Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Lights    16/07/2017    1 recensioni
Vi ricordate Family Affairs? Come no? Allora fateci un salto prima di leggere questa, perché i personaggi di questa storia sono proprio loro: Harry, Hermione, James, Rose e… il piccolo Jay.
La storia riprende il filone di Family Affairs, ed esattamente 5 anni dopo, che ho scritto l’epilogo, arriva un altro scorcio di vita della nostra famiglia allargata.
Questa storia partecipa al “Gift Exchange – Sei anni insieme” organizzato dal gruppo Cercando chi
dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione].
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, James Sirius Potter, Rose Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Vi ricordate Family Affairs? Come no? Allora fateci un salto prima di leggere questa, perché i personaggi di questa storia sono proprio loro: Harry, Hermione, James, Rose e… il piccolo Jay.

La storia riprende il filone di Family Affairs, ed esattamente 5 anni dopo, che ho scritto l’epilogo, arriva un altro scorcio di vita della nostra famiglia allargata.

 

 

Questa storia partecipante al “Gift Exchange – Sei anni insieme” organizzato dal gruppo Cercando chi dà la roba alla Rowling [Team Harry/Hermione].

                                                                                            

                                               For Kia

 

 

Family Intrusions

 

 

 

- Zio Harry, quando è stata la prima volta, quella vera, in cui hai capito di esserti innamorato di lei?

La domanda di Rose mi sorprese.

Guardai verso il sole, che lentamente stava lasciando spazio alla sera. Era stata una giornata particolare al lavoro, piuttosto pesante, ma mi era bastato tornare a casa e ritrovare Rose seduta sugli scalini, in attesa del mio ritorno, perché la stanchezza mi abbandonasse.

Non si era accorta subito di me, troppo presa dal libro che stava leggendo, e inevitabilmente nella mia mente il paragone con Hermione era scattato, facendomi travolgere dai ricordi, di quando lei aspettava il nostro ritorno da una delle tante missioni che tenevano impegnati Ron e me.

I suoi abbracci erano sempre un dolce rifugio, un porto sicuro in cui attraccare, per distendere i nervi della giornata. Avevano qualcosa di speciale, ed ero geloso del suo primo abbraccio, era mio e di nessun altro, perché in quel gesto, racchiudeva tutta l’enfasi del momento, della sorpresa dell’incontro.

- Uomini, - sbuffò Rose.

Mi voltai verso di lei, stupito per quell’uscita.

- Ammettilo, non te lo ricordi. In fondo, è risaputo che avete la memoria di un pesce rosso.

Con questo chiuse seccata il libro e mi lasciò lì, da solo, senza avere il tempo di difendermi.

Mi arresi. Era inutile ribattere quando Rose partiva per la tangente, proprio come sua madre.

- Papà, che ci fai qui? - James mi raggiunse e si sedette accanto a me.

- Niente, figliolo. - Lasciai cadere il discorso per un attimo. - Mi riposo e mi godo la quiete di questo pomeriggio… - e alla fine me ne resi conto. - Ma dov’è Hermione?

- Papà, - James si colpì la fronte, rassegnato. - Oggi torna Jay dalla gita. Ormai dovrebbero essere già qui.

- Ah, giusto. Ci pensava Hermione ad andarlo a prendere, perché io ero impegnato al lavoro.

- Come ogni sera in questi ultimi mesi. - Sottolineò James ma chissà perché mi parve più un’accusa.

A un tratto la nostra conversazione fu interrotta da un trio che se la rideva a crepapelle. La donna teneva per la mano il bambino che a suo volta teneva la mano all’uomo.

Capelli biondi, dal fisico asciutto e con una camminata sicura. Il trio poteva benissimo impersonare la famiglia felice del Mulino bianco del mondo Babbano.

- E quello chi è? - Domandai seccato a James.

- Papà, - Iniziò James paziente. - … non te lo riconosci? È il nuovo insegnante di Jay.

- Ah, sì, sì, certo. - E avrà anche vita breve se continua così. E poi accadde.

Il bell’imbusto prese in braccio il piccolo Jay e gli fece fare il vola-vola, alzandolo sopra la sua testa. Hermione si fermò, prima sconcertata da quel gesto, e poi riconobbi nei suoi occhi, quel tenero sguardo d’amore che era solo mio.

- Dai, ora basta con i giochi. - La sentii dire. - Metti a terra il piccolo pilota.

L’uomo obbedì e poi guardando con sguardo complice il bambino, gli disse: - Che ne dici, Jay, facciamo volare anche la mamma?

Senza nessuna esitazione, si avvicinò a Hermione.

- Viktor, non ci pensare minimamente… - La donna indietreggiò di qualche passo. - No, dai non scherzare. - Rise divertita.

NON. CI. POSSO. CREDERE. Ero di stucco. Scusate, io sono qui. Ehilà? IO. LO. UCCIDO.

Afferrai la mia bacchetta, e stavo per sfoderare uno dei miei potenti Stupeficium, quando James mi bloccò giusto in tempo.

- Papà! Che fai? - Mi guardò inorridito. - Non è in questo modo che si marca il territorio. - E si mise a ridere.

