cosa non ti turba, vedo.-

-Dovrebbe? Se devo essere sincero mi rallegra. Era ora che crepasse, quel bastardo.-

Il discorso iniziava a diventare veramente pesante.

-D'accordo, non correva buon sangue e posso capire il perché...-

-Ma ora che mi hai tirato fuori da lì, che diavolo faccio? Dove me ne vado?-

Kanako sospirò: -Potrai avere tutti i beni e l'eredità solo a diciotto anni... ora sei minorenne e non puoi certo stare da solo.-

-Eredità? Mi ha lasciato qualcosa?-

-Ti ha lasciato tutto, evidentemente in mancanza di altri ha scelto di destinare tutto a te.- Aggiungere "in mancanza di altri" gli era venuto spontaneo, dopo aver compreso la gravità dell'odio fra nonno e nipote.

-Hai capito il vecchio...- Kei sogghignò. Poi cambiò espressione e si rivolse all'avvocato:

-Non finirò mica in quelle merda di casa famiglia, vero?-

-Invece temo che finirà esattamente così... dovresti rimanere lì poco più di un anno, visto che ne hai quasi diciassette.-

-No. No, è escluso. Io non voglio essere rinchiuso di nuovo. Non se ne parla.-

-Non puoi fare di testa tua, sei sotto la responsabilità dello stato. I servizi sociali hanno parlato chiaro, non hai un tutore legale e ora come ora non puoi fare altro.-

Kei mise su una faccia che avrebbe fatto paura a un killer.

-Coraggio, ragazzo. Non sarà così male.-

L'altro non rispose, fissava ancora il tavolo con ostinazione e non toccò più cibo.

-D'accordo allora facciamo così; vieni a stare a casa mia per qualche giorno, finché non avrò sistemato le cose con gli assistenti sociali. Andremo anche a prendere tutte le tue cose alla villa dove "teoricamente" risiedevi. Ok?-

Kei alzò lo sguardo e fissò Kanako senza espressione.

-No. Non voglio essere un peso. Ha già fatto abbastanza.-

-Perchè mi dai del lei all'improvviso?-

-Eh? Boh, perché mi viene spontaneo.-

-Dai, ora andiamo. Se non ti ospito io, dove pensi di andare?-

-Ho conoscenze.-

L'uomo rise: -Certo, così poi scompari. Ringrazia che le conoscenze ce le ho io fra gli assistenti sociali e mi hanno permesso di trattenerti, se no saresti già all'istituto. Non potresti nemmeno uscire per prendere le tue cose.-

-Devo ringraziare sul serio?-

-Naa, ancora non ti chiedo tanto. In piedi, andiamo.-

***

-LO HAI PORTATO QUI?!-

-Tesoro, lasciami spiegare. Non ha dove andare e non è pronto per un istituto...-

-Non mi interessa, quello è appena uscito di galera! E' un criminale, e tu lo hai portato in casa! Sei matto?!-

-Non è cattivo come sembra, te lo assicuro!-

-Non lo voglio nemmeno vedere, è un pericolo per te e per la tua famiglia!-

Kei si era avvicinato alla porta, e aveva ascoltato involontariamente la conversazione. Sapeva che avrebbe sollevato casini, e la cosa lo urtava. Rimase comunque immobile com'era, e Kanako lo vide. Poi anche la figura che gli dava le spalle lo notò; dopo essersi voltata lo guardò negli occhi, senza nascondere l'imbarazzo. Era una donna alta, abbastanza giovane, comunque molto bella. Aveva lisci capelli neri che le incorniciavano il viso affilato, e occhi molto chiari.

-Scusate... io vado via.-

-Kei, aspetta...-

-Non ci faccio niente qui. Preferisco andare subito in quell'istituto.- era grato al suo avvocato anche se non gliel'aveva detto o dimostrato, e non voleva creargli problemi. Sua moglie aveva ragione ad avere paura, non poteva certo biasimarla.

