Capitolo 21
L'inferno
17
agosto, fabbrica
abbandonata, ore 00.20
Ladro
Kid si toccava la
spalla ferita, la giacca bianca era sporca di sangue, il viso
graffiato. Cecelia Hakuba gli rivolse contro la pistola, camminando
tra l'intonaco rotto e costringendolo ad appiattirsi al muro.
<< Metterò fine >>,
caricò l'arma. << Alla stirpe di ladri e maghi peggiori
del
mondo. Dopo essermi divertita con te, manderò qualche mio amico in
vacanza a Parigi... >>.
L'allusione a sua madre lo
fece infuriare e puntò la spara carte contro Cecelia. Uno sparo la
distrusse e il secondo ferì la gamba del ladro.
<< Per finire mi
divertirò moltissimo con Aoko Nakamori >>.
Kaito non riusciva a
restare in piedi, perdeva sangue.
<< Il mio
divertimento non sarà mai grande quanto quello provato nove anni fa
>>, la faccia era coperta da un ghigno enorme.
<< Quando
Toichi Kuroba è saltato in aria è stato il momento più appagante
della mia vita! >>.
Era lì. Lei era tra
gli spettatori!
Kaito avrebbe voluto
reagire, si appoggiava al muro cercando di non cadere, Cecelia gli
puntava la pistola. Mise il dito sul grilletto, mezzo centimetro e
sarebbe partito il colpo.
<< Addio Ladro Kid
>>.
Cinque ore prima
Villa
Ohayashi era un caseggiato di tre piani color beige, con i contorni
delle finestre bianche. Un portico girava intorno alla costruzione e
un laghetto cristallino brillava nel giardino. Il vialetto di pietra
pregiata era costeggiato da aiuole verdi punteggiate da fiori
variopinti.
Le macchine della polizia
erano state parcheggiate oltre il cancello, la signora Ohayashi non
voleva quelle brutte auto bianche e blu a rovinarle gli esterni. Il
festeggiato, Daisuke, era eccitato per la festa e per la presenza del
famigerato ladro. La sorella maggiore Shige avrebbe indossato lo
Zaffiro Speranza in occasione del compleanno del fratello. Il marito,
Sessue Hayato, avrebbe voluto tenere il gioiello in cassaforte però
la moglie fu irremovibile: non avrebbe rinunciato all'amato gioiello
per un ladruncolo esibizionista.
L'ispettore Daiki era
chino su un tavolo, studiando le telecamere posizionate in ogni
porta, esterno e ingressi. Nakamori aveva tolto le bende: le ferite
erano guarite bene e finalmente aveva smesso gli antibiotici. Aveva
ricevuto una chiamata dalla figlia che lo informava che sarebbe
tornata la notte e di scusarla di nuovo per la gita improvvisata,
talmente era impegnato che non si era arrabbiato.
Il punto di vista nei
confronti di Daiki non era migliorato e aveva dovuto ammettere che
possedeva una buona abilità strategica. Diversi poliziotti erano
mischiati fra gli invitati e ci tenevano a fare bella figura visto
che il questore Hakuba sarebbe stato presente al party.
Il capostipite della
famiglia, Takei Ohayashi, era uomo serio e poco tollerante. Qualità
che gli aveva permesso di prendere in mano le redini dell'impero
finanziario fondato dal padre. Quel biglietto era solo una grande
scocciatura, teneva a quello zaffiro per il ricordo che
rappresentava.
Yuka si stava preparando
insieme alla figlia nella stanza da letto. Il primogenito Tobei
sarebbe giunto poco prima dell'inizio della festa.
Daiki entrò nella camera
accompagnato da un paio di agenti.
<< Signora Ohayashi
la informo che la rete di telecamere è entrata in funzione
>>.
<< Molto bene >>.
Il parrucchiere stava lavorando con il pettine.
<< Non capisco tutta
questa preoccupazione. Più lisci, per favore >>, comandò
al
suo acconciatore. << Ladro Kid restituisce sempre le
gemme che
ruba >>.
<< Non possiamo
averne la certezza, signora Hayato >>, obbiettò
l'ispettore
Daiki. << È tutto pronto >>, disse
l'assistente capo
Nakajima, riferendosi alla strumentazione.
L'ispettore Nakamori
attendeva fuori dalla camera da letto, impegnato a controllare la
piantina della villa scaricata sul tablet. Era sicuro che Ladro Kid
si sarebbe infiltrato tra il personale della casa, in modo da avere
accesso a tutte le stanze. Il display segnava le 19.00, la festa
avrebbe avuto inizio entro trenta minuti.
Ladro
Kid indossava la
divisa richiesta dal personale di sala: camicia bianca, gilè nero e
pantaloni in tinta, un papillon al collo. Nell'orecchio aveva un
auricolare per tenersi in contatto con Jii e Akako. Il vecchio
aiutante era rimasto all'esterno per agevolare la via di fuga, la
villa era stata attrezzata con eccellenti sistema di sicurezza.
La difficoltà nasceva
dalla collana stessa. Shige avrebbe indossato la pesante collana per
l'intero party e, stando alle informazioni reperite, l'ispettore
sostituto aveva nascosto un trucco del gancio. Non avrebbe potuto
semplicemente sfilarla e Kaito aveva studiato un metodo per fare
scena e costringerla a togliersi la collana.
Intorno alle venti,
l'ansia cominciò a salire: aveva solo quattro ore per salvare Aoko.
Dopo il suo rapimento era tornato a villa Koizumi, distrutto e
desideroso di salvarla. Akako aveva deciso di unirsi al piano, era
molto in pena per l'amica.
Kaito varcò la soglia
delle cucine. I cuochi erano impegnati a cucinare il buffet che
sarebbe stato servito durante la festa e i camerieri ammucchiavano i
bicchieri di champagne e analcolici per i giovani invitati sui
vassoi. Il ragazzo mise i calici di alcool sulla superficie
argentata, sotto il vassoio aveva nascosto un microfono con
ricetrasmittente da attaccare alla signora Hayato per monitorarne gli
spostamenti.
Aveva pianificato di
fuggire direttamente dalla stanza prescelta per il party. Un ampio
balcone si estendeva per tutto la sua larghezza e c'erano due
portefinestre.
