Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: Echocide    20/07/2017    3 recensioni
Laki Maika'i è il modo in cui ad Alola augurano 'Buona Fortuna' e sono due parole che Adrien, Marinette e Nino si sentono dire quando iniziano il loro giro delle isole.
Adrien è un ragazzo misterioso, che sembra fuggire da qualcosa.
Marinette è una giovane di Kalos, trasferitasi assieme ai genitori.
Nino è il protetto del Kahuna Fu, deciso a dimostrare il suo valore.
Tre ragazzi.
Tre destini che si uniscono in una regione piena di misteri.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Laki Maika'i
Personaggi: Marinette Dupain-Cheng, Adrien Agreste, Altri
Genere: azione, avventura, romantico,
Rating: G
Avvertimenti: longfic, alternative universe
Wordcount: 2.501 (Fidipù)
Note: Alola! Eccoci qua con un nuovo appuntamento di Laki Maika'i! Un capitolo leggermente più breve rispetto al solito, ma denso di cose devo dire: la mossa Z di tipo Normale, qualche confessione qua e là e qualcuno che inizia a fare...beh, quello che fa sempre: balbetti e frasi che farebbero sprofondare dalla vergogna. Detto questo, vi lascio subito subitissimo al capitolo e vi ricordo che domani verrà aggiornata Miraculous Heroes 3 con il secondo appuntamento settimanale, mentre sabato sarà il turno di Scene.
Come sempre vi ricordo anche la pagina facebook per rimanere sempre aggiornati, ricevere piccole anteprime dei capitoli e i miei scleri quotidiani.
Infine, ma solo perché li metto sempre alla fine, voglio dire grazie a tutti voi che leggete, commentate e inserite le mie storie in una delle vostre liste.
Grazie tantissimo!

 

Plagg osservò i tre allenatori che aveva preso sotto la propria ala mentre, seduti sui gradini antistanti il Centro Pokémon, parlavano fra di loro e gli ricordavano il periodo in cui anche lui era stato un allenatore alle prime armi: «Che ne pensi?» domandò al Capitano di Mele Mele, voltandosi verso il giovane accanto a lui e attendendo la sua risposta in un silenzio impaziente.
«E’ bellissima…» dichiarò sognante Nathaniel, mentre osservava anche lui il terzetto e facendo sbuffare Plagg: «Cosa?»
«Ti ho chiesto che ne pensi di loro come allenatori. Di tutti e tre» spiegò il professore, tirando lievemente su la visiera del berretto e fissandolo da dietro le lenti degli occhiali: «Posso capire che Marinette abbia una certa Attrazione sugli esponenti maschili, però…»
«Però cosa?»
«Penso che non sei l’unico che le ha messo gli Occhioni Teneri addosso.»
Nathaniel si voltò verso il trio, non notando niente di insolito a quello a cui si era abituato, mentre li osservava frequentare la scuola Pokémon, e sorrise: «Ciò non vuol dire che io non possa provarci. Non credi?»
«A breve partirà, lo sai? E se quel qualcuno si sveglierà un po’, non avrai tante chance. Fidati» dichiarò il professore, osservando il giovane stringere la mascella: «Sono stati in gamba, vero? Non mi aspettavo che sconfiggessero così velocemente i tuoi pokémon.»
«Ho facilitato loro la prova.»
«Con il Dominante che tu stesso hai allenato?»
Nathaniel non gli rispose, avvicinandosi al trio e attirando così l’attenzione di tutti: «Quello che avete ottenuto nella prova è il Cristallo Z di tipo normale, il Normium Z» dichiarò, sorridendo appena.
«Quindi è il Cristallo Z per le mosse di tipo Normale?» domandò Adrien, rigirandosi la pietra fra le mani: «Interessante.»
