Videogiochi > Final Fantasy VIII
Segui la storia  |       
Autore: Ashbear    14/06/2009    1 recensioni
[Rinoa e Squall, Quistis e Seifer] Si può fare sempre la scelta giusta, se ci viene data la possibilità di realizzare i nostri sogni tramite una semplice risposta: sì o no? Una bugia che cambierà per sempre una nazione, una settimana che cambierà per sempre la storia.
Attenzione: la traduzione è stata completamente rivista e corretta; attualmente, abbiamo aggiornato i primi 22 capitoli con la nuova traduzione, fatta sulla base dell'ultima versione della storia rilasciata dall'autrice originale.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quistis Trepe, Rinoa Heartilly, Seifer Almasy, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

The mountain throws a shadow,
Thin is the moon's horn;
What did we remember
Under the ragged thorn?
Dread has followed longing,
And our hearts are torn.

-William Butler Yeats

CRIMSON LIES
scritto da Ashbear, tradotto da Erika, Shizuru117, Alessia Heartilly, Shu e Youffie
~ XXVIII. RIVALITÀ ~

Rimpianto. Una parola così semplice... nove lettere, tre sillabe. Definita dai libri scolastici come un verbo. Participio passato del verbo 'rimpiangere': ricordare con malinconia e tristezza. Patetico. Cosa ne sanno loro? Si possono definire parole standosene in una stanza chiusa, o si può definirle per effetto; io ho scelto la seconda strada. Ho avuto a suo tempo una possibilità così speciale, unica, e l'ho barattata per ridicolo orgoglio. Illusioni impostemi dagli altri, illusioni che io avevo scelto, facendone la mia realtà.

Guardando al passato, adesso, è facile vedere che idiota fossi allora, almeno per coloro attorno a me. Forse avevo paura di lasciarli entrare, ma l'ho nascosto bene. Loro adoravano sempre Leonhart, il suo isolamento rimboccato tediosamente sulle sue maniche. Non me, io mi nascondevo dietro rabbia e secchi commenti. Una parte di me voleva urlare, gridare in cerca di aiuto. Ma ero troppo forte, troppo orgoglioso. E nessuno mi sentiva.

Ma lei lo vide... Artemisia. Lei vide oltre la facciata, vide il bambino che ero. E in cambio, mi diede l'illusione, la realtà in cui io ero importante, in cui io venivo amato. È questo che cerchiamo... amore? Ecco un'altra parola banale, altre tre sillabe, e di cui si fa comunemente abuso. Forse è questo che mi spaventa di Leonhart, lui ed io siamo opposti... ma siamo identici. Non l'ho mai visto come il rivale definito dai termini tradizionali, ma come qualcosa di molto di più. Come un fratello, non di sangue, ma per la nostra natura.

Lo so, non suono più come l'adolescente di così tanti anni fa. Crescere può fare anche questo ad una persona, può farle vedere il mondo che la circonda... il bene, il male, e tutte le aree grigie di mezzo. Negli ultimi anni, ho vissuto la mia vita da fuori, da sotto le rocce... l'immondizia della società. Senza mai sapere da dove potesse venire il mio prossimo pasto, ma sapendo sempre di poterne avere uno... se l'avessi voluto. Dipendeva da quanto lontano mi fossi spinto.

Cosa fa svegliare una persona una mattina con la voglia di cambiare? Forse è la persona che restituisce lo sguardo nello specchio... o forse è il nostro caro 'amichetto' rimpianto ad essere più forte nella mente di quanto possa essere definito in un dizionario. Gli incubi che ti hanno inseguito, i sogni che ti hanno distrutto... tutti scaturiti dal rimpianto. Basta pensare a quello che avrebbe potuto accadere, e non alla realtà che abbiamo scelto.

Mi avrebbe amato? Pensare anche solo al suo nome ora sembra difficile, dopo tutto quello che è successo tra di noi nell'ultima settimana. No, allora di lei non m'importava, ma dicono che c'è una linea sottilissima tra l'odio e l'amore. Una linea così sottile, che solo i due individui che vi traballano nel mezzo potrebbero riconoscerla. Potrebbe mai l'insegnante di ieri togliersi i paraocchi per qualcun altro, oltre che per Leonhart? Era necessario, per lei, avere quello che ha sempre desiderato per scoprire che non valeva il prezzo cha ha pagato? Conosco bene quella lezione. Maledettamente troppo bene.

