Il
più pestifero dei cani
Esterrefatto,
era ormai un minuto che stava a mescolare il caffè nella sua
tazzina, Jean, ripensando alla rivelazione che i suoi amici gli avevano
annunciato, o meglio, confermato - ormai era visibile, e aveva
cominciato a capirlo quando, appena sceso da cavallo, s'era trovato
davanti a Sasha sull'uscio - poco prima. Non poteva mancare
un... un mese ad
andare a trovarli che li trovava ad aspettare un bambino, e
già al quinto mese!
"Volevamo
passare il terzo ed esserne sicuri, poi non sei venuto a gennaio e
abbiamo pensato di farti una sorpresa e dirtelo di persona, futuro
zietto!" gli avevano spiegato lei e Connie tenendosi
per mano e ridendo, tanto erano contenti. Lui invece aveva continuato a
fissarli, sconcertato, smarrito e senza parole, prima di riuscire anche
solo a congratularsi, com'è giusto fare. Non era nemmeno
stato capace di infilarci uno sfottò o una battutaccia, di
quelle con cui loro tre passavano le ore a prendersi amorevolmenteper il culo, e questo era
veramente allarmante.
Si mise meglio
comodo sul divano davanti al camino dov'erano seduti, tracannando il
contenuto della tazzina in un solo sorso. Li osservò
rovesciare per sbaglio il vassoio dei biscotti, sporcando il tavolino e
il tappeto di pelle d'orso di briciole, il tutto continuando a ridere
fra di loro senza degnarlo di uno sguardo.
Tirò
il più grosso ed esasperato sospiro di cui un essere umano
può essere capace. In quel momento persino Eren, che il suo
bambino l'avrebbe avuto in marzo*, gli sembrava un candidato genitore
migliore di quei due che aveva di fronte.
Posò
la tazzina - un po' sbeccata, ma era la sua da sempre per quando era
ospite lì, e non aveva certo alcuna voglia di separarsene;
che ne sapeva che nemmeno due anni più tardi avrebbe aiutato
la sua figlioccia a bere da quella stessa tazza di coccio? - e
raggiunse Connie in ginocchio sul tappeto a tirare su i biscotti
sbriciolati e a cercare di dare, quanto meno, l'inizio di una
spolverata.
"Siediti, su."
Sasha,
che lentamente aveva cominciato ad alzarsi a ginocchia piegate,
tornò sulla poltrona, immensamente grata, portandosi una
mano alla schiena, "Jean, grazie. Ultimamente sto avendo qualche
problemino ad alzarmi, sai?" Poi, allungando la mano a prendere un
biscotto, senza nemmeno curarsi se fosse rimasto nel piattino o se
fosse uno di quelli caduti, aggiunse "E' un bimbo grosso." E si diede
due leggeri buffetti alla pancia, che era sì grossina, per
essere solo di cinque mesi.
Poi Connie
tornò ad affiancarla e, entusiasti, lo coinvolsero nel
discorso e nelle risate che prima lui non aveva ascoltato. Ecco, non
sapeva cosa dire. Loro avevano le stelle negli occhi e Jean faceva
scena muta, sorridendo ed annuendo. Non che non fosse contento per loro
e volesse uccidere la creatura perché la odiava - oddio, no,
non era così bestia -, il sorriso era sincero. Era bello,
meraviglioso vedere i suoi amici così felici dopo tutto
quello che da giovani avevano dovuto passare; vedere Connie rimettere
in piedi una famiglia dopo averla persa a quindici anni, Sasha
diventare una mamma felice dopo
che la sua era scappata quando lei, di anni, ne aveva solamente otto. E
non solo loro. Ecco: non solo loro. Connie, Sasha ed altri suoi
compagni d'arme mettevano su famiglia e lui? Lui... boh. A dir la
verità non ci stava nemmeno pensando, in quel periodo, col
suo lavoro di soldato dietro la
montagna che gli occupava quasi tutto il
tempo.
"Ma quindi mo'?"
disse, alla fine, rompendo il - suo - silenzio.
"In che
senso ma quindi mo'?"
domandò Sasha, inclinando il capo e sollevando gli angoli
della bocca, mentre le sopracciglia sottili si muovevano a delineare la
sua perplessità.
"Come fate a
sapere com'è avere un bambino? A volte sentendo certi
racconti pare più un incubo...". Jean rabbrividì,
ricordando i discorsi su cui sua madre e le sue zie adoravano
dilungarsi durante il tè, a tavola o mentre rammendavano
calzini.
"Beh sai,
c'è chi dice che invece sia come avere un cane che
lentamente impara a parlare!" Rispose allegro Connie, chinandosi verso
di lui a esporre la sua tesi. Sasha, dietro di lui, annuì,
gioiosa. Sembravano davvero convinti di quella loro assurdità: evidentemente
avevano dimenticato che quel cane...
Ma Jean non
concluse quel pensiero. Mentre anche lui si metteva a
sgranocchiare biscotti e pasticcini, prese piuttosto a immaginarselo,
il cane. Una palla di pelo liscio, color mogano - perchè i
capelli di Connie erano ancora un segreto di Stato -, con gli occhi e
le orecchie enormi, e una bocca larga da cui entravano
quantità abnormi di cibo ed uscivano parole e discorsi di
ogni genere, specie improperi rivolti proprio a lui. Sicuramente, con
due genitori così, quella bestiola se la sarebbe spassata a
fargli passare le pene dell'inferno: già immaginava la sua
brandina imbrattata, le scarpe e i vestiti mangiucchiati e gli
attentati alla sua vita in cima alle scale.
La cosa gli
sembrò esilarante, assurda (almeno in quel momento), al
punto da cominciare a ridere mentre ancora deglutiva, rischiando di
morirci con largo anticipo mentre si univa a quei due, ridendo
così forte da farsi male agli addominali.
"Magnifico!"
*Si riferisce a Tori Jaeger,
bambina che potete incontrare in altre mie fic.
Note dell'autrice:
Finalmente, finalmente, la mia
Springles Spree è F A T T A! Sono incredibilmente contenta
che sia andata bene - per bene intendo non essermi arresa a
metà strada come per ogni altra cosa che faccio - e di
essere riuscita a portare un po' di materiale a questa ship
altresì dimenticata da tutti ^^. Speravo che magari
così avrei ispirato anche il resto del fandom a fare lo
stesso, ma anche se non fosse, pazienza :3 Meglio di niente, no?
Questa fic è stata
ispirata da una citazione alla serie tv Scrubs. Ossia, quella del cane,
un po' modificata :V Appena l'ho letta in giro ho pensato subito a
Connie e Sasha, e dovevo, dovevo usarla in qualche
modo!
Al solito, la mia beta è
stata Arya Tata Montrose, che per questo lavoro ha anche fatto un gran
bel lavoro extra come Best Supportive bitch <3 Ero molto
insicura e, senza di lei, la storia probabilmente non avrebbe visto la
luce :v
Detto questo vi saluto e...alla
prossima fic!
Nana