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Autore: lidyalinne    12/07/2017    16 recensioni
Oscar e Andrè sono miracolosamente scampati alla morte durante l'assalto alla Bastiglia, anche se Oscar è ferita ad un braccio. Rosalie offre rifugio a lei e ad Andrè, nella sua casa, per tutto il tempo necessario a riprendersi. Lì, Oscar e Andrè gioiscono per essere vivi, insieme, anche se sono preoccupati per i compagni rimasti a combattere. Durante la convalescenza, da Rosalie e Bernard, hanno modo di riflettere sull'esperienza vissuta e chiedersi cosa ne sarà di loro. Una visita imprevista e inaspettata, giorni dopo, determinerà il loro futuro. Questa OS partecipa al LOVE CONTEST III.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Bernard Chatelet, Generale Jarjayes, Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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TUTTO IL MONDO FUORI

 
 
Parigi, 14 luglio 1789
 
Occhi negli occhi, fronte sulla fronte, mani nelle mani….una lacrima e un sorriso, la rivoluzione e tutto il mondo fuori.
L’aria, compressa da quattro umide pareti qua e là scrostate, è pervasa da odore di stantio; qui la povertà e la semplicità si impongono… ma tocchi di colore dei vasetti ricolmi di margherite e fiori di campo, accendono la certezza che, lì, la miseria non ha oscurato il cuore, lì, davvero, vi abita gente perbene.
Quella è la misera ma pulita casupola di Bernard e Rosalie, e Oscar e Andrè sono seduti sul loro letto.
Sono lì da pochi minuti e la certezza di essere al sicuro, li ha ammutoliti, nella semplice constatazione che sono vivi.
Oscar ha il braccio destro fasciato, e tenuto piegato alla spalla, con una fettuccia di cotone. Solo qualche ora prima un medico volontario, e votato alla causa della rivoluzione, le ha estratto una pallottola dal braccio, al confine con la spalla, e la ferita le fa molto male ma sopporta.
E’ viva e, con lei, anche Andrè è vivo…e solo questo conta.
Sono sporchi di polvere, sangue e le loro divise sono lacere ma si sentono graziati e sospesi ancora in una dimensione atemporale, avulsa da tutto, dove esistono solo loro, ancora per un po’.
Attimi in cui non c’è un pensiero di cosa succederà dopo….
Due mani si sollevano e si posano dolcemente sulle guance di Oscar…ci sono segni di polvere mischiati al sudore e tracce di sangue raggrumato, forse non solo il suo, ma non vuole pensarci Andrè….non vuole pensare all’inferno dal quale sono miracolosamente usciti.
L’accarezza con i pollici e la sente sospirare, le bocche sono vicinissime e improvvisamente c’è un lieve imbarazzo….
Dopo la loro prima notte d’amore, non hanno più avuto modo di vivere il loro sentimento…anzi si sono ritrovati a combattere contro le ingiustizie e contro la morte.
I ricordi di quella notte dipinta di stelle e di lucciole, torna prepotentemente alla sua memoria, si mescolano e lo emozionano allo stesso modo, il cuore accelera e si sente felice, felice esattamente come quella notte magica.
Sorride.
Lei sfugge il suo sguardo….
Un improvviso e assurdo dubbio attraversa la mente di Andrè….
 
E’ pentita?  No, non può essere.
 
Non lo è, infatti.
 
- Andrè….- le labbra di Oscar si schiudono appena in un mormorio, poi si posano leggere su quelle del suo amore e si lascia andare.
 
E’ un bacio sfiorato, è uno schiocco lieve, è un incontro di labbra….sembra un timido assaggio reciproco, come se fosse la prima volta, ma la ritrosia fugge in fretta e il piacere di baciarsi affiora potente.
La mano sinistra di Oscar si posa sulla nuca di Andrè, gli si fa più vicina, dimentica che ha un dolore tremendo al braccio destro, e i baci diventano più arditi e ardenti.
E’ ritornata la passione, forte e liberatoria….
Andrè la prende tra la braccia, delicatamente, facendo attenzione a non urtare il braccio ferito.
 
- Siamo qui….quasi non ci credo..e tu sei tra le mie braccia…Amore mio…- Andrè è felice dopo la paura provata durante l’assalto alla Bastiglia.
 
