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Autore: Matthw883    24/07/2017    2 recensioni
Questa storia è ambientata nel futuro. Un futuro dove Warren è ricco ma che non riesce ad avere una storia soddisfacente con una donna perchè nonostante tutto prova ancora amore per Max, nonostante lei sia scomparsa da anni.Visto che uno dei più grandi desideri di Warren è diventare padre, nonostante non trovi l'anima gemella egli decide di adottare una bambina. La storia ci concentra su questo rapporto.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Max Caulfield, Nuovo personaggio, Warren Graham
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5  UNA BAMBINA SPECIALE


POV WARREN


E' la prima volta che faccio il bagno a Rose, ammetto di essere imbarazzato e maldestro nel mio tentativo di lavarla. Per fortuna Rose riesce a lavarsi quasi completamente da sola e non ha molto bisogno del mio aiuto, sono sempre molto colpito dal suo grado di indipendenza, per una bambina di soli 4 anni e mezzo è straordinario, molto maggiore rispetto a quello degli altri bambini della sua età. Credo che sia dovuto all'orfanotrofio, in quei posti devi crescere molto più in fretta rispetto agli altri, bambini, devi saper badare a te stesso perchè nessuno baderà a te.
Dopo averla lavata usciamo, voglio far divertire Rose, la prendo e  la metto sul seggiolino delle mia bici e la scarrozzo in giro cosi, lei sembra divertirsi e mi chiede:
-Papà, un giorno mi insegnerai ad andare in bici ?-
-Lo farò.-
Farei qualsiasi cosa per lei,  voglio che non pensi più alla possibilità che io possa riportarla indietro, deve capire che io le voglio bene sempre e comunque,  decido di portarla alle giostre, ce ne sono alcune in un parco proprio dietro il centro commerciale di New Arcadia Bay:
-Eccoci Rose, scegli la giostra su cui vuoi salire.-
Lei mi chiede timidamente:
-Quanti giri posso fare ?-
Le sorrido:
-Tutti quelli che vuoi tesoro.-
-Wow, voglio salire su quella.-
Rose mi indica la classica giostra coi cavalli:
-Bene.-
Compro i biglietti e aiuto Rose a salire sul cavallo:
-Eccoci, ora divertiti, io ti guardo da qui.-
-Tu non sali ?-
-Oh no, questo gioco è solo per i bambini.-
La giostra comincia a girare, e io decido di guardare Rose stando comodamente seduto in una panchina che si trova proprio di fronte alla giostra. Rose sta sorridendo, ne sono molto felice, spero che ormai abbia capito che io non ho alcuna intenzione di riportarla indietro, mai, neanche se dovesse dare fuoco alla casa. E come potrei ? Lei è diventata il centro del mio mondo ,farei tutto per un suo sorriso, spero di essere entrato definitivamente nel suo cuore, perchè lei ormai è entrato nel mio, è incredibile come in pochi giorni un bambina possa cambiare cosi tanto la tua vita.
I miei pensieri vengono interrotti da una voce femminile:
-Quale di quei bambini è suo figlio ?-
Mi giro verso di lei per guardarla meglio,  è una donna, avrà circa 40 anni, con gli occhi marroni e i capelli castani, magra, sembra che voglia fare conversazione in attesa che la giostra finisca il suo giro
-Lei.-
Le indico Rose e lei mi sorride:
-E' molto carina, deve esserne proprio fiero.-
-Lo sono.-
-La mia invece è quella li, capelli neri e occhi verdi.-
-E' molto carina anche la sua.-
Il mio complimento sembra averla riempita di orgoglio:
-Grazie, Emily è la mia gioia più grande, certo, a me e a mio marito costa una grande fatica, si fanno sacrifici, ma si viene anche ricompensati.-
-Già.-
Visto che sono con un mamma, decido di chiedergli se conosce un buon asilo qui nella vicinanze, e lei mi risponde in una maniera sorprendente:
-Oh, Emily non va a scuola, noi pratichiamo, l'homeschooling, l'educazione parentale ovvero siamo noi stessi, io e mio marito ad insegnare a nostra figlia
Sono molto stupito dalle sue parole:
-Ma è legale questa cosa ?-
-Assolutamente, c'è l'obbligo di dare un istruzione ai propri figli, non quello mandarli a scuola-
-E funziona ? Insomma, imparano bene ? Non avranno difficoltà quando dovranno frequentare il liceo o università ?-
-No assolutamente no, recenti studi dimostrano che hanno lo stesso livello di preparazione degli altro ragazzi.-
-Ma come fate per la socializzazione ? Non ha paura che sua figlia cresca senza amici ?-
-Assolutamente no, ci  sono moltissimi modi per socializzare e stare con gli altri.-
-Ma dev'essere una cosa molto faticosa da fare.-
-Beh si, è molto impegnativo, sarebbe opportuno che almeno uno dei genitori non lavorasse.-
Veniamo interrotti dal ritorno delle bambina, Rose viene subito ad abbracciarmi:
-Allora tesoro, ti sei divertita ?-
-Si.-
Vedo la signora che era seduta di fianco a me allontanarsi facendomi un gesto di saluto al quale io rispondo.
