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Autore: Bonni4    13/07/2017    1 recensioni
Più di un lettore si sarà chiesto: "Cara zia Rowling, perché far morire Fred Weasley di una morte così tragica e senza senso? Perché non salvarlo e risparmiarci il dolore? In effetti avresti potuto salvarlo in mille +1 modi!" Questo è ciò che tenterò di fare per regalare a questo personaggio il lieto fine.
Dal testo:
“E’ estremamente efficace su qualsiasi tipo di ferita magica, comprese quelle causate dalle Arti Oscure. Può guarire ferite mortali, in questo caso quelle di Fred Weasley. La sua situazione era disperata.”
“Perché non ne eravamo a conoscenza? Avrebbe salvato un sacco di vite!” incalzò Harry.
“E’ un incantesimo estremamente complesso, proibito agli studenti. Solo i maghi superiori, medimaghi o professori esperti sanno eseguirlo con successo. Non mi sembra il vostro caso…” replicò la McGranitt, porgendo un lieve sorriso al trio per poi sparire.
Genere: Angst, Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Il trio protagonista, Minerva McGranitt, Percy Weasley
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Harry, Ron e Hermione si girarono di scatto al suono inconfondibile di un duello in corso: i Mangiamorte erano entrati ad Hogwarts.
Spalla contro spalla trovarono Percy e Fred che scagliavano maledizioni a destra e a manca.
“Ah Ministro…” sentenziò Percy dopo aver scagliato uno Schiantesimo contro un Mangiamorte: “Le ho detto che do le dimissioni?”. Un altro anatema e il Mangiamorte si trovò a terra, immobile.
“Hahaha Perce, hai fatto una battuta!?” Fred si girò verso il fratello guardandolo con stupore; poi si rigirò e agitò la bacchetta con un lieve movimento del polso, schiantando anche l’altro Mangiamorte che stava duellando contro i Weasley.
“Cioè hai veramente fatto una battuta? L’ultima che ho sentito da te risale tipo al…”
Il gemello si arrestò all’improvviso; il pavimento iniziò a tremare a intervalli regolari. Si sentì un rombo provenire dalla stanza accanto alla loro.
Ron prese per la manica Fred e Percy e li tirò verso di se mentre la parete di pietra esplodeva in mille pezzi. I cinque maghi vennero catapultati dall’altra parte della stanza.
Tutto iniziò a vorticare nella testa di Harry; aprì e chiuse gli occhi un paio di volte per riprendersi mentre ansimava e cercava a tastoni la sua bacchetta. Gli occhiali si erano incrinati e sporcati di fuliggine.
“Hermio…ne” sentiva ansimare Ron accanto a lui.
Hermione era in piedi dietro di loro, la bacchetta levata in aria.
“Incantesimo di Protezione, Protego Horribilis… Efficace contro ogni anatema oscuro.”
Si sentì un ruggito.
“Fred…no Fred…no! Fred?!?”
Percy era in preda al panico, scuoteva il fratello mentre rivoli di sangue scuro gli scendevano dalla testa e andavano a depositarsi sulla giacca coperta di polvere e fuliggine.
Il sangue che usciva dal naso si stava raggrumando; aveva tagli e ferite più o meno profonde in tutto il corpo, qualche costola fratturata, le gambe giacevano molli e scomposte sul pavimento.
Ron si alzò di scatto, si sentiva male ma cercò di ignorare il senso di nausea e si avvicinò al fratello barcollando.
Gli toccò la fronte sudata, poi tastò con due dita la vena sul collo.
Un flebile battito era presente, qualcosa. Era abbastanza per lui.
Quel battito dava ancora speranza.
“Dobbiamo portarlo via di qui.”
 
Hermione continuava ad evocare l’incantesimo di protezione mentre Ron si caricò sulle spalle il fratello.
“Harry… Resta con Hermione. Io e Percy andiamo a cercare George e il resto della famiglia. Dobbiamo salvarlo.”
Harry esitò un momento, guardando il pallido viso del gemello, la sua bocca piegata in una smorfia quando un attimo prima stava ridendo.
“Va bene, state attenti e fate presto.”
Ron iniziò a correre giù dalle spalle con il fratello in groppa, davanti a lui Percy scagliava fatture senza pietà con gli occhi pieni di lacrime e la bocca piena di schiuma, digrignando i denti. Non sarebbe morto così, non l’avrebbe permesso.
Arrivati al piano terra, svoltarono un paio di corridoi e videro una massa di capelli rossi che sormontavano una benda sporca di polvere e sangue. George.
Schiantò il Mangiamorte con cui stava duellando e si girò soddisfatto, ignaro di ciò che era successo.
Individuò subito Ron e Percy, ma si fermò come pietrificato. La smorfia di trionfo tramutò in paura, orrore viscerale che non permetteva al gemello di muoversi, reagire, pensare.
“George!!” Ruggì Percy dall’altro lato del corridoio sgombero.
Quando si decise a muoversi il gemello scivolò, si riprese e raggiunse i fratelli. Entrambi si rinchiusero in uno sgabuzzino per le scope.
Colloportus” sentenziò Percy.
“Cosa…” gemette George, il naso gli pizzicava e rivoli di lacrime silenziose gli solcavano le guance.
“E’ ancora vivo Georgie, ma dobbiamo trovare mamma, dobbiamo aiutarlo.”
Al gemello vorticava la testa, ma brandì la bacchetta e la puntò contro la testa di Fred: “Epismendo”.
Di nuovo l’incantesimo venne pronunciato fievolmente da George, rispettivamente su braccia, sterno e gambe del gemello, i punti più danneggiati.
“Non è sicuro andare adesso, la scuola pullula di Mangiamorte e chissà cos’altro. Dobbiamo aspettare.” Sentenziò Percy massaggiandosi il collo.
“Aspettando morirà! Le mie cure non sono sufficienti… i-io non lo voglio perdere… non posso.” Sbraitò George in preda alle convulsioni.
“Avranno bisogno di me…” replicò Percy.
“Tuo fratello ha bisogno di te!”
“Devo andare, proverò ad avvisare gli altri.”
George cercò di aggrapparsi alla manica della camicia di Percy.
“George, lascialo… lascialo andare.” Concluse Ron, che guardò di sottecchi il fratello maggiore.
Il gemello rinunciò alla vana battaglia e lasciò andare Percy che si dileguò con un semplice “Alohomora”.
Gli occhi erano rossi per il pianto e il naso colava. Carezzava piano le guance del fratello, i capelli, gli teneva la mano.
 