La sua Oscar, esposta in prima fila a guidare i suoi soldati e compagni, nel tentativo di espugnare la fortezza francese, lo hanno fatto tremare di una paura indescrivibile.
Era stata ritta, fiera, orgogliosa e impavida di fronte quell’edificio da cui proveniva una pioggia furiosa di proiettili.
Ha temuto per lei e ha provato una angoscia senza fine, terrorizzato all’idea che uno di quei proiettili la colpisse….a morte.
Aveva provato a farla desistere da quell’intento, prima della battaglia, resosi conto che morire sarebbe stato fin troppo facile….
Aveva fatto leva sul loro amore, sulla loro felicità…aveva provato, lui stesso poco persuaso, a convincerla a fuggire e lasciare quel mondo brutto ad Alain e ai suoi compagni…
Era stata la prima volta in cui si era sentito egoista, fortemente concentrato su stesso e sul desiderio di vivere la sua vita con lei, pur sentendosi in colpa al solo pensiero di abbandonare i suoi compagni.
Ma nello stesso attimo in cui si era reso conto che davvero non poteva credere di volere tanto, Oscar lo aveva abbracciato forte e gli aveva confermato che non poteva venire meno alle promesse fatte ai suoi soldati , né tantomeno ai suoi valori, all’amore per la sua patria e per il popolo umiliato e offeso dalla monarchia.
Non poteva fuggire in quel momento……doveva lottare la sua ultima battaglia anche per lui, per se stessa, che aveva dichiarato al suo reggimento di disconoscere il suo rango, il suo titolo, le sue nobili origini per riconoscersi solo nell’amore del suo compagno, e dunque ormai solo una donna del popolo.
L’ amore per Andrè e l’amore per la patria e la libertà erano totalmente identificate.
Andrè aveva compreso e accettato le sue parole e si era dichiarato pronto a lottare al suo fianco.
Ma nonostante questo, combattere insieme non era stato per niente facile…troppo il terrore di vederla cadere sotto il fuoco nemico.
Gli era sembrato di morire nel momento in cui l’aveva vista accasciarsi e, malgrado la sensazione paralizzante agli arti e la vista offuscata, non ci aveva pensato un attimo a sottrarla dal fronte, ferita al braccio ma viva.
Correndo a perdifiato, scansando a fatica i soldati e calpestando quelli morti si era diretto presso la piazzetta dove era stato allestito un improvvisato ospedale da campo.
La ferita non si era rivelata grave e dopo essere stata medicata, Rosalie, che aveva assistito il medico, li aveva praticamente costretti a rifugiarsi nella sua casa.
E per quanto fossero preoccupati per i compagni rimasti a combattere, avevano accettato.
 
- Senti il rombo dei cannoni, gli spari? Le urla....Dio, come finirà ai nostri compagni? – domanda Oscar stingendosi ancora più forte ad Andrè.
 
- Non lo so Oscar…non lo so….Vorrei che si salvassero tutti….Alain, Bernard, Gerard e tutti gli altri…. Io credo nel loro valore, vedrai…vedrai che ce la faranno – risponde Andrè contrito, poco convinto. E’ profondamente triste e preoccupato per loro ma non  può fare a meno di sentirsi sollevato per essere lì con lei. Non riesce a togliersi il senso di colpa per questo pensiero ma non ha alcuna intenzione di negare ciò che sente.  – Amore, adesso, perché non riposi un po’?  Sei stanca e ferita…dammi ascolto.
 
- Stare abbracciata a te è sufficiente a darmi ristoro, amore mio….Riposati con me…- suggerisce Oscar.
 
Andrè sorride; una emozione di intensa felicità cattura il suo cuore all’udire le parole di Oscar…
In fondo non è ancora abituato alle parole d’amore che Oscar gli rivolge, ma trova che è una novità bellissima.
 
- Tesoro….io starei così con te, in ogni istante ma tu devi ascoltarmi e obbedirmi: devi distenderti un po’ -  insiste dolcemente Andrè.
 
Oscar non risponde ma si stacca dall’abbraccio e annuisce.
E’ davvero distrutta e ha mal di testa, oltre al dolore pulsante al braccio che non l’abbandona.
 
- Potessi togliermi di dosso questa divisa e pulire la faccia….- una richiesta sentita.
 