«Ricordatevi che, per poter usufruire appieno del potere Z, dovete avere una buona sintonia con il pokémon e dovrete eseguire questa mossa» Nathaniel fece alcuni passi indietro: incrociò le braccia davanti al viso, poi le abbassò lungo i fianchi e le alzò nuovamente, posizionandole tese davanti a sé e incrociate all’altezza dei polsi, tenendo i pugni chiusi; rimase fermo, chinandosi poi verso sinistra, sempre con le braccia incrociate e aprì i palmi, tenendo il braccio sinistro fermo mentre, con quello destro, puntò verso il cielo. Si riportò poi in posizione eretta e, stringendo nuovamente i pugni, si portò il braccio sinistro all’addome, mentre quello destro alla fronte.
Marinette l’osservò, spostando poi lo sguardo su Adrien e Nino, chiedendo con questo spiegazioni su ciò che aveva appena visto: «Ogni tipologia di Mossa richiede una serie di pose da parte dell’allenatore» spiegò Nino, abbozzando un sorriso e alzando le spalle: «Questo perché incanalano l’energia e la trasmettono al pokémon.»
La ragazza annuì, balzando in piedi e sorridendo a Nathaniel: «Posso rivederla?» domandò, mentre gli altri due la imitavano: passarono un po’ di tempo a provare e riprovare le pose che la Mossa Z di tipo Normale richiedeva: Adrien la eseguì quasi subito alla perfezione, mentre Nino e Marinette incespicarono un po’.
Il primo aveva problemi con la posizione finale, mentre la ragazza tendeva a cadere quando doveva chinarsi e poi rialzarsi.
Rovinò nuovamente a terra, dopo aver perso per l’ennesima volta l’equilibrio e rimase ferma, seduta a terra con le ginocchia sporche e le labbra strette, quasi fosse prossima al pianto: «Non ce la farò mai» sentenziò, scuotendo il capo e tirando la visiera del berretto, in modo da nascondere il viso: «Sono imbranata! Tanto! E cosa succede se sbaglio durante una lotta? E mando chissà quale energia al pokémon? Potrei distruggere tutto e poi…»
«Calmati, Marinette» dichiarò Adrien, avvicinandosi alla ragazza e allungandole una mano che, dopo una titubanza iniziale, l’altra prese: «Non è difficile come sequenza. Fidati.»
«Per chi non è imbranato come me.»
Adrien sorrise, abbassando lo sguardo verso i piedi della ragazza e picchiettandoli con il proprio: «Apri di più le gambe» dichiarò, annuendo quando lei eseguì ciò che gli aveva detto: «Ora esegui le pose fino a poco prima di chinarti»
Marinette annuì, eseguendo velocemente la parte che le era stata richiesta e rimanendo poi immobile, con le braccia tese e lo sguardo dubbioso su Adrien: «Adesso chinati di lato» dichiarò il ragazzo, immobile al suo fianco: «Fallo lentamente, finché non ti senti sicura…»
«E adesso cadrò» cantilenò la ragazza, eseguendo il movimento con lentezza senza tanta speranza di riuscire a completare il tutto anche a quel giro.
«Marinette…» la riprese Adrien, sorridendole mentre lei rimaneva immobile: «Ora, sempre con tutta calma, porta il braccio verso l’alto.»
La moretta annuì, compiendo un ampio arco con il braccio destro e tirandosi su lentamente, piegando i gomiti e posizionando i pugni ad altezza addome e fronte: «Ce l’ho fatta…» mormorò incredula, portandosi le mani al volto e sorridendo rivolta all’amico: «Ce l’ho fatta!»
«Devi solo trovare il punto giusto di equilibro» dichiarò Adrien, ricambiando il sorriso spontaneo che aveva illuminato il volto di Marinette: «Un po’ di pratica e la eseguirai alla perfezione.»
«E adesso che vi siete esercitati…» Plagg batté le mani, ridacchiando: «Beh, noi torniamo ad Hau’oli. Non è vero, Nathaniel?»
«E noi?» domandò Nino, voltandosi verso il professore e fissandolo con lo sguardo sbarrato: «Vuoi lasciarci qui?»
«Ehi, vi devo ricordare che avete iniziato il giro delle isole? Esplorate, catturate, conquistate.»
«Conquistare?»
