Serie TV > Betty la fea
Segui la storia  |       
Autore: orchidee    24/07/2017    2 recensioni
Buongiorno a tutte! È la prima volta che scrivo e vi ringrazio, perché siete state voi ad ispirarmi. Non sarà una storia lunga e i protagonisti sono solo loro, Betty e Armando. Ho pensato di cambiare completamente il finale, facendo iniziare tutto dalla sera in cui Armando dedicò a Betty una canzone. Spero che le mie fantasie vi piacciano. Grazie a chi vorrà dedicare un po' di tempo alla lettura della mia storia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Fantasie'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 17 “Papàààà!” Riccardo corse ad abbracciare Armando che lo sollevò e lo fece girare e poi abbracciandolo a sua volta, gli sussurrò che gli voleva bene e che era felice di vederlo. Dietro al bambino vide Lucia, non si stupì ma ne fu deluso. La donna lo salutò gentilmente e gli porse un piccolo zaino con il necessario per passare la giornata fuori. Si raccomandò di riaccompagnarlo entro le nove e lo salutò. Armando la fermò e la pregò di aspettare un momento, poi si diresse alla reception e chiese un foglio sul quale scrisse qualcosa, ripiegò il pezzo di carta e lo porse a Lucia pregandola di consegnarlo a Betty. Tutto il resto della giornata fu spensierato e sereno! Betty si preparò per uscire. Quella sera avrebbe cenato con Adriana Arboleda ed altri amici. Preferiva aspettare prima di affrontare quelli più intimi, Marcella e Nicola, Ugo e Caterina, perché con loro doveva necessariamente togliere la maschera di circostanza. Ma non aveva nessuna intenzione di dare spiegazioni, ascoltare consigli e altro. Sapeva bene che il loro interesse era dettato dall'affetto, ma lei aveva bisogno di tranquillità e perché no, di un po' di svago! Erano state settimane dure, aveva pianto, avuto incubi terribili, ma aveva sempre mantenuto un atteggiamento allegro per non preoccupare il figlio. Poi una mattina si disse che era arrivato il momento di dire basta. Di chiudere definitivamente con quell'uomo! Lo aveva già fatto in passato. Sarebbe stato più difficile perché ora era sola, ma ci sarebbe riuscita! Il ricezionista avvisò che il signor Mendoza era nella hall con il bambino è lei chiese a Lucia di andare a prenderlo. Fu contenta di vedere il piccolo così felice. Si era divertito tanto evidentemente. Dopo aver chiacchierato un po' con lui, Betty lo salutò e gli diede il bacio della buona notte. E dopo le ultime raccomandazioni a Lucia, uscì dalla porta. Aveva scelto un abito nero molto elegante, dei sandali con un tacco altissimo e si era truccata in maniera accurata. Nell'ascensore si diede un'ultima occhiata. Sì, era bella. Il parcheggiatore le portò la macchina e si diresse verso uno dei locali più alla moda della città, dove la aspettavano gli amici. La serata si dimostrò esattamente come voleva, divertente, allegra e senza impegno. Rientrata si tolse le scarpe e sciolse i capelli si sedette sul divano e sul tavolino notò due foglietti ripiegati, uno sopra l'altro. Lesse il primo: Mi scusi Betty, lo avevo dimenticato... Questo biglietto è da parte del dottor Mendoza. Mi aveva chiesto di consegnarglielo oggi pomeriggio! Spero di non aver combinato un guaio. Lucia Prese in mano il secondo foglio e aspettò qualche secondo prima di aprirlo... Scusami. Vorrei parlare con te! Armando Per un secondo il cuore di Betty smise di battere, ma fu un attimo. Accartocciò i due foglie e si diresse nella sua camera. Il mattino seguente Lucia, imbarazzata, chiese scusa a Betty, che la tranquillizzò dicendole che non era nulla di importante. Passarono alcuni giorni e Betty non si spostò dalle sue intenzioni. Sapeva che Armando non si sarebbe arreso, ma finché evitava di vederlo tutto sarebbe andato bene! Prima doveva ricostruire un muro alto e solido, perché sapeva bene che i suoi sentimenti e il senso di colpa sarebbero stati dei cattivi consiglieri. Nel frattempo era riuscita a vedere gli amici più cari in due diversi momenti e in entrambi i casi aveva semplicemente chiesto di rispettare il suo silenzio in merito e per quanto preoccupati, gli amici la assecondarono. Riccardo era felice. L'unica cosa importante era quella. Dall'arrivo di Betty a Bogotà, erano passate alcune settimane. Nicola le aveva proposto di lavorare per la Terra Moda, l'azienda che alcuni anni prima lei gli aveva