A Hachi,
perché, sebbene sia una mosca
bianca [tsè! ù_ù]
e sebbene sia più SasuSaku [>_<] che altro,
le voglio bene *_*,
adoro Nana come lei,
l’ho asfissiata su MSN mentre scrivevo,
e lei mi ha sopportato,
e perché so già che la SuiKa che mi dedicherà
fra una settimana [i 18 anni si avvicinano ._.]
mi piacerà un saccoH. *_*
Chocolat
Dimenticate i diamanti;
è il cioccolato, credo sarete d'accordo, il miglior amico delle ragazze.
(Carole Matthews)
Lo vedo.
E’ a poca distanza da me. Deglutisco, sudando; e se lei mi
vedesse…? E se me la facesse pagare assai cara…? Rabbrividisco
nuovamente, boccheggiando; la mia sarà un’impresa ardua e
difficile… solo un vero ninja potrebbe farcela… ma adesso non
è più il momento di pensare, cazzo!, è il momento di
agire, agire! Allungo la mano,
incespicando, tremando, ansimando; manca così poco… dieci
centimetri… cinque… quattro… du–
«Naruto!»
Ma il
solito schiaffo della mia dolce metà blocca la mia mano a pochi
centimetri dalla preda; sbuffo, contrariato, ma lei assume la sua solita posa
incazzosa (mani sui fianchi, faccia imbronciata e sguardo truce) e borbotta:
«Che
cosa stavi facendo?!»
Ed eccola
qui, la mia suddetta dolce
metà: carattere irascibile, forza portentosa e modi bruschi. Bel
quadretto, eh?
«Oh,
ma tu sei qui!» borbotto,
sudando «Che cosa stavo…? Ma niente, niente… non stavo
facendo proprio nien–»
«Che
strano» mi interrompe lei,
guardandomi biecamente «a me pareva che tu stessi cercando di prendere quella
maledetta cosa…», conclude, avvicinandosi a me e socchiudendo
pericolosamente gli occhi; io indietreggio, sorrido come al solito e mi gratto
la testa.
«Ma
Sakura-chan…! Ti pare che io potrei mai violare
ciò che tu hai vietato?!»
Lei viene
più vicina, squadrandomi ancora una volta.
«Non
sarebbe la prima volta, baka.», borbotta.
Io sorrido
e inizio a mordicchiarmi un labbro, mentre penso -con quella robina chiamata cervello che tutti dovremmo avere- ad un
possibile modo per discolparmi.
«E
poi, be’… insomma… se pure fosse,
no», biascico, incerto, mentre lei continua a tenere gli occhi socchiusi
in una pericolosa aria omicida «che problema ci sarebbe…?!
Cioè, io non vedo grossi impedim–»
«Naruto,
devo ricordarti che tu sei intollerante a quella
roba e che perciò puoi mangiarne solo piccolissime dosi?!»
Sbuffo di
nuovo, decisamente seccato.
«Appunto!
E’ da un mese che non la mangio
e –»
«Un
mese?! Guarda che ho decisamente sentito, ieri notte, la tua escursione
notturna in cucina! E ho sentito anche che cosa
stavi mangiando!»
Rompipalle
e isterica fino alla fine, eh. E poi dicono che in questa società non
c’è la schiavizzazione dei mariti!
«Ero
andato a bere! Posso, o in questo regime
dittatoriale non è concesso…?!»
«Regime
dittatoriale…?! Quale regime dittatoriale, di grazia?», domanda,
avvicinandosi ancor di più e iniziando a fumare di rabbia.
Piccolo
consiglio: non sposatevi mai una donna molto più intelligente e forte di
voi. La vostra autostima e -soprattutto- le vostre guance potrebbero
risentirne, fidatevi.
«Quello…
quello che… cioè, ecco…», parlotto, cercando una via
d’uscita; ma il mio decantato orgoglio evidentemente è andato a
farsi un giro -o con questa donna ha proprio fatto le valigie per non tornare
più, non lo so- tant’è che non trovo altre spiegazioni e
sbotto: «Oh, insomma, Sakura-chan! Io voglio un
pezzo di cioccolata, cazzo! Chiedo tanto?!»
E lei
sogghigna, orgogliosa di avermi fatto cedere.
«Ah!
Allora è questo che stavi tentando di fare, prima! O sbaglio?», domanda retoricamente,
mentre il suo ghigno s’allarga.
Che donna
infida e insidiosa… Guardo alla mia destra, dove una buona dozzina di
cioccolatini sono ordinatamente -merito di lei, non c’è neanche
bisogno di dirlo- disposti in un bel contenitore di vetro; essi sembrano in
qualche modo chiamarmi a ingozzarmi di loro… ma insomma, sono al mio gusto
preferito, con le nocciole… e invece no, la rompipalle qui presente me lo
vieta esplicitamente!
«Sì,
sì, stavo facendo quello e no, no, non sbagli. Contenta?»,
rispondo, offeso; ma, dal momento che gliel’ho data vinta, adesso merito
come minimo un premio.
O,
almeno, così credo…
«Ora,
posso prendermene uno…?», chiedo, allungando una mano verso il
tanto agognato bottino, senza neanche aspettare la di lei risposta; ma un
secondo e più doloroso schiaffo affligge le mie nocche.