Giunse al secondo piano,
varcò la porta in mogano ed entrò nel pieno del ricevimento: le
pareti erano ricoperte da carta da parati a strisce verdi e parquet
scuro. Un grosso lampadario in cristallo pendeva al centro e altre
lampade eleganti illuminavano l'ambiente.
Il suo aspetto era quello
di un ragazzo di venticinque anni, capelli biondi e viso tondo.
Qualche ospite prese lo champagne e vide Shige in compagnia del
marito. L'abito blu mare aderente e scollato metteva in risalto lo
Zaffiro Speranza, delicatamente posato nell'incavo del petto. Erano
in compagnia di altri invitati e chiacchieravano. Un'occhiata veloce
gli bastò per notare che il gancio della collana era stato
rafforzato, avrebbe potuto scassinarlo ma ci sarebbe voluto troppo
tempo.
<< Piano due >>,
mormorò nell'auricolare.
<< Ricevuto >>.
<< Ragazzo >>,
Shige gli fece un cenno. << Champagne, prego
>>.
Kaito porse il vassoio e
s'impietrì quando vide una mano dalle curate unghie laccate di rosso
prendere uno dei bicchieri.
Cecelia Hakuba sorseggiò
l'alcolico. << Grazie. Freddo al punto giusto
>>. Si
voltò al marito, un sorriso cordiale. << Non trovi caro?
>>.
<< Sono d'accordo
tesoro >>.
Il ladro si allontanò
disgustato dalla scena di quel finto amore nei confronti di un uomo
che aveva dedicato vent'anni di vita a una famiglia illusoria. Passò
accanto alla signora Hayato e finse di essere distratto, pestando lo
strascico del vestito. Lei si lamentò, Kaito proferì scuse e
attaccò la piccola ricetrasmittente alla coda dell'abito.
L'ispettore Daiki era in
compagnia di Nakamori e il ragazzo provò una fitta di senso di
colpa, non sapeva ancora niente della sorte di Aoko. Il vassoio era
ormai vuoto e fece finta di tornare in cucina per riempirlo, invece
si tolse la maschera mentre scendeva le scale e buttò il vassoio
sotto un carrello. Si recò nel bagno, l'unico posto dove non c'erano
telecamere, per cambiare nuovamente identità e prepararsi a rubare
lo Zaffiro Speranza.
Resisti.
Aoko
era tenuta
prigioniera nel retro di un furgone. Le mani erano legate dietro la
schiena e anche le caviglie. I vestiti erano lerci, stanchissima e i
segni della corda cominciavano a far male.
Snake la faceva
sorvegliare a turno. La psiche della ragazza era debilitata dalla
fatica e dallo scombussolamento di quei tre giorni, non aveva
permesso a una sola lacrima di scendere. I pensieri andarono a Kaito:
meno di ventiquattro ore prima era stata tra le sue braccia e non era
mai stata tanto felice. Stava per rinunciare all'obbiettivo della sua
missione, quella per cui aveva rischiato la vita, la libertà e anche
l'amore per lei.
Non glielo avrebbe
permesso.
La mattina che aveva
passato con Kaito a studiare il piano, le aveva spiegato un po' di
cose, per esempio come faceva a liberarsi dalle manette. Le aveva
dato anche una dimostrazione pratica.
Ignorando le lesioni e il
sangue, Aoko cercò di applicare il metodo alle corde che la teneva
imprigionata. Evitando qualsiasi suono di dolore, dopo venti minuti
riuscì a liberarsi. Un uomo annoiato stava appoggiato alla porta del
furgone, sbadigliando per la scocciatura dell'incarico.
Aoko aveva bisogno di
qualcosa per colpirlo e vide un pezzo di sedia ammucchiato insieme ad
altra spazzatura. Strisciò lentamente senza farsi vedere, centimetro
dopo centimetro, fino a sfiorare il pezzo di legno.
<< Aiuto! >>,
cominciò a tossire. << Aiutatemi! >>.
<< Cosa ti prende?
>>.
Il carceriere si avvicinò,
sbuffando. Lamentò che le bruciava la gola e non riusciva a
respirare. Lui si abbassò per vedere il problema e Aoko lo colpì
con il pezzo di sedia, l'uomo cadde a terra e mise le mani nella
giacca per prendere la pistola. Aoko ebbe la prontezza di colpirlo
ancora e svenne.
Riprendendo fiato, ricadde
goffamente a terra e liberò anche le caviglie. Rubò le chiavi dalla
tasca e aprì il lucchetto del furgone.
Quando fu fuori l'aria
fresca la colpì e respirò a pieni polmoni. In lontananza vide una
costruzione a tre piani, sembrava in disuso e cadeva a pezzi, si
sarebbe rifugiata là.
La ragazza corse
sull'erba, nascondendosi dietro agli alberi.
Snake andò a controllare
la situazione e trovò il portellone spalancato. Saltò su e vide il
sottoposto a terra. Lo mise in piedi e cominciò a scuoterlo.
<< Dov'è la
ragazza? >>.
<< È... È fuggita
>>, farfugliò.
Dalla rabbia lo scagliò
di nuovo sul pavimento e prese il cellulare, componendo il numero del
capo.
Cecelia stava ridendo alle
battute del capostipite Ohayashi insieme al marito.
<< Scusi, magari è
mio figlio >>, disse, diede un bacio sulla guancia al
marito.
Non appena si fu allontanata, la maschera affettuosa divenne un viso
di pietra inespressivo.
<< Cosa c'è? >>.
<< L'ostaggio è
scappato! >>.
<< Ritrovatela
immediatamente. Sparate ma non uccidetela. Ci serve viva
>>.
Chiuse la comunicazione, indossò nuovamente un viso fasullo e
ritornò alla festa.
Daisuke
era circondato
dagli amici, non facevano che chiedergli quando il grande mago
avrebbe fatto la sua apparizione. Il fratello si era unito al party e
credeva che si stessero tutti preoccupando troppo. Dello stesso
avviso era l'ispettore Daiki, beveva un analcolico e aveva l'aria di
chi si stava divertendo un mondo.
Nakamori invece non
perdeva di vista un solo invitato, i camerieri e i barman:
quell'arrogante ragazzino credeva fin troppo nelle proprie capacità.
Ladro Kid, sotto mentite spoglie, era di nuovo nella sala e ascoltava
la frequenza sui cui aveva sintonizzato il microfono attaccato a
Shige.