L'altra notte è stato un qualcosa che, a sua volta, lei rimpiangerà? Il rimpianto e la colpevolezza cammineranno mano nella mano? Ha pensato a me o a lui? Si tratta di un'altra illusione che ho scelto di crearmi? La possibilità che qualcuno come lei potesse veramente voler avere qualcosa a che fare con me... sono già stato illuso prima d'ora.

Rinoa. Credevo che le importasse di me, e nel suo modo tutto suo, è stato così. Ma l'amore non è mai stato nel menù, e lo sapevamo entrambi. Chiamatemi ribellione alla patria potestà, questo è tutto quello che sono stato per lei. Qualcosa che il caro paparino non approvava... una pietra miliare della sua vita, una pietra che poteva essere rimossa con facilità. Nulla, e dico nulla, che lei abbia mai fatto a me è valso il prezzo che ha pagato. Non è stata scaricata e messa da parte da Leonhart... è stata violentata e tradita. Un fato molto peggiore, lasciata ad un mondo che non era stata lei a creare, una bugia che non era lei a perpetuare.

E cos'è l'ironia? L'ironia è che colui che ha cercato di sacrificarla ad Adele, è stato l'unico a credere alla sua innocenza. Che scherzo di cattivo gusto. Sempre per parlare di ironia, mi sono innamorato della persona che ha iniziato la catena. La biasimo? No. Sono stato debole anch'io, siamo tutti umani... anche Quistis Trepe. A differenza di me, lei ha provato... dannazione, lo so che c'ha provato. Anche nella debolezza, la nostra altra amica 'colpevolezza' ha cercato di occuparsene lei... a suo tempo Quistis ha tentato di fare ammenda.

Ma era troppo tardi.

Quel bastardo di Mitchell ha rubato così tanto. Si è preso le vite di bambini... dannazione a lui. Innocenti, non guerrieri, non soldati, ma studenti delle elementari con una vita davanti... quelli che avevano la possibilità di riuscire dove noi tutti avevamo fallito. Quello che lei non riesce a capire è che se quel giorno non avesse detto cose fuorvianti, se Ellione non fosse mai morta... sarebbe stata Rinoa a giacere al posto suo. Erano lì per prendere lei quel giorno; Mitchell l'avrebbe sacrificata. Per lui non è altro che una pedina... ogni vita umana lo è.

In un senso contorto, la bugia di Quistis ha donato la vita a Rinoa. Non potrei mai dirlo, loro non mi capirebbero mai. Un'azione ha cominciato tutto, e per tutti gli Dei, un'azione lo finirà. Quistis e Rinoa sono diverse quanto lo siamo io e Squall. Ciononostante, anche loro sono identiche. Entrambe hanno affrontato il tormento e l'angoscia, e né i soldi né la notorietà hanno potuto cambiare quello che c'era nei loro cuori, la solitudine che sentiamo tutti... e il rimpianto. Vaffanculo al rimpianto.

Una volta eravamo nemici, ma ora siamo alleati; contro il Presidente Mitchell, contro la solitudine, e contro il rimpianto. Speriamo di poter rimanere fianco a fianco insieme per quest'unica volta, prima che le nostre vite ritornino a come dovrebbero essere scritte... a quando io sono solo e lontano da lei... dannazione... che mi è successo? Chi sono diventato? Forse quando domani mi sveglierò, vedrò una persona nuova. Una persona senza rimpianto, qualcuno che ha persistito ed è riuscito nella redenzione dei suoi peccati... di tutti i nostri peccati.

Per il nostro bene, speriamo che la redenzione sia qualcosa di più di una parola di quattro sillabe.

*~*~*~*~*

Le stanze sembravano più piccole di quando frequentava il Garden. O quantomeno la percezione sembrava cambiare con l'età. I pannelli bianchi del soffitto erano rimasti immacolati - regolari, senza increspature, quadrate. Seifer Almasy aveva speso diverse ore a ispezionarle, senza sapere cosa stesse cercando. Ognuna di esse assomigliava ad una carta, ad una mappa astronomica. Quand'era più giovane, collegava le incisioni con la mente, e ora riusciva solo a vedere lisci pannelli bianchi.

