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Autore: Heda_Lexa    16/07/2017    1 recensioni
Clexa AU potterverse
Una lama le marchiava la pelle e urla disumane uscivano dalla sua bocca. L'unica cosa a cui riusciva a pensare era il dolore. Dolore. Tanto dolore.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Octavia Blake, Raven Reyes, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza
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CAPITOLO 2


“Costia fermati non riesco a starti dietro… “
“Dai Lexa muoviti non sto andando poi così veloce sei te  che sei lenta.”
“Se tu non mi avessi bendata potrei essere più veloce!”
“Te l’ho detto è una sorpresa e comunque siamo arrivate puoi levarti la benda.”
Lexa sentì Costia avvicinarsi alla sua schiena e posare delicatamente le sue mani sui suoi fianchi mentre lei si sfilava la benda dagli occhi e ciò che vide la lasciò senza fiato: un’infinità di candele in un prato enorme posizionate in modo da formare una casa.
“Costia io….” Lexa fu interrotta dall’altra ragazza immediatamente “Shhh Lexa ascoltami prima di dire qualsiasi cosa. Io sono un auror ormai da 2 anni e tu beh… sei tu … per quanto mi piaccia essere vicine di casa credo sia giunto il momento di andare a vivere insieme. Stiamo insieme da quando tu avevi quindici anni e io diciotto, sono già quattro anni. Io ti amo e voglio costruire qualcosa di importante con te. Questa potrebbe essere la nostra casa e…. “ questa volta fu Lexa a zittire Costia dandole un bacio sulla labbra. Quando si staccarono Lexa accarezzò il viso della sua amata, “ tutto questo…. È bellissimo. Non ho parole… mi hai stupito – Lexa fece una breve pausa guardando le candele posizionate sul prato – si si si. Voglio venire a vivere con te. Anche io ti amo Costia, non sai quanto.” Lexa baciò nuovamente Costia, ma questa volta con molta più passione e desiderio. Le loro lingue si cercavano e si incontravano in una danza senza fine e le loro mani vagavano per i loro corpi. Lexa si tolse la camicetta e iniziò a sbottonare i pantaloni di Costia….
 
Lexa uscì dal pensatoio e iniziò a cambiarsi. Rivedere i momenti passati con le persone che amava, quando tutto era ancora semplice, la rilassava ma le metteva addosso anche molta tristezza e malinconia. Sapeva benissimo che la sua vita non sarebbe mai potuta tornare normale, non che prima lo fosse del tutto, ma almeno un tempo non era tormentata dai sensi di colpa, dai ricordi e dai suoi demoni. L’incontro con Anya e Indra, avvenuto una settimana prima, l’aveva scossa e rivivere il passato riusciva in qualche modo a farle dimenticare il presente. La cosa però che aveva disturbato di più Lexa quella settimana era il comportamento di Clarke. Da quando l’aveva vista per la prima volta  nella sala grande qualcosa dentro di lei era cambiato: la cercava per i corridoi e durante le cene cercava sempre di incontrare il suo sguardo per potersi immergere nell’oceano dei suoi occhi. Dopo la punizione però Clarke non si era più presentata alle sue lezioni e quando le aveva riportato i fogli di pergamene era stata fredda e distante. Non aveva interagito molto con la ragazza, ma da come si comportava con i suoi amici aveva capito che Clarke non era così, era solare, allegra e generosa nonostante quello che le fosse capitato. Prese la maglietta dal letto ma prima di indossarla si fermò a osservare la sua figura riflessa nello specchio: le cicatrici ricoprivano gran parte della sua schiena, del suo petto e della sua pancia e l’avanbraccio sinistro era quasi interamente occupato dal marchio nero, il simbolo di Nia. Distolse subito lo sguardo, si vestì e si diresse verso l’ufficio del preside.
 
 
Clarke fissava il cibo nel suo piatto senza riuscire a mangiare nulla. Era passata già una settimana da quando lei e O’ avevano sentito parlare la professoressa Woods con le due donne. Avevano fatto un po’ di ricerche ed erano arrivate a sapere che Indra e Anya erano due delle più potenti auror degli ultimi tempi e avevano lavorato molto con suo padre. Anya aveva parlato di una connessione tra la morte del padre e Lexa, ma nonostante le estenuanti ricerche non vi erano notizie della sua professoressa. Era un fantasma. L’unica cosa che erano riuscite a scoprire era che Anya e Lexa erano sorelle, anche se non si assomigliavano per nulla, e questo rendeva ancora più misteriosa la minore tra le sorelle. Perché non hai studiato ad Hogwarts? Dove sei stata in tutti questi anni ? e cosa c’entri tu con la morte di mio padre?
“Clarke è una settimana che sei pensierosa, c’è qualcosa che non va ?” disse Wells interrompendo i pensieri della ragazza.
“Si è vero da quando tu e O’ siete tornate dalla punizione della Woods siete strane” si intromise Raven che guardava con preoccupazione le sue amiche.
“Niente ragazzi… non ho niente sono solo un po’ stanca e preoccupata per mia madre, ora che è sola…”disse Clarke sperando che i suoi amici ci credessero. Lei e O’ avevano deciso di non dire niente a nessuno finché non fossero riuscite a scoprire qualcosa. Prima che qualcun altro potesse prendere la parola arrivò Aden, un ragazzino del primo anno, che disse a Clarke che era richiesta nell’ufficio del preside. Salutò i suoi amici e si diresse da Marcus.
 