Ammetto che le parole di quella signora mi hanno incuriosito, insegnare alla bambina, restare tutto il giorno con lei, mi piacerebbe molto. Beh è una prospettiva interessante, però non lo so, forse dovrei informarmi meglio, chiedere in giro, non so se sia una cosa fattibile, ma ci penserò dopo, ora concentriamoci su Rose:
-Dimmi, c'è qualche altra giostra che vuoi fare ?-
La piccola si guarda intorno poi mi chiede:
-Papà, provi a vincere un peluche per me ?-
Rose mi indica la bancarella del tiro a segno, le accarezzo la testa e le rispondo:
-Tesoro non posso, non sono capace, non ho mai preso in mano un arma in vita mia, di sicuro non prenderei nessun bersaglio.-
-E perchè non l'hai mai fatto ?-
-Perchè le armi sono una delle cose più brutte di questo mondo, le armi uccidono le persone, e quindi non mi piace averle in mano, neppure una finta.-
-Oh, va bene.-
Sono contento che la piccola non abbia fatto storie:
-Papà, io ho fame, possiamo andare a mangiare da qualche parte ?-
Guardo l'orologio e mi accorgo che si è fatto tardi, ormai è ora di mangiare:
-Certo tesoro, ora ti porto in un posto che per papà significa molto.-
Decido di portarla a mangiare un boccone al Two Whales, è giusto che Joyce mia figlia.
Una volta dentro ci accomodiamo in uno dei tavoli e aspettiamo che Joyce prenda le ordinazioni, il locale è cambiato in questi ultimi anni, il proprietario è diverso, e il ora è molto più curato e moderno, l'unica cosa che non è cambiata è Joyce che lavora ancora qui. Sono un pò nervoso, mi aspetto un rimprovero, una sgridata, non mi sono fatto sentire per giorni, e ora mi presento qui con una bambina:
-Joyce, vai tu a prendere le ordinazioni per il tavolo 5
-Va bene.-
Joyce esce di fretta dalla cucina e si avvicina al mio tavolo per prendere le ordinazioni, non appena mi vede mi saluta subito con gioia:
-Warren, ma dov'eri finito ? Saranno quasi due settimane che non ti vedo, perchè non sei passato a trovarmi qualche volta.-
-Ecco, i-io ho avuto dei problemi, io e Brooke ci siamo lasciati ecco...-
-Ancora ? Warren te l'ho detto un sacco di volte che lei non è la ragazza giusta per te, inoltre....-
Joyce si accorge solo ora della presenza di Rose nel tavolo:
-Scusami Warren, ma chi è questa bambina che è qui con te ?-
-Lei è Rosemary, mia figlia, l-l'ho adottata qualche g-giorno fa, o-ora vive con me.-
Joyce fa una faccia scioccata:
-C-che cosa ? T-tu hai adottato una bambina ? E quando ? Perchè ? Ma hai pensato alla conseguenza di quest'azione ?-
Le rispondo in maniera ferma:
-E' accaduto per caso, non avevo intenzione di adottare, ma poi casualmente ho incontrato lei, e-e non so,  mi sono sentito in qualche modo legato a lei, ho sentito che quella sarebbe stata la cosa giusta da fare. So bene che non sarà affatto facile crescerla, educarla, so che sbaglierò, che farò degli errori, so che per molti è una decisione illogica, ma è quello che sentivo di dovere fare, è quello che voglio fare, io le voglio bene, e voglio che cresca felice.-
La bimba sorride a Joyce e le chiede:
-Ciao, io sono Rose, tu chi sei ?-
Joyce resta a guardala attentamente per qualche secondo e poi lascia cadere il blocchetto per le ordinazione e dice in maniera sconnessa:
-M-Max, t-tu sei Max.-
-No, io non  sono Max, sono Rose.-
Sorrido pensando alla sua ingenuità, anche Joyce dopo essersi calmata sorride:
-S-scusami piccola è-è- che mi ricordi una cara persona che conoscevo. Comunque io sono Joyce e sono molto felice di conoscerti.-
