Titolo: Eroi.
Autrice: Suzerain.
Fandom: Ensemble Stars (あんさんぶるスターズ)
Rating: Verde.
Pairing: Wataru/Eichi.
Personaggi: Eichi Tenshouin, Wataru Hibiki.
Desclaimer: I personaggi di Ensemble Stars non mi appartengono, essendo sotto essendo sotto il copyright della Happy Elements e i loro design sotto quello dei rispettivi autori. L'icon utilizzata nelle note autore e le situazioni narrate, sono invece di mia proprietà.
Ambientazione: Non specificata all'interno della serie.
Prompt: Sufficit Diei malitia sua (Letteralmente traducibile come: "Ad ogni giorno basta il suo male").
Note dell'autrice: Terza storia per la Corsa!
Sinceramente non mi aspettavo di arrivare fin qui, e posso definirmi già molto soddisfatta del risultato - e, soprattutto, felice di aver scelto di prendere parte all'iniziativa, nonostante i miei iniziali dubbi.
E' la prima volta che scrivo di personaggi diversi dai miei soliti, e devo dire che si sente eccome; non sono per niente soddisfatta del risultato, ma forse la ragione è da attribuirsi in parte al mio essere poco abituata alle drabble, e dall'altra all'incertezza ch'è poi tipica di chi, per la prima volta, tratta una psicologia cui non è propriamente affine.
Spero in futuro di fare un lavoro migliore, approfittando magari di una fiction più lunga. Chissà, solo il tempo potrà dircelo, immagino /ride
Come sempre, grazie a tutti per essere qui ed avermi dedicato il vostro tempo!
Le lenzuola sono fresche e pregna è l’aria dell'odore tipico degli ospedali – quello cui ormai è così abituato da avere, talvolta, l’impressione di percepirlo nei luoghi più disparati.
Eppure dolce è l’espressione, e morbida la curva delle labbra; diviene risata pochi attimi a seguire, quando Wataru, portato a termine l'ennesimo trucco, gli si avvicina lento e pone una rosa tra i suoi capelli.
L’espressione è dolce e tale resta. Anche quando l’orario di visita finisce e l’altro, dopo un morbido bacio sulle labbra, si vede costretto a lasciarlo solo sino alla mattina seguente.
Nel silenzio della stanza, Eichi sfiora quel fiore con le dita, e non pensa al male che l'opprime. Perché del resto, domani è un altro giorno.