«Naruto»,
biascica lei, cercando di contenersi «che diavolo ti ho appena detto?! Non puoi! Vuoi finire all’ospedale
di nuovo e riempirti di pustole lì-dove-non-batte-il-sole,
dunque?»
Incrocio
le braccia al petto e sbuffo, virilmente offeso.
«Be’,
in cambio di un bel pezzone di cioccolato farei
questo ed altro…»
Lei
socchiude pericolosamente gli occhi.
«Ma
neanche tu potresti essere tanto idiota da volerlo veramente…»,
biascica, minacciosa; io mi alzo e sbotto:
«E
prima niente ramen, adesso niente cioccolato! Come
faccio a vivere, io?! Regime dittatoriale, ecco cos’è
questo!»
Lei si
ritrae, offesa; si gira dall’altra parte, sbuffa e se ne va in cucina,
adirata con tutto e con tutti ma soprattutto –che strano, non
l’avrei mai detto!– con
me. Io grugnisco -non darò mai più torto a Shikamaru quando dice
quelle cose sulle donne, nono!- e la seguo per la casa. Ci rechiamo così
ambedue in cucina e rimaniamo in perfetto silenzio come due idioti per un buon
quarto d’ora, mentre io la osservo cucinare; ma alla fine, angosciato,
parlo io per primo.
«Ok,
ok, ok, ho sbagliato come al solito! Tu fai tutto questo per me e io non faccio
mai un cazzo, puzzo, sono chiacchierone, faccio casino e blablabla.
E non dovrei mangiare cioccolata perché mi fa male e il ramen precotto è solo schifezza. Hai ragione.»
Lei,
mentre tagliuzza una cipolla, alza gli occhi al cielo e sbuffa.
«Ehi!
Ti sto dando ragione, eh!», commento, alzandomi e andandole vicino.
Lei
invoca la santa pazienza e ricomincia a lavorare con il coltello; al ché
il mio geniale e illustre cervello -buona questa, ahaha-
nota solo adesso la presenza di una sovrabbondanza pericolosa di pentole,
piatti e compagnia varia; fingendo indifferenza, prendo un bicchiere dalla
mensola, fischio un po’ e mi schiarisco la voce.
Perché
tutto quel casino vuol dire solo una cosa. Rogne.
«Sakura-chan, una domandina… come mai ci sono tutte
‘ste cose in giro? E perché inizi a
cucinare già da adesso…?»
Lei
continua imperterrita la sua occupazione e risponde frettolosamente:
«Ah,
non te l’avevo detto? Abbiamo ospiti a cena, stasera.»
Crash! Il bicchiere cade per terra,
infrangendosi e sparpagliando pezzetti di vetro dappertutto; io impreco
sonoramente, mi abbasso e inizio a raccoglierli, nervoso. Lei cerca di non
mostrare la propria ira e continua a lavorare, sebbene una vena pulsi
rischiosamente sulla sua tempia destra –e questo vuol dire solo una cosa:
cazziatone in arrivo!
Finisco
la mia occupazione, la guardo e borbotto:
«Ehr, ehr -lascia, faccio dopo! In
ogni caso… chi sarebbero gli ospiti…? Così, tanto per
sapere.»
Non lo
chiedo perché non vorrei che fossero i suoi genitori con quella madre
estremamente rompipalle, nooo!
Ma lei
intuisce immediatamente ciò che penso -ecco cosa succede a sposarsi
qualcuno minimamente più intelligente di te- e biascica, iniziando a
pulire delle verdure con una simpatica
mannaia «No, baka, non è mia madre! Sono
Sasuke e Ino!»
Sospiro,
alleggerito. Grazie al cielo…!
«Ah!
E come mai vengono? Ma quei due, scusa, si conoscono…?», chiedo,
prendendo un altro bicchiere dalla solita mensola e bevendo, estasiato.
«Ma
dove vivi, cretino?» mi rimbecca lei, seguitando a tagliare «Quei
due si sono messi insieme due settimane fa!»
Crash! Un altro bicchiere si frantuma a
terra, e io comincio a tossire perché mi sono quasi strozzato; ma non
è possibile, dai, deve essere tutta una palla! Sasuke, quel frustato
sessuale impossibile-ed-impassibile, ha finalmente
trovato qualcuna che gliela d–
«Naruto, cazzo! E’ il terzo
bicchiere in due giorni, porca miseria!», urla Sakura, smettendo
finalmente di lavorare ed urlando nelle mie povere orecchie; io mi scuso ancora
e ricomincio a raccogliere i pezzi, boccheggiando.
«Ma…
ma quando è successo?! Come?! Perché?! Chi gliel’ha fatto
fare a Ino di…»
La mia
dolce moglie alza gli occhi al cielo, sbuffa, raccoglie qualche pezzo di vetro
e ricomincia a tagliuzzare verdure, nervosa.
«Non
so come sia successo, sinceramente… so solo che quei due sono così
strapieni di difetti -sono entrambi così orgogliosi, pieni di sé,
superbi e altezzosi- che si equilibrano a vicenda benissimo», dice.
