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Autore: ISI    14/06/2009    1 recensioni
"Si strinse addosso il lino che, per tanto tempo, notte dopo notte, aveva fatto l’amore con la sua pelle, accarezzandola e, per un attimo, in quello stato di progressivo abbandono della lucidità che è il dormiveglia, gli parve di essere sprofondato di nuovo in lui, nel suo profumo, nel suo calore, nel suo io cancellato troppo presto dalle pagine del libro dell’esistenza."
Cap14: Sepolcri di merendine.
Cap15: Nudismo e pattine a forma di gatto.
Cap16: Leggere nel pensiero.
Cap17: Meritare.
Cap18: Soluzione.
Cap19: La fontana del disamore.
Cap20: Il senso
Cap21: Romanticismo.
Cap22: Voglie improvvise.
Cap23: Mangiarsi le unghie.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Mangiarsi le unghie

 

Dopo un periodo tanto intenso di lavoro una serata al cinema era proprio quello che gli ci voleva per disconnettere il cervello da tutte e le preoccupazioni ed i dubbi che l’avevano assillato fino ad allora.

Almeno così credeva.

Socrate non aveva parlato a vanvera, quando aveva affermato che il teatro, o in questo caso il cinema, che sarebbe arrivato secoli e secoli dopo il filosofo greco, ha una funzione catartica sugli istinti e sulle emozioni umane, ma solo aveva sbagliato nel non chiarire che non tutte le rappresentazioni o film possono sfogarti o farti sentire meglio.

Perché se sei poco previdente come Abel e come lui ti butti a pesce sulle cose il minimo che può capitarti è un film tremendamente angosciante che invece di alleggerirla la tensione la moltiplica a dismisura.

Maledizione, eppure dal titolo non sembrava tanto pesante!

Tuttavia se il problema fosse stato solo il film, la cosa sarebbe stata lontanamente sopportabile e questo perché Abel si reputava una persona piuttosto strana, una di quelle persone che certe piccole cose, certi piccoli gesti non riusciva proprio a mandarli giù, neanche con tutta la pazienza del mondo.

Chi si mangiucchiava le unghie, ad esempio, gli dava terribilmente sui nervi: tutto quel lavorare inutile ed autolesionista di denti contro se stessi era una cosa che proprio non poteva soffrire, che lo mandava fuori dai gangheri.

E indovinate che cosa sta facendo l’uomo seduto vicino a lui invece di sgranocchiarsi dei sani pop corn?

Maledizione, sembrava che volesse mangiarsi le mani!

 

D’un tratto il grande schermo s’oscurò ed il riaccendersi delle luci nella sala segnò, per fortuna sua e non solo, l’inizio dell’intervallo tra primo e secondo tempo, ma l’uomo accanto a sé non la smise in ogni caso di mutilarsi i polpastrelli.

Lo detestava.

Detestava quel rumore odioso, quella specie di biascichio, che inevitabilmente viene prodotto durante tale nervoso pasto, detestava la saliva che inevitabilmente rimane sulla punta delle dita e le unghie devastate che suoi soggetti più isterici arrivano addirittura a sanguinare.

“Ha idea di quanto sia fastidioso quello che sta facendo?” si ritrovò a sbottare rivolto dunque al proprio vicino di poltrona, dovendo amaramente constatare di aver perso il controllo “Magari, quando avrà finito con le sue potrei darle le mie di unghie, tanto la cosa non mi dà alcun disturbo!” aggiunse poi mettendogli sotto il naso le proprie bellissime mani da neurochirurgo, alla vista delle quali il moro dagli occhi neri contro cui aveva inveito non si scompose più di tanto.

Semplicemente lo scrutò con un’occhiata corrucciata e sorrise beffardo.

“Da un tipo carino ed isterico come lei si potrebbero volere tante altre belle cose oltre alle unghie, sa?”

  
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