La signora Ohayashi ordinò
di portare la torta del festeggiato per spegnere le candeline.
È ora.
Una torta a tre piani,
bianca e blu scuro e un grosso ventuno in cima, fu portata da due
camerieri su un carrello e posata sul tavolo in legno pregiato al
centro.
<<
Oggi >>, il signor Ohayashi alzò un calice.
<< Il mio
terzogenito compie ventuno anni. Tra non molto concluderà il ciclo
di studi e prenderà le redini della società di famiglia come i
fratelli. Ti auguro una vita di successi, figliolo. Tanti auguri!
>>.
<< Tanti auguri! >>,
dissero in coro tutti gli invitati.
Daisuke spense la
candelina e calò il buio.
<< Le luci
d'emergenza! >>, ordinò Daiki.
Lo sapevo! , pensò
Nakamori. Quel bastardo è qui!
<< Ladro Kid sta
arrivando! >>, disse eccitato Daisuke.
Sulle pareti si
proiettarono dei filmati, sembrava di essere un'enorme cinema. Il
questore Hakuba scosse l'ispettore Daiki, irritato.
<< Ma questo è...
>>. Nakamori riconobbe le riprese video del furto dei
Bracciali
Gemelli.
<< Ispettore Daiki
esigo delle spiegazioni! >>, tuonò il signor Ohayashi.
I frame mostravano la
ricostruzione di ciò che era successo realmente quella sera.
Nakamori divenne rosso di rabbia e si voltò verso la spia.
<<
Nakajima! >>.
Cecelia stringeva lo stelo
del calice, non ci vedeva dalla rabbia. Me la pagherai
moccioso!
L'assistente capo si
ritrovò con le spalle al muro, impallidì e non sapeva come
giustificarsi. Sapeva che se avesse detto anche solo una parola
sull'organizzazione non avrebbe visto l'alba.
Il filmato finì e le luci
si riaccesero.
Nakajima tentò una fuga
ma Kaito aveva previsto anche questo. Attaccato al vestito della spia
c'era un piccolo ovale che scoppiò e un pezzo dell'abito prese
fuoco. Si fermò per spegnerlo, era innocuo e gli fece perdere tempo,
i poliziotti lo assalirono. Il questore ordinò lo stato di fermo e
di scortarlo immediatamente in centrale per un interrogatorio.
L'ispettore Daiki si scusò per l'inconveniente più volte con i
proprietari della casa.
Con l'aiuto di alcuni
poliziotti riuscirono a reperire piccoli proiettori nascosti nelle
lampade a muro.
Nakamori ne fissò uno.
Perché l'ha fatto? Perché Ladro Kid ha voluto proteggermi?
Kaito sorrideva
compiaciuto. Ora tocca allo zaffiro.
<< Ispettore! >>.
<< Parla! >>,
rispose Daiki al microfono.
<< Ladro Kid è
stato visto all'interno dell'edificio! >>.
L'ispettore non riusciva a
sentire niente, era quasi un brusio. Si allontanò di parecchi metri
dalla sala, fino a girare l'angolo del corridoio.
<< Agente ripeta!
>>. Nessun suono. << Ho detto: ripeta!
>>.
Kid gli spruzzò una buona
dose di anestetico e l'ispettore non ebbe il tempo di mettere mano
alle manette che già dormiva, strisciando lungo il muro. Lo legò
nel bagno, indossò una maschera con la sua faccia e si recò al
party.
I camerieri avevano
l'ordine di servire per tutta la durata della sera i bicchieri con lo
champagne e gli analcolici. Inoltre, al momento di servire la torta,
avevano l'ordine di riempire la costruzione di bicchieri sul tavolo,
in modo da creare una fontana.
Ripresero i festeggiamenti
con il taglio della torta.
<< Tanti auguri
fratellino! >>, disse la Shige, sollevando il bicchiere.
<< Un brindisi a te!
>>, aggiunse il fratello.
Quando sollevarono i
bicchieri il liquido iniziò a bollire. Alcuni invitati li lasciarono
andare e caddero sul pavimento. In breve si creò un odore acre e
poca visibilità, come se fosse ghiaccio secco.
<< È opera di Ladro
Kid! >>, disse il finto Daiki.
<< Tenete d'occhio
la signora Hayato! >>.
Kid, vicino al tavolo
della torta, colpì la base della piramide con un cucchiaino e le
vibrazioni agitarono il liquido. Il nucleo familiare fu avvolto da
una densa nebbia.
Mentre era nelle cucine
aveva sostituito il ghiaccio normale con uno speciale, che conteneva
un reagente che si sarebbe attivato con le vibrazioni dovute al
tintinnio. Una volta scaldati, i cubetti si erano sciolti e aveva
previsto che molti bicchieri sarebbero caduti sul parquet. Gli era
bastato colpire la piramide per creare l'illusione intorno al suo
obbiettivo.
Riuscirono a riprendere il
controllo della situazione e lo zaffiro era ancora al suo posto.
Fase finale. <<
Tolga la collana! >>.
<< Cosa?! >>.
<< Questo è
sicuramente è un falso. Non avrebbe fatto tutta questa scena per
niente! >>.
<< Le assicuro che è
l'originale! >>, protestò la donna.
<< Faccia come le
dico, meglio esserne sicuri! >>.
Shige sbuffò e chiese
alla madre di toglierle la collana. Dopo qualche secondo ciondolava
tra le dita della signora Hayato.
<< Visto? >>.
Nakamori guardava la scena
e capì troppo tardi. << Fermi! >>.
L'intensità del
lampadario aumentò di colpo e si coprirono gli occhi. Shige non
avvertì più il peso dello zaffiro, quando la luce tornò normale
urlò.
<< Ladro Kid! >>,
strillò Daisuke e lo indicò.
Il ladro era in piedi
sulla balaustra del balcone, la collana penzolante nella mano destra
e l'ispettore Daiki svanito. Gli invitati erano talmente incantati da
non riuscire a dire niente.
<< Buon compleanno
Daisuke! >>.
<< Figo! >>.
<< Maledetto
bastardo! >>, urlò il signor Ohayashi.
Fece un cenno con il
cappello in segno di saluto e poi si gettò nel vuoto. La folla corse
a vedere ed era solo un manichino tra i cespugli.