Parte di lui voleva lasciare la stanza, ma una parte più grande voleva restare. C'era stato un tempo in cui avrebbe camminato per le sale senza rimorso. Ora, non era più il bulletto della classe, non era niente di meno che un nemico. Era quello che si era rivoltato contro il Garden, contro l'unica famiglia che avesse mai conosciuto. Ora il rimpianto e la vergogna lo trattenevano tra quelle quattro mura, una prigione. La prigione che si era creato da solo, niente sbarre, niente guardiano di cella... qualcosa di molto peggio. Per la prima volta nella sua vita, voleva urlare. Non per il dolore, non per la rabbia, ma per quello che avrebbe potuto essere. Un colpetto sulla porta fu un sollievo gradito, chiunque si nascondesse dietro di essa.

"Sì, arrivo." Il colpo soffice echeggiò nuovamente. "Frena i chocobo, dannazione."

In un certo senso, non era sicuro di chi si sarebbe trovato lì. Sapeva che Quistis, Squall e gli altri SeeD erano in riunione nella piccola sala conferenze. Forse, se l'avesse pensato, non sarebbe stato un tale shock.

"Rinoa?"

Lei lo guardò con un misto di solidarietà e rimpianto... sì, riusciva a individuare tracce del suo caro amico rimpianto praticamente ovunque.

"Seifer," fece una pausa guardando per terra. "Posso entrare per un momento?"

"Sicura di volerlo? Insomma, chi lo sa che potrei fare. Magari potrei sacrificarti a quel Grat molto grosso che scorrazza per il centro di addestramento."

"Correrò i miei rischi."

Lui si spostò, facendole cenno di entrare.

"Io... non so da dove cominciare." I suoi occhi apparivano stanchi, sebbene lei non l'avesse guardato ancora direttamente.

"Beh... suppongo che tu sia qui per una scusa."

"No," lo interruppe.

"Allora per cosa?"

"Volevo chiederti una cosa. Io... beh, non riesco a credere a quello che sto per fare."

"Hey... scusa Rinny, ma non credo che il tuo ragazzo apprezzerebbe quella cosa più di tanto. E, per dirne una, non mi va di finire come pappetta per Grat." Sapeva che lei riuscisse a leggerlo come un libro aperto, visto che certe cose non cambiano mai. Aveva voglia di dire così tante cose, di dirle quanto era dispiaciuto, ma i muri si erano alzati ancora una volta e il sarcasmo scorreva a fiotti.

"Non lusingarti, Seifer." Lui percepì un pizzico di risata nella sua voce. Per qualche strana ragione, la faceva sentire a suo agio con lui. Era sempre stato così.

"Rinoa, seriamente, che ci fai qui? Pensavo di essere su qualcosa tipo la lunga lista delle persone da evitare ad ogni costo."

"Non lo sei. Infatti, è esattamente il contrario, io... io volevo ringraziarti."

"Stai sfottendo, giusto? Ringraziarmi per cosa?"

"Per aver creduto in me. Dopo aver parlato con Alex e per quello che ho sentito dagli altri... nonostante loro fossero fermamente convinti della mia colpevolezza... tu non lo eri."

"Nah, non ho mai visto cosa avresti potuto guadagnarci uccidendo Ellione. Avevi già Squall che scattava ad ogni tuo minimo cenno, e non ti ho mai visto come una che vuole governare un continente. Dare un'enorme cena per il mondo sì, ma governarlo... no."

"Non cambierai mai, vero?" Rinoa finalmente lo guardò negli occhi, formando il più esile dei sorrisi.

"Ne sarai sorpresa... ma diamine, io lo sono già."

"Suppongo che tu abbia ragione. Beh, prima di tutto, Squall non 'scattava ad ogni minimo cenno', non era esattamente così... piuttosto scattava ad ogni ordine riguardo il suo lavoro. Secondo, ci vorrebbe fin troppo cibo; preferirei una piccola riunione più intima." Rimase in silenzio per un momento, prima di raccogliere il coraggio di parlare ancora. "Perché, perché tu hai creduto in me... e lui no?"

Lui percorse la stanza conoscendo la serietà della domanda. Poteva davvero risponderle? Era qualcosa che lei aveva bisogno di sentirsi dire da Squall, ma anche Seifer sapeva che era una cosa che non sarebbe mai successa.

"Rinoa, nel profondo del suo cuore credeva in te, anche se non lo sapeva. Io l'ho saputo dalla prima notte che ho parlato con lui. Loro volevano il tuo sangue, lui no. In realtà, non è mai riuscito ad accettare la relazione. Nella sua mente, stava aspettando qualcosa... tu che lo lasci, tu che lo tradisci... qualsiasi cosa. Tutti nella sua vita l'avevano tradito in qualche modo, e lui aveva imparato ad aspettarsi il peggio."