«Ci siamo incontrate ieri sera in ospedale e allora quella lì mi ha chiesto se potevano venire a cena
stasera… Ah! Vuole vedere quanto so cucinare male, quell’oca! Ma
glielo farò vedere io, chi
è la donna più perfetta!», conclude, ghignando sadicamente
e iniziando a sminuzzare il cibo in modo adesso più violento.
La guardo
e rimango allibito: le donne sono assai pericolose, quando competono fra di
loro. E Sakura non è da meno.
«Sarà…
ma io non ci credo. Cioè, non è possibile! Stiamo parlando di Sasuke Uchiha!»,
borbotto, incredulo, mentre ricomincio a raccogliere pezzi di vetro; ma
-ovviamente!- mi taglio e il mio indice inizia a sanguinare copiosamente;
farfuglio dunque una spaventosa sequela di imprecazioni fra me e me ed
attorciglio un canovaccio intorno alla parte lesa, suscitando
com’è naturale le ire della donna a me accanto.
«Idiota!
Con quello strofinaccio dovevo pulirci i piatti!»
Alchè arriva il solito poderoso pizzico alla guancia.
«Che
cosa devo fare io, con te?! Sei un disastro! Guarda che casino hai combinato!», continua, con gli occhi iniettati di
veleno; io mi scuso più e più volte, mentre continuo a lamentarmi
del dolore alla guancia; lei mi molla e riprende la sua attività,
borbottando di tanto in tanto qualcosa.
«Sakura-chan», la interrompo, colto da un’improvvisa
illuminazione «ma perché tu non mangi il cioccolato di questo
periodo?»
Lei
rallenta impercettibilmente il suo lavoro e arrossisce; io mi avvicino a lei e
la scruto per bene. Ha qualcosa che non mi convince…
«Mmh, niente. Fa ingrassare… e non fa molto bene. Ecco
tutto.», mormora, guardandomi, per poi riprendere a sminuzzare.
Io
socchiudo gli occhi; sento puzza di sola, ma preferisco tralasciare per evitare
guai. Guardando ancora tristemente la cioccolata, domando, curioso:
«Sakura-chan… ma a te, quale gusto di cioccolata
piace?»
Lei
sbuffa e alza per l’ennesima volta gli occhi al cielo.
«Ma
che domande sono, queste, Narubaka?», domanda, spazientita; nel frattempo,
riunisce ciò che ha finemente tagliato in una ciotola, per poi passare
ad affettare un grande pezzo di carne usando un coltello mostruosamente enorme.
«Tu
rispondi e basta! Quale gusto ti piace, eh?», insisto, testardo.
«Ma
che ne so! Ma che cosa mi frega adesso, insomma?! Per me sono tutti uguali, e
poi a me manco piace la cioccolata e…»
A
quest’affermazione rimango assolutamente scandalizzato.
«Eretica!
Come fa a non piacerti una cosa così divina, dolce, buona, perfetta
sotto ogni aspetto?! E poi…»
«Sì
sì, va be’, ok. Mi puoi dare una mano, adesso? Come
vedi, ho da fare cose serie, io.»,
mi interrompe senza neanche guardarmi.
«Tutto
quello che vuoi, Sakura-chan!», rispondo,
solerte. «Ma, ehr, non saprei cosa fare,
sinceramente, né so cucinare o…»
«Questo
lo so, genio» risponde, piccata. «Non sai fare niente! E’
molto difficile essere tua moglie, eh.», borbotta, seguitando a tagliare.
Io
sorrido maliziosamente, mi avvicino a lei e le cingo un fianco da dietro. Ah,
le donne non hanno più segreti per me! Mi spiace solo che Shikamaru o
Sasuke non possano vedere questo momento di gloria…
«Oh,
andiamo, Sakura-chan… abbiamo tutto il tempo,
quei due arrivano solo stasera… che ne dici se, nel frattempo, ci
dedichiamo ad attività
più stimolanti?», mormoro, avvicinando sensualmente le labbra ad
un suo orecchio.
Ma,
facendo ciò, inevitabilmente struscio con il gomito un barattolo
strapieno di sugo e lo faccio cadere a terra; il contenuto si riversa sul
pavimento e i vetri -di nuovo, cazzo!- si sparpagliano. Ed evidentemente tutto
ciò è decisivo a far esplodere i nervi già assai poco
resistenti della mia sopracitata dolce
metà; questa si gira, mi fulmina con gli occhi e inizia a sventolarmi il
machete davanti, urlando:
«Naruto! Sarà molto meglio per
me, ma soprattutto per te, che tu te
ne vada ora! Avrei bisogno di una mano, ma non alla discesa, grazie!»
«Andarmene?
Eh? E dove vado? E stas–»
«Ritornerai
stasera, ovviamente! Abbiamo ospiti, non posso farmi cogliere impreparata da quella lì, ah! Fosse
l’ultima cosa che faccio, guarda!», strepita, facendomi girare e
spingendomi sulla schiena verso l’uscio di casa.
«Eh?!
Eh?! Ma dove vado?! Che faccio? E poi–»
«Ah,
non lo so! Ma da stamattina hai rotto due bicchieri, un barattolo di sugo, una
finestra e un coltello, porca miseria! E quei due saranno qui solo fra otto ore! Perciò, prima di
distruggere casa, ciao!»