Nakamori vide il ladro
volteggiare nel cielo stellato e corse al suo inseguimento, passando
per il retro e sedendosi nella prima macchina della polizia che
trovò.
Non mi sfuggirai!
Saguru
non aveva voluto partecipare alla festa, suscitando sorpresa ai
genitori. Il detective si era appostato sotto villa Ohayashi,
guardando l'orologio. Voleva seguire il ladro, non l'avrebbe mai
preso con i soliti metodi. Recarsi alla polizia con i risultati
dell'esame sarebbe stato troppo semplice: voleva il piacere di
catturarlo e consegnarlo lui stesso, era una questione personale
ormai. Si era svegliato dopo ore nella camera di Kaito: congelato
nonostante il caldo estivo, la schiena a pezzi, l'orgoglio lacerato e
sete di vendetta.
Il ragazzo vide
l'ispettore Nakamori correre verso una macchina, ancora un po'
acciaccato per via dell'incidente, e salire. Veloce, andò dietro
alla macchina e ci attaccò una ricetrasmittente piccola ma potente,
avrebbe seguito ogni mossa dell'ispettore e l'avrebbe portato dritto
dal ladro.
L'auto partì sgommando e
Saguru chiamò l'anziana balia, camminando velocemente fuori dai
giardini dell'abitazione.
<< Nana, metti in
moto >>. Dallo smartphone vedeva il puntino rosso
muoversi e
sperò che l'ispettore fosse abbastanza veloce o avrebbe perso la sua
occasione.
Kaito
atterrò su un
albero, appoggiandosi al tronco. Non aveva il coraggio di controllare
lo zaffiro bianco, temeva qualcosa peggio di una delusione: la vita
di Aoko in cambio del nulla.
Prese un profondo respiro
e accostò la gemma al raggio di luna. Il primo secondo si sentì
morire, poi... il brillare rosso. Si avvicinò per guardarla meglio.
<< Pandora >>,
mormorò. << Papà l'aveva trovata davvero >>.
Quello zaffiro bianco
brillava del rosso più incandescente che avesse mai visto. Non
riusciva a smettere di guardarlo, era totalmente soggiogato.
La voce dell'aiutante lo
fece ritornare alla realtà. << Signorino!
>>.
<< Tutto bene Jii.
Farò lo scambiò tra un'ora, chiama Akako. Inizia la parte due
>>.
L'ispettore
aveva perso di
vista il ladro e si era fermato, battendo una mano sul tetto
dell'abitacolo per la frustrazione. Davanti a lui c'era solo una
distesa di alberi e arbusti, era la zona industriale decaduta della
città, era in fase di demolizione per far spazio a una nuova zona
residenziale di lusso. Non si era accorto di Saguru, nascosto dietro
un muro rotto. Si era fatto lasciare a trecento metri dall'ispettore
e mandato via Nana.
Anche se Nakamori aveva
perso la traccia, Saguru era sicuro che Kid fosse lì. Il suo intuito
di detective gli diceva che c'era qualcosa che stonava in quella
storia: perché il ladro sarebbe dovuto giungere fin lì?
Il nome di Aoko passò
nella mente e si chiese se non c'entrasse lei. Quasi l'avesse
chiamata, vide la esile figura della ragazza stagliarsi dietro un
tronco: non gli avrebbe mai perdonato di aver influenzato la dolce
Aoko per metterla dalla sua parte. Nakamori nel frattempo era
risalito nell'auto e lasciato il posto, probabilmente per fare un
giro di perlustrazione.
Si nascose tra gli alberi
anche lui e le arrivò dietro, tappandole la bocca. Aoko scalciò e
la trascinò in fondo alla radura per esigere spiegazioni. Agli occhi
acuti del detective non sfuggirono i segni di legatura alle caviglie
e ai polsi, i vestiti macchiati.
La voltò, la mano ancora
sulla bocca. << Adesso ti lasciò andare. Tu non urlare
okay?
>>. Aoko annuì e mollò la presa.
<< Cosa ci fai tu
qui? >>, gli domandò, riprendendo a respirare
regolarmente.
<< Cosa diamine ti è
successo? >>, Saguru controllò le ferite ai polsi.
<< Non si risponde a
una domanda con un'altra domanda! >>.
<< Per Ladro Kid, mi
sembra ovvio. Ora rispondi alla mia? >>.
Saguru non sapeva niente
della madre e non aveva la minima idea di come spiegargli la
faccenda. La ragazza aveva ascoltato spezzoni di conversazioni e
sapeva dove si sarebbe tenuto lo scambio.
<< Tu sai dov'è Kid
>>.
<< Ti sbagli! >>.
Purtroppo Aoko fece l'errore di guardare per un secondo la costruzione a tre piani.
Saguru capì
immediatamente. << Siamo alla resa dei conti
>>.
Aoko lo tirò per la
maglia. << Saguru, ti prego... Non entrare
>>.
<< Perché mai? >>.
<< Devi fidarti di
me >>, Aoko lo implorava.
Saguru la obbligò a lasciare la
presa. << Mi fidavo di te. Prima di scoprire che sei la
fidanzata di quello sporco ladruncolo >>.
<< Tu non hai capito
niente! >>, reagì Aoko. << Se ho cambiato
idea, allora
puoi farlo anche tu! >>.
Il detective aveva sempre
avuto di Aoko l'idea di una ragazza vulnerabile e fragile, quello che
stava vedendo non corrispondeva più al suo ideale.
<< Cosa ti ha detto
o fatto per cambiare idea tanto radicalmente? >>. Il viso
di
Aoko la tradì. << Capisco... >>.
<< Non è come
credi! >>.
Saguru non voleva più
ascoltarla e si avviò verso il palazzo. Nulla valevano le suppliche
di Aoko, deciso a mettere fine alla questione.
Kaito
toccò il terreno e
fece sparire l'aliante, sfiorò la gemma nella tasca. Cecelia Hakuba
era in piedi al centro della stanza, pistola sfoderata. Era sola però
era certo che qualche sottoposto, tra cui Snake, fosse nascosto da
qualche parte.
<< Dov'è Aoko? >>.
Cecelia tese la mano. <<
Dammi Pandora e io ti restituirò la ragazza >>.
<< Voglio vederla
>>.