"Ma io lo amavo... lui sapeva che io l'amavo. Non gli avrei mai fatto del male."

"Lo so. Rinoa, nella sua mente tu sei scappata non dal Garden, ma da lui. Il giorno che sei sparita, le sue peggiori paure si sono realizzate. Perciò, per razionalizzare la cosa, ti ha trasformato nel nemico. Voleva rimproverarti, aveva bisogno di quello per riuscire a superare ogni mattina, per andare a letto ogni notte. Ma il fatto che tu non eri colpevole continuava a farlo respirare. Senza questo, sarebbe morto tempo fa."

"Squall non si sarebbe mai ucciso."

"No Rinoa, non fisicamente, ma in ogni data battaglia una persona ha due scelte, vivere o morire. Lui ha scelto la vita per te. Non pensare neanche per un momento che non ti abbia amato. Se c'è una cosa di cui posso essere certo è che quell'uomo ti ama, più della vita, più della morte. Farebbe qualsiasi cosa per te."

"Grazie, Seifer."

"Per cosa, ora?"

"Per volermi bene."

"Ehm... uhm... sì. Rinoa, devi sempre ricordarti che anche quando è successo tutto quel casino con Artemisia, io ti volevo bene. Tu sarai sempre speciale."

"Perché?"

"Sei stata la prima persona a credere in me, a vedere in me qualcosa di più del fallimento che ero diventato. Vedevi oltre già allora. Penso che sia per questo che è stato difficilissimo per me vivere col tradimento... io ho tradito l'unica persona che aveva creduto in me."

"Siamo sempre stati meglio amici che amanti, eh? Penso ancora alle notti che passavamo seduti al molo a parlare. Quei ricordi saranno sempre speciali per me."

"Rinoa, credo che noi non siamo mai stati amanti. Possiamo aver fatto sesso, ma non era nulla di più che una curiosità infantile. Quando ripenso a quei giorni, capisco che tu eri come la sorella che non avevo mai avuto... e in quella prospettiva, ti amerò per sempre."

"Capisco. Posso chiederti una cosa?"

"Spara."

"Hyne ci guardi da qualsiasi cosa possa accadere a Squall e a me... ma se dovesse succederci qualcosa... per favore, per favore... puoi assicurarti che Allison stia bene?"

Per un momento, il suo cuore mancò un battito. Il mero pensiero che qualcuno si fidasse di lui, che lo lasciasse da solo con un bambino era francamente ridicolo.

"Rinoa... ti rendi conto che stai parlando con... me, Seifer. Fallito, ex-cavaliere della strega... non esattamente uno a cui affidare una bambina?" Si indicò per enfatizzare la sua tesi. Rinoa dovette ridere della sua abilità nel reagire esageratamente.

"Seifer, primo non darti fallito quando io posso sentirti... sarai per sempre un mio amico. E sì, so esattamente a chi sto parlando, con l'unica persona al Garden che potrebbe competere attivamente con Squall. L'unica persona che ha creduto in me e l'unica persona che voglio protegga mia figlia quando... se... succederà qualcosa. So che puoi farcela, so che hai la voglia e la passione. Ne ho bisogno. Non posso affidarla ad un estraneo... soltanto Alex potrebbe farlo, ma lei non sa niente di combattimenti. Tu puoi portarle alla sicurezza... Seifer Almasy, Hyne sa per quale ragione... mi fido di te. So che puoi farlo, sei l'unica altra persona al mondo ad avere una possibilità."

Rinoa si fermò, guardando fuori dal pannello di vetro della finestra. "Ti piace, vero?"

"Chi?" Sapeva già la risposta.

"Lo sai," replicò lei flebilmente.

"Sì, mi piace. Mi ha sorpreso da morire, ma dannazione Rinoa, mi piace davvero." Lei annuì, incapace di guardarlo in faccia. "Non hai bisogno di sentire questo, al momento, Rin. Hai altre cose di cui preoccuparti."

"No, no, non è così. Al momento devo preoccuparmi di Allison... e se lei sarà nei paraggi... beh..."

"Rinoa, nessuno sa cosa porterà il futuro." Rinoa quasi rise per la satira dell'affermazione... da parte del suo ragazzo di una volta.

"Non... non posso sopportarla. Non posso perdonarla per quello che ha fatto, e non potrò mai nemmeno dimenticare. Nonostante questo, se c'è una piccolissima possibilità del cavolo che lei protegga Allison, se tu avessi bisogno di lei... insomma, posso capire. Non mi piace, ma posso accettarlo."