ceduto. “Visto che pensi di acquistare un appartamento qui in città, credo possa essere una buona soluzione. Non hai bisogno di lavorare, lo so, ma so anche che a te piace e io avrei modo di dedicarmi all'Ecomoda con maggiore attenzione. Se accettassi potresti sicuramente contribuire alla grandezza dell'azienda. Comunque io e Marcella avevamo già pensato di assumere un dirigente in vista della nascita del bambino. Ora sia io che lei riusciamo a organizzarci abbastanza bene, ma Marcella presto dovrà prendere la maternità e io dovrò riorganizzare il gruppo di dirigenti dell'Ecomoda. Dovrò redistribuire il lavoro o assumere qualcuno per sostituirla e non riuscirò a dirigere una seconda attività anche se ben avviata e con ottimi dipendenti...” “Oh, non avevo proprio pensato a questo sai? Però vedi, sono molti anni che non mi occupo più di finanza e non so se ne sarei all'altezza. E poi ho deciso di acquistare un appartamento per mera comodità. Io a Cartagena sto bene, Riccardo è nato e cresciuto lì e abbiamo amici, affetti... Io non ho ancora deciso cosa fare della mia vita...” “È vero Betty, però ti prego di considerare tutta la situazione. A Cartagena hai lasciato tanto, ma qui vive il padre di tuo figlio e dubito che lui lasci che vada in una città lontana... Combatterà per i suoi diritti. E ti prego, non fingere di non averci pensato! Tu e Armando dovete soprattutto prendere decisioni che non facciano del male a vostro figlio! Non fate guerre. Ne uscireste perdenti entrambi. Sei troppo intelligente per non capirlo da sola! E ami troppo tuo figlio per coinvolgerlo nei problemi che hai con Armando!” Betty guardò Marcella. Non si aspettava parole così dirette. Certo, aveva ragione, ma credeva che i suoi amici sarebbero stati dalla sua parte, come sempre. “Betty, Marcella ha ragione. Noi siamo con te! Ma questi problemi esistono, sono concreti. Vi state distruggendo. É ormai chiaro che tra voi non funzionerà mai, fatevene una ragione. State lontani l'uno dell'altra e non fatevi più del male ma Riccardo merita di avere anche un padre. La mia proposta è valida e non è un favore che ti faccio! Sappi che la tua collaborazione sarebbe per noi una vera manna, ci fidiamo completamente e sappiamo bene quanto tu sia capace...” Avevano ragione, entrambi. Betty sorrise e disse “Bene, vi ringrazio e prometto che ci penserò. Nel caso dovrò fare un po' di shopping. Nel mio armadio non ho più alcun abito adeguato, a Cartagena indossavo abiti di cotone, poco professionali, ma la Terra Moda merita una manager con un certo guardaroba...” “Tranquilla amica mia, Ugo ti confezionerà degli abiti meravigliosi! Basta chiederglielo! Ne sarebbe felice. Betty, perché non organizzi qualcosa con lui, magari lo tranquillizzeresti, è preoccupato per te... Non la smette di punzecchiare Armando e lo esaspera. Prima o poi Armando lo mangerà. Salvagli la vita!” Scherzò Marcella. Betty promise agli amici e a se stessa che avrebbe provveduto e la serata si concluse serenamente. Intanto Armando aveva rinunciato a parlare con Betty. Se lei aveva deciso di chiudere ogni rapporto, lui l'avrebbe rispettata. Era soddisfatto del rapporto con il figlio, non voleva incrinarlo con colpi di testa e aveva promesso a se stesso che avrebbe vissuto la sua vita senza più cercarla. Non fu semplice perché aveva capito che Betty era l'unica che donna in grado di amare. Le altre non erano che pallidi riflessi. Col tempo però intendeva dimenticarla. Per farlo aveva cominciato a perdonarla per quello che aveva fatto. Era un passo fondamentale per smettere di pensare a lei. “Signor Ugo, posso contare su di lei? Per ora credo che mi basteranno 5 completi, qualche sottogiacca... Vorrei essere professionale. Questo lavoro sarà un rilancio per me è vorrei che tutti i dipendenti vedessero in me un dirigente competente. Quindi la prego, nessun colore “particolare”...” “Dottoressa Beatrice, fidati! Ho mai deluso le tue aspettative? Ci sono alcuni modelli della scorsa edizione che potrebbero essere ideali. Perché vedi io pensavo di proporti qualcosa di elegante e sofisticato ma anche particolare. Se sei d'accordo posso fare una telefonata e far portare qui, seduta stante, qualche modello! Ti va? Ma certo che ti va!” Senza attendere risposta prese il cellulare e diede ordine ai suoi collaboratori di preparare alcuni modelli e di portarli