- Certo, amore…Chiedo a Rosalie dell’acqua e delle pezzuole. Ci penso io a te…- dice Andrè con un sorriso solerte e lesto si alza e va nell’altra stanza.
 
Ritorna dopo pochi minuti munito di una catino e di un telo di lino appoggiato su una spalla.
Oscar è distesa sul letto e Andrè la trova addormentata; le sopracciglia sono accigliate ma le labbra sono distese in un sorriso, in perfetta sintesi col suo sentire: felice di essere in salvo con Andrè ma in ansia per i suoi soldati.
Andrè è travolto da un amore indicibile e da una tenerezza immensa.
Ancora quell’emozione discordante che esplode nel cuore: la serenità e il senso di colpa per esserlo.
Scuote la testa per liberarsi da quel pensiero molesto e si siede accanto a lei, dopo aver posato sul tavolino catino e telo.
Prende la mano di Oscar e la porta alle labbra.
E’ sua…completamente…e ancora stenta a crederci. Ha voglia di essere altrove con lei, sente il desiderio di allontanarsi da lì, da Parigi ma poi affiora la razionalità.
Cosa ne sarà di loro? Oscar ha detto addio a suo padre, non può certo ritornare a Palazzo, per di più ora che ha combattuto per il popolo ed essere diventata la sua donna. Forse questa volta il Generale li farebbe realmente fuori senza alcuna possibilità di essere fermato da niente e nessuno.
Sorride amaramente Andrè, al ricordo di qualche giorno prima, quando aveva sfidato il generale con la pistola….
Eppure….
Eppure….passato quel brutto momento, il Generale lo aveva salutato calorosamente dicendogli che se fosse stato nobile sarebbe stato ben lieto di vederlo sposato a sua figlia e che gli augurava di salvarsi negli scontri.
In fondo è un uomo del suo tempo, sicuramente eccentrico, severo, rigido ma capace di grandi slanci d’affetto.
Potrà mai accettare il loro amore di fronte al fatto compiuto? Non sa proprio rispondersi…meglio non sfidarlo, però. Non in questa situazione e sempre se fosse riuscito a salvarsi egli stesso dalla rivoluzione.
Che futuro li attende? Soprattutto, che futuro può garantire a Oscar? Dove? Come?
Domande importune che finiscono per chiudere in una morsa d’ansia lo stomaco e il cuore…
Non si preoccupa per sé ma per Oscar:lei non deve soffrire per causa sua, farà di tutto per tenerla al riparo.
Ma cosa fare?
Passa le mani sugli occhi: è pieno di incertezze e di stanchezza.
Si volta a guardare Oscar che dorme profondamente, i lineamenti del volto si sono distesi…
 
- Tesoro….in qualche modo faremo… - le sussurra posandole una carezza sulla guancia.
 
E’ proprio conciata male: la camicia è sporca e strappata dove il braccio è fasciato, le coulottes non hanno un aspetto migliore, gli stivali ancora ai piedi.
Andrè vuole rendere più sereno il suo riposo così le toglie gli stivali, facendo attenzione a non svegliarla, anche se stanca com’è, sa che non la sveglieranno le cannonate, che pur in lontananza ancora si sentono, e nemmeno i suoi movimenti.
Vorrebbe spogliarla ma non può denudarla così, allora quando si sveglierà, l’affiderà alle cure di Rosalie che certamente potrà procurarle dei vestiti puliti.
Ma decide di detergerle almeno il volto.
Impregna di acqua una pezzuola di lino nel catino e la sfiora delicatamente sulla fronte, poi sugli occhi, le guance, le labbra, il collo.
Oscar non si muove e lui continua; immerge nuovamente la pezzuola nell’acqua che ripercorre i lineamenti della donna; vanno via la polvere e il sangue e scopre qualche piccolo ematoma sullo zigomo destro e dei taglietti già cicatrizzati sulle tempie, sul mento, sulla fronte….
Dio, quanto ha rischiato Oscar!
E quanto è insopportabile vederla violata dal furore della guerra e dell’ingiustizia!
Eppure è rapito da quei segni sul volto, che non ha perso la sua bellezza, perché parlano dell’indole di Oscar, del suo coraggio, dei suoi valori, di tutto ciò che è lei e per cui la ama da sempre.
Si sente ammaliato dall’amore per lei, forse per la milionesima volta, e sa che non potrà smettere di amarla ed ora che anche lei lo ama, non dovrà far altro che renderla felice pienamente, per il resto della loro vita.
E’ una decisione irrinunciabile e inevitabile questa…esattamente come amarla.
In un tempo immemore ha scoperto che l’amava e che lo avrebbe fatto anche senza essere ricambiato, ed era stata una scelta consapevole, a volte anche sofferta ma fatale….
Adesso ha fatto la seconda scelta della sua vita: renderla felice, farla stare bene, proteggerla dai pericoli, dalla guerra.
Basta sì, con la guerra e con il mondo militare.
Ora deve iniziare una vita diversa, sarà così, a tutti i costi.
E come suggello ai suoi pensieri, le sfiora le gote con le nocche delle dita, poi si avvicina e le posa un bacio sulle labbra.
 