- Ah no? Ricordartelo la prossima volta che ti comporti così con quelli che girano intorno a Rose, ok?

- Solo perché ho schiantato un paio di volte Scorpius, non sei autorizzato a farlo anche tu, non hai più l’età per queste scenate.

Mi voltai verso James. Non ho più l’età? Non ce la posso fare. Un bel respiro profondo e poi mi decisi a rivelare al fastidioso trio la mia presenza.

- Buonasera. -

- Papà!

- Harry!

Hermione sgranò gli occhi quando mi vide sorpresa di trovarmi lì.

- Sei già tornato dal lavoro stasera? Ti aspettavo dopo cena.

- Per una volta ti sei sbagliata, A-M-O-R-E. - Con un’agile mossa, l’afferrai per la vita e l’avvicinai a me, mettendomi tra i due.

- Lei deve essere il sig. Potter. Sono molto lieto di fare la sua conoscenza. - L’uomo mi porse la mano. - Sono Viktor Piers, il nuovo insegnante di Jay.

Certo! Viktor, un altro incubo. Strinsi con energia la sua mano, assicurandomi di stritolargli per ben tutte le dita.

- Bene, ora devo andare. È stato un piacere, Hermione… come sempre.

Prego? E togliti quel sorriso da so io cosa, da quella faccia.

Hermione tossicchiò imbarazzata. Mi voltai verso di lei, osservandola stranito.

- Che giornata, nonostante ormai sia quasi sera, fa ancora caldo. - Si sventolò con la mano, cercando di non far trapelare il suo imbarazzo.

Jay corse tra le braccia di James lasciandoci soli.

- Simpatico, questo nuovo insegnante. - Iniziai con cautela.

- Vero? È bravissimo con i bambini, è una gioia per gli occhi osservarlo… - Mi lanciò una breve occhiata. -  … mentre gioca con i piccoli, intendo.

- Già.

- Sei tornato prima stasera, come mai?

- Perché ti dispiace?

Hermione sorrise, gentile e con la sua naturalezza mi acciuffò in uno dei suoi abbracci migliori.

- Un po’. - Si staccò quel tanto per guardarci negli occhi. - Sei arrivato sul più bello, mi stava facendo fare il vola-vola anche a me.  

Sgranai gli occhi per la sorpresa e la sua risata argentina mi avvolse. - Oh, Harry, che faccia buffa che hai fatto… - E mi ritrovai ancora tra le sue braccia.

Restammo così per un po’, e alla fine cedetti. - Mi manchi.

La sentii rilassarsi tra le mie braccia e l’immagine di quel bell’imbusto scomparve dalla nostra serata.

 

Il giorno seguente andai a trovare in ufficio Hermione, ma purtroppo non la trovai. In bella vista sulla sua scrivania, troneggiava un vaso di rose rosse. C’era ancora il bigliettino. Con fare guardingo mi avvicinai alla scrivania, appoggiai il capello e afferrai velocemente il bigliettino. Grazie, per ieri, è stato fantastico. Viktor. Lessi piano.

Sentii un rumore venire dal corridoio e misi frettolosamente tutto a posto.

La sera a cena non dissi una parola. Osservai Hermione in silenzio, cercando qualche indizio che potesse confermarmi quell’ipotesi che mi frullava nella testa da quel pomeriggio, e alla quale non potevo credere.

Ero a letto, in attesa del suo ritorno. Basta, dovevo chiarire la cosa. Questo dubbio mi stava uccidendo.

Hermione entrò in camera e mi osservò per un attimo. Si sfilò lentamente la vestaglia, lasciandola cadere a terra e poi si sedette accanto a me.

- Che cosa vuoi chiedermi, Harry? - Mi domandò a un tratto.

Accolsi la sua mano nella mia. Le accarezzai il dorso con il pollice, facendo dei piccoli giri. - C’è qualcosa che dovrei sapere, Hermione? - Chiesi senza guardarla negli occhi con la paura di sapere la verità, ma poi non resistetti, e puntai gli occhi nei suoi.

- L’hai scoperto.

- Ci metto sempre un po’, ma poi ci arrivo. - Dissi nervoso.

- Non volevo tenertelo nascosto, ma è successo.

- Perché?

- Non sapevo che cosa fare, tu tornavi sempre più tardi, e io… alla fine ho ceduto.

- Come hai potuto? - Lasciai la sua mano di scatto.

- Harry… - Disse piano, sorpresa dalla mia reazione. - Volevo solo consolarmi un po’, ma poi la situazione mi è scappata dalle mani.

- Dopo tutto questo tempo? - Chiesi amareggiato, incredulo.

- Sempre… lo sai che non riesco a resistere alla nutella. Non me ne sono accorta, questa cioccolata Babbana mi fa impazzire, è come una droga per me. Ogni sera mi dicevo che era l’ultimo cucchiaio, e alla fine ho terminato tutto il barattolo.

- N-U-T-E-L-L-A, - ripetei incredulo.

- Sì, la nutella, tu a cosa ti riferivi?

- No, no, alla nutella. E non ce n’è più?

