Libri > Percy Jackson
Segui la storia  |       
Autore: DiamanteLightMoon    24/07/2017    5 recensioni
-FANFICTION INTERATTIVA- ISCRIZIONI CHIUSE-
Vi siete mai chiesti come sia possibile che un'intera civiltà scompaia da un giorno all'altro? Vi siete mai chiesti che fine hanno fatto i Cretesi? Vi siete mai chiesti che cosa li avesse travolti di così tanto violento da farli estinguere? Io sì ed era una di quelle domande a cui pensavo di non trovare mai risposta, almeno finché non ho scoperto questo.
##########
Hermia è figlia di Poseidone ed è la principessa di Atene. Enea è suo fratello, ma è figlio di Zeus. E il loro destino sarà deciso dalla volontà di un pazzo.
##########
Enea correva nei corridoi del Palazzo, i piedi scalzi e il petto ancora sudato dall'allenamento. Non riusciva a comprendere le parole del messaggero.
-Padre- urlò attraversando l'imponente porta aperta. Con passo veloce si avvicinò alle sorelle in piedi accanto al re e alla regina.
- Akakios non può fare una cosa del genere. È un suicidio per il suo popolo-
-No- disse il padre- Non se fa questo-
E gli mostrò la condanna a morte di due anime innocenti.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Semidei Fanfiction Interattive, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo VIII

 

 

Sala del trono palazzo di Cnosso – udienza con il re

 

Costò ogni singola goccia di autocontrollo di ogni singolo semidio in quella stanza per evitare di staccare la testa del re. Certo questo non voleva dire che si erano presentati col sorriso, assolutamente no. Anzi se fosse stato possibile uccidere con lo sguardo, Akakios sarebbe morto per ben quattordici volte. In quattordici modi diversi, tutti molto dolorosi. Hermia non aveva il potere di avvertire le emozioni degli altri, era figlia di Poseidone non di Afrodite, ma la percepiva comunque. Percepiva la rabbia pulsante che emanavano i semidei accanto a lei. E questo aumentava la sua ira personale. Insieme alla difficoltà di tenere tutto dentro. Eppure la consapevolezza di ciò che sarebbe successo se qualcuno avesse fatto qualcosa la teneva a bada. Come faceva con tutti loro. Hermia lo sapeva, sapeva che se avessero fatto un passo falso sarebbero morti senza avere la possibilità di pensare a un piano per scappare. Davanti a lei stava suo fratello, che la nascondeva parzialmente alla vista del re di Creta. Alla sua sinistra, anche lei semi-coperta dal corpo di Enea, c'era Melissa. La ragazzina appariva ancora più minuta posta al fianco del ragazzo. Spinta dall'istinto materno Hermia le afferrò la mano.

 

Melissa aveva paura. Non si stava pentendo della sua decisione, non lo avrebbe mai fatto sapendo che aveva impedito che la sua maestra rivivesse di nuovo l'incubo della sua infanzia. La sua era un paura diversa, era il terrore di non poter fare niente per impedire il suo destino. Come sacerdotessa di Hermia pregava la dea di salvarla dalle grinfie di quell'uomo. Come ragazzina sperava che le Parche non decidessero di tagliare il suo filo troppo presto. Per poco non strillò quando sentì qualcosa stringersi alla sua mano. Si voltò verso la principessa di Atene, la giovane le sorrise e le avvolse le dita in un morbido calore che ebbe il potere di far calmare i nervi di Melissa. Ricambiò il sorriso della figlia di Poseidone.

 

Ariadne si trovava immediatamente dopo Melissa, dietro Hilarion. La mole del diciannovenne le impediva di vedere esattamente di fronte a sé, senza però limitarle la visuale sui lati. La figlia di Petio osservò la scena alla sua destra e pensò che l'altruismo che Hermia aveva dimostrato in più di un'occasione in quelle poche ore in cui erano stati nella stessa stanza l'avrebbe uccisa. Lei era più potata al lavoro solitario, non avrebbe esitato a sacrificare i suoi stessi compagni se questo le avesse consentito di salvarsi. Nel mondo in cui era cresciuta, chi era altruista moriva nel modo più brutale possibile tradito da coloro che aveva appena aiutato. E lei era intenzionata a tornare a casa viva, non le piaceva perdere, non avrebbe mai permesso a suo padre di vincere la scommessa.

 

Alla destra di Enea si trovava qualcuno che la pensava in modo molto simile. Callimaco sapeva che l'impressione che lasciva trasparire era quella di un ragazzo facile che amava lo sfarzo e il lusso. Sapeva anche di essere molto più complesso di così. Possedeva una nota diabolica ed egoista che lasciava venire fuori sotto forma di malizia. Ed era talmente bravo che nessuno si accorgeva mai di essere stato manipolato contro il suo volere. Nessuno poteva dire di conoscere Callimaco, perchè il ragazzo si preoccupava sempre di non mostrarsi mai come una statua a tutto tondo, lui preferiva il bassorilievo, l'effetto del vedo-non vedo. A volte persino lui si sentiva un estraneo nel suo stesso corpo. Era carismatico, ma calcolatore. Era gentile, ma anche crudele. Era un amante bellissimo e appassionato, ma sapeva essere estremamente superficiale. Odiava le responsabilità, ma sapeva impegnarsi come pochi per conseguire i suoi obbiettivi. Per questo Callimaco non temeva ciò che stava aspettando. Si sarebbe comportato come aveva sempre fatto. E si sarebbe conquistato la fiducia delle persona adatte a farlo uscire di lì. Per poi lasciarle indietro, tradite e con il cuore spezzato, ovviamente. Nessuno poteva pensare di catturare un figlio di Afrodite.

