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Autore: MalessereBlu    24/07/2017    5 recensioni
L'inverno è arrivato e Sansa governa il Nord insieme al nuovo Re, Jon.
Il Mastino giunge a Grande Inverno dopo mesi di solitudine.
Sandor e Sansa si rincontrano, più arrabbiati, più consapevoli. Più forti.
SanSan ambientata dopo la Sesta Stagione.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo IX

Gli occhi di Sandor Clegane erano quanto di più dolce avesse mai visto.
La fine di quel bacio e il lento dischiudersi delle palpebre incerte e vibranti avevano portato con loro il languore delle iridi scure e lucide.
Le avrebbe guardate per ore.
Sandor l'aveva baciata. Il Mastino, il cane di Joffrey.
Ora che quella disdicevole fantasia proibita si era violentemente scontrata con la realtà, si chiese come sarebbe stato riproporre quell'immagine al resto del mondo: avrebbero parlato, avrebbero riso forte, eppure l'avrebbe fatto mille e mille volte ancora.
Pozze di ghiaccio gentile lo stavano divorando.
La lupa gli stava stracciando il cuore e sbranando ogni fibra.
Sandor era felice, lo era davvero. Lo era perché negli occhi di Sansa non c'era alcune pentimento, perché lo guardava come se fosse stato il più bello e il più valoroso tra tutti i cavalieri.
La presa sul suo fianco si allentò, nonostante tutto temeva che quell'uccelletto sarebbe volato via.
Gli occhi di Sansa rimasero fissi nei suoi mentre andava a stringere quella mano titubante. Rimasero immobili mentre la riportava sul suo corpo, mentre la accompagnava lungo le proprie forme.
Non aveva mai sperimentato il tocco gentile di un uomo.
“Sansa.” la chiamò rauco “Voglio farlo ancora, ancora e ancora.” suonò come una preghiera.
Le portò con urgenza il palmo sul viso, come per tastare la realtà di carne e sangue del momento.
Sansa di contro fece scorrere le dita sul volto deturpato. Toccò ogni piega e rincorse ogni venatura, giunse poi a carezzare le labbra socchiuse.
Tornò ad avvicinarsi con esasperante lentezza prima di dare inizio a una nuova serie di baci.
La calma divenne foga e il languore passione.
L'umidità della lingua diede vita a un brivido piacevole lungo il pallore del collo fino di Sansa che gradualmente si abbandonò tra le braccia possessive dell'uomo.
Prese l'iniziativa quando la sua bocca scivolò verso l'orecchio di lui per rilasciare baci leggeri e sospiri di libertà.
Sandor le afferrò con naturalezza le cosce mentre mentre le pellicce caddero al suolo. La sollevò con uno scatto rapido per posarla con quanta più delicatezza gli fosse possibile sulle coperte consunte e disordinate.
Il corpo del Mastino la ricopriva completamente trasmettendole un calore che non pensava avrebbe mai potuto percepire nel gelo dell'inverno.
Lo schiocco di labbra seguiva il ritmo del crepitio della legna ardente.
Fu l'uomo a separarsi da lei quando le mani ghiacciate si insinuarono al di sotto della casacca per massaggiargli i muscoli lombari.
“Uccelletto.” sembrò in difficoltà “Non ti potrei mai fare del male.” ringhiò affannato.
“Lo so.” sorrise per rassicurarlo mentre le mani scivolavano più in profondità.
Gli sfilò la maglia.
Il torace di Sandor la sovrastava: possedeva la fisicità caratteristica dei Clegane, come le era stato suggerito molto tempo prima durante il torneo del re in onore di Robert Baratheon.
Lo osservò con più desiderio di quanto avesse mai guardato gli occhi limpidi di Joffrey o i ricci composti di Loras.
Lo baciò. Ancora, ancora e ancora, come aveva pregato.
Inarcò la schiena per donargli maggiore aderenza mentre i suoi gomiti si puntellavano lungo i fianchi ricoperti ora solo dalla veste.
Entrambi si sentirono pienamente appagati da quell'appassionata intimità che solo gli avanti potevano segretamente vantare di godere.
Non era facile trattenersi, non era per nulla facile reprimere gli istinti più puramente animaleschi che balzavano lungo ogni terminazione nervosa.
“Sandor.” lo accarezzò delicatamente “a cosa pensi?”
“Non voglio farti male, Sansa.” la guardò serio.
Sospirò prima di invitarlo a distendersi vicino a lei. “Non lo farai.” disse con un filo di voce mentre posava il capo sul suo petto nudo. “Non l'hai mai fatto.” ribadì.
Le baciò i capelli scompigliati mentre lasciava il pollice scorrere sulla spalla ormai scoperta. “C'è chi te ne ha fatto troppo.” disse con rancore inaspettato mentre la mano scivolava ora sulla schiena parzialmente scoperta.
La cicatrice contornava l'ombra della scapola, ondeggiando dal trapezio ai dorsali appena accennati.
Sansa rimase immobile al tocco di Sandor.
Non aveva paura, non voleva scappare. Non avrebbe lasciato che il ricordo mandasse in pezzi la perfezione di quel momento.