al suo albergo. Betty, divertita gli stampò un bacio affettuoso sulla guancia. “Grazie! Io le voglio un bene grande signor Ugo! Lei è un amico insostituibile!” Marcella aveva ragione, Ugo era preoccupato per lei ma per discrezione non le aveva mai chiesto nulla! Quella sera gli raccontò le ragioni che l'avevano allontanata ancora di più da Armando ma gli chiese di non punzecchiarlo più, di farlo per lei. Tra lei e Armando non ci sarebbe stato più nulla, tutti e due avevano fatto troppi errori e il rapporto era irrimediabilmente compromesso, ma questo non significava che i suoi amici dovevano odiarlo. Lei aveva bisogno del loro affetto e basta. Betty acquistò un appartamento molto grazioso in un quartiere residenziale nelle vicinanze di scuole e parchi e aveva deciso di lavorare per la Terra Moda. Bogotà era la città in cui era nata e vissuta e Cartagena era stata una parentesi, un paradiso in cui si era rifugiata e che non avrebbe scordato. Aveva deciso che avrebbe tenuto la casa in cui aveva vissuto. Era però necessario partire per sistemare alcune cose, recuperare effetti personali e ricordi e salutare quella che per tanto tempo era stata la sua famiglia e che avrebbe occupato sempre un posto speciale nel suo cuore. Decise quindi di partire qualche giorno da sola per avere più tempo e non preoccuparsi del bambino che tra una cosa e l'altra si sarebbe annoiato e stancato inutilmente. Parlò con il piccolo Riccardo e gli chiese se era d'accordo. Il bambino si lamentò un po' e si convinse solo quando la madre gli concesse di andare a stare per quei giorni dal padre. “Armando buongiorno...” Armando sentí le gambe tremare. Era Betty al telefono? Dopo mesi di silenzio sentiva la sua voce è si sentire mancare il fiato. “Betty... Come... Come stai?” “Molto bene, grazie. Ti chiedo scusa per il disturbo ma vorrei chiederti un favore, riguarda Riccardo.” “Ma certo, dimmi pure...” Armando era ansioso e imbarazzato. Si sentiva a disagio ma anche emozionato. Era chiaro che l'amava. “Devo partire per qualche giorno e preferirei non portare con me il bambino. Mi ha chiesto il permesso di passare il tempo in cui sarò assente con te... Mi chiedevo se tu fossi disponibile. Naturalmente sarai aiutato da Lucia. Credi di poterli ospitare nel tuo appartamento?” “Sì, sì! Ne sono felice... Tutto il tempo che vorrai... Dimmi starai via molto tempo?” “Il tempo necessario per sbrigare alcune cose. Non più di una settimana comunque.” “Va bene! Mi organizzerò è tutto andrà bene! Non deluderò mio figlio e... Non deluderò nemmeno te!” “Ne sono sicura! Allora ti porterò il bambino fra due giorni. Domani preferirei passare la giornata con lui, da soli, visto che dovrò lasciarlo...” “Non ci sono problemi, lo chiamerò domani sera. Nel frattempo sistemerò la camera degli ospiti per Lucia e la camera di Riccardo. Grazie Betty per la fiducia! Non immagini quanto conti per me... Betty, un'altra cosa, volevo dirti... scusami! Davvero, sono stato uno stupido e mi sono lasciato prendere dalla gelosia... Ecco io... Betty, ti andrebbe di vederci per parlare? Non domani, quando tornerai!” “Armando ti ringrazio per la disponibilità. Per il resto credo non ci sia nulla da dire. Non voglio rivangare più nulla del passato. Spero che anche tu sia d'accordo!” “Va bene. Allora ti auguro buon viaggio” I saluti furono freddi e formali ma Armando era felice! Avrebbe passato il tempo con il figlio, come un vero padre, gli avrebbe raccontato la favola della buona notte, avrebbero fatto colazione insieme... E poi era felice per aver ascoltato la sua voce, quella della sua Betty. Sì, l'amava ancora e non sarebbe mai cambiato questo fatto. Si rimangiò la promessa. L'avrebbe riconquistata! Lui, Riccardo e Betty sarebbero diventati la famiglia che dovevano essere. Quando sarebbe tornata lui l'avrebbe riconquistata! “Oh, non immaginavo avresti deciso di lasciare Cartagena. Capisco le tue ragioni, e sono perfettamente d'accordo. Anche mio fratello lo sarebbe. Per Riccardo è certamente la soluzione migliore, ma ci mancherai!” Disse Gerard “È vero, pensare che non potremo più confidarci, ridere e scherzare insieme mi sembra molto strano. Avevo immaginato di crescere il piccolo Etienne con Riccardo... Oh Betty, sei sicura? Pensaci ancora un po'!” “Sara, ci ho pensato per settimane. Voi sarete sempre parte della mia famiglia. Il vostro