<< È al sicuro, non
uccido chi mi serve >>, si avvicinò di qualche passo.
<<
Dammela >>.
Ladro Kid mostrò lo
zaffiro bianco e lo lanciò, Cecelia lo esaminò. Il primo colpo fece
sanguinare la spalla del ladro. La collana finì a terra e Cecelia la
pestò con la scarpa.
<< Credevi sul serio
che sarei caduta in questo trucchetto insulso? >>.
L'edifico
doveva essere in
origine una fabbrica. L'entrata era un grande portone rotto, le
finestre erano in gran parte assenti e il buio del luogo faceva
venire i brividi. Aoko aveva paura solo a guardarlo e pensò a Kaito,
se era in pericolo, se stava bene. Saguru spinse il portone e
strascicò sul pavimento sporco. Aoko gli corse dietro.
<< Lasciami in pace!
>>.
<< Saguru! >>.
Urlò il suo nome e si
fermò come bloccato da un incantesimo.
<< Sono la stessa
persona di tre giorni fa. Fidati di me! >>.
Il primo piano era
vastissimo e le voci echeggiavano. Per essere estate avevano entrambi
una strana sensazione di freddo.
<< Cosa mi stai
nascondendo Aoko? Parla! >>.
<< Mi hanno rapita
>>. Finalmente ebbe l'attenzione del ragazzo.
<< Kaito
deve darle lo zaffiro in cambio della mia libertà. Io sono fuggita,
però >>.
<< Darle a chi? >>.
Aoko si morse un labbro,
avrebbe volentieri preso quella sofferenza al suo posto.
<< A
Cecelia Hakuba >>.
Saguru iniziò a ridere,
appoggiandosi contro una colonna. << Divertente
>>.
<< Tua madre tiene
le fila di un'organizzazione pericolosa da oltre vent'anni. Ha ucciso
il padre di Kaito e tantissime altre persone >>.
<< Non ti rendi
conto della follia? Ti ha fatto il lavaggio del cervello!
>>,
Saguru la strattonò per il braccio.
<< L'ho visto con i
miei occhi! Tua madre mi ha puntato una pistola alla tempia, voleva
uccidermi! >>.
Saguru non voleva, non
poteva crederci. Il dolore di quelle parole gli fecero perdere la
poca lucidità rimasta e spinse Aoko sul primo scalino per andare al
primo piano.
Cercò di opporre
resistenza. << Dove stiamo andando?! >>.
<< Dal tuo
fidanzato, non sei contenta? >>.
Presente
<<
Addio Ladro Kid
>>.
Cecelia premette il
grilletto e il sangue macchiò le pareti. Il corpo del ragazzo si
accasciò a terra, immobile, e altro sangue sporcò i calcinacci. Lo
girò con un piede e frugò nelle tasche. Trovò la collana e la
investì di luce lunare.
<< Finalmente Pan...
Cosa? >>. Lo illuminò di più e lesse una scritta.
<<
Hai perso? >>.
<< Proprio così >>.
Ladro Kid era sulla soglia
della finestra, appoggiato al profilo del muro in rovina, il mantello
svolazzava e si teneva il cappello con una mano.
Cecelia guardò il corpo a
terra e poi il ladro. << Ti ho ammazzato!
>>.
Un sorriso audace la
irritò. << Specchi, fili e manichini, mia cara Cecelia
>>.
Saltò giù aggraziato.
La donna guardò meglio il
cadavere a terra: era una perfetta riproduzione del ladro.
<< Ho messo degli
specchi in alcuni punti strategici. Quando hai sparato non ti sei
accorta che lo stavi facendo al manichino, in verità io ero
dall'altra parte della stanza >>.
Quel pomeriggio Akako
aveva addormentato i sottoposti di guardia e cancellando la memoria,
Jii e Kaito avevano installato gli specchi. Il ladro era stato
realmente colpito alla spalla e alla gamba, si era accasciato contro
uno dei muri, poi aveva mosso gli specchi con i fili precedentemente
fissati e messo il manichino al posto suo. Era un piano rischioso
perché se avesse utilizzato anche un secondo in più sarebbe morto
perché Cecelia si sarebbe accorta del trucco. Invece era stato
talmente veloce da non accorgersene.
Cecelia Hakuba iniziò una
lunghissima risata gelida quanto quegli occhi impazziti. Si mise la
pistola nella fodera sotto il vestito e incrociò le braccia.
<< Sei davvero un
mago straordinario Ladro Kid, tale a quale quello sciagurato di
Toichi Kuroba. Ma ancora una volta sono stata più furba di te
>>.
Kaito aggrottò la fronte
e un terribile sospetto si fece strada.
<< Proverai
l'identico dolore del tuo caro paparino quando è saltato in aria!
>>.
Cecelia si era tenuta
vicina alla porta e le bastarono pochi passi per ritrovarsi fuori
dalla stanza. Nella mano stringeva un piccolo telecomando nero e
teneva il dito sul primo tasto.
<< Buona permanenza
all'inferno, moccioso >>.
Una porta di metallo si
chiuse e Cecelia sparì dalla sua vista. Kaito non riuscì ad
arrivare all'ingresso e la prima bomba esplose. Cadde all'indietro e
sbatté la testa contro una colonna, un rivolo caldo scese giù per
il collo. Si tastò la ferita, faceva molto male.
L'ingresso aveva preso
fuoco e l'unica soluzione era uscire dalle finestre. Non aveva finito
di formulare quel pensiero che un'altra bomba esplose e la stanza si
riempì di nero e tossico. Iniziò a tossire e cercò di alzarsi.
Come ho fatto ad essere
tanto stupido?
Cecelia era la regina del
dramma, rivivere quell'emozione di nove anni prima doveva essere
stato irresistibile. L'avrebbe guardato morire standosene comodamente
fuori, al sicuro. Avrebbe recuperato lo zaffiro una volta spento
l'incendio.
<< Aoko... >>.
Gli occhi blu di Kaito si
riempirono di lacrime, l'avrebbero uccisa e sarebbe stata solo colpa
sua. Il vestito bianco era macchiato di nero e i polmoni del ragazzo
cominciava ad essere invasi di fumo.
Mantieni la poker face,
mantieni la poker face...
I
due ragazzi si
aggrapparono l'uno all'altro quando il palazzo tremò alla prima
esplosione.