Ad un certo punto un segnale arrivò, ed era poco dire che non era ciò che i due Weasley si aspettavano.
La voce di Voldemort risonuava per la scuola; in ogni corridoio, in ogni stanza, ogni angolo e crepa di Hogwarts era pieno delle parole del Signore Oscuro.
Un’ora di tempo, Voldemort concedeva un’ora di tempo per radunare i deceduti e far saltare Harry allo scoperto.
I due Weasley non se lo fecero ripetere due volte: George prese in braccio Fred e spalancarono la porta dello sgabuzzino.
Il corridoio era vuoto, l’aria che si respirava era pesante.
George si mise a correre verso la Sala Grande, bacchetta stretta in pugno. Avrebbe salvato il fratello, ci sarebbe riuscito e non l’avrebbe più lasciato andare.
Arrivati alla Sala Grande lo scenario era più o meno quello che si aspettavano: tante brande disposte in fila, tanti corpi che giacevano su di esse. Poteva esserci Fred su una di quelle brande. A George salì un conato di vomito.
La famiglia Weasley era poco lontana, mancava Percy.
Molly Weasley fu la prima a vedere la scena e un urlo di orrore fece voltare il resto della famiglia: George portava in braccio un Fred esanime, Ron dietro di loro, sconvolto.
Si avvicinarono tutti, Molly urlava di dolore mentre Artur la teneva accanto a se.
“Non… è ancora vivo. Fate in fretta… vi prego fate qualco…sa” riuscì a gorgogliare George.
La professoressa McGranitt chiamò Vitius e Madama Chips e insieme portarono Fred in un’altra stanza, lasciando George a bocca aperta, con le mani ancora sollevate ad accogliere aria, lo spettro di una macabra risata impresso sul volto.
 
“Come? Voglio sapere, ho il diritto di sapere come hanno fatto a guarire mio fratello!” sbraitò Ron.
Vulnera Sanentur!” rispose la McGranitt assorta nei suoi pensieri.
“Mai sentito nominare…” replicò Hermione storcendo il naso. Non le piaceva non essere a conoscenza di un incantesimo, qualunque esso sia.
“E’ estremamente efficace su qualsiasi tipo di ferita magica, comprese quelle causate dalle Arti Oscure. Può guarire ferite mortali, in questo caso quelle di Fred Weasley. La sua situazione era disperata.”
“Perché non ne eravamo a conoscenza? Avrebbe salvato un sacco di vite!” incalzò Harry.
“E’ un incantesimo estremamente complesso, proibito agli studenti. Solo i maghi superiori, medimaghi o professori esperti sanno eseguirlo con successo. Non mi sembra il vostro caso…” replicò la McGranitt, porgendo un lieve sorriso al trio per poi sparire.
 
 “Freddie?”
Fred si sentiva carezzare piano la testa. La maggior parte del corpo non riusciva a sentirla e a muoverla.
“Mmh”
A George si illuminarono gli occhi. Si rizzò sulla sedia e guardò intensamente il gemello.
“Come ti senti Freddie?”
“Mmh, se pensi che risponderò con una stupida battuta come hai fatto tu ti sbagli di grosso…” Accennò un sorriso e aprì solo un occhio per guardare il suo volto.
“Sei patetico!”
“Sono comunque più bello di te.”
 


NdA:
Oookay, dovevo liberarmi di questa “roba” perché mi stava opprimendo il cervello (che doveva essere demenziale ma ho deciso di fare la seria per una volta nella vita).
Poi insomma… lo sappiamo tutti che è andata così.
Fred è vivo perché lo dico io. Ciaone alla Rowling.
Cioè ci voleva tanto a “non ucciderlo”? Qualcuno per favore mi spieghi a cosa è servita la morte di Fred (come quella di Dobby d’altra parte), perché io non le prendo alla leggera le morti “inutili”(e parlo nei libri per carità)…
Esempio di morte “utile”: Silente (= Voldemort si sarebbe fidato di Piton)… anche se… okay sto zitta.
Morte “inutile”: Fred Fottuto Weasley!!!
La smetto di farneticare va bene, ma se qualcuno condivide la mia idea mi contatti… mi piacerebbe fare una discussione su questo argomento J
Alla prossima!
 
P.s: se volete una serie su “Come UN DETERMINATO PERSONAGGIO non morì di una morte tragica” basta chiedere! A voi la scelta del personaggio :P
 
S.B
 
 
 
  
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