Saremo felici, amore, te lo prometto….
 
***
 
Rosalie bussa alla porta ma non ottiene nessuna risposta; riprova ma c’è ancora silenzio al di là della porta e allora comincia a preoccuparsi. Vorrebbe entrare ma teme di essere scortese e inopportuna….non sa che fare.
Un altro tocco alla porta, questa volta ancora più leggero ma il silenzio dall’altra parte persiste ancora.
Nessuno indugio: apre la porta con molta delicatezza.
 
- Andrè, Madamigella Oscar…disturbo? Tutto bene ?– la ragazza apre la porta ma lei rimane sull’uscio e tiene lo sguardo basso.
Finalmente solleva lo sguardo e lo punta sul letto e capisce il perché del silenzio.
Oscar e Andrè dormono profondamente.
Andrè è steso a fianco di Oscar, rannicchiato,  e le cinge la vita con un braccio.
Rosalie prova un moto di tenerezza per i due giovani e li lascia tranquilli.
Sono passate diverse ore, è sera e voleva chiedere loro se desideravano mettere qualcosa nello stomaco, oltre a rassicurarli sulla buona sorte di Bernard e di Alain e di pochi altri soldati.
Purtroppo alcuni sono morti e lei ne è profondamente dispiaciuta ma non può fare a meno di sentirsi sollevata nel sapere che suo marito e Alain se la sono cavata con poche ferite.
Non sa cosa accadrà domani, se si combatterà ancora ma sicuramente Bernard non potrà partecipare, perché è ferito alle mani, allo stomaco,  zoppica  e ha un vistoso bernoccolo alla fronte e le ha promesso che resterà a casa per i prossimi giorni.
Alain è conciato meglio di suo marito ma anche lui zoppica e, a parte questo, ha deciso di smettere di combattere perché il reggimento oramai è ridotto a un colabrodo e vuole solo occuparsi di sua madre e della sua vita.
E aiutare Oscar e Andrè se ne avranno bisogno.
 
- Come stanno? – chiede Bernard all’apparire di Rosalie
 
L’uomo è disteso su un giaciglio improvvisato, per terra…un grande sacco di iuta riempito di paglia e ricoperto da candide lenzuola. Non hanno altri letti in quel fatiscente bilocale e accettano di buon grado di ospitare Oscar e Andrè.
 
- Dormono e non li ho voluti disturbare. Adesso preparo del brodo con quello che ho in dispensa così quando si sveglieranno potranno rifocillarsi. E mangerai pure tu…senza tante storie…- sorride Rosalie col cipiglio di chi sa come ottenere quel che vuole.
 
- Va bene, tesoro…anche se non ho fame…..non riesco a togliermi dalla testa quello che visto e vissuto…. – dice Bernard, scuotendo la testa.
 
Bernard riprende a raccontare, ancora una volta, quello che è accaduto poche ore fa, come la Bastiglia sia caduta e la morte e la devastazione cui hanno assistito i suoi occhi ma Rosalie lo ferma, non ne può più di figurarsi certe scene orribili.
Bernard capisce e con un lieve sorriso, lascia cadere il discorso e la esorta a dedicarsi alla cena.
 