- No, l’ho finita tutta. - Rispose amareggiata. In quel momento mi fece tanta tenerezza.

- Ci penso io, - e con un colpo di bacchetta, richiamai il vasetto di nutella che segretamente tenevo nascosto per un momento speciale.

- E cosa vorresti farci con questa, ora?

- Ora te lo faccio vedere.

- Magari, dopo. - Sorrise. Si alzò in piedi, andò vicino alla sua borsa, tirò fuori il mio cappello e lo appoggiò sulla poltrona, poi prese in mano la bacchetta, e sussurrò Nox.

 

 

Ultimo giro di ronda e per questa sera ho finito. Pensai esausto. Mi stavo accingendo per le vie del centro, quando la mia attenzione fu attirata da una coppia che usciva da uno dei più noti alberghi della città.

Mi Materializzai proprio davanti a loro, mentre il bell’imbusto la stava tenendo stretta a sé.

- Toglile le mani di dosso.

- Signor Potter. - Sorpreso Viktor si mise davanti a Hermione. - Che cosa ha intenzione di fare?

- Hermione è mia, è la donna della mia vita, è tutto il mio mondo, e non permetterò che uno come te me la porti via.

- Signor Potter, anche io se stessi con Hermione reagirei in questo modo ma…

Ma come osa! - Tu non stai con Hermione, quindi vedi di girarle alla larga.

- Se avete dei problemi, non crede che sia il caso di parlarne con sua moglie?

- Noi non abbiamo problemi. - Lo fronteggiai.

- E allora che cosa ci fa qui?

- E con te che ho problemi.

- Me ne farò una ragione, vuol dire che non eravamo fatti l’uno per l’altra. - Sorrise ironico.

- Infatti, io sono sempre stato fatto per stare con Hermione, perché la amo da sempre, dal primo momento che l’ho vista su quel treno.

- Oh, che peccato.

Ora basta! E senza pensarci neanche un attimo, afferrai la bacchetta e gli lancia uno Schiantesimo.

- Harry, no! - L’intervento di Hermione fu provvidenziale, il suo Protego permise alla mia gelosia di non fare danni irreparabili.

- Viktor! - Un uomo si avvicinò a noi tutto agitato. - Amore, stai bene?

- Sì, non ti preoccupare, Karl, il signor Potter si è fatto leggermente prendere dalla gelosia.

Come? Abbassai d’istinto la bacchetta e i miei occhi saltarono su tutti e tre, incredulo.

Osservai il cartello affisso vicino alla porte “Ricevimento di nozze” e poi tornai a guardare Viktor e Karl.

- Quindi voi… - Li indicai con il dito, - … e tu e lui, non… - Hermione si alzò in piedi e mi fronteggiò. - Sono uno stupido, vero? - Acconsentì con il capo. - Me lo sono meritato. - Hermione acconsentì ancora. - Ti amo. - Dissi infine, arrendendomi alla mia goffaggine.

- Incredibile ma vero, ma anch’io. - Hermione mi buttò le braccia al collo e mi baciò appassionatamente.

 

 

- Zio Harry, che ci fai qui? - Disse Rose, sorpresa di trovarmi seduto sulle scale di casa.

- Ti stavo aspettando.

- Giuro che non è stata colpa mia! Sai come è fatto James, e sai che io ogni volta devo rimediare, però sai che poi quando ci mettiamo insieme siamo un uragano di guai, ma credimi…

La bloccai con la mano. - Per ora non voglio sapere. Dai, siediti accanto a me. L’ultima volta non mi hai dato la possibilità di rispondere, e poiché stavo rimettendo in ordine la soffitta…

Rose sghignazzò. - Carino, non molto romantico, ma è un inizio per farti perdonare da mamma. - La guardai storto. - Ok, scusa, vai avanti, ti ascolto, muta. - Con un gesto delle dita si cernierò la bocca.

- Stavo dicendo… in soffitta ho trovato questo album. - Glielo porsi. - Qui, c’è la risposta alla tua domanda. Qui potrai vedere la prima volta che mi sono perdutamente, inconsciamente e realmente innamorato di tua madre.

- Oh. - Rose accarezzò sorpresa il libro. Lo aprì e sfogliò pagina dopo pagina tutte le foto. - Ma sono tantissimi i momenti.

- Esatto. Ogni volta che incrocio lo sguardo di Hermione, mi rendo conto di quanto io sia sempre stato innamorato perdutamente di lei.

- Davvero? - Mi chiese incredula.

Acconsentii con il capo. - Anche tu, un giorno, te ne renderai conto. - Le accarezzai il capo e le baciai la tempia.

- Forse, - Rose lasciò vagare lo sguardo verso il cielo, proprio nell’attimo in cui stava arrivando James in sella alla sua scopa. - … lo so già.

Mi strinse forte, nel solito abbraccio alla Granger e mi sussurrò all’orecchio. - Grazie.

- E ora torniamo a noi. Che cosa avete combinato questa volta tu e James?

- Chi? Noi? Oh, guarda, Jay mi sta chiamando. A dopo!

- Rose! - Scossi la testa, avrei fatto confessare James.

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lights