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Autore: hogvwartss    12/07/2017    1 recensioni
“Come poteva essere stata tanto stupida? Aveva aspettato tantissimo tempo per poter finalmente dimostrare a Harry ciò che provava, per essere completamente sua. Non avevano avuto possibilità di proteggersi e ora tutto sarebbe cambiato. Non riusciva neanche ad ammetterlo a sé stessa, come avrebbe fatto a dirlo a Harry? Ai suoi genitori? Cosa avrebbero detto?”
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Nella camera di Ginny c'era uno specchio a muro, grande abbastanza da potersi vedere completamente. Qualcosa in lei è cambiato, soprattutto dopo che lei e Harry hanno dormito insieme la prima volta, qualche mese addietro.
[La maggior parte dei dialoghi sono tratti dalla canzone 'That would be enough' da Hamilton: an american musical.]
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VII libro alternativo
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“Devo trovare gli Horcrux, Ginny.” disse Harry dandole un bacio sulla fronte. “Devo sconfiggere Voldemort e sono l'unico che può farlo e lo sai benissimo anche tu.”

Quelle non potevano essere le ultime parole che Harry le dicesse scomparisse per sempre. Non poteva accettarlo. Non poteva rimanere a guardare mentre l'amore della sua vita, il ragazzo che aveva amato fin dal primo giorno, se ne andasse così. Voleva dargli prova del suo amore, di ciò che provava davvero. Certo, nella Stanza delle Necessità lei lo aveva baciato ma non era abbastanza.

“Harry? E' un addio questo?” chiese lei, abbracciandolo stretto.

“Ginny..” sussurrò Harry. La ragazza si staccò dall'abbraccio e lo baciò, con passione. Ciò che successe dopo, fu l'inizio di una vita.

 

Poco prima che Harry Potter riapparisse dal ritratto di Ariana Silente, Ginny Weasley si guardò allo specchio e si maledisse da sola. Come poteva essere stata tanto stupida? Aveva aspettato tantissimo tempo per poter finalmente dimostrare a Harry ciò che provava, per essere completamente sua. Non avevano avuto possibilità di proteggersi e ora tutto sarebbe cambiato. Non riusciva neanche ad ammetterlo a sé stessa, come avrebbe fatto a dirlo a Harry? Ai suoi genitori? Cosa avrebbero detto?

La ragazza chiese a Harry se i due potessero parlare per qualche secondo. Da soli.

Harry era seduto nella brandina di Ginny e non fiatava. Lei gli aveva detto che dovevano parlare di qualcosa di importante.

“Siamo molto fortunati, Harry. Guardati intorno.” aveva iniziato a dire. “Siamo in Guerra, ovviamente, però penso che siamo molto fortunati.”

La ragazza si sedette sulla brandina insieme a Harry, prendendogli la mano. Gliela strinse e poi se la portò al ventre. Il ragazzo la osservò confuso. “Cosa stai facendo?” chiese Harry sistemandosi gli occhiali rotondi con la mano libera. “Che succede Ginny? Parlami per favore.”

“Siamo fortunati Harry. Te l'ho detto, no?” disse lei osservando le loro mani sul suo ventre. Non riusciva a trovare le parole e sperava che Harry capisse senza che lei dovesse dirlo esplicitamente. “Noi.. tre.”

Ci vollero alcuni secondi, ma poi Harry capì. I suoi occhi si fecero più grandi e la sua bocca si aprì leggermente. Lasciò la mano di Ginny e si alzò in piedi.

“Da quanto lo sai?”

“Da più o meno un mese.”

“Avresti dovuto dirmelo.. Potevi.. dirmelo in qualche modo..” Harry camminava per la stanza con una mano sopra la bocca, incredulo. Ginny scosse la testa. “Sapevo che avresti combattuto finchè la guerra non fosse finita.”

“La guerra non è ancora finita” ribattè Harry con un velo di rabbia. La ragazza si alzò e prese le mani di Harry. Gli baciò le nocche e gli sorrise.

“Guarda dove sei adesso e guarda da dove sei partito, da una piccola stanza in un sottoscala.” Harry sorrise leggermente, ma si poteva percepire ancora la sua rabbia. “Il fatto che sei vivo – che siamo vivi – è un miracolo. Questo dovrebbe già essere abbastanza.” Ginny gli diede un bacio casto sulle labbra e gli sorrise di rimando. Sapeva che non sarebbe stato facile d'ora in poi, niente sarebbe stato facile, ma voleva che lui fosse al suo fianco in ogni difficoltà. Amava già quel bambino.

“E sei questo esserino avrà anche solo una frazione del tuo sorriso o un frammento della tua mente, questo sarà abbastanza.” Ginny si passò una mano sul ventre. Ovviamente non poteva realmente sentire il bambino, ma sapeva che era lì, dentro di lei, che vagava e sognava. Come sarebbe stato? Avrebbe avuto i capelli rossi con Ginny? Gli occhi smeraldo di Harry? Da quando l'aveva scoperto, i sogni più ricorrenti erano proprio sul bambino. La ragazza tornò a guardare Harry. Sapeva di avergli dato una preoccupazione in più. “Non pretendo di sapere o capire le sfide che stai affrontando ma io non ho paura. Promettimi solo che tornerai vivo e questo sarà abbastanza.”

“Dopo la guerra, se ci sarò..”

“Quando ci sarai..”

“Come faremo? Dove vivremo? E' tutto così.. complicato” Harry era tornato a camminare per la stanza, questa volta con una mano tra i capelli corvini.
“Non abbiamo bisogno di un'eredità, non abbiamo bisogno di soldi. Prometti solo che tornerai vivo.” Ginny tornò a sedersi sulla brandina. Percepiva la paura adesso. Ora che glielo aveva rivelato, tutto era diventato ancora più reale, tutto sarebbe stato reale. Lui però non sembrava totalmente convito.

“Fammi essere parte della tua storia, fa che questo momento sia il primo capitolo dove decidi di restare con me. Con noi.”

Harry si voltò di scatto, guardò per qualche secondo Ginny negli occhi e poi le si avvicinò. “Pensavi davvero che ti avrei lasciato sola con il bambino?”

“I-Io non lo so..”

“Mai, Ginny. Mai.” Harry si mise in ginocchio, prese la ragazza tra le sue braccia e la strinse forte. “Noi saremmo abbastanza, lo siamo sempre stati e lo saremmo fino alla fine.”

  
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