***
 
Parigi, 21 luglio 1789
 
Una settimana dopo la presa della Bastiglia, Oscar e Andrè sono ancora a casa di Bernard; Oscar sta molto meglio ma ha una leggera febbriciattola dovuta all’infezione della ferita ma un medico la sta curando bene.
Bernard è anch’egli convalescente , Rosalie e Andrè sono i loro infermieri.
Qualche sera prima sono venuti Alain, Gerard e altri due soldati  nonostante siano molto ammaccati. E’ stato bello ritrovarsi anche se hanno pianto i compagni morti e i tanti cittadini che hanno perso la vita durante l’assalto alla Bastiglia. Hanno parlato del loro futuro ma sanno solo che è tutto molto incerto.
Andrè teme per Oscar, teme che possa essere ricercata perché ha combattuto per il popolo e non per la monarchia. Ci sono confusione e incertezza nella città, occupata da tanti reggimenti di soldati.
Ma non sono ancora in grado di decidere niente, almeno non prima di essere guariti.
Ed ecco che ogni decisione è rimandata.
E poi….un imprevisto.
Andrè sta medicando la ferita di Oscar, lei fa una smorfia di dolore e lui l’accarezza e la bacia per consolarla…
 
- Madamigella Oscar….
 
- Sì, Rosalie, dimmi… - risponde Oscar sorridente e allegra per i baci ricevuti.
 
- C’è…c’è una visita per voi…- riprende timidamente la ragazza.
 
- Per me? – si stupisce Oscar accigliandosi pensierosa mentre Andrè si volta, ugualmente stranito e un po’ inquieto, verso Rosalie.
 
- S…ì…sì…- esita Rosalie -  Fatevi pure avanti, Generale Jarjayes….- annuncia  infine  la giovane.
 
Oscar e Andrè si fissano negli occhi, nello stesso momento, sono turbati ma pronti a qualunque sfuriata, minaccia, ritorsione….non hanno paura del Generale.
 
- Padre, voi qui? – esordisce Oscar, raddrizzandosi sul letto.
 
- Generale, i miei ossequi…- dice Andrè alzandosi in piedi e riverendolo.
 
- Come stai? -  chiede l’uomo rivolgendosi a Oscar.
 
Non ha una buona cera: è pallido e con lo sguardo vacuo, spento, si direbbe triste.
 
- Io sto bene, Padre, adesso…Ma come avete fatto a trovarmi? Perché siete qui?
 
- Generale, se dovete parlare in privato con vostra figlia, io vado di là….- dice Andrè.
 
- No, no…resta pure, Andrè. Devo parlare ad entrambi….- risponde l’uomo gettando uno sguardo alla misera stanza dove sta sua figlia.
 
Andrè invita il Generale a sedersi su una seggiola, ma l’uomo rifiuta  e inizia a parlare.
 
- Due giorni dopo l’assalto alla Bastiglia, mi era giunta voce che ti eri schierata dalla parte del popolo e che poi eri stata colpita, probabilmente uccisa…- fa una pausa accigliandosi in volto - Puoi immaginare quello che ho provato? Rabbia e dolore nello stesso momento! La figlia che tradisce il padre, la sua famiglia, il suo rango e poi….pensare che probabilmente è morta! Lo puoi immaginare? – ripete rabbioso e affranto il generale stringendo i pugni.
 
- Padre, io….capisco che voi…
 
- No, che non capisci, non capisci!- quasi ruggisce il padre ammutolendola -  Mi hai ferito nel profondo, ancora una volta…ancora una volta una figlia che preferisce battersi per il ceto cui non appartiene! – ribadisce il concetto, accalorandosi – E poi…
 
- E’ la mia scelta, padre, non potete obbligarmi a essere chi non voglio più… - lo interrompe  Oscar altrettanto decisa e sicura di sé.
 
- Tu non capisci….quel giorno, io… mi sono sentito tradito ma nello stesso momento non potevo non pensare che forse eri morta…. Forse era morta la figlia che mi aveva tradito, che aveva calpestato il suo nome….morta….Non riuscivo a non pensare ad altro. Morta. E questo pensiero mi ha definitivamente strappato il cuore…il mio cuore di padre…orgoglioso di una figlia che tante soddisfazioni mi aveva dato, nonostante le sue ultime scelte. Dovevo sapere la verità sulle tue condizioni. E così ho chiesto a un mio soldato di cercarti, di scoprire la verità….ma infruttuosamente. Poi ho pensato che se ti fossi salvata, di certo non saresti tornata a casa e che avresti cercato rifugio da amici, magari eri ferita. E mentre speravo che Andrè ti fosse sempre accanto…Allora, mi sono ricordato di Rosalie, lei ti avrebbe di certo aiutata, così  l’ho fatta cercare e ti ho trovata. E sei viva….grazie a Dio…. – spiega il generale accoratamente, mescolando afflizione e delusione nei gesti, nell’espressione del volto.
 