“Ramsay è morto.” disse fredda.
L'attimo di silenzio che seguì venne immediatamente interrotto proprio da lei. Fece slittare un braccio sul braccio libero di Sandor per poi portarsi sopra di lui: le gambe piegate aderivano bollenti ai fianchi dell'uomo le mani stringevano i suoi arti distesi.
Era sicuro che non avrebbe potuto vedere immagine più bella e sconvolgente in tutta la sua vita.
Avrebbe racchiuso l'eternità in quell'attimo.
Era tutto troppo. Troppo magico, troppo bello, troppo reale.
Non rimase sorpreso quando i loro respiri e sospiri vennero interrotti dal rumore sordo della porta. Riconobbe in sé solo un'immensa delusione, mentre non poté non notare il bagliore di preoccupazione che oscurò il volto di Sansa.
Sollevò la schiena per trovarsi davanti al suo naso.
“Tranquilla, uccelletto.” sussurrò prima di baciarla rapido e scivolare via dalla sua presa.
“Sandor.” lo richiamò preoccupata.
“Non ci scoprirà nessuno.”
Non si sarebbe offeso, non ci sarebbe rimasto male. Se ogni momento taciuto sarebbe valso anche una sola altra notte con lei, non avrebbe parlato per il resto dei suoi giorni.
Giunse con passo pesante nell'anticamera e aprì la porta quanto meno gli fosse possibile.
“Il re del Nord in persona.” ringhiò divertito “quale onore.”
“Sansa non è nelle sue stanze.” scandì serio.
“L'uccelletto starà svolazzando da qualche parte.” fece per chiudere la porta quando la mano di Jon lo impedì.
“Non sto scherzando, Ser Clegane.” lo fissò tremendamente preoccupato “Aiutami a trovarla.”
“Al diavolo, Snow.” lanciò uno sguardo verso la camera. “Fammi almeno mettere qualcosa o morirò col culo ghia...”
“Jon.” Sansa intervenne con voce ferma.
Nei suoi occhi il timore evolvette rapidamente in confusione, rabbia e probabilmente una miscela esplosiva di chissà quali altri sentimenti.
“Cazzo.” fu l'unica frase sensata che gli uscì dalla bocca.
Jon superò il Mastino con facilità e raggiunse Sansa nella camera.
La vide così: i capelli sciolti e selvaggi si insinuavano liberi nei drappi della veste piegata e maltrattata.
Sandor le si affiancò con il petto ancora nudo.
Il silenzio divenne imbarazzante.
“Era questo che intendevi, dunque?” disse alzando un braccio in direzione di Sansa. “È questo il modo in cui avevi intenzione di comprare la sua fedeltà?”
“Prova a dirlo un'altra volta e quel braccio te lo ritroverai nel culo, Snow.” ringhiò il Mastino avanzando con sicurezza.
“Sandor.” il tono gelido di Sansa lo fermò insieme alla mano che gli posò sul petto per impedirgli di procedere ulteriormente.
“Jon. Quello che decido di fare in privato non ti riguarda.”
“Non mi riguarda? Io e te dovremmo fidarci l'uno dell'altra, Sansa!” sbottò.
“Ma tu non ti fidi di me!” cominciò a perdere il controllo.
“Sansa, perché diavolo sei qui?” cercò di controllarsi mentre lanciava un'occhiata al Mastino.
Guardò rapidamente entrambi. “Sono qui perché lo voglio. Sono qui perché Sandor Clegane è l'uomo migliore che io conosca.” Tornò ad assumere quella compostezza gelida tanto ricordava sua madre.
Le si avvicinò afferrandola per il polso. “Sansa.” sussurrò con urgenza “rifletti bene, rifletti bene, Sansa. Io non... ”
“Jon” fu Sandor a parlare “non le potrei mai fare del male.” confessò guardandolo serio.
Sansa prese la mano del fratello. “Domani, Jon. Domani ne parleremo.” lo rassicurò dolce.
Abbandonò la stanza con il panico stampato sul volto.
Rimasero a fissare per qualche istante la porta ancora vibrante per la forza del colpo.
Sandor le prese la mano.
“Poteva andare peggio.” borbottò con leggerezza.
Risero entrambi con più gusto di quanto si addicesse a quella assurda situazione.
Sarebbe stata una lunga giornata.

 

Perdonatemi per il ritardo nel pubblicare il capitolo ma mi ci è voluto un po' per riprendermi dall'episodio di stanotte: spero che la mia storia vi possa regalare qualche gioia dopo tutti questi sconvolgenti eventi.
Vorrei sinceramente ringraziare le persone che hanno lasciato una recensione per la prima volta regalandomi parole stupende e le fedelissime che hanno seguito la storia sin da subito e hanno sempre speso un po' di tempo per dirmi la loro [ leila91, ghim92, AliceSanSan, Diomache, Roxane999 e Stellina1990 ]: siete veramente preziose. Un grande ringraziamento anche a chi ha inserito la storia tra le preferite/ricordate/seguite, un abbraccio enorme a tutt* voi.
P.S. Il prossimo capitolo arriverà entro domani, quello successivo purtroppo non arriverà prima di settimana prossima. Sarò all'estero e spero di avere comunque la possibilità di scrivere ma sicuramente non potrò pubblicare.
Perdonatemi.
A presto, un bacio<3

Malessere

  
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