Scritta ispirandomi al Giorno 4 del #grayoloturia: Trova una ship adatta a Hurt di Johnny Cash.
Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=vt1Pwfnh5pc.
Testo utilizzato: http://testitradotti.wikitesti.com/2014/04/hurt-testo-traduzione-e-video-ufficiale-del-singolo-di-johnny-cash/.
Solo una volta all'anno
Iruka
osservò Kakashi sfilarsi il camice candido e la
mascherina.
Si
appoggiò contro lo schienale del divano e si
grattò
il naso, lì dove c’era la sua cicatrice.
“Possibile
che riusciamo a vederci sempre e solo una
volta l’anno? Sembra quasi una maledizione” si
lamento Kakashi. Si voltò e
appoggiò la mano su un fianco, piegò di lato il
capo facendo ondeggiare i corti
capelli grigi.
“Almeno
questa volta è giusto in tempo per una festa
tradizionale, così abbiamo qualcosa da fare. Anche se questa
situazione non
piace nemmeno a me. Sono sempre in missione”
mormorò Iruka. Il suo viso era
accaldato e mosse il ventaglio, facendosi un po’
d’aria.
Kakashi
raggiunse un ventilatore e lo accese.
“Hai
scelto tu la vita del soldato. Io l’ho lasciata
per entrare in ospedale quando ho capito che preferivo vivere a lungo,
piuttosto che seguire le orme di mio padre”
ribatté.
Raggiunse
l’altro e si sedette sul bracciolo della
poltrona.
“Se
sei già così accaldato, se ti aumenta ancora un
po’
la temperatura, non si noterà” sussurrò
seducente. Piegò la schiena e gli baciò
il collo in più punti, gli mordicchiò la pelle e
succhiò.
Iruka
arrossì e avvertì una fitta al basso ventre,
sentì
i pantaloni stringergli. Si nascose la bocca con una mano, mentre
l’altro
leccava e gli sfuggì un gemito.
Kakashi
gli tolse la mano dalla bocca.
“Se
non ti sento, non è divertente” ribatté.
“Ka-Ka…
Ka… Kaka…shi” biascicò,
mugolando di piacere.
Quest’ultimo gli sciolse i capelli e gli passò le
dita tra le ciocche.
“V-voi
siete stato… il migliore addestratore… che
potessi avere. Però, spero di non ritrovarmi nello stesso
rapporto, con le mie
reclute” farfugliò Iruka.
Kakashi
fece una risata roca ed iniziò a spogliarlo.
“Magari
alla festa andiamo dopo. Ci vediamo così poche
volte, che mi sembra ingiusto sprecarle” mormorò.
Iruka
annuì, Kakashi si alzò e chiuse a chiave la
porta del suo studio medico.
“Puoi
stare tranquillo, io questo rapporto ce l’ho
solo con te” disse con tono atono. Si voltò e
raggiunse nuovamente l’altro, si
piegò in avanti e gli afferrò il mento,
obbligandolo ad alzare il capo. “Vuoi
dirmi che vuoi qualcun altro? Che sogni qualcun altro?” disse
con voce roca.
Iruka
socchiuse le gambe e scosse il capo.
“No.
Voglio molto bene a parecchi di loro, tra cui il
mio ex-allievo Naruto. E ho molte amiche anche donne, ma voi siete voi.
“Quando
ti ho conosciuto ero quasi crollato, non mi
era venuto in mente che potessi cambiare vita. Non sentivo
più nessun tipo di
emozione, ero arrivato a ferirmi da solo. Per potermi concentrare sul
dolore
abbastanza da sentire qualcosa di reale”. Iniziò a
dire Kakashi. Gli slacciò i
pantaloni e glieli abbassò. “Mio padre
è morto piangendo una bandiera e una
guerra persa. Io per lui nemmeno esistevo, soprattutto da quando mia
madre era
morta. Ubriaco e disonorato, quando in guerra era stato un eroe. Avrei
fatto la
sua stessa fine, una serie di medaglie vuote e fredde”. Gli
sfilò le scarpe e
gli tolse anche i calzini.
“Tu
eri orfano, giovane e spaventato. Eppure avevi un
gran cuore, sapevi scavare a fondo nelle persone. Mi hai impedito di
drogarmi
quando quelle punture che facevo di nascosto erano diventate le mie
uniche
amiche” mormorò.
Iruka
piegò di lato il capo, i suoi occhi erano
liquidi.
“Non
dovete essere così duro con voi stesso. Voi
cercavate di salvare delle vite sul campo di battaglia e non
sopportavate il
peso di quelle che eravate costretto a spezzare. Siete nato con un dono
in
battaglia, il vostro occhio è quello di un
cecchino” ribatté.
Kakashi
gli sfilò del tutto i pantaloni.
“Tutte
quelle doti non mi sono servite a impedire che
tutti quei miei amici morissero. Tutti quelli che conoscevo cadevano
sotto i
colpi nemici. Ora, in questa nuova vita, posso salvare gli altri. Non
sai
quante esistenze ho tutelato” mormorò roco. I suoi
occhi si arrossarono.
“Eppure,
alle volte penso che anche adesso il mio sia
un impero di fango. Non tanto perché la gente invidia la
posizione a cui sono
riuscito ad arrivare. Quelli sono sciocchi pensieri interrotti che non
posso
riparare. Mi mettano pure una corona di spine, non sarò mai
il loro martire”.
Proseguì. Sfilò la maglia di Iruka.
“Allora
perché?” gli disse quest’ultimo.
“Non
riesco a essere felice pensando che siamo così
separati. Ogni volta che te ne vai, ci facciamo del male a
vicenda” ribatté
Kakashi, ammonticchiando i vestiti sul pavimento.
Iruka
gli prese il viso tra le mani.
“Vi
sentite abbandonato da me? Non volevo farvi
soffrire così” disse con voce tremante. Gli
baciò la fronte.
“Se
ti fossi qui, probabilmente sarei a farti
soffrire, a portarti in basso” ribatté Kakashi.
Gli abbassò gli slip e gli
accarezzò il membro, Iruka sporse in fuori il bacino e
ansimò.
“L-lei…
non mi farebbe del… male…”
ribatté.
“Forse,
semplicemente, avrei voluto ricominciare tutto
con te al mio fianco” sussurrò Kakashi.
Gli
accarezzò i glutei, passandogli le dita sulla
pelle nuda
“Kakashi”
gemette piano. Kakashi gli baciò l’interno
della coscia.
“Quando
mi chiami così, mi fai perdere la testa” disse
roco.
<
Vorrei che fossi sempre qui, non solo una volta all’anno
> pensò.