- Mi spiace padre per avervi causato tutto questo dolore, io vi comprendo e perdonatemi, se potete…..
 
Il generale, inaspettatamente, si commuove….i suoi occhi si riempiono di lacrime che tenta di allontanare con le mani, si schiarisce la voce, prova a darsi un contegno, di riacquistare il suo atteggiamento severo, distaccato ma non ci riesce.
E si arrende.
 
- Figlia mia….il pensiero che tu fossi morta ha dato meno peso ad alcune mie convinzioni e io ora sono qui per proteggerti, come tocca fare a un padre, e per lasciarti vivere come meglio credi, come il tuo cuore sente. 
 
- Padre…. – mormora Oscar stupefatta, volgendo lo sguardo su Andrè con la stessa sua emozione dipinta in faccia.
 
- Non mi interrompere – riprende il Generale serio – Quello che voglio dirti è molto importante e ti prego di darmi ascolto. E’ probabile che la tua posizione di dissidente giunga alle orecchie dei tuoi superiori, al Re; non so se vorranno chiarimenti da te…Beh, in ogni caso, non voglio che ciò accada….allora ti prego, non appena  starai bene e sarai in grado di muoverti, parti alla volta della Normandia, nella nostra tenuta. Lì sarai al sicuro e qui, se ce ne dovesse essere bisogno, ti proteggerò, saprò cosa dire…. – spiega l’uomo estremamente convinto.
 
- Padre, io vi ringrazio ma…è giusto che sappiate che io e Andrè ci amiamo e senza di lui non vado da nessuna parte – una dichiarazione franca e decisa.
 
Il Generale fa un sorrisetto sarcastico.
 
- Io questo lo so….Era ovvio che intendevo mandarti in Normandia con Andrè e che vi amiate o no, a me, poco importa, adesso. Sto imparando che ci sono fatti evidenti nella vita che nessuno può cambiare e che devono essere accettati se un bene supremo li sovrasta. Fate quanto vi ho detto prima possibile e….siate felici. Provvederò io stesso a mandare le vostre cose… gli effetti personali in Normandia: la tenuta è vostra.
 
Oscar e Andrè sono allibiti e quasi sconvolti dalle parole del Generale, non si aspettavano di certo che il dolore per la possibile morte di Oscar potesse sviluppare in lui un tale atteggiamento di empatia e comprensione verso la figlia e verso il loro amore…
E fino al punto di pregarli di recarsi in Normandia e vivere là….
Sembra un miracolo…
 
- Padre…..- sussurra Oscar alzandosi dal letto e avviandosi verso il genitore.
 
E’ a pochi passi da lui: si osservano e si scrutano senza proferire parole.
 
Oscar non ha mai abbracciato il padre, non ci sono state mai effusioni d’affetto palesi, né con le parole né con i gesti. Vorrebbe stringergli le mani ma non vi riesce.
Il padre prova le stesse sensazioni e le medesime emozioni della figlia…
E’ scosso da lievi tremiti, vuole finalmente riconoscere Oscar per quella che è: una donna e una figlia che è stata sempre obbediente per tutta la sua vita.
Merita la sua libertà come la intende lei, così come questo amore per Andrè che, per quanto servo, ha dimostrato una nobiltà d’animo che non può non riconoscere e a cui è giusto dare dignità.
Per quanto non lo accetti, il mondo sta cambiando, si sta sbriciolando attorno a lui; i vecchi valori si stanno perdendo per dare forza e potenza all’uguaglianza, alla fratellanza, alla libertà…non può far finta di non vedere  e di non capire.
E se ripensa a cosa è stato per lui e per sua figlia, Andrè, in tutta la sua vita di obbedienza, coraggio, correttezza e moralità capisce che forse questi nuovi valori inneggiati dal popolo francese, non sono poi così scandalosi ma piuttosto concreti e veri….
Il Generale si fa avanti spinto dai suoi pensieri…
Adesso fronteggia la figlia che non ha smesso di guardarlo…poggia le mani sulle sue spalle, le stringe lievemente come fossero carezze.
Si sente travolto dall’amore per lei…tremano le sue mani e poi si sollevano per poggiarsi sul suo viso, come a contenerlo e infine, guidato dal cuore le posa un bacio delicato sulla fronte.
 