"Rinoa, sei una persona più forte di quanto io potrei mai essere."

"No, non sono una persona forte. Io sono una madre forte... e questo fa la differenza. Per i nostri figli possiamo sacrificare i nostri sentimenti, il nostro odio, e anche le nostre vite."

"Rinoa, non credi di star esagerando un po'? Voglio dire, per stasera starai su una nave per Esthar... per trascorrere una bella vita al palazzo presidenziale. Diamine, potrai dare quella festa che hai sempre voluto."

"È un sogno, tutto quanto... la felicità, la famiglia. Se doveva essere così, sarebbe già successo in un modo o nell'altro. Le stelle hanno destinato Squall e me, non saremo noi a condurre quella vita... spero solo che Allison possa. Per favore, Seifer... hai vissuto una vita sotterranea come sono stata costretta a fare anch'io. Conosci i modi, conosci le persone, e hai l'istinto per sopravvivere. So che potresti portare Allison fuori da qui se dovesse essere necessario... fidati di me, è un'ultima risorsa. Ma ho bisogno di sapere che posso contare su di te."

Seifer le si avvicinò, mettendo la mano sulla sua spalla. Lei si voltò verso di lui, gli occhi supplicanti. "Puoi," le assicurò. "Rinoa, se dovesse essere necessario, la proteggerò per te, per Squall, e per me. Grazie, Rinoa... grazie."

Lei si allungò per abbracciarlo, un fratello, una sorella... due persone legate non dal sangue, ma dalle circostanze. Facendoli sussultare, la porta si aprì. Si voltarono entrambi, trovando Squall e Quistis in piedi l'uno fianco a fianco, con uno sguardo di confusione. Seifer non poté fare a meno di ridere per la loro espressione mentre Rinoa lo rilasciava. Per un momento, i due rimasero lì sulla porta in silenzio.

"Hey, guarda un po', ci sono il signor e la signora Leonhart," disse aspramente Seifer a Rinoa. "Spero che abbiano portato l'insalata di maccheroni e una bella torta al cioccolato."

Nessun altro trovò divertente il suo commento, salvo Rinoa che stava cercando di non ridacchiare. Non era esaltata di vedere Quistis lì, specialmente accanto a Squall. Non aveva apprezzato neanche il commento sulla signora Leonhart... ma vedere Squall aveva in un qualche modo compensato a questo. Era passato così tanto tempo. Aveva sognato ad occhi aperti per parecchie ore... quelle ore che poteva ricordare di aver davvero vissuto a Trabia. Camminò gradualmente verso la porta. Quistis la guardò irritata, facendo un passo dentro la stanza. Rinoa continuò oltrepassando la sua figura, evitando il contatto visivo. Si concentrò soltanto sull'uomo immobile nella porta.

*~*~*~*~*

Rinoa e Squall continuarono a camminare lungo il corridoio; lei non era certa di cosa dire in quel momento o a cosa lui stesse pensando. La sua concentrazione era momentaneamente spostata su tre ragazze che stavano accanto alla libreria. Avevano attirato la sua attenzione perché l'avevano indicata, seguitando poi a bisbigliare rumorosamente. Improvvisamente si sentì a disagio, anche con Squall accanto a lei. Incrociò le braccia sul suo petto, cercando di evitare che i pettegolezzi le arrivasero. Ma le arrivarono comunque.

In un certo senso, una volta, era stata tramutata nel nemico. Essere a Trabia e sapere cosa pensavano gli altri era una cosa, ma fissare il suo problema dritto negli occhi era una situazione completamente differente. Squall riuscì a percepire il suo cambio di atteggiamento.

"Ignorale."

"Squall, odio tutto questo. Il modo in cui parlano di me, non alle mie spalle, ma proprio di fronte a me... come se non fossi nemmeno lì."

"Tu sei qui, Rinoa. Non dimenticarlo."

"Ma per loro, io ho ucciso Ellione, nonostante qualsiasi cosa Cid possa aver spiegato. Non puoi dire alle persona una cosa per due anni, e poi aspettarti che prendano per oro colato quando dici tutto l'opposto. Specialmente quando non c'è nessuna prova ad avvalorare la nuova tesi, solo prove circostanziali... e la mia parola."

Lui rimase in silenzio, avviandosi verso i dormitori degli ospiti. Prima che uscissero dalla sua vista, Rinoa combatté contro il buon senso, lanciando un ultimo sguardo alle ragazze insolenti. Affrontare la realtà di essere odiata era notevolmente diverso da quanto avrebbe potuto immaginare.