Mi
ritrovo sull’arcata della porta con lei davanti, inviperita, che urla. Le
donne!
«Ok,
ok! Vado!», urlo, girandomi e avviandomi alla tromba delle scale; lei sta
per chiudere la porta quando io mi giro, speranzoso, e le dico:
«Sakura-chan…?»
Si frena
e riapre un po’ lo spiraglio.
«Sssì?!», sibila, furiosa.
«Ehr… almeno… potrei, ecco… avere almeno
un cioccolatino? Sto morendo di fame e non ho soldi per il ram…»
Ma lei
urla qualcosa concitatamente e sbatte la porta, maledicendo il cioccolato e
-soprattutto!- me.
*
«E
così, quella lì ti ha sbattuto fuori di casa. E tu, giustamente,
hai pensato bene di venire a dar guaio a me.»
Shikamaru
esala una profonda boccata di nicotina e sbuffa, mentre seguita imperterrito a dondolarsi
apaticamente su una sedia.
«Sì,
più o meno. Ma non è che mi ha sbattuto fuori di casa…! Me
ne sono andato io. Ho capito che
doveva rimanere sola e sono venuto qui… anzi, guarda, lei -l’ho capito subito, anche se lei non l’ha
detto!- stava quasi per pregarmi di non andarmene, ma alla fine ho deciso che
sarebbe stato meglio così…», ribatto, testardo e virilmente
offeso, ma lui alza un sopracciglio e mi scruta.
«Ma
stai zitto, va’! Ti sei fatto completamente sottomettere da quella donna,
altroché!», replica. «Senza offesa, ma… Mi sono sempre
chiesto chi te l’abbia fatto
fare di sposarti a ventiquattr’anni. Insomma,
va bene tutto, eh, ma deve essere proprio pesante, ecco.»
Io lo
guardo e pondero.
«Pesante?
Nah. Quando hai una certa età, caro mio, capisci
che devi darti una mossa… al contrario di qualche pesaculo.
O sbaglio?», chiedo, ghignando.
«Oh,
non ti ci mettere anche tu con questa maledetta storia! Già quella lì mi asfissia
abbastanza… e poi, insomma… Guardati!
Sei diventato uno zerbino, Naruto! Quella donna ti ha veramente schiavizzato, e
tu fai qualsiasi cosa ti chieda con quel sorriso da ebete!»
Corrugo
la fronte, dubbioso.
«Ed
è… un male?»
Lui
sbuffa di nuovo e alza gli occhi al cielo, proseguendo a dondolarsi.
«Certo
che è un male! Un male tremendo! Dai ad una donna un dito e quella ti
prenderà un braccio, è così che funziona! Se devo ridurmi
così, preferisco non sposarmi mai, ah!»
«Oh,
ma non importa! Io amo Sakura! …E, per lei, questo e altro!»,
esclamo, estasiato.
Ed
è così che la penso: non mi importa se lei mi dà la colpa
anche quando -rarissime volte- ha torto lei, non mi importa se mi mena, se mi
dà del ‘demente’ in continuazione, se è
isterica… Io la amo per tutto questo, alla fin fine; la amo per le nostre
litigate, la amo perché mi picchia, perché ha sempre fiducia in
me, perché mi è sempre vicino, perché è isterica,
perché è bellissima, perché è buona… e, sì, la amo anche quando mi vieta
il cioccolato. Ci siamo messi insieme cinque anni fa e, giusto un anno fa,
abbiamo deciso inaspettatamente di sposarci -ricorderò per sempre quel
momento: le avevo regalato, per l’appunto, una scatola di cioccolatini e
lei aveva gradito a tal punto da assecondare la mia assurda richiesta. E, da
allora, io non potrei essere più felice di così. Sasuke è
ritornato, ho personalmente sconfitto Pain, ho
contribuito alla pace a Konoha… e adesso ho anche la mia Sakura-chan. Ci potrebbe essere uomo più felice?
…Certo,
se non avessi questa seccante intolleranza al cioccolato andrebbe tutto meglio,
ma tant’è. E la mia dolce metà non fa che riempire casa di
cioccolatini per gli ospiti: più li guardo e più, come è
giusto, aumenta la mia voglia -voglia che ovviamente può essere
soddisfatta solo di notte, quando lei dorme e non può sentire. Ma a me
sta bene anche così: se non avessi quella rompipalle, la mia vita
probabilmente sarebbe assai più vuota e triste.
Il mio
amico, invece, sembra palesemente non condividere il mio pensiero: schiocca la
lingua e mi guarda in maniera disgustata.
«Sei
veramente senza speranza. Ah! Ma io non mi ridurrò mai
così… per una donna, po–»
Ma il
caro Shikamaru non fa in tempo a finire la frase che un urlo squarcia
l’atmosfera tranquilla, facendo sobbalzare entrambi.
«Brutto
pesaculo!
Vieni subito qui!»
E Shikamaru -il pigro, apatico, indifferente e geniale Shikamaru- scatta
immediatamente in piedi e corre via, urlando concitati “eccomi,
eccomi!”. Un perfido ghigno s’allarga sul mio volto: lui, a quanto
pare, sta messo molto peggio di me… E infatti, la sua dolce metà appare sulla porta della cucina e lo fulmina
con gli occhi, avvicinandosi a lui pericolosamente; l’altro arranca,
teso, e mette le mani in avanti come per difendersi e per farla calmare.