- Vivi Oscar, vivi come meglio credi e sii felice….finalmente.
 
Oscar non regge più questo amore e questa dolcezzq infinita, nella compostezza,  e le sue emozioni si sciolgono in un pianto irrefrenabile.
E, dimentica di avere di fronte il padre che ha sempre rifuggito le affettuosità, gli si stringe appena al suo petto.
Ed è felice.
Lui l’accoglie tra le braccia.
Sono entrambi molto felici.
E con loro Andrè, a cui è sfuggita una lacrima di commozione.
 
***
 
 Regione della Normandia, 20 agosto 1789
 
Il sole sta sorgendo lentamente sull’orizzonte del mare, dipingendolo di strie luccicanti; il cielo è terso e celeste, punteggiato qua e là dal volo intrepido di alcuni gabbiani che sembrano giocare a rincorrersi.
 L’aria profuma di salsedine e accoglie il suono ritmico e incessante della risacca e lo diffonde in uno sciabordìo conosciuto e rilassante….
La Normandia: eccola, nel suo splendore fatto di sole e di mare e dei loro ricordi di una vita.
Dopo un viaggio durato alcuni giorni, Oscar e Andrè sono arrivati finalmente nella villa.
Oscar sta ormai bene, la ferita al braccio è guarita anche se di tanto in tanto pizzica; Andrè le passa ogni sera un unguento che dovrebbe servire a sciogliere l’ematoma ancora molto vasto.
La Rivoluzione è ancora nei loro pensieri, nel ricordo dei compagni morti e di quelli feriti ma convalescenti.
Il generale ha predisposto ogni cosa per il viaggio e il trasferimento in Normandia.
Ha detto che quando potrà spostarsi da Parigi, li raggiungerà per….discutere della loro vita futura, senza aggiungere altro.
Ormai sanno che qualunque discussione sarà solo per aiutarli a ricostruirsi la loro esistenza lì, in Normandia…e a loro va benissimo, per il momento.
Devono scrollarsi di dosso ciò che hanno vissuto e ritrovare la serenità, oltre a viversi, finalmente, secondo il loro amore.
Il resto verrà da sé.
 
- E’ da tanto che non facevamo ritorno qua, vero Andrè? – esordisce Oscar entrando nella sua camera, luminosissima grazie alle grandi finestre aperte.
 
- Sì, un paio di anni, credo…- risponde Andrè guardandosi intorno e guardando lei, splendida con quegli occhi accesi di gioia e di dolcezza che hanno un non so che di infantile.
Non è più pallida anche se è ancora parecchio magra.
Sta curando la tosse che il medico Lassonne aveva diagnosticato come tisi, quando invece si tratta di una infiammazione ai polmoni perfettamente curabile con il riposo e una buona alimentazione.
 
- Andiamo in balcone…- dice Oscar prendendolo per mano e trascinandolo verso la veranda.
 
E’ da sempre il loro luogo preferito: da lì si gode la vista del mare che si perde nell’orizzonte abbracciato dai raggi dorati del sole.
Ci sono un tavolino e due sedie in ferro battuto dove da sempre consumano i pasti.
E ritornano alla memoria di entrambi immagini di tante colazioni, pranzi e cene gustati lì, giocando e combinando disastri da piccoli, e parlando, discutendo e dibattendo su vari argomenti, da adulti.
Andrè è felice e ha una smania irrefrenabile di averla tra le braccia, di baciarla, di fare l’amore con lei….non è più successo dopo la notte al boschetto.
Si vergogna un po’ di questo suo pensiero carnale mentre lei sta parlando del mare, dei gabbiani, della spiaggia… senza sentirla davvero.
 
- Ma mi stai ascoltando? – chiede Oscar parandosi davanti a lui, con le mani ai fianchi.
 
Eccola, è tornata bambina, è tornata la mia inguaribile peste, con gli occhi che meditano guai se non si sente presa in considerazione….
 