 

Se Akakios non avesse iniziato a parlare Cassiopea gli sarebbe saltata al collo, se lo sentiva. Odiava dover aspettare, non era mai stata una persona paziente. E odiava ancora di più essere sottoposta ad un potere che non considerava degno di darle ordini. Ringraziò la schiena di Epeo che celava i suoi pugni stretti l'uno nell'altro così forte che le nocche si erano sbiancate. Ma prima che potesse fare una sola mossa qualcuno le afferrò un avambraccio. Si girò verso Glykeria. Impercettibilmente la Cacciatrice gli fece cenno di calmarsi scuotendo la testa debolmente, prima di farle intendere che presto si sarebbero potuti vendicare. Cassiopea annuì e rilassò le mani. Sentiva che la rabbia era ancora lì, un peso nel suo petto che gli stringeva il cuore, decise solamente di rimandare il momento in cui quella rabbia sarebbe venuta fuori.

 

Dall'alto del suo trono il re di Creta osservava i semidei. Quattordici giovani, figli degli dei più importanti dell'Olimpo. E li aveva tutti in pugno, poteva disporre del loro destino come voleva lui e la cosa gli piaceva, gli piace da matti. Si alzò e aprì le braccia.

-Benvenuti!- esordì sorridendo. Non c'era gioia e benevolenza in quel sorriso, ancor meno nei suoi occhi freddi come gli abissi più pericolosi del mare.

 

Arcadia – primo giorno, ore 12.45

 

Thaddaios guardò le pesanti porte di pietra chiudersi con un rombo. Ebbe la sensazione che tutta la sua forza fosse rimasta intrappolata all'esterno. Ora era prigioniero, in trappola. Si sentiva come una piccola preda messa alle strette da un predatore venti volte più grande di lei, in qualunque direzione si fosse voltato avrebbe trovato solo muri spessi come la montagna stessa. Per tutta la durata del discorso del re era rimasto vittima della sua mente. Combattuto tra la metà che gli intimava di fuggire e la metà che lo incitava a combattere. Ma come sempre non aveva mosso un dito, né per affrontare il suo destino, ne per scappare da esso. Il figlio di Ermes sospirò chiudendo gli occhi. La consapevolezza lo aveva colto tutto in una volta, si era reso conto che fino a quel momento aveva sperato alla remota ed impossibile possibilità che Akakios li avrebbe lasciati andare. Ora si rendeva conto che non era affatto così.

 

-E così era vero- disse Enea, guardandosi intorno.

-È vero cosa?- chiese Agape, voltandosi verso di lui, non riuscendo a tenere a freno la curiosità.

-Questo posto esiste veramente- le rispose il figlio di Zeus. Ora aveva catturato l'attenzione di tutti.

-Che cosa intendi dire? È un palazzo come un altro- fece Ilektra, alzando le spalle.

-No, non ha niente a che vedere con altre costruzioni. È incastonato nella roccia, la parte esterna è solo metà del palazzo- osservò Epeo, mettendo in mostra le sue doti di figlio di Atena.

-Epeo ha ragione. Ma non è questo che Enea intendeva dire- questa volta fu Hermia a parlare.

-I nostri genitori ce ne avevano parlato, una fortezza inespugnabile sull'isola di Creta. Impossibile da conquistare e con la resistenza di un'intera montagna. È stata fatta costruire ai tempi dei primi re di Creta, come palazzo reale alternativo in caso di assedio. La sua particolarità però non è solo questa. È inespugnabile da fuori, ma lo è anche da dentro. Per molte generazioni è stato usato come prigione di massima sicurezza. La famiglia reale imprigionava qui i nemici. Una volta chiusa la porta principale, che non si può aprire dall'interno, l'unica possibilità di uscita era attivare una sequenza di azioni dall'interno del palazzo reale all'esterno. È probabile che tutte le famiglia reali di Grecia siano a conoscenza di questo posto, almeno in teoria. Voi non avevate mai sentito parlare?- Hermia si rivolse a Cassiopea ed Ariadne, le uniche che appartenevano ad una famiglia reale, a parte lei e suo fratello. Cassiopea scosse la testa, ma Ariadne non fece altrettanto.

-Ne avevo sentito parlare, ma sicuramente non da mio padre- disse. Ed era la verità, per una volta. Suo padre non le aveva mia detto niente di relativo alla politica, giudicandola inadatta.