Camminavano insieme. Amici e amanti, il cavaliere e la strega, e soprattutto madre e padre, sostenendosi a vicenda. Dandosi speranza, dandosi vita. Squall si allungò lentamente per afferrare la sua mano. Lei intrecciò le dita con le sue, rassicurandolo con un lieve sorriso.

"Rinoa, Caraway vuole vedere te... e Allison. Gli ho detto che era una tua decisione."

"Sì, voglio vederlo." La sua risposta arrivò prontamente. "Per Hyne, pensavi che non avresti mai vissuto abbastanza per sentirmi dire queste parole, vero?"

"No... ma non mi aspettavo nemmeno, 'Squall, sei diventato padre'. Diamine, pensavo che non ti avrei sentito dire mai più 'Squall'."

Rinoa si fermò per un istante, sentendo di dovergli un chiarimento. "Squall... riguardo Seifer, io..."

"Non preoccuparti," affermò semplicemente. Squall le mise la mano libera sotto il mento, facendo in modo che Rinoa lo guardasse negli occhi. "Non mi devi una spiegazione. Abbiamo tutti i nostri demoni da affrontare."

"Grazie," sospirò. Spostò le dita dal suo mento, permettendole di riposare contro il suo petto. In una rara dimostrazione pubblica di affetto, la mise al sicuro tra le sue braccia. Poggiando il mento sulla sua testa, riuscì a sentire ogni singolo respiro, ogni singolo rantolo, e ogni singolo battito cardiaco.

"Inoltre, lui ed io abbiamo già parlato. Solo un paio di notti fa, eravamo sul ponte di una nave in direzione di Trabia. Senza mai saperlo, mi stavo avvicinando sempre di più a te. Lui ha cercato di farmi ragionare."

"Ha funzionato?"

"Ho mai ascoltato qualcuno?"

"Una volta..." si fermò per l'uscita infelice. Entrambi seppero immediatamente cosa intendeva. Quistis. Che fosse stato intenzionale o meno, non lo sapeva nemmeno lei. Lui strinse Rinoa più vicina al suo petto, cercando di non lasciare che il rimpianto gli offuscasse la mente.

"Squall, a lui piace lei, lo sai."

"Lo so. Come l'hai presa?"

"Sopravviverò. Non ha più importanza... che stiano insieme." Esitò, "tu la odi?"

"Non potrò mai perdonare Quistis. Non passerà giorno in cui non penserò al suo tradimento. Quando sarà tutto finito, non voglio più avere niente a che fare con lei, o con il Garden, se è per questo. Ma, per quanto odi quello che ha fatto, non posso odiare lei." Rinoa deglutì, a disagio per l'argomento che lei stessa aveva tirato fuori. "Nessuno di noi è totalmente innocente. Siamo tutti da incolpare."

"No, Squall." Rinoa interruppe l'abbraccio, guardandolo negli occhi. C'era un'aura seria, matura, su di lei, una che non aveva mai visto prima. "Non è vero. Qualsiasi cosa sia successo, uno di noi era innocente... Allison."

*~*~*~*~*

Proseguendo, Quistis camminò fino al centro della sua piccola camera. In un certo senso, quando lo fece sembrò tutto a posto. Seifer poteva dimenticare la guerra, dimenticare le battaglie che dovevano ancora venire. Forse nella sua vita aveva bisogno di una sola battaglia. Una vittoria di cui avrebbe potuto essere fiero... una vittoria forgiata senza rimpianto.

"Che c'è?" Lui la guardò, occhi azzurri che lo guardavano truci di rimando. "Lei, Rinoa?"

"No, la fata dei dentini." La risposta sarcastica che non si aspettava.

"Hai passato troppo tempo con me, credo di star cominciando a infettarti." Lei ribatté solo con un sopracciglio arcuato, incrociando le braccia sul petto. Questo sguardo lo conosceva... la posa da insegnante che doveva essere stata insegnata a tutti loro, come un prerequisito per ricevere i loro certificati didattici.

"D'accordo," concesse lui. "Voleva soltanto parlarmi di... frena... tu... tu sei gelosa, non è così?"

Lei non rispose, e distolse appena lo sguardo prima di riconcentrarsi su di lui. "No. Volevo solo sapere cosa ci faceva qui."

"Mi stava invitando ad un pigiama party nel centro di addestramento."

