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Autore: FriNet    13/07/2017    2 recensioni
Shion alzò la mano per calmare la furia di Hilda, ma la ragazza, ancora furente, si limitò a mordersi il labbro inferiore mentre Agape le strinse una mano nella sua.
Shion sospirò, doveva aspettarsi quella reazione ma purtroppo il suo compito non era ancora finito.
“Hilda”
Disse guardando la rossa.
“Agape”
Spostò lo sguardo sulla bionda.
“Il vostro allenamento è quasi alla fine e, per quanto mi dispiaccia, non potete rimanere senza maestri all’improvviso, due dei migliori Gold Saints si sono proposti di prendervi come allieve, siccome erano con i vostri maestri quando essi…”
Disse indicando i due uomini, fino a quel momento rimasti in disparte.
“Una sorta di contentino…”
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gemini Kanon, Gemini Saga, Leo Aiolia, Nuovo Personaggio, Sagittarius Aiolos
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolino di Net: Ciao a tutti! Eccoci nel secondo capitolo di questa storia, oggi vedremo gli allenamenti delle due ragazze.
Spero vi piaccia, e non mi resta che augurarvi una buona lettura.

 

La notte era trascorsa abbastanza tranquilla, Agape non era riuscita a dormire molto. Continuava a svegliarsi presa dall’ansia di non essere più nella sua camera e, soprattutto, aver subito un drastico cambiamento così improvvisamente non aiutava.
Dal canto suo, Hilda, appena aveva toccato il letto si era addormentata. Una sua dote, se così si poteva chiamare, era il riuscire a dormire ovunque quindi non le risultò per nulla difficile abituarsi ad un altro letto.
Era riuscita a svegliarsi anche presto, all’alba per lei, e si stava sistemando i lunghi orecchini davanti allo specchio, regalo della sua maestra (non tutti regalano collane ok?), quando all’improvviso la porta della stanza si aprì piano. Quasi scricchiolando.
“Oh, buongiorno maestro. Sono pronta. Devo solo mettere le scar-“
L’individuo alla porta guardava la camera allibito, era anche sbiancato leggermente. Poi passò lo sguardo alla ragazza. Questa sussultò, avrebbe giurato che quegli occhi l’avessero fucilata.
“M-maestro?”
“Cosa è successo a questa camera?!”
“Beh…prima faceva letteralmente schifo. Dal disordine all’arredamento. Quindi l’ho risistemata come ho potuto…con ciò che avevo portato.”
Aprì leggermente la bocca l’altro ‘ispezionando’ la camera. Tutto era stato cambiato dal colore delle coperte alle tende.
“Come hai potuto fare ciò alla mia camera?...ma piuttosto…chi sei?”
“Ma non era di tuo fratello? Approposito, gli hai ridato i boxer? Sono Hilda….ma già ti sei dimenticato il nome?”
“Hilda…”                                                                                                                               
Si mise due dita sulla fronte cercando di ricordare ciò che poteva. Tornare a ieri…effettivamente suo fratello gli aveva accennato qualcosa. Forse. Ma le parole di Saga gli entravano da un orecchio e gli uscivano dall’altro, quindi non ne era proprio sicuro… Poi perché quella ragazzina era in camera sua? Ah giusto. Aveva traslocato ieri. A forza.
“Io… mi sono appena svegliato. Sono venuto qui automaticamente. Il mio nome è Kanon.”
Tese la mano ancora assonnato. Hilda la guardò inorridita. Panico, terrore, spavento, timore! Come li avrebbe riconosciuti?
“E…E ora…che faccio?”
“…..Magari la stringi?”
 
Anche se era già sveglia fisicamente, Agape aveva lasciato il subconscio a dormire chissà su quale parte del cuscino.
Seduta al tavolo, fissava le lancette dell’orologio con aria assente. Le sembrava addirittura che prendessero vita e iniziassero a ballare fra loro. Sorrise ed applaudì.
Si riscosse quando davanti a lei trovò una bella fetta di pane con della marmellata sopra, ed accanto una tazza di latte fumante.
“Dormito bene?”
Chiese gentilmente il sagittario. La bionda annuì sorridendo, addentando il tovagliolo…
“Dopo…  sciacquati il volto…senti se vuoi possiamo cominciare domani.”
Agape battè le mani sul tavolo convinta alzandosi in piedi.
“No! Gli allenamenti si faranno, non li salteremo. Sono importanti, devo conquistare l’armatura e sono disposta a tutto pur di ottenere questo risultato!”
Aiolos la guardò soddisfatto. Anche se in modo un po’ plateale aveva comunicato esattamente le sue intenzioni. Gli sembrava di tornare più giovane mentre  allenava il suo fratellino.
“Poi ho promesso ad Hilda ci saremo incontrate.”
Questa ultima frase smorzò un po’ l’entusiasmo del sagittario…
Improvviso silenzio. Anche imbarazzante. Era ovvio dopotutto, non si conoscevano nemmeno da 24 ore…
“Sai Agape…oltre a voi ci sono altre due ragazze.”
“Oh… da chi sono state mandate?”
Disse finendo di bere il latte.
“Uno da Aldebaran…l’altra da Shura. “
Agape annuì, non che le importasse molto sinceramente…lei voleva soltanto allenarsi e non avere intoppi nella sua scalata verso l’armatura.
 