-Kei, ti ho detto di aspettare. Dammi cinque minuti, stai in salone.-

Il ragazzo rimase dov'era, incerto.

Intanto la donna rimase sorpresa vedendo lo sguardo di quel ragazzo: aveva degli occhi viola incredibilmente profondi. La sua espressione sembrava più triste che cattiva, anche se era vagamente inquietante.

-Vai.- ripeté l'avvocato più deciso.

Kei stavolta obbedì e uscì dalla stanza, senza dire una parola.

-Quel ragazzo non è come può sembrare. Ha solo avuto una vita difficile. Permettimi di tenerlo qui per qualche giorno, finché non avrò sistemato le faccende burocratiche. Gli è appena morto l'ultimo parente rimasto.- sì, a Kei forse non importava niente, ma in quel momento era comunque solo al mondo.

-Hara, tesoro, per favore...-

La donna sospirò:

-È solo perché mi fido di te. Ma al minimo sgarro, non... non so nemmeno cosa faccio.-

Kanako la prese per le spalle e la baciò:

-Grazie cara, grazie mille.-

Hara sorrise mentre il marito usciva e raggiungeva quello strano ragazzo.

-Kei, per un paio di giorni puoi stare qui. Almeno per il funerale, e il tempo di recuperare la tua roba.-

-Ah.- rispose l'altro monosillabico.

-Puoi stare nella dependance in giardino. Sarai stanco, vai a riposarti.- propose Kanako, indicandogli la porta per l'enorme cortile.

Kei annuì, e se ne andò nella direzione indicatagli, mani in tasca e sguardo basso.


***


Ok, il prologo e questo primo capitolo forse sono un po' noiosi... ma dal prossimo ci saranno parecchie svolte, "nuovi" personaggi etc! Voglio vedere se indovinate chi sono Kanako e Hara... come ho già detto, sono i genitori di un personaggio conosciuto! Dai, è facile! Ora rispondo alle recensioni:


Solarial: Sono onorata di ricevere un commento da te! Ora ti spiego cosa ho combinato: per quanto riguarda il genere, volevo mettere AU perché è vero che è una realtà diversa da quella dell'anime/manga... però ero indecisa su un punto. All'inizio volevo che la storia avvenisse un po' dopo la g-revolution, e che come al solito Kei fosse sparito, quindi che i protagonisti si conoscessero già! In questo modo non sarebbe stato un universo alternativo, ma una specie di "seguito", ambientato esattamente dov'è ambientato l'anime. Anche adesso sono indecisa, però mi sono resa conto che sarebbe impossibile e molto problematico fare come avrei voluto... quindi i ragazzi non si conoscono, e il beyblade non c'entra niente. Correggo subito il genere ora che mi sono decisa!

Invece per le virgole... ehm si, diciamo che ogni tanto esagero. Sarà che cerco di dare al testo la stessa enfasi di un discorso! Quindi ne metto parecchie... però anche rileggendo, a parte un paio, non ne riesco a trovare di superflue almeno per me! Accidenti XD! Al prossimo capitolo, un bacione!


Sybelle: Bé, le altre coppie le devo ancora decidere, ma pensavo proprio a una KeixHilary... è la coppia etero che mi piace di più, e questa non mi sembra un tipo di storia da yaoi! XD Grazie della recensione e dei complimenti, bacione!


Iria: Sono contenta che ti piaccia! Sarà più interessante capitolo dopo capitolo, a partire dal prossimo. Aggiornerò presto, bacio!


Padme86: Adoro Kei teppista! Anche perchè ce lo vedo proprio XD baci anche a te!


APPELLO DELL'ULTIMO SECONDO: Sto inserendo parecchi personaggi, e mi sono informata sui cognomi di tutti... eccetto Mariam! Qualcuno sa il suo cognome? Se no consigliatemene pure uno di fantasia! Grazie e alla prossima.



  
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