E questa scena mi pare enormemente familiare.
«Guarda! Guarda!
Hai tutti i pantaloni bucati e sporchi! TU e il TUO stupido fumo!»
«Su, su! Temari! Mi sarà scappata una
cicca… tutto qui… Ma perché ti scaldi tanto?!», urla
l’altro, facendo un passo in avanti e ritrovando la grinta.
«Perché io
mi scaldo?! Perché tu sei un idiota! Duecento -duecento, cazzo!- di QI un par di palle, ah!», sbotta lei infine, fissandolo biecamente.
Questi battibecchi sarebbero probabilmente inusuali per
chi non conoscesse queste due teste calde; ma per i loro conoscenti litigate
del genere sono robine da niente. I due si sono messi
insieme tre anni fa e sono andati a convivere da qualche mese; e, dal momento
che i dolci fratellini di lei non hanno mai visto di buon occhio questo
trasferimento, e giudicando altamente immorale la convivenza, spesso si recano
a dormire a casa loro, allocando come scuse ispezioni o missioni assai
dubbiose. Dunque non passa giorno in cui Shikamaru non sia scazzato con
l’intero mondo.
Temari si gira e, notando solo adesso la mia presenza, si
calma un po’ e dice:
«Oh, Naruto…! Scusa la solita scenata,
è che con questo qui non si
può vivere in santa pace…»
Io ridacchio e mi alzo per salutarla.
«Figurati! Capisco benissimo, deve essere un pesaculo tremendo… no?», borbotto sadicamente;
lui si volta verso di me e mi incenerisce con gli occhi.
Lei annuisce veracemente, squadrando ancora una volta il
ragazzo.
«Non dirlo a me. Non fa mai una mazza in giro per
casa, il signorino.», biascica, minacciosa. «Piuttosto, volevi
qualcosa? Come sta Sakura?», chiede, tornando relativamente tranquilla.
Mi mordicchio un labbro, incerto.
«Oh, lei sta bene. Sono io che me ne sono andato per
mantenere la mia integrità fisica…», borbotto.
«Gli uomini, tutti uguali! Anche tu non sarai molto
diverso da questo pesaculo, scommetto.», replica,
studiandomi torvamente; dicendo ciò, rovista distrattamente in una tasca
del suo kimono e tira fuori un -meraviglioso- cioccolatino.
«Temari! Basta con ‘ste
cose, o ti verrà un culo enorme!», la rimbocca l’altro,
tagliente; lei di tutta risposta apre la carta, prende in mano il cibo e lo
mangia voracemente.
«E chi se ne
frega, ah!», replica l’altra, stizzita, ghignando e guardando il
compagno con aria di sfida.
E tutta questa
scena mi ha fatto venire in mente qualcosa di fondamentale.
«Temari…
secondo te, quale gusto di cioccolata preferisce Sakura? Non me lo vuole
dire.»
Lei mi
guarda interrogativamente e apre la bocca per rispondere, ma il compagno la
blocca e bofonchia:
«Ma che razza di domande sono? E
poi ti chiedi perché quella santa della tua donna è isterica.
Sfido io, con uno così…»
«Oh,
che palle tutti quanti! E’ una domanda… e tu, piuttosto, pensaci,
visto che hai duecento di QI!»
Lui mi
scruta e pare seriamente pensarci su; tuttavia dopo alcuni secondi di profondo
ragionamento sbotta:
«Ma
che ne so! Non lo so! A me neanche piace la cioccolata, non me ne
intendo!»
Io
schiocco pesantemente la lingua e sbuffo.
«Vuoi
dire che non approvi neanche quel divino
cibo? Ma tu avrai una qualche fissa, no? O sei talmente apatico da startene
tutto il giorno qui senza fare un cazzo?»
«La
seconda, precisamente. Oh, questo qui sta sempre sbracato su un divano a non
far niente… è apatico, perennemente scoglionato e pigro. Che vuoi
farci…», lo rimbecca, piccata e ghignante; dopo un secondo di pausa,
tuttavia, conclude: «Comunque, Naruto… credo che a lei piaccia
molto quello bianco. Ha una dolcezza molto marcata, come lei, no?»
Shikamaru
schiocca la lingua, dubbioso.
«Oh,
che analisi erudita. E da quando in qua le persone si paragonano a delle cioccolate?
Che cosa sciocca.», borbotta, irritato. «E, in ogni caso…
Sakura, autoritaria e rompipalle com’è -ma mai quanto te, seccatura- non potrebbe mai essere un
cioccolato bianco! Io direi più… uhm… alla menta. E’
un gusto che s’impone e che rinfresca, dopo tutto.»
Non
ancora soddisfatto, guarda la compagna e dice:
«Mentre,
tu, seccatura… tu saresti
quello alla cannella: amara fuori e tenera dentro. Vuoi sempre sembrare arcigna
e dura, ma in verità sei un cioccolatino.
O no?»
L’altra
apre la bocca per replicare, spiazzata, ma io borbotto:
«In ogni caso… io devo proprio andare, ora
–sapete com’è, la mogliettina ordina e io obbedisco. Dico
bene, Shikamaru?»