L’arena era immensa e molti saint con i propri allievi si allenavano. Fra loro, e stranamente, erano arrivati presto Saga ed Hilda che al momento si stavano guardando negli occhi.
“Quella laggiù mi scruta male maestro.”
“Puoi chiamarmi per nome e…è solo una tua impressione. Cominciamo ad allenarci.”
Disse Saga calmo, mentre si allontanava un po’ dalla ragazza.
“No, no…mi guarda proprio male. Ha pure una brutta  faccia!”
“Senti, è l’allieva di Shura. Smetti di guardarla ed iniziamo va bene?”
“Iniziare….con cosa?”
Gemini sorrise molto, ma molto, leggermente. Doveva tenere a memoria di essere paziente e, dopo essersi messo in posa d’attacco iniziò a spiegare cosa avrebbero fatto di li a poco.
“Ora partirò per darti un calcio laterale, all’altezza della pancia. Non ci andrò né troppo forte né troppo leggero. Tu deciderai se pararlo o schivarlo chiaro?”
“Chiarissimo!”
Disse Hilda, ma non si mise né in posa di difesa, né tantomeno guardò con attenzione Saga….Questo lasciò un po’ perplesso il maestro. Ma si fidò ugualmente.
Intanto che ciò accadeva, la bellissima Agape ed il caro Aiolos, si avviavano per l’entrata dell’arena.
“Vedrai Agape, ti piacerà tantissimo. E anche se non fosse, dovrai fartela piacere…passeremo qui la maggior parte del tempo.”
Quello di Aiolos doveva essere un incoraggiamento ma…non fu molto utile. Diciamo che lo aveva pianificato un pochino male.
“Hem…grazie?”
Entrarono nell’arena e la luce del sole investì il volto di Agape, le si illuminarono gli occhi a vedere l’immensità di quello stadio e la forza di chi si stava allenando.
Restò per qualche attimo incantata finchè qualcosa, anzi qualcuno, non le sfrecciò davanti ad una velocità incredibile e, seguendo con lo sguardo  quella traiettoria, notò che quel qualcuno era andato a creare una specie di crepa sul muro sul quale aveva sbattuto.
Analizzò l’elemento e…
“Hilda!”
La sopracitata stava svenuta con un volto…riposato(?) e felice. Poco dopo arrivò anche il suo maestro.
“Forse ci sono andato troppo pesante con lei…”
Agape si limitò a distogliere lo sguardo dai due gold e guardare in un punto lontano. Sapeva non era così. Ma era meglio tacere.
Ora  toccava a lei allenarsi! Con Aiolos andò in uno spazio dell’arena abbastanza isolato ed attese ordini.
“Inizieremo  con un corpo a corpo.  Vorrei  misurare la tua forza quin-“
Nemmeno il tempo di finire la frase che la giovane era già partita all’attacco con un calcio dritto al collo. Niente da fare, Aiolos fermò con facilità il colpo. Agape non si perse d’animo e dopo aver ritirato il piede provò con dei pugni…anche quelli furono vani.
Lo scontro andò avanti per un bel po’ dove Aiolos parò tutti  i colpi di Agape senza contrattaccare. Successivamente le fece capire che toccava a lui, la ragazza era sicura che avrebbe scagliato un attacco potente. Sicuramente avrebbe fatto qualcosa che l’avrebbe lasciata senza fiato, uno dei migliori attacchi insomma! Forse le avrebbe lanciato le frecce o forse chissà. Agape si mise in posa di difesa, Aiolos sorrise divertito poi corse verso di lei poi…e le fece lo sgambetto.
La ragazza cadde a terra sorpresa.
“Così…è questa la forza di un gold.”
Disse amareggiata per la sconfitta mentre guardava il cielo. Il sagittario non rispose.
 