“Clarke ciao, entra pure accomodati.” Disse Marcus non appena vide Clarke sulla porta.
“Preside Kane..” salutò Clarke ma Marcus la interruppe subito “Sai che puoi chiamarmi Marcus quando siamo in privato. Ricordati che ti cambiavo i pannolini quando eri piccola – una leggera risata uscì dalla sua bocca, ma si ricompose subito- senti ti ho fatta chiamare perché la professoressa Woods mi ha detto che è una settimana che salti le sue lezioni. È successo qualcosa durante la sua ora che ti ha infastidito?  Non farti problemi a parlare con me, ma guardiamo di risolvere la questione, non puoi saltare le lezioni di difesa contro le arti oscure, soprattutto in questo periodo.”
“Com’è morto mio padre Marcus ? e non dirmi che non sai di preciso cosa è successo e che stava inseguendo un gruppo di seguaci di Nia tanto so che non è la verità. Ho sentito la professoressa Woods parlare con due auror l’altra settimana e una delle due ha detto qualcosa sul fatto che Lexa c’entra con la sua morte. Ho fatto delle ricerche e oltre a Gina e mio padre quel giorno morirono altri tre auror, tra cui i genitori della professoressa Woods. Lei è coinvolta non è vero?!” Clarke si rese conto che stava urlando e calde lacrime scendevano dai suoi occhi e prima che Marcus potesse rispondere una voce alle sue spalle la fece sussultare “ erano i primi mesi di guerra, e gli attacchi dei mangiamorte erano molti. Non mi sorprende che i miei genitori siano morti il solito giorno di tuo padre- Lexa entrò nell’ufficio di Kane mentre quest’ultimo la fissava intensamente per farle capire che non doveva dire niente di compromettente e Clarke la guardava con uno sguardo pieno di rabbia- In ogni caso non è molto educato origliare conversazioni altrui. È vero Anya stava parlando di tuo padre, ma solo perché lo conosceva, lavoravano insieme. Almeno quando si origlia lo si dovrebbe fare bene. Ad ogni modo io non ho mai avuto l’onore di conoscere Jake, ma so chi era. Uno tra i migliori auror degli ultimi tempi, dovresti essere fiera di lui” Lexa fissava Clarke con quello sguardo apatico e glaciale che la caratterizzava da un po’ di tempo ormai, senza lasciar trasparire nessuna emozione, anche se dentro di lei il suo cuore scoppiava alla vista di Clarke in lacrime.
“Lo sono “ rispose prontamente Clarke continuando a guardare negli occhi la professoressa e in quel momento avvertì una strana sensazione, come se le fosse mancato sprofondare in quegli occhi. Distolse subito  lo sguardo per concentrarsi e riprese a parlare “ Non credo di aver sentito male e non credo sia solo una coincidenza. Scoprirò cosa è successo a mio padre, dovessi anche metterci tutta la vita. In ogni caso mi scusi se ho saltato le sue lezioni, non succederà più” detto questo si alzò e uscì dall’ufficio.
“Non deve assolutamente sapere quello che è successo a Jake- disse Marcus preoccupato- se lei scoprisse il motivo per cui lui si trovava lì capirebbe che Gina è morta per lo stesso motivo e potrebbe dirlo a Bellamy.…il tuo segreto non sarebbe più al sicuro…”
“Marcus- lo interruppe Lexa- devi stare tranquillo, nessuno scoprirà niente. Non c’è niente di scritto, nessun  documento, quella missione non è mai esistita. Cercherò di tenerla d’occhio in ogni caso, non si sa mai. Potrebbe mettersi nei guai se continua a cercare.”
“Lexa ricordati che lei è una tua studentessa… Clarke è una ragazza molto affascinante, ma tu…. Non puoi. Ho visto come l’hai guardata quando le parlavi, anche se tieni la tua maschera io so cosa provi in realtà, ti conosco, e ho visto anche come la osservi durante la cena. Non so se vuoi solo proteggerla perché ti senti in colpa per Jake o quando la cerchi con lo sguardo lo fai per altro ma non puoi. Titus… è un essere spregevole, ma in questo momento ti chiedo di ricordare ciò che ha provato a insegnarti per cinque mesi: la testa sopra il cuore, l’amore è debolezza,…”