«Sai a cosa mi riferisco, Adrien. Attrazione è sempre la soluzione» dichiarò l’uomo, facendo un occhiolino al giovane allenatore e poi afferrando il Capitano per una spalla e trascinandoselo dietro, mentre questi cercava in tutti i modi di liberarsi della presa ferrea del professore: «Ci vediamo ad Hau’oli!»
«Ma…» Nino li fissò, mentre si avvicinavano a un furgoncino scassato che era stato parcheggiato vicino il Centro, guardando Plagg far salire senza tante cerimonie Nathaniel e poi voltandosi verso i suoi due compagni di viaggio: «Ci lascia qui?»
«L’hai sentito? Dobbiamo esplorare, catturare, conquistare…»
Nino lo fissò per un minuto buono, prima di mandarlo a quel paese con un gesto della mano universalmente noto e salì le scale del Centro: «Voi andate pure! Io penso proprio che mi rilasserò qui, con i miei pokémon.»
«Sicuro?»
«Sicurissimo!»
Adrien sospirò scuotendo il capo e osservando l’amico entrare, prima di spostare l’attenzione sulla ragazza, che stava nuovamente eseguendo le pose per la Mossa Z di tipo normale: «Tu hai in mente di continuare a provare per tutto il resto della giornata?»
«Co-cosa?» domandò Marinette, bloccandosi e spostando lo sguardo attorno a sé: «Do-dov’è Nino?»
«E’ andato dentro» le rispose Adrien, infilando le mani nelle tasche dei jeans: «Vuole rilassarsi, ha detto. Tu che cosa farai?»
La ragazza scosse il capo, osservando il sole abbastanza vicino alla linea dell’orizzonte, segno che non ci sarebbero state molte ore di luce ancora e, sinceramente, non aveva molta voglia di star fuori al buio con la possibilità di incontrare qualche pokémon spettro: «Non so…» bisbigliò confusa, guardandosi attorno e non riuscendo a decidere cosa fare, sembrandole un vero spreco di tempo e possibilità passare il resto della giornata al Centro: «Io…»
Adrien si massaggiò la mascella, aggrottando la fronte: «Se non erro…» iniziò, mordendosi il labbro inferiore: «…qui vicino ci dovrebbe essere un prato.»
«Un prato?» domandò Marinette, interessandosi immediatamente: aveva sempre amato i giardini a Kalos, perché vi si potevano facilmente trovare dei pokémon di tipo folletto come i Flabébé: piccoli folletti con la pelle bianca e le grandi orecchie, che andavano in giro attaccati al pistillo di un fiore e con una graziosa coroncina in testa.
Aveva sempre desiderato catturarne uno, quando ancora pensava di compiere il suo viaggio di formazione a Kalos.
«Mh. Sì, ci sono venuto una volta con Plagg: voleva studiare le mosse di alcuni pokémon e, se non ricordo male, dovrebbe essere qui vicino. Vuoi andarci?»
La ragazza annuì, illuminandosi in volto e osservandolo mentre si guardava attorno, cercando di raccapezzarsi: attese, finché Adrien non annuì e indicò poi la direzione opposta a quella da cui erano giunti il giorno precedente: «Dovrebbe essere da quella parte. Credo» dichiarò, massaggiandosi la nuca e sorridendo appena: «Al massimo diamo un’occhiata alla zona, no?»


Il motore del motoscafo si spense e la donna osservò gli addetti eseguire alacremente il loro lavoro: «Il direttore?» domandò, una volta attraversata la passerella e giunta sul molo, fissando il giovane uomo dai capelli mori con dei riflessi violacei.
«E’ nei suoi appartamenti» dichiarò l’altro, sistemandosi la giacca candida del completo e regalando un sorriso timido alla donna, chinando appena la testa: «Ha detto di avvisarlo immediatamente quando sarebbe arrivata, madame Nathalie.»
«Ottimo, Nooroo» dichiarò Nathalie, sistemandosi gli occhiali e avviandosi con passo deciso verso l’ascensore: «Ci sono stati problemi in mia assenza?»
«Nessuno, madame.»