-Il re non aveva per caso fatto riferimento a delle stanze?- si intromise Kosmas timidamente. Orion annuì vivace mentre rispondeva affermativamente.

-Come facciamo a sapere di chi è la stanza?- aggiunse poi il figlio di Dioniso.

-Dovrebbe esserci un numero sulla porta- fece Ilektra dubbiosa. Poco tempo prima il re aveva assegnato ad ognuno di loro un numero. Dispari per gli dei maschi, pari per le dee femmine.

-Il che non lascia presagire niente di buono- mormorò tra sé e sé Glykeria. C'era un motivo per cui aveva rinunciato agli uomini per sempre, e questo comprendeva anche la loro inaffidabilità.

 

Fu Hilarion a trovare le loro stanze. E fedele al suo voto di non parlare se non quando estremamente necessario, andò a cercare il semidio a lui più vicino. Il primo che incontrò fu Kosmas. Il ragazzo si guardava intorno, con un'espressione a metà fra la curiosità e il terrore assoluto. Il peplo bianco frusciava ad ogni passo del ragazzo e le spille d'argento catturavano la luce delle torce appese alle pareti. Hilarion si fermò a guardarlo.

 

Kosmas avanzava cauto, come se temesse che qualcosa spuntasse all'improvviso da dietro l'angolo. Avevano preso tutti direzioni differenti e presto la luce naturale si era fatta via via più rada, fino ad avere assolutamente bisogno di torce per vedere. Era alla luce di quelle torce che Kosmas cercava le loro dimore. Aveva cercato di apparire coraggioso, o per lo meno meno spaventato di quanto in realtà fosse. Non codardo, ma nemmeno incredibilmente intrepido. Considerava la sua paura più che lecita, chiunque si sarebbe spaventato nelle sue stesse condizioni. Sapeva che anche gli altri lo erano, sotto le corazze dure che si erano sforzati di mostrare. Riusciva a sentilo, l'odore della paura era sempre stato particolare per l'olfatto del figlio di Demetra. Sapeva di fumo e acanto, come se il fiore fosse stato bruciato su un rogo. E le stanze in cui si erano trovati fino ad allora ben presto si erano riempite di quella fragranza. Fece un giro su se stesso e quando tornò a guardare avanti captò un altro profumo.

 

Hilarion continuò ad osservare Kosmas mentre il ragazzo diventava consapevole della sua presenza. Sentì il suo sguardo posarsi su di lui. La prima reazione del più giovane fu sobbalzare visibilmente portandosi entrambe le mani alla bocca per impedirsi di gridare. Hilarion uscì dall'ombra che fino ad allora lo aveva tenuto nascosto. Non disse niente aspettando che fosse Kosmas a parlare per primo.

-Non farlo mai più- sibilò il figlio di Demetra. Hilarion annuì e trattenne un sorriso. Kosmas era troppo carino con quell'espressione dipinta sul viso.

-Ho trovato le stanze- gli comunicò a mo' di risposta. Il cipiglio dell'altro svanì.

-Uhm, bene-

Quando Hilarion si girò per guidarlo verso la giusta direzione, Kosmas si chinò leggermente in avanti avvicinandosi all'ampia schiena del figlio di Efesto. Annusò l'aria per poi sorridere e seguirlo nei corridoi del palazzo.

 

 

 

Angolo Autrice Morta

Sono viva, ragazzi, sono viva. E mi dispiace. Non aggiorno da troppo tempo, ma sono stata alla casa al mare e i miei nonni non hanno il wi-fi lì, così niente aggiornamenti. Noterete che questo capitolo è più corto degli altri, questo perchè il pezzo finale non mi voleva proprio uscire. Ho deciso di postarlo comunque, non mi sembrava giusto farvi aspettare ancora.

Il prossimo sarà più lungo del solito, perchè ci sarà anche l'ultimo pezzo di questo.

Ho provato a dare una parte a tutti i personaggi, sappiate che non mi riuscirà sempre e ovviamente la loro parte non sarà della stessa lunghezza.

Come avrete notato non sono molto portata per il discorso diretto, nei prossimi capitoli mi sforzerò di inserire molti più dialoghi. Vi prometto che comunque interagiranno tra di loro i vari personaggi.

Continuo a ricordarvi ciò che vi ricordo nelle note di ogni capitolo, ma stavolta aggiungo altri due punti:

  1. Ho già deciso due dei personaggi che moriranno, ma dato che ho molta difficoltà a scegliere vi do la possibilità di scegliere voi per me. Ora che vi potrete fare un'idea dei vari caratteri potete dirmi chi vorreste far vivere a discapito della vita di un altro. ATTENZIONE: è vietato escludere i propri OC dalla lista dei morti, solo perchè sono vostre creazioni non vuol dire che per loro deve andare tutto rose e fiori

  2. Comunicatemi se le prospettive di relazioni vanno bene, o se volete che il vostro OC abbia una particolare relazione con un determinato OC.

 

Questo è tutto, Diamante vi lascia sperando di mantenere la sua promessa di aggiornare fra una settimana.

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Percy Jackson / Vai alla pagina dell'autore: DiamanteLightMoon