Quistis continuava a non trovarlo divertente. "Perché non mi dici la verità e la pianti, Seifer?" domandò.

Lui fece qualche passo per ritrovarsi di fronte a lei. "Perché non lo fai tu?"

Quistis portò gli occhi al cielo voltandosi, lasciandogli vedere soltanto la sua schiena. In un certo senso, parlare al suo riflesso nello specchio non era proprio la stessa cosa che parlare direttamente a lui. "Non credo che gelosa sia la parola giusta. Non lo so... voglio dire, lo so che non si è innamorata intenzionalmente di Squall. Non è che è venuta e ha detto 'hey, mi prenderò questo tipo perché piace a Quistis.' Però, è dura. So che non devo biasimarla per essersene andata, per il matrimonio, o per il dolore... però c'è sempre questo... risentimento, forse? So che devo superarlo. Ma quando tutto questo è iniziato non mi aspettavo di..."

"Di far cosa, Quistis?"

"Beh, di dover perdere tutti gli altri... pensavo di aver già perso tutto, suppongo. Ma ora, sai..."

"No, non lo so."

Qualcosa la stava trattenendo, e lui lo sapeva. Era sicuro che la stesse turbando, perciò cercò rapidamente di glissare. "Rinoa voleva parlare del passato, ma è esattamente questo che è... il passato. Sì, eravamo amanti, ma eravamo meglio come amici. Tutti e due sapevamo che non era una cosa permanente... io non amavo lei, e lei non amava me. Beh, comunque non eravamo innamorati. Lei sarà sempre speciale per me, ha creduto in me. Ci crede ancora... e crede ancora in te."

Quistis si voltò rapidamente, il suo sguardo un incrocio tra la rabbia e lo scetticismo. "Non è vero, come puoi dirmi una cosa del genere?"

"Beh, perché fondamentalmente me l'ha detto lei. Insomma, parola più, parola meno... no, non penso che sarai mai la damigella d'onore al suo matrimonio... uhm... in verità penso che non sarai neanche la persona a scrivere il libro degli invitati. Ad ogni modo, c'è una cosa in cui lei crede... la tua abilità e la tua disponibilità nel proteggere Allison. Non importa la differenza tra voi due, lei sa che se dovesse essere necessario... tu difenderesti un'innocente. Sua figlia."

Delle lacrime sgorgarono dai suoi occhi. "Lo farei, lo sai, Seifer, la proteggerei."

"Non ne ho dubitato neanche per un minuto."

Si buttò contro di lui, rivivendo qualche istante della sera prima, quando i loro corpi si erano toccati. "È solo che quando siamo entrati e tu la stavi abbracciando... beh, era come se la storia si stesse ripetendo."

"Sì, ma tu eri innamorata di Leonhart." Avrebbe voluto ritirare qual commento quasi immediatamente. Quistis sorrise silenziosamente, spingendosi i capelli lunghi oltre la spalla.

Sì... ero... Il pensiero echeggiò nella sua mente, ero.

Era la prima volta che pensava a se stessa al passato. Ora c'era solo un tempo presente. Seifer.

Selphie era appoggiata alla testiera di legno del letto. Aveva dei raccoglitori sparpagliati sul letto, e un portatile al suo fianco. Frugò tra diversi cumuli di carta, cercando con fervore un rapporto specifico.

"Irvine?" domandò nella sua voce acuta. "Fammi vedere se ho capito bene..."

"Tesoro, tu puoi chiedermi qualsiasi cosa." Lei gli scagliò un'occhiataccia. "Giusto, scusa... vecchie abitudini. Selphie, puoi chiedermi qualsiasi cosa."

"Okay, ora ho i rapporti della polizia di Trabia sull'assassinio di Richard Bennett."

"Giiiuuuusto." S'inclinò in avanti sulla sedia reclinabile, nella mente aveva avuto soltanto la parola 'sonnellino', e ora quell'idea era stata spazzata via. Una volta che Selphie veniva coinvolta in qualcosa, non c'era più silenzio.

"Allora, tutto quello che hanno collega l'omicidio a Squall."

"Sì, che è quello che chiunque l'abbia fatto voglia farci credere."

"No Irvine, sono seria... guarda." Gli porse il rapporto completo. "Qui c'è il rapporto balistico dal laboratorio." Lui afferrò il foglio fissandolo. "Irvine, le pistole coincidono."