Hilda si riprese, sbadigliò, si stiracchiò, si stropicciò gli occhi e dopo essersi seduta si guardò intorno. Un po’ distante da lei c’èra Saga preoccupato.
“Stai bene? Sei ferita o hai dolore da qualche parte?”
L’altra lo guardò come se le avesse appena parlato in ebraico. Dolore? Ah già. Era stata sbattuta al muro. Per allenamento. Scosse la testa sorridendo.
“Allora possiamo continuare il nostro allenamento, d’accordo?”
Fece soddisfatto Gemini. Il sorriso di Hilda si spense in un secondo….ma acconsentì.
“Bene Hilda, ora faremo allenamenti mentali. Dovrai cercare di resistermi chiaro?”
“Certo, maestro. Le resisterò stia tranquillo.”
Disse ironica, mentre Saga restava nella perplessità più assoluta.
 
Intanto che Hilda ed Agape si allenavano, altre due ragazze, insieme ai loro maestri, erano intente a fare dei buoni esercizi. La prima era la nuova allieva di Aldebaran del Toro.
“Forza Nakye! Metti più forza in quei pugni! Non scalfirai mai un avversario se continui a fargli queste carezze!”
Nakye era una ragazza dai lunghi capelli lisci e sul marrone/rosso…molto, ma molto arruffati. Gli occhi color nocciola e le lentiggini. Non era troppo alta e le nocche al momento sanguinavano, infatti aveva sporcato quasi tutta l’armatura del Toro. Poverino.
“Ma non ce la faccio più! Mi sono stufata! Fammi andare da Da-Ly!”
Si sporse leggermente accennando un sorriso amaro per vedere la sua amica d’infanzia che combatteva con Shura del Capricorno.
“Ci andrai appena mi avrai dato un pugno decente!”
“Che rabbia! Non ne posso più! Mi arrendo!”
 
Da lontano, gli occhi neri e freddi di Da-Ly scrutavano con orrore e superiorità la resa di Nakye. Il fatto che quest’ultima si definisse sua amica qualche volta le faceva venire davvero il voltastomaco. Fare la brava amichetta di tanto in tanto era conveniente, quindi…perché no? Dopotutto quella recita era anche divertente. Fece un sorriso quasi impercettibile passandosi una mano fra i capelli ricci e scuri come la notte, poi tornò all’attacco contro Shura. Che fermò il colpo con facilità guardandola male.
“Ti manca un obiettivo. Hai abbastanza forza ma niente precisione, né concentrazione. Ti perdi nei pensieri e soprattutto…”
“Brutto maleducato! Non pensare di analizzarmi facilmente!”
Si girò cercando di dare un pugno in faccia a Shura.
“Attacchi con rabbia.”
 
 
Quella sera, alla casa del Sagittario…
“Agape…sicura che non vuoi una mano? Quelle ferite sembrano bruciare.”
“Sono ferite di battaglia! Sono orgoaiaiaiai….”
Fece disinfettandone una e trattenendo una lacrimuccia.
“Guarda che sono esperto in queste cose.”
Ad Aiolos arrivò uno sguardo di compassione.
“E’ vero! Chi pensi abbia curato il mio fratellino?”
Titubante passò il disinfettante ad Aiolos insieme all’ovatta. Il sagittario le prese la mano destra e piano iniziò a tamponarla.
“Bene! Ti fa male, Agape?
“Beh no…però…”
“Visto? Ti avevo detto che ero bravo!”
“Si ma la mano ferita è la sinistra…”
Scese un silenzio di compassione. Almeno la bionda scoppiò a ridere.
 
Alla casa dei gemelli la situazione era diversa. Hilda si rotolava sul letto tenendosi la testa, mentre Kanon era appoggiato, con aria furente, allo stipite della porta.
“Ho male alla testa! Ho male alla testa! Ho male alla testa! Ho male alla testa! Ho male alla testaaaaaaaaa!”
“Se non la smetti di urlare te la stacco quella testa!”
Le urlò chiedendosi come potesse pensare alla testa con i lividi che aveva…una masochista?
La ragazza si alzò guardandolo e assottigliò lo sguardo.
“Kanon.”
“Ah, ok…dicevo che ho mal di testa! Tuo fratello mi ha tartassata con strane tecniche! Non c’è qualche strana medicina che fa passare questo mal di testa?”
“Dormi. Così smetti di urlare e dormo anche io.”
Hilda fece un’espressione leggermente triste e successivamente guardò il ragazzo.
“Ma…ho già dormito agli allenamenti….”
Kanon la guardò sorpreso. Aveva fatto dormire agli allenamenti una ragazza che conosceva da pochi giorni? In tanti anni con lui non aveva mai fatto uno strappo alla regola, quindi si fece davvero una seria domanda. Davvero Saga lo odiava così tanto?

 

   
 
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