<< Una bomba! >>,
esclamò Saguru.
<< Kaito! >>.
Aoko salì le scale e il
detective la bloccò tenendola per la vita. << Dove vuoi
andare?! Questo posto sta per crollare! >>.
<< Mollami! >>,
si girò dall'amico. << Non lo lascerò morire! Tu fai come
credi! >>.
Nakamori
sterzò la
macchina e scese, guardando il fumo nero salire in cielo e l'alone
rosso in lontananza.
Si collegò alla radio
della polizia. << Sono l'ispettore Nakamori! È scoppiato
un
incendio nella vecchia zona industriale di Shiba! Temo ci siano
persone intrappolate! >>.
<< Mandiamo subito
pompieri e un'ambulanza! >>, disse una voce in risposta.
L'ispettore non sapeva
perché, se fosse il suo intuito da poliziotto però era sicuro che
Kid fosse là. Non sarebbe rimasto a guardare, premette il piede
sull'acceleratore e ingranò la marcia più alta.
<< Salvati ti prego,
canaglia. Non morire >>.
Kaito
aveva usato ogni
trucco possibile e nessuno aveva funzionato. Ormai l'ossigeno era
sempre meno e non riusciva più a ragionare. Cadde in ginocchio,
respirando a fatica e le fiamme aumentavano. Un altro scoppio ed era
sicuro che anche al secondo piano fosse scoppiata una bomba, avrebbe
fatto crollare quel posto.
Il ladro non poté fare a
meno di pensare alle persone della sua vita: Jii, la mamma, Akako,
quell'imbranato di Nakamori. E poi lei, Aoko, che amava con ogni
fibra del corpo, era finalmente sua e non l'avrebbe stretta mai più.
<< Kaito! >>.
La sua voce. Sto
proprio per morire...
<< Kaito! >>.
Sentì pugni battere sulla porta di metallo e tossire.
<< Aoko... >>.
Camminò fino al suono della voce e si appoggiò alla porta.
<<
Aoko! >>.
<< È vivo! >>.
<< Lo sento >>.
<< Saguru? >>.
<< Non c'è modo di
aprire questa porta? >>, chiese il detective, tossì anche
lui.
Poteva sentire il fumo che si alzava dai piani inferiori.
<< No... Le ho
provate tutte >>, la sua voce era ridotta a un filo.
<<
Ci saranno sicuramente altre bombe e tra non molto questo posto sarà
polvere. Salvatevi almeno voi! >>.
<< Non farmi
incazzare Kaito! >>, urlò Aoko. << Se non
ti salvi vengo
a riprenderti dal mondo dei morti e ti rompo lo scopettone in testa!
Hai capito?! >>, batté un pugno sulla porta, rabbiosa.
Accidenti,
pensò il detective.
<< Ascolta Kaito.
Riesci ad arrivare alle finestre e calarti al secondo piano? È
ancora sgombro e possiamo fuggire da lì >>.
Il mago pensò che era un
buon piano, se l'avessero aiutato una volta giù ce l'avrebbe fatta.
Si tenne in piedi. <<
Posso farcela >>.
<< Svelto però >>,
aggiunse la ragazza. << Anche qui la situazione si sta
mettendo
molto male! >>.
Camminò lottando contro
il caldo infernale e si appoggiò al bordo della finestra da cui era
entrato, la visibilità era scarsa e calarsi giù era veramente
un'impresa. Tirò fuori una corda e la srotolò.
I due ragazzi erano nella
stanza di sotto e anche il secondo piano stava venendo velocemente
divorato dalle fiamme. Avevano meno di due minuti, anche loro
cominciava a sentirsi storditi dal fumo e dal calore.
Cecelia
Hakuba era seduta
in una macchina nera, godendosi lo spettacolo e ridendo di gusto.
Ogni tanto pigiava un tasto per far esplodere un'altra bomba, voleva
vedergli crollare il palazzo addosso.
<< Quale bomba farò
esplodere adesso? >>. Mise il dito su un tasto e lo stava
per
premere.
<< Signora! >>,
Snake era al posto del guidatore e mise una mano sul telecomando.
<< Come osi?! >>.
<< Mi hanno appena
comunicato che l'ostaggio è entrato in compagnia di... suo figlio
>>.
Cecelia sbiancò, il
telecomando cadde sul tappetino dell'auto. << Il mio
Saguru!
Salvatelo immediatamente >>.
<< Mia signora ormai
è troppo tardi... >>.
La donna scese dalla
macchina. Il terzo piano era un inferno rosso e il secondo fumava.
Aveva programmato di far esplodere le bombe dal terzo al primo piano,
per impedire che il palazzo crollasse subito. C'erano tre bombe per
piano e ne mancava una del secondo ma sapeva che i danni procurati
erano già sufficienti per distruggerlo.
<< Saguru! >>.
Il
detective liceale ruppe
la finestra della stanza con un pezzo di muro e tirò la corda per
far segno a Kaito di scendere. Il ladro vi strisciò a fatica, l'aria
non era troppo fresca a causa delle fiamme e le mani leggermente
ustionate dolevano. Riuscì ad arrivare al piano sotto e Saguru e
Aoko gli tesero le mani.
L'aria era calda ma più
pulita, riuscì a respirare meglio. Aoko l'abbracciò, non voleva .
<< Sei vivo! >>.
<< Io sono duro a
morire, signorina >>, cercò di smorzare la tensione.
<< Commovente ma
dobbiamo andarcene! >>.
Quando uscirono sulle
scale il fumo aveva invaso gran parte del secondo piano e il soffitto
crollò a un passo da loro.
<< Il piano terra è
sgombro, ancora pochi minuti e non ci salveremo! >>,
disse
Saguru, sostenendo Kaito troppo debole per camminare.
Le scale erano libere e
avevano sceso i primi gradini quando crollò e divenne impossibile
tornare su. Superando il calore terribile e le scottature sul viso e
le braccia riuscirono a giungere al piano terra, le finestre non
erano ancora esplose. Un'esplosione, l'ultima bomba del secondo
piano, significava che le fiamme l'avevano raggiunta e il caldo
l'aveva attivata.
<< Muoviamoci! >>.