«Il progetto?»
«Sta continuando come da programma, madame.»
Nathalie annuì, facendo un cenno al dipendente che si occupava dell’ascensore e fissando davanti a sé, con sguardo serio: «Dobbiamo trovarlo…»
«Sono certo che il signorino Adrien non volesse…»
«Cosa volesse o non volesse non è interesse nostro, Nooroo. Il signorino Adrien ha sottratto importante materiale per le nostre ricerche ed è nostro compito ritrovarlo e assicurarci che tutto venga recuperato.»
«S-sì.»


Adrien sbuffò, osservando Cosmog volteggiare sopra alcuni fiori e fare amicizia con degli Oricorio, simpatici uccellini dal piumaggio giallo che avevano dei buffi pon-pon alla fine delle ali: «Sei scandaloso!» borbottò, spostando poi l’attenzione su Marinette che, seduta su una sporgenza, faceva dondolare i piedi sopra il mare giallo di petali: «Non catturi niente?» le domandò, avvicinandosi e tirando su con il naso: «Pensavo che a voi ragazze piacessero i pokémon carini, tipo quello» dichiarò, indicando un piccolo pokémon verde chiaro, che ricordava un bulbo di una pianta e sulla cui testa spuntava un ciuffo di tre foglie: «Mia madre ne aveva uno…»
«Tua madre era un’allenatrice?»
«Sì» assentì Adrien, sedendosi accanto alla ragazza e osservando il mare di fiori gialli che si estendeva per tutta la gola che veniva chiamata Prato di Mele Mele, un piccolo paradiso nascosto dove i pokémon erba sembravano aver trovato un rifugio dai loro predatori e dagli allenatori desiderosi di catturarli: «Amava tantissimo i pokémon e loro la ricambiavano…»
«D-dov’è adesso?» domandò Marinette, pentendosi subito di aver posto quel quesito perché lo sguardo di Adrien si rabbuiò: la ragazza chinò il capo, osservando la punta dei propri piedi e sorridendo lieve, quando sentì Growlithe darle un piccolo colpo con il muso; alzò la mano, carezzando il pelo morbido e rimanendo in silenzio, ascoltando i versi di alcuni pokémon in lontananza.
«Lei…» la voce di Adrien la riscosse, facendola voltare verso di lui e guardandolo mentre teneva lo sguardo fisso davanti a sé: «Lei è scomparsa.»
«Mi dispiace…»
«Ero piccolo. Ricordo poco.»
Marinette annuì, abbassando nuovamente la testa e immaginandosi come si sarebbe sentita se sua madre fosse sparita, maledicendosi per aver dato ad Adrien un simile dolore: «Io…» bisbigliò, sentendosi in colpa per ciò che la sua ingenua domanda aveva scatenato: «Io non volevo.»
«Non potevi sapere» dichiarò Adrien, scuotendo il capo e regalandole un sorriso tranquillo: «Ero piccolo, ricordo veramente poco di lei so che aveva un pokémon come quello e poco altro.»
La ragazza annuì, tirando su le gambe e abbracciandole, mentre posava il mento sulle ginocchia: «A Kalos non c’erano prati del genere» mormorò, ricordando la sua regione d’origine e cercando di spostare l’argomento su questioni più tranquille.
«Com’è Kalos?» le chiese Adrien, piegando una gamba e, usandola come appoggio, incrociò le braccia e vi poggiò sopra la testa, dedicando la sua completa attenzione a Marinette.
«Elegante» dichiarò la ragazza, sorridendo al ricordo della sua città: «Variegata. Variopinta. Luminopoli è moderna e all’ultima moda, ma vicino c’è Castel Vanità e la Reggia Aurea che ricordano il passato della regione, poco più lontano invece c’è Cromleburgo a cui ci si arriva attraverso la Strada del Menhir, la chiamano così perché megaliti che escono dal terreno e piccole pietre che adornano il percorso.»
«Sembra bella…»
«Lo è» dichiarò la ragazza, voltandosi verso di lui con un sorriso in volto e arrossendo di botto, quando notò l’intensità dello sguardo verde che la fissava: «E’…è….»