affetto, tutto l'aiuto che mi avete dato, i nostri ricordi li porterò sempre con me ma a Bogotà potrò ricostruire un equilibrio basato sulla realtà. Fra una settimana comincerò il nuovo lavoro, iscriverò Riccardo all'asilo e inizierò da capo per l'ennesima volta. Ma non scapperò più! Saprò gestire tutto, compreso il mio dolore...” “Betty lo ami ancora...” “Sara, non ho mai smesso di amarlo e non smetterò mai! Ma sono anche consapevole che tra me e quell'uomo non potrà mai più esserci nulla. Il male che ci siamo fatti è troppo e so che se ricadessi in quel sogno, sarebbe per un tempo breve, determinato. Perché saremmo separati da qualcosa che va oltre me e lui.. E io non voglio più soffrire, e non voglio piu fare la guerra con nessuno. Ad andarci di mezzo sarebbe Riccardo. State tranquilli, ci sentiremo presto. Sicuramente prima delle vacanze d'autunno verremo a trovarvi.” “Manca ancora molto...” “Hai ragione Gerard, ma prima di tutto devo trovare la giusta marcia per il lavoro. L'azienda per cui lavorerò è molto importante e non sarà una passeggiata...” “Va bene Betty, ti voglio bene, ricordalo! Abbraccia forte Riccardo da parte mia!” Betty strinse il cognato e diede un bacio sulla guancia al piccolo Etienne poi l'uomo si allontanò lasciandola solo con la moglie. “Betty, mi mancherai tanto... Promettimi che ci sentiremo spesso...” Disse Sarà piangendo “Amica mia! Te lo prometto!” La abbracciò Betty. “Betty se lo ami cerca almeno di capire cosa prova lui... Non lasciarlo andare se davvero lo ami! Non lasciarlo andare! Il male si può dimenticare, insieme potreste davvero cancellarlo ed essere felici... Non rispondermi! Adesso vado anche io, ti voglio bene!” Sara si girò e a passo spedito si allontanò, ma prima di perderla tra la folla dell'aeroporto le gridò “Pensaci amica mia! Non lasciarlo andare!” Betty non le rispose ma alzò solo la mano per salutarla. A Cartagena erano stai giorni impegnativi, aveva come prima cosa sistemato tutti gli abiti e gli effetti personali di Lucia. Li aveva ordinati negli scatoloni, nel caso avesse dimenticato qualche cosa era d'accordo con la donna che avrebbe potuto prendere qualche giorno di ferie extra per recuperare tutte le sue cose. Poi aveva impacchettato i vestiti suoi e quelli del bambino, i giochi, i dischi, le raccolte di musica e di film, i libri, i disegni e i lavoretti del bambino, i gioielli e le fotografie. Non si era mai accorta di averne così tante. Organizzò con una ditta di spedizioni l'inventario dei quadri e delle stampe, alcuni di grande valore, e di altri pezzi d'arte che intendeva sistemare nella nuova casa di Bogotà, e l'organizzazione di tutti i pacchi che aveva preparato. Poi passò alle cose appartenute a Michelle. Tenne solo gli effetti personali, degli orologi, i gemelli, la sua fede nuziale e altri oggetti a cui l'uomo teneva molto. Si era accordata invece con il cognato di regalare gli abiti a dei centri per persone povere. Aveva girato e rigirato quella casa in lungo e in largo. Era vuota! Ci aveva impiegato un bel po' ma ora tutti i ricordi erano stati consegnati allo spedizioniere ed erano in viaggio per Bogotà. Restavano solo i mobili, della biancheria, delle lenzuola... Non la stava abbandonando per sempre quella casa, lei è Riccardo ci sarebbero tornati appena possibile ed era inutile viaggiare con quelle cose. Anche in cucina aveva lasciato tutto. Eppure le sembrava completamente vuota! Da quando era tornata a Bogotà non aveva avuto un attimo libero. Si era interessata perché i lavori di ristrutturazione della nuova casa procedessero senza intoppi, poi una volta consegnata si occupò dell'arredamento e del posizionamento di tutti i mobili e suppellettili; diede carta bianca a Lucia per l'organizzazione della cucina, della sala da pranzo e naturalmente della sua camera da letto. Diede indicazioni per appendere quadri, stampe e foto. Sistemò con cura i libri nelle librerie scelse tappeti e tende. Era quasi stanca e ancora non aveva iniziato a lavorare. Sorrise tra se e si decise a ordinare anche gli armadi. Oltre agli altri doveva sistemare anche quelli che Ugo le aveva sistemato. Erano 8 tailleur, 4 con pantaloni, 2 con gonna e altri due con scamiciati. Le aveva fatto avere diversi sottogiacca e delle camicette. Aveva poi provveduto a consegnarle anche dei pantaloni, abiti, e gonne che potevano essere