Cecelia
Hakuba guardò
anche il primo piano in fiamme. Poi una grossa esplosione la fece
cadere all'indietro e il rumore le fece perdere l'udito per qualche
secondo. Gli abiti erano sporchi della cenere nell'aria e di erba
bruciacchiata.
<< Saguru! >>,
urlò il nome del figlio disperata.
<< Signora... >>.
Snake le si avvicinò.
Il capo si girò e il viso
era corroso da un'espressione orribile. Tolse la pistola dal fodero.
<< Ti avevo
avvertito che se fosse successo qualcosa a mio figlio l'avresti
pagata! >>.
Snake arretrò. <<
S-signora! >>.
Cecelia sparò e il rumore
del colpo si perse tra le mura che crollavano. Snake cadde a terra
prima in ginocchio e poi a pancia in giù, un buco in fronte che
fumava ancora.
Uno strillo fortissimo,
più del rumore delle fiamme e dei muri crollanti, fece girare la
donna. Aoko affondava il viso tra le mani, dando la schiena alla
scena terribile, Kaito la cingeva con le braccia.
Saguru era
pallido e gli occhi non avevano più luce.
<< Mamma >>.
Saguru uscì dal
nascondiglio tra gli alberi in cui si era rifugiato per far
riprendere il ladro. Non si era accorta della presenza del figlio e
aveva sparato al fedele sottoposto sotto i suoi occhi. Il detective
non aveva voluto credere a una parola di quello che i due ragazzi gli
dicevano e vederlo in diretta fu come se quello sparo gli avesse
bucato il cuore.
<< Figlio mio! >>,
la pistola toccò l'erba. << Sei vivo! >>.
Aoko piangeva, era sotto
shock, gli occhi di Kaito vagavano tra Saguru e Cecelia.
<< Non volevo
crederci finché non l'ho visto con i miei occhi. Le mie abilità di
detective sono state oscurate dal naturale amore per te
>>.
<< Posso spiegarti
ogni cosa >>.
La signora Hakuba si
avvicinò e tese una mano sul viso sporco di fuliggine del figlio.
Saguru si lasciò sfiorare un attimo e mise la mano su quella della
madre: la tolse bruscamente.
<< Tu! >>,
puntò un dito contro il ladro e riprese la pistola, puntandola
contro di lui. << Sei la peggior piaga esistente! Avrei
dovuto
ucciderti subito! >>.
<< Anche se mi
uccidi per te è finita >>.
<< Cosa? Di che
parli? >>, teneva i due sotto tiro.
<< Stavolta sono
stato io più furbo di te. Mentre mi puntavi la pistola hai fatto la
tua confessione in diretta alla stazione di polizia >>,
raccontò con il sorriso sfrontato di Ladro Kid, quello tanto odiato.
Quel pomeriggio non
avevano installato solo specchi e fili ma anche una telecamera ad
alta definizione e un collegamento wireless con la stazione di
polizia. Le facce del corpo di polizia quando sugli schermi era
apparsa la scena e poi la confessione era stata indescrivibile.
Cecelia sbarrò gli occhi
e la pistola tremò nella mano. Capì perché era stato zitto tutto
il tempo, aveva permesso che lei gli sparasse, era solo per farla
parlare.
<< Tu... tu... >>,
non riusciva a spiccicare una sola sillaba dalla furia.
<< Dirò
a tutti chi sei! >>.
<< Non lo farai >>.
La voce di Saguru sembrava
provenire dall'oltretomba, gli occhi erano due iridi dorate
inespressive. << Non lo farai, mamma >>.
Le sirene dell'ambulanza,
della polizia e dei pompieri li preannunciavano. Kaito guardò Aoko,
non potevano farsi trovare lì.
<< Andate >>,
disse Saguru. << Ci penso io qui >>.
<< Grazie >>.
Aoko gli strinse il braccio con la mano, lasciarlo da solo in quella
situazione gli pesava ma doveva portare Kaito in salvo.
Si allontanarono e madre e
figlio rimasero soli. Le fiamme lambivano ciò che restava della
fabbrica e Saguru giurò di aver visto una lacrima scendere sul mento
di Cecelia. Dalla tasca tolse il foglio del referto, lo guardò e poi
lo fece in mille pezzi.
La polizia ammanettò
Cecelia, a discapito che fosse la moglie di un questore. Costrinsero
Saguru a sedersi nell'ambulanza e dargli un po' di ossigeno, una
coperta leggera sulle spalle.
L'ispettore gli mise una
mano sulla spalla, affranto. Il questore fu informato e non si
presentò sulla scena del crimine, ordinò soltanto che il figlio
fosse riportato a casa dopo essersi accertati che stesse bene.
<< Kid era qui? >>.
Il ragazzo annuì,
guardava un punto imprecisato. Nakamori pensò che non doveva essersi
allontanato molto e decise di tentare il tutto per tutto.
Kaito
aveva perso il
cappello e il monocolo tra le fiamme, correva tra gli alberi
tenendosi mano nella mano con Aoko, per arrivare al punto d'incontro
con Jii.
<< Ladro Kid! >>.
La voce dell'ispettore
costrinse i due ragazzi a rifugiarsi dietro un albero dal tronco
spesso ma furono visti dall'ispettore, fuggire fu impossibile.
Una torcia illuminò la
coppia, Kaito dava le spalle.
<< Mani in alto! >>.
Nakamori era in
fibrillazione, stavolta era sicuro di avercela fatta. La torcia
illuminò anche la persona in compagnia del ladro e cadde sul terreno
quando vide chi era.
<< A-Aoko! >>.
<< Papà! >>,
la figlia era felice di vederlo. << Posso spiegarti
>>.
Nakamori prese le manette
e le fece ciondolare in direzione del ladro, raccolse la torcia.
<<
Voltati! Hai rapito mia figlia! >>.
<< Non è andata
così! >>.
<< Zitta Aoko! Ho
detto voltati! >>.
Kaito non aveva scelta.
Con le mani alzate si voltò lentamente e fu investito in pieno dalla
luce lattiginosa.
Nakamori aveva immaginato
molte volte quella faccia, aveva sognato quel momento trionfante
tante di quelle volte da averne un sacco di versioni diverse. Nessuno
era come quella che stava accadendo.
<< Kaito >>.
<< Papà, ti prego.
Lui mi ha salvato la vita >>.