Alza gli occhi al cielo, si gratta il capo e borbotta
qualcosa; io mi avvio all’uscio, mi giro e saluto i due, spifferando
nell’orecchio di lui:
«Com’era, quella roba che tu non saresti mai
diventato uno zerbino…?!»
Il mio amico, ancora una volta, mi carbonizza con il solo
sguardo; ma poi fa spallucce e borbotta:
«A quanto pare, è il destino di noi uomini…
E, in ogni caso, non sono ridotto male quanto te.»
Ma un secondo urlo di Temari fa ben pensare ad entrambi il
contrario.
*
L’hokage, senza quasi
neanche farci caso, prende un foglio dal mucchio e me lo assegna, distratta.
«Un’altra missione?! Ma che palle! E’ la terza, in questa settimana!»
Ella sbuffa, contrariata; si sbraca sulla sedia, mi guarda
e borbotta:
«Che ci vuoi fare? Ma non volevi diventare Hokage,
tu?»
Socchiudo gli occhi, piccato, e ribatto:
«Certo che lo voglio… E lo sarò!»
Sospira.
«Oh, ma quanto parli, eh. Come fa Sakura a
sopportarti?»
Incrocio le braccia davanti al petto a mo’ di
sfida… questa donna è veramente urtante, Ero-sennin
aveva perfettamente ragione.
«Perché lei mi ama! Perché lei farebbe
tutto per me!», replico, seccato e sghignazzante; lei sorride con fare
molto materno e mi guarda, curiosa.
«Piuttosto, ultimamente andate d’amore e
d’accordo voi due, eh? Che ne direste di pensare un po’ al futuro,
insomma?»
Ed eccolo qui, il vero motivo della convocazione! Altro
che darmi la missione, questa qui voleva farsi i cavoli nostri! Le donne…
Sorrido nervosamente, grattandomi distrattamente il capo.
«Oh, sì, sì –insomma, Nonna,
siamo giovani… siamo sposati da neanche un anno. Ci penseremo, eh…
per ora, insomma, ci divertiamo», borbotto, ridendo.
Lei commenta con un “ah, i giovani d’oggi!” , biascica qualcos’altro a
proposito di altri incarichi e missioni che mi toccherà svolgere e sta
per congedarmi quando, improvvisamente, la blocco.
«Nonna, un attimo.»
«Eh.»
Sospira.
«Qual è il tipo di cioccolato adatto per
Sakura?»
Lei alza superbamente un sopracciglio.
«Ma che domanda è?»
Le donne!
«E tu rispondi, che cavolo!»
La donna si sbraca di più sulla sedia, prende il
mento fra due dita e pensa intensamente.
«E… sentiamo, perché me lo
chiedi?»
Sbuffo di nuovo, spazientito.
«Oh, ho qualcosa da farmi perdonare. E devo sapere
quale cioccolato le piace!»
Mi squadra ancora e replica:
«Qualcosa da farti perdonare…? E cosa,
precisamente?»
Ma perché nessuno in questo villaggio si fa i cazzi
suoi…
«Sono un po’ troppo distratto, a casa, e
combino casino. Adesso, per cortesia,
potresti…?»
Lei si sdraia nuovamente.
«Caffè.», risponde, pensierosa, dopo un
po’.
«Nah! Che schifo. E’
fin troppo amara per i miei gusti.», replico, schifato. «Ma, in
effetti, è adatto a un tipo docile e mansueto come lei, eh?»
«Esatto. Credo proprio le piaccia quello al
caffè… e tu, piuttosto, sbrigati, che fra un po’ chiudono i
negozi!»
Allarmato, guardo l’orologio; impreco a bassa voce,
tossicchio, mi inchino falsamente, rido e apro la porta.
«Naruto…?»
E ora che diavolo…?!
«Sì?»
Lei sorride, ancora.
«Falle un bel pacco di cioccolate. Fanno sempre
bene, in tempo di liete novelle.»
E io me ne vado, confuso e pensieroso.
*
«Allora, Sakura-chan? Sto
aspettando!»
Lei mi squadra, nervosa. Siamo adesso entrambi seduti al
tavolino della cucina e stiamo osservando l’enorme scatola di cioccolate
da me comprate per lei. Nel dubbio, alla fin fine, ho scelto tutti -tutti!- i tipi di cioccolato esistenti e
li ho messi davanti a lei, aspettando solo che scelga.
«Naruto, che palle! Ti ho già detto che non
ne ho idea, e poi… ma che domanda del cavolo è?»
Io mi affloscio sulla sedia, rammaricato, e borbotto:
«Sì, in effetti è una domanda scema
–scusa.»
Cala il silenzio; io mi maledico per l’ennesima
volta. Ultimamente non faccio che combinare guai: rompo bicchieri, incasino la
casa, sporco dappertutto… e lei giustamente mi rimprovera in
continuazione. Sono un pochino teso: lei sembra piuttosto deperita,
nervosa… e, ultimamente, in effetti, è sempre stanca.
«Scusa se faccio sempre casino.», parlotto,
grattandomi nervosamente il collo.