utilizzati per spezzare gli altri. Con un bigliettino poi gli aveva anche consegnato una valigetta ventiquattrore cucita a mano e con un disegno davvero accattivante. Il giorno successivo acquistò tutto quello che le mancava per essere una manager credibile, alcune scarpe, delle calze trasparenti e delle borse. Riccardo era eccitato dalle novità era felicissimo di aver passato una settimana col padre ma in quei giorni frenetici si era divertito a farsi realizzare la cameretta, a farla dipingere del suo colore preferito ad appendere disegni e poster dei cartoni animati che seguiva in TV o al cinema. Avrebbe voluto che il padre fosse con loro ma non fece molte domande alla madre, troppo distratto da quella che per lui era un'avventura! La casa era perfetta. Ora iniziava per Betty una nuova vita. Armando andava a prendere regolarmente Riccardo dopo il lavoro senza permettersi di invadere la casa di Betty, anche se avrebbe tanto voluto vederla... E vedere dove aveva appeso il suo ritratto. Il bambino aveva accettato e si era abituato a quella routine. Era felice di stare con la mamma, di giocare con la tata e di farsi coccolare dal papà. “Armando cosa sono quelle foto sui giornali? Di chi è quel bambino?” Margherita era furiosa per quell'articolo uscito su un giornale di pettegolezzi qualche giorno prima. Da alcune settimane, Armando, rampollo della nota famiglia dei Mendoza, viene visto spesso aggirarsi in parchi giochi, sale cinematografiche dove vengono proiettati film per bambini in compagnia. Il famoso don Giovanni però non viene accompagnato dalle sue modelle come succedeva fino a qualche tempo fa, ma da un grazioso bambino con il quale sembra avere una certa confidenza. Si tratta forse di un figlio segreto? Queste poche parole contornavano diverse fotografie di Armando insieme a Riccardo. Il giornale non dava la notizia per certa ma insinuava il dubbio. Il pettegolezzo aveva fatto in fretta a girare e aveva raggiunto anche Roberto e Marcherita a Londra. “Mamma, ti prego, ti spiegherò tutto non appena sarete a Bogotà. Era già mia intenzione parlavi quindi state tranquilli. Vedrete che sarà una notizia che col tempo saprete valutare positivamente... No, mamma per telefono è complicato e preferisco parlare con voi personalmente. Non manca molto al vostro arrivo e magari potreste anticiparlo di qualche giorno... Va bene, fammi sapere appena tu e papà avrete deciso quando partire... Sì mamma vi racconterò tutto quanto. Ora devo salutari... Certo! Ti voglio bene anche io.” Bene, aveva trovato il modo di prendere del tempo con i suoi genitori. Ora doveva parlare con Betty. Non avrebbe potuto evitarlo questa volta. Armando non era poi dispiaciuto che la notizia circolasse e che la gente cominciasse a pensare che avesse un figlio. Ne era fiero, non avrebbe mai voluto nasconderlo! Sapeva bene però che per Betty le cose sarebbero state diverse. “Betty, sono io, credo sia arrivato il momento di discutere di Riccardo. Hai visto i giornali?” “Buongiorno, stavo giusto ragionando su come sistemare queste voci...” “Pensi di coinvolgermi o mi farai sapere a decisione presa?” “Hai ragione. Scusa, ma non ero preparata... Sono molto in ansia...” “Stai tranquilla, se vuoi possiamo vederci e trovare delle scuse plausibili... Però sappi che non voglio più nascondere la verità. Sono suo padre e almeno alla mia famiglia e agli amici voglio dirlo!” Il tono di Armando era perentorio e non lasciava spazio a repliche. Si accordarono per vedersi quella stessa sera in un locale discreto. “Betty, la voce si sta spargendo in fretta. Anche i miei genitori ne sono venuti a conoscenza... All'Ecomoda la banda è in subbuglio e trovo strano non ti abbiano ancora fatto il terzo grado. A me non interessano i pettegolezzi, quello che la gente dice, suppone o capisce. Per me possiamo continuare così, ma non permetterò che le chiacchiere mi impediscano di veder Riccardo, o che lui si senta a disagio! Non chiedermi di smettere di vederlo Betty!” “Non è quello che voglio, almeno alle persone più vicine dobbiamo dare spiegazioni... Quelle che mi preoccupano di più sono le ragazze della banda. Sono adorabili ma intriganti e chiacchierone! A loro penserò io! Ai tuoi genitori cosa dirai? Perché sinceramente non me la sento di subire un altro processo oltre a quello che mi hai inflitto tu!” “Betty, credo che non sia proprio