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Autore: JennyCorvonero    13/07/2017    1 recensioni
Spin-off della storia “Legami di sangue”. Qui troverete dei missing-moment, song-fic o sogni ad occhi aperti dei vari protagonisti, un po’ come mi suggerisce la testa. Spero che l’idea vi piaccia!
Dal testo:
“Rosie?”
“Dimmi Jamie.”
“Secondo te perché i nostri cuori battono così forte adesso?”
La bambina sorrise, come se suo cugino avesse fatto una domanda davvero stupida.
“Perché io ti amo, Jamie.”- rispose semplicemente, come se fosse ovvio.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: James Sirius/Rose, Ron/Hermione, Rose/Scorpius, Vicktor/Hermione
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Ta-daaaaan! Eccoci con il primo missing-moment della storia. Se avete letto bene è stata citata una certa quercia del giadino di nonna Molly sotto cui James e Rose giocavano da piccoli. Spero vi piaccia!


 
Quando non sapevo di amarti.
 
 
 
 
Luglio 2008.
 
 
 
Qui incido senza timore
Il sentimento che ho nel
cuore.
 
 
 
 
Quella particolare quercia, situata in una casetta diroccata di Ottery St.'Chatchpole aveva visto un sacco di amori nascere vicino alle sue radici, e non c'era da sorprendersi visto quanta gente frequentava la casa con cui confinava.
Ma torniamo a noi...chi aveva iniziato ad amarsi sotto di lei? Ron ed Hermione, ad esempio. Ma anche Harry e Ginny. E ci si erano sposati Bill e Fleur.
In quella calda estate, stava germogliando, proprio li sotto, un nuovo amore.
 
James Sirius e Rose avevano a quel tempo nove e sei anni, rispettivamente.
James sapeva soltanto che amava sua cugina da morire. Non sapeva certo il significato di quella parola, era un bambino, ma sapeva che per lui, lei era davvero speciale, diversa dalle altre. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per quegli occhi verde smeraldo.
Rose amava tantissimo suo cugino, ma non poteva ancora saperlo. Adesso le bastava giocare al principe e alla principessa con lui sotto la quercia, le bastava rincorrerlo e poi scappare a sua volta per non farsi fare il solletico, le bastava stare stesa sull’erba, accoccolata al suo piccolo petto, per ascoltare il battito del suo cuore.
 
“Jamie?”
“Dimmi Rosie.”
“Perché il tuo cuore batte così forte?”
“Non batte forte.”
“Ma sì, invece. È come se facesse una capriola ogni tanto, lo sento!”
James restò in silenzio.
“Jamie?”
“Che vuoi ancora?”- disse il bimbo con un finto tono scocciato.
“Niente.”- rispose la cuginetta, offesa.
“Dai! Scherzavo.” – rispose carezzandole i capelli.
La bambina arrossì, e si strinse ancora più forte a lui.
“Mi piace il tuo cuore, Jamie.”
“Che razza di frase è: mi piace il tuo cuore?!”
“Quanto sei antipatico!”- disse la bambina, voltandogli le spalle e girandosi sul fianco sinistro.
“Sei arrabbiata?”
“Mrg.”
Il bambino le punzecchiò un fianco e Rose cominciò a ridere forte.
“Smettilaa!!”- gridò ridendo. –“Mi fai il solletico!”
“Solo se ti stendi e mi fai ascoltare il tuo cuore.”
La bambina si voltò e guardò James negli occhi. Erano uno di fronte all’altra ora.
“Il tuo cuore si sente già a questa distanza, sai?”- disse James, che amava sfottere sua cugina.
“Batte forte solo se ci sei tu.” -disse Rose, socchiudendo gli occhi.
Qualche raggio di sole era riuscito a vincere le fronde dell’albero, le infastidiva gli occhi.
“Mi piace il tuo profumo.”- disse James, annusando la fronte di sua cugina.
“Ma non ho messo il profumo!”
“Intendo il tuo odore. Profumi come i fiori di nonna Molly.”
 
I bambini si guardavano negli occhi, ignari che tutto questo era solo l’inizio.
Si fissarono per minuti interminabili, e in questo lasso di tempo James pensò che avrebbe tanto voluto sposarla una volta diventato grande. Poi però si ricordò che un giorno, mentre parlava con sua mamma, lei gli disse che questo era impossibile, perché Rose era sua cugina e non si sarebbero mai potuti sposare. Quando chiese il motivo, sua madre disse semplicemente: “Avete lo stesso sangue.”
 
“Rosie?”
“Dimmi Jamie.”
“Secondo te perché i nostri cuori battono così forte adesso?”
La bambina sorrise, come se suo cugino avesse fatto una domanda davvero stupida.
“Perché io ti amo, Jamie.”- rispose semplicemente, come se fosse ovvio.
Il bambino la fissò sbigottito.
“Ma che dici?”
“Perché? La mamma dice sempre a papà che lo ama, quindi perché io non posso dirlo a te?”
“Perché siamo cugini, scema!”
“E allora?”
“Bhe…”- disse lui, tentennando- “Non si può e basta.”
“Perché?”
“Non lo so Rosie, mamma ha detto che non si può, abbiamo lo stesso sangue.”
“Però abbiamo gli occhi diversi, questo non conta?”
“Non ne ho idea.”
 
Si voltarono di nuovo a pancia all’aria, ma adesso erano distanti e si sfioravano solo le mani. Stettero in silenzio ancora un po’, con il vento caldo di luglio che scompigliava i capelli di entrambi e lasciava svolazzare il vestitino verde di Rose.
 
 
“Comunque a me non interessa.”- disse la bimba.
“Che cosa?”
“Quella roba li, del sangue uguale.”
James non rispose.
“A te importa?”- domandò Rose.
Lui si girò e prese una margherita solitaria, che cresceva tra le radici della grande quercia che faceva loro ombra. Poi si sollevò e girandosi nuovamente verso di lei, pose il fiorellino tra i capelli di sua cugina.
 
“A me importa solo di te, Rosie.”
 
  
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