Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=3IVQFr2wVcw.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
Harry Potter
★
Iniziativa: Questa storia partecipa
alla Challenge “Notte di Tanabata” a cura di
Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 515
★ Prompt: 9. Nella notte di Tanabata A dà lezioni di astronomia a B.
★ Bonus: 4. La nostra canzone; 5. Il rumore del mare.
Mare e cielo
Hermione
alzò lo sguardo, i capelli castani le ondeggiavano
intorno al viso e le sue labbra erano socchiuse. Il rumore del mare le
risuonava nelle orecchie e l’odore di salsedine le pungeva le
narici.
“Sai,
ogni coppia ha la sua canzone, ma a me piacerebbe
fosse questo suono a ricordarci di noi. Così ogni volta che
sentirò delle onde
infrangersi sulla battigia, nel silenzio, penserò a te.
Perché amo quando le
nostre anime si capiscono, superando i limiti delle nostre
parole” sussurrò.
Guardò
Ron, che le sorrise. Il giovane stava in piedi sulla
battigia, l’acqua gli arrivava alle caviglie e la spuma gli
scivolava sulla
pelle.
Ron si
passò la mano tra i capelli vermigli e si
allontanò
dall’acqua, dirigendosi verso di lei. Alle sue spalle il
cielo blu-notte era
illuminato dalla luce della via lattea.
“È
deciso, il rumore del mare sarà la nostra canzone”
disse
con voce calda. Si sedette sulla sabbia accanto alla moglie e le
appoggiò la
testa sulla spalla, alcune ciocche dei capelli di lei gli solleticarono
il
collo.
Hermione
indicò sopra di loro.
“Stanotte
ci ho fatto venire qui con la metro-polvere perché
si celebra una delle tradizioni Babbane che più mi
affascinavano da bambina”
sussurrò.
Ron
seguì il punto in cui Hermione indicava.
“Questa
festività, che ricorre in altro modo anche in altre
culture, riguarda la distanza tra la costellazione della Lira e la
costellazione dell’Aquila. Guarda attentamente e noterai che
sono separate
dalla Via Lattea” spiegò Granger.
“Mi
ricordi le lezioni di astronomia nella torre. Anche se
ammetto che, alle volte, guardavo più te, che dentro il
telescopio” disse
Weasley.
Hermione gli
prese la mano nella propria.
“Ed
Harry cosa guardava, visto che entrambi mi chiedevate
gli appunti?” domandò.
Ron
sentì le orecchie avvampare e ridacchiò.
“Lui
dormicchiava e basta. A furia di avere incubi e di
svegliarsi di soprassalto almeno dieci volte la notte, arrivava a
quelle
lezioni distrutto. Lo invidiavo tanto, ma ora che facciamo insieme gli
Auror,
ho scoperto che essere lui non è per niente facile. Non
è poi così bello essere
quello che alla fine della giostra salva sempre la giornata”
ammise.
Hermione gli
baciò il collo.
“Tu
per me eri già un eroe, solo che non te ne
accorgevi”
ribatté.
“Cosa
celebra questa festa?” domandò Ron.
Il vento freddo
della notte sferzava i visi di entrambi.
“La
notte di Tanabata.
Vega e Altair…”. Iniziò a rispondere
Hermione, tornando ad indicare il cielo,
muovendo lentamente il braccio sottile.
“…
sono due sposi che per i loro doversi s’incontrano solo
una volta l’anno. E lì, quelle due stelle
più piccole, rappresentano i loro
figli” spiegò.
Ron le
lasciò andare la mano e le avvolse le spalle con il
braccio, stringendola a sé.
“Mia
futura Ministro della Magia, promettimi che non
finiremo anche noi così diviso” mormorò
roco.
“Promesso,
dobbiamo tornare qui a sentire la nostra canzone,
parlando di astronomia, mentre i nostri cuori e i nostri respiri si
fondono.
Però…”.
Hermione s’interruppe con un sospiro e si
massaggiò
il ventre.
“Non
posso assicurarti che anche noi non ci torneremo con
dei figli” ammise.