il caso di rivangare questa storia, direi che possiamo a questo punto dividerci equamente le colpe, non credi?” Betty non poté che dare ragione ad Armando. “Ai miei dirò la verità e cioè che Riccardo è il loro nipotino. Non preoccuparti, non racconterò loro che lo hai sempre saputo e che hai deciso di dirmelo dopo 5 anni per lavarti la coscienza” Disse Armando non senza una punta di cattiveria. Betty gli sorrise amaramente. “Il processo è finito ma vedo che la punizione che hai deciso di infliggermi è ancora in atto...” “Perdonami, è stato più forte di me... Sono ancora deluso di aver perso tanti anni della vita di mio figlio!” Le rispose Armando cercando di accarezzarle una mano che lei prontamente spostò. “Comunque veniamo al dunque, ai miei dirò che anche tu lo hai scoperto poco dopo essere tornata per il matrimonio di Nicola e Marcella e che appena saputo me lo hai riferito. Ho pensato che potevi averlo capito dopo un esame del sangue o qualcosa del genere. Per i miei sarà un colpo ma lo sarebbe di più sapendo tutta la verità e voglio evitare che questo accada... E non per loro Betty, ma per te. Conosci mia madre e non te la farebbe passare liscia! Ti odierebbe e non avresti più un attimo di tranquillità. In questo modo invece saranno shockati ma lo accetteranno. Possiamo dir loro che non ne avevamo la certezza e per questo motivo sono venuto a Cartagena per tutti gli accertamenti e che a quel punto non c'erano più dubbi. Cosa ne pensi?” “Penso sia una bugia e io ne ho raccontate troppe...” “Questa è una bugia che non farà del male a nessuno e che ci permetterà di non creare altri problemi... Se vuoi sarò io stesso a parlarne anche alle ragazze della banda...” “No, a loro penso io. Racconterò loro questa versione è le pregherò di chiudere per sempre con i loro pettegolezzi... Però voglio chiederti un favore, vorrei essere presente quando lo spiegherai ai tuoi genitori, ma solo io, preferirei che conoscessero Riccardo dopo aver saputo che è il loro... Nipotino!” “Sarebbe meraviglioso!” Armando era sincero, l'idea di affrontare una situazione tanto importante insieme alla donna che amava forse era un primo passo per sistemare le cose tra di loro... Decisero che non valeva la pena di dare comunicati stampa in merito ma di lasciare che le pagine delle riviste si riempissero di qualche altro scandalo cosa che effettivamente successe nel giro di pochi giorni. Betty parlò alle amiche spiegando loro ciò che lei ed Armando avevano stabilito e chiedendo loro di tacere la cosa. In caso contrario la loro amicizia sarebbe finita. I signori Mendoza arrivarono a Bogotà e subissarono Armando di domande. Lui chiese loro di aspettare, li fece accomodare e li rassicurò sul fatto che era felice e molto tranquillo. I genitori si stupirono nel vedere arrivare Betty ma quando i due spiegarono ciò che era successo le loro reazioni furono molto diverse. Entrambi erano certamente sconvolti, ma mentre il signor Roberto si congratulò con Armando e auspicò di conoscere presto quello che lui considerava già un membro della famiglia, la signora Margherita, come previsto, fu molto meno accomodante. Si arrabbiò con Betty per essere stata tanto superficile e con il figlio che non le aveva parlato immediatamente. Alla fine però si lasciò calmare dal figlio e dal marito e si convinse che era inutile recriminare su quello che era stato e che la cosa migliore fosse quella di accogliere il bambino in famiglia e amarlo come meritava. Essendo poi una donna molto attenta all'apparenza chiese ai due come intendevano rendere pubblico il fatto e propose alcune opzioni che avrebbero evitato lo scandalo. Betty e Armando però furono fermi nell'affermare che per il momento erano intenzionati a tutelare la loro privacy e sopratutto quella del bambino. Chiesero quindi la discrezione necessaria e una volta sicuri che tutto sarebbe rimasto tra quelle mura si accordarono perché i due conoscessero il piccolo Riccardo. Armando fu molto chiaro nel volerla presente, perché il bambino fosse sereno e tranquillo e che non si rischiasse di creare inutile stress visto quello che aveva dovuto affrontare tante novità in poco tempo. La gravidanza di Marcella era quasi arrivata a termine, da qualche settimana aveva smesso ufficialmente di lavorare ma continuava ad aggirarsi per L'Ecomoda a dare ordini ai dipendenti e al marito