-Anche papà me lo disse,  la prima volta che ci incontrammo mi disse che assomigliavo a una persona a lui cara, ma che ora sta in cielo. Si chiamava Max, non è vero ?-
-Già, si chiamava cosi.-
Joyce le sorride:
-Va bene, allora cosa vi porto ?-
-Allora Joyce, a lei portale il menu per bambini, mentre a me invece portami uno dei bei hamburger che sai fare tu.-
-Va bene.-
Pochi minuti dopo Joyce ci porta il mosto cibo e so ferma a fare quattro chiacchiere con noi, soprattutto con la piccola:
-....e dimmi piccola, ti piace il tuo papà ? È bravo con te ?-
-Si, non potevo desiderare un papà migliore.-
Sorrido e la guardo estasiato, com'è cambiata rispetto ai primi giorni. Ora è molto più felice e vivace, ha perso un pò la formalità dei primi tempi, ora sembra più bambina e meno adulta. Ne sono molto felice:
-Dimmi Warren, hai già scelto l'asilo dove mandarla ?-
-No, a essere sincero ancora no. Sai, stavo pensando che forse potrei insegnarle io, sai, darle un tipo di educazione parentale, l' homeschooling, dopotutto, ho un sacco di tempo libero, potrei seguirla nel suo percorso di crescita meglio di chiunque altro.-
-Mmmh, sei sicuro che sia una cosa fattibile ? Insomma, tu puoi fare una cosa del genere ? Sei sicuro di riuscire a insegnarle ?.-
-Beh si, ho l'abilitazione per l'insegnamento, non sarebbe un problema, però....non lo so, non so se è il metodo migliore per lei. Tu che mi consigli ?Joyce si alza dal tavolo e con sguardo serio mi dice:
-Devi saperlo tu cosa sia meglio per tua figlia. Io non posso dirti quello che è giusto fare. Sei tu che devi decidere, guarda dentro il tuo cuore, sono sicuro che dentro di esso troverai la risposta giusta. Ora scusatemi, ma devo tornare in cucina, ma voi tornate a trovarmi presto..-
Joyce saluta con un cenno, io vado a pagare e poi usciamo, mentre saliamo sulla bici ripenso a quanto mi ha detto Joyce, non mi aspettavo proprio la sua reazione, ero convinto che Joyce avrebbe criticato aspramente quella soluzione e invece no, ha voluto responsabilizzarmi, però sono ancora confuso e indeciso.
Ha ragione, le decisioni per Rose devono essere solo mie, io però non so cosa fare, forse la cosa migliore da fare è innanzitutto chiedere a Rose cosa ne pensa e poi magari agire di conseguenza:
-Ascolta Rose....-
-Che c'è papà ?-
-Tu lo sai vero che dovrai ricevere un istruzione vero ?-
Annuisce:
-E sai anche che quasi tutti i bambini vanno a scuola vero ?-
-Si.-
-A te piacerebbe andarci ? Vorresti andare in quei posti ? Conoscere altri bambini, imparare le cose, disegnare ? Oppure preferiresti restare a casa con me ? Preferiresti che fossi io a insegnarti a contare, a leggere, a scrivere ?-
-E-ecco i-io preferirei restare con te papà. P-però f-farò qualunque cosa tu voglia.-
-Ne sei sicura ? In quel caso non potresti conoscere gli altri bambini, non potresti giocare con loro, non sono nemmeno sicuro di essere un bravo insegnante.-
Lei mi sorride:
-Forse potremmo provare e vedere come va.-
Rispondo al suo sorriso:
-Vedremo cosa si potrà fare tesoro. Ora andiamo a casa-
Una volta tornati a casa Rose si precipita subito a finire un disegno che ha iniziato ieri, io mi siedo di fronte a lei e inizio a leggere un libro. Dopo pochi minuti di lettura sento squillare il telefono:
-Pronto ?-
-Il signor Graham ?-
-Si chi è ?-
-Sono la signora Baster, l'assistente sociale, volevo avvisarla che mercoledì prossimo alle ore 16:00 sarò a casa sua per il primo dei nostri incontri riguardanti la bimba, Per lei è un orario accettabile ?-
-Certo ?-
-Benissimo, allora ci vediamo mercoledì, buona serata.-
-Anche a lei.-