<< Sta a lei la
scelta >>, aggiunse il ladro.
L'uomo guardò la figlia e
poi il ragazzo, non poteva non vedere la complicità e il sentimento
che si era creato.
I ricordi di quegli ultimi
dieci anni passarono nella mente: Kaito bambino quando giocava nel
giardino con Aoko. Kaito al mare, in piscina, le candeline spente a
nove anni. Kaito che aveva aiutato Aoko a togliere le rotelle alla
bici, che le aveva asciugato le lacrime o strappato una risata.
La ricetrasmittente
gracchiò. << Nakamori, ha trovato il fuggitivo?
>>. Non
ottenne risposta, si limitava a fissarli. << Ripeto: ha
trovato
il ladro? >>.
L'ispettore si scosse e
accostò l'apparecchio alla bocca. << È fuggito. Ripeto:
Ladro
Kid è fuggito >>, la spense e la mise nella tasca
interna. <<
Sparisci >>.
Nakamori rimase dov'era,
Kaito prese Aoko per mano. Si fermò al fianco dell'uomo che non
staccava gli occhi dal manto erboso.
<< Grazie >>.
I due ragazzi uscirono
dalla macchia di alberi e la Berlina nera era accostata al lato della
strada. Dopo aver stordito gli alleati di Cecelia con la magia erano
ritornati al punto d'incontro, preoccupati a morte.
La strega era impaziente e
quando vide l'amica fece una cosa che non aveva mai fatto: corse ad
abbracciarla. Aoko la strinse, felice di quel calore inaspettato da
una persona tanto stoica.
L'aiutante fece sedere
Kaito in macchina per disinfettare le bruciature.
<< Non sei un
perdente dopotutto >>, disse Akako.
<< Detto da te è un
complimento >>. Gemette quando il disinfettante toccò la
bruciatura più grande.
Aoko aveva ferite molto
più lievi e aiuto il vecchio con Kaito, pulendogli la ferita alla
base della testa.
Il ladro mise Pandora
nelle mani di Jii. << Sai cosa farne >>.
<< Si fidi di me >>.
<< Cecelia Hakuba è
stata arrestata. C'era anche Saguru >>, li informò, un
tono
molto triste.
<< Se la caverà >>,
ribatté Akako. << È forte >>.
<< Sei stata
grandiosa >>, si complimentò Kaito.
<< Ovviamente. La
mia è vera magia >>, esclamò, sprezzante. Una macchina
l'attendeva dall'altra parte della strada, il brutto servitore alla
guida. << Io torno alla villa. Ci rivedremo presto
>>.
Salutarono la strega che
sparì dentro l'auto, come risucchiata da un buco nero. Jii era
venuto in macchina e allungò due caschi al ragazzo.
<< Il cambio abiti è
nel punto concordato, la moto anche >>.
<< Efficiente come
sempre >>, rise Kaito, porgendo un casco ad Aoko.
<< Ogni volta che lo
vorrà, signorino >>. Jii diede un ultimo sguardo ai
ragazzi e
la Berlina svanì lungo l'orizzonte.
Rimasti soli, si
guardarono. Aoko gettò il casco a terra e si rifugiò tra le sue
braccia, versando qualche lacrima. Ci sarebbe stato il tempo in cui
avrebbe potuto metabolizzare quelle settantadue ore e riprendersi.
<< Stai bene? >>,
le domandò Kaito, sfiorando i lividi ai polsi.
<< Ora sì >>.
<< Tuo padre... >>.
<< Se ne farà una
ragione. Dovremo parlare a lungo >>.
<< Lo farò anch'io
>>.
<< Tutte le figlie
portano almeno un cattivo ragazzo a casa >>, Aoko rise,
alleggerendo l'anima fin troppo maltratta negli ultimi giorni.
<< Tu hai esagerato
però >>, si unì alla risata.
<< È finita? >>,
Aoko strofinò il viso contro la giacca.
<< Sì, è finita
>>, Kaito sentì gli occhi pizzicare. << È
finita >>.
Aoko sfiorò gli occhi blu
e asciugò quelle lievi lacrime. Kaito le mise una mano sotto il
mento e l'avvicinò alle labbra. Il bacio fu lungo e conteneva tutte
le emozioni, le paure e le tristezze provate.
A
notte inoltrata misero
piede nell'abitazione dei Nakamori. L'unica luce accesa era quella
della cucina, nella casa regnava il più assoluto silenzio.
I due ragazzi entrarono e
videro l'ispettore seduto al solito posto, una bottiglia e un
bicchiere quasi vuoto. Aveva la cravatta allentata e la giacca
gettata sul tavolino basso. Vide i due giovani e si versò un altro
bicchiere e ne vuotò metà in un solo fiato.
<< Papà >>,
Aoko si avvicinò e allontanò la bottiglia pericolosamente consumata
per un quarto. << Dobbiamo parlare >>.
Il volto di Nakamori era
lievemente rosso, la figlia preferì non chiedersi quanti bicchieri
avesse bevuto prima del loro arrivo. Kaito voleva affrontare la
situazione da uomo a uomo e quindi si sedette di fronte a lui, Aoko
al fianco del papà.
<< Non ho voglia di
parlare con te >>, disse indicando Kaito con un cenno
della
testa, stava per bere un altro sorso e la mano del ragazzo tappò il
bicchiere.
<< Signore, io le
devo delle spiegazioni >>.
<< Non m'interessa
sentirle >>.
<< Papà per favore.
Ascoltalo >>, lo pregò Aoko.
Quella notte sembrava più
vecchio dei suoi quarant'anni, la faccia scavata dalla stanchezza e
dal profondo turbamento. Guardò la figlia e poi il ragazzo.
<< Ti ascolto >>.
Angolo autrice!
Salve
lettori!
I
cattivi hanno perso, i buoni hanno trionfato ma non è ancora “tutti
felici e contenti” :D
Cercherò di pubblicare il
resto della storia in tempi brevi, purtroppo sarò molto impegnata
nei prossimi tempi!
Grazie a chi l'ha letta,
messa tra le preferite, le seguite e le ricordate!
Shinici e ran amore:
Vado
a vivere in Austria :) Sì, fin dall'inizio volevo che il loro
rapporto fosse più profondo, credo che sarebbe stato un peccato
limitarlo :)
Alla prossima!