che secondo lei aveva preso la decisione sbagliata assumendo un consulente per svolgere il suo lavoro. Nicola, Ugo e anche Armando cominciavano a sentirsi sotto pressione per le sue improvvisate e per i suoi consigli non richiesti, decisero quindi di darle dei compiti che poteva svolgere a casa, comodamente, e lei capì che forse stava un po' esagerando. Lei è Nicola erano davvero affiatati e i loro battibecchi erano dei divertenti siparietti dai quali traspariva il loro amore. Nicola cominciava a sentirsi intimorito dal parto, temeva per la moglie ,che lo canzonava per questo, e per il bambino. Era un padre come tanti altri, innamorato e apprensivo, che avrebbe dato tutto quello che aveva perché tutto andasse bene e contemporaneamente non vedeva l'ora di tenere stretto il figlio tra le braccia. Armando li guardava e immaginava a come sarebbe stato vivere la gravidanza di Betty, la nascita del piccolo Riccardo, l'acquisto del corredino, dei vestitini... “Sai Nicola sono molto felice per voi!” “ti ringrazio amico mio... Sono così ansioso... Ti prego non farmi pensare! Ho bisogno di distrarmi e non riesco proprio a lavorare. Per fortuna domani io e Marcella potremo passare la giornata insieme. Lei riesce a rassicurarmi, ma appena mi allontano vengo assalito da mille paure. Come si fa Armando? Come si fa a rimanere tranquilli in momenti così delicati?” “Non lo so. Ho conosciuto mio figlio solo pochi mesi fa e non ho vissuto nulla di quello che stai vivendo tu...” “Scusa Armando, sono stato inopportuno. Hai ragione, non hai vissuto tutto della sua vita ma ora tu e lui vi volete bene e ci sono mille tappe della sua vita che potrai seguire. Lo aiuterai nella scuola, con le ragazze, nelle sue scelte. È questo l'importante!” “Mio padre mi ha detto le stesse cose prima di tornare a Londra. Avete ragione. Ma non posso fare a meno di pensare a quanto mi sarebbe piaciuto esserci...” “Come vanno le cose tra di voi?” “Oh molto bene, Riccardo è un bambino fantastico, devo ammettere che Betty ha fatto un lavoro eccellente con lui. È educato, intelligenti, molto dolce... Lo adoro e credo che anche lui mi voglia molto bene. Insieme passiamo dei momenti molto belli...” “Intendevo dire con lei...” “C'è poco da dire. Non si intromette nel mio rapporto con il bambino, mi permette di vederlo quando voglio e dopo il suo viaggio a Cartagena mi ha consesso la possibilità di tenerlo anche la notte, quando capita. Con i miei genitori si è comportata egregiamente, non posso davvero trovare nemmeno un lato del suo comportamento che sia deprecabile.” “Armando, Marcella pensa che tra voi non ci sia un futuro. Crede che dopo tanto tempo e tanto dolore sia impossibile ritrovare la serenità necessaria per costruire un rapporto d'amore. Io non la penso così! Perché non lotti per riaverla?” “Cosa dovrei fare Nicola? Lei non mi permette di avvicinarla, se non per quello che riguarda nostro figlio. Io non posso fare le pazzie di un tempo, lo capisci? Mio figlio ne soffrirebbe e io non posso perderlo!” “Non ti sto dicendo di seguirla come facevi in passato, ti dico solo che il vostro amore è grande, perché nonostante tutto voi vi amate ancora... Non pensi possiate superare il passato e costruire un futuro?” “Te l'ha detto lei? Te l'ha detto lei che mi ama ancora?” “No, come non l'hai fatto tu, Armando! Ma conosco Betty più di chiunque altro e so che il suo cuore non ha smesso un momento di battere per te. E tu? Tu sei un libro aperto... Da quanto tempo non esci con una donna?” “Beh non ne ho il tempo, c'è il lavoro, che per inciso da quando Marcella è in maternità è aumentato, c'è il bambino.. Quando potrei trovare del tempo per me stesso?” “Ieri sera avresti potuto uscire con chiunque, Betty e Riccardo erano a casa nostra con Ugo e Caterina...” “Il fatto è che uscire con una donna che non sia lei mi distrugge. Continuo a cercare qualcosa che le appartenga in ogni donna con cui esco. Nessuna mi ha mai fatto sentire come mi sento con lei, capisci? Sì Nicola la amo, con tutto me stesso, nonostante tutto... ma non so più cosa fare, ti garantisco che ho perso il conto delle volte in cui le ho chiesto di darmi la possibilità di parlare. Ha eretto un muro insormontabile...” “Caro Armando, non ti dico che parlerò con lei perché la conosci e sai bene cosa mi risponderebbe, ma a te un consiglio lo voglio dare! Non