Ottimo, così potrò parlare dei mie dubbi su quell'istituto, torno al tavolo e noto lo sguardo di Rose fisso sul libro la sento pronunciare a bassa voce, una frase quasi incomprensibile.-
-I-il s-si-gn-nare d-degli a-m-elli.-
-Rose c'è qualcosa che non va ?-
-Volevo sapere che libro stessi leggendo, ma per non disturbarti stavo cercando di leggere il titolo del libro. Il Signare degli amelli-
Ciòè non posso credere a ciò che sento, nonostante due piccoli errori Rose ha letto il titolo del libro le chiedo:
-Vuoi dirmi che tu sai leggere ?-
-S-si, cioè no, ho imparato solo a riconoscere qualche lettera e a leggere qualche parola, però non riesco ancora a leggere bene.-
-Ma è straordinario Rose, non conosco nessun bambino che all'età di quattro anni è in grado di leggere. Ma dove hai imparato ? Come hai imparato ?-
-Me l'ha insegnato la signorina Shelby, era una delle nostre insegnanti, diceva che ero una bambina speciale, diceva che ero molto intelligente, diceva che ero plu-plus-pludtitata.-.
-Intendi dire plusdotata ?-
-Non lo so, era una parola difficile, ma credo sia quella.-
Adesso capisco molte cose, ho una figlia con una capacità cognitiva superiore alla media, ecco perchè fa i disegni cosi belli, ecco perchè è più indipendente, ecco perchè ha quasi imparato a leggere. Questo mi da una valida motivazione in più per non mandarla a scuola, i bambini plusdotati hanno problemi nel relazionarsi in una scuola, hanno i loro tempi e i metodi, ci penserò dopo, ora voglio sapere fino a  che punto si è spinta Rose:
-E sai anche scrivere ?-
-Soltanto il mio nome. La signora Shelby voleva insegnarmi anche quello, ma non è stato possibile.-
-E come mai ?-
-Non lo so, un giorno l'ho sentita litigare con la signora Werstroom, da allora in poi non l'ho più vista. La signora Werstroom ha detto che aveva trovato un'altro lavoro, mi è dispiaciuto tanto, mi piaceva come insegnante.-
-E di cosa litigavano ?-
-Non lo so.-
Le voce di Rose si è fatta triste, credo che sappia più cose di quanto non mi abbia detto, in quell'orfanotrofio succede qualcosa di veramente strano, dovrò parlarne con l'assistente sociale che verrà a far visita a me e a Rose, ma a questo penseremo quando arriverà.
Decido di provare ad insegnare qualcosa a Rose, mi alzo dal divano e vado a prendere sulla mia libreria una copia facilitata per bambini del "Pinocchio" di Carlo Collodi, il libro con cui ho praticamente imparato a leggere, voglio vedere il suo livello di preparazione:
-Che ne dici Rose, vuoi provare a leggere questo libro insieme a me ?-
-Ma come papà ?-
-Oh è semplice, tu provi a leggere una paginetta, e l'altra la leggo io,  e non ti preoccupare se sbagli, ci sono io qui a dirti se tutto andrà bene.--
Le porgo il libro e Rose e lei molto lentamente inizia a leggere:
-C'-c'-era u-m-a v-volta....-
-Una volta Rose, si dice una volta, ma continua, che stai andando bene ?-
-Davvero papà ?
-Si continua.-
-U-un Re d-direte v-voi mie p-picoli l-lettori....-
-Bravissima.-
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nuovo capitolo, c'è qualcosa che puzza all'orfanotrofio, ma cos'è ? Che è capitato a Rose ?  Warren sarà un bravo insegnante per la piccina ? Come reagiranno gli altri amici e familiari di Warren appena sapranno che ha adottato una bambina ? Come si svilupperà il rapporto tra Warren e la bimba, lo scoprirete (forse) nel prossimo capitolo.
Critiche e recensioni ( se non offensive) sono sempre gradite perchè aiutano a migliorarsi





 
   
 
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