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Autore: Blablia87    14/07/2017    4 recensioni
Ci sono dei “se” che incidono la carne, arrivando fino all’anima.
Ci sono dei “cosa” che serrano le labbra, le braccia, gli occhi.
Ci sono dei “ma” che rompono i respiri, riempiono le mani e svuotano la mente.
E, poi, ci sono i “per sempre”.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes, Victor Trevor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non ci è dato di scegliere la cornice del nostro destino, ma ciò che vi mettiamo dentro è nostro.
(Dag Hammarskjöld)
 

 

 



 
Ci sono dei “se” che incidono la carne, arrivando fino all’anima.
Scardinano lo sterno, spezzano i respiri, scavano in profondità sino a stringere il cuore in una morsa gelida.
Sherlock lo scopre un mercoledì pomeriggio, cercando qualche caso interessante tra le carte disseminate nell’ufficio del fratello, troppo poco importanti per ricevere la sua attenzione.
Un “se” raggomitolato in una grafia elegante che riconosce, perché l’ha vista nascere.
Victor.
Victor e le sue “t” agili, nervose.  
Victor e le sue “i” con i puntini sospesi, allungati come uno sbadiglio svogliato.
Victor che ha riempito pagine e pagine di loro, del suo dolore, del suo amore.
Victor che suo fratello, troppo impegnato a tenerlo lontano dal vuoto di un’assenza che aveva deciso di riempire colmandosene le vene, ha deciso di chiudere in un cassetto.
 
Ci sono dei “cosa” che serrano le labbra, le braccia, gli occhi.
Rendono sordi ai richiami, ciechi agli sguardi.
Sherlock lo scopre un mercoledì sera, seduto sulla propria poltrona, incapace di muoversi.
John si aggira per la stanza, in silenzio, e lui non riesce a capire se lo vorrebbe lontano - nascosto in un cassetto dimenticato - o vicino, così vicino da riparare i respiri e lenire il turbamento di certi pensieri.
Cosa sarebbe successo, se avesse ricevuto quelle lettere?
Cosa avrebbe potuto fare?
Cosa sarebbero potuti diventare?
Cosa sarebbe stato, della sua vita?
Cosa, se avesse avuto un futuro con Victor, e John non fosse mai arrivato?
 
Ci sono dei “ma” che rompono i respiri, riempiono le mani e svuotano la mente.
Che si addormentano tra le ferite dei “se”, plasmandole sino a far loro assumere il loro aspetto.
Sherlock lo capisce un giovedì mattina, quando schiude gli occhi sul viso addormentato di John.
John che non conosce da sempre, ma ama dal primo momento.
John che non ha gli occhi verdi, ma specchi blu nei quali riesce, ogni volta, a vedersi migliore.
John che non ha mai scritto una lettera, ma ne ha tracciate mille sotto la sua pelle.
John che ha ascoltato in silenzio le sue paure, protetto le sue fragilità, consolato le sue labbra.
John che, davanti al suo terrore, la sua vergogna e i suoi dubbi, ha capito.
John che è entrato per puro caso nella sua vita, guidato forse da un destino ammaestrato, forzato, persino corrotto. Ma che ha scelto, giorno dopo giorno, di restare.
 

John che lo cerca con una mano, nel sonno.
Che, le dita strette tra le sue, porta via tutti i “se”, ed i “cosa”.
 
Lasciando solo la pace, perfetta, di un “sempre”.
 
 

 




Angolo dell’autrice:
 
su Twitter, due account italiani (@JHW_ITA e @holmes_ita) stanno ruolando - molto bene, devo dire! - una versione del passato tra Sherlock e Victor (@VictorTrevorITA) che trovo estremamente interessante.
Nella loro idea Victor - costretto dal padre, violento, a trasferirsi a Parigi - ha scritto a lungo lettere a Sherlock.
Mycroft – in un estremo tentativo di proteggere il fratello - ha tenuto nascoste queste lettere, arrivando persino a scriverne una, fingendosi Sherlock, per allontanare definitivamente quell’amore infelice.

Questa brevissima cosa è stata scritta di getto, partendo da una riflessione nata dallo scambio di tweet tra Sherlock e Victor.
 
Come ci si potrebbe sentire, scoprendo che qualcuno ha forzato il nostro destino?
Questo “sporcherebbe” ogni scelta successiva, falsandola?
O questi nodi cruciali del nostro cammino, anche se indotti, fanno comunque parte del fato che ci guida verso qualcuno?
 
Alla fine, forse, l’unica cosa che siamo davvero liberi di decidere è se restare. E chi volere al nostro fianco.
 
Grazie, come sempre, a chiunque abbia letto fin qui.
 
A presto,
B.
 
 
 
 
 
 
"I will not let anything take away
what’s standing in front of me.
Every breath, every hour has come to this
one step closer."

(Se cliccate sull'immagine, verrete portati su un video YouTube con una splendida cover di "A Thousand Years" di Christina Perri. ^_^)
   
 
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