arrenderti! I muri troppo alti, a volte, hanno basi troppo fragili per reggere a lungo!” Il piccolo Giulio Mora era nato una domenica mattina, rendendo la vita dei suoi genitori ancora più bella. Non riuscivano a staccargli gli occhi di dosso, innamorati di quel bambino frutto del loro amore. “Nicola, Marcella é un incanto” disse Betty visibilmente commossa. Riccardo lo guardava incuriosito e poi rivolto a sua madre disse “Mi piace molto, ne voglio uno anche io! Mammina, perché non ne prendiamo uno anche noi?” Tutti i presenti si misero a ridere, l'espressione del piccolo Riccardo era di grande confusione, non capiva come mai tutti fossero così divertiti. “Tesoro, non è una cosa tanto semplice, lui è un bambino piccolo e per avere un fratellino è necessario che ci siano una mamma ed un papà. Il piccolo Giulio diventerà un tuo grande amico e Marcella e Nicola, se non sarai troppo invadente, ti permetteranno di giocarci molto presto, va bene?” Il bambino era perplesso. “Ma tu e il papà potreste farne uno...” In quel momento Armando entrò nella camera dell'ospedale dove era ricoverata Marcella e sentì che tutti gli occhi venivano puntati su di lui. “Oh, buongiorno, credevo foste soli... Ciao tesoro mio!” Fece rivolto al figlio. Poi si diresse verso Marcella e il piccolino che teneva in braccio, a lei diede un bacio e accarezzo una manina del bimbo che dormiva seraficamente. “Papà, ti piace il piccolo Giulio?” “Direi proprio che Nicola e Marcella hanno fatto un piccolo meraviglioso capolavoro” disse sorridendo ai neo genitori. “Anche a me piace tanto...” Sorrisero tutti a quel bambino così dolce ed ingenuo. “Papà, la mamma dice che anche io ero così piccolino, dopo mi farà vedere le foto. Ma io penso che non è vero...” Betty sperò che il piccolo non chiedesse nulla ad Armando della sua nascita, lui non avrebbe saputo cosa rispondere e per fortuna Ugo lo interruppe, forse capendo in quale ginepraio il bambino avrebbe messo la sua amica, proponendogli di andare a prendere insieme un gelato. Il piccolo Riccardo, in un istante, dimenticò Giulio e corse tra le braccia di Ugo che lo condusse in una gelateria poco distante, lasciando Betty, Armando e i neogenitori da soli. “Per favore scusatelo, è assolutamente eccitato per la nascita del piccolino...” “Non scherzare è stato meraviglioso e ci ha fatto ridere” rispose Marcella. Dopo pochi minuti un'infermiera invitò i parenti e gli amici ad uscire dalla camera perché l'orario delle visite era finito. Betty ed Armando si trovarono soli a percorrere lo stesso corridoio per uscire dall'ospedale. “Betty, posso avere una foto di Riccardo appena nato? Betty non si aspettava una domanda simile, posta in maniera così dolce e quasi imbarazzata gli rispose “Ma certo. Ne sarò felice. Riccardo era molto carino, e... Aveva un'espressione molto serena, quasi allegra... Quando ha aperto gli occhi la prima volta ho pensato fossero identici ai tuoi..." Armando si emozionò a quelle parole, le prese una mano e senza aspettare la sua reazione l'avvicinò a se e le rubò un bacio. Betty presa alla sprovvista non seppe reagire e rimase semplicemente interdetta davanti a quel gesto. Lui la strinse per qualche secondo prima di lasciarla, continuando a stringerla con le sue labbra vicino alla bocca di Betty. Lei teneva gli occhi chiusi mentre lui la guardava. Prima di staccarsi da lei le sussurrò “Darei qualsiasi cosa per vivere un momento come quello di Marcella e Nicola, qualsiasi cosa... Io ti amo Beatrice Pinzon Solano.” Senza aggiungere altro raggiunse Ugo e Riccardo in gelateria e insieme al bambino si diresse verso uno dei tanti parchi giochi sparsi per quella zona della città. Betty congelata nella stessa posizione in cui l'aveva lasciata Armando aprì lentamente gli occhi e si sentì cedere le gambe, tanto da doversi sedere per non cadere. Betty si era immersa completamente nel lavoro dopo quanto accaduto con Armando e aveva ricominciato ad evitarlo. Si era promessa che doveva assolutamente impedire di restare di nuova sola con lui. Lui l'amava e lei sapeva fin tropo bene che era sincero. Ma i loro sentimenti non erano abbastanza. Quante volte si erano presi e poi persi e poi ritrovati per riperdersi di nuovo? No, era meglio far passare un po' di tempo.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Betty la fea / Vai alla pagina dell'autore: orchidee