“Ora basta!- urlò Lexa- so benissimo qual è il mio compito qui dentro e so benissimo che Clarke è una mia studentessa. So anche che non posso instaurare legami perché le persone vicino a me muoiono! Una ad una…. Tutte quante. Voglio solo proteggerla, non ho potuto fare niente per salvare suo padre, non succederà anche con lei. Ora se vuoi scusarmi devo andare a lezione” Lexa uscì dallo studio del preside più confusa che mai. È vero voleva proteggere Clarke ma solo perché si sentiva in debito con suo padre? Mentre la sua mente era piena di pensieri si trovò di fronte alla sua aula. Era arrivata con un quarto d’ora d’anticipo e decise di entrare per iniziare a preparare la lezione ma quando entrò vide l’ultima cosa che si aspettava di vedere: Clarke seduta sugli scalini posizionati tra i banchini e la cattedra con le ginocchia rannicchiate al petto scossa dai singhiozzi. Lexa si avvicinò piano piano e si sedette accanto alla ragazza. Le posò una mano sulla spalla e a quel contatto un brivido percorse entrambe le loro schiene. Clarke alzò la testa e quando riconobbe la figura al suo fianco si usciugò velocemente le lacrime e fece per andarsene ma la mano di Lexa le afferrò il braccio per fermarla e i suoi occhi si inchiodarono a quelli dell’altra. Clarke pensò che non aveva mai visto degli occhi così belli, erano di un verde intenso, con sfumature di verde smeraldo; qualcosa di veramente straordinario. Si destò subito dai quei pensieri e fece per andarsene ma la presa di Lexa era ben salda.
“Lasciami andare!” urlò Clarke.
“E così siamo passati a darmi del tu eh ?”disse con un ghigno divertito Lexa.
“Mi lasci non voglio passare più tempo con lei dello stretto necessario!”
“Clarke ti prego…. Aspetta un attimo” sussurrò Lexa; la mano ormai non tratteneva più Clarke che però era rimasta immobile.
“Chi sei tu?”
“Lexa Woods…”
“No- la interruppe Clarke- chi sei tu veramente? Di te non c’è traccia, solo uno stupido certificato di nascita. Non hai frequentato nessuna scuola, niente di niente. Sono sicura che c’entri qualcosa con la morte di mio padre… ora capisco anche tutti i racconti vaghi da parte del ministero sulla sua morte; non era la verità.” Clarke fece una pausa ma Lexa non sembrava intenzionata a darle una risposta così continuò “ sei così misteriosa.. fredda e glaciale.. distaccata dal resto del mondo come se non provassi sentimenti… quando ti ho vista per la prima volta io… non sono riuscita a capirti e io sono brava a capire le persone, ma tu..”
“Clarke- questa volta fu Lexa a interrompere la ragazza- io… ci sono tante cose di me che nessuno sa. E credimi quando ti dico che mi dispiace non poter dare delle risposte alle tue domande, ma non posso. So che tuo padre era un grand’uomo, ma questo immagino che tu lo sappia già. Io non l’ho mai conosciuto ma da quello che si dice di lui tu hai ereditato la parte migliore di lui: il coraggio, la tenacia, la gentilezza…. E gli occhi. Penso che gli occhi siano la cosa più bella che potesse donarti.”
“Come fai a sapere tutte queste cose se dici di non aver mai conosciuto mio padre?”
“Le so e basta Clarke… come ho detto a Octavia, so molte più cose di quanto possiate immaginare.”
“Quanti anni hai?” chiese Clarke senza neanche rendersene conto.
“20…”
“Dici di sapere un sacco di cose ma hai solo vent’anni…. e il tuo sguardo.. i tuoi occhi e il tuo viso mostrano una sofferenza…come se tu avessi visto chissà quali orrori e avessi perso delle persone care. Come è possibile ? Hai solo vent’anni”
“ Invece sei molto brava a leggere le persone Clarke… hai ragione, ho visto cose che una persona non vorrebbe vedere neanche nei suoi peggiori incubi e tutta la mia conoscenza non mi è servita. In quei momenti sapere tutti quegli incantesimi non mi ha permesso di proteggermi perché non ero pronta. Ma quegli orrori stanno arrivando e vorrei che tu fossi pronta quando lo faranno. Posso insegnarti se vuoi.. e ogni tanto potrei rispondere a qualche tua domanda.”
“Davvero lo faresti?” chiese Clarke sorpresa.
“Certo”
E per la prima volta Clarke vide il volto di Lexa tagliato da un sorriso e non poté fare a meno di pensare che fosse la cosa più bella che avesse mai visto. In quel momento tutti i dubbi su di lei, sulla sua sincerità che le erano venuti dopo aver sentito la conversazione tra lei, Indra e Anya svanirono. In quel momento tutti i suoi pensieri erano concentrati solo sul quel sorriso e su quei magnifici occhi verdi. 


Salve a tutti !
Il passato di Lexa piano piano sta venendo a galla, ma sembra essere pieno di sofferenza... Clarke decide di fidarsi della sua professoressa, farà bene ??
Nel prossimo capitolo torneranno alcuni personaggi e ne arriveranno di nuovi.
Grazie a chi a letto fin qui.
Fatemi sapere cosa ne pensate e se vie è piaciuto o no. Le critiche sono ben accette.
May we meet again.
   
 
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