«Oh, vabbè»
risponde lei, sorridendo «se non facessi casino, non saresti Naruto Uzumaki.»
Io la guardo e replico:
«Sì, però… ti faccio sempre
urlare e strillare. Faccio casino e faccio domande assurde… e tu, invece,
sembri un po’ indebolita. Non è che la cena di ieri sera ti ha
stressato un po’ troppo? O è perché non faccio mai niente a
casa? O forse…»
Lei si mordicchia nervosamente un labbro e per un attimo
abbassa gli occhi.
«Oh, no… va be’,
forse sarò io che l’ho presa con troppo sentimento… credo.
Siamo stati bene, in ogni caso, no?», chiede, tesa.
Io la squadro e riconosco a pelle che c’è
qualcosa che non va, ma preferisco tralasciare: voglio che sia lei a
parlarmene.
«Sì, sì –anche se con Sasuke non
è che ci si possa proprio divertire, eh. In ogni caso… oddio, mi
fa veramente impressione vederlo vicino a qualcuno, eh.»
Lei sorride.
«Già. I due litigano sempre… capirai,
sono entrambi talmente orgogliosi e pieni di sé che si appiccicano
continuamente.»
Cala il silenzio. Ma che diavolo succede? Inizio a muovere
una gamba, nervoso. E’ successo qualcosa, me lo sento: Sakura mi sembra
decisamente strana; e se fosse accaduto qualcosa di grave…? Cercando di
fare conversazione, borbotto:
«Sono passato dalla Nonna. Mi ha affibbiato una
missione… che palle.»
Lei però quasi non mi sente: è
scompostamente seduta sulla sedia dinnanzi a me, fissa il vuoto e tamburella
nervosamente le dita sul tavolo.
«Sakura-chan…
è successo qualcosa?»
Mi guarda brevemente e risponde, pacata:
«Oh, no… no, no, tutto a posto.»
Mi mordo un labbro e mi alzo, deciso.
«Va be’…
allora, insomma, io vado a prepararmi per ‘sta benedetta missione.
E…» borbotto, incerto, guardandola nervosamente
«…sì, vado.»
Faccio un passo indietro, guardandola; con la mia solita
stupidità e insolenza avrò sicuramente fatto qualcosa di cui non
mi sarò neanche accorto, ecco! Lo sapevo, lo sapevo… lei non mi merita.
Lei, forse, vorrebbe un tipo più silenzioso e intelligente, più
capace e freddo, più…
«Naruto! Aspetta un attimo!»
Il suo urlo mi blocca; teso, mi giro verso di lei, che si
avvicina sempre più a me.
«Devo dirti una cosa.», borbotta, timidamente.
Alza gli occhi luminosi e stupendi, apre la bocca per
parlare, ma qualcosa sul mio volto la blocca; fa un ghigno, si alza sulle
punte… e mi bacia. E’ un bacio passionale, stimolante,
totalizzante, invitante, meraviglioso; un bacio più profondo e ardente
rispetto a quelli che lei è solita dare; rispondo con sentimento,
raggiante e appassionato, la attraggo sempre più a me, la abbraccio con
tutta la mia forza e faccio scendere una mano lungo la sua schiena e…
Improvvisamente però lei si stacca, e sembra ponderare.
«Sakura-chan»
borbotto, senza fiato e imbambolato «ma da quando in qua baci così
b…»
Lei mi zittisce seccamente e si passa la lingua sulle
labbra, pensierosa.
«Direi… uhm, direi…», biascica,
ghignando «nocciola.»
Deglutisco sonoramente. O cazzo!
«Ma… ma cosa…?», chiedo, teso,
facendo finta di non capire.
«Uhm… sì, direi cioccolato alla
nocciola. Giusto?»
Donna infingarda e meschina, l’ho sempre detto! Ecco
a cosa serviva quel bacio!
«Ma… ma così non vale!»
Lei alza un sopracciglio, furba, e commenta:
«Oh, sì che vale. Che ti pensi, che non ho
visto la tua fuga in cucina, dieci minuti fa? E adesso ti riempirai di pustole
e mi toccherà guarirti! Come devo
fare io con te?!» sospira, spazientita, e alza gli occhi al cielo.
«Oh, diamine! Ma come si fa a resistere al
cioccolato?! E’ la cosa più bella del mondo, la cosa più
buona -oltre al ramen, naturalmente-, la cosa
più…»
«E comunque, mio caro… al latte.», mi
interrompe lei, portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio come
è adusa fare.
La guardo dubbiosamente.
«Al latte che?»
«Il mio cioccolato preferito. E’ al latte.», ripete, spazientita.
E allora io sorrido e sorrido -‘come
un ebete’, direbbe Shikamaru- e la guardo,
attirandola a me. Sì, la cioccolata al latte è perfetta per lei:
dolce e zuccherata, con un retrogusto amarognolo… e, soprattutto, lega
benissimo con le nocciole.
«Allora anche a te piace la cioccolata, eh?»,
chiedo, sogghignando a mia volta.
Lei arrossisce e mi squadra come per sfidarmi; mi tira le
guancie con le dita e inizia a giocherellarci come una bambina particolarmente
felice.
E io… ah.
La amo.