"Selphie, una cosa del genere non sarebbe mai stata possibile con un gunblade... sarebbe stato molto più... uhm... incasinato."

"Oh, questo lo so. Secondo gli archivi del Garden, a Squall è stata fornita anche una 9mm, da portare sempre con sé."

"Sì, quello me lo ricordo," convenne Irvine.

"Non c'è alcun dubbio che il proiettile sia stato sparato dalla sua pistola. È stata ritrovata nella sua stanza a bordo della nave, dopo che lui è scomaprso. Sull'arma sono state trovate solo le sue impronte."

"Pensi che il vero assassino lascerebbe le proprie impronte? Non sarebbe una furbata da parte di un criminale, non credi?"

"Sì, certo. Ma stando a quello che si dice qui, sono stati ritrovati anche sangue, capelli e campioni di tessuto."

"I suoi?"

"Sì, è definitivo."

"D'accordo, ma Squall non ha ucciso qualcuno a sangue freddo come in questo caso, per quanto potesse essere incazzato."

"Giusto... ma qualcuno l'ha fatto. Loro volevano incastrare Squall, senza lasciare alcun dubbio nelle menti delle autorità."

"Okay, Selphie, ho capito. Hanno fatto un ottimo lavoro per incastrarlo."

"Non capisci. Nessuno può ottenere il sangue in quel modo."

"Beh, sono certo che qualcuno come lui che sanguina per vivere... cose che ci si aspetta da una battaglia... non sarebbe troppo difficile. Diamine, avrebbero anche potuto prendere fiale come quella nell'infermeria per l'identificazione del DNA."

"Lo so." La sua voce si era fatta tremante. "Guarda."

Girò lo schermo del computer verso di lui. Irvine si sedette più in punta, socchiudendo gli occhi per guardare il monitor sfocato. "Selphie, qui dice che non coincidono."

"Giusto... questo non viene dalla scena del crimine. Viene dall'infermeria; una volta arrivato il rapporto dove si diceva che il sangue era suo, ho spiegato alla Dottoressa Kadowaki che volevo che lei mi facesse dei test. Poi ho fatto il test di compatibilità con la fiala del laboratorio e con i campioni che già avevamo sui computer del Garden. Ho trovato un riscontro, ma non era di Squall."

"Allora di chi era?"

"Aspetta, Irvine... non è tutto. Ho scoperto che l'ultima volta che qualcuno è andato ai laboratori di genetica a controllare questo campione... lei ha firmato il registro. E si trattava dello stesso campione di sangue, quello scambiato."

"Bene, d'accordo, allora di chi è la firma lì sopra?"

"Più di due anni fa, la fiala è stata controllata l'ultima volta dall'assistente d'ufficio della Dottoressa Kadowaki."

Lei gli porse il foglio con la firma.

"Non può essere così, Selphie, perché lei avrebbe dovuto portare via le fiale?"

"Non lo so, perché scambiare una fiala di sangue col suo?"

"Sono certo che ci sia una spiegazione per tutto questo. Non avrebbe mai potuto progettare l'omicidio di un uomo che neanche conosceva... e sapere con due anni di anticipo di cominciare a incastrare Squall. Avrebbe davvero potuto uccidere Bennett?"

"Mezzi, movente, e opportunità... ha avuto tutti e tre per uccidere Richard Bennett, ma c'è qualcosa che qui non vediamo. Lo so."

"Selphie, chiediamole delle fiale e basta, chiediamole perché le ha portate via in primo luogo. Sono pronto a scommettere che i due eventi sono totalmente scollegati."

"D'accordo, contatterò Squall, ci incontreremo tutti nell'ufficio. Forse tutti insieme riusciremo ad uscirne."

Selphie abbassò un'ultima volta lo sguardo alla firma e alla data sul foglio di carta. Rinoa Heartilly... cosa stavi pensando di fare?

*****
Note delle traduttrici: capitolo rivisto da Alessia Heartilly. Insieme a questo trovate publicata la revisione del capitolo 19 e 20, sempre a cura di Alessia Heartilly.
Vi ricordiamo la newsletter per avere la notifica via email degli aggiornamenti!
Citazione di apertura: da Love's Loneliness di William Butler Yeats, tutta la seconda strofa.
La montagna getta un'ombra,
Sottile è il corno della luna;
Cosa ricordammo
Sotto la spina spezzata?
La paura ha seguito il desiderio,
E i nostri cuori sono combattuti.
- Alessia Heartilly

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VIII / Vai alla pagina dell'autore: Ashbear