«Immagino che non hai preso bene l’idea dei tuoi di venire a vivere qui.»
«Io…»Marinette poggiò la fronte contro le ginocchia, sospirando profondamente: «A-a-all’inizio» balbettò, sorridendo dolcemente: «Ma Alola mi ha conquistata e mi sento così a mio agio qui» si fermò, alzando il volto e osservando il mare di fiori che ondeggiava nella lieve brezza che c’era, mentre i petali gialli venivano trasportati dal vento: «A Kalos non c’è l’odore di fiori e mare ovunque, la gente non ti saluta con gesti delle mani e lì non ci sei…»
«Non ci sono…»
«Niente! Assolutamente niente!» dichiarò Marinette, sgranando lo sguardo celeste e ringraziando qualsiasi pokémon protettore le venisse in mente, Tapu Koko in primis.
Lì non ci sei tu, questo stava dicendo ma, fortunatamente, Adrien l’aveva interrotta prima che completasse la frase, perché sarebbe stato alquanto imbarazzante spiegare il perché di tali parole.
«Io invece sono nato e cresciuto qua» le spiegò Adrien, con un’alzata di spalle: «Non propriamente a Mele Mele, qui ci sono finito da qualche mese.»
«E do-dove?»
«Beh, se te lo dicessi…» Adrien si fermò, sorridendole: «Perderei il mio fascino misterioso, quindi non te lo dico.»
«Come se tu potessi perdere fascino…»
«Cosa?»
«Nu-nulla.»
Adrien la fissò, annuendo poi con la testa e rialzandosi, stirando le braccia verso l’alto: «Sei veramente sicura di non voler catturare nessun pokémon qui?» le domandò e Marinette negò con la testa, timorosa di potersi far sfuggire altro dalla bocca, qualcosa tipo: catturerei volentieri te, splendore.
Si sentì il volto in fiamme e si voltò dalla parte opposta, maledicendo la conoscenza del professor Plagg: era tutta colpa sua se stava facendo simili battute nella sua mente.
Sì, tutta colpa di Plagg.
E di Adrien che era veramente splendido e meraviglioso.
Era tutta colpa loro.
Adrien le sorrise, allontanandosi un poco da lei e richiamando Cosmog, mentre Marinette rimase a osservarlo: avrebbero dovuto viaggiare assieme ancora per parecchio tempo, dato che il giro delle isole comprendeva l’intero arcipelago di Alola.
Come avrebbe fatto?
Certo, adesso riusciva a parlargli pseudo-normalmente se non lo guardava e si concentrava su altro, ma il problema era che iniziava a sfuggirle qualcosa e…
Beh, Adrien non sembrava interessato a lei in quel senso.
E questo le faceva male, veramente male.
Si portò una mano all’altezza del cuore, massaggiandoselo sopra la maglia mentre Rowlet le atterrava dolcemente sulle gambe, fissandola in volto e aprendo il becco, senza emettere alcun suono: «Sto bene» dichiarò, chinando la testa e sfiorandogli il muso con il naso: «E’ solo una delusione amorosa. La saprò affrontare, fidati.»
Rowlet mormorò qualcosa, aprendole ali e poi richiudendole, mentre anche Growlithe e Ledyba le si avvicinavano, strusciandosi contro di lei: «Grazie, ragazzi» bisbigliò, allargando le braccia e stringendo i suoi pokémon: «Concentriamoci solo sul superare questo giro delle isole, ok? E ignoriamo i ragazzi, per quanti bellissimi e gentilissimi. Ok?»
«Che state facendo voi quattro?» domandò Adrien, avvicinandosi con un Cosmog per nulla contento fra le mani e starnutendo, tirando poi su con il naso: «Questo posto sarà la mia tomba. Lo sento. Tutte queste piume…»
«To-torniamo al Centro.»
«D’accordo.»

 
Pokémon che compaiono nel capitolo: Flabébé | Oricorio | Petilil

 

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Echocide