Andrè le sorride, la fa una finta smorfia di insofferenza e sbuffa vistosamente.
 
- Ah…questo è tutto quello che sai dirmi?- sorride a sua volta Oscar, ritrovando anch’ella, il ragazzo sereno, pacificato e allegro che l’ha accompagnata nella vita, tranne in quei mesi di distanza tra loro.
 
E’ meraviglioso vederlo così e poi è dannatamente bello….
E Dio, quanto ti amo!
 
Solleva le braccia verso di lui e in un attimo è stretta al suo petto.
E si scatena la passione, senza remore e  timori.
Si baciano con un tale ardore che quasi dimenticano di prendere fiato mentre le mani corrono ad esplorare il corpo dell’altro.
Andrè la trascina dentro la stanza camminando all’indietro, scansando per un pelo una poltroncina ma finendo per urtare la gamba sul comodino.
Un gemito di dolore gli sfugge dalle labbra ma imperterrito prosegue il suo cammino a ritroso, verso il letto dove poi si siede cautamente  per accogliere Oscar a cavalcioni sulle sue gambe.
Se non fosse per il braccio, la stenderebbe sul letto senza tanti complimenti ma si trattiene, prova a calmare i suoi bollori e si fa tenero e dolce.
La stringe forte a sé e, se non può rischiare di farle male al braccio con gesti irruenti, non può però evitare di divorarle la bocca e di fare suo ogni sospiro che lei si lascia sfuggire.
Si accarezzano in volto, si sfiorano le la schiena, si annusano,beandosi del loro profumo e del calore che emanano i loro corpi.
 
- Te la senti di fare l’amore? Vuoi? – le chiede lui a fior di labbra.
 
- Sì – è la semplice risposta di Oscar -  Aiutami a togliere la camicia – lo sollecita fissandolo negli occhi con desiderio e un pizzico di timidezza.
 
E lui obbedisce: le solleva l’indumento e lo lascia scivolare da un braccio mentre da quello ferito lo fa con lentezza e con attenzione.
E  tra il fruscio della camicia che finisce per terra e il profumo che sprigiona la sua pelle, appare ai suoi occhi il seno candido e i capezzoli rosei e turgidi.
Gli sembra di impazzire, esattamente come la prima volta, e adagia il suo volto tra quelle rotondità, onorandole con baci che strappano un gemito di piacere di  ad Oscar.
E con questo prima sensazione di piacere, Oscar ritorna con la mente alla sua prima volta con Andrè....l’emozione sale di intensità e con essa un ardore irrefrenabile.
Sente un tuffo al cuore e una contrazione allo stomaco che sembrano strapparla ad ogni cognizione razionale.
E’ perduta ed è bellissimo sentirsi così….
Andrè si distende sul letto portandosi Oscar appresso e libera lei e se stesso dalle coulottes. In un attimo riesce a togliersi la camicia, aiutato da Oscar, e da quel momento, felici di ritrovarsi e di riassaporarsi nudi, pelle contro pelle, sesso contro sesso, si lasciano andare al loro folle amore.
Porta Oscar sotto di sé, senza gravarle troppo con il peso,e tra sospiri e carezze, nella bellezza dell’amore fatto di emozioni e sesso, lui è presto dentro di lei che lo accoglie felice e delirante.
 
- Ti amo, Oscar….- le sussurra Andrè mentre gode nel fondersi con lei…
 
- Ti amo, Andrè…- gli risponde lei, felice di riprovare quell’emozione miracolosa di sentirsi amata…in quel modo ed essere fonte del piacere di lui.
 
E mentre non smettono di sussurrarsi l’amore e di viverlo sulla propria pelle, il sole, ormai sorto da un pezzo, sembra occhieggiarli dalla finestra aperta; e un riverbero dei suoi raggi si poggia, come in una carezza, sui corpi dei due amanti che sono scampati alla morte, alla furia di un uomo severo e inflessibile, diventato incredibilmente solo un padre che ama, e che si aprono a un destino che probabilmente darà loro la felicità completa…
….e nella libertà, nell’uguaglianza e nella fraternità.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Il mio terzo tributo al loro amore mi è venuto così, forse meno leggero del solito…ma così è! Grazie a chi leggerà, sperando che non si annoierà! :-)
Un abbraccio,
Sandra

 
  
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