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Autore: hogvwartss    12/07/2017    0 recensioni
“Pensavo che fossimo invincibili, lo sai?” disse lei staccandosi dal petto di Harry e osservando i suoi luminosi occhi verdi. “Ho lottato così tanto e adesso mi sembra quasi che sia stato tutto per niente. Lui..” prese un bel respiro e guardò i treni, cercando di calmarsi. “Non penso mi ami più.”
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E' il primo settembre e Hermione e Ron non vanno più d'accordo da molto tempo. La donna, seduta su una panchina a King's Cross incontra un vecchio amico che le consiglia cosa fare della sua vita.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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La donna camminava piano per la stazione di King's Cross. I figli erano entrambi partiti per Hogwarts oramai mezz'ora fa mentre il marito non si era nemmeno fatto vedere. Da tempo ormai, Ron Weasley, non faceva più realmente parte della famiglia: i figli avevano capito che i genitori non sarebbero rimasti a lungo insieme a causa dei continui litigi e discussioni. Hermione Granger, d'altro canto, ci continuava a sperare. Sperare che l'amore della sua vita – o quello che lei considerava tale – non l'avrebbe lasciata. Durante gli anni ad Hogwarts aveva lottato con i denti e le unghie per farsi notare da lui, per fargli capire che lei lo amava e ora tutto era finito.

La donna si sedette su una panchina all'interno della stazione, caffè in mano, a guardare i treni partire senza sapere dove andassero. Non si accorse nemmeno che aveva iniziato a piangere silenziosamente. Come non si accorse che vicino a lei si era seduto un uomo, capelli neri, occhiali rotondi e un sorriso amichevole.

“Come mai ancora qui, Hermione?” le chiese Harry, il suo migliore amico, colui che sempre l'aveva sopportata e supportata in tutto e per tutto.
“Come mai ancora qui, Harry?” ribattè Hermione sorridendogli. I due si vedevano spesso – feste di compleanno o anche soltanto per parlare – ma la donna non aveva ancora avuto il coraggio di confessargli cosa stava succedendo all'interno della sua vita, di come si sentisse triste e depressa per l'intera situazione.

Harry si mise a guardare i treni insieme all'amica. “Ti ricordi quando, mentre cercavamo gli Horcrux, Ron se la squagliò?” Hermione annuì senza muovere lo sguardo. Un treno rosso e argentato stava partendo dal binario quattro, direzione Bristol. “Tu avevi la stessa identica espressione che hai ora.”

Solo in quel momento lei si girò ad osservare l'amico. Le lacrime non avevano ancora smesso di scendere, silenziose ma copiose, e Hermione non provò nemmeno a cacciarle via dal suo viso. Non era la prima volta che Harry la vedeva piangere. Si sorprese però di quanto bene la conoscesse, forse più di quanto lei conoscesse lui. Certo, avevano passato la maggior parte della vita insieme, avevano sconfitto il Signore Oscuro, ma anche nel viso di Harry c'era qualcosa che non andava ed Hermione si sentì in colpa di non riuscire a capire cosa non andava.

“Non preoccuparti, non è niente.”

“Non ti crederei neanche tra un milione di anni, Hermione. Cosa è successo? I ragazzi stanno bene?”

Hermione annuì e spostò lo sguardo verso il basso. Per ora stavano bene. Non riusciva ad immaginare cosa sarebbe successo, come si sarebbero sentiti quando – prima o poi – i genitori gli avrebbero detto che si stavano separando, che non erano più giusti l'uno per l'altra. La donna deglutì e prese la mano dell'amico stringendola. “Io e Ron non andiamo più bene. Da un po' ormai. Non è nemmeno venuto a salutare i ragazzi e suppongo che tra noi non durerà ancora molto.”

Harry, con l'altra mano, le prese il viso e le diede un casto bacio sulla fronte. Con una manica, poi, le asciugò le lacrime sul viso. Dopodiché l'abbracciò forte. Hermione iniziò a piangere più forte, i singhiozzi le uscivano dalla bocca. Tutto il dolore che si era tenuta dentro stava piano piano emergendo e scoppiando. Non le importava se le persone si fermavano a guardarli, lei aveva bisogno di sfogarsi, di buttare fuori tutto.

“Pensavo che fossimo invincibili, lo sai?” disse lei staccandosi dal petto di Harry e osservando i suoi luminosi occhi verdi. “Ho lottato così tanto e adesso mi sembra quasi che sia stato tutto per niente. Lui..” prese un bel respiro e guardò i treni, cercando di calmarsi. “Non penso mi ami più.”

“Ti ama ancora, invece.” disse Harry quasi in un sussurro.

“E come ne sei così sicuro?” ribatté con rabbia.

Harry non rispose. Hermione sapeva di essere stata dura, ma la rabbia che cresceva in lei era tanta. Per mesi aveva sospettato che Ron la tradisse, invece – fortunatamente o sfortunatamente – non era così. Si rintanava al lavoro, tornando a ore improponibili nella notte e fuggendo presto la mattina. Alla fine, aveva capito che la stava ignorando, che non voleva vederla.

“Qualsiasi cosa deciderete di fare, io ci sarò, per entrambi.” disse Harry dopo un po', mettendole un braccio attorno alle spalle. “Voglio bene ad entrambi ma posso comprendere come ti senti adesso. Sola, con mille responsabilità sulle tue spalle. Ma non devi smettere di lottare per voi. Tu lo ami ancora, Hermione?”

“Non lo so più.”

“Ami i tuoi figli?”

“E' ovvio. Voglio solo il meglio per loro.”

Harry annuì e la baciò un'ultima volta sulla guancia prima di alzarsi e andarsene via. 

  
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