«Oh, sì, mi piace, lo ammetto. Ma fa
ingrassare. Fa venire i brufoli. E poi… insomma» e qui fa una
piccola pausa, sorridendo adesso di cuore e portandomi una lieve ciocca di
capelli dietro il mio orecchio «non è adatta in gravidanza,
sai.»
Il mio cuore perde un colpo secco.
«Eh?», biascico, incapace di formulare
qualcosa di minimamente sensato.
Lei mi dà un piccolo schiaffo e sorride ancora,
benevola.
«Be’, sono incinta. Lo capisci detto così,
o no, baka?»
I polmoni sembrano svuotarsi; mi tremano le gambe; il
cervello smette definitivamente -se mai l’ha fatto, poi, non lo so- di
funzionare.
La guardo e la riguardo, a bocca aperta, con gli occhi
spalancati; e, tutto d’un tratto, capisco che c’è davvero
qualcosa di più bello e dolce del cioccolato.
**************
Et voilà **
Questa fanfic ha partecipato al
concorso “Lui, lei e il cioccolato!”
di Red Diablo e si è classificata prima ^_^ Sono
veramente contenta di questo primo posto, ho passato giorni terribili
appresso a questa storia =_= Non sapevo proprio che metterci; avevo una
vaghissima idea, derivante da un’altra mia fanfic
di Dragonball (mai pubblicata XD) che aveva lo stesso tema e le stesse
relazioni fra i personaggi, ma non sapevo proprio come svilupparla. Ho passato
giorni e giorni a cercare i vari tipi di cioccolato e le corrispondenze
psicologiche che avrebbero potuto avere, ma non ho trovato niente di niente
=_= e così ho fatto tutto da
sola, ecco XD
Spero tanto vi sia piaciuta. Ci ho messo tutta me stessa
^///^ Ringrazio tanto la giudice e Shurei per il bel bannerino che ha fatto per il concorso, grazie! ** Eccolo
qui:
Vi prego, per cortesia, per favore… commentate. Non sopporto vedere tante
letture, tanti preferiti e pochissimi commenti ._. credo sia perlomeno carino
esprimere un proprio giudizio, soprattutto se siete anche voi autori! E non vi preoccupate
a recensire anche dopo tanto tempo XD fa sempre molto, molto piacere, anche con
commenti negativi. Ma, per cortesia, fatelo ^_^ E, cavolo, siamo in estate!
Cinque minuti di tempo dedicati a recensire non vi uccideranno mica! ^^’
In ogni caso, risponderò a tutte le vostre recensioni, promesso ^^
E ricordatevi: il NaruSaku REGNA. <3
So che siamo in pochissimi a scrivere di NaruSaku… ergo, almeno quei pochi, per favore,
confortateli ^_^ Non è sempre molto facile scrivere di coppie non troppo
amate. ^^’
Ultima cosa: ringrazio tanto chi ha commentato “One Week” e “Lunga vita al Re”! Posterò
i prossimi capitoli fra poco ^^ Grazie, davvero!
Clahp
EDIT DOPO POCHE ORE: 8 recensioni O____O Oddeus! Grazie, grazie! Non ho parole, non ho mai ricevuto
tanti commenti per un solo capitolo dopo così poco tempo (sì
insomma, fa piacere ricevere tante recensioni xD)…
sono una delle persone più felici della terra *___*
@ uchiha_chan: allora
è una seconda vincita la mia, dal momento che sono riuscita a farti
apprezzare la coppia! ^_^ Grazie tanto, mi hai commosso!
@ Emi_Iino: ti
ringrazio tantissssimo! *_____* One
Week la aggiornerò presto, spero ^_^ E per quanto riguarda la tua fanfic, l’avevo già adocchiata, ma non posso
leggerla perché fino alla prossima domenica sono ancora minorenne XD Poi
la leggerò e commenterò, promesso! **
@ ryanforever: io AMO
lo ShikaTema! Li adoro, quei due! Invece, per il SasuIno… uhm, mi piacciono ma non tantissimo. Li vedo
abbastanza simili in tante cose^^ Più che altro, in molte fanfic che ho scritto loro due mi servivano insieme e
quindi li ho usati XD Chissà, magari in futuro mi piaceranno davvero! **
Ti ringrazio tanto del commento, sono contenta che comunque ti siano piaciute
anche le parte più nere ^*^
@ Cleo92: grazie *________*
@ Yuna92: grazie tantissimo! *__*
@ x Saretta x: Naruto
è tenero ** Altro che i tipi tenebrosi e dark come Sasuke o Neji, ah! XD Grazie tantissimo! *_*
@ Red Diablo:
grazie giudiciah *_*
@ simonachan90: oddio O_O
grazie tantissimo, non so che altro dire XD. per il rapporto persona-cioccolato…
mi è venuto molto spontaneo^^ ho fatto una lista enorme dei vari tipi di
cioccolato e ho cercato di abbinarli. ^^ Grazie, davvero… e sì,
NARUSAKU REGNA! Perché tanto lo sappiamo che finisce NaruSaku,
e questo ci basta ampliamente ù_ù
*risata malefica*
Per tutti
gli altri: continuate a recensire, vi prego! *___* E se voleste dare un’occhiata
anche alle altre mie storie, non mi offenderei di certo… *ghigna*